FILOSOFIA E DESTINO - EP-20: Il linguaggio

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  • Опубликовано: 5 окт 2024

Комментарии • 5

  • @meganoid_9001
    @meganoid_9001 6 месяцев назад +1

    Certo che se ammettiamo che il principio di non contraddizione possa non valere sempre e comunque, molte se non tutte le argomentazioni in questione cadono. Severino ha mai espresso opinione in merito alla filosofia di Quine?

  • @marcorossi189
    @marcorossi189 5 месяцев назад

    Gentili Sergio e Alessandro,
    “Indaga le parole a partire dalle cose, non indagare le cose a partire dalle parole” Misone di Chele.
    Tuttavia, la necessità che la “cosa” sia immutabile non è ancora sufficiente per ritenerla conoscibile, cioè che essa si esaurisca nel significato, nel conosciuto.
    Il significato non è la "cosa" concreta, ma ciò che di essa appare nel cerchio finito dell’apparire (oltre l’estensione del quale ci è precluso ogni accesso, non possiamo saltare oltre la nostra ombra), non ci è dunque possibile accertare la corrispondenza fra il significato (astratto) e la “cosa” (concreto). La condizione dell’esistenza (il trovarsi collocati all’interno del cerchio finito dell’apparire) è la condizione della “fede”, non quella della verità pienamente svelata. Sarei curioso di sapere il Vostro parere sul mio Post “Per una semantopografia severiniana” pubblicato nel Gruppo “Filosofia e Destino” il 16/03724.

    • @FilosofiaeDestino
      @FilosofiaeDestino  5 месяцев назад

      Personalmente non avevo letto quel post sul gruppo. Complimenti! Davvero qualcosa di profondo e interessante.
      Da parte mia direi che nel cerchio finito, una volta tramontato lisolamento, il salto quantico, dall'interpretazione all'interpretato, è compiuto:
      la persintassi rivede finalmente se stessa nelle cose che appaiono. Il significato appare. Certo, la contraddizione C rimane in progressivo toglimento e l'essente si svela sempre più. Ma non direi che si tratta più di trovare la parola, il segno, il linguaggio verace che rispecchi degnamente ciò a cui si riferisce.
      Questo è ciò che io, ancora in cammino, credo di aver compreso. Ma rimango sempre vigile in attesa di eventuali illuminanti smentite da parte di chi conosce meglio le cose del Destino.
      Grazie !!

    • @marcorossi189
      @marcorossi189 5 месяцев назад

      @@FilosofiaeDestino Non mi è chiaro che cosa s'intende col termine "significato". A mio modo di vedere, come descrivo anche nel Post, il significato è qualcosa di conosciuto, che cade all'interno del cerchio finito dell'apparire, alla stregua del significante; fra i due non trovo una differenza sostanziale, entrambi sono degli "astratti". C'è chi conosce meglio le parole che le cose, c'è anche chi conosce meglio le cose. Il concreto, l'ente pienamente reale, cade all'esterno del cerchio finito dell'apparire, è un infinito concreto, irraggiungibile da qualsivoglia finito astratto. Il significato, esattamente come il significante, sono oggetti di pensiero, concetti, contenuti nella sfera della mia conoscenza. Ciò che si trova all'esterno della sfera della mia conoscenza, mi è ignoto, non lo posso conoscere, non posso saltare oltre la mia ombra: non è questione di tramonto della terra isolata, si tratta della impossibilità di verificare la corrispondenza fra essente astratto ed ente concreto. L'estensione del senso greco del divenire non copre l'intera estensione del divenire, il contenuto astratto del cerchio finito. A mio modo di vedere, la realtà, l'originario concreto, è inconoscibile, circa la molteplicità infinita dei suoi aspetti, posso coglierne solo l'Unicità della Totalità: l'En panta, l'Essere e il Logos.

    • @meganoid_9001
      @meganoid_9001 5 месяцев назад

      @@marcorossi189 Ciao, come suggerivo nel post qui sopra, completamente inosservato dagli autori del canale YT (forse do fastidio a parlare di violabilità del principio di non-contraddizione, ovvero di non-persintatticità dello stesso o forse sono troppo numerosi i post ai quali rispondere ...), una possibile risposta al tuo quesito e a tanti altri che vengono in mente allorchè ci si adentri nell'opera severiniana in modo critico (cioè diametralmente opposto all'impostazione di tanti, troppi autoproclamati 'severiniani', tipo Canziani, tanto per essere chiari) sta nell'opera di Willard Van Orman Quine. Ti consiglio la raccolta di testi "Da un punto di vista logico" (prefazione di Giorello), orig. "From a logical point of view", edito da Raffaello Cortina Editore (in particoplare i capitoli 2, 3 e 9). Spero ti siano di aiuto.