ma è possibile che non si riesca a trovare il modo di finire questi capolavori?? Questo tempio Malatestiano è solo uno tra infiniti esempi: San Petronio a Bologna, o il duomo della mia città (Trento, gli manca solo mezza torre per finirlo), ecc. Se si facesse una sottoscrizione pubblica, penso che tanti sarebbero contenti di contribuire; se non ricordo male qualche tempo fa il comune di Ferrara lanciò una sottoscrizione per restaurare la statua del Savonarola: tempo zero e trovarono un mecenate che coprì tutte le spese.. Mi si perdonerà lo sfogo ma fa proprio male al cuore vedere simili meraviglie architettoniche piantate a metà nel disinteresse generale..
In questo caso temo di non essere d'accordo con lei... si tratterebbe di un falso storico. Una cosa è restaurare, altra cosa è terminare: lo stato di avanzamento bloccato prima del termine dell'opera è parte dell'opera stessa e deve necessariamente essere mantenuto nel rispetto della sua integrità. È uno dei capisaldi della teoria del restauro
@@claudiopepi Concedo che sia impossibile terminare una scultura o una pittura senza tradire le intenzioni dell'artista (ad esempio la Pietà Rondanini, chi può pensare di "completare" Michelangelo), però per gli edifici mi sembra che sia un problema diverso: se ci sono i progetti originali, si tratta solo di eseguire le istruzioni dell'architetto. Come lei ci ha insegnato nella lezione precedente, lo stesso Leon Battista Alberti teneva separate le fasi di progettazione ed esecuzione. Quanto a preservare l"integrità" di un edificio mi pare che i primi a disinteressarsene fossero proprio questi grandi maestri. Pensiamo cosa succederebbe oggi se qualcuno proponesse di "inscatolare" il duomo di Milano in una struttura moderna a firma di qualche archistar... Chiaramente la mia è un'opinione personale: non ho nessun titolo per addentrarmi in questioni storiche e artistiche. La ringrazio tanto per la sua risposta e il suo prezioso lavoro di divulgazione.
@@vivi341 in effetti la questione è molto complessa e merita di essere ben ponderata. Neanche io mi occupo di restauro ma provo a farle due esempi, uno opposto all'altro, per dimostrarle che qualsiasi posizione ha una sua logica. Quanto alle sovrapposizioni stilistiche di epoche diverse che oggi ci fanno inorridire, è un fatto che non erano un problema nel passato. Se guarda il palazzo pubblico di Siena, la mia città, noterà che la cappella marmorea posta sotto la torre (ed aggiunta come ex voto molto dopo l'esecuzione dell'edificio) è assolutamente incongrua per stile e materiali, anzi, rovina l'equilibrio della struttura, come un intervento molto spinto di un archistar dell'epoca... eppure il palazzo senza la cappella di piazza sarebbe oggi inimmaginabile. All'opposto a Barcellona, con la Sagrada Familia, stanno facendo esattamente quello che lei prospettava per alcuni monumenti italiani: la completano secondo i progetti di Gaudì. Il risultato è che, tolte le torri originali del grande architetto catalano, il complesso risulta assolutamente ed inspiegabilmente piatto e privo di spirito. Tra le due posizioni mi pare più saggio seguire la teoria del restauro, da Brandi in avanti, e preoccuparsi di conservare quello che c'è valorizzando al massimo e magari studiando e mostrando attraverso simulazioni e rendering quale sarebbe stato il risultato finale qualora l'opera fosse stata completata... ma ovviamente è solo una mia opinione. La ringrazio comunque per lo spunto di riflessione molto stimolante
Fantastico, grazie mille! Molto bello vedere l'ispirazione di LBA accanto al tempio malatestiano.
prof grazie per questi video 🙏🙏🙏🙏
Ottimo lavoro
Bravo Claudio!
ma è possibile che non si riesca a trovare il modo di finire questi capolavori?? Questo tempio Malatestiano è solo uno tra infiniti esempi: San Petronio a Bologna, o il duomo della mia città (Trento, gli manca solo mezza torre per finirlo), ecc. Se si facesse una sottoscrizione pubblica, penso che tanti sarebbero contenti di contribuire; se non ricordo male qualche tempo fa il comune di Ferrara lanciò una sottoscrizione per restaurare la statua del Savonarola: tempo zero e trovarono un mecenate che coprì tutte le spese.. Mi si perdonerà lo sfogo ma fa proprio male al cuore vedere simili meraviglie architettoniche piantate a metà nel disinteresse generale..
In questo caso temo di non essere d'accordo con lei... si tratterebbe di un falso storico. Una cosa è restaurare, altra cosa è terminare: lo stato di avanzamento bloccato prima del termine dell'opera è parte dell'opera stessa e deve necessariamente essere mantenuto nel rispetto della sua integrità. È uno dei capisaldi della teoria del restauro
@@claudiopepi Concedo che sia impossibile terminare una scultura o una pittura senza tradire le intenzioni dell'artista (ad esempio la Pietà Rondanini, chi può pensare di "completare" Michelangelo), però per gli edifici mi sembra che sia un problema diverso: se ci sono i progetti originali, si tratta solo di eseguire le istruzioni dell'architetto. Come lei ci ha insegnato nella lezione precedente, lo stesso Leon Battista Alberti teneva separate le fasi di progettazione ed esecuzione. Quanto a preservare l"integrità" di un edificio mi pare che i primi a disinteressarsene fossero proprio questi grandi maestri. Pensiamo cosa succederebbe oggi se qualcuno proponesse di "inscatolare" il duomo di Milano in una struttura moderna a firma di qualche archistar... Chiaramente la mia è un'opinione personale: non ho nessun titolo per addentrarmi in questioni storiche e artistiche. La ringrazio tanto per la sua risposta e il suo prezioso lavoro di divulgazione.
@@vivi341 in effetti la questione è molto complessa e merita di essere ben ponderata. Neanche io mi occupo di restauro ma provo a farle due esempi, uno opposto all'altro, per dimostrarle che qualsiasi posizione ha una sua logica. Quanto alle sovrapposizioni stilistiche di epoche diverse che oggi ci fanno inorridire, è un fatto che non erano un problema nel passato. Se guarda il palazzo pubblico di Siena, la mia città, noterà che la cappella marmorea posta sotto la torre (ed aggiunta come ex voto molto dopo l'esecuzione dell'edificio) è assolutamente incongrua per stile e materiali, anzi, rovina l'equilibrio della struttura, come un intervento molto spinto di un archistar dell'epoca... eppure il palazzo senza la cappella di piazza sarebbe oggi inimmaginabile. All'opposto a Barcellona, con la Sagrada Familia, stanno facendo esattamente quello che lei prospettava per alcuni monumenti italiani: la completano secondo i progetti di Gaudì. Il risultato è che, tolte le torri originali del grande architetto catalano, il complesso risulta assolutamente ed inspiegabilmente piatto e privo di spirito. Tra le due posizioni mi pare più saggio seguire la teoria del restauro, da Brandi in avanti, e preoccuparsi di conservare quello che c'è valorizzando al massimo e magari studiando e mostrando attraverso simulazioni e rendering quale sarebbe stato il risultato finale qualora l'opera fosse stata completata... ma ovviamente è solo una mia opinione.
La ringrazio comunque per lo spunto di riflessione molto stimolante
Da storico dell’arte non sono d’accordo.