Note aggiuntive: 1) Per quelli che si sentono in dovere di spiegarmi che "suonare col cuore" è un uso metaforico: mi fa sorridere che lo facciano, credo di saperlo, e credevo anche fosse evidente che quella parte del video è quantomeno provocatoria. Anche se, a quanto si legge dai commenti, non mancano quelli che pensano che la musica arrivi LETTERALMENTE dal cuore o dall'anima, e che non siano metafore... 2) Per quelli che mi accusano di ridurre la musica a qualcosa di meccanico e esercizio di ripetizione: non ho mai detto quello. È evidente che c'è un elemento di contributo personale, emozionale (ho parlato ampiamente di emozioni) e di talento, che purtroppo non tutti hanno e comunque non nella stessa misura. Io non nego certo che si possa suonare o comporre "con il cuore", esprimendo qualcosa di personale e che va oltre il semplice atto biomeccanico, ci mancherebbe, per me la musica è emozione, prima di tutto. Preciso inoltre che concordo assolutamente con la visione di musica come forma espressiva, culturale e di comunicazione, perché quello è; niente di ciò che ho affermato nel video vuole negare minimamente questi punti fermi. 3) Sicuramente il suono, in forma non codificata, esisteva già prima, ma la musica in senso proprio nasce con l'uomo, appunto per esigenza espressive, di comunicazione, culturali, di appartenenza a gruppi etnici. Quello che si sottolinea nel video è comunque la NATURA di tutto questo, che rimane umana: la musica è cosa terrena e dell'uomo e i meccanismi con cui si produce fanno parte di questo mondo fenomenico, non di altre misteriose entità. Tutto qui. 4) "Ma britti non ha detto...": guardare il video prima di commentare, io ho preso le sue dichiarazioni solo come spunto per un discorso molto più ampio. Altri aspetti/dimensioni/punti che vorrei precisare meglio: -Musica classica colta/musica leggera: come diversi di voi hanno fatto notare, l'ambito musicale cambia molto le cose; in musica leggera/rock tantissimi artisti hanno avuto successo senza studi formali. Questo è possibile perché si tratta di un genere tutto sommato semplice, e che arriva principalmente dalla tradizione popolare, fatta di musica non scritta o teorizzata. -Forma scritta: visto che alcuni hanno sottolineato come la musica nasca suonata e non scritta, voglio precisare che non ho mai affermato il contrario né lo penso. La musica nasce come espressione dell'uomo fin dalle sue origini e la forma scritta arriva ovviamente molto dopo. La teoria è dunque e sempre un'astrazione fatta a posteriori. Questo non significa che non abbia una sua utilità e ragione di esistere. -Dettaglio/profondità dei temi: alcuni nei commenti hanno preso un singolo aspetto, magari solo citato nel video, e sviscerato in profondità, sostenendo che la mia trattazione sia stata superficiale. Data la vastità dei temi, per forza di cose lo è. In un video di 10' su youtube non è possibile approfondire tutto, né si ha la pretesa di farlo. E comunque, su ogni piccolo aspetto potrebbe essere scritto un intero trattato, quindi nessun commento riuscirà mai, com'è ovvio, a riassumere tutto ed essere esaustivo. -La sezione commenti è bloccata perché stava uscendo obiettivamente dal controllo. Non è una forma di censura come penseranno alcuni, semplicemente si erano create infinite sotto-discussioni con gente che arrivava ad insultarsi. Non potendo fisicamente moderare tutto e essendo la pulizia e l'educazione una priorità del canale, l'unica soluzione era quella, non me ne vogliate, Peace and love!
"La musica è cosa terrena e dell'uomo e i meccanismi con cui si produce fanno parte di questo mondo fenomenico, non di altre misteriose entità". 92 minuti di applausi 👏👏👏
Fare una scala a 1000 km/h perché ci hai lasciato litri di sudore a forza di ripeterla e’ utilissimo alla tecnica ma meno utile se vuoi trasmettere le tue emozioni a chi ti ascolta, fare un bending alla “tua maniera “ facendo sembrare che la chitarra stia lanciando un urlo di disperazione verso chi ti ascolta … beh… quello a volte trasmette brividi sulla pelle dell’ascoltatore o addirittura commozione… questo per dire che la tecnica aiuta a trasmettere meglio le emozioni, sicuramente si , e la tecnica va a braccetto con il conoscere teoria ecc. Suonare solamente ad orecchio e’ possibile, ma riduce molto il repertorio di rif e lick, ed oggi quei repertori fighi si sono già sentiti mille volte… oggi un po’ di studio e’ necessario. Punto
@@valeriosilvestri1 Sì, ma poi molti parlano del bending come se fosse anche quello chissà che di magico... Il bending è anche lui una tecnica. Antica, una delle prime, ma pur sempre fa parte del bagaglio tecnico. Bending e vibrato sono tra le tecniche più importanti (forse le più importanti) e c'è gente che ci passa ore, mesi, anni a perfezionarle. Quindi sempre di tecnica stiamo parlando. Una tecnica che alle orecchie dell'ascoltatore si traduce in emozione, ma sempre di una tecnica chitarristica stiamo parlando.
Ma poi un conto è avere orecchio altro e suonare a orecchio. Nella maggior parte dei casi suonare ad orecchio significa suonare a casaccio azzeccare qualche nota qui e la'. Avere orecchio significa riconoscere un contesto armonico senza avere uno scritto davanti agli occhi e sapere reagire appropriatamente in linea melodica con lo strumento. Sia il riconoscimento che la reazione appropriata richiedono tanto tanto tempo e impegno non importa se guidati da un insegnante o come autodidatti. La spontaneita' e' la fine di un lungo percorso non l'inizio. Claudio credo che questo lo possa capire bene solo chi si e' davvero cimentato in modo serio con la difficolta' di fare musica. Chi non ha vissuto questa esperienza magari del tutto in buona fede pensa che la bellezza venga direttamente dall'istinto dagli dei o chissa' che altro.
@@rgisondi48 Giustissimo. La spontaneità che l'ascoltatore percepisce è il risultato di anni di studio e pratica. Anche il "suonare a orecchio" è un'altra leggenda metropolitana 👏👏
Suono dal 1985, prima al conservatorio con la chitarra classica e poi tanto blues "a sentimento". Penso che non potrei mai pensare di essere il musicista che sono oggi se non avessi studiato. Non mi ritengo bravo, non mi ritengo un virtuoso, ma sapere quello che faccio, sapere cosa sto suonando anche in una maniera più "intima", secondo me, è molto importante e sono certo che non sarei nemmeno la metà del musicista che sono se non avessi passato anni a dannarmi a scuola di musica. Il blues è sentimento e non era certo una musica suonata e composta da chi aveva studiato ma è anche vero che se non sai quale pentatonica usare rispetto alla chiave di un pezzo, suoni delle cagate apocalittiche. Prendere un do# al posto di un do mentre fai una scala durante un solo vuol dire fare una stonatura clamorosa.. e stiamo parlando di un'alterazione minima della nota, un tasto in più o in meno, ma se vuoi portarti a casa un risultato accettabile devi per forza sapere quali tasti suonare! Capisco Alex Britti quando dice che studiando "canonicamente" avrebbe avuto paura di snaturare il suo stile, ma è anche vero che stiamo parlando di uno che quando finisce le prove vuole andare a casa per poter suonare perchè ritiene le prove in studio "lavoro" e suonare a casa "piacere".. stiamo parlando di un talentuosissimo musicista che vive con la chitarra in mano da mattina a sera e che di Jimi Hendrix (soprattutto, direi), di Buddy Guy, di Albert Collins, di BB King ed Eric Clapton ne ha ascoltato a chili... e li ha imparati, e li ha imitati, e li ha reinterpretati.. se non è studiare questo non so davvero cosa lo possa essere!
Che la musica sia un insieme di suoni a lunghezza d'onda prestabilita percepiti dal nostra cervello come armonici solo di quella frequenza è ovvio. Che dunque i suoni siano espressioni matematiche idem. Però dissento sulla tua affermazione che non vengano dal cuore: esso oltre a pompare sangue è anche il nostro metronomo personale. Spero tu comprenda il senso di questa mia considerazione fisiologica.
Ma parla di studio nel senso di dottrina conservatoriale ossia basare tutto lo studio armonico sui principi intervallari che sono stati creati, all'epoca, sulla struttura del pianoforte (principio sul quale è basata tutta la concezione dello spartito e - devo dire - non proprio strettamente adeguata agli altri strumenti (notare che l'autore del video parla di "gusto frigio" o PROGRESSIONE dorica o ancor peggio "SALTI di terza", che ad esempio è un intervallo di terza. Allora se va bene così va bene tutto e queste sono solo banalissime inutili pippe pur di stare in uno schermo a farsi vedere. Mai visto un thread più pieno di blatere come questo
Personalmente, avendo studiato musica da piccolo e avendo fatto il conservatorio suonando il pianoforte e poi avendo imparato a suonare la chitarra da autodidatta sono convinto che "alcuni" strumenti si prestino di più all'essere utilizzati senza dover per forza conoscere la teoria (esempio la chitarra, la voce, l'armonica ecc.) mentre altri meno (esempio il pianoforte, strumenti a fiato ecc.). Detto ciò, considero la teoria musicale solamente una base molto utile per esprimere più velocemente il proprio spirito nel suonare qualcosa, e se parliamo di improvvisazione possiamo dire che l'orecchio sicuramente prende il sopravvento rispetto al ragionamento teorico nel cervello. Questa è la mia opinione.
Condivido, ci sono degli strumenti musicali che colocati in un genere "tipo il blues ad esempio" si prestano molto bene all'istinto, certamente dopo aver fatto un minimo di percorso pratico sullo srumento, la chitarra e l'armonica diatonica sono sicuramente tra questi strumenti, ma ce ne sono molti altri che se non hai un minimo di teoria musicale abbinata all'esercizio ci ricavi poco, non dico di leggere lo spartito a prima vista e riportarlo sullo strumento, ma almeno un po ti teoria armonica la devi avere, ameno che non sei un geniaccio, ma questo esula dai comuni mortali.
Bravo, proprio nell'improvvisazione e il gusto nell'improvvisare si scopre chi ha davvero talento. Parlando della chitarra, la tecnica che ti insegnano al conservatorio, anche quella jazzistica non può aiutarti per esempio nel rock. È tutta un'altra cosa.
Bravissimo. No, mi fermo qui perché se dico tutto quello che penso posso dare fastidio a molti.😀 comunque ragazzi, io odio la competitività, bisogna essere collaborativi, in questo modo tutti potremmo migliorare, non per sentirsi superiori ad altri ma per divertirsi insieme. Mai fare paragoni fra musicisti, io so fare una cosa meglio di te ma tu sai farne un'altra meglio di me .ciao
@@francofranchi3765 1. improvvisare non vuol dire non aver studiato. L'improvvisazione, anzi, non può che trarre vantaggio dallo studio: improvvisare musica è come improvvisare un discorso: premesso che devi avere qualcosa da dire (e che sia significativo), devi anche saperlo dire; e se hai un vocabolario migliore, se hai alle spalle uno studio solido della lingua, se hai letto tanti libri allora il tuo discorso probabilmente sarà migliore (premesso che, senza dubbio, ci sono persone più o meno portate al discorso, al parlare come ci sono persone più o meno portate a suonare). 2. Prova a chiedere a gente come Vai o Satriani se la musica classica possa servire o meno nella musica rock...
È lo specchio della società di oggi, ottenere il massimo con il minimo sforzo,e allora si dice che gli autodidatta suonano con il cuore e chi studia ha solo tecnica senza anima...la verità è che conoscere (e quindi studiare) è sempre meglio,hai più orizzonti e possibilità da sfruttare.
Verissimo, i grandi musicisti magari non hanno studiato musica, ma ciò non significa che non la conoscano. Hanno sicuramente acquisito il concetto in modo diverso e magari gli danno un nome diverso, ma sicuramente conoscono la musica. I beatles per esempio conoscevano molto bene l'uso dei tempi e si trovano spesso nelle loro canzoni delle modulazioni e dei cambi di tonalità che sicuramente non sono frutto del caso, semplicemente hanno acquisito quelle nozioni in modo diverso e le "chiamavano" in modo diverso.
..Anchio una notte sognai di comporre "Yesterday"però ,quando mi svegliai ,ricordai immediatamente dove avevo sentito quella melodia...mi son fatto due uova strapazzate e ho lasciato perdere....
Ho studiato musica ed ho insegnato in età avanzata e studiare la musica serve, però... Prima di quel momento ero abbastanza ignorante in merito, ma è stato anche il periodo più produttivo a livello compositivo, non avevo regole da rispettare e mi affidavo solo alle emozioni e alle orecchie. Riprendendo in mano quei brani dopo aver studiato (anche armonia), mi sono reso conto che i veri progressi musicali avvengono quando sei "ignorante" ovvero ignori i "limiti" imposti dalle regole musicali (e di costume). Studiare è importantissimo e doveroso, ma si deve stare attenti a non cadere vittima delle regole.
Ottima la tua spiegazione Claudio e sempre con la giusta e corretta pacatezza e professionalità. Io personalmente ho sempre suonato ad orecchio ma ho sempre avuto il desiderio di conoscere e capire la musica uno spartito ed oggi dopo tanti anni ho iniziato un percorso musicale con un maestro di chitarra e si capiscono e comprendono molte cose fatte per caso perché ci piacevano ma nn sapevamo da cosa derivassero. Oggi capisco cosa significa una sequenza Dorica....Frigia...i gradi della scala ...ecc ecc.... È sempre un piacere ascoltarti
Complimenti per il video! Io sono un bluesman autodidatta da sempre, sia tecnicamente che teoricamente, non ho mai preso lezione da un maestro, conosco bene la tastiera, l'armonia, tutti gli accordi e come si creano, e logico mi sono documentato e you tube mi dato tanto. Però l'esperienza e ascoltando tanto blues in passato ho appreso il linguaggio, e mi viene facile e naturale. Secondo me e questa la vera scuola.
Verissimo! Un po’ tutti diciamo “non conosce la musica” con il significato di “non sa leggere la musica”. La giusta distinzione tra le due accezioni l’hai già fatta tu. Secondo me studiare è non utile, ma indispensabile. Te lo dice uno che non ha potuto studiare musica come avrebbe voluto e, col passare degli anni, ci ha messo sì delle pezze da autodidatta (dallo studio del solfeggio a quello dell’armonia), ma non è mai come fare un percorso completo e guidato. Studiate! Studiate! Studiate che porta solo dei benefici! 😊
Non sono d'accordo quando dici che la musica non proviene dall' anima.di tutti i pezzi musicali che ascolti non tutti tu procurano emozioni...ma quando ascolti i tuoi pezzi preferiti rivivi ricordi emozioni ed altro,quindi quando componi un pezzo se sei innamorato incazzato o altro il tuo inconscio va a riprendere quelle emozioni e tu magari riporti in musica questo.ps Yesterday è stata sognata disse sir Paul
Grandissimo, Claudio. Finalmente qualcuno che dice le cose come stanno, al di fuori dei soliti luoghi comuni. Grazie per il tuo prezioso lavoro, e... Buona Musica! 😊😊😊
@@robertobertoni582 di contro i Police hanno sempre detto di aver programmato a tavolino tutto, dalla scelta del genere (seguirono, a detta loro, il trend del momento) alla costruzione dei pezzi. Poca anima e molto cervello, e pure sono venuti fuori capolavori come "Every Breath You Take"...
Quando tanti anni fa ho studiato musica con i classici metodi di chitarra jazz,ricordo che l inizio del percorso era guidato da un metronomo che inesorabilmente, matematicamente,mi faceva sommare,poi dividere,dividere dividere,per ore giorni mesi,quel ticchettio,e dicevo al mio maestro ,ma quando sarò in grado di suonare???mi rispondeva,tu non preoccuparti vai avanti col ticchettio,e dopo e volumi di metodo jazz,sapevo suonare,certo non un genio ma suonavo,poi con ore di prove,pentatoniche e minori,ho provato a metterci qualcosa di mio uscisse dal cuore ,dall' anima ,o dal cervello, però funzionava ,poi smisi e Ahime ho perso un po' ho ripreso come molti in periodo COVID,e adesso da buon pensionato sto iniziando a riprendere(con calma)un po' di studi,l unico rimpianto è di aver staccato per molti anni,ma alla fine va bene così,in conclusione,mi auguro che la musica possa restare con tutti voi per ancora molti anni👍
io conosco la musica... ma in alcuni casi per fare cose emozionanti... ho dovuto disimparare alcune cose.... diciamo che il top sarebbe: partire da autodidatta e diventare bravi... poi studiare per certificare la bravura, per poi tornare autodidatti ma con nozioni teoriche salde nel cranio
Claudio perdonami, io ammiro la tua dedizione e l’impegno che applichi in ciò che fai. Si vede che possiedi una dote per insegnare e una caratteristica che a mio avviso tutti i bravi professori dovrebbe avere, l’amore per la disciplina che insegnano. Ho scoperto il tuo canale non molto tempo fa e sono rimasto molto colpito dalle tue analisi approfondite e lucide che mi hanno fatto scoprire un ramo della musica blues/ pop e rock che non conoscevo. Io ho studiato per 8 anni al conservatorio e ora studio filosofia. Apprezzo veramente il tuo coraggio e la tua schiettezza anche quando ti esponi su questioni molto delicate come questa. Per quello che penso una visione positivista e scientifica come la tua riguardo alla questione musicale è un pochino rischiosa, perché come quelli che si attaccano solamente a principi metafisici per descrivere i fenomeni e le composizioni musicali, tende ad essere parziale. Sono d’accordo con te sul tenersi ai fatti, ma purtroppo un approccio totalmente scientifico e rigido sulla musica non so se possa funzionare come nel caso di discipline che appartengono a un campo diverso , come il diritto o la medicina. La musica prima di tutto è arte e come tale comprende unione di tutti i fenomeni più umani è quello il bello: tradizione, conoscenze pratiche e teoriche, e che lo si voglia o no anche una dose di mistero o qualcosa di indefinito. Sono d’accordo con te: possiamo darle il nome che vogliamo, possiamo anche credere sia un’invenzione umana. Ti consiglio solo di rimanere in ricerca e non precluderti una strada di approfondimento interessante (se riduciamo tutto alla passione ed emozioni anche in questo ambito è facile ridurlo a fenomeni fisici e biologici, ma forse c’è qualcosa di più). D’altronde ci sono voluti anni di dibattiti e si discute ancora tuttora: è questo il bello delle discipline che io te amiamo e condividiamo, musica, filosofia e arte. C’è sempre spazio per discutere grazie comunque per aver esposto il tuo pensiero
All'inizio del video hai detto "la musica viene dall'anima!", e io dentro di me ho risposto "no, perché l'anima non esiste". Poi arrivo al minuto 6:02 e... Ti ho amato per un attimo 😂Grande. Non mi ero ancora iscritto al tuo canale, ma dopo questa tua affermazione, anche coraggiosa (perché ti tirerai dietro le solite critiche dei soliti bigotti), mi iscrivo immediatamente 👏👏👏
@@albylotus8512 Il che lo sminuisce? Un genio e' un genio, se poi ha anche studiato, meglio. Io credo che la teoria musicale possa essere d'aiuto a chiunque e non faccia male a nessuno, ma e' un'opinione.
@@albylotus8512 e non solo lui: Morricone ha sempre lavorato a strettissima collaborazione con Gilda Buttà, grandissima pianista, compositrice e docente di musica in due conservatori. La realtà è che tutti gli artisti amano (chi più, chi meno) avvolgersi in un'aura di fuffa che serve a farne dei personaggi. Perché sanno bene che poi ciò che fa il grande successo è l'essere personaggio, prima della proposta musicale.
@@fabriziobellanca73 Morricone personaggio? Non direi proprio che avesse bisogno di spinte di questo tipo, la qualita' del suo repertorio parla da se'.
Il suono è nato molto prima della scrittura musicale. I più grandi musicisti hanno suonato ad orecchio. Le combinazioni delle note sono quasi infinite dal punto di vista matematico. In Italia si pensa che suonare ad orecchio significa non saper suonare, non sapendo che la musica insegnata nei conservatori rappresenta la milionesima parte di tutta la musica esistente. La musica indiana per esempio, armonicamente non ha niente a che fare con la musica che si insegna . Assurdo poi pretendere di insegnare l'improvvisazione. Finiamola di riempirci la bocca col grigio, dorico e altro.
Complimenti per il video Claudio! È molto difficile parlare di questi argomenti, e tu l'hai fatto meravigliosamente... Sei davvero un grande professionista.
In ogni attività umana, in ogni forma d'arte, esiste il "Sapere" ed il "Saper fare". Le due cose per raggiungere il massimo dei risultati, il meglio, devono coesistere. Se si possiede solo il "Sapere" si è dei didatti degli accademici dei teorici e non è detto che ciò che conosciamo e che spieghiamo agli altri siamo anche in grado di metterlo in pratica. Di per contro possedere solo il "saper fare" si è degli artigiani e non degli artisti. Ben inteso, non c'è niente di male in questo. Ci sono artigiani che danno vita a cose stupende, ma che comunque, nel loro processo creativo saranno sempre limitati perché carenti nella parte accademica. Un esempio in tal senso, è quello dei citati Beatles. Grandissimi musicisti, con grandissime idee, che hanno imparato da autodidatti e con un sacco di ascolto (esempio assolo di Penny Lane ispirato dal concerto Brandeburghese di Bach N.2) Nella loro evoluzione, c'è stato un momento in cui si sarebbero fermati se non avessero incontrato in Abbey Road il "Quinto Beatles" Sir George Martin, e lui si che la conosceva la musica eccome!. Sono suoi gli archi in "The long and winding road" o gli ottoni in "Here there and everywhere" e mille altre cose che hanno reso dei brani (già buoni) degli autentici ed iconici capolavori. Una volta che si possiede il "sapere" ed il "saper fare" The Sky is the limit. Questa la mia modesta opinione, buona Musica a tutti.
Alex Britti ha detto una gran paraculata ahahah Viveva con la chitarra in mano, replicava artisti come Clapton bb king e molti altri. Se non é studiare quello. Dai e ridai le cose le impari. Rischioso il suo messaggio e diseducativo musicalmente parlando Studiate se potete
D’accordo con te al 100 % Se la musica non l’hai in qualche modo imparata non suoni, semplicemente perché la musica ha le sue regole. Se non le seguì non vai a tempo, non intoni, in una parola fai schifo ;) le esternazioni di Alex Britti rischiano di portare chi vuole fare musica al disastro.
@@guidoligabue5767 Se però Britti dovesse leggere a prima vista un brano non sarebbe capace, quindi no, non è che ha studiato percorrendo un’altra strada, non ha proprio studiato
Sono perfettamente d'accordo. Nel mio piccolo mi succede spesso qualcosa di simile: se, nei miei libri o video di divulgazione, chiamo in causa la matematica per analizzare fenomeni reali (per esempio riguardanti la musica o lo sport) molti mi accusano di voler infilare i numeri dappertutto e di voler attentare alla poesia e all'emozione. Ma tu Claudio hai spiegato perfettamente il meccanismo psicologico che sta dietro. Complimenti per i tuoi meravigliosi video.
Mi piace, in particolare come ha parlato di consapevolezza e delle convenzioni, i linguaggi per parlare della musica. Andando ancora più a fondo si finisce nella fisica che può occuparsi di musica ed armonia, in modo decisamente poco funzionale per chi suona però 😂. Se poi parliamo di matematica applicata alla composizione molti musicisti che suonano con l’anima avrebbero brutte sorprese purtroppo. Continuo a seguire con interesse. Grazie
Una chiave di lettura che può unire i due mondi: attraverso la conoscenza del linguaggio musicale o della tecnica è possibile 'misurare' quanto amore c'è dietro ciò che si sta ascoltando, nell'averlo pensato e musicato e eseguito.
Bravissimo ...hai fatto un'analisi perfetta ,tutti esempi che condivido . Io compongo musica , armonizzo ,arrangio in vari generi musicali , conosco il pentagramma e tutti i suoi valori ma in realtà leggere è un'altra cosa. È chiaro la conoscenza è alla base di tutto . Ma tutto ciò può anche arrivare da musicalità ,talento e tanto ascolto, ed è chiaro che se componi musica sei condizionato soprattutto dall'ascolto che hai incamerato.
Personalmente sono sempre stato attratto dal desiderio di conoscenza: sapere che dietro a un fraseggio carico d’emozione ci sta la famosa “progressione dorica”, amplifica la mia percezione e rende la musica ancor più “magica”, se così vogliamo definirla. Ma questo è un mio personalissimo modo di vivere la musica (e non solo): l’irrefrenabile curiosità di sapere cosa ci sta dietro, come aprirle il tuo giocattolo preferito e vedere com’è fatto dentro, quando l’hai scoperto diventa ancora più bello! Grazie a persone come Claudio che ci mostrano il “lato oscuro della luna” 😉 senza con questo farci perdere la magia di ammirarla nel cielo notturno. ❤
Ciao Claudio, complimenti, ottimo video! Io ho suonato per 40 anni ad orecchio e solo da poco ho iniziato a studiare… è meraviglioso (proprio come la meraviglia di un bambino) scoprire perché hai fatto certe cose e come si incastrano tra loro ❤
Sono pienamente d'accordo con quello che hai detto. Ricordo che quando volevo imparare a suonare la chitarra chiedevo ad un mio amico chitarrista come si prendevano alcuni accordi e le note singole per suonare le scale e lui puntualmente mi diceva che era qualcosa che doveva venire da dentro. Alla fine l'ho dovuto imparare da qualcuno. Grazie mille Claudio per i tuoi tutorial mi hanno arricchito tanto
Sul discorso del cuore... L'espressione arriva dai secoli nei quali si pensava che il cuore fosse la sede delle emozioni, sai perché hai la fede all'anulare? Perchè pensavano che ci fosse una vena che partisse da lì ed arrivasse direttamente al cuore. Ovvio che con le conoscenze di oggi si sa che il cuore è semplicemente una pompa del sangue. La musica esisteva prima ancora della teoria è una attività che arriva dalla preistoria. E' un evento naturale e poi si sono costruite regole e teorie per poterlo spiegare e replicare ma l'evento esiste a prescindere delle teorie Si è costruito un enorme impalcatura per codificare qualcosa di esistente. Non esiste un solo tipo di musica e di regole. Esistono musiche e regole diverse in tuttto il mondo india, medio oriente, estremo oriente ecc. Il blues è l'esempio perfetto... una musica fatta da gente senza cultura che contravviene a tutte le regole della musica occidentale. Dopo si è cercato di codificare e di riportare il blues nei canoni occidentali. Ti faccio un esempio personale, mio zio buon anima (é un modo di dire anche questo) costruiva raffinerie faceva progetti ma non era laureato perchè ai suoi tempi era nato nel 1920 erano rari però aveva imparato negli anni con l'esperienza il lavoro. Oggi ci sono laureati che sulla carta ne dovrebbero sapere di più di quello che sapeva lui ma invece non sanno fare un cazzo. Il fatto di conoscere la musica non fa il grande musicista, certo che aiuta sapere almeno le basi ma poi conta la persona il cervello? l'anima? il cuore? chiamalo come vuoi. Visto che hai affermato che l'anima non esiste: Claudio Cicolin cosa ti senti? Forse Un ammasso di cellule? Forse un insieme di impulsi elettrici all'interno del cervello? ti sei mai fatto questa domanda? Chi sono? cosa sono?
6 месяцев назад+1
Saggio consiglio quello di farsi certe domande.... e la risposta non sarà MAI "l'anima". Quella può essere solo la risposta preconfezionata che si sceglie quando si smette di farsi davvero certe domande. Sul resto siamo d'accordo.
Come sempre vai dritto al punto e sei competente: Sono anni che discorro con il mio maestro di basso di come musicisti come il nostro amato Macca (Paul McCartney) conoscano eccome la musica. La conoscono avendola appresa sul campo. Suonando le migliori canzoni della loro epoca, studiando le progressioni armoniche, le soluzioni ritmiche...è come andare a bottega ai yempi del Verrocchio per leonardo da Vinci. Non c'era l'università ma si apprendeva l'arte facendo. Il discorso sarebbe lungo ma è questo...
Da pianista dico che studiare la musica è di persestesso il piacere della musica. La bellezza degli oggetti musicali (progressioni, scale maggiori minori modali, accordi, ecc) il loro uso, la loro combinazione sia accademia sia naif è la MUSICA. Non sa cosa si perde chi non la studia. Personalmente trovo altrettanto piacere nell'esecuzione di un brano che nello studio dello stesso.
13:47 "Spesso si confonde il saper leggere la musica con la questione del conoscere la musica". Oh! Finalmente qualcuno, che è anche un insegnante di musica, lo ha detto, perché questo è uno dei più grossi equivoci che viene perpetrato e diffuso anche, purtroppo, da gente del settore. Grazie davvero, Claudio.
Sicuramente i Pink Floyd non conoscevano la musica, ricordo che passavano le giornate a chiaccherare al bar, poi ogni tanto si svegliavano e dicevano: bene, adesso entriamo in studio e facciamo un disco così per divertirci un po...poi tornavano al bar a chiaccherare...
Se questi grandi mostri sacri della musica non la conoscono (didatticanente parlando) ed hanno creato "pezzoni" eterni, allora, evviva l'ignoranza, grande Claudio 💯🤙👍🏻💎🎸
Claudio., in pratica sei un positivista. In quanto tale quello che dici, come tutte le correnti di pensiero, esprime una verità giocoforza parziale. Con sincero affetto
Sono perfettamente d'accordo con te. La comprensione di certi meccanismi puo' passare attraverso strade molto diverse ma comunque sempre da un ragionamemto (non dal cuore ma dal cervello). Mi spiego con un esempio. Prima di studiare (poco) la musica mi ero comunque accorto (inconsapevolmente) della relazione "magica" tra il primo e il sesto grado. Usavo una sorta di trucchetto. Per individuare pentatoniche da utilizzare per realizzare melodie e improvvisazioni su una progressione di accordi consideravo il secondo accordo dei giri armonici classici (do LAm rem sol7...re SIm Mim la7 ecc). Cosi facendo sapevo che ad esempio melodie e improvvisazioni su una progressione di accordi in MI maggiore funzionavano bene se costruite sulla pentatonica minore di Do diesis. Solo successivamente, studiando, mi sono accorto di come le note della scala maggiore di MI e quelle della scala minore di Do diesis fossero le stesse, della relazione tra primo e sesto grado, di come si "isola" una pentatonica da una scala naturale ecc. Insomma quel mio rozzo trucchetto nasceva comunque da un ragionamento. Era un livello (se pur rudimentale) di CONOSCENZA. Le note non le pigliavo a caso, non me le suggeriva l'anima, sapevo esattamente dov' erano!
Questa è la differenza tra chi compone musica e chi invece la riproduce! Se le persone, note e meno note, che non hanno studiato musica parlano di “musica che proviene dal cuore e dall’anima” lo fanno per frustrazione, come dici tu, allora chi ha studiato musica senza avere lo “stimolo” nel comporre allora la loro frustrazione consiste nel sostenere la musica come studio e ascolto! Il mio insegnante delle medie definì la musica come “quell’arte attraverso la quale si esprimono i propri sentimenti”! É ovvio che occorre conoscerla (studiarla, ascoltarla o come pare a te) ma deve patire dall’esprimere un sentimento! Tutto ciò che è arte è espressione di sentimenti
studiare la musica a mio dire è molto importante ,per me il sapere è molto appagante ,poi essere creativi è un altra questione musicisti che con tre accordi ti creano una melodia che ti penetra nel cervello che ti risuona dentro anche mentre dormi quella è la magia della musica ,comunque anche in modo parziale devi sapere ,un esempio se guardate un video del grande BB king è palese che conosce ben poco la musica eppure era magico
Bellissimo l'episodio di Paul che, con ansia, chiede agli amici musicisti se hanno mai sentito il motivo di Yesterday. Per quanto riguarda il fatto che la musica non derivi dal cuore, beh, forse in parte sì: pare che i bambini che hanno passato la gestazione tenendo per più tempo le orecchie accanto al cuore della madre, sviluppino più presto un istinto ritmico rispetto agli altri. Molto carina come cosa. Complimenti e grazie per il bel video 🙂
Bravo Claudio hai fatto benissimo a fare questo video. Spero che lo vedano in molti… sull’uso del termine “fregnacce” .. purtroppo non c’è altro modo per definire tali affermazioni…
Studiare e conoscere accresce il piacere. Il fatto di sapere che un brano dei Pink Floyd e uno di Santana abbiano ad esempio uno stesso passaggio armonico non cambia, i due brani emozioneranno comunque in maniera diversa. Dopo tanti anni di studio ed aver suonato in orchestra conoscendo ogni angolo di quell'ambito quando sento un piano orchestrale d'archi che parte mi fa viaggiare come se fosse la prima volta che scopro quel suono.
Ciao Claudio, concordo totalmente con te. Ho 61 anni e da 6 che studio il basso elettrico. Non ho mai suonato uno strumento a corda e sono partito con una sola convinzione: trovare un bravo maestro e studiare musica. A distanza di tempo devo dire che aiuta molto conoscere le fondamenta della musica, ma la strada è lunga e faticosa. L'approccio che ho è misto, ovvero parte come tecnica e puro piacere di suonare e parte con lo studio e la teoria (senza solfeggio ma con altri metodi di apprendimento che il maestro mi sta trasmettendo). Sto imparando ad avere sempre di più il feeling con lo strumento e potrei dire molto altro ma non voglio dilungarmi in cose che tu già sai e insegni. Studiare vuol dire essere più consapevoli e lasciare che la mente possa dare il giusto imput alle mani e alla creatività personale insita in ognuno di noi.
Molto d'accordo. Aggiungerei che anche la coloritura emotiva è un "prodotto" cerebrale. È opera del sistema limbico. E banalmente un poeta che scrive quanto meno possiede la conoscenza di grammatica e sintassi, mezzi con cui traduce le sue emozioni in parole, le quali poi susciteranno emozioni nel lettore.. Senza la "teoria" ti manca il mezzo essenziale con cui trasmettere e comunicare.
Caro Claudio, sono d’accordo con te. Aggiungo che il concetto di “anima” pervade lo spazio filosofico da millenni per cui, prima di catalogarlo con inesistente, occorrente fare delle precisazioni. L’anima per taluni è un contatto trascendente mentre per altri è più legato alla sostanza dell’individuo,cioè alla sua autocoscienza. Tu parli di questo. Santana probabilmente si riferisce al primo. Legittimi entrambi…è il termine ad essere ambiguo. Grazie per il tuo lavoro
Soprattutto paragonare il concetto di "anima" a credere in Donascimento è una semplice frecciatina atea, ma a livello logico non sta né in cielo né in terra
6 месяцев назад
@@marcoperronenutrizionistaquello che non sta né in cielo né in terra credo sia scrivere "anima" e "logico" nella stessa frase
6 месяцев назад
"pervadeVA" lo spazio filosofico. Teorie rispettabilissime, ma svariati secoli fa. È dal XVII secolo che si sono fatti passi avanti per cui direi che siamo nel secolo giusto per affermare senza possibilità di essere smentiti (con fatti, logica, razionalità) che l'anima non esiste. Per definire come "esistente" qualcosa, bisogna prima provare che lo sia. Per favore non confondiamo teorie ed ipotesi, tra l'altro superate, con la realtà.
Il talento è natura, lo studio ti fà fare il salto di qualità. Britti è un ottimo bluesman che ha avuto dei fortunati intuiti compositivi che, grazie alla tecnica ed al sapere assimilato sullo strumento (inconsciamente studiando) gli hanno permesso di avere il suo spazio. Più conosci lo strumento ed i meccanismi della musica e più riesci a creare (senza però snaturarti con il troppo studio...) In realtà bisogna studiare ed al contempo continuare a dare sfogo al proprio istinto finchè studio e natura si fondano creando un artista completo.
Sei un GRANDE..studiare e sapere cosa “sta accadendo” fa piacere e da anche molta soddisfazione..(anche se il flauto di Ian Anderson mi piaceva di più quando non aveva ancora studiato flauto 😂).. il resto è tutta invidia 😎😎… e comunque Britti ha più volte dichiarato che in tenera età conosceva a memoria i brani di SRV e quelli di Hendrix al punto che “se a loro cadeva il plettro allora cadeva anche a me” 😂… quindi anche lui a modo suo ha studiato!!
quello che non comprendo è che oggi si hanno sempre versioni esclusiviste sui fatti, un approccio di bandiera: o è sensazione o è tecnica. io penso che semplicemente sia tutte e due, mettere una quinta di dominante seguita da una prima da un effetto di passaggio da tensione a quiete, questo è capire come si possono trasmettere le sensazioni, quali sono i modi per farlo. come proiettarti in un ambiente dalle mille ed una notte usando una ionica#5, o nello spazio profondo usando un'armonia quartale, creare un po' di disagio con un accordo minmaj7, o trasmettere brillantezza con gli accorsi sus2 e sus4
Se studi, godi molto di più. Non c'è niente di più gratificante di avere consapevolezza di quello che ascolti. Impari un linguaggio, lo comprendi, lo assimili, lo riutilizzi. Facendo la metà della metà della metà della fatica che impiegheresti ad arrivarci per tentativi. Senza considerare che il tuo cervello, stanco di andare a casaccio per imparare qualcosa destinata ad essere presto dimenticata, ti ringrazierà per offrirgli qualcosa su cui costruire, ricordandosene per tutta la vita. Se studi puoi emozionare, se scazzi annoi e basta.
Fare musica senza aver studiato è un bel rebus,ma sono pienamente d'accordo con te caro Claudio,le progressioni ,anche se non si conosce la formula,certi individui le memorizzano a memoria,alla fine anche se non sono consapevoli di quello che fanno riguardo l'armonia musicale,ma rimangono sempre dei fenomeni, conclusione studiare è molto importante,ma certi ci riescono alla grande,come l'esempio di paul mekatne gymmi endric e via dicendo,w la musica sotto tutti gli aspetti, video molto interessante, grazie Claudio x la tua professionalità ❤❤❤
Attenzione che anima è una concetto molto ampio che in alcuni casi è un sinonimo per coscienza in senso scientifico😂. Lo dico essendo assolutamente d’accordo con te sulla musica. La musica è pura matematica che però riesce ad emozionarci e comunicare con noi in una maniera universale. Io credo che la musica sia una specie di hacking che facciamo della nostra mente. Abbiamo scoperto che alcuni suoni e ritmi saltano alcuni passaggi del cervello e arrivano direttamente ai centri emotivi e del piacere. Detto questo credo che la creatività può avere origine irrazionale ma la messa in musica è assolutamente razionale. Quando mi sento triste e scrivo un libro ho bisogno di alfabeto, grammatica e Tecniche di scrittura per far comprendere agli altri il mio stato d’animo.
Bellissima analisi Claudio, condivido pienamente ogni parola… Consiglio anche il libro di Rick Rubin “L’atto creativo: un modo di essere” che pone un punto di vista molto affascinante (anche se un po’ più esoterico) al processo creativo, e in più da anche qualche consiglio niente male… personalmente è diventata la mia Bibbia… 😂 Detto questo negli anni mi sono reso conto che, ad esempio, per conoscere le triadi, imparare a leggere la musica mi avrebbe facilitato, poiché la composizione degli accordi ha una fortissima visualizzazione sul pentagramma (i cosiddetti grappoli), invece di impararle a memoria o sullo strumento… Quindi in definitiva secondo me studiare è un grandissimo valore aggiunto, motivo per cui dopo 15 anni da autodidatta a ottobre comincerò il mio percorso in Lizard… Un abbraccio!! ✌🏻😁
Completamente d'accordo, hai spiegato con precisione e dovizia l'importanza dello studio (e anche l'ascolto attento lo è). Ho apprezzato meno le tue affermazioni riduzionistiche sull'anima, concetto che associ sprezzantemente addirittura al personaggio Do Nascimento..... L'anima credo esista, ma si, comprendo il senso dell'iperbole, per suonare e studiare ci vuole il cervello👍
tutto vero che cosa stai dicendo sono perfettamente daccordo con te .Per me e tutto chiaro prima suonavo poi ho studiato e ho capito la funzionalita di un brano facendo le analisi musicali poi tutto ti viene piu facile .Studiate le progressioni 251 1625 nella musica funziona .la musica e composta da l dur e moll in italiano Maggiore e minore.Un saluto Claudio spero che mi sono spiegato bene non vivo da 51 anni in Italia .Buona musica a tutti
Hai pienamente ragione, ma purtroppo sono cose che molti non ammetteranno mai, e fanno il pari con quelli che sostengono che chi ha la terza media ne sa più di chi ha una laurea, anzi, come ho letto in qualche commento qui sotto, a volte sono le stesse persone, e la cosa non mi stupisce, perchè sono figlie della stessa mentalità. P.S. Anche Robert Smith faceva sentire a chiunque "Friday I'm in love" quando la scrisse, convinto di averla copiata da qualcun altro, ah, ah!
Io non leggo, ho i miei limiti tecnici e teorici, ma quando sono andato a lezione, ho iniziato a capire come si formano gli accordi, perché alcuni stanno bene tra di loro e perché certe note erano buone su quegli accordi, ho fatto un progresso enorme come chitarrista. Suonavo anche prima accordi e assoli con l'istinto (in realtà è esperienza), ma lo studio mi ha aperto la strada.
che dire... come sempre un atteggiamento professionale e pacata, un'analisi perfetta sull'inutile polemica montata ad arte da personaggi che con la musica non hanno nulla a ch fare. Ti stimo Claudio
Una delle prime lezioni di musica è stata "impara le regole e poi dimenticale"....studio musica dagli anni 90 le prime lezioni erano ascoltare e tirare giu i brani dalle musicassette cd ...i libri di teoria ,armonia e tecnica strumento ti invogliavano a migliorare ... è stato e sarà sempre un processo di crescita🎸...oggi con i social, tutorial, etc...tutto è accelerato...e' a portata di un clic...forse e spero di non sbagliarmi ma si è persa la voglia di ascoltare x essere sé stessi trovare la propria strada/stile....intendo meno tecnica e più musica
Tralasci il sentimento, i sentimenti e la percezione fisica degli stessi, che è localizzata in differenti parti del corpo... Per non parlare del vissuto legato alla propria esperienza musicale ed esistenziale, la musica viene dallo studio si, ma la funzione dello studio non è solo quella di imparare a suonare uno strumento, ma lo studio per me è il mezzo che permette di esprimere il proprio cuore o anima o coma cavolo vi pare...
Conoscere la musica non solo non toglie nulla all'emozione, ma vi posso assicurare che AGGIUNGE emozione. Esattamente come conoscere le spiegazioni scientifiche della natura AGGIUNGE emozione e meraviglia, proprio perché capisci più a fondo quello che stai osservando, ascoltando nel caso della musica. Dire quindi che la conoscenza della teoria musicale (che è cosa ben più vasta del solo leggere il pentagramma) toglie qualcosa all'ascolto, è solo un luogo comune.
Secondo me la teoria musicale non peggiora l'ispirazione, o le capacità. Chi dice il contrario, ed è capace applica la teoria musicale senza saperlo. Non credo che sia piacevole un pezzo suonato scegliendo note casualmente. Ho sentito dichiarazioni simili anche da kurt cobain dei nirvana. Prima le regole si imparano e dopo le si trasgrediscono ma coscientemente.
Bellissima analisi! Complimenti. Per quanto mi riguarda anche chi dice di suonare istintivamente comunque sia fa uno studio su se stesso implementando e sviluppando un proprio stile musicale. Credo che il discorso di Britti si possa riassumere in questo concetto. Il fine ultimo di chi vuole fare canzoni proprie secondo me dovrebbe essere questo. Conoscersi e sviluppare il proprio suono, creare il proprio linguaggio senza diventare la fotocopia di un altro. E secondo me questo è STUDIO con la S maiuscola!
Pensare che il cuore sia solo una Pompa e dire con assoluta certezza che la musica non ha a che vedere con l’anima.. di cui si ha assoluta certezza che non esista..beh.. ho il sospetto che questa attitudine esprima un tipo di musica che ha l’empatia di una mensola di marmo.. Cos’è là creatività? Da dove attinge?.. cos’è l’intuizione? Da non confondere con l’istinto.. grazie al cielo i concetti di base di fisica quantistica ci danno un quadro meno freddo è desolante di cos’è la creatività e dell’arte in generale come mezzo di espressione di qualcosa di molto più che non il semplice elaborato cerebrale ..
6 месяцев назад
Secondo il tuo punto di vista le AI non potrebbero essere creative, mentre è tutto ciò che fanno, almeno quelle generative. Tanto che l'opera di una AI è indistinguibile da una umana, ecco perché ci sono già stati problemi in concorsi in cui opere di AI sono state scambiate per umane e viceversa. Il tuo ragionamento sembra apiù che altro frutto di pregiudizi, ma tranquillo... ce li hanno anche le AI, proprio come te 😊
Grandissimo Claudio. Secondo me bisogna che chi ha studiato rispetti chi non ha studiato e viceversa. Nessuno si deve sentire colpito dalle affermazioni di quelli che stanno dall'altra parte. Ci sono talenti che non hanno studiato e talenti che hanno studiato. Chi studia può essere molto avvantaggiato, ma si arriva anche da autodidatti agli alti livelli. Poi lo studio non può insegnare determinate cose, non si possono neanche scrivere sul rigo musicale. 😊 Ci vuole orecchio, e non tutti ne hanno abbastanza. 😊 E anche il talento non viene all'insegnamento.
Hai spiegato benissimo tutto. Sono persone dotate che hanno appreso la musica in modo non convenzionale però sempre la musica hanno appreso. Nota a margine: è comprensibile che chi ha queste capacita di apprendimento si senta limitato nello studio a 360 gradi della intera teoria musicale. Lo stesso Britti ha detto nel video che ha perso qualcosa non studiando in modo ortodosso ma non voleva perdere qualcosa di altro nel suo essere riconoscibile. In pratica è una questione di capacità del maestro di insegnare e di capacità dell'allievo di apprendere senza privarsi dei suoi momenti creativi della propria impronta (o identità). Perciò anche io come Te vedo più un equivoco che una contrapposizione. Sono molto d'accordo col Tuo video molto completo pacato e giusto. Grazie
io ad esempio considero il celeberrimo "riff" di shine on you crazy diamond, quelle quattro note esattamente messe come sono, un distillato assoluto del genio "alla michelangelo" che toglieva il superfluo dal blocco di marmo. il genio è capire cose che tutti vedono ma non guardano. che sentono ma non ne capiscono l'essenza. bel video, complimenti.
Il mio prof dopo che avevo finito di studiare mi disse: ora sai cosa stai facendo,ed istintivamente fai le cose giuste,ora dimentica tutto ed improvvisa .... ed aveva ragione perché studiare ti apre e ti mette sul binario giusto,dopo tutto vieni istintivanente , istintivamente basato su cio che hai imparato a scuola ,caro amico mio hai pienamente ragione😊
Ciao Claudio, quello che dici è molto interessante ed è argomento di miei riflessioni. Ho 58 anni, ho studiato chitarra classica alle scuole medie, detestando tutta la vita l'insegnante che non ha mai voluto insegnare accordi o banalmente a strimpellare da spiaggia. A 50 anni ho ripreso lezioni ma con una modalità completamente differente. Non trovo nessuna utilità (a parte saper arpeggiare) dai pezzi di Sor, Giuliani o Carulli che ho studiato e ogni tanto tiro fuori. Il direttore della scuola che frequento è un sassofonista che ha fatto il conservatorio ma suo figlio, musicista professionista polistrumentista, non ha studiato in modo convenzionale per evitare "vincoli" mentali. Ricordo sempre compagni delle medie che non avevamo preso una sola lezione di chitarra, che suonavano divinamente qualsiasi cosa e io non sapevo fare nulla. Grazie per i tuoi video, buon lavoro
Come in tutte le arti studiare e seguire un maestro non fa assolutamente male. Bisogna stare attenti che questo non sia un limite alla propria creatività e intuizione. Per me la musica è nell' aria e la bravura sta nel saperla cogliere
Dipende "un pelo" anche da cosa suoni: da bassista che suona anche molto jazz, fusion e dintorni, non avessi studiato, e parecchio, non è che me la potrei sfangare con granchè disinvoltura... la conoscenza della teoria, in primis dell'armonia, non è solo ciò che ti permette di allargare le tue potenzialità interpretative e compositive, ma anche di interagire a fondo con gli altri musici. Scontato che puoi comporre capolavori e suonare bene anche senza saperne un'acca, ci sono migliaia di splendidi brani e grandi musicisti a ceritficarlo, ma le affermazioni di Britti mi sono sembrate più tipo la "giustifica" di chi semplicemente non ha avuto voglia di farlo, studiare. Poteva cavarsela con un, meno debole, "...ci tentavo, ma il cane mi mangiava continuamente metodi e manuali!"😎
Bravissimo, Claudio, secondo me hai centrato perfettamente l'argomento. Soprattutto quando affermi che la composizione musicale è un processo di assimilazione e rielaborazione. Ciò è sempre avvenuto. Non dimentichiamoci che Bach fu sempre in quotidiano contatto (sia pure indiretto, attraverso gli spartiti) con artisti come Vivaldi e Couperin. In questo, bisogna ammetterlo, ogni artista è in parte un prodotto del suo tempo, e rielabora cose lette (lo scrittore e il poeta), viste (il pittore, lo scultore) o ascoltate (il musicista). Tu hai citato "Yesterday", ma qualcosa di analogo successe a John Lennon con "Girl". Anche lui affermò di essersi svegliato la mattina con quel motivo in testa, già perfettamente definito. Ebbene, si tratta di una vecchia canzone napoletana, che io stesso ho sentito cantare da Miranda Martino in un filmato dei primi anni '60 (prima del pezzo dei Beatles), solo che era a ritmo di Waltzer...
Si suona col cuore ma il cuore si educa. Il cosiddetto istinto in realtà non è uguale in tutto ciò che facciamo quando iniziamo a fare ciò che facciamo e dopo che siamo migliorati. Il problema della testimonianza della propria esperienza da parte di Britti è che rischia di illudere le persone semplici su due importanti punti: 1. Per diventare bravo non devo essere curioso 2. Posso valutare il valore di una musica anche senza capire nulla. Il primo approccio mi limita, il secondo non mi sa collocare un brano nel contesto per cui non mi rendo conto degli apporti e posso credere che sia un genio uno che scopiazza male da altri più creativi. Inoltre posso essere così sciocco da pensare che ciò che non mi piace In un primo ascolto non potrà mai piacermi se approfondisco. Chi ha un po' di pazienza sa per esperienza che molte delle cose migliori le ha capite in un secondo tempo. Personalmente ad esempio adoro e amo ascoltare il primo coro della passione secondo Matteo di Bach. La prima volta che l'ho ascoltata mi sono quasi addormentato dalla noia. Un giorno ho assistito a una spiegazione di quel brano che sottolineava gli espedienti compositivi e il rapporto fra testo e musica. Questo mi ha fatto percepire ogni passaggio in un modo completamente diverso e adesso lo considero uno dei capolavori della storia della musica. Lo stesso mi è capitato col jazz: la prima volta che ho ascoltato un disco di Stan Getz mi sembrava che ripetesse le stesse cose insipide per tutti gli assoli. In seguito ho provato a suonarlo e mi sono reso conto che non ero in grado di eseguire cinque secondi di fila nel modo adeguato. Così adesso percepisco, dopo molti ascolti e un pochino di studio, la ricchezza dello swing e della armonia e pertanto del fraseggio. Lo stesso succede nei brani pop e rock ma anche folk. Comprendere fa godere in modo più consapevole. A volte anche critico perché ci si rende conto che uno stesso espediente era stato usato anche meglio da altri. Disgraziatamente Britti ha assolutizzato una sua vicenda secondo me senza neanche farlo apposta. Lui poi parla come uno del popolo quindi piace soprattutto a chi non ha voglia di fare la fatica di imparare cose nuove. Non essendo molto giovane ricordo la televisione degli anni 60: tutto concorreva a farci ammirare cose che in prima battuta non capivamo. Oggi avviene l'esatto contrario perché tutto è completamente consumista. Così dalle dichiarazioni spontanee e sincere hanno alimentato una convinzione che rafforza dei pregiudizi nati dalla pigrizia. Ovviamente così ha contribuito a compromettere l'onesto lavoro di chiunque insegni musica. Senza volerlo, ci mancherebbe. Ma lui parla appunto come uno del popolo e non ci sta pensare. È simpatico ma sinceramente gente come lui e come Totti la preferisco quando fa quello che sa fare, cioè suonare nel suo caso e giocare nel caso di Totti.
Ciao Claudio, bel video!! Dilemma infinito questo, ma credo si tratti, come hai già specificato tu nel primo commento, di problemi espressivi, delle parole usate. I concetti sono quelli alla fine. La musica nasce dalla conoscenza e quale progressione, accordo, riff utilizzato, è basato sul del momento emotivo di chi sta componendo e qui entra la parte magica e di espressione dell'animo (inteso come stato d'animo) del protagonista. Per come la vedo io la musica è divertentissima, ma chiede un po' di sudore e faccio un esempio pratico: oggi vanno di moda tutte quelle ragazzine che, su YT, sventolano fisici da capogiro mentre suonano brani alla velocità della luce. Brave, bravissime, belle, bellissime, ma pochi ragionano sulle ore, giorni, mesi o anni nei quali hanno preso la chiave di casa e l'hanno buttata dalla finestra: a certi livelli non ci arrivi se non con un esercizio infinito e questo, chiaramente, toglie tempo a tante altre cose. Non voglio discutere sul fatto che sia giusto o sbagliato, non è quello il mio discorso, dico solamente che, andare a fondo e capire l'origine delle cose, può solo aiutare a dare consapevolezza ed è giusto farlo, a prescindere da come noi interpretiamo la musica. Lo scrive uno che suona da 30 anni e che solo adesso, a 50 anni suonati (tanto per stare in tema...), cerca di imparare qualcosa di teoria musicale. Lo sto facendo non con l'intento di comporre brani, ma semplicemente per sapere cosa sto facendo quando suono e darmi tranquillità per migliorare nell'improvvisazione che tanto mi piace e che puntualmente non riesco a fare decentemente. Questa è ovviamente la mia esperienza e sono certo che, nonostante lo studio (nel poco tempo che ti lascia la vita quotidiana...), non mi eleverà dal livello di "cialtrone" quale sono, ma per lo meno avrò consapevolezza di essere un cialtrone che ci ha provato 🙂 Buona continuazione!
Al di la' di "studiare" , per padroneggiare uno strumento , e poi essere in grado di tradurre in note musicali quello che viene dal cuore , servono ANNI di farsi IL MAZZO con lo strumento . Questa e' la sola cosa che mi sento di dire come chitarrista autodidatta , e con grande ( per mia fortuna ) orecchio musicale . Ottimo canale , sapessi suonare la meta' di te....
Bel video Claudio. Io ho notato che tante persone non capiscono che la teoria musicale non è un qualcosa deciso a tavolino da qualcuno, piuttosto è un compendio più o meno strutturato di ciò che si è affermato in un certo luogo, in un certo periodo e in un certo contesto culturale. In questo senso qualsiasi genere ha una sua teoria, dunque tanti artisti ne hanno potuto beneficiare tramite lo studio e l'ascolto di colleghi predecessori o contemporanei.
capacità di calcolo e acquisizione sono elementi essenziali per chi ha cognizione di causa, lo dimostra un giro di do e una progressione di 2 toni che fa emozionare il mondo da secoli.
Io ho sempre suonato da autodidatta, ma negli ultimi 2 anni ho intrapreso un percorso formativo con insegnante. Ho capito cose prima ignote che mi stanno facendo migliorare tantissimo. È impegnativo. Ma premia.
Eddie Van Halen non aveva studiato chitarra, ma aveva studiato musica. Il padre clarinettista professionista jazz, fece studiare lui e il fratello Alex pianoforte con un maestro privato ex concertista. Quindi Van Halen la conosceva eccome la musica, e questo lo aiuto' sicuramente nella sua crescita da autodidatta sulla chitarra. Poi che lui fosse un genio predestinato è chiaro a chiunque abbia provato a mettere le mani su una chitarra, me compreso autodidatta pentito di non aver mai avuto la voglia e la pazienza di studiare, perché al contrario sento di non riuscire ad esprimere al massimo il mio "istinto/cuore/anima/mani", trovandomi a fare sempre le stesse cose per mancanza di nozioni importanti, che solo lo studio ti può donare. Buona chitarra a tutti. 😉🎸
un'amico bassista particolarmente contrario allo studio della teoria musicale e conscio di questa sua mancanza un giorno mi disse "io non suono il basso, io uso il basso".. questa presa di coscenza mi spiazzo piacevolmente realizzando che non serve per forza la teoria per sentirsi dei musicisti, e per me lui lo era.
Sono dell'opinione che la musica vada studiata. Tuttavia mi sono occupato a lungo di musica popolare. Nella musica contadina, ci sono stati organettisti, zampognari e tamburellisti eccezionali, che lavoravano duramente nei campi e non penso abbiano mai studiato musica. Nel sud Italia era diffusa (Puglia e Calabria) anche la chitarra battente, una chitarra a cinque corde avente solo corde acute. Tali personaggi erano chiamati "suonatori" più che "musicisti". La cosa mi porta a pensare, che se hai un talento innato ed un orecchio super sviluppato, si può anche suonare senza studiare. Tuttavia la mia è solo un'ipotesi.
Personalmente suono la chitarra ed il tamburello, da autodidatta, ma ho studiato fisarmonica da piccolo, dove ho imparato a solfeggiare. Devo dire che la cosa mi ha aiutato parecchio con la chitarra.
@@FabryDify Rimarrai comunque molto limitato. Ho un buon orecchio e un buon senso del ritmo, ho suonato per trent'anni senza avere alcuna nozione teorica. Ho avuto delle intuizioni e ho costruito le scale senza sapere che si chiamasseri scale e potevo prendere la stessa nota in qualunque parte del manico perché ho anche un'ottima memoria fotografica. Ho anche suonato live tantissimo e avevo anche una buona faccia tosta. In più di un'occasione grazie a queste doti ho persino preso più complimenti e ingaggi nelle band di altri musicisti che avevano il diploma al conservatorio. Ma dentro di me sapevo di essere ignorante e sapevo quanto questo mi limitava. Da qualche anno mi sono messo a studiare, ho scoperto che non sono nemmeno concetti difficili (anzi). Ora sono molto più soddisfatto e punto anche a studiare di più. Rimpianti? Zero, mi sono divertito tanto, non volevo nemmeno diventare un professionista. Però consiglio di studiare.
Quando ho cominciato a suonare la chitarra da autodidatta facevo degli strani accordi lungo le prime tre corde che suonavano tutti bene poi studiando ho scoperto che facevo le triadi e che potevo fare quegli accordi anche in altre posizioni della chitarra. Praticamente mi si è aperto un mondo.
Bel video equilibrato come sempre. Un piccolo appunto sul cuore. Proprio dal punto di vista semantico la musica può venire dal "cuore" come tu stesso hai detto. Infatti per cuore in italiano non definiamo solo l'organo vitale protagonista del sistema cardio circolatorio, ma anche la sede delle emozioni dei sentimenti, etc che dal punto di vista organico nascono e risiedono nel cervello
Gli estri ci sono, in musica e in tutti i campi; a prescindere dal cervello, è questione di genetica. Sarò un bravo giocatore di calcio, ma non arriverò mai a essere un Maradona o un Pelè; sarò un bravo percussionista ma non arriverò all'estro di Giovanni Hidalgo. Sono fenomeni la cui genetica li ha definiti, sono doni. È avere estro, anche il partorire un pezzo, una melodìa, un qualcosa che piano piano si forma d viene poi elaborato fino a diventare una composizione, un canto, musica da camera, rock o qualsiasi genere. Devi essere bravo in una qualsiasi attività, la passione copre il tuo operato. Con la passione nemmeno il lavoro diventa lavoro. Quanti ottimi insegnanti e compositori, ma allo stesso tempo di poca elevatura nell'esecuzione? Ce ne sono e ne ho conosciuti tanti. Perchè purtroppo non si può essere tutto, ti devi attenere principalmente a quello che sai fare, se so suonare bene la chitarra ma allo stesso vorrei cimentarmi con la tromba e mi rendo conto che non fa per me, lascia perdere, insisti sulla chitarra Fa tua la chitarra. È così, ognuno di noi è portato per un qualcosa, se da piccolo è un buon inerlocutore, da grande sarà avvocato, politico, insegnante di lingue, non si sa. Quindi in conclusione, se aspiri a quel qualcosa nel campo musicale, devi avere pazienza, passione, studiare per capire il significato delle partiture e di come funzionano le note, e allo stesso tempo, sii un creatore, cimentati nell'inventare quel qualcosa, poi se non ci riesci, vuol dire che ci manca l'estro! Un abbraccio a tutti. William percussionista da Napoli. ( logicamente questo è un mio pensiero, ed è naturale dissentire sul mio detto).😂
Video preziosissimo questo. Da fare ascoltare in aula di un conservatorio così come in un pub dove suonano musicisti di strada che non hanno mai preso lezioni di musica. Io aggiungo solo che nella musica non ci si può inventare nulla. Nel senso che le note “suonano” bene o male indipendentemente da quanto si è studiato. Il musicista diplomato al conservatorio suonerà una scala frigia perche sa che tali intervalli producono quel tipo di melodia. Il musicista che non ha studiato o non conosce la musica, suonerà la stessa scala perché sente che “suona” bene. Il risultato è lo stesso anche se ci si arriva da due strade diverse.
Claudio volevo chiederti una cosa: Ho 40 anni e ho cominciato a strimpellare che ne avevo circa 29.Io per motivi di lavoro non ho potuto prendere più lezioni oltre a quelle basilari. Sono ancora in tempo se volessi imparare assoli e comunque prendere la decisione suonare con una band? Io la passione ce l ho ma il fatto che ho 40 anni a volte mi fa sentire scoraggiato.Cosa ne pensi?
Tony vai avanti tranquillo, non è tardi per nulla. Cerca di assorbire per bene quello che impari (sia pratico che teorico) prima di passare ad altro e poi tutto si chiarisce. Importante: forzati a NON trascurare lo strumento per giorni e giorni, imponiti di suonare almeno 5 minuti al giorno - tanto poi diventano delle mezz'ore di goduria!
io credo che alex britti abbia ragione al 100%. e´ verissimo che studiare serve tantissimo e conoscere e sapere cosa e dove lo stai facendo pure....ma anche per il teatro e´ cosi...credi che solo chi ha fatto scuole di recitazione puo´ o e´ in grado di fare performance da zio?? nel calcio?? credi che tutti i migliori hanno fatto scuola calcio?? se uno HA quel qualcosa in piu´ non ha eguali ( Vedi Daniel Johnston....di cui Kurt Cobain portava la maglia con il logo e David Bowie gli ha pure dedicato na canzone)....se poi tu devi difendere chi studia per tenere in piedi il canale fai pure...
@@ClaudioCicolin Beh, hai disseminato un pò di tue personalissime considerazioni spacciandole per "verità": l'anima non esiste, ad esempio. Da dove tiri fuori questa "verità! E la mente la dimentichi? cos'è la mente? di certo NON è il cervello. E l'intuizione? Se ci si limitasse ad elaborare solo informazioni già presenti saremmo ancora nelle caverne! L'uomo ha la capacità di "creare" con la sua immaginazione! E non è il cervello a farlo.
Credo ci sia un valore aggiunto, una sinergia nel suonare uno strumento insieme ad altri musicisti, che può facilitare l'apprendimento di uno stile esecutivo, anche senza conoscerne la teoria, un po' come imparare a parlare (e cantare) in una lingua senza saperla leggere. Poi pero' per allargare repertorio e capacità interpretative sono convinto sia indispensabile imparare la teoria e le diverse tecniche dello strumento.
Claudio sono pienamente d'accordo con te, se considerassimo la musica come un linguaggio, per poter avere un dialogo va studiata la grammatica per intavolare un discorso. detto ciò la musica va studiata per poter suonare, prediamo ad esempio il fenomeno chitarristico del momento, Matteo Mancuso che si, di base ha del talento ma studia tantissimo per avere tante frecce nella faretra. tornando ai miei amati Pink Floyd e al contesto anche i grandi musicisti e i grandi gruppi hanno studiato tutti magari non sanno leggere uno spartito ma sicuramente per creare dei capolavori sono sempre frutto di nozioni e studio assimilati.
pratica senza teoria e teoria senza pratica non esistono, anche nella Musica, come giustamente esprimi, l'una e l'altra convivono, possono essere frutto anche di percorsi molto diversi, ma l'obiettivo è comune, è lo stesso, esprimersi attraverso la più antica e misteriosa delle belle arti, se uno ha passione e tensione, anche senza accorgersi forse, avrà messo in campo i due aspetti, scuola, orecchio, tanto ascolto, tanto scambio con chi condivide le stesse passioni, dedizione.... ecc, anche un "lettore a prima vista", sebbene esegua un pezzo sconosciuto "a macchinetta", se sente l'emozione, ben presto lo farà suo, lo saprà a memoria e lo eseguirà con sentimento, perchè la Musica è soprattutto "espressione"
Ciao Claudio, approvo in (quasi) tutto la tua analisi. Nel mio piccolissimo, da ragazzo, mi è capitato di scrivere un brano con una quinta maggiorata ed ho fatto un figurone col gruppo. Semplicemente mi era venuto in mente, mentre pensavo alla melodia, il passaggio di "Cantautore" di Bennato, che avevo suonato mille volte... Ma l'aver studiato un po' di teoria mi ha permesso di scriverlo e condividerlo con gli altri. Ti chiedo solo una piccola (ma grande) attenzione alle parole, dal momento che hai un pubblico vasto e trasversale. Concordo che la musica arrivi dal cervello e che il cuore sia un muscolo, e credo siano espressioni universalmente condivisibili e dimostrabili. Come credo sia condivisibile il fatto che non venga dettata dall'anima o da Dio. Ma ti chiederei di fermarti qui e non fare il salto ad affermare che l'anima o Dio non esistano. Primo, perchè nulla aggiunge o toglie all'analisi musicale, secondo perchè chi invece (come me) è convinto del contrario non per forza è un ingenuo o nell'errore. E terzo, perchè credo non spetti a te determinarlo ed insegnarlo. Hai tante cose da insegnarci, e siamo qui su questo canale per impararle, per le altre andremo da un teologo, un imam, un prete o dal maestro Do Nascimiento 😀. Buona musica a te e a tutti!
Note aggiuntive:
1) Per quelli che si sentono in dovere di spiegarmi che "suonare col cuore" è un uso metaforico: mi fa sorridere che lo facciano, credo di saperlo, e credevo anche fosse evidente che quella parte del video è quantomeno provocatoria. Anche se, a quanto si legge dai commenti, non mancano quelli che pensano che la musica arrivi LETTERALMENTE dal cuore o dall'anima, e che non siano metafore...
2) Per quelli che mi accusano di ridurre la musica a qualcosa di meccanico e esercizio di ripetizione: non ho mai detto quello. È evidente che c'è un elemento di contributo personale, emozionale (ho parlato ampiamente di emozioni) e di talento, che purtroppo non tutti hanno e comunque non nella stessa misura. Io non nego certo che si possa suonare o comporre "con il cuore", esprimendo qualcosa di personale e che va oltre il semplice atto biomeccanico, ci mancherebbe, per me la musica è emozione, prima di tutto.
Preciso inoltre che concordo assolutamente con la visione di musica come forma espressiva, culturale e di comunicazione, perché quello è; niente di ciò che ho affermato nel video vuole negare minimamente questi punti fermi.
3) Sicuramente il suono, in forma non codificata, esisteva già prima, ma la musica in senso proprio nasce con l'uomo, appunto per esigenza espressive, di comunicazione, culturali, di appartenenza a gruppi etnici.
Quello che si sottolinea nel video è comunque la NATURA di tutto questo, che rimane umana:
la musica è cosa terrena e dell'uomo e i meccanismi con cui si produce fanno parte di questo mondo fenomenico, non di altre misteriose entità. Tutto qui.
4) "Ma britti non ha detto...": guardare il video prima di commentare, io ho preso le sue dichiarazioni solo come spunto per un discorso molto più ampio.
Altri aspetti/dimensioni/punti che vorrei precisare meglio:
-Musica classica colta/musica leggera: come diversi di voi hanno fatto notare, l'ambito musicale cambia molto le cose; in musica leggera/rock tantissimi artisti hanno avuto successo senza studi formali. Questo è possibile perché si tratta di un genere tutto sommato semplice, e che arriva principalmente dalla tradizione popolare, fatta di musica non scritta o teorizzata.
-Forma scritta: visto che alcuni hanno sottolineato come la musica nasca suonata e non scritta, voglio precisare che non ho mai affermato il contrario né lo penso. La musica nasce come espressione dell'uomo fin dalle sue origini e la forma scritta arriva ovviamente molto dopo. La teoria è dunque e sempre un'astrazione fatta a posteriori. Questo non significa che non abbia una sua utilità e ragione di esistere.
-Dettaglio/profondità dei temi: alcuni nei commenti hanno preso un singolo aspetto, magari solo citato nel video, e sviscerato in profondità, sostenendo che la mia trattazione sia stata superficiale. Data la vastità dei temi, per forza di cose lo è. In un video di 10' su youtube non è possibile approfondire tutto, né si ha la pretesa di farlo. E comunque, su ogni piccolo aspetto potrebbe essere scritto un intero trattato, quindi nessun commento riuscirà mai, com'è ovvio, a riassumere tutto ed essere esaustivo.
-La sezione commenti è bloccata perché stava uscendo obiettivamente dal controllo. Non è una forma di censura come penseranno alcuni, semplicemente si erano create infinite sotto-discussioni con gente che arrivava ad insultarsi. Non potendo fisicamente moderare tutto e essendo la pulizia e l'educazione una priorità del canale, l'unica soluzione era quella, non me ne vogliate,
Peace and love!
"La musica è cosa terrena e dell'uomo e i meccanismi con cui si produce fanno parte di questo mondo fenomenico, non di altre misteriose entità". 92 minuti di applausi 👏👏👏
Fare una scala a 1000 km/h perché ci hai lasciato litri di sudore a forza di ripeterla e’ utilissimo alla tecnica ma meno utile se vuoi trasmettere le tue emozioni a chi ti ascolta, fare un bending alla “tua maniera “ facendo sembrare che la chitarra stia lanciando un urlo di disperazione verso chi ti ascolta … beh… quello a volte trasmette brividi sulla pelle dell’ascoltatore o addirittura commozione… questo per dire che la tecnica aiuta a trasmettere meglio le emozioni, sicuramente si , e la tecnica va a braccetto con il conoscere teoria ecc. Suonare solamente ad orecchio e’ possibile, ma riduce molto il repertorio di rif e lick, ed oggi quei repertori fighi si sono già sentiti mille volte… oggi un po’ di studio e’ necessario. Punto
@@valeriosilvestri1 Sì, ma poi molti parlano del bending come se fosse anche quello chissà che di magico... Il bending è anche lui una tecnica. Antica, una delle prime, ma pur sempre fa parte del bagaglio tecnico. Bending e vibrato sono tra le tecniche più importanti (forse le più importanti) e c'è gente che ci passa ore, mesi, anni a perfezionarle. Quindi sempre di tecnica stiamo parlando. Una tecnica che alle orecchie dell'ascoltatore si traduce in emozione, ma sempre di una tecnica chitarristica stiamo parlando.
Ma poi un conto è avere orecchio altro e suonare a orecchio. Nella maggior parte dei casi suonare ad orecchio significa suonare a casaccio azzeccare qualche nota qui e la'. Avere orecchio significa riconoscere un contesto armonico senza avere uno scritto davanti agli occhi e sapere reagire appropriatamente in linea
melodica con lo strumento. Sia il riconoscimento che la reazione appropriata richiedono tanto tanto tempo e impegno non importa se guidati da un insegnante o come autodidatti. La spontaneita' e' la fine di un lungo percorso non l'inizio. Claudio credo che questo lo possa capire bene solo chi si e' davvero cimentato in modo serio con la difficolta' di fare musica. Chi non ha vissuto questa esperienza magari del tutto in buona fede pensa che la bellezza venga direttamente dall'istinto dagli dei o chissa' che altro.
@@rgisondi48 Giustissimo. La spontaneità che l'ascoltatore percepisce è il risultato di anni di studio e pratica. Anche il "suonare a orecchio" è un'altra leggenda metropolitana 👏👏
Suono dal 1985, prima al conservatorio con la chitarra classica e poi tanto blues "a sentimento". Penso che non potrei mai pensare di essere il musicista che sono oggi se non avessi studiato. Non mi ritengo bravo, non mi ritengo un virtuoso, ma sapere quello che faccio, sapere cosa sto suonando anche in una maniera più "intima", secondo me, è molto importante e sono certo che non sarei nemmeno la metà del musicista che sono se non avessi passato anni a dannarmi a scuola di musica. Il blues è sentimento e non era certo una musica suonata e composta da chi aveva studiato ma è anche vero che se non sai quale pentatonica usare rispetto alla chiave di un pezzo, suoni delle cagate apocalittiche. Prendere un do# al posto di un do mentre fai una scala durante un solo vuol dire fare una stonatura clamorosa.. e stiamo parlando di un'alterazione minima della nota, un tasto in più o in meno, ma se vuoi portarti a casa un risultato accettabile devi per forza sapere quali tasti suonare! Capisco Alex Britti quando dice che studiando "canonicamente" avrebbe avuto paura di snaturare il suo stile, ma è anche vero che stiamo parlando di uno che quando finisce le prove vuole andare a casa per poter suonare perchè ritiene le prove in studio "lavoro" e suonare a casa "piacere".. stiamo parlando di un talentuosissimo musicista che vive con la chitarra in mano da mattina a sera e che di Jimi Hendrix (soprattutto, direi), di Buddy Guy, di Albert Collins, di BB King ed Eric Clapton ne ha ascoltato a chili... e li ha imparati, e li ha imitati, e li ha reinterpretati.. se non è studiare questo non so davvero cosa lo possa essere!
Che la musica sia un insieme di suoni a lunghezza d'onda prestabilita percepiti dal nostra cervello come armonici solo di quella frequenza è ovvio. Che dunque i suoni siano espressioni matematiche idem. Però dissento sulla tua affermazione che non vengano dal cuore: esso oltre a pompare sangue è anche il nostro metronomo personale. Spero tu comprenda il senso di questa mia considerazione fisiologica.
Lo studio della musica, come lo studio di ogni tecnica serve per dimenticarsene, all'atto pratico.
Ma parla di studio nel senso di dottrina conservatoriale ossia basare tutto lo studio armonico sui principi intervallari che sono stati creati, all'epoca, sulla struttura del pianoforte (principio sul quale è basata tutta la concezione dello spartito e - devo dire - non proprio strettamente adeguata agli altri strumenti (notare che l'autore del video parla di "gusto frigio" o PROGRESSIONE dorica o ancor peggio "SALTI di terza", che ad esempio è un intervallo di terza.
Allora se va bene così va bene tutto e queste sono solo banalissime inutili pippe pur di stare in uno schermo a farsi vedere.
Mai visto un thread più pieno di blatere come questo
Personalmente, avendo studiato musica da piccolo e avendo fatto il conservatorio suonando il pianoforte e poi avendo imparato a suonare la chitarra da autodidatta sono convinto che "alcuni" strumenti si prestino di più all'essere utilizzati senza dover per forza conoscere la teoria (esempio la chitarra, la voce, l'armonica ecc.) mentre altri meno (esempio il pianoforte, strumenti a fiato ecc.). Detto ciò, considero la teoria musicale solamente una base molto utile per esprimere più velocemente il proprio spirito nel suonare qualcosa, e se parliamo di improvvisazione possiamo dire che l'orecchio sicuramente prende il sopravvento rispetto al ragionamento teorico nel cervello. Questa è la mia opinione.
vorrei proprio sapere quanti cantanti rock hanno studiato come cantare effettivamente, magari freddie mercury sì
Condivido, ci sono degli strumenti musicali che colocati in un genere "tipo il blues ad esempio" si prestano molto bene all'istinto, certamente dopo aver fatto un minimo di percorso pratico sullo srumento, la chitarra e l'armonica diatonica sono sicuramente tra questi strumenti, ma ce ne sono molti altri che se non hai un minimo di teoria musicale abbinata all'esercizio ci ricavi poco, non dico di leggere lo spartito a prima vista e riportarlo sullo strumento, ma almeno un po ti teoria armonica la devi avere, ameno che non sei un geniaccio, ma questo esula dai comuni mortali.
Bravo, proprio nell'improvvisazione e il gusto nell'improvvisare si scopre chi ha davvero talento. Parlando della chitarra, la tecnica che ti insegnano al conservatorio, anche quella jazzistica non può aiutarti per esempio nel rock. È tutta un'altra cosa.
Bravissimo. No, mi fermo qui perché se dico tutto quello che penso posso dare fastidio a molti.😀 comunque ragazzi, io odio la competitività, bisogna essere collaborativi, in questo modo tutti potremmo migliorare, non per sentirsi superiori ad altri ma per divertirsi insieme. Mai fare paragoni fra musicisti, io so fare una cosa meglio di te ma tu sai farne un'altra meglio di me .ciao
@@francofranchi3765 1. improvvisare non vuol dire non aver studiato. L'improvvisazione, anzi, non può che trarre vantaggio dallo studio: improvvisare musica è come improvvisare un discorso: premesso che devi avere qualcosa da dire (e che sia significativo), devi anche saperlo dire; e se hai un vocabolario migliore, se hai alle spalle uno studio solido della lingua, se hai letto tanti libri allora il tuo discorso probabilmente sarà migliore (premesso che, senza dubbio, ci sono persone più o meno portate al discorso, al parlare come ci sono persone più o meno portate a suonare).
2. Prova a chiedere a gente come Vai o Satriani se la musica classica possa servire o meno nella musica rock...
È lo specchio della società di oggi, ottenere il massimo con il minimo sforzo,e allora si dice che gli autodidatta suonano con il cuore e chi studia ha solo tecnica senza anima...la verità è che conoscere (e quindi studiare) è sempre meglio,hai più orizzonti e possibilità da sfruttare.
Verissimo, i grandi musicisti magari non hanno studiato musica, ma ciò non significa che non la conoscano. Hanno sicuramente acquisito il concetto in modo diverso e magari gli danno un nome diverso, ma sicuramente conoscono la musica. I beatles per esempio conoscevano molto bene l'uso dei tempi e si trovano spesso nelle loro canzoni delle modulazioni e dei cambi di tonalità che sicuramente non sono frutto del caso, semplicemente hanno acquisito quelle nozioni in modo diverso e le "chiamavano" in modo diverso.
..Anchio una notte sognai di comporre "Yesterday"però ,quando mi svegliai ,ricordai immediatamente dove avevo sentito quella melodia...mi son fatto due uova strapazzate e ho lasciato perdere....
Ho studiato musica ed ho insegnato in età avanzata e studiare la musica serve, però... Prima di quel momento ero abbastanza ignorante in merito, ma è stato anche il periodo più produttivo a livello compositivo, non avevo regole da rispettare e mi affidavo solo alle emozioni e alle orecchie. Riprendendo in mano quei brani dopo aver studiato (anche armonia), mi sono reso conto che i veri progressi musicali avvengono quando sei "ignorante" ovvero ignori i "limiti" imposti dalle regole musicali (e di costume). Studiare è importantissimo e doveroso, ma si deve stare attenti a non cadere vittima delle regole.
Sono curioso di sentire la qualità di queste composizioni in periodo produttivo.
@@G.TranscriptionsAndDidactics percepisco una certa ironia... comunque basta fare una ricerca in rete, Soundcloud, RUclips...
Ottima la tua spiegazione Claudio e sempre con la giusta e corretta pacatezza e professionalità. Io personalmente ho sempre suonato ad orecchio ma ho sempre avuto il desiderio di conoscere e capire la musica uno spartito ed oggi dopo tanti anni ho iniziato un percorso musicale con un maestro di chitarra e si capiscono e comprendono molte cose fatte per caso perché ci piacevano ma nn sapevamo da cosa derivassero. Oggi capisco cosa significa una sequenza Dorica....Frigia...i gradi della scala ...ecc ecc....
È sempre un piacere ascoltarti
Complimenti per il video! Io sono un bluesman autodidatta da sempre, sia tecnicamente che teoricamente, non ho mai preso lezione da un maestro, conosco bene la tastiera, l'armonia, tutti gli accordi e come si creano, e logico mi sono documentato e you tube mi dato tanto. Però l'esperienza e ascoltando tanto blues in passato ho appreso il linguaggio, e mi viene facile e naturale. Secondo me e questa la vera scuola.
Verissimo! Un po’ tutti diciamo “non conosce la musica” con il significato di “non sa leggere la musica”. La giusta distinzione tra le due accezioni l’hai già fatta tu. Secondo me studiare è non utile, ma indispensabile. Te lo dice uno che non ha potuto studiare musica come avrebbe voluto e, col passare degli anni, ci ha messo sì delle pezze da autodidatta (dallo studio del solfeggio a quello dell’armonia), ma non è mai come fare un percorso completo e guidato. Studiate! Studiate! Studiate che porta solo dei benefici! 😊
Non sono d'accordo quando dici che la musica non proviene dall' anima.di tutti i pezzi musicali che ascolti non tutti tu procurano emozioni...ma quando ascolti i tuoi pezzi preferiti rivivi ricordi emozioni ed altro,quindi quando componi un pezzo se sei innamorato incazzato o altro il tuo inconscio va a riprendere quelle emozioni e tu magari riporti in musica questo.ps Yesterday è stata sognata disse sir Paul
Stesso percorso e stesso pensiero. Se ne avete la possibilità studiate, studiate, studiate!
Grandissimo, Claudio. Finalmente qualcuno che dice le cose come stanno, al di fuori dei soliti luoghi comuni. Grazie per il tuo prezioso lavoro, e... Buona Musica! 😊😊😊
@@robertobertoni582 di contro i Police hanno sempre detto di aver programmato a tavolino tutto, dalla scelta del genere (seguirono, a detta loro, il trend del momento) alla costruzione dei pezzi. Poca anima e molto cervello, e pure sono venuti fuori capolavori come "Every Breath You Take"...
Quando tanti anni fa ho studiato musica con i classici metodi di chitarra jazz,ricordo che l inizio del percorso era guidato da un metronomo che inesorabilmente, matematicamente,mi faceva sommare,poi dividere,dividere dividere,per ore giorni mesi,quel ticchettio,e dicevo al mio maestro ,ma quando sarò in grado di suonare???mi rispondeva,tu non preoccuparti vai avanti col ticchettio,e dopo e volumi di metodo jazz,sapevo suonare,certo non un genio ma suonavo,poi con ore di prove,pentatoniche e minori,ho provato a metterci qualcosa di mio uscisse dal cuore ,dall' anima ,o dal cervello, però funzionava ,poi smisi e Ahime ho perso un po' ho ripreso come molti in periodo COVID,e adesso da buon pensionato sto iniziando a riprendere(con calma)un po' di studi,l unico rimpianto è di aver staccato per molti anni,ma alla fine va bene così,in conclusione,mi auguro che la musica possa restare con tutti voi per ancora molti anni👍
io conosco la musica... ma in alcuni casi per fare cose emozionanti... ho dovuto disimparare alcune cose.... diciamo che il top sarebbe: partire da autodidatta e diventare bravi... poi studiare per certificare la bravura, per poi tornare autodidatti ma con nozioni teoriche salde nel cranio
è proprio il percorso che ho fatto, come hai detto tu ! 🙂
Bravo giusto🎉
scusa la domanda da ignorante. Ma come fai a suonare la chitarra se non sai le note, e dove mettere le mani?
@@JJ-bm6fe quando guidi la macchina mica guardi, l'acceleratore per accelerare il freno per frenare ecc... e pure lo fai
@@guitarbox3588 ok certo, ma devi saperlo per farlo. Senno chiunque prende la chitarra e cosi dal nulla la suona
Claudio perdonami, io ammiro la tua dedizione e l’impegno che applichi in ciò che fai. Si vede che possiedi una dote per insegnare e una caratteristica che a mio avviso tutti i bravi professori dovrebbe avere, l’amore per la disciplina che insegnano. Ho scoperto il tuo canale non molto tempo fa e sono rimasto molto colpito dalle tue analisi approfondite e lucide che mi hanno fatto scoprire un ramo della musica blues/ pop e rock che non conoscevo.
Io ho studiato per 8 anni al conservatorio e ora studio filosofia.
Apprezzo veramente il tuo coraggio e la tua schiettezza anche quando ti esponi su questioni molto delicate come questa.
Per quello che penso una visione positivista e scientifica come la tua riguardo alla questione musicale è un pochino rischiosa, perché come quelli che si attaccano solamente a principi metafisici per descrivere i fenomeni e le composizioni musicali, tende ad essere parziale.
Sono d’accordo con te sul tenersi ai fatti, ma purtroppo un approccio totalmente scientifico e rigido sulla musica non so se possa funzionare come nel caso di discipline che appartengono a un campo diverso , come il diritto o la medicina.
La musica prima di tutto è arte e come tale comprende unione di tutti i fenomeni più umani è quello il bello: tradizione, conoscenze pratiche e teoriche, e che lo si voglia o no anche una dose di mistero o qualcosa di indefinito.
Sono d’accordo con te: possiamo darle il nome che vogliamo, possiamo anche credere sia un’invenzione umana.
Ti consiglio solo di rimanere in ricerca e non precluderti una strada di approfondimento interessante (se riduciamo tutto alla passione ed emozioni anche in questo ambito è facile ridurlo a fenomeni fisici e biologici, ma forse c’è qualcosa di più).
D’altronde ci sono voluti anni di dibattiti e si discute ancora tuttora: è questo il bello delle discipline che io te amiamo e condividiamo, musica, filosofia e arte.
C’è sempre spazio per discutere
grazie comunque per aver esposto il tuo pensiero
All'inizio del video hai detto "la musica viene dall'anima!", e io dentro di me ho risposto "no, perché l'anima non esiste". Poi arrivo al minuto 6:02 e... Ti ho amato per un attimo 😂Grande. Non mi ero ancora iscritto al tuo canale, ma dopo questa tua affermazione, anche coraggiosa (perché ti tirerai dietro le solite critiche dei soliti bigotti), mi iscrivo immediatamente 👏👏👏
Ennio Morricone: "La musica viene da un altrove profondo che non esiste nella realta'". Penso che meglio del Maestro non la si possa descrivere.
Che infatti era diplomato al conseevatorio
@@albylotus8512 Il che lo sminuisce? Un genio e' un genio, se poi ha anche studiato, meglio. Io credo che la teoria musicale possa essere d'aiuto a chiunque e non faccia male a nessuno, ma e' un'opinione.
@@albylotus8512 e non solo lui: Morricone ha sempre lavorato a strettissima collaborazione con Gilda Buttà, grandissima pianista, compositrice e docente di musica in due conservatori.
La realtà è che tutti gli artisti amano (chi più, chi meno) avvolgersi in un'aura di fuffa che serve a farne dei personaggi. Perché sanno bene che poi ciò che fa il grande successo è l'essere personaggio, prima della proposta musicale.
Morricone lo aveva capito, Claudio invece ha ancora tanta strada da fare 🤣
@@fabriziobellanca73 Morricone personaggio? Non direi proprio che avesse bisogno di spinte di questo tipo, la qualita' del suo repertorio parla da se'.
Il suono è nato molto prima della scrittura musicale. I più grandi musicisti hanno suonato ad orecchio. Le combinazioni delle note sono quasi infinite dal punto di vista matematico. In Italia si pensa che suonare ad orecchio significa non saper suonare, non sapendo che la musica insegnata nei conservatori rappresenta la milionesima parte di tutta la musica esistente. La musica indiana per esempio, armonicamente non ha niente a che fare con la musica che si insegna . Assurdo poi pretendere di insegnare l'improvvisazione. Finiamola di riempirci la bocca col grigio, dorico e altro.
Complimenti per il video Claudio! È molto difficile parlare di questi argomenti, e tu l'hai fatto meravigliosamente... Sei davvero un grande professionista.
In ogni attività umana, in ogni forma d'arte, esiste il "Sapere" ed il "Saper fare". Le due cose per raggiungere il massimo dei risultati, il meglio, devono coesistere. Se si possiede solo il "Sapere" si è dei didatti degli accademici dei teorici e non è detto che ciò che conosciamo e che spieghiamo agli altri siamo anche in grado di metterlo in pratica. Di per contro possedere solo il "saper fare" si è degli artigiani e non degli artisti. Ben inteso, non c'è niente di male in questo. Ci sono artigiani che danno vita a cose stupende, ma che comunque, nel loro processo creativo saranno sempre limitati perché carenti nella parte accademica. Un esempio in tal senso, è quello dei citati Beatles. Grandissimi musicisti, con grandissime idee, che hanno imparato da autodidatti e con un sacco di ascolto (esempio assolo di Penny Lane ispirato dal concerto Brandeburghese di Bach N.2) Nella loro evoluzione, c'è stato un momento in cui si sarebbero fermati se non avessero incontrato in Abbey Road il "Quinto Beatles" Sir George Martin, e lui si che la conosceva la musica eccome!. Sono suoi gli archi in "The long and winding road" o gli ottoni in "Here there and everywhere" e mille altre cose che hanno reso dei brani (già buoni) degli autentici ed iconici capolavori. Una volta che si possiede il "sapere" ed il "saper fare" The Sky is the limit. Questa la mia modesta opinione, buona Musica a tutti.
Alex Britti ha detto una gran paraculata ahahah
Viveva con la chitarra in mano, replicava artisti come Clapton bb king e molti altri. Se non é studiare quello. Dai e ridai le cose le impari.
Rischioso il suo messaggio e diseducativo musicalmente parlando
Studiate se potete
Semplicemente Britti ha studiato percorrendo un'altra strada.
Suonate anche solo per la vostra soddisfazione, poi se soddisfa anche altri meglio.
Lui ha detto che non conosce lo studio dello spartito, che abbia studiato lo ha fatto ma a modo suo , senza nessuna regola musicale
D’accordo con te al 100 % Se la musica non l’hai in qualche modo imparata non suoni, semplicemente perché la musica ha le sue regole. Se non le seguì non vai a tempo, non intoni, in una parola fai schifo ;) le esternazioni di Alex Britti rischiano di portare chi vuole fare musica al disastro.
@@guidoligabue5767
Se però Britti dovesse leggere a prima vista un brano non sarebbe capace, quindi no, non è che ha studiato percorrendo un’altra strada, non ha proprio studiato
Sono perfettamente d'accordo. Nel mio piccolo mi succede spesso qualcosa di simile: se, nei miei libri o video di divulgazione, chiamo in causa la matematica per analizzare fenomeni reali (per esempio riguardanti la musica o lo sport) molti mi accusano di voler infilare i numeri dappertutto e di voler attentare alla poesia e all'emozione. Ma tu Claudio hai spiegato perfettamente il meccanismo psicologico che sta dietro. Complimenti per i tuoi meravigliosi video.
Mi piace, in particolare come ha parlato di consapevolezza e delle convenzioni, i linguaggi per parlare della musica. Andando ancora più a fondo si finisce nella fisica che può occuparsi di musica ed armonia, in modo decisamente poco funzionale per chi suona però 😂. Se poi parliamo di matematica applicata alla composizione molti musicisti che suonano con l’anima avrebbero brutte sorprese purtroppo. Continuo a seguire con interesse. Grazie
Una chiave di lettura che può unire i due mondi: attraverso la conoscenza del linguaggio musicale o della tecnica è possibile 'misurare' quanto amore c'è dietro ciò che si sta ascoltando, nell'averlo pensato e musicato e eseguito.
Bravissimo ...hai fatto un'analisi perfetta ,tutti esempi che condivido . Io compongo musica , armonizzo ,arrangio in vari generi musicali , conosco il pentagramma e tutti i suoi valori ma in realtà leggere è un'altra cosa. È chiaro la conoscenza è alla base di tutto . Ma tutto ciò può anche arrivare da musicalità ,talento e tanto ascolto, ed è chiaro che se componi musica sei condizionato soprattutto dall'ascolto che hai incamerato.
Personalmente sono sempre stato attratto dal desiderio di conoscenza: sapere che dietro a un fraseggio carico d’emozione ci sta la famosa “progressione dorica”, amplifica la mia percezione e rende la musica ancor più “magica”, se così vogliamo definirla. Ma questo è un mio personalissimo modo di vivere la musica (e non solo): l’irrefrenabile curiosità di sapere cosa ci sta dietro, come aprirle il tuo giocattolo preferito e vedere com’è fatto dentro, quando l’hai scoperto diventa ancora più bello!
Grazie a persone come Claudio che ci mostrano il “lato oscuro della luna” 😉 senza con questo farci perdere la magia di ammirarla nel cielo notturno.
❤
Ciao Claudio, complimenti, ottimo video! Io ho suonato per 40 anni ad orecchio e solo da poco ho iniziato a studiare… è meraviglioso (proprio come la meraviglia di un bambino) scoprire perché hai fatto certe cose e come si incastrano tra loro ❤
Sono pienamente d'accordo con quello che hai detto. Ricordo che quando volevo imparare a suonare la chitarra chiedevo ad un mio amico chitarrista come si prendevano alcuni accordi e le note singole per suonare le scale e lui puntualmente mi diceva che era qualcosa che doveva venire da dentro. Alla fine l'ho dovuto imparare da qualcuno. Grazie mille Claudio per i tuoi tutorial mi hanno arricchito tanto
Sul discorso del cuore... L'espressione arriva dai secoli nei quali si pensava che il cuore fosse la sede delle emozioni, sai perché hai la fede all'anulare?
Perchè pensavano che ci fosse una vena che partisse da lì ed arrivasse direttamente al cuore.
Ovvio che con le conoscenze di oggi si sa che il cuore è semplicemente una pompa del sangue.
La musica esisteva prima ancora della teoria è una attività che arriva dalla preistoria.
E' un evento naturale e poi si sono costruite regole e teorie per poterlo spiegare e replicare ma l'evento esiste a prescindere delle teorie
Si è costruito un enorme impalcatura per codificare qualcosa di esistente.
Non esiste un solo tipo di musica e di regole.
Esistono musiche e regole diverse in tuttto il mondo india, medio oriente, estremo oriente ecc.
Il blues è l'esempio perfetto... una musica fatta da gente senza cultura che contravviene a tutte le regole della musica occidentale.
Dopo si è cercato di codificare e di riportare il blues nei canoni occidentali.
Ti faccio un esempio personale, mio zio buon anima (é un modo di dire anche questo) costruiva raffinerie faceva progetti ma non era laureato perchè ai suoi tempi era nato nel 1920 erano rari però aveva imparato negli anni con l'esperienza il lavoro.
Oggi ci sono laureati che sulla carta ne dovrebbero sapere di più di quello che sapeva lui ma invece non sanno fare un cazzo.
Il fatto di conoscere la musica non fa il grande musicista, certo che aiuta sapere almeno le basi ma poi conta la persona il cervello? l'anima? il cuore? chiamalo come vuoi.
Visto che hai affermato che l'anima non esiste:
Claudio Cicolin cosa ti senti? Forse Un ammasso di cellule? Forse un insieme di impulsi elettrici all'interno del cervello? ti sei mai fatto questa domanda? Chi sono? cosa sono?
Saggio consiglio quello di farsi certe domande.... e la risposta non sarà MAI "l'anima". Quella può essere solo la risposta preconfezionata che si sceglie quando si smette di farsi davvero certe domande.
Sul resto siamo d'accordo.
Come sempre vai dritto al punto e sei competente: Sono anni che discorro con il mio maestro di basso di come musicisti come il nostro amato Macca (Paul McCartney) conoscano eccome la musica. La conoscono avendola appresa sul campo. Suonando le migliori canzoni della loro epoca, studiando le progressioni armoniche, le soluzioni ritmiche...è come andare a bottega ai yempi del Verrocchio per leonardo da Vinci. Non c'era l'università ma si apprendeva l'arte facendo. Il discorso sarebbe lungo ma è questo...
Claudio i tuoi video sono FANTASTICI!!!
Da pianista dico che studiare la musica è di persestesso il piacere della musica. La bellezza degli oggetti musicali (progressioni, scale maggiori minori modali, accordi, ecc) il loro uso, la loro combinazione sia accademia sia naif è la MUSICA. Non sa cosa si perde chi non la studia. Personalmente trovo altrettanto piacere nell'esecuzione di un brano che nello studio dello stesso.
13:47 "Spesso si confonde il saper leggere la musica con la questione del conoscere la musica". Oh! Finalmente qualcuno, che è anche un insegnante di musica, lo ha detto, perché questo è uno dei più grossi equivoci che viene perpetrato e diffuso anche, purtroppo, da gente del settore. Grazie davvero, Claudio.
Sicuramente i Pink Floyd non conoscevano la musica, ricordo che passavano le giornate a chiaccherare al bar, poi ogni tanto si svegliavano e dicevano: bene, adesso entriamo in studio e facciamo un disco così per divertirci un po...poi tornavano al bar a chiaccherare...
😂
Se questi grandi mostri sacri della musica non la conoscono (didatticanente parlando) ed hanno creato "pezzoni" eterni, allora, evviva l'ignoranza, grande Claudio 💯🤙👍🏻💎🎸
Claudio., in pratica sei un positivista. In quanto tale quello che dici, come tutte le correnti di pensiero, esprime una verità giocoforza parziale. Con sincero affetto
Esistono dati di fatto.
Sono perfettamente d'accordo con te. La comprensione di certi meccanismi puo' passare attraverso strade molto diverse ma comunque sempre da un ragionamemto (non dal cuore ma dal cervello). Mi spiego con un esempio. Prima di studiare (poco) la musica mi ero comunque accorto (inconsapevolmente) della relazione "magica" tra il primo e il sesto grado. Usavo una sorta di trucchetto. Per individuare pentatoniche da utilizzare per realizzare melodie e improvvisazioni su una progressione di accordi consideravo il secondo accordo dei giri armonici classici (do LAm rem sol7...re SIm Mim la7 ecc). Cosi facendo sapevo che ad esempio melodie e improvvisazioni su una progressione di accordi in MI maggiore funzionavano bene se costruite sulla pentatonica minore di Do diesis. Solo successivamente, studiando, mi sono accorto di come le note della scala maggiore di MI e quelle della scala minore di Do diesis fossero le stesse, della relazione tra primo e sesto grado, di come si "isola" una pentatonica da una scala naturale ecc.
Insomma quel mio rozzo trucchetto nasceva comunque da un ragionamento. Era un livello (se pur rudimentale) di CONOSCENZA. Le note non le pigliavo a caso, non me le suggeriva l'anima, sapevo esattamente dov' erano!
3:12 è un po' come se uno dopo aver mangiato un piatto meraviglioso si metta a dire "non annoiarmi su come è stato preparato, mi levi il gusto" 😄
Questa è la differenza tra chi compone musica e chi invece la riproduce! Se le persone, note e meno note, che non hanno studiato musica parlano di “musica che proviene dal cuore e dall’anima” lo fanno per frustrazione, come dici tu, allora chi ha studiato musica senza avere lo “stimolo” nel comporre allora la loro frustrazione consiste nel sostenere la musica come studio e ascolto! Il mio insegnante delle medie definì la musica come “quell’arte attraverso la quale si esprimono i propri sentimenti”! É ovvio che occorre conoscerla (studiarla, ascoltarla o come pare a te) ma deve patire dall’esprimere un sentimento! Tutto ciò che è arte è espressione di sentimenti
studiare la musica a mio dire è molto importante ,per me il sapere è molto appagante ,poi essere creativi è un altra questione musicisti che con tre accordi ti creano una melodia che ti penetra nel cervello che ti risuona dentro anche mentre dormi quella è la magia della musica ,comunque anche in modo parziale devi sapere ,un esempio se guardate un video del grande BB king è palese che conosce ben poco la musica eppure era magico
Bellissimo l'episodio di Paul che, con ansia, chiede agli amici musicisti se hanno mai sentito il motivo di Yesterday. Per quanto riguarda il fatto che la musica non derivi dal cuore, beh, forse in parte sì: pare che i bambini che hanno passato la gestazione tenendo per più tempo le orecchie accanto al cuore della madre, sviluppino più presto un istinto ritmico rispetto agli altri. Molto carina come cosa. Complimenti e grazie per il bel video 🙂
Bravo Claudio hai fatto benissimo a fare questo video. Spero che lo vedano in molti… sull’uso del termine “fregnacce” .. purtroppo non c’è altro modo per definire tali affermazioni…
Studiare e conoscere accresce il piacere. Il fatto di sapere che un brano dei Pink Floyd e uno di Santana abbiano ad esempio uno stesso passaggio armonico non cambia, i due brani emozioneranno comunque in maniera diversa. Dopo tanti anni di studio ed aver suonato in orchestra conoscendo ogni angolo di quell'ambito quando sento un piano orchestrale d'archi che parte mi fa viaggiare come se fosse la prima volta che scopro quel suono.
Ciao Claudio, concordo totalmente con te. Ho 61 anni e da 6 che studio il basso elettrico. Non ho mai suonato uno strumento a corda e sono partito con una sola convinzione: trovare un bravo maestro e studiare musica. A distanza di tempo devo dire che aiuta molto conoscere le fondamenta della musica, ma la strada è lunga e faticosa. L'approccio che ho è misto, ovvero parte come tecnica e puro piacere di suonare e parte con lo studio e la teoria (senza solfeggio ma con altri metodi di apprendimento che il maestro mi sta trasmettendo). Sto imparando ad avere sempre di più il feeling con lo strumento e potrei dire molto altro ma non voglio dilungarmi in cose che tu già sai e insegni. Studiare vuol dire essere più consapevoli e lasciare che la mente possa dare il giusto imput alle mani e alla creatività personale insita in ognuno di noi.
Molto d'accordo.
Aggiungerei che anche la coloritura emotiva è un "prodotto" cerebrale. È opera del sistema limbico.
E banalmente un poeta che scrive quanto meno possiede la conoscenza di grammatica e sintassi, mezzi con cui traduce le sue emozioni in parole, le quali poi susciteranno emozioni nel lettore..
Senza la "teoria" ti manca il mezzo essenziale con cui trasmettere e comunicare.
Caro Claudio, sono d’accordo con te. Aggiungo che il concetto di “anima” pervade lo spazio filosofico da millenni per cui, prima di catalogarlo con inesistente, occorrente fare delle precisazioni. L’anima per taluni è un contatto trascendente mentre per altri è più legato alla sostanza dell’individuo,cioè alla sua autocoscienza. Tu parli di questo. Santana probabilmente si riferisce al primo. Legittimi entrambi…è il termine ad essere ambiguo. Grazie per il tuo lavoro
Soprattutto paragonare il concetto di "anima" a credere in Donascimento è una semplice frecciatina atea, ma a livello logico non sta né in cielo né in terra
@@marcoperronenutrizionistaquello che non sta né in cielo né in terra credo sia scrivere "anima" e "logico" nella stessa frase
"pervadeVA" lo spazio filosofico. Teorie rispettabilissime, ma svariati secoli fa.
È dal XVII secolo che si sono fatti passi avanti per cui direi che siamo nel secolo giusto per affermare senza possibilità di essere smentiti (con fatti, logica, razionalità) che l'anima non esiste.
Per definire come "esistente" qualcosa, bisogna prima provare che lo sia. Per favore non confondiamo teorie ed ipotesi, tra l'altro superate, con la realtà.
Il talento è natura, lo studio ti fà fare il salto di qualità. Britti è un ottimo bluesman che ha avuto dei fortunati intuiti compositivi che, grazie alla tecnica ed al sapere assimilato sullo strumento (inconsciamente studiando) gli hanno permesso di avere il suo spazio. Più conosci lo strumento ed i meccanismi della musica e più riesci a creare (senza però snaturarti con il troppo studio...) In realtà bisogna studiare ed al contempo continuare a dare sfogo al proprio istinto finchè studio e natura si fondano creando un artista completo.
Sei un GRANDE..studiare e sapere cosa “sta accadendo” fa piacere e da anche molta soddisfazione..(anche se il flauto di Ian Anderson mi piaceva di più quando non aveva ancora studiato flauto 😂).. il resto è tutta invidia 😎😎… e comunque Britti ha più volte dichiarato che in tenera età conosceva a memoria i brani di SRV e quelli di Hendrix al punto che “se a loro cadeva il plettro allora cadeva anche a me” 😂… quindi anche lui a modo suo ha studiato!!
quello che non comprendo è che oggi si hanno sempre versioni esclusiviste sui fatti, un approccio di bandiera: o è sensazione o è tecnica. io penso che semplicemente sia tutte e due, mettere una quinta di dominante seguita da una prima da un effetto di passaggio da tensione a quiete, questo è capire come si possono trasmettere le sensazioni, quali sono i modi per farlo. come proiettarti in un ambiente dalle mille ed una notte usando una ionica#5, o nello spazio profondo usando un'armonia quartale, creare un po' di disagio con un accordo minmaj7, o trasmettere brillantezza con gli accorsi sus2 e sus4
Sei un grande, grande spiegazione, ho mollato la chitarra, per darmi al basso, ho capito, credo tramite gli intervalli , il divenire ecc.... .
Se studi, godi molto di più. Non c'è niente di più gratificante di avere consapevolezza di quello che ascolti. Impari un linguaggio, lo comprendi, lo assimili, lo riutilizzi. Facendo la metà della metà della metà della fatica che impiegheresti ad arrivarci per tentativi. Senza considerare che il tuo cervello, stanco di andare a casaccio per imparare qualcosa destinata ad essere presto dimenticata, ti ringrazierà per offrirgli qualcosa su cui costruire, ricordandosene per tutta la vita. Se studi puoi emozionare, se scazzi annoi e basta.
Fare musica senza aver studiato è un bel rebus,ma sono pienamente d'accordo con te caro Claudio,le progressioni ,anche se non si conosce la formula,certi individui le memorizzano a memoria,alla fine anche se non sono consapevoli di quello che fanno riguardo l'armonia musicale,ma rimangono sempre dei fenomeni, conclusione studiare è molto importante,ma certi ci riescono alla grande,come l'esempio di paul mekatne gymmi endric e via dicendo,w la musica sotto tutti gli aspetti, video molto interessante, grazie Claudio x la tua professionalità ❤❤❤
Attenzione che anima è una concetto molto ampio che in alcuni casi è un sinonimo per coscienza in senso scientifico😂. Lo dico essendo assolutamente d’accordo con te sulla musica. La musica è pura matematica che però riesce ad emozionarci e comunicare con noi in una maniera universale. Io credo che la musica sia una specie di hacking che facciamo della nostra mente. Abbiamo scoperto che alcuni suoni e ritmi saltano alcuni passaggi del cervello e arrivano direttamente ai centri emotivi e del piacere. Detto questo credo che la creatività può avere origine irrazionale ma la messa in musica è assolutamente razionale. Quando mi sento triste e scrivo un libro ho bisogno di alfabeto, grammatica e Tecniche di scrittura per far comprendere agli altri il mio stato d’animo.
Bellissima analisi Claudio, condivido pienamente ogni parola…
Consiglio anche il libro di Rick Rubin “L’atto creativo: un modo di essere” che pone un punto di vista molto affascinante (anche se un po’ più esoterico) al processo creativo, e in più da anche qualche consiglio niente male… personalmente è diventata la mia Bibbia… 😂
Detto questo negli anni mi sono reso conto che, ad esempio, per conoscere le triadi, imparare a leggere la musica mi avrebbe facilitato, poiché la composizione degli accordi ha una fortissima visualizzazione sul pentagramma (i cosiddetti grappoli), invece di impararle a memoria o sullo strumento…
Quindi in definitiva secondo me studiare è un grandissimo valore aggiunto, motivo per cui dopo 15 anni da autodidatta a ottobre comincerò il mio percorso in Lizard…
Un abbraccio!! ✌🏻😁
Grande!!spiegazione efficace ed impeccabile. Lo girerò a molti che "hanno la musica"in qualche parte del corpo o dell anima 😂👍🎶🎵
Completamente d'accordo, hai spiegato con precisione e dovizia l'importanza dello studio (e anche l'ascolto attento lo è). Ho apprezzato meno le tue affermazioni riduzionistiche sull'anima, concetto che associ sprezzantemente addirittura al personaggio Do Nascimento..... L'anima credo esista, ma si, comprendo il senso dell'iperbole, per suonare e studiare ci vuole il cervello👍
tutto vero che cosa stai dicendo sono perfettamente daccordo con te .Per me e tutto chiaro prima suonavo poi ho studiato e ho capito la funzionalita di un brano facendo le analisi musicali poi tutto ti viene piu facile .Studiate le progressioni 251 1625 nella musica funziona .la musica e composta da l dur e moll in italiano Maggiore e minore.Un saluto Claudio spero che mi sono spiegato bene non vivo da 51 anni in Italia .Buona musica a tutti
Hai pienamente ragione, ma purtroppo sono cose che molti non ammetteranno mai, e fanno il pari con quelli che sostengono che chi ha la terza media ne sa più di chi ha una laurea, anzi, come ho letto in qualche commento qui sotto, a volte sono le stesse persone, e la cosa non mi stupisce, perchè sono figlie della stessa mentalità.
P.S.
Anche Robert Smith faceva sentire a chiunque "Friday I'm in love" quando la scrisse, convinto di averla copiata da qualcun altro, ah, ah!
Io non leggo, ho i miei limiti tecnici e teorici, ma quando sono andato a lezione, ho iniziato a capire come si formano gli accordi, perché alcuni stanno bene tra di loro e perché certe note erano buone su quegli accordi, ho fatto un progresso enorme come chitarrista. Suonavo anche prima accordi e assoli con l'istinto (in realtà è esperienza), ma lo studio mi ha aperto la strada.
Video incredibile che dovrebbero vedere tutti i musicisti, complimenti
che dire... come sempre un atteggiamento professionale e pacata, un'analisi perfetta sull'inutile polemica montata ad arte da personaggi che con la musica non hanno nulla a ch fare.
Ti stimo Claudio
Una delle prime lezioni di musica è stata "impara le regole e poi dimenticale"....studio musica dagli anni 90 le prime lezioni erano ascoltare e tirare giu i brani dalle musicassette cd ...i libri di teoria ,armonia e tecnica strumento ti invogliavano a migliorare ... è stato e sarà sempre un processo di crescita🎸...oggi con i social, tutorial, etc...tutto è accelerato...e' a portata di un clic...forse e spero di non sbagliarmi ma si è persa la voglia di ascoltare x essere sé stessi trovare la propria strada/stile....intendo meno tecnica e più musica
Tralasci il sentimento, i sentimenti e la percezione fisica degli stessi, che è localizzata in differenti parti del corpo...
Per non parlare del vissuto legato alla propria esperienza musicale ed esistenziale, la musica viene dallo studio si, ma la funzione dello studio non è solo quella di imparare a suonare uno strumento, ma lo studio per me è il mezzo che permette di esprimere il proprio cuore o anima o coma cavolo vi pare...
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Conoscere la musica non solo non toglie nulla all'emozione, ma vi posso assicurare che AGGIUNGE emozione. Esattamente come conoscere le spiegazioni scientifiche della natura AGGIUNGE emozione e meraviglia, proprio perché capisci più a fondo quello che stai osservando, ascoltando nel caso della musica. Dire quindi che la conoscenza della teoria musicale (che è cosa ben più vasta del solo leggere il pentagramma) toglie qualcosa all'ascolto, è solo un luogo comune.
Tutti i professionisti (e non) hanno studiato. Chi in maniera accademica chi in maniera popolare.
Secondo me la teoria musicale non peggiora l'ispirazione, o le capacità. Chi dice il contrario, ed è capace applica la teoria musicale senza saperlo. Non credo che sia piacevole un pezzo suonato scegliendo note casualmente. Ho sentito dichiarazioni simili anche da kurt cobain dei nirvana. Prima le regole si imparano e dopo le si trasgrediscono ma coscientemente.
Bellissima analisi! Complimenti. Per quanto mi riguarda anche chi dice di suonare istintivamente comunque sia fa uno studio su se stesso implementando e sviluppando un proprio stile musicale. Credo che il discorso di Britti si possa riassumere in questo concetto. Il fine ultimo di chi vuole fare canzoni proprie secondo me dovrebbe essere questo. Conoscersi e sviluppare il proprio suono, creare il proprio linguaggio senza diventare la fotocopia di un altro. E secondo me questo è STUDIO con la S maiuscola!
Pensare che il cuore sia solo una Pompa e dire con assoluta certezza che la musica non ha a che vedere con l’anima.. di cui si ha assoluta certezza che non esista..beh.. ho il sospetto che questa attitudine esprima un tipo di musica che ha l’empatia di una mensola di marmo..
Cos’è là creatività? Da dove attinge?.. cos’è l’intuizione? Da non confondere con l’istinto.. grazie al cielo i concetti di base di fisica quantistica ci danno un quadro meno freddo è desolante di cos’è la creatività e dell’arte in generale come mezzo di espressione di qualcosa di molto più che non il semplice elaborato cerebrale ..
Secondo il tuo punto di vista le AI non potrebbero essere creative, mentre è tutto ciò che fanno, almeno quelle generative.
Tanto che l'opera di una AI è indistinguibile da una umana, ecco perché ci sono già stati problemi in concorsi in cui opere di AI sono state scambiate per umane e viceversa.
Il tuo ragionamento sembra apiù che altro frutto di pregiudizi, ma tranquillo... ce li hanno anche le AI, proprio come te 😊
Grandissimo Claudio. Secondo me bisogna che chi ha studiato rispetti chi non ha studiato e viceversa. Nessuno si deve sentire colpito dalle affermazioni di quelli che stanno dall'altra parte. Ci sono talenti che non hanno studiato e talenti che hanno studiato. Chi studia può essere molto avvantaggiato, ma si arriva anche da autodidatti agli alti livelli. Poi lo studio non può insegnare determinate cose, non si possono neanche scrivere sul rigo musicale. 😊 Ci vuole orecchio, e non tutti ne hanno abbastanza. 😊 E anche il talento non viene all'insegnamento.
Complimenti Claudio,
Concordo in pieno su tutta la linea!
Hai spiegato benissimo tutto. Sono persone dotate che hanno appreso la musica in modo non convenzionale però sempre la musica hanno appreso. Nota a margine: è comprensibile che chi ha queste capacita di apprendimento si senta limitato nello studio a 360 gradi della intera teoria musicale. Lo stesso Britti ha detto nel video che ha perso qualcosa non studiando in modo ortodosso ma non voleva perdere qualcosa di altro nel suo essere riconoscibile. In pratica è una questione di capacità del maestro di insegnare e di capacità dell'allievo di apprendere senza privarsi dei suoi momenti creativi della propria impronta (o identità). Perciò anche io come Te vedo più un equivoco che una contrapposizione. Sono molto d'accordo col Tuo video molto completo pacato e giusto. Grazie
Analisi lucida e precisa 👏👏
io ad esempio considero il celeberrimo "riff" di shine on you crazy diamond, quelle quattro note esattamente messe come sono, un distillato assoluto del genio "alla michelangelo" che toglieva il superfluo dal blocco di marmo. il genio è capire cose che tutti vedono ma non guardano. che sentono ma non ne capiscono l'essenza. bel video, complimenti.
Il mio prof dopo che avevo finito di studiare mi disse: ora sai cosa stai facendo,ed istintivamente fai le cose giuste,ora dimentica tutto ed improvvisa .... ed aveva ragione perché studiare ti apre e ti mette sul binario giusto,dopo tutto vieni istintivanente , istintivamente basato su cio che hai imparato a scuola ,caro amico mio hai pienamente ragione😊
Ciao Claudio, quello che dici è molto interessante ed è argomento di miei riflessioni. Ho 58 anni, ho studiato chitarra classica alle scuole medie, detestando tutta la vita l'insegnante che non ha mai voluto insegnare accordi o banalmente a strimpellare da spiaggia. A 50 anni ho ripreso lezioni ma con una modalità completamente differente. Non trovo nessuna utilità (a parte saper arpeggiare) dai pezzi di Sor, Giuliani o Carulli che ho studiato e ogni tanto tiro fuori. Il direttore della scuola che frequento è un sassofonista che ha fatto il conservatorio ma suo figlio, musicista professionista polistrumentista, non ha studiato in modo convenzionale per evitare "vincoli" mentali. Ricordo sempre compagni delle medie che non avevamo preso una sola lezione di chitarra, che suonavano divinamente qualsiasi cosa e io non sapevo fare nulla. Grazie per i tuoi video, buon lavoro
Come in tutte le arti studiare e seguire un maestro non fa assolutamente male. Bisogna stare attenti che questo non sia un limite alla propria creatività e intuizione. Per me la musica è nell' aria e la bravura sta nel saperla cogliere
Dipende "un pelo" anche da cosa suoni: da bassista che suona anche molto jazz, fusion e dintorni, non avessi studiato, e parecchio, non è che me la potrei sfangare con granchè disinvoltura... la conoscenza della teoria, in primis dell'armonia, non è solo ciò che ti permette di allargare le tue potenzialità interpretative e compositive, ma anche di interagire a fondo con gli altri musici.
Scontato che puoi comporre capolavori e suonare bene anche senza saperne un'acca, ci sono migliaia di splendidi brani e grandi musicisti a ceritficarlo, ma le affermazioni di Britti mi sono sembrate più tipo la "giustifica" di chi semplicemente non ha avuto voglia di farlo, studiare. Poteva cavarsela con un, meno debole, "...ci tentavo, ma il cane mi mangiava continuamente metodi e manuali!"😎
Bravissimo, Claudio, secondo me hai centrato perfettamente l'argomento. Soprattutto quando affermi che la composizione musicale è un processo di assimilazione e rielaborazione. Ciò è sempre avvenuto. Non dimentichiamoci che Bach fu sempre in quotidiano contatto (sia pure indiretto, attraverso gli spartiti) con artisti come Vivaldi e Couperin. In questo, bisogna ammetterlo, ogni artista è in parte un prodotto del suo tempo, e rielabora cose lette (lo scrittore e il poeta), viste (il pittore, lo scultore) o ascoltate (il musicista). Tu hai citato "Yesterday", ma qualcosa di analogo successe a John Lennon con "Girl". Anche lui affermò di essersi svegliato la mattina con quel motivo in testa, già perfettamente definito. Ebbene, si tratta di una vecchia canzone napoletana, che io stesso ho sentito cantare da Miranda Martino in un filmato dei primi anni '60 (prima del pezzo dei Beatles), solo che era a ritmo di Waltzer...
Si suona col cuore ma il cuore si educa.
Il cosiddetto istinto in realtà non è uguale in tutto ciò che facciamo quando iniziamo a fare ciò che facciamo e dopo che siamo migliorati.
Il problema della testimonianza della propria esperienza da parte di Britti è che rischia di illudere le persone semplici su due importanti punti:
1. Per diventare bravo non devo essere curioso
2. Posso valutare il valore di una musica anche senza capire nulla.
Il primo approccio mi limita, il secondo non mi sa collocare un brano nel contesto per cui non mi rendo conto degli apporti e posso credere che sia un genio uno che scopiazza male da altri più creativi.
Inoltre posso essere così sciocco da pensare che ciò che non mi piace In un primo ascolto non potrà mai piacermi se approfondisco.
Chi ha un po' di pazienza sa per esperienza che molte delle cose migliori le ha capite in un secondo tempo.
Personalmente ad esempio adoro e amo ascoltare il primo coro della passione secondo Matteo di Bach.
La prima volta che l'ho ascoltata mi sono quasi addormentato dalla noia.
Un giorno ho assistito a una spiegazione di quel brano che sottolineava gli espedienti compositivi e il rapporto fra testo e musica.
Questo mi ha fatto percepire ogni passaggio in un modo completamente diverso e adesso lo considero uno dei capolavori della storia della musica.
Lo stesso mi è capitato col jazz: la prima volta che ho ascoltato un disco di Stan Getz mi sembrava che ripetesse le stesse cose insipide per tutti gli assoli.
In seguito ho provato a suonarlo e mi sono reso conto che non ero in grado di eseguire cinque secondi di fila nel modo adeguato.
Così adesso percepisco, dopo molti ascolti e un pochino di studio, la ricchezza dello swing e della armonia e pertanto del fraseggio.
Lo stesso succede nei brani pop e rock ma anche folk.
Comprendere fa godere in modo più consapevole.
A volte anche critico perché ci si rende conto che uno stesso espediente era stato usato anche meglio da altri.
Disgraziatamente Britti ha assolutizzato una sua vicenda secondo me senza neanche farlo apposta.
Lui poi parla come uno del popolo quindi piace soprattutto a chi non ha voglia di fare la fatica di imparare cose nuove.
Non essendo molto giovane ricordo la televisione degli anni 60: tutto concorreva a farci ammirare cose che in prima battuta non capivamo.
Oggi avviene l'esatto contrario perché tutto è completamente consumista.
Così dalle dichiarazioni spontanee e sincere hanno alimentato una convinzione che rafforza dei pregiudizi nati dalla pigrizia.
Ovviamente così ha contribuito a compromettere l'onesto lavoro di chiunque insegni musica.
Senza volerlo, ci mancherebbe.
Ma lui parla appunto come uno del popolo e non ci sta pensare.
È simpatico ma sinceramente gente come lui e come Totti la preferisco quando fa quello che sa fare, cioè suonare nel suo caso e giocare nel caso di Totti.
Ciao Claudio, bel video!! Dilemma infinito questo, ma credo si tratti, come hai già specificato tu nel primo commento, di problemi espressivi, delle parole usate. I concetti sono quelli alla fine. La musica nasce dalla conoscenza e quale progressione, accordo, riff utilizzato, è basato sul del momento emotivo di chi sta componendo e qui entra la parte magica e di espressione dell'animo (inteso come stato d'animo) del protagonista. Per come la vedo io la musica è divertentissima, ma chiede un po' di sudore e faccio un esempio pratico: oggi vanno di moda tutte quelle ragazzine che, su YT, sventolano fisici da capogiro mentre suonano brani alla velocità della luce. Brave, bravissime, belle, bellissime, ma pochi ragionano sulle ore, giorni, mesi o anni nei quali hanno preso la chiave di casa e l'hanno buttata dalla finestra: a certi livelli non ci arrivi se non con un esercizio infinito e questo, chiaramente, toglie tempo a tante altre cose. Non voglio discutere sul fatto che sia giusto o sbagliato, non è quello il mio discorso, dico solamente che, andare a fondo e capire l'origine delle cose, può solo aiutare a dare consapevolezza ed è giusto farlo, a prescindere da come noi interpretiamo la musica. Lo scrive uno che suona da 30 anni e che solo adesso, a 50 anni suonati (tanto per stare in tema...), cerca di imparare qualcosa di teoria musicale. Lo sto facendo non con l'intento di comporre brani, ma semplicemente per sapere cosa sto facendo quando suono e darmi tranquillità per migliorare nell'improvvisazione che tanto mi piace e che puntualmente non riesco a fare decentemente. Questa è ovviamente la mia esperienza e sono certo che, nonostante lo studio (nel poco tempo che ti lascia la vita quotidiana...), non mi eleverà dal livello di "cialtrone" quale sono, ma per lo meno avrò consapevolezza di essere un cialtrone che ci ha provato 🙂 Buona continuazione!
Caro Cicolin, condivido parola per parola il contenuto del suo video. La mia stima per lei è aumentata considerevolmente.
Al di la' di "studiare" , per padroneggiare uno strumento , e poi essere in grado di tradurre in note musicali quello che viene dal cuore , servono ANNI di farsi IL MAZZO con lo strumento .
Questa e' la sola cosa che mi sento di dire come chitarrista autodidatta , e con grande ( per mia fortuna ) orecchio musicale . Ottimo canale , sapessi suonare la meta' di te....
Bel video Claudio. Io ho notato che tante persone non capiscono che la teoria musicale non è un qualcosa deciso a tavolino da qualcuno, piuttosto è un compendio più o meno strutturato di ciò che si è affermato in un certo luogo, in un certo periodo e in un certo contesto culturale. In questo senso qualsiasi genere ha una sua teoria, dunque tanti artisti ne hanno potuto beneficiare tramite lo studio e l'ascolto di colleghi predecessori o contemporanei.
La tua onestà intellettuale è ammirevole ,Claudio .
Ed i tuoi discorsi non sono mai banali e scontati,anche quando trattano argomenti da "social" .
capacità di calcolo e acquisizione sono elementi essenziali per chi ha cognizione di causa, lo dimostra un giro di do e una progressione di 2 toni che fa emozionare il mondo da secoli.
Io ho sempre suonato da autodidatta, ma negli ultimi 2 anni ho intrapreso un percorso formativo con insegnante. Ho capito cose prima ignote che mi stanno facendo migliorare tantissimo. È impegnativo. Ma premia.
Grandissima puntata! 👍👍👍
Eddie Van Halen non aveva studiato chitarra, ma aveva studiato musica. Il padre clarinettista professionista jazz, fece studiare lui e il fratello Alex pianoforte con un maestro privato ex concertista. Quindi Van Halen la conosceva eccome la musica, e questo lo aiuto' sicuramente nella sua crescita da autodidatta sulla chitarra. Poi che lui fosse un genio predestinato è chiaro a chiunque abbia provato a mettere le mani su una chitarra, me compreso autodidatta pentito di non aver mai avuto la voglia e la pazienza di studiare, perché al contrario sento di non riuscire ad esprimere al massimo il mio "istinto/cuore/anima/mani", trovandomi a fare sempre le stesse cose per mancanza di nozioni importanti, che solo lo studio ti può donare. Buona chitarra a tutti. 😉🎸
Analisi perfetta ed equilibrata che ogni musicista dovrebbe tenere bene in considerazione. considerazione considerazione
un'amico bassista particolarmente contrario allo studio della teoria musicale e conscio di questa sua mancanza un giorno mi disse "io non suono il basso, io uso il basso".. questa presa di coscenza mi spiazzo piacevolmente realizzando che non serve per forza la teoria per sentirsi dei musicisti, e per me lui lo era.
Un amico
Sono dell'opinione che la musica vada studiata. Tuttavia mi sono occupato a lungo di musica popolare. Nella musica contadina, ci sono stati organettisti, zampognari e tamburellisti eccezionali, che lavoravano duramente nei campi e non penso abbiano mai studiato musica. Nel sud Italia era diffusa (Puglia e Calabria) anche la chitarra battente, una chitarra a cinque corde avente solo corde acute. Tali personaggi erano chiamati "suonatori" più che "musicisti". La cosa mi porta a pensare, che se hai un talento innato ed un orecchio super sviluppato, si può anche suonare senza studiare. Tuttavia la mia è solo un'ipotesi.
Personalmente suono la chitarra ed il tamburello, da autodidatta, ma ho studiato fisarmonica da piccolo, dove ho imparato a solfeggiare. Devo dire che la cosa mi ha aiutato parecchio con la chitarra.
@@FabryDify Rimarrai comunque molto limitato. Ho un buon orecchio e un buon senso del ritmo, ho suonato per trent'anni senza avere alcuna nozione teorica. Ho avuto delle intuizioni e ho costruito le scale senza sapere che si chiamasseri scale e potevo prendere la stessa nota in qualunque parte del manico perché ho anche un'ottima memoria fotografica. Ho anche suonato live tantissimo e avevo anche una buona faccia tosta. In più di un'occasione grazie a queste doti ho persino preso più complimenti e ingaggi nelle band di altri musicisti che avevano il diploma al conservatorio.
Ma dentro di me sapevo di essere ignorante e sapevo quanto questo mi limitava. Da qualche anno mi sono messo a studiare, ho scoperto che non sono nemmeno concetti difficili (anzi). Ora sono molto più soddisfatto e punto anche a studiare di più. Rimpianti? Zero, mi sono divertito tanto, non volevo nemmeno diventare un professionista. Però consiglio di studiare.
@@francesco0185 Sono perfettamente d'accordo. Per raggiungere l'eccellenza, sicuramente bisogna studiare.
Quando ho cominciato a suonare la chitarra da autodidatta facevo degli strani accordi lungo le prime tre corde che suonavano tutti bene poi studiando ho scoperto che facevo le triadi e che potevo fare quegli accordi anche in altre posizioni della chitarra. Praticamente mi si è aperto un mondo.
Bel video equilibrato come sempre. Un piccolo appunto sul cuore. Proprio dal punto di vista semantico la musica può venire dal "cuore" come tu stesso hai detto. Infatti per cuore in italiano non definiamo solo l'organo vitale protagonista del sistema cardio circolatorio, ma anche la sede delle emozioni dei sentimenti, etc che dal punto di vista organico nascono e risiedono nel cervello
Gli estri ci sono, in musica e in tutti i campi; a prescindere dal cervello, è questione di genetica. Sarò un bravo giocatore di calcio, ma non arriverò mai a essere un Maradona o un Pelè; sarò un bravo percussionista ma non arriverò all'estro di Giovanni Hidalgo. Sono fenomeni la cui genetica li ha definiti, sono doni. È avere estro, anche il partorire un pezzo, una melodìa, un qualcosa che piano piano si forma d viene poi elaborato fino a diventare una composizione, un canto, musica da camera, rock o qualsiasi genere. Devi essere bravo in una qualsiasi attività, la passione copre il tuo operato. Con la passione nemmeno il lavoro diventa lavoro. Quanti ottimi insegnanti e compositori, ma allo stesso tempo di poca elevatura nell'esecuzione? Ce ne sono e ne ho conosciuti tanti. Perchè purtroppo non si può essere tutto, ti devi attenere principalmente a quello che sai fare, se so suonare bene la chitarra ma allo stesso vorrei cimentarmi con la tromba e mi rendo conto che non fa per me, lascia perdere, insisti sulla chitarra Fa tua la chitarra. È così, ognuno di noi è portato per un qualcosa, se da piccolo è un buon inerlocutore, da grande sarà avvocato, politico, insegnante di lingue, non si sa. Quindi in conclusione, se aspiri a quel qualcosa nel campo musicale, devi avere pazienza, passione, studiare per capire il significato delle partiture e di come funzionano le note, e allo stesso tempo, sii un creatore, cimentati nell'inventare quel qualcosa, poi se non ci riesci, vuol dire che ci manca l'estro! Un abbraccio a tutti. William percussionista da Napoli. ( logicamente questo è un mio pensiero, ed è naturale dissentire sul mio detto).😂
Video preziosissimo questo. Da fare ascoltare in aula di un conservatorio così come in un pub dove suonano musicisti di strada che non hanno mai preso lezioni di musica. Io aggiungo solo che nella musica non ci si può inventare nulla. Nel senso che le note “suonano” bene o male indipendentemente da quanto si è studiato. Il musicista diplomato al conservatorio suonerà una scala frigia perche sa che tali intervalli producono quel tipo di melodia. Il musicista che non ha studiato o non conosce la musica, suonerà la stessa scala perché sente che “suona” bene. Il risultato è lo stesso anche se ci si arriva da due strade diverse.
Claudio volevo chiederti una cosa: Ho 40 anni e ho cominciato a strimpellare che ne avevo circa 29.Io per motivi di lavoro non ho potuto prendere più lezioni oltre a quelle basilari. Sono ancora in tempo se volessi imparare assoli e comunque prendere la decisione suonare con una band? Io la passione ce l ho ma il fatto che ho 40 anni a volte mi fa sentire scoraggiato.Cosa ne pensi?
Se vuoi suonare basta volontà e orecchio oltre a conoscere bene il tuo strumento.
@@francescodelbrocco6321 grazie mille per il consiglio! 👍🎶🎶🎶
Tony vai avanti tranquillo, non è tardi per nulla. Cerca di assorbire per bene quello che impari (sia pratico che teorico) prima di passare ad altro e poi tutto si chiarisce.
Importante: forzati a NON trascurare lo strumento per giorni e giorni, imponiti di suonare almeno 5 minuti al giorno - tanto poi diventano delle mezz'ore di goduria!
@@carlocchio15 grazie mille mi impegnerò a farlo 👍👍👍😉😉🎶🎶🎶🎶
io credo che alex britti abbia ragione al 100%.
e´ verissimo che studiare serve tantissimo e conoscere e sapere cosa e dove lo stai facendo pure....ma anche per il teatro e´ cosi...credi che solo chi ha fatto scuole di recitazione puo´ o e´ in grado di fare performance da zio?? nel calcio?? credi che tutti i migliori hanno fatto scuola calcio?? se uno HA quel qualcosa in piu´ non ha eguali ( Vedi Daniel Johnston....di cui Kurt Cobain portava la maglia con il logo e David Bowie gli ha pure dedicato na canzone)....se poi tu devi difendere chi studia per tenere in piedi il canale fai pure...
Prima di commentare ascoltare e capire quello che viene detto nel video
@@ClaudioCicolin Beh, hai disseminato un pò di tue personalissime considerazioni spacciandole per "verità": l'anima non esiste, ad esempio. Da dove tiri fuori questa "verità! E la mente la dimentichi? cos'è la mente? di certo NON è il cervello. E l'intuizione? Se ci si limitasse ad elaborare solo informazioni già presenti saremmo ancora nelle caverne! L'uomo ha la capacità di "creare" con la sua immaginazione! E non è il cervello a farlo.
Credo ci sia un valore aggiunto, una sinergia nel suonare uno strumento insieme ad altri musicisti, che può facilitare l'apprendimento di uno stile esecutivo, anche senza conoscerne la teoria, un po' come imparare a parlare (e cantare) in una lingua senza saperla leggere. Poi pero' per allargare repertorio e capacità interpretative sono convinto sia indispensabile imparare la teoria e le diverse tecniche dello strumento.
Claudio sono pienamente d'accordo con te, se considerassimo la musica come un linguaggio, per poter avere un dialogo va studiata la grammatica per intavolare un discorso. detto ciò la musica va studiata per poter suonare, prediamo ad esempio il fenomeno chitarristico del momento, Matteo Mancuso che si, di base ha del talento ma studia tantissimo per avere tante frecce nella faretra. tornando ai miei amati Pink Floyd e al contesto anche i grandi musicisti e i grandi gruppi hanno studiato tutti magari non sanno leggere uno spartito ma sicuramente per creare dei capolavori sono sempre frutto di nozioni e studio assimilati.
"L'odore delle rose
È una reazione chimica
Se un giorno lo scoprissi
Non l'ameresti più? "
Federico Fiumani
Claudio, che ne pensi di Fripp e dei King Crimson?
Non sono Claudio ma ti dico taaaaaanta roba! Spettacolari! In the court of the Crimson King è un capolavoro assoluto
pratica senza teoria e teoria senza pratica non esistono, anche nella Musica, come giustamente esprimi, l'una e l'altra convivono, possono essere frutto anche di percorsi molto diversi, ma l'obiettivo è comune, è lo stesso, esprimersi attraverso la più antica e misteriosa delle belle arti, se uno ha passione e tensione, anche senza accorgersi forse, avrà messo in campo i due aspetti, scuola, orecchio, tanto ascolto, tanto scambio con chi condivide le stesse passioni, dedizione.... ecc, anche un "lettore a prima vista", sebbene esegua un pezzo sconosciuto "a macchinetta", se sente l'emozione, ben presto lo farà suo, lo saprà a memoria e lo eseguirà con sentimento, perchè la Musica è soprattutto "espressione"
Bellissimo Video!! Mi è rimasta solo una curiosità... che chitarra è quella che hai in braccio? :)
Ciao Claudio, approvo in (quasi) tutto la tua analisi.
Nel mio piccolissimo, da ragazzo, mi è capitato di scrivere un brano con una quinta maggiorata ed ho fatto un figurone col gruppo.
Semplicemente mi era venuto in mente, mentre pensavo alla melodia, il passaggio di "Cantautore" di Bennato, che avevo suonato mille volte...
Ma l'aver studiato un po' di teoria mi ha permesso di scriverlo e condividerlo con gli altri.
Ti chiedo solo una piccola (ma grande) attenzione alle parole, dal momento che hai un pubblico vasto e trasversale.
Concordo che la musica arrivi dal cervello e che il cuore sia un muscolo, e credo siano espressioni universalmente condivisibili e dimostrabili.
Come credo sia condivisibile il fatto che non venga dettata dall'anima o da Dio.
Ma ti chiederei di fermarti qui e non fare il salto ad affermare che l'anima o Dio non esistano.
Primo, perchè nulla aggiunge o toglie all'analisi musicale, secondo perchè chi invece (come me) è convinto del contrario non per forza è un ingenuo o nell'errore.
E terzo, perchè credo non spetti a te determinarlo ed insegnarlo.
Hai tante cose da insegnarci, e siamo qui su questo canale per impararle, per le altre andremo da un teologo, un imam, un prete o dal maestro Do Nascimiento 😀.
Buona musica a te e a tutti!