Che ruolo ha il cibo nella storia dell'uomo? La lezione di Alberto Grandi | Lucy - Sulla cultura
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- Опубликовано: 15 июн 2024
- Tutta la storia è anche storia dell'alimentazione. Se, per citare il filosofo Ludwig Feuerbach, "l'uomo è ciò che mangia", la nostra identità si definita attraverso secoli di scoperte culinarie, emigrazioni che hanno definito classici della nostra cucina come la pasta al pomodoro. Alberto Grandi, storico dell'alimentazione, ci racconta come la nostra cultura culinaria è cambiata attraverso i secoli.
00:00 Intro
01:56 Il divario alimentare tra città e campagna
08:20 Colonialismo e crescita demografica
16:12 Problemi alimentari e rivoluzione industriale
20:30 La cucina italiana dalla grande emigrazione al boom economico
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Il video contiene estratti da:
Italianamerican di Martin Scorsese (1974, Warner Brothers, Seven Arts)
Goodfellas di Martin Scorsese (1990, Warner Bros.)
Miseria e nobiltà di Mario Mattoli (1954, Excelsa Film)
La grande abbuffata di Marco Ferreri (1973, Mara Films S.a.r.l., Capitolina Produzioni Cinematografiche S.r.l.)
Orange Is the New Black di Jenji Kohan (2013-2019, Lionsgate Television)
Animal House di John Landis (1978, Universal Pictures)
Fallen Angels di Wong Kar-wai (1995, Jet Tone Productions Ltd)
Play It Again, Sam di Herbert Ross (1972, APJAC Productions, Rollins-Joffe Productions)
Garlic Is as Good as Ten Mothers di Les Blank (1981, Flower Films)
Modern Times di Charlie Chaplin (1936, Charlie Chaplin Productions)
Hannibal di Bryan Fuller (2013-2015, produzione Living Dead Guy Productions, Gaumont International Television, Sony Pictures Television)
The Simpsons di Matt Groening (1989 - in corso, 20th Century Fox Television)
Raging Bull di Martin Scorsese (1980, United Artists, Chartoff-Winkler Productions)
Monty Python's The Meaning of Life di Terry Jones, Terry Gilliam (1983, Celandine Films
The Monty Python Partnership)
Les Glaneurs et la glaneuse di Agnès Varda (2000, Cine-Tamaris)
Chungking Express di Wong Kar-wai (1995, Jet Tone Production)
Profondo Rosso di Dario Argento (1975, Rizzoli Film, Seda Spettacoli)
Un americano a Roma di Steno (1954, Excelsa Film, Ponti - De Laurentiis)
Viridiana di Luis Buñuel (1963, Films 59, Unión Industrial Cinematográfica)
La ricotta di Pier Paolo Pasolini (1963, Arco Film, Cineriz, Lyre Film)
Miracolo a Le Havre di Aki Kaurismäki (2011, StudioCanal, Canal+, The Criterion Collection)
Gladiator di Ridley Scott (2000, Universal Pictures, DreamWorks Pictures, Scott Free Productions, Red Wagon Entertainment)
Bastarden di Nikolaj Arcel (2023, Zentropa Entertainments, Zentropa Berlin, Zentropa Sweden, Film i Väst)
The Witch di Robert Eggers (2016, Parts and Labour, RT Features, Rooks Nest Entertainment, Maiden Voyage Pictures, Mott Street Pictures, Code Red Productions, Scythia Films, Pulse Films, Special Projects)
Troy di Wolfgang Petersen (2004, Warner Bros. Pictures, Radiant Productions, Plan B Entertainment)
Il crollo di Roma di Antonio Margheriti (1963, Atlantica Cin.ca.)
Genghis Khan di Henry Levin (1965, Irving Allen Productions, Central Cinema Company Film (CCC), Avala Film)
Days of Heaven di Terrence Malick (1978, Paramount Pictures)
Game of Thrones di David Benioff e D. B. Weiss (2011-2019, Television 360, Grok! Television, Generator Entertainment, Startling Television, Bighead Littlehead)
A Hidden Life di Terrence Malick (2019, Studio Babelsberg, Elizabeth Bay Productions)
Old Henry di Potsy Ponciroli (2021, Annapurna Pictures)
Perfume: The Story of a Murderer di Tom Tykwer (2006, Constantin Film, Castelao Productions, Neff Productions, VIP Medienfunds 4)
Jesus di John Krish e Peter Sykes (1979, Inspirational Films e Genesis Project)
Risen di Kevin Reynolds (2016, LD Entertainment, Big Wheel Entertainment, Affirm Films, TriStar Pictures)
The Widow's Last di Vanessa Perdriau (2017, Jackie Sheppard, Luke Walton & Christopher Gray)
Black 47 di Lance Daly (2018, Wildcard Distribution, Fasnet Films, Primierdian Entertainment, Irish Film Board, Premiere Picture, Samsa Film, Umedia, Sea Around Us, Film Fund Luxembourg, BAI)
io mi sono iscritto a Lucy, non si è mai vista una produzione ti tale qualità su YT. Grazie per quello che fate.
Video bellissimo, continuo a seguire Lucy con grande interesse.
Dovreste mettervi in contatto con il professor Vincenzo Lagioia, esperto di
Storia, società e famiglia e Storia moderna, attualmente docente dell'UNIBO.
Sono sicuro che ne uscirebbe una bellissima puntata
Libri fantstici, grande Alberto
Ottimo prof., come sempre illuminante.
Sempre molto interessante. Grazie!
Ottimo video. Mi sarebbe piaciuto uno sguardo più approfondito verso gli altri continenti oltre l'Europa e gli USA
Molto interessante
Veramente interessante
Ciò che veniva denigrato un tempo,
Oggi ha un valore
I can't!! Alla fine c'è un plot twist incredibile
Complimenti
" che bel servizio che ha reso, grazie "
Grazie Alberto, un faro nelle assurdità odierne
Bellissimo comunque
Ottimo video, se posso permettermi una precisazione : fino alla scoperta dell’America l’Europa era un’area sottosviluppata. Europa occidentale ed in particolare nord Italia erano già fra le regioni più ricche al mondo, in base ai dati che abbiamo a disposizione.
29;30 approfondite signori, che ciò che viene fatto per riempire la pancia degli onnivori è raccapricciante
12:46 L'Itagliatella?
lucy sulla cottura
Tuttavia, nessun riferimento al riscaldamento climatico
Che cazzo centrerebbe?
@@misterd7361 veviamo se ci arrivi da solo
@@misterd7361 Vediamo se ci arrivi da solo
@@francociappi2 ripeto: cosa centra il riscaldamento climatico con la storia della cucina italiana? Vediamo se ci arrivi.
Molto interessante, soprattutto nella decostruzione dell'immagine della "cucina tradizionale italiana" che viene operata in questo racconto.
L'esempio della pasta e del sugo di pomodoro ci raccontano molto della complessità dei processi identitari dei popoli, storie sempre ben più complesse e contaminate di quanto le vogliamo immaginare.
Trovo però che omettere completamente dalla conclusione, e di conseguenza non considerare (?), uno scenario futuro di alimentazione completamente vegetale sia quantomeno miope.
io spero che a qualcuno prima o poi venga in mente che intervistare un vero storico dell'alimentazione potrebbe essere una buona idea.
Il prof. Grandi dovrebbe spiegarci allora perché, se il fascismo ce l'aveva tanto con la pasta e prediligeva il riso, ha poi fatto la battaglia del grano? forse per darlo a mangiare agli uccellini o solo per il pane. Mia nonna paterna, anno di nascita 1900, mangiava soprattutto mais ma anche tagliolini impastati con acqua e la domenica c'erano le tagliatelle con l'uovo. Il concentrato di pomodoro veniva fatto d'estate e, messo nei scartozzi del granturco, veniva conservato come insaporitore per l'inverno. Ci sono cose nella narrazione del professore che non mi quadrano ma forse sono io che non capisco molto.
Se non mi sbaglio il tipo é quello che ha detto che il parmigiano é stato fatto per prima in america e che la pizza é buona grazie agli americani
@@ff-sv5qs Veramente ha detto e scritto cose totalmente diverse, ossia che il parmigiano che mangiamo attualmente non c'entra nulla con quello che si faceva sin dal medioevo e che quello attuale riprende dalla produzione fatta nel Wisconsin; stessa cosa per la pizza che evidentemente non può essere quella che mangiavano nel 1700 a Napoli: infatti il concetto di pizzeria con quel tipo di pizza come lo conosciamo oggi nasce negli Stati Uniti da italiani immigrati e, alcuni di quelli italiani che ritornano qui, portano con loro la pizzeria. Comunque qui c'è la lista di alcune sue pubblicazioni scientifiche nel caso si volesse approfondire https ://scholar.google.it/citations?user=H2gYxWwAAAAJ&hl=it
@@TheSeaisAlwaysRight ho riportato quello che scrivono i media ma comunque se non ho capito male stai dicendo che il parmigiano reggiano cosí come é adesso é perché hanno " copiato" quello che si faceva nel Wisconsin? Se non erro il consorzio del parmigiano reggiano ha emesso un conunicato stampa con tanto di riferimenti storici che dimostrano il contrario e zittito l esimio.
Per quanto ruguarda la pizza stai dicendo che la pizza classica napoletana é così perché importata da emigranti italiani? Cioè stai dicendo che in America facevano il fior di latte di Agerola prima che ad agerola? Mettevano la passata di pomodoro senza sapere cosa é la passata? Per non dire l olio di oliva.
Capisco che ognuno cerca un momento di notorierà ma almeno senza fare la fugura dei ridicoli
Perdonami ma in che anno viene codificata questa ricetta della pizza napoletana classica? Da chi?
@@TheSeaisAlwaysRight puoi facilmente trovare su google.... Mi stai chiedendo perché a napoli considerano la pizza classica napoletana in questo modo? Cioè forse i pizzaioli napoletani devono chiedere il permesso a qualche americano se possono etichettare la loro pizza classica come pizza classica napoletana? Oppure la pizza classica napoletana è quella con l ananas?
Peccato non aver dedicato 5 minuti all’importanza del cibo nel nostro passaggio al bipedismo, prima dell’agricoltura e dei cacciatori raccoglitori
Informate quel ragazzotto che parla della cucina italiana che il Pesto alla Genovese viene dall'Alabama e che Brunelleschi era di Kansas City.
1:50 in questa frase c’è senso, forse al contrario
Sto panzone dovrebbe aggiornarsi....il veganismo e' il futuro....tutto il resto e' fuffa
dubito gli manchino gli aggiornamenti
facci sapere, genio.