Ricostruzione, analisi e interpretazioni sulle questioni centrali di questo tempo oscuro che stiamo vivendo, ascoltare questo intervento intervento è come respirare una boccata d'ossigeno!
Unico limite dal mio modesto punto di vista l'eccessiva enfasi sul periodo d'oro degli anni 70 (emancipazione, lotte civili e sociali ecc.). Manca il lato oscuro: le premesse del genocidio culturale pasoliniano e l'avvento della società dei consumi. Bisogna tenere insieme dialetticamente queste due fasi: l'emancipazione è stata anche distruzione delle forme storico-culturali pre-esistenti. L' affermazione dei diritti degli operai è coincisa purtroppo con il diritto ad avere televisione, frigorifero e utilitaria. Lo Stato sociale si è tradotto in Stato materiale: scuola ospedale e parco pubblico (spesso italicamente inefficienti). Comunque Preterossi è un grande, una delle rare menti lucide a cui restare aggrappati in questa fase distopica di nebbia del pensiero e atrofizzazione della sensibilità
Sentirlo argomentare sul tema della libertà all'interno del quadro di declino della modernità, intesa come declino del trascendente, mi ha fatto tornare subito alla mente le posizioni radicali quanto affascinanti di Severino circa il tempo della Tecnica. Temi questi immensi ma, proprio per questo, ineludibili.
Grande lezione. Ma quando dmsi nomina Costantino Mortati bisognerebbe ricordare che era allievo di Sergio Panunzio, sindacalista rivoluzione e poi sindacalista nazionale nonché preside dell'università di Perugia. Si, perché lo Stato pluriclasse, lo Stato sociale, ebbe inizio negli anni trenta e non negli anni settanta che solo ne portavano ad ulteriore esito le premesse. I padri costituenti, da Di Vittorio a De Gasperi, da Fanfani a Moro, provenivano tutti da una cultura organicista, di varia matrice ossia socialista, cattolica o democratica. Non a caso Keynes scrisse la sua opera principale negli anni trenta, riassumendo tutte le tendenze organiciste, interclassiste, solidariste in elaborazione già dall'ottocento.
Strepitoso come sempre..stima profonda per il prof Preterossi.. grazie per questo contributo
Adoro quest' uomo.
Grazie prof Preterossi per la sua onestà e il suo ardore nell analisi profonda del reale
Ricostruzione, analisi e interpretazioni sulle questioni centrali di questo tempo oscuro che stiamo vivendo, ascoltare questo intervento intervento è come respirare una boccata d'ossigeno!
Grande. Sono veramente commossa. Grazie
Unico limite dal mio modesto punto di vista l'eccessiva enfasi sul periodo d'oro degli anni 70 (emancipazione, lotte civili e sociali ecc.). Manca il lato oscuro: le premesse del genocidio culturale pasoliniano e l'avvento della società dei consumi. Bisogna tenere insieme dialetticamente queste due fasi: l'emancipazione è stata anche distruzione delle forme storico-culturali pre-esistenti.
L' affermazione dei diritti degli operai è coincisa purtroppo con il diritto ad avere televisione, frigorifero e utilitaria. Lo Stato sociale si è tradotto in Stato materiale: scuola ospedale e parco pubblico (spesso italicamente inefficienti).
Comunque Preterossi è un grande, una delle rare menti lucide a cui restare aggrappati in questa fase distopica di nebbia del pensiero e atrofizzazione della sensibilità
Sentirlo argomentare sul tema della libertà all'interno del quadro di declino della modernità, intesa come declino del trascendente, mi ha fatto tornare subito alla mente le posizioni radicali quanto affascinanti di Severino circa il tempo della Tecnica.
Temi questi immensi ma, proprio per questo, ineludibili.
Grande lezione. Ma quando dmsi nomina Costantino Mortati bisognerebbe ricordare che era allievo di Sergio Panunzio, sindacalista rivoluzione e poi sindacalista nazionale nonché preside dell'università di Perugia. Si, perché lo Stato pluriclasse, lo Stato sociale, ebbe inizio negli anni trenta e non negli anni settanta che solo ne portavano ad ulteriore esito le premesse. I padri costituenti, da Di Vittorio a De Gasperi, da Fanfani a Moro, provenivano tutti da una cultura organicista, di varia matrice ossia socialista, cattolica o democratica. Non a caso Keynes scrisse la sua opera principale negli anni trenta, riassumendo tutte le tendenze organiciste, interclassiste, solidariste in elaborazione già dall'ottocento.
La giustizia sociale è funzionale alla libertà: è vero ..senza diritti non c'è libertà ma paternalismo totalitario
Libertà presuppone politicità (e quindi località, aggiungerei si parva licet)
C O L O S S A L E , presidente della repubblica ora!
Quanto senti dire quello che pensi da anni ma detto molto, mooolto meglio!
Grande Preterossi, mi ricordi un po' gli anni 70....ottima conferenza!!!. Bravo.