Da gio mi sarei aspettato una roba del tipo “E quando si parla di rappresentanza e estensione dei diritti possiamo darla anche agli alberi...Con TREEDOM!”
Una cosa interessante è che la questione dell’evoluzione della lingua è uno degli argomenti più complicati da spiegare a chi non si sia mai avvicinato alla linguistica come materia scientifica. Che la lingua si trasformi è innegabile, ma è necessario distinguere le varie maniere in cui ciò può avvenire: se parliamo di semplici prestiti linguistici la cosa è molto più tranquilla perché il lessico è forse la parte più fluida della lingua, semplicemente c’è un concetto per cui non abbiamo una forma nella nostra lingua e quindi attingiamo al bacino lessicale di un altro codice. La cosa diventa più complessa quando è la grammatica a venire interessata. Mi spiego peggio: è molto più semplice che la lingua riarrangi del materiale che ha già per creare (o togliere) delle funzioni grammaticali, ma questo solo se il materiale che sta riarrangiando è già presente nella lingua, ad esempio gli avverbi composti da aggettivo e -mente morfema che in origine in latino era un sostantivo a tutti gli effetti con il significato di ‘modo’ per cui lat. bella mente = ‘a bel modo’ e in italiano bellamente. Quando invece si cerca di far entrare nella lingua funzioni grammaticali assenti o già decadute (vedasi il genere neutro: assente in italiano ma perché collassato nella transizione dal latino al volgare) la cosa è molto più complicata e desta shock nel parlante che reagirà male, perché alla fine la lingua è corretta fintanto che il parlante recepisce un messaggio come corretto. È anche interessante vedere come il genere grammaticale può essere nelle varie lingue gender-based oppure no. Nelle lingue romanze il genere grammaticale non è che uno strumento per raggruppare parole dal comportamento morfosintattico simile e può essere o meno analogo al gender ma non è sicuramente questo un suo scopo. Altresì che in alcune lingue il genere grammaticale non si ricollega a qualcosa anche lontanamente analogo al genere biologico o al gender, bensì per esempio a una scala di animatezza, per esempio alcune lingue indiane che usano i generi per distinguere il divino, dall’umano o gli animali o le piante.
La lingua non è linguaggio e la prima è come un organismo vivo, mi ripetevano ogni giorno al corso di linguistica generale. Bisogna anche considerare che l’italiano propriamente detto sia una costruzione intersoggettiva derivante dal toscano. Insomma, come hai spiegato in maniera precisa, la questione è molto più complessa che cambiare morfema con un altro.
Il commento è *molto* interessante, ma mi fa sorgere un dubbio quindi: il mutamento linguistico non impedisce di per sé il veicolamento di lotte sociali (in questo caso quella di genere), ma esse sono molto più probabili di riuscire in questo intento se si muovono "nei binari" (no pun intended) correnti della lingua, o comunque non distanziandosene troppo. Questo significa che è più improbabile che una soluzione come lo schwa possa trovare terreno ufficialmente, ma non impedisce ad altre soluzioni più coerenti col sistema attuale di prendere piede (come la già proposta -u che non fornisce informazione morfologica, o addirittura l'uso del maschile sovraesteso e del voi come generi neutri/comuni) fintanto che diventano di uso comune tra i parlanti (ossia, i parlanti trovano in essi una comunicazione efficace), non è cosi? In maniera abbastanza simile alla trasposizione del pronome you da plurale ad anche singolare sovverchiando il precedente thou, o ancora adottando il they come pronome singolare.
@@Leonar1450 ecco sì, in parte: è più facile che si adottino soluzioni che prevedano la rianalisi di materiale già esistente nella lingua (ad esempio il ‘lei’ usato come forma di cortesia) che non l’inserimento coatto di materiale importato da altre lingue o creato di sana pianta. Lo ə non essendo né fonema né morfema né grafema dell’italiano in nessuna delle sue fasi diacronica è un inserimento coatto perché andrebbe a inserirsi nelle fondamenta della GRAMMATICA italiana che è la parte più chiusa e meno permeabile della lingua a differenza del LESSICO. Un esempio che mi viene in mente è la formazione degli avverbi in -mente ad esempio fortemente deriva dalla rianalisi del sostantivo mens, -tis latino usato col significato di ‘maniera’ per cui lat. forte mente ‘in maniera forte/veloce/precipitosa’ è stato inteso a un certo punto come l’aggettivo “forte” unito al morfema -mente che indica la maniera. Perciò non sto separando la lingua dalle lotte sociali che la coinvolgono, ma sto precisando che lo ə non è la soluzione che stiamo cercando
D'accordo su tutto, ma è opportuno notare che la "ə" non è stata proposta casualmente: a differenza della "-u" è linguisticamente molto più facile da pronunciare perché si trova perfettamente nel mezzo, non richiede alcun movimento nell'apparato fonatorio e fonologicamente introdurla nella lingua richiede pochissima fatica. La -u sarà pure una vocale che abbiamo già, ma a livello di pronuncia è più faticosa da produrre e da introdurre perché richiede più sforzo nella produzione del suono - e sappiamo che più sforzo non è quello che l'economia linguistica, il processo naturale di evoluzione della lingua, vuole (infatti spesso nelle lingue del mondo la U viene sostituita da altre vocali o si fonde con esse fino a scomparire). La "ə" funziona benissimo in questo senso e non solo: come detto nel video, esiste in molte varianti dialettali quindi è davvero facile per molte persone usarla, semplicemente perché già lo fanno. Anzi, è anche il fonema vocalico neutro che tutti i parlanti del mondo usano quando vogliono pronunciare una lettera senza il suo nome (esempio, pronuncia "r" invece di "erre" e l'unico modo che troverai per farlo sarà "R(ə)"). L'unico blocco è quello culturale e sociale, del "suona strano, è buffo" che è una cosa normale quando introduci un nuovo item linguistico non familiare, specie se, come già hai detto, si tratta di un cambiamento grammaticale - cambiare la grammatica è difficile, sì, e molto più raro, ma succede. Superato però il blocco culturale, nell'arco di pochi anni potrebbe tranquillamente diventare la norma - basterebbe che tante persone la usassero nella quotidianità
Io rimango al vecchio stile, con il Ao universale, maschi, femmine, non binari, transgender, singoli, gruppi, tutti inclusi a prescindere e non devo neanche ricordarmi i nomi
"E poi c'è chi non sa l'italiano" cit di un altro grande personaggio. Il video di Roberto Mercadini e questo sono perfetti per esplicare un concetto tanto divisivo.
Ho sempre trovato qualsiasi estensione inclusiva una forzatura, tutto sta nella distinzione di significato e significante (ovvero la forma) se prendiamo la parola TUTTI é certamente maschile esteso nella forma, ma il significato comprende entrambi i generi e neutrali, cambiando la lettera I un simbolo con un altro simbolo o grafema genera soltanto un' incomprensione... ed il significato rimane il medesimo
Immagino poi che tutta questa fantomatica gente pro Schwa(che non esiste nel mondo reale) sia molto offesa da come ci riferiamo a Carabinieri di 100kg con i baffi dando loro del "Lei". Tutta spazzatura che viene da quel buco chiamato America e che infetta il mondo
@@lanfrancoadreani9212 ora però cerchiamo di non passare all'altra estremità dell'assurdo e non confondiamo il culo con le quarant'ore... una cosa è il genere collettivo, che da noi in parte sostituisce il genere grammaticale neutro (che dal latino all'italiano non si è perso, ma è riconfluito appunto nel maschile per una serie di ragioni linguistiche complesse, riassumibili con "crea meno confusione grammaticale e sintattica che a farlo riconfluire nel femminile"), un'altra, molto diversa, la forma di cortesia...
Attenzione però, il they/them in inglese usato per le persone non binarie non è plurale. Un po’ come il “you” della seconda persona plurale è andato a prendere il posto del “thou” della seconda persona singolare, così il “they” viene usato anche al di fuori di questioni politiche per indicare qualcuno di cui non si sa il genere (quindi quando il qualcuno in questione è ignoto; in questo caso noi italiani usiamo spesso il maschile). Per fare un paio di esempi pratici: “Someone left here their umbrella” (qualcuno ha lasciato qui il suo ombrello) oppure “The 10th person to enter from that door will receive a prize, whoever they are” (La decima persona ad entrare da quella porta riceverà un premio, chiunque esso sia).
È anche vero che a moltissimi inglesi suona strano perché quella forma viena usata in caso di dubbio e quando non si sa di chi si sta parlando. Avere ben chiaro in mente il viso della persona e dire "they" risulta spesso innaturale
@@giuliocusenza5204 Certo, è diverso che usarlo come qualcosa di indefinito, ma almeno è una proprietà della lingua, quindi è più facile da usare che in italiano, dove invece non c'è niente che anche solo si avvicini
È una forzatura della lingua che è nata qualche anno fa in America. L'ultima persona che provó a fare la stessa cosa in Italia era un certo Benito Mussolini che fece la guerra al "lei" da sostituire al piú virile "voi".
Sono d'accordo con te. Da persona che ha dedicato una buona parte della sua vita a linguistica, sociolinguistica, pragmatica linguistica e filologia, ho realizzato che manipolare la lingua o forzarla per modificare la società stessa, può essere uno stimolo intellettuale, ma fine a se stesso. La lingua è un prodotto della società che viviamo, quindi è la società stessa che diventando nel tempo più inclusiva, genererà da sola piano piano delle formule linguistiche pertinenti al contesto culturale e sociale. Forzare la lingua rischia di modificare la forma, ma non la sostanza.
ma l'emergere di forme della lingua più neutrali e inclusive è proprio la "società che diventando più inclusiva generada sola forme linguistiche pertinenti al contesto sociale e culturale", come dici tu appunto.
@@talete7712 in realtà no, proprio perché la maggior parte delle persone non lo vorrebbe e non sarebbe affatto pronta ad usarla. Coloro che vogliono introdurre questi cambiamenti inclusivi sono molto pochi rispetto a tutto gli altri a cui non interessa la questione o che sono contro
@@nicolaberardi621 tutti i cambiamenti linguistici iniziano con poche persone e poi si diffondono. E poi ci sono altre considerazioni da fare, come il fatto che molte delle persone che lo usano sono giovani. Un paio di giorni fa in Sardegna è stata organizzata dalle consulte studentesche e dai rappresentanti d'Istituto a livello regionale un'assenza di massa per richiedere la dad per 14 giorni. Essendo rappresentante di classe e rappresentante degli studenti nella Consulta provinciale ho ricevuto le comunicazioni dai rappresentanti d'Istituto che si erano coordinati a livello regionale (più di 100) e tutte le comunicazioni avvenivano usando la schwa. E parlo di messaggi che sono stati decisi appunti da più di 100 rappresentanti e che sono poi stati fatti circolare in tutta la Regione. Per cui negli anni a venire potrebbe diffondersi molto più di quanto immagini. O forse no, fatto sta che ogni cambiamento inizia da qualcosa di piccolo
@@drannaatzeni8575 sinceramente curare l'aspetto linguistico mi sembra più un discorso buonista e di facciata, senza realmente curare il problema culturale; anche perché sembra veramente oscena a livello estetico, sarebbe preferibile allora introdurre il genere neutro
Due note sull'alfabeto fonetico: - La "o aperta" è /ɔ/, non /ɒ/ (che è molto più aperta e non presente in Italiano). - "sir" si pronuncia /sɜː/, "country" si pronuncia /ˈkʌn.tɹi/, quindi la schwa non è presente in nessuno dei due, mentre "survive" si pronuncia /səˈvaɪv/ solo in British. Parole in cui la schwa è presente è: "about" /əˈ baʊt/, "the" /ðə/, "anonymous" /əˈnɒnəməs/, ecc... Comunque neanch'io uso la schwa, né mi piace come "soluzione". È un'idea poco funzionale e che ha più che altro una valenza politica che un vero passo per "aggiustare" l'Italiano. Ho letto testi con la schwa ed è proprio difficile, inciampi ogni due righe, alcune frasi sono ambigue (voleva usare il singolare o il plurale...?), è un bastone tra le ruote della comprensione scritta e del parlato. La cosa che dispiace è che il discorso delle persone non binarie è anche interessante e importante, e invece con la schwa non si fa altro che inimicarsi chi sosterrebbe anche la causa con una "soluzione" inutilizzabile che non piace a nessuno (perché tanto i transfobici e chi per loro non li convincevi a prescindere).
Io da dislessico ho molta difficoltà a leggere la schwa, quando l'ho fatto notare alla gente che la usa non aveva idea che fosse un problema per i dislessici, questo significa che noi dislessici ( che siamo molti di più dei non binari) non siamo abbastanza rilevanti nella lotta di genere, tra l'altro da studente di moda sono sempre stato in gruppi a maggioranza femminile, e ci hanno sempre dato del ragazze, cosa che non mi ha mai dato fastidio, secondo me la cosa più logica è smettere di fare i bambini e riconoscere il maschile sovraesteso come una semplificazione e non come un metodo di oppressione, oltre il fatto che in questo modo crei una corrente di resistenza contraria che sarà sicuramente più forte e che sfocierà in ulteriore odio verso gruppi lgbt e femministi creando così più danni che altro.
Ottimo commento, condivido appieno! Io non soffro di problemi di lettura, ma quando leggo lo ə mi blocco, perché non riesco a pronunciarlo credo, e mi incasina la lettura 😅
Mi sono appena accorto di una cosa, seguo questo canale da circa 3 anni, sono felice di far parte di questo canale da così tanto tempo e vederti crescere, ti seguirò per molti altri anni e continuerò a vedere la tua evoluzione di questo canale, il quale è diventato come una specie di casa per me. Grande Giò
comunque piuttosto del "buongiorno a tutt", basterebbe un "buongiorno a chi è presente", o "a chi è qui con noi"... insomma, cercare espedienti per evitare declinazioni al maschie o al femminile, perché "tutt" non si può sentire!
Bastarebbe un solo buongiorno. E poi se proprio proprio specifichi che parlerai "normalmente" ma che non intendi discriminare nessuno nè offendere nessuno. Se poi qualcuno si offende rimane un problema tutto suo, come sempre.
la penso così anche io, io sono una persona non binaria e chi mi sta intorno si diverte (a detta loro) a fare mille giri di verbi e di parole per evitare di usare il femminile :)
correzione: in italiano la "o" aperta è più ɔ che ɒ, (che è la "u" di "but" e la "o" di "love"). Fonte: ho dato esami di linguistica e fonologia sia alla triennale che alla magistrale.
Sbagliato, è solo il suono che emette la Murgia mentre raggiunge la sua forma finale, il suino, che come tale non si esprime in maschile o femminile ma a grugniti.
Ottimo video come sempre! Lo dico da progressista: ogni progresso è cambiamento, non ogni cambiamento è progresso. Ben venga vi siano proposte per aumentare l'inclusovità ma, come in ogni brainstorming efficiente, a seguito delle idee bisogna valutarne la sensatezza e l'utilità. È impensabile forzare un cambiamento così profondo ad una lingua, che già di per sé ha un'enorme inerzia alle modifiche strutturali, ma è anche insensato forzare un cambiamento che mal si sposa con la lingua stessa. Sono convinto, magari sbagliando ma non credo, che le persone minate dal maschile esteso siano molto meno fragili di quanto si pensi e siano perfettamente in grado di non struggersi per una convenzione grammaticale. Posto che ognuno debba essere libero di attribuirsi il genere che preferisce, accettiamo come collettività che linguisticamente ve ne siano due. È funzionale è non è un fatto intenzionale a ledere la dignità di nessuno.
Ciao Gio ci sei mancato♥️ Finalmente anche tu hai detto la tua sullo schwa! Trovo molto interessanti, e li consiglio a chi volesse approfondire, i video a riguardo di Roberto Mercadini, che con la sua solita chiarezza spiega la sua posizione e i motivi linguistici più specifici per cui lo schwa è incompatibile con l'italiano (e in fondo anche superfluo). Buon anno Gio e buona fortuna per tutti i tuoi progetti futuri♥️
Come hai detto tu, se ci si rispettasse di più l'uno l'altri non si guarderebbe la lingua nello stesso modo, probabilmente i cambiamenti ci sarebbero comunque (fa parte della natura di una lingua viva) ma senza gli attacchi a destra e manca.
Ogni cambiamento linguistico inizia con l’applicazione nella forma parlata e si ufficializza con la forma scritta. Qui il passaggio da orale a scritto non c’è, il che rappresenta un grande problema: il fatto che noi non parliamo utilizzando il neutro, ci porterà ad avere sempre l’impressione che questa forma sia errata, non propria del nostro sistema linguistico. L’inutilizzo del neutro è anche dovuto al fatto che la forma proposta come neutro crei delle parole tronche, terribilmente cacofoniche in italiano (le cui parole terminano quasi sempre con una vocale). Ciò che molti non capiscono, è che l’accademia della crusca non sta dicendo “no, noi non vi vogliamo riconoscere perché siamo puristi della lingua”, anzi, l’accademia della crusca si adatta ai cambiamenti, ma in questo caso non c’è un cambiamento così radicale da poter stravolgere la grammatica di una lingua. A parer mio lo schwa, in italiano, è un pessimo modo per formare il neutro, perché, appunto, crea parole tronche. Molto più praticabile sarebbe la u (unica vocale del nostro alfabeto non associata al numero e al genere) che, per quanto ci possa risultare cacofonica, è pur sempre meglio dello schwa, poiché sarebbe più conforme al sistema linguistico italiano. Però anche con questa forma, non è che l’accademia della crusca può dire “ok raga, abbiamo trovato il neutro, tutti ad usare la u”, dovrebbe esserci comunque una gran parte della popolazione che la usa effettivamente nel parlato, dopo di che potrebbe diventare una regola canonica della nostra lingua.
la u è bella come desinenza finchè non provi effettivamente a pronunciarla. La schwa è molto più fluida perchè non è un troncamento (differisce dall'asterisco per un motivo), ma un suono vero e proprio. se poi vedi che qualcuno la legge come un troncamento, quello è un errore.
@@bikereven beh oddio, per quanto possa essere presente, è un suono pochissimo marcato. Nel video gio lo marca tanto, ma basta sentire un qualsiasi napoletano per notare che non si sente così chiaramente, anzi, sembra di fatto che non ci sia (infatti nel napoletano non letterario, mammeta - tua mamma - viene scritto come mammt o al massimo mamm’t) quindi sembra troncato nella forma parlata. In ogni caso mi rendo conto che la u risulti abbastanza cacofonica, ma la trovo comunque un’alternativa migliore dello schwa. Si potrebbe utilizzare anche un composto vocalico comunque (ao, ie e così via) ma è abbastanza difficile trovarne uno di comune accordo, non essendo una regola
@@federica608 sono napoletano. "mammt" non si pronuncia così come lo si legge (parlo di napoletano vero, non di dialetti provinciali, come ad esempio il casertano, basati ormai quasi principalmente sulla forma scritta per via dell'uso tra i giovani). "mammt" si pronuncia davvero "mammət", e quella schwa si pronuncia marcata proprio come ha dato di esempio Gio. la ə funziona come qualsiasi altra vocale, e proprio per questo ha un accento chiuso o aperto. prendi come esempio "bellə" (diverso da bell*), in cui per forza di cose la ə ha un accento atono. naturalmente, forse non troverai mai una schwa tonica, se non nei dialetti. questo rende l'uso della schwa ancora più semplice.
@@bikereven la schwa per te ha un suono accettabile perchè fa parte del tuo dialetto, ma in Italia non abbiamo solo il dialetto napoletano e del sud Italia, e onestamente penso per chiunque sia del nord italia non è per niente facile, oltre a suonare spaventosamente male. oltre che, scusami, la trovo un'argomentazione abbastanza arrogante, cioè anche nel mio dialetto ci sono suoni che si distaccano dall'italiano, ma non mi sognerei mai di introdurli nella lingua italiana😅😅😅
@@TheTiaTia5 che ti piaccia o no, l'italiano nasce proprio sulla base dei dialetti. comunque, l'argomentazione era nata per rispondere a Federica, spiegando con l'esempio del napoletano che la ə è un suono a sé stante. Sono campano, sì, ma sorpresa delle sorprese, parlo anche in italiano. Inaspettatissimo. Anzi, personalmente ho un registro anche abbastanza forbito, e raramente ricorro a volgarismi quando in contesti formali. Questo per dire, con il mio esempio, che anche un napoletano parla italiano, e come tutti, dobbiamo imparare ad adattare la ə all'italiano. Secondo il tuo ragionamento, altrimenti, dovremmo già essere tutti in grado di usarla, poichè è molto ricorrente in inglese, lingua studiata dalla stragrande maggioranza della popolazione e che negli ultimi anni sta anche venendo insegnata non troppo male. La schwa fa paura solo all'inzio, a tutti, perchè non si ha idea di cosa sia. Ma ripetendola anche solo una decina di volte, come per qualsiasi altro suono linguistico, si inizia a prenderci confidenza rapidamente.
Vorrei dire che il video è meraviglioso... ma scompare di fronte alla transizione pubblicitaria che è già adesso il miglior momento di youtube Italia del 2022 :)
@@mussolinninevergowell9281 compresa la sinistra, tutto il mondo occidentale. Per trovare gente contro questa apartheid bisogna andare agli estremi sia a destra che a sinistra...
A mio parere si tratta di una soluzione bruttissima a una battaglia che condivido. Penso che una riflessione condivisibile sia quella di Roberto Mercadini.
Comunque la correlazione tra patriarcato e lingua non inclusiva è da dimostrare. Giapponesi e arabi hanno sviluppato lingue neutre in società fortemente patriarcali, mentre l'italiano come lo conosciamo oggi è nato da poeti che, nella transizione tra latino e volgare, elevavano la femmina a Dea. Non a caso la grandezza assoluta passa da maschile a femminile: cesto - cesta, gesto - gesta, umani - umanità, ecc... Non esiste dunque prova certa e scientifica che il patriarcato generi una lingua non neutra, e viceversa.
Elevare la “femmina a dea” da parte dei poeti stilnovisti è sempre un segno di patriarcato, idealizzare il genere femminile fino a diventare qualcosa di salvifico per l’uomo e al contempo con totale mancanza di capacità d’agente al pari di un oggetto non è sicuramente un buon modo di vedere la donna.
@@Bohbohboh_36373 Mah, non mi sembra che ne parlassero come oggetti, ma conta poco. Resta comunque il fatto che non è vero che l'italiano non sia inclusivo solo perchè non ha il neutro, essendoci molti termini femminili sul maschile (io sono unA personA, e non esiste personO), e soprattutto non è dimostrabile che lo sviluppo della lingua senza neutro sia dovuta al patriarcato, come ho spiegato con gli esempi dell'arabo e del giapponese (ma ce ne sono molti altri).
Sono un ragazzo con una diagnosi di dislessia lieve e per la comprensione di un testo in tempi brevi per me è fondamentale che la prima e l’ultima lettera di una parola siano “corrette”. Leggere e comprendere un testo che includa asterischi e altri simboli fonetici è per me un’esperienza infernale, peggio dell’inglese. Ci state creando un disagio non indifferente a noi dislessici
Questa è discriminazione. Grazie per la condivisione. Alla faccia delle ragazzine e dei ragazzini non binary che non fanno altro che cercare di attirare l'attenzione con le loro assurdità pseudo-americane del momento.
La lingua inclusiva ti ha fatto un bel dito medio. Se può aiutare: io la leggo come una "a" e vado avanti con il discorso, fingendo che invece di avere questa moda dello schwa ci sia questa moda del "femminile strano".
Il video di cui sentivo di avere bisogno dopo ore ore ed ore passate a discuterne con i miei amici. Mi mancava qualche non "depensante" che ne parlasse. E dico questo al di là di ogni posizione che uno prenda: la cosa fondamentale è che tutto sia detto con argomentazioni e non con il vuoto assoluto
Eccoti le argomentazioni. Sono una persona non binaria ed è crudele essere costrettx continuamente a dovermi collocare a uno dei due poli di genere, quando non ci appartengo. Capisco che non è un problema vostro e quindi preferite fregarvene, guai a fare uno sforzo per far sentire riconosciuta l'esistenza di persone di cui non vi interessa. Shwa fa schifo è vero, non so chi l'ha scelta, ma piuttosto che darci una mano a cercare un'altra soluzione valida ve ne lavate le mani. Capisco che siamo pochx, non abbiamo potere e voi idolatrate solo chi ne ha, ma ci state lasciando indietro, ci state abbandonando a una disforia quotidiana e costante
@@mosefelice1139 sono non binario ma uso prevalentemente il maschile, perché alla fine è il neutro italiano, non me ne fotte del pronome ma di come mi trattano le persone e non voglio imporre gli altri ad usare parole incomprensibili o pronunciare un verso strano quando si rivolgono a me
@@mosefelice1139 quando una persona parla senza shwa non lo fa per essere irrispettoso o offensivo. Se pensi che tutti quelli che non lo usano lo facciano per farti un torto forse il problema è il tuo.
Bravo Gio, una certezza di razionalità! ❤️ La penso esattamente come te, e non serve essere conservatori o addirittura fascisti per essere in disaccordo con questo strumento. Lo trovo sinceramente inadeguato alla lotta di cui vuole farsi carico, e della quale faccio parte; non pretendo che altri non lo usino, ma personalmente non lo uso
Come persona non-binaria ti ringrazio per aver esposto in maniera chiara e coerente quello che è pure il mio pensiero (e per cui condividerò il video per chiarire ad altri la mia opinione). Neppure io mi oppongo se qualcuno vuole usare la ə, ma detesto che me la si imponga (mi è capitato con delle conoscenti che hanno preso poi a blastarmi), perché in questo modo sono più "incluso". Io per il mio retaggio scolastico, per lo studio basilare della grammatica italiana, mi sento già incluso nel maschile neutro. Se poi qualcuno vuole che ci si riferisca a lui/lei/voi in altro modo ovviamente mi adeguo, però che mi si imponga la "ə" e che se non l'accetto sono io a sbagliare mi infastidisce.
Ottima sintesi e direi che grosso modo concordo su quello che hai detto. Mi fa piacere che ne parli tu che hai così tanto seguito. Piccola correzione: sarebbe lo Schwa al maschile perché l'articolo si riferisce al fatto che è un simbolo.
Se siete interessati al tema, guardardate i video della linguista Yasmina Pani sul suo canale RUclips. Le sue spiegazioni e le sue argomentazioni sono semplici, lineari, comprensibili e interessantissime!
Nel dubbio il problema non mi riguarda personalmente. Come scrittrice (in primis) molto spesso mi capita di usare termini "maschili" quando esiste palesemente la controparte femminile, ciò non significa che il mio genere viene meno perché ho usato una terminologia diversa da quella che effettivamente già esiste e si usa :P
Ciao Gio. Ottimo video come al solito. Per quanto riguarda il livello scimmia, neanche a me piace molto la schwa, cosa che potrebbe però anche essere dovuta al fatto che semplicemente mi è estranea. Volevo proporre una riflessione riguardo al discorso che fai sul fatto che, se il nostro fosse un paese più civile con le donne e con le persone non binarie, probabilmente il maschile sovraesteso non sarebbe visto come un problema. Non so nulla di queste cose e non so se questo tipo di analisi appartenga alla psicologia, sociologia o cosa, ma spesso si dice che il linguaggio, la lingua che si parla, con cui si pensa, ha influenza sul pensiero stesso. Questo potrebbe implicare in qualche modo che tratti della cultura di una popolazione possano essere legate a doppio filo con la lingua parlata dalla popolazione stessa. Ovviamente se così fosse questo non vuol dire che la lingua debba necessariamente legare e limitare le singole persone a determinati modi di pensare invalicabili, ma potrebbe rappresentare forse un ostacolo tutt'altro che trascurabile per il superamento di un determinato pensiero comune. L'abbondante uso dei condizionali che ho fatto dovrebbe sufficientemente far trasparire che quella che ho fatto non è un'affermazione, ma un'ipotesi sulla quale vado davvero coi piedi di piombo non sapendo molto sul tema. Continuo però a chiedermi se l'utilizzo di artefatti come la schwa l'asterisco o l'introduzione di un preciso neutro non possa rappresentare un fondamentale passo per il raggiungimento di una parità che non sia solo burocratica ma culturalmente intesa. Edit: naturalmente anche avvenisse questa cosa non può essere un'imposizione calata dall'alto, ma un adozione della popolazione ad una proposta che parte da poche persone.
questa affermazione vale sulla sintassi e sulla semantica, ma non all'aspetto politico della faccenda. Infatti gran parte delle lingue non è presente maschile e femminile, eppure molti paesi sono più retrogradi dell'Italia.
Caro Gio, trovo molto interessanti i tuoi punti di vista, tuttavia credo che tutte le persone di qualsiasi genere abbiano bisogno di essere rappresentati da qualcosa, che sia l'inglese "They/them", trovo che qnch nell' italiano ci debba essere bisogno di una controparte. Detto questo, vado, te se ama
Ho avuto paura ad aprire il video quando ho letto il titolo. Fortunatamente il contenuto è stato molto apprezzato invece. E soprattutto sono contento di leggere tanti commenti intelligenti su questo tema. Che bella la Squadra di Gio :D
Una linguista qui su RUclips ha spiegato come sia una stronzata ritenere che il maschile sovra esteso sia frutto di una cultura maschilista, infatti faceva l'esempio di popoli che usavano il femminile sovra esteso eppure erano molto più maschilisti di noi.
Appena qualcuno mi spiega cosa significa "sentirsi maschio" o "sentirsi femmina", senza che questo rinforzi stereotipi o preconcetti su come un maschio o una femmina dovrebbero essere... be', allora questo pezzo del discorso avra' un senso per me. Cioe', mi spiego meglio (ma tanto questa obiezione l'avrete sentita mille volte): se non e' vero che le donne amano ricamare e i maschi amano giocare coi soldatini... che cavolo e' sentirsi maschio o femmina? Gli attributi sessuali non c'entrano, i costrutti culturali li abbiamo definiti totalmente artificiali e li abbiamo idealmente distrutti. Cosa rimane? Cosa significa maschio e femmina, come genere? Solo grammatica?
Il tuo è un ragionamento interessante in effetti. Per quello che ho capito, il genere è un costrutto culturale, e quindi è normale che ogniuno di noi, essendo nato e cresciuto all'interno di una determinata cultura che impone determinante idee dei generi, si senta appartenente ad un genere o all'altro con tutto ciò che ne consegue. Io personalmente cerco di non ricalcare il cliché del maschio etero, ma indipendente da questo mi rendo conto che, ad esempio, se indosso cose considerate "femminili" mi sento a disagio. Per rispondere a questo problema molti movimenti progressisti e femministi propongono di abolire il binarismo di genere ma secondo me è un po' utopistico e ipocrita. Io credo che l'obiettivo dovrebbe essere quello di non rendere i generi delle gabbie culturali, perché attualmente sono questo per molte persone. Sono ruoli troppo stringenti.
E poi ci sono io, che uso la schwa non per una qualche battaglia politica, ma perché adoro vedere lə cattobigottə e lə rossobrunə nei gruppi che frequento sclerare con frasi tipo (giuro che non sto inventando) “Ho smesso di leggere alla prima ə, questa è imposizione di un pensiero dominante”. Che volete farci, mi diverto con poco.
Tra l'altro mi fa ridere che qualsiasi pensiero non condiviso (io non condivido l'uso dello ə, per inciso, ma poco importa) stia diventando, a seconda di chi parla, "pensiero unico", "pensiero dominante". Voglio dire, sarà questa legata al suono ə una battaglia che ha acquisito sostenitori negli ultimi anni, ma arrivare a dire che è il pensiero dominante... Ce ne vuole, sono convinto che gli utilizzatori del fonema in questione siano una minoranza.
Parlando di filosofia del linguaggio, il linguaggio non è e non può essere inclusivo, perché le parole stesse delimitano, creano confini, dividono. Nominare qualcosa significa limitarla.
Ho tre osservazioni: 1. Oh no i capelli! Adoravo i capelli lunghi di Gio! 2. Che bello è tornato Surfshark! 3. Il finale con palombella rossa è un tocco di genio. 4. Sono d'accordo (per l'ennesima volta)
"voi avete visto più persone che si lamentano perché non si usa la Ə o più persone che si lamentano perché si usa la Ə?" Questa frase è la prospettiva più concreta riguardo a tutto sto discorso.
@emanostradamus devo dire che ho l'esperienza contraria, così come gio. Davvero ti danno del misogino perché non la usi? Oppure racconto così i detrattori? La stessa Gheno non ha mai detto che chi non vuole usarla è misogino. Se li hai incontrati sono pochi esaltati, ma hai incontrato delle creature rare. Sento di doverlo richiedere: davvero hai incontrato qualcuno che ti ha dato del misogino perché non vuoi usare la ə ?
@emanostradamus Capisco. Tranne in alcuni luoghi ben curati anche il più lucido si lascia andare al "tifo". Un consiglio spassionato: seleziona con cura la tua partecipazione online; meno ulcere, più tempo e arricchimento.
Sebbene abbia una certa simpatia per le tematiche LGBT, trovo questa questione abbastanza inutile e forzata. In questo caso, secondo me, si vuole far passare quello che è un semplice retaggio della lingua come se fosse invece uno strumento di oppressione. Come dice l'Accademia della Crusca bisogna distinguere il genere linguistico dall'attribuzione del genere dell'individuo a cui si fa riferimento. In sostanza io credo che questo sia un non-problema. Intanto cominciamo a parificare i diritti a livello di legge, la cultura si adeguerà da sè col tempo.
Ma sta cagata non è portata avanti dai non binari o altri della lgbt ma da chi vuol far sembrare di essere inclusivo e far sentire gli altri in difetto. Ci tengo a precisare che è solo una mia personalissima sensazione.
Più che altro il problema é anche far passare il messaggio "si usa questo fonema perché non c é altro per esprimere questa identitá". Alla fine l importante era trovare un modo per farlo capire a noi italiani che in questi argomenti non siamo proprio acculturati. Si é cercato di far fronte comune con un plurale neutrale, ma si è andati totalmente allo sbaraglio con l insurrezione sul "patriarcato grammaticale". Mi piange il cuore a vedere un occasione di discussione così importante bruciata cosî
@emanostradamus guarda, penso che l obiettivo di questa ricerca non sarebbe dovuto essere includere "tutti" in un discorso generale (ecco perchè reputo inutile "Carə condominə") vista la chiara impossibilità, ma identificare delle persone nella loro diversità. Noi persone non binarie siamo ben consci di non rientrare nella maggioranza, e per quello ci servono dei simboli per riconoscerci. È la base della comunicazione umana, ma non possiamo mettere una bandiera a strisce nera/viola/giallo/bianca per mostrare che rigettiamo i due estremi di identità. Quindi non penso sua fondamentalmente sbagliato cercare un artifizio grafico per le persone NB, solo si è andati ad arenare in un discorso che ha tolto il focus ad una comunitá già poco conosciuta per dare spazio alla lotta grammaticale online, scatenata da persone che, per quanto possano provare disagio, ti assicuro che nel resto della loro vita non si sono posti domande sul perchè non riuscivano ad identificarsi e a legare con nessuno dei due generi. C é proprio stata una miscommunication incredibile.
Come sempre un video bellissimo e grazie per i vari chiarimenti. Ma al "Stazioni"...sono morto e ti adoro....amo queste battute. Grazie però per la spiegazione
Gio, politicamente non siamo d'accordo praticamente su niente ma ti ringrazio per il lavoro sempre ben svolto e per l'informazione sempre puntuale. Presentazione sempre al top
Io sono non-binary, non utilizzo pronomi neutri, tuttavia comprendo assolutamente il disagio che alcune persone hanno con il loro corpo, in contrasto con la loro identità di genere, quindi se mi chiedono di utilizzare i pronomi neutri non ho alcun problema a utilizzare la "ə", almeno nella fase attuale penso possa essere utile a quelle persone, quantomeno a livello scritto
in quanto ragazzo trans ci tengo veramente a ringraziarti gio, si vede che cerchi di informarti il più possibile e porti questi argomenti a persone che probabilmente non ci hanno mai nemmeno pensato, lo apprezzo molto.
Grande video come al solito e concordo pienamente con te e nello scritto preferisco * se devo scegliere tra esso e la ə. Comunque una sola precisazione: nella tabella dell’IPA, hai cerchiato /ɒ/ come o aperta mentre la o aperta è semplicemente /ɔ/ ma in ogni caso ho apprezzato molto che tu abbia precisato cos’è foneticamente /ə/.
Sono una donna trans e faccio parte di vari gruppi LGBT+, sia on line che di persona (ultimamente non più tanto, grazie pandemia). Personalmente per me utilizzare o meno la schwa (o l'asterisco, o altri simboli) è relativo a dove mi trovo. Nei contesti sociali in cui le altre persone lo utilizzano, trovo sia giusto utilizzarla e lo faccio io per prima se sono nei suddetti contesti. Trovo però che non sia la soluzione migliore, specialmente nell'ottica di volerla rendere un'usanza linguistica da far arrivare a tutta la popolazione italofona, ma di contro non sono una linguista e non ho le competenze per proporre qualcosa di "migliore" con cognizione di causa. In ogni caso mi fa ridere quando gente si scaglia contro un "ciao a tutt*" o "ciao a tuttə" dicendo che "si sta stuprando la lingua italiana", magari quando sono i primi a parlare un italiano pessimo e a non essere nemmeno in grado di usare i congiuntivi in maniera corretta, cose che purtroppo ho visto/sentito succedere più volte.
ad oggi mi pare che invece sia una cosa che interessi e che trovi un'opinione positiva e sostegno da parte di tante persone, soprattutto giovani. potrebbe essere un buono spunto verso una mentalità più aperta.
da filologa e da cittadina ugualmente delusa sia dalle politiche sociali recenti che dal politicamente corretto "alla south park" (che ultimamente per me sta prendendo un po' troppo piede, a discapito di quello più sano e funzionale), ho apprezzato molto il modo in cui questo video affronta questo argomento così importante e delicato. e condivido la posizione di Giò: servono rispetto e civiltà, ma veri, concreti, non solo per sciacquarsi la bocca e far bella figura in pubblico e ai comizi (in presenza o online). quando avremo ottenuto quelli, la grammatica seguirà. in modo naturale, come ha sempre fatto.
Lo schwa, l'asterisco, e altri simili proposte, sono tutte soluzioni a un problema che non esiste. La grammatica italiana ha già sistemato tutto con regole chiare. Regole che tutti dovremmo aver imparato alle scuole primarie, senza chiamare la Crusca. Ma, HEY! Mentre non risolviamo nessun problema (e certamente non facciamo sensibilizzazione sociale) causiamo problemi veri alle minoranze! Facciamo mostra del nostro abilismo! Poi quando qualcuno ci fa presente che queste proposte sono peggiorative per i meno fortunati di noi rispondiamo "beh ci si adatta nella vita, le cose cambiano", naturalmente intendendo che le minoranze si dovranno adattare, nuovamente, ai problemi che NOI gli stiamo causando. Detesto questi Donna Prassede contemporanei che fingono di interessarsi al prossimo mentre lo danneggiano attivamente.
Tipo il fatto che la schwa rende ulteriormente difficoltosa l’apprendimento della lingua ai dislessici (per stessa ammissione di chi su questa proposta ci campa come Vera Gheno), ma d’altra parte chissene frega, di noi dislessici non glie ne fregava niente a nessuno già prima, dei professori che ci offendono, degli strumenti di supporto (tempo extra nelle verifiche, interrogazioni programmate, schede di supporto) negati da professori che negano il nostro essere dislessici. Ci ho fatto una vita da Dislessico, non mi cambia più tanto essere ignorato un altra volta. Amo l’inclusivita, quella vera di cui parla Gio all’inizio, dei prodotti culturali che parlano di persone “diverse” ma altrettanto valenti e delle loro storie. Che sia uno strumento di lotta politico o meno, la schwa applicato all’Italiano rimane uno strumento concepito in modo totalmente anti-linguistico e poco razionale, che ci piaccia o meno questa è la verità.
Ah, che meraviglia, ho detto la stessa cosa sopra in risposta a un commento e mi hanno detto che faccio benaltrismo. Il giorno in cui si realizzerà che il problema della lingua NON esiste, non c'è nessuna soluzione eccetera eccetera sarà una grandissima conquista. Ma purtroppo, non fa abbastanza rumore, che è quello che conta oggi.
@@IsterixKkK A parte il fatto che non esiste il problema come giustamente hai detto, perchè non si può accettare che una parola non ci definisce e andare avanti? Non mi sembra che gli uomini abbiano fatto storie per il Lei...
@@nickn2794 il "lei" non è nato per ragioni sessiste, è nato dall'influenza della lingua spagnola. Il maschile non marcato, che secondo molte persone è da considerarsi "inclusivo", vive invece di una "falsa neutralità" nata e nutrita dalla cultura sessista del passato e de presente. È una questione culturale e storica. Se il problema davvero non ci fosse, come dite voi, nessuno avrebbe sollevato la questione. Questo poi non significa che chi parla in Italiano utilizzando un linguaggio poco inclusivo sia sessista/maschilista o che debba essere messo alla gogna, però sarebbe bello vedere riconosciuti i problemi culturali e pratici che la storia della nostra lingua e la lingua stessa comportano.
Personalmente se una persona mi chiedesse di usare la Schwa per rispetto nei suoi confronti la userei senza problemi, ma non credo di usarla in automatico perché non vedo nella lingua una vera discriminazione.
@@mussolinninevergowell9281 scusami, ma per una volta che uno esprime un espressione sensata lo buttiamo giù così? Lo dico da non binario, questo è l atteggiamento che noi chiediamo, mica vedere la schwa spammata da tutti senza contesto
Stessa cosa che penso io. In una situazione precisa, in cui parlo con una persona non binaria che preferisce sentire/vedere usata la schwa, lo farei e lo faccio senza problemi. Ma quando parlo o scrivo in generale non lo farò mai. Pensiamo alle cose serie, ai pari diritti, all'inclusivitá vera e alla fine della discriminazione, non a queste stronzate.
Ben tornato, Gio! Pur bazzicando parecchio negli ambienti lgbt non riesco mai a essere pienamente felice di questi metodi di inclusione letteraria perché di fatto non ho mai percepito l'italiano come una lingua che impone il maschile. Se proprio vogliamo analizzare questo aspetto, trovo buffo che nel caso io mi voglia rivolgere esplicitamente ad un gruppo di ragazze, ho i mezzi per farlo nella maniera più chiara possibile mettendo una bella E come terminazione. Ma se volessi rivolgermi esplicitamente ai ragazzi e solo a loro? Poverini, non sapranno mai se la mia I è da intendere come plurale maschile o come plurale generico. Forse sto dando della femmina a qualcuno di loro e si terranno per sempre questo dubbio XDD Scherzi a parte, io credo che il rispetto trapeli sempre dalle parole scelte con cura, nonostante tutti i possibili limiti di una lingua. Se poi con gli anni la lingua muterà effettivamente ed ufficialmente anche grazie ai movimenti inclusivi di oggi, ben venga.
Buona considerazione sul tema anche nella parte finale. Sul tema dell'inclusività e il "problema" del maschile sovraesteso consiglio come approfondimento il video di Rick DuFer dove, in maniera argomentativa, spiega che il linguaggio inclusivo e lo schwa non sono proprio di facile realizzazione
Grazie Gio 💚 Ammetto che ho avuto un po' """paura""" ad aprire questo video, perché non sapevo cosa aspettarmi, da quali punti di vista avresti snocciolato questo argomento. Fai (quasi) sempre riflessioni che condivido in pieno, e non sapevo se anche in questo caso sarebbe stato così. Invece, ancora una volta, hai espresso esattamente ciò che penso 😆
Argomento molto interessante e lo hai spiegato in maniera molto chiara e didatica. Come insegnante di inglese devo dire che aglinitaliani piace molto la Schwa sulla pronuncia dell'inglese... Lo so non è facile levare l'accento. Per esempio, quando le parole in inglese finiscono in consonante l'italiano ha bisogno di aggiungere un suono vocalico alla fine. Ma io sono d'accordo che il più importante è che ci sia la comunicazione. Bel video!👏👏👏
Io sono per il no, sinceramente la trovo una complicazione inutile. Come a dire, io sono una ragazza ma se usano il maschile sovraesteso per descrivere un gruppo folto di persone (tipo entrando in classe dicendo Buongiorno ragazzi), io non mi sento discriminata, non me ne fotte nulla, se posso dirla tutta. Però ho unə amicə che preferisce che io la usi e la nostra amicizia è più importante delle mie convinzioni linguistiche formali.
Mi sembra giusto, in questo caso la utilizzerei anche io se una persona a me cara si sentisse più rappresentata da ciò. Io sono non binary, ma essendo in Italia vado col femminile non essendoci il they/them. Tutto il resto mi sembrerebbe troppo strano in italiano, quindi mi adeguo.
Il maschile sovraesteso talvolta fa un po ride. Alle superiori eravamo una classe di 25 persone e solo 5 erano maschi, eppure molti usavano il maschile. Solo il mio prof di lettere ci salutava usando prima il femminile e poi il maschile. Riguardo la schwa secondo me si può trovare di meglio. CI sono più dislessici al mondo e per loro quel fonema è difficile da distinguere dalla e
@@iacomary io alle magistrali avevo il problema opposto, tutte donne e poi c'ero io e si diceva sempre buongiorno ragazze e bho non mi sono mai offeso semplicemente non me ne fregava na sega, poi giusto per puntualizzare si chiama MASCHILE sovraesteso per pura convenienza potevano chiamarlo Giovanni e se lo avessero fatto ad oggi non ci sarebbe nessuno che si lamenta
@@angelosica93 Si ma manco a me offendeva se succedeva l'opposto rispetto alla composizione della classe. parli con una persona che scambiano spesso per maschio e non correggo mai perché non mi interessa. E cmq sarà pure fatto per convenienza ma lo trovo illogico e divertente tutto qui
Parlo con una laurea in letteratura e con numerosi esami di linguistica, fonetica, latino e storia della lingua italiana, non sono un elettore della Meloni... Trovo queste discussioni sterili perchè una lingua non si costruisce decidendo a tavolino, al contrario una lingua si forma e si piega ai bisogni dei parlanti. E questo lo vediamo spesso e volentieri tra l'italiano standard scolastico e quello d'uso quotidiano, essi sono diversi: l'uso dell'imperfetto al posto del condizionale ("Vorrei sapere questa cosa..." > "Volevo sapere questa cosa"), presente al posto del futuro ("Tra un mese vado a Milano."), evitare l'uso del congiuntivo con perifrasi e l'indicativo e qui siamo limitati ai verbi... Ma in questo caso si propone di cambiare una lingua con due casi a tre casi per far sì che essa sia più inclusiva? Scherziamo? E' una lingua, con secoli alle spalle di storia e numerose modifiche nel corso del tempo ed essa ha rinunciato all'uso del neutro e delle declinazioni e delle quattro coniugazioni del latino per una maggiore versatilità. Questo a mio avviso è una pagliacciata perchè anche se qualcuno accettasse di usare la schwa, ben presto verrà cancellato dalla moltitudine di parlanti che non riconosceranno tale regola. La lingua non si cambia, la lingua si adegua da sola nel tempo con i bisogni della popolazione.
@@Il_Misantropo amo non puoi smontare un sistema grammaticale per tre persone in croce tra le quali il 70% sono 14enni che vogliono sentirsi speciali su Twitter.
Sincero? La schwa, gli asterischi e l'estremizzazione del linguaggio inclusivo in una lingua che non ha pronomi neutri per motivi ben più complessi del banale patriarcato sono solo polemiche sterili, oltre a distogliere l'attenzione da tematiche e lotte ben più importanti per la comunità LGBTQ+ (senza contare che sono quasi nocive perché agli occhi dei più fanno perdere credibilità alla comunità stessa). Insomma, io sono assolutamente pro a tutti i diritti e leggi a favore di minoranze che non vogliono fare del male a nessuno, se personalmente ti senti uomo/donna/metà e metà/coccodrillo/farfalla/cavolfiore fai assolutamente quello che vuoi se ti rende felice, però quando il discorso si sposta fin troppo sulla schwa mi fate cascare le braccia (e non solo) peggio di FREEDA
I cambiamenti nella società si fanno a piccoli passi, con pazienza e perseveranza. Piccole cose come "ciao GENTE" anzi che "ciao RAGAZZI" all'inizio di un video, parlare di "umanità" o "razza umana" anzi che dire "L''UOMO" quando si parla di storia, usare quanto più possibile "le persone" / "la persona" al posto del maschile sovraesteso (come tra l'altro ha fatto Gio stesso nel video dopo la gag finale). Queste son cose che avrebbero già un impatto enorme sulla comunicazione ed essendo tranquillamente parte della lingua si potrebbero insegnare anche alle elementari crescendo così persone che naturalmente avrebbero un approccio diverso al prossimo.
La questione non mi ha mai interessato più di tanto, la convergenza del neutro verso il maschile peraltro non è un sintomo del patriarcato ma piuttosto l'esito di una semplificazione della lingua in periodo altomedievale quando non esistevano forme linguistiche standardizzate. La questione si potrebbero risolvere semplicemente usando il voi per le persone non binarie ed usando il femminile sovraesteso quando in un gruppo ci sono più ragazze che ragazzi.
Il voi purtroppo in italiano è completamente inutile perché gli aggettivi sono declinati per genere, a differenza dell'inglese e i pronomi spesso si possono omettere, sempre a differenza dell'inglese. Detto questo fingere che cose come il maschile sovraesteso siano completamente distaccate dal sistema patriarcale non mi sembra molto logico, di certo non può essere una coincidenza che il genere usato per definirsi ai gruppi è lo stesso che ha dominato culturalmente la società per secoli
@@Ermespsi in italiano i generi sono delle pure declinazioni e non hanno valenza biologica. Si dice "il tavolo" al maschile e "la sedia" al femminile non perché il primo ha il pene e la seconda ha la vagina ma per pura declinazione. Oppure tra persone formali ci si da del "lei" ma non del "lui" e questo non centra niente con il sesso biologico o il patriarcato. Mettetevelo in testa, l'Italiano se ne sbatte del patriarcato e del sesso biologico, ha delle declinazioni quasi randomiche. Studiate Bestie. "Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza"
@@Ermespsi il maschile sovraesteso è nato dalla fusione tra neutrale e maschile latini, che erano simili. Quindi non credo c'entra molto il patriarcato quanto la praticità, probabilmente se fosse stato il femminile simile al neutro oggi avremmo il femminile sovraesteso.
@@simodi7784 pensare che il linguaggio e il sistema socioculturale in cui nasce siano completamente scollegati e che l'uso del genere sia "randomico" è la vera ignoranza. Invece di dire ad altre persone di studiare e citare la divina commedia a caso fatti un bagno di umiltà
Io sono mega inclusivo, MA (non pensavo che lo avrei mai scritto) co' cazz che userò la schwa, a meno che non si arrivi come dici tu a un uso esteso e comunemente accettato che porti a un cambiamento naturale della lingua, ma a quel tempo se andrà bene sarò un vecchio rincoglionito che si esprimerà solo a bestemmie
“Avete visto più persone che si lamentano perché non si usa lo schwa o perché si usa?” Il punto è sempre questo, la fantomatica e immaginaria dittatura del politicamente corretto e degli lgbt. È lo stesso motivo per cui se partecipa Drusilla Foer a Sanremo in mezzo al 99% di etero cisgender Pillon si lamenta perché si porta un travestito (non è una transgender, è un personaggio di spettacolo) e non “un normale padre”, ignorando che di padri sarà pieno il palco e dovendo per forza rompere le palle al pubblico lgbt che ha il diritto di essere almeno un po’ rappresentato
Qui si sfocia si altri argomenti, però. Pillon non sa nemmeno di che parla e critica a random con argomentazioni imbarazzanti. La community LGBT ha ogni diritto che gli altri hanno, e devono lottare per averli se vengono loro negati. Ma in Italiano il neutro esiste, ergo penso sia un po' pretenzioso voler cambiare graficamente una lingua solo perché la "o" si usa per il maschile come per il neutro, tra l'altro spesso prendendo ad esempio l'inglese che fa la stessa cosa dando al neutro il plurale, graficamente parlando. Parlano di patriarcato per il neutro maschile quando è semplicemente una forma di semplificazione della lingua che, in quel caso, non ha alcun retaggio culturale maschilista. Piuttosto ha senso scagliarsi contro le battute stereotipate della TV italiana che dipinge donne come stupide, uomini come orchi ignoranti e persone omosessuali come freaks ad ogni trasmissione possibile perché "hahahah che ridere la donna che fa la spesa vestita succinta hahahaha che ridere l'uomo che si distrae e fa un casino hahHa che ridere l'omosessuale che sembra uscito da un circo e ci prova con ogni singolo uomo sulla terra".
Boh, personalemnte secondo me è solo una cosa stupida da usare, non è né bella né funzionale. Poi, di sicuro, chi continua a parlarne, anche senza che nessuno abbia fatto niente, ha rotto i coglioni
@@DeYogs sì ma mi sono soffermato in particolare sulla parte finale del video, quando GioPizzi sottolinea che se c’è qualcuno che rompe le scatole sono quelli che si lamentano ossessivamente perché una minoranza usa lo schwa e non il contrario. Facendo parte di alcuni gruppi Facebook ho visto che è effettivamente così, se ne parla in continuazione ma sempre per sfottere o attaccare chi lo usa, mai il contrario
Il punto della lingua inglese, spesso citato da chi sostiene un linguaggio più inclusivo ma purtroppo senza cognizione di causa, non è infatti il genere neutro (come già detto nel video, credo che definire "it" una persona sia decisamente offensivo) ma il fatto che sia una lingua senza flessione di genere. Infatti nei paesi anglofoni si utilizza per le persone non binarie they, che appunto non è neutro (e comunque non può avere un corrispettivo in italiano).
In inglese in realtà si dovrebbe usare il "they" come genere neutro. In quanto non è solo un corrispettivo al nostro "essi" ma una terza persona neutra. Inoltre si usava già nel '300 in diverse opere letterarie. Semplicemente hanno ripreso un qualcosa utilizzato fin'ora solo in letteratura e non storicamente, ma che comunque funziona. "It" è per oggetti e basta, manco si usa per gli animali.
@@sarap-8121 di nuovo, no. They prende il genere del soggetto, nell'uso grammaticalmente "corretto". Quindi può essere neutro, quanto maschile o femminile. L'uso storico come pronome gender neutral è tutt'altro paio di maniche
Continuo a non capire come persone che dicono di volere una società emancipata si inquadrino in ruoli predefiniti. Per me uomo e donna indicano solo maschi o femmine di homo sapiens. Se hai fatto una transizione il tuo sesso biologico è cambiato, ergo, coerentemente con quanto appena detto, mi frega un cazzo di cosa eri prima: se sei voluto diventare un maschio perché ti sentivi tale e ora sei oggettivamente un maschio di homo sapiens ti chiamerò uomo, viceversa donna. Se la transizione la devi ancora fare ti attacchi al cazzo perché non posso sapere cosa ti senti e non mi interessa, perché se io mi sento Pippo Baudo non mi aspetto che la gente mi tratti come tale. Ma il punto rimane: il ruolo di uomo o di donna appartengono alla società iniqua che volete cambiare, allora perché caderci dentro a piè pari? Cosa vuol dire essere uomo (se non maschio di homo sapiens)? Me ne può fregare di meno cosa la società si aspetta da me: io sono io, questo è quanto e mi comporto come voglio; magari per alcuni aspetti posso assomigliare di più a una "donna", per altri a un "uomo". Quello che so è che ho sempre avuto poco a che fare con chiunque mi trovassi vicino, maschi o femmine che fossero: io non ho voglia di lavorare il cemento, di essere cavaliere o di essere quello con più calli sulle mani e che sputa più lontano, perché secondo questa logica dovrei "cazzo sei un uomo è il tuo ruolo". L'emancipazione dovrebbe stare nel riconoscere la propria unicità, non nell'inquadrarsi in una di x categorie prestabilite. Mi sa molto di "Voglio battermi per la mia libertà di scegliere la mia sfumatura di omologazione".
Ciao Gio. Anch'io mi sento molto progressista, ma sono contento che alcune cose non siano cambiate. Come ad esempio il parmigiano all'interno dei tuoi elenchi :D Scherzi a parte è sempre bello vedere il tuo pensiero personale sui temi che porti e mi trovo d'accordissimo con te. È bello cambiare, evolversi, mutare, tutto quanto, ma bisogna sempre ragionarci un po' su, farlo come si deve e quando è il momento...altrimenti tutti i nostri zii e parenti conservatori avranno (troppo facilmente) sempre qualcosa di cui lamentarsi :D Buon lavoro per questo anno nuovo, in bocca al lupo per tutto!
Sono più che certo che se i due generi grammaticali si chiamassero ad esempio “Genere grammaticale 1” e “Genere grammaticale 2” non saremmo qui a discutere di asterischi e schwa. Tra l’altro ho notato che ogni volta che qualcuno si lamenta nei commenti su (inserire social a scelta) sull’utilizzo dell’asterisco e della schwa in un qualsiasi post, c’è sempre qualcuno che risponde a sta persona sempre sulla falsa riga di “non puoi parlare perché sei maschio bianco etero”
Piccolo fun fact sulla SCHWA, conosco persone che la scambiano(a livello di significato) per la parola SHOAH
@Xuna Miska ma vafangul
Ticket prima dei 100 like 🎟️🎫
@Xuna Miska fammi un Panino
Conta che io la conoscevo solo come "e al contrario" e la prima volta che ho letto SCHWA credevo volessero dire SHOWA
Ammetto che se non mi fossi documentato avrei rischiato anche io di confonderli
Miglior transizione allo spezzone pubblicitario di sempre!
anche migliore conclusione dello spezzone :)
Devo dire che ho riso parecchio
Totalmente inaspettato
davvero un colpo di scena incredibile
È geniale Gio
Da gio mi sarei aspettato una roba del tipo “E quando si parla di rappresentanza e estensione dei diritti possiamo darla anche agli alberi...Con TREEDOM!”
HAHAHHAAHHAHAA
In realtà anch'io
Veramente stavo già pensando che ormai cominciava con due sponsor per video😂
ci sarebbe stata benissimo
Una cosa interessante è che la questione dell’evoluzione della lingua è uno degli argomenti più complicati da spiegare a chi non si sia mai avvicinato alla linguistica come materia scientifica. Che la lingua si trasformi è innegabile, ma è necessario distinguere le varie maniere in cui ciò può avvenire: se parliamo di semplici prestiti linguistici la cosa è molto più tranquilla perché il lessico è forse la parte più fluida della lingua, semplicemente c’è un concetto per cui non abbiamo una forma nella nostra lingua e quindi attingiamo al bacino lessicale di un altro codice. La cosa diventa più complessa quando è la grammatica a venire interessata. Mi spiego peggio: è molto più semplice che la lingua riarrangi del materiale che ha già per creare (o togliere) delle funzioni grammaticali, ma questo solo se il materiale che sta riarrangiando è già presente nella lingua, ad esempio gli avverbi composti da aggettivo e -mente morfema che in origine in latino era un sostantivo a tutti gli effetti con il significato di ‘modo’ per cui lat. bella mente = ‘a bel modo’ e in italiano bellamente. Quando invece si cerca di far entrare nella lingua funzioni grammaticali assenti o già decadute (vedasi il genere neutro: assente in italiano ma perché collassato nella transizione dal latino al volgare) la cosa è molto più complicata e desta shock nel parlante che reagirà male, perché alla fine la lingua è corretta fintanto che il parlante recepisce un messaggio come corretto. È anche interessante vedere come il genere grammaticale può essere nelle varie lingue gender-based oppure no. Nelle lingue romanze il genere grammaticale non è che uno strumento per raggruppare parole dal comportamento morfosintattico simile e può essere o meno analogo al gender ma non è sicuramente questo un suo scopo. Altresì che in alcune lingue il genere grammaticale non si ricollega a qualcosa anche lontanamente analogo al genere biologico o al gender, bensì per esempio a una scala di animatezza, per esempio alcune lingue indiane che usano i generi per distinguere il divino, dall’umano o gli animali o le piante.
La lingua non è linguaggio e la prima è come un organismo vivo, mi ripetevano ogni giorno al corso di linguistica generale. Bisogna anche considerare che l’italiano propriamente detto sia una costruzione intersoggettiva derivante dal toscano. Insomma, come hai spiegato in maniera precisa, la questione è molto più complessa che cambiare morfema con un altro.
Il commento è *molto* interessante, ma mi fa sorgere un dubbio quindi: il mutamento linguistico non impedisce di per sé il veicolamento di lotte sociali (in questo caso quella di genere), ma esse sono molto più probabili di riuscire in questo intento se si muovono "nei binari" (no pun intended) correnti della lingua, o comunque non distanziandosene troppo. Questo significa che è più improbabile che una soluzione come lo schwa possa trovare terreno ufficialmente, ma non impedisce ad altre soluzioni più coerenti col sistema attuale di prendere piede (come la già proposta -u che non fornisce informazione morfologica, o addirittura l'uso del maschile sovraesteso e del voi come generi neutri/comuni) fintanto che diventano di uso comune tra i parlanti (ossia, i parlanti trovano in essi una comunicazione efficace), non è cosi? In maniera abbastanza simile alla trasposizione del pronome you da plurale ad anche singolare sovverchiando il precedente thou, o ancora adottando il they come pronome singolare.
But
@@Leonar1450 ecco sì, in parte: è più facile che si adottino soluzioni che prevedano la rianalisi di materiale già esistente nella lingua (ad esempio il ‘lei’ usato come forma di cortesia) che non l’inserimento coatto di materiale importato da altre lingue o creato di sana pianta. Lo ə non essendo né fonema né morfema né grafema dell’italiano in nessuna delle sue fasi diacronica è un inserimento coatto perché andrebbe a inserirsi nelle fondamenta della GRAMMATICA italiana che è la parte più chiusa e meno permeabile della lingua a differenza del LESSICO. Un esempio che mi viene in mente è la formazione degli avverbi in -mente ad esempio fortemente deriva dalla rianalisi del sostantivo mens, -tis latino usato col significato di ‘maniera’ per cui lat. forte mente ‘in maniera forte/veloce/precipitosa’ è stato inteso a un certo punto come l’aggettivo “forte” unito al morfema -mente che indica la maniera. Perciò non sto separando la lingua dalle lotte sociali che la coinvolgono, ma sto precisando che lo ə non è la soluzione che stiamo cercando
D'accordo su tutto, ma è opportuno notare che la "ə" non è stata proposta casualmente: a differenza della "-u" è linguisticamente molto più facile da pronunciare perché si trova perfettamente nel mezzo, non richiede alcun movimento nell'apparato fonatorio e fonologicamente introdurla nella lingua richiede pochissima fatica. La -u sarà pure una vocale che abbiamo già, ma a livello di pronuncia è più faticosa da produrre e da introdurre perché richiede più sforzo nella produzione del suono - e sappiamo che più sforzo non è quello che l'economia linguistica, il processo naturale di evoluzione della lingua, vuole (infatti spesso nelle lingue del mondo la U viene sostituita da altre vocali o si fonde con esse fino a scomparire). La "ə" funziona benissimo in questo senso e non solo: come detto nel video, esiste in molte varianti dialettali quindi è davvero facile per molte persone usarla, semplicemente perché già lo fanno. Anzi, è anche il fonema vocalico neutro che tutti i parlanti del mondo usano quando vogliono pronunciare una lettera senza il suo nome (esempio, pronuncia "r" invece di "erre" e l'unico modo che troverai per farlo sarà "R(ə)"). L'unico blocco è quello culturale e sociale, del "suona strano, è buffo" che è una cosa normale quando introduci un nuovo item linguistico non familiare, specie se, come già hai detto, si tratta di un cambiamento grammaticale - cambiare la grammatica è difficile, sì, e molto più raro, ma succede. Superato però il blocco culturale, nell'arco di pochi anni potrebbe tranquillamente diventare la norma - basterebbe che tante persone la usassero nella quotidianità
Certo che mettere la sigla di LUPIN sotto lo spezzone di Surfshark mi ha fatto salire i FEELS
Ma è lui, il pro di For Honor
INCREDIBILIS
andava fatto
VITANEON-SENPAI!! ;D
Io rimango al vecchio stile, con il Ao universale, maschi, femmine, non binari, transgender, singoli, gruppi, tutti inclusi a prescindere e non devo neanche ricordarmi i nomi
Occhio alle denunce per catcalling😂
Il cosiddetto saluto romano
@@iononsonov4cc446 fascio come nuovo governo più inclusivo di sempre, fattuale
Immagina avere la fotoprofilo di Ela di r6.
ao me passi le patatine?
"E poi c'è chi non sa l'italiano" cit di un altro grande personaggio. Il video di Roberto Mercadini e questo sono perfetti per esplicare un concetto tanto divisivo.
Più che Mercandini, io indicherei la linguista Yasmina Pani
Generalmente skippo sempre le sponsorizzate, ma nel tuo caso le guardo sempre con piacere, soprattutto SUUUURFSHARK
Ma il migliore non era Nord Vpn qualche settimana fa? Che sia una mera questione di "schei", classico argomento di destra? 😏
@@evolutionepicfail7709 ma non eravamo in guerra con l'estasia due settimane fa?
Io no
@@evolutionepicfail7709 sì ma nord VPN ha smesso di pagarlo, e quindi non è più così importante
Ho sempre trovato qualsiasi estensione inclusiva una forzatura, tutto sta nella distinzione di significato e significante (ovvero la forma) se prendiamo la parola TUTTI é certamente maschile esteso nella forma, ma il significato comprende entrambi i generi e neutrali, cambiando la lettera I un simbolo con un altro simbolo o grafema genera soltanto un' incomprensione... ed il significato rimane il medesimo
Immagino poi che tutta questa fantomatica gente pro Schwa(che non esiste nel mondo reale) sia molto offesa da come ci riferiamo a Carabinieri di 100kg con i baffi dando loro del "Lei". Tutta spazzatura che viene da quel buco chiamato America e che infetta il mondo
@@lanfrancoadreani9212 ora però cerchiamo di non passare all'altra estremità dell'assurdo e non confondiamo il culo con le quarant'ore...
una cosa è il genere collettivo, che da noi in parte sostituisce il genere grammaticale neutro (che dal latino all'italiano non si è perso, ma è riconfluito appunto nel maschile per una serie di ragioni linguistiche complesse, riassumibili con "crea meno confusione grammaticale e sintattica che a farlo riconfluire nel femminile"), un'altra, molto diversa, la forma di cortesia...
@@lanfrancoadreani9212 Concordo.
Attenzione però, il they/them in inglese usato per le persone non binarie non è plurale. Un po’ come il “you” della seconda persona plurale è andato a prendere il posto del “thou” della seconda persona singolare, così il “they” viene usato anche al di fuori di questioni politiche per indicare qualcuno di cui non si sa il genere (quindi quando il qualcuno in questione è ignoto; in questo caso noi italiani usiamo spesso il maschile). Per fare un paio di esempi pratici: “Someone left here their umbrella” (qualcuno ha lasciato qui il suo ombrello) oppure “The 10th person to enter from that door will receive a prize, whoever they are” (La decima persona ad entrare da quella porta riceverà un premio, chiunque esso sia).
È anche vero che a moltissimi inglesi suona strano perché quella forma viena usata in caso di dubbio e quando non si sa di chi si sta parlando. Avere ben chiaro in mente il viso della persona e dire "they" risulta spesso innaturale
@@giuliocusenza5204 Certo, è diverso che usarlo come qualcosa di indefinito, ma almeno è una proprietà della lingua, quindi è più facile da usare che in italiano, dove invece non c'è niente che anche solo si avvicini
@@Sol_705_ Sì sì, suona molto meno strano che le nostre "soluzioni"
È una forzatura della lingua che è nata qualche anno fa in America. L'ultima persona che provó a fare la stessa cosa in Italia era un certo Benito Mussolini che fece la guerra al "lei" da sostituire al piú virile "voi".
@@lanfrancoadreani9212 Ehm no, not really. Ci sono fonti che utilizzano il they singolare attorno al 1500
Sono d'accordo con te. Da persona che ha dedicato una buona parte della sua vita a linguistica, sociolinguistica, pragmatica linguistica e filologia, ho realizzato che manipolare la lingua o forzarla per modificare la società stessa, può essere uno stimolo intellettuale, ma fine a se stesso. La lingua è un prodotto della società che viviamo, quindi è la società stessa che diventando nel tempo più inclusiva, genererà da sola piano piano delle formule linguistiche pertinenti al contesto culturale e sociale. Forzare la lingua rischia di modificare la forma, ma non la sostanza.
ma l'emergere di forme della lingua più neutrali e inclusive è proprio la "società che diventando più inclusiva generada sola forme linguistiche pertinenti al contesto sociale e culturale", come dici tu appunto.
@@talete7712 in realtà no, proprio perché la maggior parte delle persone non lo vorrebbe e non sarebbe affatto pronta ad usarla. Coloro che vogliono introdurre questi cambiamenti inclusivi sono molto pochi rispetto a tutto gli altri a cui non interessa la questione o che sono contro
@@nicolaberardi621 tutti i cambiamenti linguistici iniziano con poche persone e poi si diffondono. E poi ci sono altre considerazioni da fare, come il fatto che molte delle persone che lo usano sono giovani. Un paio di giorni fa in Sardegna è stata organizzata dalle consulte studentesche e dai rappresentanti d'Istituto a livello regionale un'assenza di massa per richiedere la dad per 14 giorni. Essendo rappresentante di classe e rappresentante degli studenti nella Consulta provinciale ho ricevuto le comunicazioni dai rappresentanti d'Istituto che si erano coordinati a livello regionale (più di 100) e tutte le comunicazioni avvenivano usando la schwa. E parlo di messaggi che sono stati decisi appunti da più di 100 rappresentanti e che sono poi stati fatti circolare in tutta la Regione. Per cui negli anni a venire potrebbe diffondersi molto più di quanto immagini. O forse no, fatto sta che ogni cambiamento inizia da qualcosa di piccolo
Io la uso e mi ci trovo benissimo. Perché l'italiano è machista. La lingua veicola questo machismo.
@@drannaatzeni8575 sinceramente curare l'aspetto linguistico mi sembra più un discorso buonista e di facciata, senza realmente curare il problema culturale; anche perché sembra veramente oscena a livello estetico, sarebbe preferibile allora introdurre il genere neutro
Due note sull'alfabeto fonetico:
- La "o aperta" è /ɔ/, non /ɒ/ (che è molto più aperta e non presente in Italiano).
- "sir" si pronuncia /sɜː/, "country" si pronuncia /ˈkʌn.tɹi/, quindi la schwa non è presente in nessuno dei due, mentre "survive" si pronuncia /səˈvaɪv/ solo in British. Parole in cui la schwa è presente è: "about" /əˈ baʊt/, "the" /ðə/, "anonymous" /əˈnɒnəməs/, ecc...
Comunque neanch'io uso la schwa, né mi piace come "soluzione". È un'idea poco funzionale e che ha più che altro una valenza politica che un vero passo per "aggiustare" l'Italiano. Ho letto testi con la schwa ed è proprio difficile, inciampi ogni due righe, alcune frasi sono ambigue (voleva usare il singolare o il plurale...?), è un bastone tra le ruote della comprensione scritta e del parlato. La cosa che dispiace è che il discorso delle persone non binarie è anche interessante e importante, e invece con la schwa non si fa altro che inimicarsi chi sosterrebbe anche la causa con una "soluzione" inutilizzabile che non piace a nessuno (perché tanto i transfobici e chi per loro non li convincevi a prescindere).
Esatto Francesco,
Da non binary, essere "stazione" mi ha fatto spezzare! 🤣
Grazie mille❤
"La zia vi ha ricordato che vostro cugino si è laureato e voi invece ancora no?"
Sì, Gio, ma come fai a saperlo?
Da vecchio esperantista ti dico "tredankinde" per aver nominato la lingvo internacia! 💚
stavo ascoltando mentre lavoravo...Ma quando hai detto "follow o surfshark" sono collassato dal ridere!!! Sei il numero uno caxxo!!!
Io da dislessico ho molta difficoltà a leggere la schwa, quando l'ho fatto notare alla gente che la usa non aveva idea che fosse un problema per i dislessici, questo significa che noi dislessici ( che siamo molti di più dei non binari) non siamo abbastanza rilevanti nella lotta di genere, tra l'altro da studente di moda sono sempre stato in gruppi a maggioranza femminile, e ci hanno sempre dato del ragazze, cosa che non mi ha mai dato fastidio, secondo me la cosa più logica è smettere di fare i bambini e riconoscere il maschile sovraesteso come una semplificazione e non come un metodo di oppressione, oltre il fatto che in questo modo crei una corrente di resistenza contraria che sarà sicuramente più forte e che sfocierà in ulteriore odio verso gruppi lgbt e femministi creando così più danni che altro.
Ottimo commento, condivido appieno!
Io non soffro di problemi di lettura, ma quando leggo lo ə mi blocco, perché non riesco a pronunciarlo credo, e mi incasina la lettura 😅
@@giacomotugnolo7989 e tu non sei nemmeno dislessico XD
Io ho problemi di udito, quindi figurati se voglio dover sentire e capire suoni nuovi così difficili xD. Ti capisco
Questa cosa è davvero interessantissima. Il punto è che qualcuno si sentirà sempre tagliato fuori, per i motivi più disparati.
@@giacomotugnolo7989 noi napoletani lo usiamo da secoli
"Non binario, sei stazione" solo applausi
Caso mai solo denuncia
@@ferra8146 se non capisci l'ironia cosa stai a fare su questo canale?
No, Mariə, io esco
Che ridere madonna, battuta di qualità assurda devo dire
@@ferra8146 🤡
Mi sono appena accorto di una cosa, seguo questo canale da circa 3 anni, sono felice di far parte di questo canale da così tanto tempo e vederti crescere, ti seguirò per molti altri anni e continuerò a vedere la tua evoluzione di questo canale, il quale è diventato come una specie di casa per me.
Grande Giò
comunque piuttosto del "buongiorno a tutt", basterebbe un "buongiorno a chi è presente", o "a chi è qui con noi"... insomma, cercare espedienti per evitare declinazioni al maschie o al femminile, perché "tutt" non si può sentire!
Bastarebbe un solo buongiorno. E poi se proprio proprio specifichi che parlerai "normalmente" ma che non intendi discriminare nessuno nè offendere nessuno.
Se poi qualcuno si offende rimane un problema tutto suo, come sempre.
ennò fra il chi finisce con la i non va bene dobbiamo usare "la che"
la penso così anche io, io sono una persona non binaria e chi mi sta intorno si diverte (a detta loro) a fare mille giri di verbi e di parole per evitare di usare il femminile :)
Ma poi la parola tutti vuol dire tutti, quindi dove stà il problema io ancora devo capirlo.
correzione: in italiano la "o" aperta è più ɔ che ɒ, (che è la "u" di "but" e la "o" di "love").
Fonte: ho dato esami di linguistica e fonologia sia alla triennale che alla magistrale.
Tradotto, fonte: fidati fra
la U di but è più ʌ, anche se tende ad essere centralizzata, la ɒ è la O di "lot"
Si si, mi accodo anche io a quanto detto da Marco!
Sbagliato, è solo il suono che emette la Murgia mentre raggiunge la sua forma finale, il suino, che come tale non si esprime in maschile o femminile ma a grugniti.
Raga aiutatemi sono fissato con fonetica delle consonanti e altre cose strambe ma non riesco a percepire più di 7 o 8 vocali distinte, come devo fare?
mi arriva la notifica e dico "oh buongiorno giopizzi"
Apro il video: "buongiorno squadra"
Ah allora mi hai sentito
La frase funziona solo se di cognome fai Squadra
oh che bello, un altro video fighissimo e interessante da guardare mentre cucino :)
Ottimo video come sempre!
Lo dico da progressista: ogni progresso è cambiamento, non ogni cambiamento è progresso.
Ben venga vi siano proposte per aumentare l'inclusovità ma, come in ogni brainstorming efficiente, a seguito delle idee bisogna valutarne la sensatezza e l'utilità.
È impensabile forzare un cambiamento così profondo ad una lingua, che già di per sé ha un'enorme inerzia alle modifiche strutturali, ma è anche insensato forzare un cambiamento che mal si sposa con la lingua stessa.
Sono convinto, magari sbagliando ma non credo, che le persone minate dal maschile esteso siano molto meno fragili di quanto si pensi e siano perfettamente in grado di non struggersi per una convenzione grammaticale.
Posto che ognuno debba essere libero di attribuirsi il genere che preferisce, accettiamo come collettività che linguisticamente ve ne siano due. È funzionale è non è un fatto intenzionale a ledere la dignità di nessuno.
Bravo Cristian!
Ciao Gio ci sei mancato♥️ Finalmente anche tu hai detto la tua sullo schwa!
Trovo molto interessanti, e li consiglio a chi volesse approfondire, i video a riguardo di Roberto Mercadini, che con la sua solita chiarezza spiega la sua posizione e i motivi linguistici più specifici per cui lo schwa è incompatibile con l'italiano (e in fondo anche superfluo).
Buon anno Gio e buona fortuna per tutti i tuoi progetti futuri♥️
Come hai detto tu, se ci si rispettasse di più l'uno l'altri non si guarderebbe la lingua nello stesso modo, probabilmente i cambiamenti ci sarebbero comunque (fa parte della natura di una lingua viva) ma senza gli attacchi a destra e manca.
Spoiler: no
Tra l'altro lo schwa non è una una lettera, ma un fonema quindi ci vuole l'articolo maschile!
Attento a dire che è maschile non vorrei ti attacassero dicendo che stai misgenderando il fonema.
@@paolonuzzolese6858 🤣
FINALMENTE QUALCUNO LO DICE
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Il patriarcato l'avrà sempre vinta
Ogni cambiamento linguistico inizia con l’applicazione nella forma parlata e si ufficializza con la forma scritta. Qui il passaggio da orale a scritto non c’è, il che rappresenta un grande problema: il fatto che noi non parliamo utilizzando il neutro, ci porterà ad avere sempre l’impressione che questa forma sia errata, non propria del nostro sistema linguistico.
L’inutilizzo del neutro è anche dovuto al fatto che la forma proposta come neutro crei delle parole tronche, terribilmente cacofoniche in italiano (le cui parole terminano quasi sempre con una vocale). Ciò che molti non capiscono, è che l’accademia della crusca non sta dicendo “no, noi non vi vogliamo riconoscere perché siamo puristi della lingua”, anzi, l’accademia della crusca si adatta ai cambiamenti, ma in questo caso non c’è un cambiamento così radicale da poter stravolgere la grammatica di una lingua.
A parer mio lo schwa, in italiano, è un pessimo modo per formare il neutro, perché, appunto, crea parole tronche. Molto più praticabile sarebbe la u (unica vocale del nostro alfabeto non associata al numero e al genere) che, per quanto ci possa risultare cacofonica, è pur sempre meglio dello schwa, poiché sarebbe più conforme al sistema linguistico italiano.
Però anche con questa forma, non è che l’accademia della crusca può dire “ok raga, abbiamo trovato il neutro, tutti ad usare la u”, dovrebbe esserci comunque una gran parte della popolazione che la usa effettivamente nel parlato, dopo di che potrebbe diventare una regola canonica della nostra lingua.
la u è bella come desinenza finchè non provi effettivamente a pronunciarla. La schwa è molto più fluida perchè non è un troncamento (differisce dall'asterisco per un motivo), ma un suono vero e proprio. se poi vedi che qualcuno la legge come un troncamento, quello è un errore.
@@bikereven beh oddio, per quanto possa essere presente, è un suono pochissimo marcato. Nel video gio lo marca tanto, ma basta sentire un qualsiasi napoletano per notare che non si sente così chiaramente, anzi, sembra di fatto che non ci sia (infatti nel napoletano non letterario, mammeta - tua mamma - viene scritto come mammt o al massimo mamm’t) quindi sembra troncato nella forma parlata. In ogni caso mi rendo conto che la u risulti abbastanza cacofonica, ma la trovo comunque un’alternativa migliore dello schwa. Si potrebbe utilizzare anche un composto vocalico comunque (ao, ie e così via) ma è abbastanza difficile trovarne uno di comune accordo, non essendo una regola
@@federica608 sono napoletano. "mammt" non si pronuncia così come lo si legge (parlo di napoletano vero, non di dialetti provinciali, come ad esempio il casertano, basati ormai quasi principalmente sulla forma scritta per via dell'uso tra i giovani). "mammt" si pronuncia davvero "mammət", e quella schwa si pronuncia marcata proprio come ha dato di esempio Gio. la ə funziona come qualsiasi altra vocale, e proprio per questo ha un accento chiuso o aperto. prendi come esempio "bellə" (diverso da bell*), in cui per forza di cose la ə ha un accento atono.
naturalmente, forse non troverai mai una schwa tonica, se non nei dialetti. questo rende l'uso della schwa ancora più semplice.
@@bikereven la schwa per te ha un suono accettabile perchè fa parte del tuo dialetto, ma in Italia non abbiamo solo il dialetto napoletano e del sud Italia, e onestamente penso per chiunque sia del nord italia non è per niente facile, oltre a suonare spaventosamente male.
oltre che, scusami, la trovo un'argomentazione abbastanza arrogante, cioè anche nel mio dialetto ci sono suoni che si distaccano dall'italiano, ma non mi sognerei mai di introdurli nella lingua italiana😅😅😅
@@TheTiaTia5 che ti piaccia o no, l'italiano nasce proprio sulla base dei dialetti.
comunque, l'argomentazione era nata per rispondere a Federica, spiegando con l'esempio del napoletano che la ə è un suono a sé stante.
Sono campano, sì, ma sorpresa delle sorprese, parlo anche in italiano. Inaspettatissimo. Anzi, personalmente ho un registro anche abbastanza forbito, e raramente ricorro a volgarismi quando in contesti formali.
Questo per dire, con il mio esempio, che anche un napoletano parla italiano, e come tutti, dobbiamo imparare ad adattare la ə all'italiano. Secondo il tuo ragionamento, altrimenti, dovremmo già essere tutti in grado di usarla, poichè è molto ricorrente in inglese, lingua studiata dalla stragrande maggioranza della popolazione e che negli ultimi anni sta anche venendo insegnata non troppo male.
La schwa fa paura solo all'inzio, a tutti, perchè non si ha idea di cosa sia. Ma ripetendola anche solo una decina di volte, come per qualsiasi altro suono linguistico, si inizia a prenderci confidenza rapidamente.
Vorrei dire che il video è meraviglioso... ma scompare di fronte alla transizione pubblicitaria che è già adesso il miglior momento di youtube Italia del 2022 :)
Immaginatevi la polemica che scoppierebbe se la forma cordiale non fosse “Lei” ma “Lui”
Quando la Meloni scoprirà che "ə" deriva dall'ebraico massone cinque G, ci sarà da divertirsi 😍
Fratelli d'Italia è il partito più sionista che esista, se lo scopre finisce che diventa favorevole pure lei
La Meloni sostiene l'apartheid antipalestinese. Anche Salvini. Tutta la destraccia, compreso Trump. Suvvia.
@@mussolinninevergowell9281 compresa la sinistra, tutto il mondo occidentale. Per trovare gente contro questa apartheid bisogna andare agli estremi sia a destra che a sinistra...
@@mussolinninevergowell9281 comunista vero? Ahahah
Ə per un mese e per cui ti faccio un preventivo con la fattura
A mio parere si tratta di una soluzione bruttissima a una battaglia che condivido. Penso che una riflessione condivisibile sia quella di Roberto Mercadini.
Comunque la correlazione tra patriarcato e lingua non inclusiva è da dimostrare. Giapponesi e arabi hanno sviluppato lingue neutre in società fortemente patriarcali, mentre l'italiano come lo conosciamo oggi è nato da poeti che, nella transizione tra latino e volgare, elevavano la femmina a Dea. Non a caso la grandezza assoluta passa da maschile a femminile: cesto - cesta, gesto - gesta, umani - umanità, ecc...
Non esiste dunque prova certa e scientifica che il patriarcato generi una lingua non neutra, e viceversa.
Elevare la “femmina a dea” da parte dei poeti stilnovisti è sempre un segno di patriarcato, idealizzare il genere femminile fino a diventare qualcosa di salvifico per l’uomo e al contempo con totale mancanza di capacità d’agente al pari di un oggetto non è sicuramente un buon modo di vedere la donna.
@@Bohbohboh_36373 Mah, non mi sembra che ne parlassero come oggetti, ma conta poco. Resta comunque il fatto che non è vero che l'italiano non sia inclusivo solo perchè non ha il neutro, essendoci molti termini femminili sul maschile (io sono unA personA, e non esiste personO), e soprattutto non è dimostrabile che lo sviluppo della lingua senza neutro sia dovuta al patriarcato, come ho spiegato con gli esempi dell'arabo e del giapponese (ma ce ne sono molti altri).
Miglior transizione per pubblicità a mani basse
Sono un ragazzo con una diagnosi di dislessia lieve e per la comprensione di un testo in tempi brevi per me è fondamentale che la prima e l’ultima lettera di una parola siano “corrette”. Leggere e comprendere un testo che includa asterischi e altri simboli fonetici è per me un’esperienza infernale, peggio dell’inglese. Ci state creando un disagio non indifferente a noi dislessici
Questa è discriminazione. Grazie per la condivisione.
Alla faccia delle ragazzine e dei ragazzini non binary che non fanno altro che cercare di attirare l'attenzione con le loro assurdità pseudo-americane del momento.
La lingua inclusiva ti ha fatto un bel dito medio. Se può aiutare: io la leggo come una "a" e vado avanti con il discorso, fingendo che invece di avere questa moda dello schwa ci sia questa moda del "femminile strano".
Non andrò a mentire la parte a 15:21 mi ha fatto morire :)
parte migliore
Concordo
Il video di cui sentivo di avere bisogno dopo ore ore ed ore passate a discuterne con i miei amici. Mi mancava qualche non "depensante" che ne parlasse. E dico questo al di là di ogni posizione che uno prenda: la cosa fondamentale è che tutto sia detto con argomentazioni e non con il vuoto assoluto
Eccoti le argomentazioni. Sono una persona non binaria ed è crudele essere costrettx continuamente a dovermi collocare a uno dei due poli di genere, quando non ci appartengo. Capisco che non è un problema vostro e quindi preferite fregarvene, guai a fare uno sforzo per far sentire riconosciuta l'esistenza di persone di cui non vi interessa. Shwa fa schifo è vero, non so chi l'ha scelta, ma piuttosto che darci una mano a cercare un'altra soluzione valida ve ne lavate le mani. Capisco che siamo pochx, non abbiamo potere e voi idolatrate solo chi ne ha, ma ci state lasciando indietro, ci state abbandonando a una disforia quotidiana e costante
@@mosefelice1139 sono non binario ma uso prevalentemente il maschile, perché alla fine è il neutro italiano, non me ne fotte del pronome ma di come mi trattano le persone e non voglio imporre gli altri ad usare parole incomprensibili o pronunciare un verso strano quando si rivolgono a me
@@mosefelice1139 quando una persona parla senza shwa non lo fa per essere irrispettoso o offensivo. Se pensi che tutti quelli che non lo usano lo facciano per farti un torto forse il problema è il tuo.
@@nateKitsura ed ecco qui signori, colui che deve vincere il premio Nobel per la pace, vorrei che più persone la pensassero come te
@Stadia IT classico, il problema sono io troppo sensibile, non la lingua per cui non esisto neanche
Bravo Gio, una certezza di razionalità! ❤️ La penso esattamente come te, e non serve essere conservatori o addirittura fascisti per essere in disaccordo con questo strumento. Lo trovo sinceramente inadeguato alla lotta di cui vuole farsi carico, e della quale faccio parte; non pretendo che altri non lo usino, ma personalmente non lo uso
Come persona non-binaria ti ringrazio per aver esposto in maniera chiara e coerente quello che è pure il mio pensiero (e per cui condividerò il video per chiarire ad altri la mia opinione). Neppure io mi oppongo se qualcuno vuole usare la ə, ma detesto che me la si imponga (mi è capitato con delle conoscenti che hanno preso poi a blastarmi), perché in questo modo sono più "incluso". Io per il mio retaggio scolastico, per lo studio basilare della grammatica italiana, mi sento già incluso nel maschile neutro. Se poi qualcuno vuole che ci si riferisca a lui/lei/voi in altro modo ovviamente mi adeguo, però che mi si imponga la "ə" e che se non l'accetto sono io a sbagliare mi infastidisce.
Best transizione nella sezione sponsor EVER. E la OST di Lupin, ow
Ottima sintesi e direi che grosso modo concordo su quello che hai detto. Mi fa piacere che ne parli tu che hai così tanto seguito.
Piccola correzione: sarebbe lo Schwa al maschile perché l'articolo si riferisce al fatto che è un simbolo.
LƏ Schwa!
Stai supponendo il genere? E se fosse non-binary? SESSISTA!!!!!
*ironia*
Rispondo al quesito del titolo prima di iniziare il video: No
Sì, ma Lupin è uno all'antica, dai.. non ti ruba i dati online..
Stai zitto e sparisci
Se siete interessati al tema, guardardate i video della linguista Yasmina Pani sul suo canale RUclips. Le sue spiegazioni e le sue argomentazioni sono semplici, lineari, comprensibili e interessantissime!
Concordo.
Preferiscono seguire GioPizzi perché Yasmina é troppo competente in materia.
L'antifemminista di Coscienza degenere? Troppo ideologizzata.
Nel dubbio il problema non mi riguarda personalmente. Come scrittrice (in primis) molto spesso mi capita di usare termini "maschili" quando esiste palesemente la controparte femminile, ciò non significa che il mio genere viene meno perché ho usato una terminologia diversa da quella che effettivamente già esiste e si usa :P
Spoiler: NO
Ciao Gio. Ottimo video come al solito. Per quanto riguarda il livello scimmia, neanche a me piace molto la schwa, cosa che potrebbe però anche essere dovuta al fatto che semplicemente mi è estranea.
Volevo proporre una riflessione riguardo al discorso che fai sul fatto che, se il nostro fosse un paese più civile con le donne e con le persone non binarie, probabilmente il maschile sovraesteso non sarebbe visto come un problema.
Non so nulla di queste cose e non so se questo tipo di analisi appartenga alla psicologia, sociologia o cosa, ma spesso si dice che il linguaggio, la lingua che si parla, con cui si pensa, ha influenza sul pensiero stesso. Questo potrebbe implicare in qualche modo che tratti della cultura di una popolazione possano essere legate a doppio filo con la lingua parlata dalla popolazione stessa. Ovviamente se così fosse questo non vuol dire che la lingua debba necessariamente legare e limitare le singole persone a determinati modi di pensare invalicabili, ma potrebbe rappresentare forse un ostacolo tutt'altro che trascurabile per il superamento di un determinato pensiero comune.
L'abbondante uso dei condizionali che ho fatto dovrebbe sufficientemente far trasparire che quella che ho fatto non è un'affermazione, ma un'ipotesi sulla quale vado davvero coi piedi di piombo non sapendo molto sul tema.
Continuo però a chiedermi se l'utilizzo di artefatti come la schwa l'asterisco o l'introduzione di un preciso neutro non possa rappresentare un fondamentale passo per il raggiungimento di una parità che non sia solo burocratica ma culturalmente intesa.
Edit: naturalmente anche avvenisse questa cosa non può essere un'imposizione calata dall'alto, ma un adozione della popolazione ad una proposta che parte da poche persone.
questa affermazione vale sulla sintassi e sulla semantica, ma non all'aspetto politico della faccenda. Infatti gran parte delle lingue non è presente maschile e femminile, eppure molti paesi sono più retrogradi dell'Italia.
Come al solito Napoli Avanguardia italiana
Caro Gio, trovo molto interessanti i tuoi punti di vista, tuttavia credo che tutte le persone di qualsiasi genere abbiano bisogno di essere rappresentati da qualcosa, che sia l'inglese "They/them", trovo che qnch nell' italiano ci debba essere bisogno di una controparte. Detto questo, vado, te se ama
Ho avuto paura ad aprire il video quando ho letto il titolo. Fortunatamente il contenuto è stato molto apprezzato invece. E soprattutto sono contento di leggere tanti commenti intelligenti su questo tema. Che bella la Squadra di Gio :D
Una linguista qui su RUclips ha spiegato come sia una stronzata ritenere che il maschile sovra esteso sia frutto di una cultura maschilista, infatti faceva l'esempio di popoli che usavano il femminile sovra esteso eppure erano molto più maschilisti di noi.
Potrei avere il link al video
Per la storia del femminile sovraesteso son curioso pure io, hai un link?
Vaglielo a spiegare. Anch’io sarei interessata al link
@@antonioiannone4172 penso che si riferisca a questo video
m.ruclips.net/video/FPvrhtLluTU/видео.html
Ma non solo: ha fatto altri video per trattere varie sfaccettature dell'argomento.
Come anche questo: m.ruclips.net/video/gHFo-lNXmDk/видео.html
Appena qualcuno mi spiega cosa significa "sentirsi maschio" o "sentirsi femmina", senza che questo rinforzi stereotipi o preconcetti su come un maschio o una femmina dovrebbero essere... be', allora questo pezzo del discorso avra' un senso per me. Cioe', mi spiego meglio (ma tanto questa obiezione l'avrete sentita mille volte): se non e' vero che le donne amano ricamare e i maschi amano giocare coi soldatini... che cavolo e' sentirsi maschio o femmina? Gli attributi sessuali non c'entrano, i costrutti culturali li abbiamo definiti totalmente artificiali e li abbiamo idealmente distrutti. Cosa rimane? Cosa significa maschio e femmina, come genere? Solo grammatica?
Il tuo è un ragionamento interessante in effetti. Per quello che ho capito, il genere è un costrutto culturale, e quindi è normale che ogniuno di noi, essendo nato e cresciuto all'interno di una determinata cultura che impone determinante idee dei generi, si senta appartenente ad un genere o all'altro con tutto ciò che ne consegue. Io personalmente cerco di non ricalcare il cliché del maschio etero, ma indipendente da questo mi rendo conto che, ad esempio, se indosso cose considerate "femminili" mi sento a disagio. Per rispondere a questo problema molti movimenti progressisti e femministi propongono di abolire il binarismo di genere ma secondo me è un po' utopistico e ipocrita. Io credo che l'obiettivo dovrebbe essere quello di non rendere i generi delle gabbie culturali, perché attualmente sono questo per molte persone. Sono ruoli troppo stringenti.
E poi ci sono io, che uso la schwa non per una qualche battaglia politica, ma perché adoro vedere lə cattobigottə e lə rossobrunə nei gruppi che frequento sclerare con frasi tipo (giuro che non sto inventando) “Ho smesso di leggere alla prima ə, questa è imposizione di un pensiero dominante”. Che volete farci, mi diverto con poco.
Tra l'altro mi fa ridere che qualsiasi pensiero non condiviso (io non condivido l'uso dello ə, per inciso, ma poco importa) stia diventando, a seconda di chi parla, "pensiero unico", "pensiero dominante".
Voglio dire, sarà questa legata al suono ə una battaglia che ha acquisito sostenitori negli ultimi anni, ma arrivare a dire che è il pensiero dominante... Ce ne vuole, sono convinto che gli utilizzatori del fonema in questione siano una minoranza.
Quando hai un esame di glottologia in pochi giorni e il titolo del video ti fa venire l'ansia.
Parlando di filosofia del linguaggio, il linguaggio non è e non può essere inclusivo, perché le parole stesse delimitano, creano confini, dividono. Nominare qualcosa significa limitarla.
Ho tre osservazioni:
1. Oh no i capelli! Adoravo i capelli lunghi di Gio!
2. Che bello è tornato Surfshark!
3. Il finale con palombella rossa è un tocco di genio.
4. Sono d'accordo (per l'ennesima volta)
"voi avete visto più
persone che si lamentano perché non si usa la Ə o più persone che si
lamentano perché si usa la Ə?" Questa frase è la prospettiva più concreta riguardo a tutto sto discorso.
@emanostradamus devo dire che ho l'esperienza contraria, così come gio. Davvero ti danno del misogino perché non la usi? Oppure racconto così i detrattori? La stessa Gheno non ha mai detto che chi non vuole usarla è misogino. Se li hai incontrati sono pochi esaltati, ma hai incontrato delle creature rare. Sento di doverlo richiedere: davvero hai incontrato qualcuno che ti ha dato del misogino perché non vuoi usare la ə ?
@emanostradamus Capisco. Tranne in alcuni luoghi ben curati anche il più lucido si lascia andare al "tifo". Un consiglio spassionato: seleziona con cura la tua partecipazione online; meno ulcere, più tempo e arricchimento.
Sebbene abbia una certa simpatia per le tematiche LGBT, trovo questa questione abbastanza inutile e forzata. In questo caso, secondo me, si vuole far passare quello che è un semplice retaggio della lingua come se fosse invece uno strumento di oppressione. Come dice l'Accademia della Crusca bisogna distinguere il genere linguistico dall'attribuzione del genere dell'individuo a cui si fa riferimento.
In sostanza io credo che questo sia un non-problema.
Intanto cominciamo a parificare i diritti a livello di legge, la cultura si adeguerà da sè col tempo.
Ma sta cagata non è portata avanti dai non binari o altri della lgbt ma da chi vuol far sembrare di essere inclusivo e far sentire gli altri in difetto. Ci tengo a precisare che è solo una mia personalissima sensazione.
Non potrei essere più d’accordo
I diritti a livello legale sono già pari
Più che altro il problema é anche far passare il messaggio "si usa questo fonema perché non c é altro per esprimere questa identitá". Alla fine l importante era trovare un modo per farlo capire a noi italiani che in questi argomenti non siamo proprio acculturati. Si é cercato di far fronte comune con un plurale neutrale, ma si è andati totalmente allo sbaraglio con l insurrezione sul "patriarcato grammaticale".
Mi piange il cuore a vedere un occasione di discussione così importante bruciata cosî
@emanostradamus guarda, penso che l obiettivo di questa ricerca non sarebbe dovuto essere includere "tutti" in un discorso generale (ecco perchè reputo inutile "Carə condominə") vista la chiara impossibilità, ma identificare delle persone nella loro diversità. Noi persone non binarie siamo ben consci di non rientrare nella maggioranza, e per quello ci servono dei simboli per riconoscerci. È la base della comunicazione umana, ma non possiamo mettere una bandiera a strisce nera/viola/giallo/bianca per mostrare che rigettiamo i due estremi di identità.
Quindi non penso sua fondamentalmente sbagliato cercare un artifizio grafico per le persone NB, solo si è andati ad arenare in un discorso che ha tolto il focus ad una comunitá già poco conosciuta per dare spazio alla lotta grammaticale online, scatenata da persone che, per quanto possano provare disagio, ti assicuro che nel resto della loro vita non si sono posti domande sul perchè non riuscivano ad identificarsi e a legare con nessuno dei due generi.
C é proprio stata una miscommunication incredibile.
Come sempre un video bellissimo e grazie per i vari chiarimenti. Ma al "Stazioni"...sono morto e ti adoro....amo queste battute. Grazie però per la spiegazione
Gio, politicamente non siamo d'accordo praticamente su niente ma ti ringrazio per il lavoro sempre ben svolto e per l'informazione sempre puntuale. Presentazione sempre al top
Io sono non-binary, non utilizzo pronomi neutri, tuttavia comprendo assolutamente il disagio che alcune persone hanno con il loro corpo, in contrasto con la loro identità di genere, quindi se mi chiedono di utilizzare i pronomi neutri non ho alcun problema a utilizzare la "ə", almeno nella fase attuale penso possa essere utile a quelle persone, quantomeno a livello scritto
Che pagliassa
@@confusedchannel786 che pagliasso
@@confusedchannel786 stai messa male
@@confusedchannel786 Che pagliass*
Al livello scritto secondo me è più che giusto, ma al livello parlato sarà molto difficile per tutti abituarsi
no
in quanto ragazzo trans ci tengo veramente a ringraziarti gio, si vede che cerchi di informarti il più possibile e porti questi argomenti a persone che probabilmente non ci hanno mai nemmeno pensato, lo apprezzo molto.
Avevo un compagno FtM 🙂
Sono ignorante e ancora non ho capito: per ragazzo trans si intende ragazzo come “punto di arrivo”? Toglietemi questo dubbio per favore.
@@riccardogiusti1998 si ragazzo trans--->da donna a uomo
ragazza trans--->da uomo a donna
@@davideroca6940 grazie🙏🏼🙏🏼
Tutto molto bello ma io al Funtari ho sempre preferito Funari.
Grande video come al solito e concordo pienamente con te e nello scritto preferisco * se devo scegliere tra esso e la ə. Comunque una sola precisazione: nella tabella dell’IPA, hai cerchiato /ɒ/ come o aperta mentre la o aperta è semplicemente /ɔ/ ma in ogni caso ho apprezzato molto che tu abbia precisato cos’è foneticamente /ə/.
Gio io ti adoro e adoro anche il fatto che tu non abbia peli sulla lingua e che parli anche di tematiche molto dibattute al giorno d’oggi come questa
Sono una donna trans e faccio parte di vari gruppi LGBT+, sia on line che di persona (ultimamente non più tanto, grazie pandemia). Personalmente per me utilizzare o meno la schwa (o l'asterisco, o altri simboli) è relativo a dove mi trovo. Nei contesti sociali in cui le altre persone lo utilizzano, trovo sia giusto utilizzarla e lo faccio io per prima se sono nei suddetti contesti. Trovo però che non sia la soluzione migliore, specialmente nell'ottica di volerla rendere un'usanza linguistica da far arrivare a tutta la popolazione italofona, ma di contro non sono una linguista e non ho le competenze per proporre qualcosa di "migliore" con cognizione di causa. In ogni caso mi fa ridere quando gente si scaglia contro un "ciao a tutt*" o "ciao a tuttə" dicendo che "si sta stuprando la lingua italiana", magari quando sono i primi a parlare un italiano pessimo e a non essere nemmeno in grado di usare i congiuntivi in maniera corretta, cose che purtroppo ho visto/sentito succedere più volte.
Spoiler: No
Edit: il titolo prima era "usarla o non usarla" ora il mega joke non funziona piú
ad oggi mi pare che invece sia una cosa che interessi e che trovi un'opinione positiva e sostegno da parte di tante persone, soprattutto giovani. potrebbe essere un buono spunto verso una mentalità più aperta.
da filologa e da cittadina ugualmente delusa sia dalle politiche sociali recenti che dal politicamente corretto "alla south park" (che ultimamente per me sta prendendo un po' troppo piede, a discapito di quello più sano e funzionale), ho apprezzato molto il modo in cui questo video affronta questo argomento così importante e delicato.
e condivido la posizione di Giò: servono rispetto e civiltà, ma veri, concreti, non solo per sciacquarsi la bocca e far bella figura in pubblico e ai comizi (in presenza o online).
quando avremo ottenuto quelli, la grammatica seguirà.
in modo naturale, come ha sempre fatto.
Lo schwa, l'asterisco, e altri simili proposte, sono tutte soluzioni a un problema che non esiste. La grammatica italiana ha già sistemato tutto con regole chiare. Regole che tutti dovremmo aver imparato alle scuole primarie, senza chiamare la Crusca. Ma, HEY! Mentre non risolviamo nessun problema (e certamente non facciamo sensibilizzazione sociale) causiamo problemi veri alle minoranze! Facciamo mostra del nostro abilismo!
Poi quando qualcuno ci fa presente che queste proposte sono peggiorative per i meno fortunati di noi rispondiamo "beh ci si adatta nella vita, le cose cambiano", naturalmente intendendo che le minoranze si dovranno adattare, nuovamente, ai problemi che NOI gli stiamo causando.
Detesto questi Donna Prassede contemporanei che fingono di interessarsi al prossimo mentre lo danneggiano attivamente.
Tipo il fatto che la schwa rende ulteriormente difficoltosa l’apprendimento della lingua ai dislessici (per stessa ammissione di chi su questa proposta ci campa come Vera Gheno), ma d’altra parte chissene frega, di noi dislessici non glie ne fregava niente a nessuno già prima, dei professori che ci offendono, degli strumenti di supporto (tempo extra nelle verifiche, interrogazioni programmate, schede di supporto) negati da professori che negano il nostro essere dislessici. Ci ho fatto una vita da Dislessico, non mi cambia più tanto essere ignorato un altra volta.
Amo l’inclusivita, quella vera di cui parla Gio all’inizio, dei prodotti culturali che parlano di persone “diverse” ma altrettanto valenti e delle loro storie.
Che sia uno strumento di lotta politico o meno, la schwa applicato all’Italiano rimane uno strumento concepito in modo totalmente anti-linguistico e poco razionale, che ci piaccia o meno questa è la verità.
Ah, che meraviglia, ho detto la stessa cosa sopra in risposta a un commento e mi hanno detto che faccio benaltrismo.
Il giorno in cui si realizzerà che il problema della lingua NON esiste, non c'è nessuna soluzione eccetera eccetera sarà una grandissima conquista.
Ma purtroppo, non fa abbastanza rumore, che è quello che conta oggi.
@@IsterixKkK A parte il fatto che non esiste il problema come giustamente hai detto, perchè non si può accettare che una parola non ci definisce e andare avanti? Non mi sembra che gli uomini abbiano fatto storie per il Lei...
@@gabrielemignemi8892 Non potresti avere più ragione
@@nickn2794 il "lei" non è nato per ragioni sessiste, è nato dall'influenza della lingua spagnola. Il maschile non marcato, che secondo molte persone è da considerarsi "inclusivo", vive invece di una "falsa neutralità" nata e nutrita dalla cultura sessista del passato e de presente. È una questione culturale e storica. Se il problema davvero non ci fosse, come dite voi, nessuno avrebbe sollevato la questione. Questo poi non significa che chi parla in Italiano utilizzando un linguaggio poco inclusivo sia sessista/maschilista o che debba essere messo alla gogna, però sarebbe bello vedere riconosciuti i problemi culturali e pratici che la storia della nostra lingua e la lingua stessa comportano.
Personalmente se una persona mi chiedesse di usare la Schwa per rispetto nei suoi confronti la userei senza problemi, ma non credo di usarla in automatico perché non vedo nella lingua una vera discriminazione.
100% di probabilità che sei cisgender
@@mussolinninevergowell9281 e quindi? Non ci si può esprimere a riguardo? Sai com’è, parliamo anche noi. 🤔
@@mussolinninevergowell9281 intendi normale?
@@mussolinninevergowell9281 scusami, ma per una volta che uno esprime un espressione sensata lo buttiamo giù così?
Lo dico da non binario, questo è l atteggiamento che noi chiediamo, mica vedere la schwa spammata da tutti senza contesto
Stessa cosa che penso io. In una situazione precisa, in cui parlo con una persona non binaria che preferisce sentire/vedere usata la schwa, lo farei e lo faccio senza problemi. Ma quando parlo o scrivo in generale non lo farò mai. Pensiamo alle cose serie, ai pari diritti, all'inclusivitá vera e alla fine della discriminazione, non a queste stronzate.
Ben tornato, Gio!
Pur bazzicando parecchio negli ambienti lgbt non riesco mai a essere pienamente felice di questi metodi di inclusione letteraria perché di fatto non ho mai percepito l'italiano come una lingua che impone il maschile. Se proprio vogliamo analizzare questo aspetto, trovo buffo che nel caso io mi voglia rivolgere esplicitamente ad un gruppo di ragazze, ho i mezzi per farlo nella maniera più chiara possibile mettendo una bella E come terminazione. Ma se volessi rivolgermi esplicitamente ai ragazzi e solo a loro? Poverini, non sapranno mai se la mia I è da intendere come plurale maschile o come plurale generico. Forse sto dando della femmina a qualcuno di loro e si terranno per sempre questo dubbio XDD
Scherzi a parte, io credo che il rispetto trapeli sempre dalle parole scelte con cura, nonostante tutti i possibili limiti di una lingua. Se poi con gli anni la lingua muterà effettivamente ed ufficialmente anche grazie ai movimenti inclusivi di oggi, ben venga.
Buona considerazione sul tema anche nella parte finale. Sul tema dell'inclusività e il "problema" del maschile sovraesteso consiglio come approfondimento il video di Rick DuFer dove, in maniera argomentativa, spiega che il linguaggio inclusivo e lo schwa non sono proprio di facile realizzazione
Buon anno!!! E si comincia bene assai!
GG per il Sud per l'inclusione siamo troppo forti
Perché l'ospite è sacro😂
Allin?
Grazie Gio 💚
Ammetto che ho avuto un po' """paura""" ad aprire questo video, perché non sapevo cosa aspettarmi, da quali punti di vista avresti snocciolato questo argomento.
Fai (quasi) sempre riflessioni che condivido in pieno, e non sapevo se anche in questo caso sarebbe stato così. Invece, ancora una volta, hai espresso esattamente ciò che penso 😆
non temere mai di ascoltare riflessioni che potresti non condividere.
è un po' da chiusi d mente ma ok faremo finta di niente
Ciao cecilia sei una bella ragazza
Grazie gio. Fantastico primo video '22.
Ps: Che bello priscilla
Argomento molto interessante e lo hai spiegato in maniera molto chiara e didatica. Come insegnante di inglese devo dire che aglinitaliani piace molto la Schwa sulla pronuncia dell'inglese... Lo so non è facile levare l'accento. Per esempio, quando le parole in inglese finiscono in consonante l'italiano ha bisogno di aggiungere un suono vocalico alla fine. Ma io sono d'accordo che il più importante è che ci sia la comunicazione. Bel video!👏👏👏
Io sono per il no, sinceramente la trovo una complicazione inutile. Come a dire, io sono una ragazza ma se usano il maschile sovraesteso per descrivere un gruppo folto di persone (tipo entrando in classe dicendo Buongiorno ragazzi), io non mi sento discriminata, non me ne fotte nulla, se posso dirla tutta.
Però ho unə amicə che preferisce che io la usi e la nostra amicizia è più importante delle mie convinzioni linguistiche formali.
Mi sembra giusto, in questo caso la utilizzerei anche io se una persona a me cara si sentisse più rappresentata da ciò. Io sono non binary, ma essendo in Italia vado col femminile non essendoci il they/them. Tutto il resto mi sembrerebbe troppo strano in italiano, quindi mi adeguo.
@@shamandalies8736 è interessante leggere il punto di vista di qualcuno che fa parte della comunità LGBT, ti ringrazio
Il maschile sovraesteso talvolta fa un po ride. Alle superiori eravamo una classe di 25 persone e solo 5 erano maschi, eppure molti usavano il maschile. Solo il mio prof di lettere ci salutava usando prima il femminile e poi il maschile.
Riguardo la schwa secondo me si può trovare di meglio. CI sono più dislessici al mondo e per loro quel fonema è difficile da distinguere dalla e
@@iacomary io alle magistrali avevo il problema opposto, tutte donne e poi c'ero io e si diceva sempre buongiorno ragazze e bho non mi sono mai offeso semplicemente non me ne fregava na sega, poi giusto per puntualizzare si chiama MASCHILE sovraesteso per pura convenienza potevano chiamarlo Giovanni e se lo avessero fatto ad oggi non ci sarebbe nessuno che si lamenta
@@angelosica93 Si ma manco a me offendeva se succedeva l'opposto rispetto alla composizione della classe. parli con una persona che scambiano spesso per maschio e non correggo mai perché non mi interessa. E cmq sarà pure fatto per convenienza ma lo trovo illogico e divertente tutto qui
Parlo con una laurea in letteratura e con numerosi esami di linguistica, fonetica, latino e storia della lingua italiana, non sono un elettore della Meloni... Trovo queste discussioni sterili perchè una lingua non si costruisce decidendo a tavolino, al contrario una lingua si forma e si piega ai bisogni dei parlanti. E questo lo vediamo spesso e volentieri tra l'italiano standard scolastico e quello d'uso quotidiano, essi sono diversi: l'uso dell'imperfetto al posto del condizionale ("Vorrei sapere questa cosa..." > "Volevo sapere questa cosa"), presente al posto del futuro ("Tra un mese vado a Milano."), evitare l'uso del congiuntivo con perifrasi e l'indicativo e qui siamo limitati ai verbi... Ma in questo caso si propone di cambiare una lingua con due casi a tre casi per far sì che essa sia più inclusiva? Scherziamo? E' una lingua, con secoli alle spalle di storia e numerose modifiche nel corso del tempo ed essa ha rinunciato all'uso del neutro e delle declinazioni e delle quattro coniugazioni del latino per una maggiore versatilità. Questo a mio avviso è una pagliacciata perchè anche se qualcuno accettasse di usare la schwa, ben presto verrà cancellato dalla moltitudine di parlanti che non riconosceranno tale regola. La lingua non si cambia, la lingua si adegua da sola nel tempo con i bisogni della popolazione.
Ti esprimi come la Meloni però. "Pagliacciata" a soretə
Prendo nota della sua opinione tra le cose di cui non mi frega nulla. Cordiali saluti.
@@Il_Misantropo amo non puoi smontare un sistema grammaticale per tre persone in croce tra le quali il 70% sono 14enni che vogliono sentirsi speciali su Twitter.
@@mussolinninevergowell9281 e comunque si scrive sorət ignorante. Cordialmente da una persona laureata in lingue.
@@Il_Misantropo preparati perché ahimè ci toccherà vederne parecchie di queste pagliacciate targate estrema sinistra.
Sincero? La schwa, gli asterischi e l'estremizzazione del linguaggio inclusivo in una lingua che non ha pronomi neutri per motivi ben più complessi del banale patriarcato sono solo polemiche sterili, oltre a distogliere l'attenzione da tematiche e lotte ben più importanti per la comunità LGBTQ+ (senza contare che sono quasi nocive perché agli occhi dei più fanno perdere credibilità alla comunità stessa). Insomma, io sono assolutamente pro a tutti i diritti e leggi a favore di minoranze che non vogliono fare del male a nessuno, se personalmente ti senti uomo/donna/metà e metà/coccodrillo/farfalla/cavolfiore fai assolutamente quello che vuoi se ti rende felice, però quando il discorso si sposta fin troppo sulla schwa mi fate cascare le braccia (e non solo) peggio di FREEDA
Il tema di Lupin III durante il solito siparietto dello sponsor è qualcosa che va oltre l'umano, un piccolo tocco di stile divino mazunna cara.
I cambiamenti nella società si fanno a piccoli passi, con pazienza e perseveranza. Piccole cose come "ciao GENTE" anzi che "ciao RAGAZZI" all'inizio di un video, parlare di "umanità" o "razza umana" anzi che dire "L''UOMO" quando si parla di storia, usare quanto più possibile "le persone" / "la persona" al posto del maschile sovraesteso (come tra l'altro ha fatto Gio stesso nel video dopo la gag finale). Queste son cose che avrebbero già un impatto enorme sulla comunicazione ed essendo tranquillamente parte della lingua si potrebbero insegnare anche alle elementari crescendo così persone che naturalmente avrebbero un approccio diverso al prossimo.
molto fico il momento 15:21
Rendiamo il napoletano lingua nazionale e risolviamo la questione
Giorgia Meloni best waifu 15:21
Gio la o aperta non è quella che indichi tu, vicino alla a! è invece quella subito sotto la o chiusa. Bel video comunque, davvero semplice e chiaro
Grazie. Esattamente come pensavo anch'io. Ma spiegato meglio. Grazie mille 😁
La questione non mi ha mai interessato più di tanto, la convergenza del neutro verso il maschile peraltro non è un sintomo del patriarcato ma piuttosto l'esito di una semplificazione della lingua in periodo altomedievale quando non esistevano forme linguistiche standardizzate.
La questione si potrebbero risolvere semplicemente usando il voi per le persone non binarie ed usando il femminile sovraesteso quando in un gruppo ci sono più ragazze che ragazzi.
Il voi purtroppo in italiano è completamente inutile perché gli aggettivi sono declinati per genere, a differenza dell'inglese e i pronomi spesso si possono omettere, sempre a differenza dell'inglese. Detto questo fingere che cose come il maschile sovraesteso siano completamente distaccate dal sistema patriarcale non mi sembra molto logico, di certo non può essere una coincidenza che il genere usato per definirsi ai gruppi è lo stesso che ha dominato culturalmente la società per secoli
L'idea del femminile sovra esteso in un gruppo dove ci sono più ragazze che ragazzi non è per niente male
@@Ermespsi in italiano i generi sono delle pure declinazioni e non hanno valenza biologica. Si dice "il tavolo" al maschile e "la sedia" al femminile non perché il primo ha il pene e la seconda ha la vagina ma per pura declinazione. Oppure tra persone formali ci si da del "lei" ma non del "lui" e questo non centra niente con il sesso biologico o il patriarcato. Mettetevelo in testa, l'Italiano se ne sbatte del patriarcato e del sesso biologico, ha delle declinazioni quasi randomiche. Studiate Bestie.
"Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza"
@@Ermespsi il maschile sovraesteso è nato dalla fusione tra neutrale e maschile latini, che erano simili. Quindi non credo c'entra molto il patriarcato quanto la praticità, probabilmente se fosse stato il femminile simile al neutro oggi avremmo il femminile sovraesteso.
@@simodi7784 pensare che il linguaggio e il sistema socioculturale in cui nasce siano completamente scollegati e che l'uso del genere sia "randomico" è la vera ignoranza. Invece di dire ad altre persone di studiare e citare la divina commedia a caso fatti un bagno di umiltà
Io sono mega inclusivo, MA (non pensavo che lo avrei mai scritto) co' cazz che userò la schwa, a meno che non si arrivi come dici tu a un uso esteso e comunemente accettato che porti a un cambiamento naturale della lingua, ma a quel tempo se andrà bene sarò un vecchio rincoglionito che si esprimerà solo a bestemmie
Io non sono razzista ma
@@elenareitano8777 prima o poi ci cascano tutti haha
“Avete visto più persone che si lamentano perché non si usa lo schwa o perché si usa?” Il punto è sempre questo, la fantomatica e immaginaria dittatura del politicamente corretto e degli lgbt. È lo stesso motivo per cui se partecipa Drusilla Foer a Sanremo in mezzo al 99% di etero cisgender Pillon si lamenta perché si porta un travestito (non è una transgender, è un personaggio di spettacolo) e non “un normale padre”, ignorando che di padri sarà pieno il palco e dovendo per forza rompere le palle al pubblico lgbt che ha il diritto di essere almeno un po’ rappresentato
Strawman
Qui si sfocia si altri argomenti, però.
Pillon non sa nemmeno di che parla e critica a random con argomentazioni imbarazzanti.
La community LGBT ha ogni diritto che gli altri hanno, e devono lottare per averli se vengono loro negati.
Ma in Italiano il neutro esiste, ergo penso sia un po' pretenzioso voler cambiare graficamente una lingua solo perché la "o" si usa per il maschile come per il neutro, tra l'altro spesso prendendo ad esempio l'inglese che fa la stessa cosa dando al neutro il plurale, graficamente parlando.
Parlano di patriarcato per il neutro maschile quando è semplicemente una forma di semplificazione della lingua che, in quel caso, non ha alcun retaggio culturale maschilista.
Piuttosto ha senso scagliarsi contro le battute stereotipate della TV italiana che dipinge donne come stupide, uomini come orchi ignoranti e persone omosessuali come freaks ad ogni trasmissione possibile perché "hahahah che ridere la donna che fa la spesa vestita succinta hahahaha che ridere l'uomo che si distrae e fa un casino hahHa che ridere l'omosessuale che sembra uscito da un circo e ci prova con ogni singolo uomo sulla terra".
Boh, personalemnte secondo me è solo una cosa stupida da usare, non è né bella né funzionale. Poi, di sicuro, chi continua a parlarne, anche senza che nessuno abbia fatto niente, ha rotto i coglioni
@@DeYogs sì ma mi sono soffermato in particolare sulla parte finale del video, quando GioPizzi sottolinea che se c’è qualcuno che rompe le scatole sono quelli che si lamentano ossessivamente perché una minoranza usa lo schwa e non il contrario. Facendo parte di alcuni gruppi Facebook ho visto che è effettivamente così, se ne parla in continuazione ma sempre per sfottere o attaccare chi lo usa, mai il contrario
Esattamente. Non ho mai imposto a nessuno (o anche solo chiesto) di usare il neutro, ma appena lo uso per conto mio vengo sommersa da insulti😀
La penso esattamente come te in tutto e per tutto,non ho altro da aggiungere al commento
Mai visto trattare l'argomento in modo così perfetto...bravo Giovanni,bravo...😏
Il punto della lingua inglese, spesso citato da chi sostiene un linguaggio più inclusivo ma purtroppo senza cognizione di causa, non è infatti il genere neutro (come già detto nel video, credo che definire "it" una persona sia decisamente offensivo) ma il fatto che sia una lingua senza flessione di genere. Infatti nei paesi anglofoni si utilizza per le persone non binarie they, che appunto non è neutro (e comunque non può avere un corrispettivo in italiano).
In inglese in realtà si dovrebbe usare il "they" come genere neutro. In quanto non è solo un corrispettivo al nostro "essi" ma una terza persona neutra. Inoltre si usava già nel '300 in diverse opere letterarie. Semplicemente hanno ripreso un qualcosa utilizzato fin'ora solo in letteratura e non storicamente, ma che comunque funziona. "It" è per oggetti e basta, manco si usa per gli animali.
@@sarap-8121 è quello che ho scritto (oltre al fatto che sia neutro, quello è sbagliato in senso linguistico)
@@stefanobuonocore6526 volevo più che altro, passami il termine, "correggere" sul "they, che appunto non è neutro" perché effettivamente lo è
@@sarap-8121 di nuovo, no. They prende il genere del soggetto, nell'uso grammaticalmente "corretto". Quindi può essere neutro, quanto maschile o femminile. L'uso storico come pronome gender neutral è tutt'altro paio di maniche
Ovviamente no.
Continuo a non capire come persone che dicono di volere una società emancipata si inquadrino in ruoli predefiniti. Per me uomo e donna indicano solo maschi o femmine di homo sapiens. Se hai fatto una transizione il tuo sesso biologico è cambiato, ergo, coerentemente con quanto appena detto, mi frega un cazzo di cosa eri prima: se sei voluto diventare un maschio perché ti sentivi tale e ora sei oggettivamente un maschio di homo sapiens ti chiamerò uomo, viceversa donna. Se la transizione la devi ancora fare ti attacchi al cazzo perché non posso sapere cosa ti senti e non mi interessa, perché se io mi sento Pippo Baudo non mi aspetto che la gente mi tratti come tale. Ma il punto rimane: il ruolo di uomo o di donna appartengono alla società iniqua che volete cambiare, allora perché caderci dentro a piè pari? Cosa vuol dire essere uomo (se non maschio di homo sapiens)? Me ne può fregare di meno cosa la società si aspetta da me: io sono io, questo è quanto e mi comporto come voglio; magari per alcuni aspetti posso assomigliare di più a una "donna", per altri a un "uomo". Quello che so è che ho sempre avuto poco a che fare con chiunque mi trovassi vicino, maschi o femmine che fossero: io non ho voglia di lavorare il cemento, di essere cavaliere o di essere quello con più calli sulle mani e che sputa più lontano, perché secondo questa logica dovrei "cazzo sei un uomo è il tuo ruolo". L'emancipazione dovrebbe stare nel riconoscere la propria unicità, non nell'inquadrarsi in una di x categorie prestabilite. Mi sa molto di "Voglio battermi per la mia libertà di scegliere la mia sfumatura di omologazione".
Ciao Gio. Anch'io mi sento molto progressista, ma sono contento che alcune cose non siano cambiate. Come ad esempio il parmigiano all'interno dei tuoi elenchi :D Scherzi a parte è sempre bello vedere il tuo pensiero personale sui temi che porti e mi trovo d'accordissimo con te. È bello cambiare, evolversi, mutare, tutto quanto, ma bisogna sempre ragionarci un po' su, farlo come si deve e quando è il momento...altrimenti tutti i nostri zii e parenti conservatori avranno (troppo facilmente) sempre qualcosa di cui lamentarsi :D
Buon lavoro per questo anno nuovo, in bocca al lupo per tutto!
Quanto mi sei mancato!
Sono più che certo che se i due generi grammaticali si chiamassero ad esempio “Genere grammaticale 1” e “Genere grammaticale 2” non saremmo qui a discutere di asterischi e schwa.
Tra l’altro ho notato che ogni volta che qualcuno si lamenta nei commenti su (inserire social a scelta) sull’utilizzo dell’asterisco e della schwa in un qualsiasi post, c’è sempre qualcuno che risponde a sta persona sempre sulla falsa riga di “non puoi parlare perché sei maschio bianco etero”
Il movimento contro i maschi bianchi etero, in un modo o nell'altro, ci raggiunge sempre
Commento sottovalutatissimo, specialmente la prima parte.
No.