309 Gurdjieff. Il livello esistenziale dell'uomo n.4
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- Опубликовано: 14 май 2024
- L'uomo n.4 di cui parla Gurdjieff è identificabile con l'«uomo esistenziale», colui che tende all'unicità dell'esistenza autentica descritta filosoficamente da Heidegger.
Questo, Ermete, è il video che sento più vero e vissuto. Grazie.
Ermete ti ringrazio dal profondo del cuore perche' c'e' sempre tutto te stesso in cio' che cerchi di passare agli altri. Sei nell'arte di sublimare, perche' quale che sia l'emozione o il momento che passa, tutto sia trasformato per uscire in modo creativo. E' commovente e un grande esempio.
Molto bello questo video qui, Ermete, così come anche le considerazioni e gli esempi sui pensieri e gli stati d'animo dell'uomo esistenziale. Danno un'immagine molto tangibile di ciò di cui sta parlando nel video..
Bellissima e ricca di delicatezza e sensibilità la descrizione del sentire che oscilla tra posizioni così diverse; ma soprattutto mi è piaciuta la descrizione di quel sentirsi sempre "fuori posto". Lo sto vivendo molto; mi è risuonato tanto. Grazie: nel mio sentirmi sola, questo video è stato una carezza gentile.
🙏 Siamo in tanti a sentirsi così. Purtroppo viviamo dispersi nel mondo ordinario. 🙂
Nooo già finito?? Mi sento come quei bimbi che prima di addormentarsi vogliono che la mamma gli racconti ancora e sncora e ancora la storia
Che bello! Comprendo tutto ciò che ha detto in modo sublime.... è proprio così,ma lo comprende veramente solo chi lo ha vissuto
Grazie
Sì, in fondo si comprende solo se abbiamo già compreso in profondità, altrimenti il processo conoscitivo e solo intellettuale, cioè insignificante. Grazie! 🙏
Grazie Ermete per questo video, così intimo, vissuto...pieno.
Questo è il terzo ascolto e non mi trovo annoiata
🙏
Forte il richiamo del Centro di Gravita' permanente, fatto anche delle relazioni con una scuola. Molto vero.
Ringrazio. Alla prossima.
Per esperienza: la necessità di un isolamento esistenziale testimonia a noi stessi che il Lavoro è certamente ancora lungo, ma comunque avviato e ciò suscita talvolta in noi una sorta di soddisfazione interiore, accompagnata però da una sensazione di ansia-sconforto per tutto il grande, faticoso Lavoro che (pur non conoscendolo nei dettagli) sentiamo che dobbiamo ancora compiere. Poi: In un mondo di continue relazioni, la maggior parte delle quali effimere e banali, la ricerca di un isolamento esistenziale è faticosa, una "battaglia" continua per divincolarsi da incessanti strette (esterne) che cercano di catturarci, imbrigliarci. Poi: ci sorgono spesso dubbi se, con la perenne ricerca di isolamento esistenziale, ci sia in noi qualcosa che non va, che gli sbagliati in realtà siamo noi, così talvolta cediamo a tali richiami esterni per sentirci "normali", ma dopo un po' - fortunatamente - la forza centrifuga che ci vuole allontanare da essi ci riconquista ed il Lavoro verso la consapevolezza-liberazione-appagamento continua. Molto altro ci sarebbe da dire. (Enrico - Livorno).
C'è anche da dire che l'uomo esistenziale, di per sé, non cerca l'isolamento e si presenta esteriormente come del tutto adattato al contesto. Si trova costretto a recitare una parte, come insegnava Gurdjieff. È solo interiormente che è distaccato e 'isolato'.
Per esperienza è proprio così. Personalmente ho vissuto anche ambedue le fasi, la prima delle quali (molti anni fa) la ricerca anche di un isolamento fisico, che mi aiutava a "riordinare le idee", a stabilizzarmi, poi con il tempo letture, riflessioni, esperienze, ecc. insegnano a restare isolati dentro pur in mezzo alle attività del mondo.....ma ancora ho da stabilizzarmi in tale condizione e gli sbilanciamenti non mancano, forse non mancheranno mai.