Le autobiografie di JOHN HUSTON ed EDGAR REITZ

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  • Опубликовано: 5 сен 2024

Комментарии • 6

  • @user-fx2rj4qt9p
    @user-fx2rj4qt9p Месяц назад +1

    Grazie! Sempre grandi contenuti e titoli molto interessanti! Heimat aspetta da tempo, devo recuperare il prima possibile!

    • @librofago-libricultura
      @librofago-libricultura  Месяц назад

      Recupera recupera! E quando sarà il momento, reclusione in stile hikikomori - tapparelle abbassate, telefono spento - e giù con ore e ore di maratona-Reitz 🤤

  • @MorenoEmme
    @MorenoEmme 2 месяца назад +1

    Come sempre un video interessante. Chissà se le differenze caratteriali fra i due siano almeno in parte dovute al contesto, all'ambiente culturale nel quale hanno operato?
    Quando hai parlato di letture in simultanea mi è tornato alla mente un video di "alta critica cinematografica" dove la visione simultanea (in quel caso inconsapevole) di due film provocava un casino. 😅
    ruclips.net/video/LKiBm-I_UtM/видео.htmlsi=RGGFbQZPSr9htxV8

    • @librofago-libricultura
      @librofago-libricultura  2 месяца назад +1

      Grazie Moreno, soprattutto per la dritta sul video con Guzzanti in versione ghezziana, che non conoscevo 😂😂😂
      Quanto ai nostri Huston e Reitz, effettivamente si tratta di due autori di generazioni diverse e di contesti lontani fra loro, però per quanto ognuno sia almeno in parte figlio dell'epoca e dell'ambiente in cui vive, a me sembra proprio di essere di fronte a due "nature" diverse, inconciliabili (mi verrebbe da dire) dalla nascita. Per come la vedo io, Huston era un battitore libero, una sorta di individualista anarcoide anche rispetto ai suoi stessi coetanei e ai colleghi registi attivi negli stessi anni in cui lo era lui; mentre Reitz era (è) un uomo costantemente assillato dal bisogno di appartenenza, che si é concretizzato, nella sua carriera, attraverso il tentativo più o meno reiterato di far fronte comune insieme ad alcune personalità artistiche del suo paese (e solo in un secondo momento anche internazionali): la sua autobiografia lo testimonia, tanto rispetto alla stagione del cosiddetto "Nuovo Cinema Tedesco", quanto più in generale rispetto al suo bisogno - mai davvero sopito - di sentirsi parte di un gruppo, di qualcosa cioè che andasse al di là di sé come individuo, come cittadino e come singolo artista (lo ammette lui stesso nei non pochi momenti nostalgici del suo libro). Ma poi anche le stesse fonti d'ispirazione sono diverse: in "Un libro aperto" Huston sostiene che la cosa più importante della sua vita è stata la pittura, mentre invece Reitz afferma che è stata soprattutto la musica ad ispirarlo, perché a suo dire condivide col cinema il fatto di essere un' "arte del tempo". Insomma al di là del fatto che Huston era americano e Reitz tedesco, o che il primo fosse nato ai primi del Novecento e il secondo negli anni '30, a me sembrano proprio diversi in tutto e per tutto, dal carattere al modo di fare cinema e di concepirne il ruolo; perciò mi viene naturale pensare che sarebbero stati lontani anni luce anche se si fossero trovati a vivere e lavorare in ambienti simili

    • @MorenoEmme
      @MorenoEmme 2 месяца назад

      @@librofago-libricultura Grazie per la risposta dettagliata ed esaustiva!
      Io la facevo facile: mi era venuta in mente una contrapposizione fra l'America e l'Europa, dove nella prima è "naturale" che prevalga l'individualismo e nella seconda un far "fronte comune", declinato, nel caso dei due registi, in ambito cinematografico.
      In effetti Heimat, da come parli di Reitz, non poteva che nascere da un uomo mosso dal bisogno di appartenenza, un'appartenenza che si conferma in un arco temporale ampio, un'intera vita (e oltre).
      p.s. fu grazie a Fuori Orario che vidi Heimat ed Heimat2 (purtroppo non ho trovato recensioni di Ghezzi-Guzzanti in merito 🙂 )

    • @librofago-libricultura
      @librofago-libricultura  2 месяца назад +2

      ​@@MorenoEmmeanch'io ho visto Heimat 1 e 2 grazie a "Fuori Orario"! Ghezzi sarà per certi versi un gran matto, ma a lui e alla sua squadra gli appassionati di cinema devono moltissimo... per lo meno io di sicuro (quante nottate insonni - in anni lontani - a sciropparsi film russi, o giapponesi, o di altrimenti inaccessibili registi sudamericani 🤩)