Oh finalmente ho capito l'essenza del principio di indeterminaziione, Complimenti vivissimi per la sua esposizione. Solo chi ha ben compreso, può fare veramente fare divulgazione! Asspetto il suo video sul principio di complementarità.
Devo dire che nei suoi video colgo sempre quella scintilla che mi mancava per capire alcuni dettagli importantissimi che mi sfuggivano e continuavano a sfuggirmi nonostante avessi già letto molti libri divulgativi sull'argomento e visto video di altri divulgatori. Grazie.
Egregio Baroni, innanzitutto le faccio i più vivi complimenti per il suo lodevole sforzo di divulgare la scienza verso i livelli più bassi, semplificandone la struttura logica e cercando di presentarne organico, dal punto di vista concettuale, il percorso storico. Sul fronte puramente culturale tuttavia mi preme di notificarle un mio avviso riguardo le assunzioni scientifiche, consacrate dalla storia della fisica, di cui il suo documentario didattico, come ahimé tanti altri, si fa testimone. L’opinione riguarda quella che secondo me è una vera e propria supervalutazione della ‘leggendaria’ relazione di Heisemberg, fatta assurgere, con furore sacrale, a PRINCIPIO. A casa mia, principio è un fatto sperimentale, beneficiario di un’espressione matematica, che non si può spiegare con le teorie consolidate in precedenza (es. principio di Coulomb, principio di Newton, etc.). Da tale principio partirà la conseguente costruzione di teorie e modelli analitici, ovvero di LEGGI che richiederanno a loro volta conferma sperimentale. La relazione di Heisemberg, sancita dalla storia come un pilastro della fisica, rappresenta semplicemente una peculiare configurazione della CONDIZIONE DI COMPATIBILITA’ DELLA PERTURBAZIONE in riferimento a quella particolare classe di esperimenti eseguibili nel contesto dello schema logico caratterizzato da una descrizione corpuscolare sia della materia che della radiazione in ambito microscopico. La condizione di compatibilità della perturbazione è un vincolo sperimentale che si lega logicamente alla CONDIZIONE DI PRECISIONE che, come si sa, impone la riducibilità a zero delle incertezze e quindi del loro prodotto. Quindi la relazione di Heisemberg non solo non è un principio bensì una condizione, ma non configura neanche, particolarmente al contesto detto, quella che va presa come una CONDIZIONE PIU’ GENERALE DI EFFICACIA DEL METODO SPERIMENTALE, la quale abbraccia anche la suddetta condizione di precisione. Abbracciando la condizione di precisione, la condizione generale arriva a connotarsi come la riducibilità a zero della costante di Planck. Siccome quest’ultima condizione è non soddisfacibile, allora è lo schema logico di modellizzazione sopradetto ad essere INDETERMINATO SPERIMENTALMENTE. Come se non bastasse c’è da far notare, scusa se è poco, che la relazione di Heisemberg è spiegabile, deducibile dallo stesso schema logico di modellizzazione anzidetto, ossia dalle relative teorie, consolidate in precedenza addosso al principio di quantizzazione di Planck, che lo caratterizzano (e già basterebbe ciò per precludergli la prerogativa di principio). Dunque, il termine ‘principio’ è completamente fuori luogo, il termine ‘indeterminazione’ non è attestabile sulla singola grandezza fisica s o v, e la relazione strombazzata come pietra miliare è solo una testimonianza parziale del problema, la quale non combacia affatto con le assunzioni dell’ENUNCIATO dello stesso Heisemberg, che attesta l’impossibilità di una particolare operazione in un particolare contesto, senza riuscire a mostrare come essa impossibilità scaturisca dalla non soddisfacibilità di una condizione fondamentale di tutta la fisica. Mi dispiace per Heisemberg e per tutta la Germania, c’è tutto il mio rispetto e la mia ammirazione per il suo contributo alla fisica consistito nell’introdurre in fisica l’importante aspetto della perturbazione sperimentale, ma il suo ‘principio’ va completamente revisionato e smantellato. Sempre a mio avviso, esso va sostituito, a monte della costruzione logica della fisica, con la più generale CONDIZIONE DI DETERMINAZIONE SPERIMENTALE di un certo schema logico di modellizzazione basato su certe grandezze fisiche chiave. Tale condizione vale in generale per verificare l’ EFFICACIA DEL METODO SPERIMENTALE in quel particolare contesto di modellizzazione logica, e quindi per ottenere la validazione a FARE SCIENZA in quel contesto. Poiché alla fine dell’ottocento un fisico francese di nome Pierre Duhem aveva espresso una concezione nel senso indicato, anche se a livello vago, proporrei di chiamare quanto sopra LA CONDIZIONE DI DUHEM. Sono pronto a fornire il formalismo matematico, in verità neanche tanto complicato, che costruisce, attraverso la CONDIZIONE DI PRECISIONE della misura e la CONDIZIONE DI COMPATIBILITA’ DELLA PERTURBAZIONE, la suddetta condizione generale che sta alla base del metodo sperimentale. Insomma, in soldoni, il cosiddetto ‘Principio di indeterminazione di Heisemberg’ va assolutamente degradato in ‘Legge di Heisemberg’ e poi, volendo rendere la relazione coerente con l’enunciato, occorre cambiarla in < h deve tendere a zero > come particolare attualizzazione della CONDIZIONE DI DUHEM, che naturalmente va introdotta a monte, ossia quando in fisica si parte col METODO SPERIMENTALE. I miei migliori saluti.
come direbbe Heisemberg : Non è sbagliata la sua conclusione ma la sua premessa; un principio non è un fatto sperimentale.Einstein diceva che sono le teorie a guidare gli esperimenti,non viceversa.
Egregio Maurizio Gildoni, mi rincresce molto, ma non posso essere del Suo avviso. I PRINCIPI della natura, desunti da una speculazione che deve essere necessariamente sostenuta dall’ ESPERIMENTO, sono regole matematiche che noi portiamo alla luce nei vari campi d’indagine. Essi sono espressi da relazioni matematiche che non risultano deducibili dai contesti esplorativi noti in quel momento, ovvero non risultano spiegabili dall’insieme dei Principi, e dei relativi approfondimenti, già a disposizione.
Dal Principio svelato vengono costruite, derivate ulteriori funzioni analitiche dette LEGGI, costituenti la TEORIA di quel campo euristico, e sempre a loro volta bisognose di conferma sperimentale. Potremo avere a che fare con MODELLI, RELAZIONI, TEOREMI, CONDIZIONI, DEFINIZIONI, ma la valenza di quello che era il PRINCIPIO di partenza dovrà rimanere ben distinguibile. Dunque, quando Einstein diceva che sono le teorie a guidare gli esperimenti, egli si riferiva agli esperimenti relativi a tutte le leggi dedotte, e quindi previste, da un principio di partenza, rappresentato da un fatto sperimentale (nel caso della reltività ristretta, il principio sperimentale di invarianza della velocità della luce). Ma ci può essere il caso opposto, in cui una teoria si trova a far fronte ad un certo fatto sperimentale, in waiting da tempo o nuovo, e lo spiega matematicamente. Così, semplificando un po’, abbiamo ad es. che: dal Principio di Newton (interazione tra masse) si costruisce la teoria della meccanica celeste, dai Principi di Coulomb (interazione tra cariche elettriche fisse) e Lorentz (interazione tra cariche elettriche mobili) si costruisce la teoria dell’elettromagnetismo, etc. Peccato che quelli citati, ed altri, siano proprio dei fatti sperimentali non spiegabili dai contesti teorici disponibili! Bisogna rendersi conto che l’esperimento di Heisenberg traguarda l’evoluzione di una particella (modello descrittivo corpuscolare per la materia), o di un fotone (modello descrittivo corpuscolare per la radiazione), in ambito microscopico. Il risultato sperimentale che ne viene alla luce è, appunto, la legge di Heisenberg. La relazione di Heisenberg non può assolutamente assurgere a Principio in quanto è deducibile analiticamente in vari modi, ma sempre con l’apporto irrinunciabile del Principio di quantizzazione dell’ Energia di Planck:. Ma allora, si potrebbe obiettare, la relazione di Heisenberg dovrebbe far sua la proprietà di quantizzazione che le viene dal Principio di Planck. Dove va intravista tale proprietà? Ci si rende conto, invero, che la legge sperimentale di Heisenberg, vista un po’ dall’alto, altro non esprime che la quantizzazione dell’azione energetica della particella. Un’introspezione più analitica del contesto di Heisenberg pone allora in risalto il fatto che i vincoli esplorativi messi di traverso dalla relativa indeterminazione sono la diretta conseguenza dell’impossibilità da parte del sistema di rispettare il Pincipio di minima azione vigente in meccanica classica analitica: l’azione energetica in gioco dovrà ancora essere la più piccola possibile, ma nel microscopico non potrà più assumere valori a piacere verso lo zero, come detta la descrizione corpuscolare della materia nel macroscopico, bensì valori uguali od al di sopra del quanto elementare d’azione (h) dettato dalla quantizzazione.. La cosa sorprendente è che si arriva a tale conclusione anche partendo dalle proprietà elettromagnetiche classiche del fotone di Maxwell. E, naturalmente, è proprio la quantizzazione microscopica dell’azione energetica che determina l’implicazione sperimentale di Heisenberg sulle grandezze fisiche coniugate che compongono matematicamente.detta azione. E, soprattutto, ripeto, la relazione di Heisenberg non sembra essere affatto un Principio fondamentale, bensì una legge, importante sì ma comunitaria. Cordiali saluti.
@@anibolr6342 la ringrazio della sua dettagliata esposizione che in parte condivido ma che non cambia la sostanza.veda,un principio è un concetto costitutivo di una disciplina (a volte primitivo o assiomatico come nella matematica).Per quanto ne sappiamo la legge, relazione,disequazione o come preferisce chiamarla di Heisenberg potrebbe essere addirittura costitutiva dell'universo (fluttuazione quantistica del vuoto):più principio di così! ma rispetto le sue osservazioni.
@@mauriziogildoni8770 Comprendo ed apprezzo il Suo punto di vista. Le ricordo tuttavia che anche la legge di Schrodinger, che regola l’evoluzione materiale dell’universo microscopico, riveste una notevole importanza quanto quella di Heisenberg che ne regola la costituzione. Ma entrambe discendono analiticamente dal Principio di Planck, per cui rappresentano in Fisica particolari espressioni contestuali di esso, il vero Pincipio primitivo. Cordialmente
Sull'argomento ho sentito la spiegazione di, Edward Witten. Molto più lunga e complicata ma mai una spiegazione così chiara e concisa!!! Complimenti missione compiuta! Con te, capiremmo forse tutto quello che i fisici teorici hanno per le mani? ...credevo fosse una missione impossibile. A proposito, Edward Witten parlava pure della teoria,delle teorie delle stringhe... ...della sua teoria M! M come mistero... Avresti voglia di dirci qualcosa? Domanda retorica! Un aneddoto: Einstein: "Dio non gioca a dadi con l'universo!" Bohr: "Non siamo noi, a dire a Dio, con cosa giocare!" Se l'evidenza sperimentale contrasta con una bella teoria, che ci piace molto... Deve cambiare la teoria! Anche se può dare un grande fastidio. Pensare che la fisica quantistica praticamente iniziò proprio dalla scoperta che valse al vecchio Albert il suo unico nobel, lui che ne diventò accanito detrattore! Si trattava del calcolo dell'energia, misurabile in fotoni, (questo non è esatto ma sono comunque onde elettromagnetiche) che serve per far passare l'elettrone a orbite superiori e a staccarlo addirittura dall'atomo (Il fenomeno fotoelettrico), da allora l'elettrone sarebbe stato considerato con una natura quantistica. La fisica quantistica,dico per chi non l'ha mai studiata e tantomeno capita, risulta veramente "caustica" da capire! La solita frase che è in conflitto con la logica comune è: "È il soggetto stesso che osservando, cambia le cose osservate!" Tutti sappiamo perfettamente che nel mondo "reale" le cose non vanno cosi. Purtroppo la fisica quantistica è maledettamente reale! Come conciliare allora queste affermazioni? Queste contraddizioni??? Immaginate di fotografare un fotone,illuminandolo! Praticamente sarebbe come colpire un missile con un intera batteria antimissile,ovvio che il missile "osservato" subisce "variazioni"! In realtà la fisica "moderna" ha molte più domande che risposte,tuttavia ha anche molte risposte! Il "trucco" è considerare le scale di dimensione è velocità, anche se tutti i fenomeni si manifestano è solo a velocità prossime a quelle della luce che certi eventi relativistici sono evidenti e solo a dimensione atomica la fisica assume esplicitamente un carattere "quantistico". Lasciate perdere affermazioni tipo: "I neutrini sono più veloci della luce!" È vero? Sì e no! La luce si propaga a diverse velocità, inferiori a quella nel vuoto e questo è dovuto alle cariche elettromagnetiche del mezzo dove si propaga, essendo la luce un onda magnetica. Mentre il neutrini,come dice il nome, sono "neutri" nei confronti delle cariche elettromagnetiche e quindi non soggetti a rallentare. La fisica teorica cerca anche di unificare la fisica del modello standard e la fisica relativistica,che spiega bene lo spazio e soprattutto la gravità. Sono teorie "certe", comunque il meglio che abbiamo e in grado di spiegare "tutto", peccato non vadano d'accordo. Un po' come dire "sbagliate"! Due metri e due misure entrambi validie indispensabili per spiegare una sola realtà. Quindi il fallimento del "unione" di entrambe in una "teoria del tutto". Anche qui da molti anni ormai, le ipotesi sono sfociate in teorie matematicamente valide, purtroppo con diverse versioni,almeno cinque. Mentre è "purtroppo" provato il fenomeno del interlacement, vedi esperimento Micius or Mozi,forti i cinesi! Anche se la fisica quantistica è contro intuitiva,risulta reale nei transistor e in altre mille cose, quindi è meglio rassegnarsi alla sua esistenza! Grazie infinite! PS. Caro Simone,io sono un ignorante... Se ho scritto inesattezze o cose errate... Desidero proprio tu lo faccia notare e magari con i tuoi bellissimi video,spieghi dove sono in errore. Ho molti dubbi.
Ciao Alessio! Sono contento che ti piaccia il mio lavoro di divulgazione :) Nel tuo commento ci sono spunti per tantissimi video! :) Sono sicuro che ti risponderò con una serie di video eheh :) Ciao e grazie! Simone
Se non sbaglio un certo Richard Feynman disse “Credo di poter dire con sicurezza che nessuno... comprende la meccanica quantistica”. Al di là delle battute, i tuoi video sono solo sempre interessanti, ma assolutamente “accattivanti”. Grazie 1000 per il tuo lavoro!
Complimenti per il video....tuttavia mi rimane un dubbio, quando tratti il senso del principio di indeterminazione, intorno al minuto 17, chiedendoti se 1: posizione e quantita' di moto di una particella non sono definiti fino a che un osservatore non intervenga....oppure 2 e 3 se esistono e sono definite a prescindere dall'osservatore...ma l'osservatore non riesce ad "accedervi", a conoscerle....la risposta che dai e' tutt'e tre...ma a me sembra che 1 sia opposta a 2 e 3...quindi come si puo' dire che tutte le risposte sono vere...se e' vero che posizione e quantita' di moto sono definite (ma noi non possiamo conoscerle) allora e' falso che non sono definite fino a che noi non cerchiamo di misurarle....e viceversa...dire che sono vere tutte quelle affermazioni e' come dire questa cosa e' o non e' e rispondere entrambe le cose. O e' o (esclusivo) non e' a mio avviso...e in definitiva non ho capito qual'e' la risposta.
Ciao Giraldiro! Grazie di cuore :) Domani (domenica 28 febbraio) faccio la prima live di Pepite! Se vuoi ti aspetto a questo link alle 18: bit.ly/3kd79Mh Ciao! :) Simone
Al minuto 11:58 "é questa lunghezza d'onda che determina la finezza della risoluzione...". Non capisco. La lunghezza d'onda determina il colore, ma la risoluzione non è data dalla mappatura che i fotorecettori della retina fanno della fitta matrice di onde che li colpiscono? Significa che la lunghezza d'onda determina anche quanto sono fitte le onde che arrivano all'occhio?
Finalmente !!!!! Sto capendo quello che fin ad ora mi era sempre sfuggito. La nebbia della mia conoscenza si sta lentamente diradamento. Grazie mille Simone. E con questo video hai anche risposto alla domanda che avevo fatto al video precedente. Grazie ancora.
Ciao Giuliano! Grazie mille :) Domani (domenica 28 febbraio) faccio la prima live di Pepite! Se vuoi ti aspetto a questo link alle 18: bit.ly/3kd79Mh Ciao! :) Simone
Video molto ben spiegato, finalmente sono riuscito a capire l'indetermonismo grazie ai tuoi esperimenti mentali, leggendo il libro helgoland non avevo ben chiari alcuni concetti, grazie veramente!!! Ascolta, mi piacerebbe molto che tu potessi approfondire mooolto dettagliatamente il principio oleografico della realtà di cui se non erro fu David Bohm il primo a parlarne, e mi piacerebbe che tu ci spiegassi un po' il suo modo di vedere la realtà, grazie e scusa della mia richiesta 😅
Ciao Alex! Sto preparando dei video sul principio olografico, che è veramente affascinante!!! Pensavo anche di leggere insieme un libro in un evento live. Intanto domani (domenica 28 febbraio) faccio la prima live di Pepite! Se vuoi ti aspetto a questo link alle 18: bit.ly/3kd79Mh Ciao! :) Simone
Ciao Fernando! Grazie mille :) Domani (domenica 28 febbraio) faccio la prima live di Pepite! Se vuoi ti aspetto a questo link alle 18: bit.ly/3kd79Mh Ciao! :) Simone
Ciao Senji! Grazie mille :) Domani (domenica 28 febbraio) faccio la prima live di Pepite! Se vuoi ti aspetto a questo link alle 18: bit.ly/3kd79Mh Ciao! :) Simone
Interessante l esperimento mentale di Heisemberg anche se può dare origine all'idea che sia tutta una questione di misura e non di natura dell oggetto mentre invece la questione riguarda proprio la natura dell oggetto quantistico che non è riconducibile ai modelli della Fisica classica
Quindi variabili come velocità e posizione sarebbero proprietà "emergenti" delle particelle, che si manifestano solo in presenza di interazioni? Non so se ho capito bene
Molto interessante! Ma mi sembra ottimistico dire che arriveremo a capire la meccanica quantistica, ci staranno in tutto il mondo dieci persone che l'hanno capita davvero?
Ciao Simone, quali risultati otterrebbe un osservatore "umano" che avesse le dimensioni di un elettrone? Il principio di indeterminazione si basa sulla gigantesca differenza tra le nostre dimensioni di esseri umani e quelle di una particella?
Ciao Cracime! Il principio di indeterminazione descrive l'oggetto osservato e deriva dalle dimensioni dell'oggetto osservato. Quindi non dalle dimensioni dell'oggetto con cui interagisce :)
Il punto da tenere in mente è che il principio di indeterminazione ci dice che non possiamo essere delicati quanto vogliamo. Per quanto interagiamo delicatamente con un elettrone, per esempio, nell'esperimento delle due fenditure per poterne determinare la posizione, questa interazione influisce su altre proprietà. Posso usare luce di lunghezza d'onda sempre più piccola, ovvero di energia sempre più bassa, per essere sempre più delicato, ma allora perdo info sulla posizione dell'elettrone, perché lunghezza d'onda grande vuol dire che l'immagine diviene sfocata. Invece per un oggetto grande come una palla, una sedia, un mouse di un computer, tali incertezze divengono così piccole che non me ne accorgo nemmeno. È la piccolezza delle particelle a implicare che le incertezze siano enormi. E questa differenza di scala è determinata dalla costante di Planck. Se tale costante fosse più grande, osserveremmo gli stessi effetti con i nostri occhi. :) Spero di essere stato d'aiuto :) Ciao! Simone
@@PepitediScienza Buonasera , prima di tutto la ringrazio per queste pepite di scienza che ci regala , anche a nome di semplici appassionati di fisica come me che non hanno la benche' minima preparazione per potersi confrontarsi adeguatamente. Tuttavia , ho capito , ma questo lo sapevo di gia' , che una particella non puo' essere osservata poiche' troppo piccola per gli strumenti che abbiamo a disposizione. Comunque , il pensiero che da tanto mi attanaglia e' quello di non riuscire ad accettare l ' idea che le particelle quali elettroni , protoni neutroni ecc. ecc. siano , che siano massa , energia o qualcos ' altro delle entita' definite in movimento nello spazio. Non potrebbe essere che e' lo spazio stesso a ricreare continuamente le condizioni per cui noi leggiamo che li' c ' e' una particella di un certo tipo che si comporta nel modo che poi la osserviamo ? Mi spiego meglio .... Quando si vuole spiegare con la relativita' la teoria della gravitazione prendiamo il famoso telo elastico e ci mettiamo una biglia al centro per far curvare lo spazio , ed e ' evidente che questo sia stato curvato da una massa. Pero' .... se pieghiamo il telo senza mettere nessun oggetto al centro e ci tiriamo una biglia , l ' effetto sara' lo stesso. In pratica non e' la massa che curva lo spazio , ma lo spazio che crea la massa. Questo potrebbe funzionare anche a livello microscopico ? Scusatemi e non mi picchiate se ho detto delle castronerie ! :-) Grazie comunque professore ! :-)
Ciao Daniele! Bella riflessione. Il punto è che le equazioni di campo di Einstein ci dicono che lo spazio-tempo è piegato dalle masse e dall'energia. E che il primo dice alle seconde come muoversi. E non lascia spazio al fatto che lo spazio-tempo crei la materia. :) Grazie ancora e a presto!! Simone
Bellissimo video e complimenti per la chiarezza di esposizione, perciò mi chiedo come mai ti limiti solo all'aspetto divulgativo degli argomenti, Hai mai pensato di fare delle vere e proprie video lezioni di meccanica quantistica? Sarebbero utilissime per gli studenti universitari e per qualcuno che vuole soltanto capirci qualcosina in più. Spero che tu abbia in progetto qualcosa del genere, sono sicura che sarebbero favolose.
Ciao Grazia! Mi piacerebbe molto. Ma il tempo necessario per fare i video di divulgazione è enorme! Già faccio i salti mortali per questi eheh. Sono contento che ti piaccia il mio lavoro :) Simone
Grazie molto interessante. Sono curioso di capire che fine fa l'indeterminazione nel mondo macroscopico. Se è una questione ontologica temo per l'oggettività del mondo. Se è una questione epistemologica temo per la salute del gatto di Schrodinger.
Ciao Marco! Bella domanda. Più un oggetto è grande, più gli effetti quantistici divengono piccoli, a causa delle miriadi di interazioni continue tra un oggetto composto da miliardi di molecole ed il suo intorno. Non escludo di farci un video :) Grazie ! Simone
non ho capito proprio questa spiegazione basata solo sulle misurazioni: Heisemberg è partito dal dualismo onda-particella nel suo principio di indeterminazione, arrivando al pacchetto d'onda; è arrivato ad una formula matematica ben precisa (non misurando) per definire il suo principio di indeterminazione: Δx • Δv = h/2πm cioè l'indeterminazione della posizione moltiplicato l'indetrminazione della velocità è = ad h (costante di planck) diviso 2 pigrego e diviso la massa; questa formula è teorica, altrimenti cosa sarebbe? la precisione dello strumento da lui usato? quindi adesso che esistono strumenti più accurati la formula può essere modificata? ed in futuro? inoltre se non uso misurazioni ma solo calcoli fisici questa formula e quindi il principio di indeterminazione non valgono? mi sembra che questa spiegazione confonda ancora di più invece di chiarire, a meno che qualcuno non sia in grado di rispondere ai miei dubbi
Io sono più dell'idea di bohr, perchè malgrado una evidente limitazione gnoseologica, non vedo perchè il limite sperimentale debba coinvolgere il lato ontologico. Perchè il lato ontologico è descritto dal modello, che per sua natura deve solo essere consistente con le misurazioni, ed affermare che certe misure sono sbagliate in modo intrinseco (affermare che una parte è inconoscibile) non rende il fenomeno inconsistente col modello; modello che per sua natura è una delle possibili spiegazioni. Se però neghiamo realtà ontologica a ciò che non è misurabile equivale a dire che ciò che non è osservato non esiste, e quindi estremizzando che è il nostro sguardo a dar vita all'oggetto. Ciò è in contrasto con lo stesso implicito che ci sia molto che sfugge al nostro sguardo, ma che non per questo questo molto non esista. Andiamo oltre.... se fossimo tutti "ciechi" non staremmo a parlare di tutto ciò, eppure il mondo nel quale viviamo sarebbe lo stesso. Estremizzando ancora, parrebbe che il mondo esistente possa essere semplicemente l'immaginato dell'uomo. Eppure il lavoro del fisico è immaginazione, è inventare storie consistenti in modo elegante con le misure (le pervenute e le non pervenute) e non prendere dati sperimentali e tradurli in tabelle come un ingegnere. Secondo me Heisenberg ha voluto dare una portata il più possibile pesante alla sua scoperta come rivoluzione della nostra concezione del mondo, mentre Bohr ha cercato di essere più onesto. Bisogna stare attenti, perchè si rischia di incartarsi su questioni semantiche portando la nostra attenzione sul linguaggio a scapito del significato.
18:27 Solo nel caso 1 il principio di Heisenberg è davvero un principio di indeterminazione. Negli altri 2 casi è un principio di indeterminabilità, semmai. E in quei due casi può ben darsi che avesse ragione Einstein nel dire che Dio non gioca ai dadi. Chi può dirlo? Cosa dimostra che il punto 1 sia vero, come sostiene Heisenberg? E non valgano solo il 2 ed il 3? Ho visto tutti i tuoi video, e ti ho sentito dire diverse volte che Bohr ha vinto la disputa con Einstein, su questi temi. Ma perché assirisci questo? Cosa esattamente dimostra il caso 1, esposto al minuto 18:27?
Mi spiego meglio. Se il problema è nella realtà, e la particella non ha momento e posizione determinati, allora ha ragione Heisenberg, ed Einstein ha torto. Ma se è solo un problema di nostri concetti di momento e posizione, o di nostre capacità di misurazione, allora nulla ci assicura che Einstein avesse torto. Può ben darsi che l'indeterminazione non sia indeterminazione, ma solo indeterminabilità (nostra), e che invece la natura sia ben determinata (per conto suo)! Tutta l'interpretazione di Bohr e poi di Rovelli anche, ben esposta in altri video della serie, e molto affascinante, è però solo una teoria indimostrata. Alla fine non ci spostiamo da domande filosofiche come "l'albero fa rumore quando cade da solo nella foresta, se nessuno è lì ad ascoltarlo?". E dalla distinzione tra fenomeno e noumeno già voluta da Kant, secoli fa: il noumeno è inconoscibile (ma ciò non vuol dire che non esista, o non abbia proprietà: vuol solo dire che io non lo posso, nel caso, conoscere); e l'unica cosa di cui posso parlare è il fenomeno. Per il fenomeno elettrone, sicuramente, avrà ragione Rovelli, che ci dice che le sue proprietà esistono solo dal momento che noi le osserviamo, e solo a seconda di quale esperimento facciamo (Bohr e la complemetarietà). Ma sul noumeno elettrone, può ben darsi che avesse ragione Einstein, che sia ben determinato, e che un giorno riusciremo a conoscerlo ed a studiarlo come studiamo tavoli e sedie, e la fisica macroscopica. O meglio, per continuare a dar ragione anche a Kant, diciamo che quel giorno cambierà il nostro fenomeno elettrone. Ed il noumeno elettrone rimarrà comunque inconoscibile, con certezza.
Complimenti per il video, sei stato molto chiaro. Ho una domanda: credo di aver capito che secondo una delle interpretazioni di Heisenberg una particella esiste nel momento in cui effettuo una misurazione con uno strumento, quindi quando noi interagiamo. Altrimenti se noi non osserviamo parlare di posizione e momento non ha senso. Ma che significa "non ha senso" ? Vuol dire che le particelle microscopiche non esistono fino a quando non le misuriamo ? Ma, vado a memoria, Einstein non diceva che "nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma" ? Quindi, se ha ragione Heinstein, come è possibile che una particella si crei dal nulla quando interagiamo con essa? Grazie e ancora complimenti per i video che fai.
Premetto che "tutto si crea etc" non è una frase di Einstein, ma di Lavoiser, comunque non è da prendere alla lettera. Cioè con tutto si intende in realtà qualcosa che dipende dal contesto, di solito, per esempio, è l'energia. Ma in generale nell'universo le cose si creano e distruggono in continuazione. Ad esempio l'entropia: aumenta in continuazione, non resta costante ad un valore con la realtà che la travasa da una parte all'altra per tenerla fissa. Fatta questa premessa, anche le particelle vengono create/distrutte senza problemi. Quando una lampadina viene accesa, vengono creati i fotoni che andranno a formare la luce che vediamo, ad esempio
Sembra assurdo che una particella in movimento ed in una determinata posizione non abbia una corrispondente e precisa velocità (quantità di moto), è che l'uomo non è capace di misurare contemporaneamente le due grandezze e per forza di cose si verifica uno sfasamento del tempo tra le due diverse misurazioni da eseguire forzosanente in successione e quindi di conseguenza si ha un inevitabile errore di misurazione sulla iniziale non scelta grandezza da misurare che non è più quella del tempo ormai passato, ma quella di un tempo successivo (pur di un infinitesimo), ma comunque successivo. Quindi di una grandezza posso fare una misura precisa, ma dell'altra no. Ma questo problema non si può risolvere con un appropriato calcolo matematico? Io dico che sono le macchine misuratrici che non sono in grado di essere precise nel fare le loro misure.
1) Quando NON osservo una particella essa POSSIEDE posizione e velocità.. a mia insaputa... e la sua posizio e velocità perché dovrebbero essere indeterminate? Forse indeterminabili ma... determinate comunque a nostra insaputa cioè non casuali. Non ha senso dire che non si può prevedere il futuro perché non posso misurare ogni singola particella. Non vorrei che si arrivasse a stabilire che la Natura è indeterminata perché l'homo sapiens non ce la fa a determinarla... un po' meno presuntuosi no? 2) Quando guardo una matita non la sto bombardando con raggi gamma... Dove sbaglio?
Ciao Loom Gale! Grazie per l'ottimo spunto di discussione. :) La scienza si guarda bene dal mettere Homo Sapiens su un piedistallo. Anzi, al contrario, non siamo che parte di questa Natura. :) La meccanica quantistica in particolare ci dice che vi sono delle limitazioni a come noi possiamo interagire con la Natura e all'informazione che ne possiamo trarre. Bohr non era d'accordo con Heisenberg sul fatto che esista una limitazione ontologica, nella Natura e qui entriamo nel regno delle Interpretazioni della meccanica quantistica, ma resta il fatto che tutti sono d'accordo sul fatto che vi sono limitazioni all'informazione che possiamo trarre dagli esperimenti. E questa è una proprietà della Natura che limita l'interazione tra sistemi in generale, indipendentemente dal fatto che esiste Homo Sapiens. :) Che ne pensi? Oh! Stasera faccio la prima live di Pepite! Se vuoi ti aspetto a questo link alle 18: bit.ly/3kd79Mh Ciao! :) Simone
Ciao Simone come al solito ogni tuo video lascia la voglia di appropriarsi dei seguenti!! Fai in modo che Bhor non mi strapazzi troppo il mio Heisenberg! Lo fece già troppo in vita! Ahahahah! Anche se ne capí per primo le potenzialità . Ti aspettiamo...Grazie per ora! Un caro saluto!( Video inappuntabile).
Ciao Massimo! Ahahah Bohr doveva essere un tipo veramente affascinante e tostissimo. Domani (domenica 28 febbraio) faccio la prima live di Pepite! Se vuoi ti aspetto a questo link alle 18: bit.ly/3kd79Mh Ciao! :) Simone
Buonasera sig. Fontana. Bentrovato. Le rispondera senz' altro Il nostro Simone. Mi permetto anticiparle che la penso proprio al contrario. Se non potremo fare misurazioni coniugate precise non dipende dai nostri strumenti o dalla nostra mente. Dipende dalla natura quantistica dei fenomeni. É proprio questa l' essenza della teoria quantistica. Un caro saluto.
@@massimobertini9510 grazie e bentrovato. Si, sono molto incuriosito, anche perché in altri video, era venuto fuori (effetto onda/particella) che nell'atto di effettuare la misurazione, l'interazione, determinava l'effetto quantistico. Anche qui é stato detto qualcosa di simile ovvero che l'onda gamma che illumina l'elettrone ne modifica la traiettoria. Da qui ho concluso che o si deducono dei risultati, sulla base di misurazioni che non provocano interferenza, o si alterano i risultati giungendo ad analoghe deduzioni o attendiamo tempi più favorevoli o, come dice lei, non farsi troppi problemi: é nella natura delle cose. La parola al nostro FISICO!!!
Uno la filosofia può dire tutto, anche che un protone è un onda e una particella. Secondo me sono costruzioni metafilosofice come il gatto vivo e morto contemporaneamente, cazzate... ma se vanno bene a voi. Il problema della misura in MQ è pure una costruzione metafilosofica, e nemmeno va tanto bene
Ciao Giovanni ! Il principio di indeterminazione impone una limitazione su ciò che possiamo conoscere di un oggetto quantistico. Ed è una proprietà della Natura, in cui non si può separare l'oggetto (l'atomo per esempio) dallo strumento di misura. Quindi tu e Massimo dite entrambi cose vere. :)
La misurazione dell’elettrone ha il problema del il mezzo che si usa. Serve un mezzo che non interferisca (cioè inquini) l'atomo, che si misura. Questo è un concetto che ho esplicitato, per la creazione dei super materiali. Usare, come mezzo di misurazione, la luce lo altera, cambiando la sua natura, quindi è da scartare. Bisogna cambiare il mezzo di misurazione ed è probabile che non si potrà ricorrere alla vista umana, visto che l'occhio umano percepisce solo la luce.
Ciao Lokken ! Secondo Heisenberg, è inevitabile che si "disturbi" l'oggetto osservato. Secondo Bohr non si può parlare di disturbo, ma comunque il principio di indeterminazione rimane una limitazione di ciò che possiamo fare, del nostro modo di interagire. :) Domani (domenica 28 febbraio) faccio la prima live di Pepite! Se vuoi ti aspetto a questo link alle 18: bit.ly/3kd79Mh Ciao! :) Simone
Dall' "esperimento" del microscopio gamma sembra di capire, però, che l'elettrone abbia assolutamente intrinseche le proprietà posizione e momento, e che sia la sola misura a renderne impossibile l'identificazione. E' così? In tal caso, non è un "esperimento" un po' fuorviante?
Già... poi è lì che si vuole arrivare. Pensiero del tutto personale: un conto è che il futuro non sia determinabile perché può prendere direzioni diverse, un conto è che sia io a fargli cambiare direzione. E se io posso anche gli altri 8 miliardi di umani possono. Aggiungiamo anche gli animali e le piante e tutti gli esseri viventi sparsi nell'universo di cui non si può non tenere conto. Il nuovo futuro sarà la "somma" quantistica di tuti questi "liberi arbitri"? Mi sa che siamo indietro... e molto...
Se la velocità della luce è finita automaticamente ne discende che oggetti più veloci di c non possono essere misurati con precisione. Tutto questo perché attualmente la variazione del campo elettromagnetico (luce) è il campo di forza usato per sondare la materia. I campo elettromagnetico è usato per perturbare l'oggetto da osservare e da come reagisce alla perturbazione elettromagnetica stabilisco lo stato dell'oggetto osservato
*** NON SOLO PER LA MECCANICA QUANTISTICA, L'OSSERVATORE E' ATTIVO SEMPRE. *** Niels Bohr e Max Born, solo per l'indeterminatezza delle misure sperimentali, ritenevano che il principio di indeterminazione di Heisenberg e quello di complementarietà dovessero essere applicati a tutta la Fisica e alla Conoscenza. Alla luce dell'evidenza delle mie osservazioni scientifiche, anche per gli aspetti di Filosofia della Scienza, per cui l'osservatore è "sempre attivo", il convincimento di Niels Bohr e Max Born, nel nuovo contesto della Conoscenza, segna i confini propri della Fisica, per una Visione Olistica con la Filosofia. - PREMESSA La Comunità Scientifica, avendo accertato che sulla terra "in natura" l'accelerazione di gravità è variabile in modo non uniforme (a ogni punto di date latitudine, longitudine e altezza corrisponde un dato valore di g), per cui non esiste nessun principio di Galilei sulla caduta libera dei gravi, invece, in riferimento al modello teorico terrestre (terra sferica e con densità costante, in assenza d'aria, non influenza dei corpi celesti), ne determina quello teorico come di seguito. La Comunità Scientifica, con l'esperienza di Lorand Eotvos, entro il campo di approssimazione vigente di 3x10^(-14), ha accertato l'equivalenza numerica tra massa inerziale e massa gravitazionale. Quindi, per la legge di gravità di Newton si ha: Mt=massa della terra mp=massa corpo di prova G=costante di gravitazione universale Rt=raggio della terra a) sulla superficie terrestre Fa=G Mt mp / Rt^2 (forza di attrazione gravitazionale) g=Fa / mp=G Mt / Rt^2 (accelerazione di gravità) b) su un piano ad altezza h dalla superficie terrestre Fa=G Mt mp / (Rt + h)^2 (forza di attrazione gravitazionale) g=Fa / mp=G Mt / (Rt + h)^2 (accelerazione di gravità) La Comunità Scientifica, in questo modo, ha dimostrato la vigenza del principio teorico di Galilei sulla caduta libera dei gravi: tutti i corpi sono soggetti alla stessa accelerazione di gravità variabile uniformemente. In riferimento a questa dimostrazione analitica della Comunità Scientifica, in forza della Maieutica, sviluppo il mio ragionamento, osservando quanto segue. 1° OSSERVAZIONE: detrazione della massa del corpo di prova Il corpo di prova dalla terra viene portato ad una certa altezza per la caduta libera; pertanto la sua massa deve essere detratta da quella della terra ove non è più. I corpi che interagiscono per l'attrazione gravitazionale sono: a) la massa della terra rimanente Mtr=Mt-mp; b) il corpo di prova di massa mp. 2° OSSERVAZIONE: LA FORMA DEI CORPI SOLIDI Nel modello teorico ogni corpo viene rappresentato con il suo corrispondente "punto materiale", che è il centro di massa del corpo ove è concentrata tutta la sua massa. *** Non che ce ne fosse bisogno, richiamo un pensiero di Aristotele: non esiste corpo senza forma, esiste forma senza corpo. *** E' imprescindibile considerare la forma dei corpi solidi. Per descrivere un corpo non è sufficiente conoscere solo la sua massa, ma è indispensabile conoscerne anche la sostanza e la forma costituenti. Pertanto, per non violare l'identità e la natura di ciascun corpo, bisogna evidenziare la distanza del suo centro di massa "dc" dal piano di riferimento; distanza che ogni corpo ha proprio in forza della sua sostanza e forma costituenti. In ragione di queste mie due osservazioni, le precedenti espressioni della Comunità Scientifica vanno così modificate e corrette: Mtr=Mt - mp=massa della terra rimanente a) sulla superficie terrestre Fa=G (Mt - mp) mp / (Rt + dc)^2 g=Fa / mp=G (Mt - mp) / (Rt + dc)^2 b) su un piano ad altezza h dalla superficie terrestre Fa=G (Mt -mp) mp / (Rt + h + dc)^2 g=Fa / mp=G (Mt - mp) / (Rt + h + dc)^2 Tali NUOVE espressioni analitiche evidenziano che: 1 - come in natura, anche nel modello teorico terrestre, non esiste nessun principio teorico di Galilei sulla caduta libera dei gravi; 2 - l'osservatore è "sempre attivo", per il semplie fatto che, come in natura, anche nel modello teorico, il fare l'esperimento e il determinare analiticamente l'accelerazione di gravità comportano modificare la terra, con la conseguenza che ogni corpo, proprio per la sua massa, sostanza e forma avrà la sua specifica accelerazione di gravità; 3 - la forma dei corpi solidi ha conseguenze per l'intera Fisica. Da questa evidenza, sia per gli aspetti fisici che filosofici, ne scaturisce che un conto sono le ineliminabili approssimazioni e indeterminazioni delle misure "sperimentali - analitiche", tutt'altro conto sono le approssimazioni che danno vita a princìpi, leggi e teorie errate e che in natura non esistono. Con il pensiero rivolto a Gandhi, Martin Luter King e Giorgio La Pira, questo è il mio contributo per la Conoscenza: con il contributo di tutti facciamo crescere la Coscienza Collettiva. PACE E SERENITA' I miei studi scientifici sono contenuti nel libro pdf "Un contributo per la Conoscenza", scaricabile a questo link: www.armeniasanto.it/pubblicazioni/ Questi sono alcuni dei link dei miei esperimenti: ruclips.net/video/SbOEn2ZgGAw/видео.html&t ruclips.net/video/-8Ok_4tKE8U/видео.html
@@massimobertini9510 Ovviamente sei perdonato. E chi è Einstein! E' uno scienziato come tutti gli altri, forse un po' più genio. Tutte le teorie possono e col tempo saranno sempre confutate: è il Divenire della Conoscenza. Con i miei studi, tra l'altro, con diverse modalità, confuto la teoria della relatività generale di Einstein. Approfondisci i miei studi e poi dai il tuo giudizio. Sin da ora, anzichè, richiamare Einstein, intanto, avresti dovuto dare atto della correttezza delle mie "osservazioni - riflessioni".
@@santoarmenia6025 hai ragione. Sono stato subito colpito dal tuo modo di ragionare scientificamente. E quindi senza approfondire , sul concetto di massa , rimango per ora persuaso che E= gamma m* c^2 . Vedremo. Mi interessa molto un contributo di Simone, dato che siamo ospiti sul suo sito e che la sua professionalità ( semplicità= complessità ricomposta)...supera di gran lunga la mia. Un cortese saluto!
@@santoarmenia6025 in tutti questi anni ( ne ho parecchi), confortato dai fisici che mi furono maestri, mi sembra aver capito che Localmente a = - g. e quindi m inerziale= m gravitazionale. Sia in uno spaziotempo euclideo che gaussiano. Allora E=m*gamma*c^2 vale sempre. É stato così generalizzato nella relatività generale. Può anche darsi, non abbia capito una mazza. Se così, me ne scuso! Simone per favore dimmi la tua!
Un bel giorno mi piacerebbe vedere un tuo video sulla sincronicita', partendo dagli studi congiunti di Carl Gustav Jung e Wolfgang Pauli. Questo aneddoto lo ho visto oggi su wikipedia: "Pauli era molto stimato come fisico teorico, i colleghi e gli amici sperimentali lo consideravano però un vero problema oggettivo. Non solo non gli permettevano di toccare gli strumenti per paura che li rompesse, ma addirittura Otto Stern arrivò a proibirgli l'accesso ai laboratori durante l'esecuzione degli esperimenti. La sua semplice presenza sembrava infatti causarne l'irrimediabile fallimento." Mi piacerebbe sapere come si e' sviluppato l'argomento fra i fisici dagli anni 50 ad oggi...
Bohr secondo me aveva ragione infatti la MC può ancora progredire includendo per esempio la Gravità.. . Non è logico credere che la natura non " conosca " se stessa, poi chissà...
Ciao MrHeisenberg! Trovo il pensiero di Bohr più maturo e più attento all'aspetto filosofico ma anche a cosa la MQ possa dirci sulla realtà. Domani (domenica 28 febbraio) faccio la prima live di Pepite! Se vuoi ti aspetto a questo link alle 18: bit.ly/3kd79Mh Ciao! :) Simone
ok quindi la realtà nel significato più profondo della meccanica quantistica è indeterminata, non reale e non locale per cui tutto quello che cercheremo di fare per svelarne il mistero sarà enormemente limitato perchè viviamo nel mondo macroscopico governato dalle leggi classiche galileiane e relativistiche nel mondo classico per esempio se le particelle fossero oggetti macroscopici si proverebbe a misurare la loro correlazione in base alla frequenza, intervallo di tempo e distanza che le divide, tra un esperimento e l'altro.
Senso profondo? Ma qui si tratta di fisica non di filosofia o psicologia letteratura o. Arte. Qui il senso è quello espresso dalla matematica. Parliamo di scienza o metafisica?
Simone diosanto ma sulla base di cosa dici ciò? Sulla disperazione di Planck? Ti sei mai chiesto se i cammini di feynmann, la fisica statistica, wheeler e kubo, lo stesso Fermi siano pirloni? Sei bravo ma prendi tutto per buono e ottimo
Già la fisica classica ha fallito perché si voleva che fallisse, non ha mai dato risposte sbagliate riguardo al corpo nero, I camini di feyman non erano ancora li, kubo nemmeno, wheeler manco, pasta Uhlam e Fermi manco... Ma evidentemente non contano. Ma che si ripeta la favola di Copenhagen oggi nel 2021 dai....
@@antoniomantovani3147 Chiedevi? Esiste la fisica di Sir Isaac Newton? Certo che si! È stato un matematico, fisico, filosofo naturale, astronomo, teologo, storico e alchimista inglese, considerato uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi, ricoprendo anche il ruolo di direttore della zecca inglese e quello di Presidente della Royal Society. Wikipedia Nato nel 1643 È quella che usiamo per costruire ponti! ...e funziona benissimo,tuttora! Certo che Sì!!! Vuoi un ponte pure tu? Magari per arrivare... La fisica classica non funziona con atomi o buchi neri, nemmeno a 299792458 m/s. «La scienza è solo il progressivo accostamento al mondo reale» (Max Planck)
Già Planck che tirò fuori la sua soluzione come un atto di disperazione, da matematico.... Poi giustificava cose che non conosceva, e anzi, aveva grossi dubbi sia sul metodo che sul merito È chi ti dice che non funziona..... ci hanno mai provato..... no La relatività è fisica classica e funziona benissimo Inoltre mai fatto una domanda simile
@@antoniomantovani3147 Mi scusi Credo che la teoria della relatività generale sia fisica classica e che la teoria della relatività ristretta non lo sia. O è il contrario? Le sarei grato se mi può illuminare in merito. Grazie
D'accordo, non so cosa cazzo fa un elettrone me poi l'atomo di Sodio, cui quell'elettrone appartiene, si comporta in modo indeterminato? L'acqua non bolle a 100 gradi? Se ti do un pugno sul naso potrà essere che non senti male? Oppure: non posso prevedere se sentirai dolore quando di darò una martellata sull'alluce? Qualcosa sbaglio, non essendo Heisemberg, e forse capirò dopo aver visto gli altri video.
Oh finalmente ho capito l'essenza del principio di indeterminaziione, Complimenti vivissimi per la sua esposizione. Solo chi ha ben compreso, può fare veramente fare divulgazione! Asspetto il suo video sul principio di complementarità.
Devo dire che nei suoi video colgo sempre quella scintilla che mi mancava per capire alcuni dettagli importantissimi che mi sfuggivano e continuavano a sfuggirmi nonostante avessi già letto molti libri divulgativi sull'argomento e visto video di altri divulgatori. Grazie.
😊❤
Grazie di cuore! Mi rende molto felice e mi dà molta energia. Simone
entusiasmante la disputa tra Eisenberg e Bohr, entusiasmante il tuo modo di spiegare.
Ti stimo, Simone!
Grazie di cuore, Ugo :) Un abbraccio, Simone
Egregio Baroni,
innanzitutto le faccio i più vivi complimenti per il suo lodevole sforzo di divulgare la scienza verso i livelli più bassi, semplificandone la struttura logica e cercando di presentarne organico, dal punto di vista concettuale, il percorso storico.
Sul fronte puramente culturale tuttavia mi preme di notificarle un mio avviso riguardo le assunzioni scientifiche, consacrate dalla storia della fisica, di cui il suo documentario didattico, come ahimé tanti altri, si fa testimone.
L’opinione riguarda quella che secondo me è una vera e propria supervalutazione della ‘leggendaria’ relazione di Heisemberg, fatta assurgere, con furore sacrale, a PRINCIPIO.
A casa mia, principio è un fatto sperimentale, beneficiario di un’espressione matematica, che non si può spiegare con le teorie consolidate in precedenza (es. principio di Coulomb, principio di Newton, etc.). Da tale principio partirà la conseguente costruzione di teorie e modelli analitici, ovvero di LEGGI che richiederanno a loro volta conferma sperimentale.
La relazione di Heisemberg, sancita dalla storia come un pilastro della fisica, rappresenta semplicemente una peculiare configurazione della CONDIZIONE DI COMPATIBILITA’ DELLA PERTURBAZIONE in riferimento a quella particolare classe di esperimenti eseguibili nel contesto dello schema logico caratterizzato da una descrizione corpuscolare sia della materia che della radiazione in ambito microscopico.
La condizione di compatibilità della perturbazione è un vincolo sperimentale che si lega logicamente alla CONDIZIONE DI PRECISIONE che, come si sa, impone la riducibilità a zero delle incertezze e quindi del loro prodotto.
Quindi la relazione di Heisemberg non solo non è un principio bensì una condizione, ma non configura neanche, particolarmente al contesto detto, quella che va presa come una CONDIZIONE PIU’ GENERALE DI EFFICACIA DEL METODO SPERIMENTALE, la quale abbraccia anche la suddetta condizione di precisione. Abbracciando la condizione di precisione, la condizione generale arriva a connotarsi come la riducibilità a zero della costante di Planck. Siccome quest’ultima condizione è non soddisfacibile, allora è lo schema logico di modellizzazione sopradetto ad essere INDETERMINATO SPERIMENTALMENTE. Come se non bastasse c’è da far notare, scusa se è poco, che la relazione di Heisemberg è spiegabile, deducibile dallo stesso schema logico di modellizzazione anzidetto, ossia dalle relative teorie, consolidate in precedenza addosso al principio di quantizzazione di Planck, che lo caratterizzano (e già basterebbe ciò per precludergli la prerogativa di principio).
Dunque, il termine ‘principio’ è completamente fuori luogo, il termine ‘indeterminazione’ non è attestabile sulla singola grandezza fisica s o v, e la relazione strombazzata come pietra miliare è solo una testimonianza parziale del problema, la quale non combacia affatto con le assunzioni dell’ENUNCIATO dello stesso Heisemberg, che attesta l’impossibilità di una particolare operazione in un particolare contesto, senza riuscire a mostrare come essa impossibilità scaturisca dalla non soddisfacibilità di una condizione fondamentale di tutta la fisica.
Mi dispiace per Heisemberg e per tutta la Germania, c’è tutto il mio rispetto e la mia ammirazione per il suo contributo alla fisica consistito nell’introdurre in fisica l’importante aspetto della perturbazione sperimentale, ma il suo ‘principio’ va completamente revisionato e smantellato.
Sempre a mio avviso, esso va sostituito, a monte della costruzione logica della fisica, con la più generale CONDIZIONE DI DETERMINAZIONE SPERIMENTALE di un certo schema logico di modellizzazione basato su certe grandezze fisiche chiave. Tale condizione vale in generale per verificare l’ EFFICACIA DEL METODO SPERIMENTALE in quel particolare contesto di modellizzazione logica, e quindi per ottenere la validazione a FARE SCIENZA in quel contesto.
Poiché alla fine dell’ottocento un fisico francese di nome Pierre Duhem aveva espresso una concezione nel senso indicato, anche se a livello vago, proporrei di chiamare quanto sopra LA CONDIZIONE DI DUHEM.
Sono pronto a fornire il formalismo matematico, in verità neanche tanto complicato, che costruisce, attraverso la CONDIZIONE DI PRECISIONE della misura e la CONDIZIONE DI COMPATIBILITA’ DELLA PERTURBAZIONE, la suddetta condizione generale che sta alla base del metodo sperimentale.
Insomma, in soldoni, il cosiddetto ‘Principio di indeterminazione di Heisemberg’ va assolutamente degradato in ‘Legge di Heisemberg’ e poi, volendo rendere la relazione coerente con l’enunciato, occorre cambiarla in < h deve tendere a zero > come particolare attualizzazione della CONDIZIONE DI DUHEM, che naturalmente va introdotta a monte, ossia quando in fisica si parte col METODO SPERIMENTALE.
I miei migliori saluti.
come direbbe Heisemberg : Non è sbagliata la sua conclusione ma la sua premessa; un principio non è un fatto sperimentale.Einstein diceva che sono le teorie a guidare gli esperimenti,non viceversa.
mi scuso:Heisenberg con la n:
Egregio Maurizio Gildoni,
mi rincresce molto, ma non posso essere del Suo avviso.
I PRINCIPI della natura, desunti da una speculazione che deve essere necessariamente sostenuta dall’ ESPERIMENTO, sono regole matematiche che noi portiamo alla luce nei vari campi d’indagine. Essi sono espressi da relazioni matematiche che non risultano deducibili dai contesti esplorativi noti in quel momento, ovvero non risultano spiegabili dall’insieme dei Principi, e dei relativi approfondimenti, già a disposizione.
Dal Principio svelato vengono costruite, derivate ulteriori funzioni analitiche dette LEGGI, costituenti la TEORIA di quel campo euristico, e sempre a loro volta bisognose di conferma sperimentale. Potremo avere a che fare con MODELLI, RELAZIONI, TEOREMI, CONDIZIONI, DEFINIZIONI, ma la valenza di quello che era il PRINCIPIO di partenza dovrà rimanere ben distinguibile.
Dunque, quando Einstein diceva che sono le teorie a guidare gli esperimenti, egli si riferiva agli esperimenti relativi a tutte le leggi dedotte, e quindi previste, da un principio di partenza, rappresentato da un fatto sperimentale (nel caso della reltività ristretta, il principio sperimentale di invarianza della velocità della luce). Ma ci può essere il caso opposto, in cui una teoria si trova a far fronte ad un certo fatto sperimentale, in waiting da tempo o nuovo, e lo spiega matematicamente.
Così, semplificando un po’, abbiamo ad es. che:
dal Principio di Newton (interazione tra masse) si costruisce la teoria della meccanica celeste,
dai Principi di Coulomb (interazione tra cariche elettriche fisse) e Lorentz (interazione tra cariche elettriche mobili) si costruisce la teoria dell’elettromagnetismo, etc.
Peccato che quelli citati, ed altri, siano proprio dei fatti sperimentali non spiegabili dai contesti teorici disponibili!
Bisogna rendersi conto che l’esperimento di Heisenberg traguarda l’evoluzione di una particella (modello descrittivo corpuscolare per la materia), o di un fotone (modello descrittivo corpuscolare per la radiazione), in ambito microscopico.
Il risultato sperimentale che ne viene alla luce è, appunto, la legge di Heisenberg.
La relazione di Heisenberg non può assolutamente assurgere a Principio in quanto è deducibile analiticamente in vari modi, ma sempre con l’apporto irrinunciabile del Principio di quantizzazione dell’ Energia di Planck:.
Ma allora, si potrebbe obiettare, la relazione di Heisenberg dovrebbe far sua la proprietà di quantizzazione che le viene dal Principio di Planck. Dove va intravista tale proprietà? Ci si rende conto, invero, che la legge sperimentale di Heisenberg, vista un po’ dall’alto, altro non esprime che la quantizzazione dell’azione energetica della particella.
Un’introspezione più analitica del contesto di Heisenberg pone allora in risalto il fatto che i vincoli esplorativi messi di traverso dalla relativa indeterminazione sono la diretta conseguenza dell’impossibilità da parte del sistema di rispettare il Pincipio di minima azione vigente in meccanica classica analitica: l’azione energetica in gioco dovrà ancora essere la più piccola possibile, ma nel microscopico non potrà più assumere valori a piacere verso lo zero, come detta la descrizione corpuscolare della materia nel macroscopico, bensì valori uguali od al di sopra del quanto elementare d’azione (h) dettato dalla quantizzazione..
La cosa sorprendente è che si arriva a tale conclusione anche partendo dalle proprietà elettromagnetiche classiche del fotone di Maxwell.
E, naturalmente, è proprio la quantizzazione microscopica dell’azione energetica che determina l’implicazione sperimentale di Heisenberg sulle grandezze fisiche coniugate che compongono matematicamente.detta azione.
E, soprattutto, ripeto, la relazione di Heisenberg non sembra essere affatto un Principio fondamentale, bensì una legge, importante sì ma comunitaria.
Cordiali saluti.
@@anibolr6342 la ringrazio della sua dettagliata esposizione che in parte condivido ma che non cambia la sostanza.veda,un principio è un concetto costitutivo di una disciplina (a volte primitivo o assiomatico come nella matematica).Per quanto ne sappiamo la legge, relazione,disequazione o come preferisce chiamarla di Heisenberg potrebbe essere addirittura costitutiva dell'universo (fluttuazione quantistica del vuoto):più principio di così! ma rispetto le sue osservazioni.
@@mauriziogildoni8770
Comprendo ed apprezzo il Suo punto di vista.
Le ricordo tuttavia che anche la legge di Schrodinger, che regola l’evoluzione materiale dell’universo microscopico, riveste una notevole importanza quanto quella di Heisenberg che ne regola la costituzione. Ma entrambe discendono analiticamente dal Principio di Planck, per cui rappresentano in Fisica particolari espressioni contestuali di esso, il vero Pincipio primitivo.
Cordialmente
Finalmente sto cominciando a.cmprendere meglio alcune cose. Grazie di cuore per quello che fai. Hai tutta la mia stima
Ti ho scoperto da poco, sei molto bravo chiaro, non sono del settore ma ho capito meglio, grazie grazie grazie!
Sull'argomento ho sentito la spiegazione di, Edward Witten.
Molto più lunga e complicata ma mai una spiegazione così chiara e concisa!!!
Complimenti missione compiuta!
Con te, capiremmo forse tutto quello che i fisici teorici hanno per le mani?
...credevo fosse una missione impossibile.
A proposito, Edward Witten parlava pure della teoria,delle teorie delle stringhe...
...della sua teoria M!
M come mistero...
Avresti voglia di dirci qualcosa?
Domanda retorica!
Un aneddoto:
Einstein:
"Dio non gioca a dadi con l'universo!"
Bohr:
"Non siamo noi, a dire a Dio, con cosa giocare!"
Se l'evidenza sperimentale contrasta con una bella teoria, che ci piace molto...
Deve cambiare la teoria!
Anche se può dare un grande fastidio.
Pensare che la fisica quantistica praticamente iniziò proprio dalla scoperta che valse al vecchio Albert il suo unico nobel, lui che ne diventò accanito detrattore!
Si trattava del calcolo dell'energia, misurabile in fotoni, (questo non è esatto ma sono comunque onde elettromagnetiche) che serve per far passare l'elettrone a orbite superiori e a staccarlo addirittura dall'atomo (Il fenomeno fotoelettrico), da allora l'elettrone sarebbe stato considerato con una natura quantistica.
La fisica quantistica,dico per chi non l'ha mai studiata e tantomeno capita, risulta veramente "caustica" da capire!
La solita frase che è in conflitto con la logica comune è:
"È il soggetto stesso che osservando, cambia le cose osservate!"
Tutti sappiamo perfettamente che nel mondo "reale" le cose non vanno cosi.
Purtroppo la fisica quantistica è maledettamente reale!
Come conciliare allora queste affermazioni?
Queste contraddizioni???
Immaginate di fotografare un fotone,illuminandolo!
Praticamente sarebbe come colpire un missile con un intera batteria antimissile,ovvio che il missile "osservato" subisce "variazioni"!
In realtà la fisica "moderna" ha molte più domande che risposte,tuttavia ha anche molte risposte!
Il "trucco" è considerare le scale di dimensione è velocità, anche se tutti i fenomeni si manifestano è solo a velocità prossime a quelle della luce che certi eventi relativistici sono evidenti e solo a dimensione atomica la fisica assume esplicitamente un carattere "quantistico".
Lasciate perdere affermazioni tipo:
"I neutrini sono più veloci della luce!"
È vero?
Sì e no!
La luce si propaga a diverse velocità, inferiori a quella nel vuoto e questo è dovuto alle cariche elettromagnetiche del mezzo dove si propaga, essendo la luce un onda magnetica.
Mentre il neutrini,come dice il nome, sono "neutri" nei confronti delle cariche elettromagnetiche e quindi non soggetti a rallentare.
La fisica teorica cerca anche di unificare la fisica del modello standard e la fisica relativistica,che spiega bene lo spazio e soprattutto la gravità.
Sono teorie "certe", comunque il meglio che abbiamo e in grado di spiegare "tutto", peccato non vadano d'accordo.
Un po' come dire "sbagliate"!
Due metri e due misure entrambi validie indispensabili per spiegare una sola realtà.
Quindi il fallimento del "unione" di entrambe in una "teoria del tutto".
Anche qui da molti anni ormai, le ipotesi sono sfociate in teorie matematicamente valide, purtroppo con diverse versioni,almeno cinque.
Mentre è "purtroppo" provato il fenomeno del interlacement, vedi esperimento Micius or Mozi,forti i cinesi!
Anche se la fisica quantistica è contro intuitiva,risulta reale nei transistor e in altre mille cose, quindi è meglio rassegnarsi alla sua esistenza!
Grazie infinite!
PS.
Caro Simone,io sono un ignorante...
Se ho scritto inesattezze o cose errate...
Desidero proprio tu lo faccia notare e magari con i tuoi bellissimi video,spieghi dove sono in errore.
Ho molti dubbi.
Ciao Alessio! Sono contento che ti piaccia il mio lavoro di divulgazione :)
Nel tuo commento ci sono spunti per tantissimi video! :) Sono sicuro che ti risponderò con una serie di video eheh :) Ciao e grazie! Simone
Video fantastico e molto comprensibile.
Se non sbaglio un certo Richard Feynman disse “Credo di poter dire con sicurezza che nessuno... comprende la meccanica quantistica”.
Al di là delle battute, i tuoi video sono solo sempre interessanti, ma assolutamente “accattivanti”.
Grazie 1000 per il tuo lavoro!
Ciao Massimiliano! Grazie di cuore :) Simone
Senza parole.
Bravissimo.
Complimenti per il video....tuttavia mi rimane un dubbio, quando tratti il senso del principio di indeterminazione, intorno al minuto 17, chiedendoti se 1: posizione e quantita' di moto di una particella non sono definiti fino a che un osservatore non intervenga....oppure 2 e 3 se esistono e sono definite a prescindere dall'osservatore...ma l'osservatore non riesce ad "accedervi", a conoscerle....la risposta che dai e' tutt'e tre...ma a me sembra che 1 sia opposta a 2 e 3...quindi come si puo' dire che tutte le risposte sono vere...se e' vero che posizione e quantita' di moto sono definite (ma noi non possiamo conoscerle) allora e' falso che non sono definite fino a che noi non cerchiamo di misurarle....e viceversa...dire che sono vere tutte quelle affermazioni e' come dire questa cosa e' o non e' e rispondere entrambe le cose. O e' o (esclusivo) non e' a mio avviso...e in definitiva non ho capito qual'e' la risposta.
Bravissimo Simone! Questi video sulla meccanica quantistica ci volevano proprio.
Ciao Giraldiro! Grazie di cuore :)
Domani (domenica 28 febbraio) faccio la prima live di Pepite! Se vuoi ti aspetto a questo link alle 18: bit.ly/3kd79Mh Ciao! :) Simone
@@PepitediScienza grazie per l'invito, cercherò di starci.
Grazie mille davvero Prof
Bravissimo, complimenti!
Grazie per tutto quello che fai tutto è molto interessante e affascinante ovviamente mi sono iscritto da tempo.
Ciao Alex! Grande! Sono contento che ti piaccia il mio lavoro di divulgazione :) Simone
Al minuto 11:58 "é questa lunghezza d'onda che determina la finezza della risoluzione...".
Non capisco. La lunghezza d'onda determina il colore, ma la risoluzione non è data dalla mappatura che i fotorecettori della retina fanno della fitta matrice di onde che li colpiscono?
Significa che la lunghezza d'onda determina anche quanto sono fitte le onde che arrivano all'occhio?
Felice di averti trovato😎
Finalmente !!!!!
Sto capendo quello che fin ad ora mi era sempre sfuggito.
La nebbia della mia conoscenza si sta lentamente diradamento.
Grazie mille Simone.
E con questo video hai anche risposto alla domanda che avevo fatto al video precedente.
Grazie ancora.
Ciao Giuliano! Grazie mille :)
Domani (domenica 28 febbraio) faccio la prima live di Pepite! Se vuoi ti aspetto a questo link alle 18: bit.ly/3kd79Mh Ciao! :) Simone
Non mancherò ....
Molto bravo. Ottimo canale. Subito iscritta.
Grazie per quello che fai
Video molto ben spiegato, finalmente sono riuscito a capire l'indetermonismo grazie ai tuoi esperimenti mentali, leggendo il libro helgoland non avevo ben chiari alcuni concetti, grazie veramente!!! Ascolta, mi piacerebbe molto che tu potessi approfondire mooolto dettagliatamente il principio oleografico della realtà di cui se non erro fu David Bohm il primo a parlarne, e mi piacerebbe che tu ci spiegassi un po' il suo modo di vedere la realtà, grazie e scusa della mia richiesta 😅
Ciao Alex! Sto preparando dei video sul principio olografico, che è veramente affascinante!!!
Pensavo anche di leggere insieme un libro in un evento live.
Intanto domani (domenica 28 febbraio) faccio la prima live di Pepite! Se vuoi ti aspetto a questo link alle 18: bit.ly/3kd79Mh Ciao! :) Simone
Molto bello il video, uno dei miei preferiti finora. Complimenti.
Ciao Frappa!!!! Mi inchino davanti alla tua sapienza di UX che piano piano cerco di assorbire. Grazie di cuore :D Simone
Lei è il nuovo Alberto Manzi ! Grazie infinite !
Video interessantissimo, grazie!
Ciao Fernando! Grazie mille :)
Domani (domenica 28 febbraio) faccio la prima live di Pepite! Se vuoi ti aspetto a questo link alle 18: bit.ly/3kd79Mh Ciao! :) Simone
bravo, ti sei spiegato molto bene, grazie.
Ciao Senji! Grazie mille :)
Domani (domenica 28 febbraio) faccio la prima live di Pepite! Se vuoi ti aspetto a questo link alle 18: bit.ly/3kd79Mh Ciao! :) Simone
Interessante l esperimento mentale di Heisemberg anche se può dare origine all'idea che sia tutta una questione di misura e non di natura dell oggetto mentre invece la questione riguarda proprio la natura dell oggetto quantistico che non è riconducibile ai modelli della Fisica classica
ma se una particella impatta contro lo schermo di un rivelatore e ne misuro l'energia dell'impatto non ho stabilito velocità e posizione ?
Bravo, una spiegazione ottima, non vedo l'ora che arrivi il prossimo video.
Grazie di cuore Claudio!! :)
Quindi variabili come velocità e posizione sarebbero proprietà "emergenti" delle particelle, che si manifestano solo in presenza di interazioni? Non so se ho capito bene
Molto interessante! Ma mi sembra ottimistico dire che arriveremo a capire la meccanica quantistica, ci staranno in tutto il mondo dieci persone che l'hanno capita davvero?
Ciao Simone, quali risultati otterrebbe un osservatore "umano" che avesse le dimensioni di un elettrone? Il principio di indeterminazione si basa sulla gigantesca differenza tra le nostre dimensioni di esseri umani e quelle di una particella?
Ciao Cracime! Il principio di indeterminazione descrive l'oggetto osservato e deriva dalle dimensioni dell'oggetto osservato. Quindi non dalle dimensioni dell'oggetto con cui interagisce :)
@@PepitediScienza ok, allora mi devo riguardare il video per capire meglio. Grazie
Il punto da tenere in mente è che il principio di indeterminazione ci dice che non possiamo essere delicati quanto vogliamo. Per quanto interagiamo delicatamente con un elettrone, per esempio, nell'esperimento delle due fenditure per poterne determinare la posizione, questa interazione influisce su altre proprietà. Posso usare luce di lunghezza d'onda sempre più piccola, ovvero di energia sempre più bassa, per essere sempre più delicato, ma allora perdo info sulla posizione dell'elettrone, perché lunghezza d'onda grande vuol dire che l'immagine diviene sfocata. Invece per un oggetto grande come una palla, una sedia, un mouse di un computer, tali incertezze divengono così piccole che non me ne accorgo nemmeno. È la piccolezza delle particelle a implicare che le incertezze siano enormi. E questa differenza di scala è determinata dalla costante di Planck. Se tale costante fosse più grande, osserveremmo gli stessi effetti con i nostri occhi. :) Spero di essere stato d'aiuto :) Ciao! Simone
@@PepitediScienza Buonasera , prima di tutto la ringrazio per queste pepite di scienza che ci regala , anche a nome di semplici appassionati di fisica come me che non hanno la benche' minima preparazione per potersi confrontarsi adeguatamente. Tuttavia , ho capito , ma questo lo sapevo di gia' , che una particella non puo' essere osservata poiche' troppo piccola per gli strumenti che abbiamo a disposizione. Comunque , il pensiero che da tanto mi attanaglia e' quello di non riuscire ad accettare l ' idea che le particelle quali elettroni , protoni neutroni ecc. ecc. siano , che siano massa , energia o qualcos ' altro delle entita' definite in movimento nello spazio. Non potrebbe essere che e' lo spazio stesso a ricreare continuamente le condizioni per cui noi leggiamo che li' c ' e' una particella di un certo tipo che si comporta nel modo che poi la osserviamo ? Mi spiego meglio .... Quando si vuole spiegare con la relativita' la teoria della gravitazione prendiamo il famoso telo elastico e ci mettiamo una biglia al centro per far curvare lo spazio , ed e ' evidente che questo sia stato curvato da una massa. Pero' .... se pieghiamo il telo senza mettere nessun oggetto al centro e ci tiriamo una biglia , l ' effetto sara' lo stesso. In pratica non e' la massa che curva lo spazio , ma lo spazio che crea la massa. Questo potrebbe funzionare anche a livello microscopico ? Scusatemi e non mi picchiate se ho detto delle castronerie ! :-) Grazie comunque professore ! :-)
Ciao Daniele! Bella riflessione. Il punto è che le equazioni di campo di Einstein ci dicono che lo spazio-tempo è piegato dalle masse e dall'energia. E che il primo dice alle seconde come muoversi. E non lascia spazio al fatto che lo spazio-tempo crei la materia. :) Grazie ancora e a presto!! Simone
Bellissimo video e complimenti per la chiarezza di esposizione, perciò mi chiedo come mai ti limiti solo all'aspetto divulgativo degli argomenti, Hai mai pensato di fare delle vere e proprie video lezioni di meccanica quantistica? Sarebbero utilissime per gli studenti universitari e per qualcuno che vuole soltanto capirci qualcosina in più. Spero che tu abbia in progetto qualcosa del genere, sono sicura che sarebbero favolose.
Ciao Grazia! Mi piacerebbe molto. Ma il tempo necessario per fare i video di divulgazione è enorme! Già faccio i salti mortali per questi eheh. Sono contento che ti piaccia il mio lavoro :) Simone
Sto bene grazie
Grazie molto interessante. Sono curioso di capire che fine fa l'indeterminazione nel mondo macroscopico. Se è una questione ontologica temo per l'oggettività del mondo. Se è una questione epistemologica temo per la salute del gatto di Schrodinger.
Ciao Marco! Bella domanda. Più un oggetto è grande, più gli effetti quantistici divengono piccoli, a causa delle miriadi di interazioni continue tra un oggetto composto da miliardi di molecole ed il suo intorno. Non escludo di farci un video :) Grazie ! Simone
@@PepitediScienza esiste quindi una specie di decoerenza dei sistemi complessi?
non ho capito proprio questa spiegazione basata solo sulle misurazioni: Heisemberg è partito dal dualismo onda-particella nel suo principio di indeterminazione, arrivando al pacchetto d'onda; è arrivato ad una formula matematica ben precisa (non misurando) per definire il suo principio di indeterminazione: Δx • Δv = h/2πm cioè l'indeterminazione della posizione moltiplicato l'indetrminazione della velocità è = ad h (costante di planck) diviso 2 pigrego e diviso la massa; questa formula è teorica, altrimenti cosa sarebbe? la precisione dello strumento da lui usato? quindi adesso che esistono strumenti più accurati la formula può essere modificata? ed in futuro? inoltre se non uso misurazioni ma solo calcoli fisici questa formula e quindi il principio di indeterminazione non valgono? mi sembra che questa spiegazione confonda ancora di più invece di chiarire, a meno che qualcuno non sia in grado di rispondere ai miei dubbi
Io sono più dell'idea di bohr, perchè malgrado una evidente limitazione gnoseologica, non vedo perchè il limite sperimentale debba coinvolgere il lato ontologico. Perchè il lato ontologico è descritto dal modello, che per sua natura deve solo essere consistente con le misurazioni, ed affermare che certe misure sono sbagliate in modo intrinseco (affermare che una parte è inconoscibile) non rende il fenomeno inconsistente col modello; modello che per sua natura è una delle possibili spiegazioni.
Se però neghiamo realtà ontologica a ciò che non è misurabile equivale a dire che ciò che non è osservato non esiste, e quindi estremizzando che è il nostro sguardo a dar vita all'oggetto. Ciò è in contrasto con lo stesso implicito che ci sia molto che sfugge al nostro sguardo, ma che non per questo questo molto non esista. Andiamo oltre.... se fossimo tutti "ciechi" non staremmo a parlare di tutto ciò, eppure il mondo nel quale viviamo sarebbe lo stesso.
Estremizzando ancora, parrebbe che il mondo esistente possa essere semplicemente l'immaginato dell'uomo. Eppure il lavoro del fisico è immaginazione, è inventare storie consistenti in modo elegante con le misure (le pervenute e le non pervenute) e non prendere dati sperimentali e tradurli in tabelle come un ingegnere.
Secondo me Heisenberg ha voluto dare una portata il più possibile pesante alla sua scoperta come rivoluzione della nostra concezione del mondo, mentre Bohr ha cercato di essere più onesto. Bisogna stare attenti, perchè si rischia di incartarsi su questioni semantiche portando la nostra attenzione sul linguaggio a scapito del significato.
18:27 Solo nel caso 1 il principio di Heisenberg è davvero un principio di indeterminazione. Negli altri 2 casi è un principio di indeterminabilità, semmai. E in quei due casi può ben darsi che avesse ragione Einstein nel dire che Dio non gioca ai dadi. Chi può dirlo?
Cosa dimostra che il punto 1 sia vero, come sostiene Heisenberg? E non valgano solo il 2 ed il 3? Ho visto tutti i tuoi video, e ti ho sentito dire diverse volte che Bohr ha vinto la disputa con Einstein, su questi temi. Ma perché assirisci questo? Cosa esattamente dimostra il caso 1, esposto al minuto 18:27?
Mi spiego meglio.
Se il problema è nella realtà, e la particella non ha momento e posizione determinati, allora ha ragione Heisenberg, ed Einstein ha torto. Ma se è solo un problema di nostri concetti di momento e posizione, o di nostre capacità di misurazione, allora nulla ci assicura che Einstein avesse torto. Può ben darsi che l'indeterminazione non sia indeterminazione, ma solo indeterminabilità (nostra), e che invece la natura sia ben determinata (per conto suo)!
Tutta l'interpretazione di Bohr e poi di Rovelli anche, ben esposta in altri video della serie, e molto affascinante, è però solo una teoria indimostrata. Alla fine non ci spostiamo da domande filosofiche come "l'albero fa rumore quando cade da solo nella foresta, se nessuno è lì ad ascoltarlo?". E dalla distinzione tra fenomeno e noumeno già voluta da Kant, secoli fa: il noumeno è inconoscibile (ma ciò non vuol dire che non esista, o non abbia proprietà: vuol solo dire che io non lo posso, nel caso, conoscere); e l'unica cosa di cui posso parlare è il fenomeno.
Per il fenomeno elettrone, sicuramente, avrà ragione Rovelli, che ci dice che le sue proprietà esistono solo dal momento che noi le osserviamo, e solo a seconda di quale esperimento facciamo (Bohr e la complemetarietà). Ma sul noumeno elettrone, può ben darsi che avesse ragione Einstein, che sia ben determinato, e che un giorno riusciremo a conoscerlo ed a studiarlo come studiamo tavoli e sedie, e la fisica macroscopica.
O meglio, per continuare a dar ragione anche a Kant, diciamo che quel giorno cambierà il nostro fenomeno elettrone. Ed il noumeno elettrone rimarrà comunque inconoscibile, con certezza.
Complimenti per il video, sei stato molto chiaro. Ho una domanda: credo di aver capito che secondo una delle interpretazioni di Heisenberg una particella esiste nel momento in cui effettuo una misurazione con uno strumento, quindi quando noi interagiamo. Altrimenti se noi non osserviamo parlare di posizione e momento non ha senso. Ma che significa "non ha senso" ? Vuol dire che le particelle microscopiche non esistono fino a quando non le misuriamo ? Ma, vado a memoria, Einstein non diceva che "nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma" ? Quindi, se ha ragione Heinstein, come è possibile che una particella si crei dal nulla quando interagiamo con essa?
Grazie e ancora complimenti per i video che fai.
Premetto che "tutto si crea etc" non è una frase di Einstein, ma di Lavoiser, comunque non è da prendere alla lettera. Cioè con tutto si intende in realtà qualcosa che dipende dal contesto, di solito, per esempio, è l'energia. Ma in generale nell'universo le cose si creano e distruggono in continuazione. Ad esempio l'entropia: aumenta in continuazione, non resta costante ad un valore con la realtà che la travasa da una parte all'altra per tenerla fissa.
Fatta questa premessa, anche le particelle vengono create/distrutte senza problemi. Quando una lampadina viene accesa, vengono creati i fotoni che andranno a formare la luce che vediamo, ad esempio
Perché per sapere con precisione dove si trova l'elettrone occorre usare fotoni ad altissima energia?
Sembra assurdo che una particella in movimento ed in una determinata posizione non abbia una corrispondente e precisa velocità (quantità di moto), è che l'uomo non è capace di misurare contemporaneamente le due grandezze e per forza di cose si verifica uno sfasamento del tempo tra le due diverse misurazioni da eseguire forzosanente in successione e quindi di conseguenza si ha un inevitabile errore di misurazione sulla iniziale non scelta grandezza da misurare che non è più quella del tempo ormai passato, ma quella di un tempo successivo (pur di un infinitesimo), ma comunque successivo. Quindi di una grandezza posso fare una misura precisa, ma dell'altra no. Ma questo problema non si può risolvere con un appropriato calcolo matematico? Io dico che sono le macchine misuratrici che non sono in grado di essere precise nel fare le loro misure.
1) Quando NON osservo una particella essa POSSIEDE posizione e velocità.. a mia insaputa... e la sua posizio e velocità perché dovrebbero essere indeterminate? Forse indeterminabili ma... determinate comunque a nostra insaputa cioè non casuali.
Non ha senso dire che non si può prevedere il futuro perché non posso misurare ogni singola particella. Non vorrei che si arrivasse a stabilire che la Natura è indeterminata perché l'homo sapiens non ce la fa a determinarla... un po' meno presuntuosi no?
2) Quando guardo una matita non la sto bombardando con raggi gamma...
Dove sbaglio?
Ciao Loom Gale! Grazie per l'ottimo spunto di discussione. :)
La scienza si guarda bene dal mettere Homo Sapiens su un piedistallo. Anzi, al contrario, non siamo che parte di questa Natura. :)
La meccanica quantistica in particolare ci dice che vi sono delle limitazioni a come noi possiamo interagire con la Natura e all'informazione che ne possiamo trarre. Bohr non era d'accordo con Heisenberg sul fatto che esista una limitazione ontologica, nella Natura e qui entriamo nel regno delle Interpretazioni della meccanica quantistica, ma resta il fatto che tutti sono d'accordo sul fatto che vi sono limitazioni all'informazione che possiamo trarre dagli esperimenti. E questa è una proprietà della Natura che limita l'interazione tra sistemi in generale, indipendentemente dal fatto che esiste Homo Sapiens. :) Che ne pensi?
Oh! Stasera faccio la prima live di Pepite! Se vuoi ti aspetto a questo link alle 18: bit.ly/3kd79Mh Ciao! :) Simone
Ciao Rosario! Ottima osservazione. Ci devo riflettere. Grazie! :) Simone
Ciao Simone come al solito ogni tuo video lascia la voglia di appropriarsi dei seguenti!!
Fai in modo che Bhor non mi strapazzi troppo il mio Heisenberg!
Lo fece già troppo in vita! Ahahahah! Anche se ne capí per primo le potenzialità .
Ti aspettiamo...Grazie per ora!
Un caro saluto!( Video inappuntabile).
Ciao Massimo! Ahahah Bohr doveva essere un tipo veramente affascinante e tostissimo.
Domani (domenica 28 febbraio) faccio la prima live di Pepite! Se vuoi ti aspetto a questo link alle 18: bit.ly/3kd79Mh Ciao! :) Simone
Grande!
Quindi, i limiti della quantistica, non è nella natura delle cose, ma nella limitazione delle nostre capacità di misurare
Buonasera sig. Fontana. Bentrovato.
Le rispondera senz' altro Il nostro Simone. Mi permetto anticiparle che la penso proprio al contrario.
Se non potremo fare misurazioni coniugate precise non dipende dai nostri strumenti o dalla nostra mente. Dipende dalla natura quantistica dei fenomeni.
É proprio questa l' essenza della teoria quantistica. Un caro saluto.
@@massimobertini9510 grazie e bentrovato.
Si, sono molto incuriosito, anche perché in altri video, era venuto fuori (effetto onda/particella) che nell'atto di effettuare la misurazione, l'interazione, determinava l'effetto quantistico.
Anche qui é stato detto qualcosa di simile ovvero che l'onda gamma che illumina l'elettrone ne modifica la traiettoria.
Da qui ho concluso che o si deducono dei risultati, sulla base di misurazioni che non provocano interferenza, o si alterano i risultati giungendo ad analoghe deduzioni o attendiamo tempi più favorevoli o, come dice lei, non farsi troppi problemi: é nella natura delle cose.
La parola al nostro FISICO!!!
Uno la filosofia può dire tutto, anche che un protone è un onda e una particella.
Secondo me sono costruzioni metafilosofice come il gatto vivo e morto contemporaneamente, cazzate... ma se vanno bene a voi.
Il problema della misura in MQ è pure una costruzione metafilosofica, e nemmeno va tanto bene
Ciao Giovanni ! Il principio di indeterminazione impone una limitazione su ciò che possiamo conoscere di un oggetto quantistico. Ed è una proprietà della Natura, in cui non si può separare l'oggetto (l'atomo per esempio) dallo strumento di misura. Quindi tu e Massimo dite entrambi cose vere. :)
La misurazione dell’elettrone ha il problema del il mezzo che si usa. Serve un mezzo che non interferisca (cioè inquini) l'atomo, che si misura.
Questo è un concetto che ho esplicitato, per la creazione dei super materiali.
Usare, come mezzo di misurazione, la luce lo altera, cambiando la sua natura, quindi è da scartare.
Bisogna cambiare il mezzo di misurazione ed è probabile che non si potrà ricorrere alla vista umana, visto che l'occhio umano percepisce solo la luce.
Ciao Lokken ! Secondo Heisenberg, è inevitabile che si "disturbi" l'oggetto osservato. Secondo Bohr non si può parlare di disturbo, ma comunque il principio di indeterminazione rimane una limitazione di ciò che possiamo fare, del nostro modo di interagire. :)
Domani (domenica 28 febbraio) faccio la prima live di Pepite! Se vuoi ti aspetto a questo link alle 18: bit.ly/3kd79Mh Ciao! :) Simone
@@PepitediScienza troppo presto per me
Ah! Mi spiace. Ne faremo anche più tardi più avanti. Tu suggerisci un orario e giorni della settimane e ne terrò in conto. Ciao! Simone
@@PepitediScienza sono on tardi, la sera, minimo dalle 22, non sono orari da live
Dall' "esperimento" del microscopio gamma sembra di capire, però, che l'elettrone abbia assolutamente intrinseche le proprietà posizione e momento, e che sia la sola misura a renderne impossibile l'identificazione.
E' così? In tal caso, non è un "esperimento" un po' fuorviante?
Come viene individuata una particella elementare o infinitesimale?
Ciaoo quali sono le implicazioni con l’indeterminismo di H. ed il libero arbitrio ? Quindi il libero arbitrio esiste ?
Già... poi è lì che si vuole arrivare. Pensiero del tutto personale: un conto è che il futuro non sia determinabile perché può prendere direzioni diverse, un conto è che sia io a fargli cambiare direzione. E se io posso anche gli altri 8 miliardi di umani possono. Aggiungiamo anche gli animali e le piante e tutti gli esseri viventi sparsi nell'universo di cui non si può non tenere conto. Il nuovo futuro sarà la "somma" quantistica di tuti questi "liberi arbitri"? Mi sa che siamo indietro... e molto...
Mi dici il perché le particelle infinitesimali hanno il comportamento ondulatorio?
Se la velocità della luce è finita automaticamente ne discende che oggetti più veloci di c non possono essere misurati con precisione. Tutto questo perché attualmente la variazione del campo elettromagnetico (luce) è il campo di forza usato per sondare la materia. I campo elettromagnetico è usato per perturbare l'oggetto da osservare e da come reagisce alla perturbazione elettromagnetica stabilisco lo stato dell'oggetto osservato
Per capire la struttura fine dell'uni-verso bisogna comprendere come funziona la mente, cioè quella parte della coscienza che ci permette di osservare
***
NON SOLO PER LA MECCANICA QUANTISTICA, L'OSSERVATORE E' ATTIVO SEMPRE.
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Niels Bohr e Max Born, solo per l'indeterminatezza delle misure sperimentali, ritenevano che il principio di indeterminazione di Heisenberg e quello di complementarietà dovessero essere applicati a tutta la Fisica e alla Conoscenza.
Alla luce dell'evidenza delle mie osservazioni scientifiche, anche per gli aspetti di Filosofia della Scienza, per cui l'osservatore è "sempre attivo", il convincimento di Niels Bohr e Max Born, nel nuovo contesto della Conoscenza, segna i confini propri della Fisica, per una Visione Olistica con la Filosofia.
- PREMESSA
La Comunità Scientifica, avendo accertato che sulla terra "in natura" l'accelerazione di gravità è variabile in modo non uniforme (a ogni punto di date latitudine, longitudine e altezza corrisponde un dato valore di g), per cui non esiste nessun principio di Galilei sulla caduta libera dei gravi, invece, in riferimento al modello teorico terrestre (terra sferica e con densità costante, in assenza d'aria, non influenza dei corpi celesti), ne determina quello teorico come di seguito.
La Comunità Scientifica, con l'esperienza di Lorand Eotvos, entro il campo di approssimazione vigente di 3x10^(-14), ha accertato l'equivalenza numerica tra massa inerziale e massa gravitazionale.
Quindi, per la legge di gravità di Newton si ha:
Mt=massa della terra mp=massa corpo di prova
G=costante di gravitazione universale
Rt=raggio della terra
a) sulla superficie terrestre
Fa=G Mt mp / Rt^2 (forza di attrazione gravitazionale)
g=Fa / mp=G Mt / Rt^2 (accelerazione di gravità)
b) su un piano ad altezza h dalla superficie terrestre
Fa=G Mt mp / (Rt + h)^2 (forza di attrazione gravitazionale)
g=Fa / mp=G Mt / (Rt + h)^2 (accelerazione di gravità)
La Comunità Scientifica, in questo modo, ha dimostrato la vigenza del principio teorico di Galilei sulla caduta libera dei gravi: tutti i corpi sono soggetti alla stessa accelerazione di gravità variabile uniformemente.
In riferimento a questa dimostrazione analitica della Comunità Scientifica, in forza della Maieutica, sviluppo il mio ragionamento, osservando quanto segue.
1° OSSERVAZIONE: detrazione della massa del corpo di prova
Il corpo di prova dalla terra viene portato ad una certa altezza per la caduta libera; pertanto la sua massa deve essere detratta da quella della terra ove non è più.
I corpi che interagiscono per l'attrazione gravitazionale sono:
a) la massa della terra rimanente Mtr=Mt-mp;
b) il corpo di prova di massa mp.
2° OSSERVAZIONE: LA FORMA DEI CORPI SOLIDI
Nel modello teorico ogni corpo viene rappresentato con il suo corrispondente "punto materiale", che è il centro di massa del corpo ove è concentrata tutta la sua massa.
***
Non che ce ne fosse bisogno, richiamo un pensiero di Aristotele: non esiste corpo senza forma, esiste forma senza corpo.
***
E' imprescindibile considerare la forma dei corpi solidi.
Per descrivere un corpo non è sufficiente conoscere solo la sua massa, ma è indispensabile conoscerne anche la sostanza e la forma costituenti.
Pertanto, per non violare l'identità e la natura di ciascun corpo, bisogna evidenziare la distanza del suo centro di massa "dc" dal piano di riferimento; distanza che ogni corpo ha proprio in forza della sua sostanza e forma costituenti.
In ragione di queste mie due osservazioni, le precedenti espressioni della Comunità Scientifica vanno così modificate e corrette:
Mtr=Mt - mp=massa della terra rimanente
a) sulla superficie terrestre
Fa=G (Mt - mp) mp / (Rt + dc)^2
g=Fa / mp=G (Mt - mp) / (Rt + dc)^2
b) su un piano ad altezza h dalla superficie terrestre
Fa=G (Mt -mp) mp / (Rt + h + dc)^2
g=Fa / mp=G (Mt - mp) / (Rt + h + dc)^2
Tali NUOVE espressioni analitiche evidenziano che:
1 - come in natura, anche nel modello teorico terrestre, non esiste nessun principio teorico di Galilei sulla caduta libera dei gravi;
2 - l'osservatore è "sempre attivo", per il semplie fatto che, come in natura, anche nel modello teorico, il fare l'esperimento e il determinare analiticamente l'accelerazione di gravità comportano modificare la terra, con la conseguenza che ogni corpo, proprio per la sua massa, sostanza e forma avrà la sua specifica accelerazione di gravità;
3 - la forma dei corpi solidi ha conseguenze per l'intera Fisica.
Da questa evidenza, sia per gli aspetti fisici che filosofici, ne scaturisce che un conto sono le ineliminabili approssimazioni e indeterminazioni delle misure "sperimentali - analitiche", tutt'altro conto sono le approssimazioni che danno vita a princìpi, leggi e teorie errate e che in natura non esistono.
Con il pensiero rivolto a Gandhi, Martin Luter King e Giorgio La Pira, questo è il mio contributo per la Conoscenza: con il contributo di tutti facciamo crescere la Coscienza Collettiva.
PACE E SERENITA'
I miei studi scientifici sono contenuti nel libro pdf "Un contributo per la Conoscenza", scaricabile a questo link:
www.armeniasanto.it/pubblicazioni/
Questi sono alcuni dei link dei miei esperimenti:
ruclips.net/video/SbOEn2ZgGAw/видео.html&t
ruclips.net/video/-8Ok_4tKE8U/видео.html
Einstein afferma che la " forza di gravità" non esiste !
Esiste la gravità!!! Mi perdoni.
@@massimobertini9510 Ovviamente sei perdonato.
E chi è Einstein! E' uno scienziato come tutti gli altri, forse un po' più genio.
Tutte le teorie possono e col tempo saranno sempre confutate: è il Divenire della Conoscenza.
Con i miei studi, tra l'altro, con diverse modalità, confuto la teoria della relatività generale di Einstein.
Approfondisci i miei studi e poi dai il tuo giudizio.
Sin da ora, anzichè, richiamare Einstein, intanto, avresti dovuto dare atto della correttezza delle mie "osservazioni - riflessioni".
@@santoarmenia6025 hai ragione.
Sono stato subito colpito dal tuo modo di ragionare scientificamente.
E quindi senza approfondire
, sul concetto di massa , rimango per ora persuaso che E= gamma m* c^2 . Vedremo.
Mi interessa molto un contributo di Simone, dato che siamo ospiti sul suo sito e che la sua professionalità ( semplicità= complessità ricomposta)...supera di gran lunga la mia. Un cortese saluto!
@@massimobertini9510 Bene. Le mie osservazioni, non attengono alla relatività speciale o ristretta, ma alla teoria della relatività generale.
@@santoarmenia6025 in tutti questi anni ( ne ho parecchi), confortato dai fisici che mi furono maestri, mi sembra aver capito che Localmente
a = - g. e quindi m inerziale= m gravitazionale. Sia in uno spaziotempo euclideo che gaussiano. Allora E=m*gamma*c^2 vale sempre. É stato così generalizzato nella relatività generale. Può anche darsi, non abbia capito una mazza. Se così, me ne scuso! Simone per favore dimmi la tua!
Domanda, da dove nasce tutta l'energia che possiedono le particelle infinitesimali?
Un bel giorno mi piacerebbe vedere un tuo video sulla sincronicita', partendo dagli studi congiunti di Carl Gustav Jung e Wolfgang Pauli.
Questo aneddoto lo ho visto oggi su wikipedia:
"Pauli era molto stimato come fisico teorico, i colleghi e gli amici sperimentali lo consideravano però un vero problema oggettivo. Non solo non gli permettevano di toccare gli strumenti per paura che li rompesse, ma addirittura Otto Stern arrivò a proibirgli l'accesso ai laboratori durante l'esecuzione degli esperimenti. La sua semplice presenza sembrava infatti causarne l'irrimediabile fallimento."
Mi piacerebbe sapere come si e' sviluppato l'argomento fra i fisici dagli anni 50 ad oggi...
Bohr secondo me aveva ragione infatti la MC può ancora progredire includendo per esempio la Gravità..
. Non è logico credere che la natura non " conosca " se stessa, poi chissà...
La penso come te .....
Ciao MrHeisenberg! Trovo il pensiero di Bohr più maturo e più attento all'aspetto filosofico ma anche a cosa la MQ possa dirci sulla realtà.
Domani (domenica 28 febbraio) faccio la prima live di Pepite! Se vuoi ti aspetto a questo link alle 18: bit.ly/3kd79Mh Ciao! :) Simone
@@PepitediScienza ok
ok quindi la realtà nel significato più profondo della meccanica quantistica è indeterminata, non reale e non locale per cui tutto quello che cercheremo di fare per svelarne il mistero sarà enormemente limitato perchè viviamo nel mondo macroscopico governato dalle leggi classiche galileiane e relativistiche
nel mondo classico per esempio se le particelle fossero oggetti macroscopici si proverebbe a misurare la loro correlazione in base alla frequenza, intervallo di tempo e distanza che le divide, tra un esperimento e l'altro.
Senso profondo? Ma qui si tratta di fisica non di filosofia o psicologia letteratura o. Arte. Qui il senso è quello espresso dalla matematica. Parliamo di scienza o metafisica?
Se parli di particelle allora vuol dire che hanno un peso e quindi una massa, come fai a pesare tale massa o peso?
Ma come ha fatto Heisenberg a dire che li sotto c'era un elettrone?
Ma siamo sicuri che tra un milione di anni l' i determinismo avra' ancora esistenza?
si scrive CopenHagen, non CopenagHen. hagen = porto. :-)
Nel dubbio io dico gatto
Noi siamo un tutt uno!! Quanto fascino!?!
Simone diosanto ma sulla base di cosa dici ciò?
Sulla disperazione di Planck?
Ti sei mai chiesto se i cammini di feynmann, la fisica statistica, wheeler e kubo, lo stesso Fermi siano pirloni?
Sei bravo ma prendi tutto per buono e ottimo
?
Già la fisica classica ha fallito perché si voleva che fallisse, non ha mai dato risposte sbagliate riguardo al corpo nero, I camini di feyman non erano ancora li, kubo nemmeno, wheeler manco, pasta Uhlam e Fermi manco... Ma evidentemente non contano.
Ma che si ripeta la favola di Copenhagen oggi nel 2021 dai....
@@antoniomantovani3147 Chiedevi?
Esiste la fisica di Sir Isaac Newton?
Certo che si!
È stato un matematico, fisico, filosofo naturale, astronomo, teologo, storico e alchimista inglese, considerato uno dei più grandi scienziati di tutti i tempi, ricoprendo anche il ruolo di direttore della zecca inglese e quello di Presidente della Royal Society. Wikipedia
Nato nel 1643
È quella che usiamo per costruire ponti!
...e funziona benissimo,tuttora!
Certo che Sì!!!
Vuoi un ponte pure tu?
Magari per arrivare...
La fisica classica non funziona con atomi o buchi neri, nemmeno a 299792458 m/s.
«La scienza è solo il progressivo accostamento al mondo reale»
(Max Planck)
Già Planck che tirò fuori la sua soluzione come un atto di disperazione, da matematico.... Poi giustificava cose che non conosceva, e anzi, aveva grossi dubbi sia sul metodo che sul merito
È chi ti dice che non funziona..... ci hanno mai provato..... no
La relatività è fisica classica e funziona benissimo
Inoltre mai fatto una domanda simile
@@antoniomantovani3147
Mi scusi
Credo che la teoria della relatività generale sia fisica classica e che la teoria della relatività ristretta non lo sia.
O è il contrario?
Le sarei grato se mi può illuminare in merito.
Grazie
D'accordo, non so cosa cazzo fa un elettrone me poi l'atomo di Sodio, cui quell'elettrone appartiene, si comporta in modo indeterminato? L'acqua non bolle a 100 gradi? Se ti do un pugno sul naso potrà essere che non senti male? Oppure: non posso prevedere se sentirai dolore quando di darò una martellata sull'alluce? Qualcosa sbaglio, non essendo Heisemberg, e forse capirò dopo aver visto gli altri video.