Caro Sergio, aspetto sempre con grande curiosità i tuoi video e non mi deludi mai. Anzi, sei una fonte inesauribile di conoscenza e stimoli. Grazie mille.
Mi piace molto questi consigli non che a me servano oramai adulta ma per prendere sempre più coscenza dei buon ton da farsi ...e credo molto utili in tutte le età e circostanze della vita ...grazie
Sergioooooo, questo video mi ha fatto ricordare i miei colloqui di lavoro....Le dico solo che 20 anni fa, quando ho fatto il colloquio per lavorare, mi sono presentata con una giacca macchiata perché un piccione aveva deciso di passare e fare la cacca proprio mentre stavo andando al colloquio 🤦 Ero a piedi e lui volava su di me. E splafff!Tutto sulla giacca!....Cercai alla meglio di pulirla perché non avevo tempo di tornare a casa a cambiarla..... .Poi nel colloquio sono stata molto impacciata ero ansiosissima ed insicura, ma la direttrice ( che ho conosciuto quando sono andata in struttura) aveva capito com' ero timida ed impacciata, ma una possibilità me la diede comunque di lavorare...Era un'esperta di comunicazione.....Ho effettuato altri colloqui per altre collaborazioni e credo siano andati bene, perché mi avevano preso a lavorare ( anche se però sostituivo colleghi)..... L'unica struttura sanitaria che non mi ha chiamata è quella che attualmente è poco distante da casa mia....Il mio curriculum era troppo lungo ( includendo tutti gli attestati dei corsi) quindi credo che l'abbiano cestinato.... Relativamente al mio comportamento,beh, 9:12 è stato sempre timido ed impacciato.... Resto sulla soglia della porta dicendo:-"È permesso?" Oppure:-"Posso?" E resto in piedi fino a quando non mi s'invita a sedermi....Ma questo in ogni contesto o situazione, perché mi è stato insegnato così.... Avrò anche la "sindrome del dodicenne "ma entrare direttamente senza permesso lo vedo come una forma d'invadenza e di sfacciataggine oltre che di provocazione e prevaricazione, dove inevitabilmente chi sta dall'altra parte potrebbe od accettare di buon grado l'entrata, oppure potrebbe sentirsi minacciato/a..... Insomma , tutto dipende da chi hai di fronte!
Nel video ho specificato chiaramente di entrare decisi dopo essere stati chiamati nell’ufficio del selezionatore. Ovviamente entrare senza invito è da sciocchi e maleducati.
Ciao Sergio, ho svolto un colloquio di 1 ora e 40 in presenza con all’inizio solo il responsabile delle risorse umane e successivamente é arrivata anche la manager principale. Io avendo avuto un background nell’ambito del lusso sono abituato a non gesticolare e a tenere la corporatura dritta e larga, e il responsabile dopo il lungo colloquio mi ha detto che sembravo molto teso e che DEVO gesticolare altrimenti la persona davanti a me si fissa sul fatto che non muovo nulla, ma allo stesso tempo di non gesticolare tanto perché da fastidio. Io le mani le tenevo spesso sotto la scrivania (non trasparente quindi loro non le vedevano), forse proprio questo é stato un errore non mettere sempre le mani in mostra? Non so. Personalmente, probabilmente condizionato dal mio background, reputo la postura composta e ferma professionale, anche il fatto di non gesticolare. Magari un minimo va fatto, ma allo stesso tempo rispondendo normalmente e sentendomi a mio agio stando fermo mi sono sentito di fare così. Poi tutto fa esperienza, ci sono cose più importanti e gravi nella vita. Grazie in anticipo
Ciao Riccardo, purtroppo l'assenza di gestualità in un interlocutore, per noi italiani abituati a molti gesti in generale, può dare l'impressione di qualcosa che non va o di eccessivo controllo. Nascondere le mani, in particolare, secondo gli studi del linguaggio del corpo, abbassa il grado di fiducia: sarebbe meglio tenerle a portata di occhi e gesticolare con gesti aperti, e i palmi in vista. Detto questo, se per la tua natura lo trovi difficile, a mio avviso è meglio non forzarsi mai, perché i tuoi movimenti risultarebbero meccanici e probabilmente sarebbe peggio. Magari un po' di allenamento, con amici o persone fidate, nel quale inizialmente ti sforzi di gesticolare un po' di più (mai troppo), potrebbe far diventare la pratica naturale con il tempo. Per fortuna il nostro cervello è plastico e impara :-)
Salve Sergio. Ho fatto molti colloqui di lavoro e, nel tempo, studiando per piacere, ho scoperto che le gambe accavalate e/o le braccia conserte esprimono chiusura in sé stessi, quindi poca predisposizione ad aprirsi all'altro, facendo passare il messaggio di essere timidi, chiusi, troppo riservati e poco inclini all'interazione sociale, ergo al lavoro in team. Cosa ne pensi? Grazie mille per i tuoi video! Li ho scoperti ora e sono davvero di grande aiuto🤗
Ciao Paola, purtroppo nella attuale cultura del recruiting, e non solo in quella, in effetti esiste questa credenza: chi tiene gambe accavallate o braccia conserte è chiuso. Secondo i miei studi non è sempre così. Può esserti utile, spero, questo video: 🟢 Linguaggio del corpo: il significato di braccia e gambe incrociate ruclips.net/video/Ii_AGPx2c5Y/видео.html Riguardo al colloquio di lavoro, se già non lo hai visto, ne ho parlato anche in questo video: 🟢 Linguaggio del corpo: il colloquio di lavoro ruclips.net/video/-BG-Z0dUQ6E/видео.html Grazie per il contributo.
Salve Sergio, complimenti per il video l'ho trovato molto interessante, l'unica cosa che non mi è tanto chiara è la posizione della mani quando non parliamo. Mi capita spesso di sentirmi a disagio perché non so dove metterle, mi daresti una grande mano rispondendo a questa domanda. Grazie mille
Ciao Luca, grazie per i complimenti e per la domanda. Quello che ti sta capitando con le mani lo chiamerei loop... Mi spiego, o meglio, cerco di spiegarmi. Esistono delle azioni automatiche, come respirare, camminare, guidare (per chi ha la patente da un po'), sorridere, avere un'erezione se si è maschi ancora nel pieno del testosterone, e moltissime altre che hanno una sorta di pilota automatico, ovvero le facciamo senza doverci pensare, senza doverci concentrare. La posizione o i movimenti delle nostre mani quando parliamo o quando ascoltiamo qualcuno che ci parla, fa parte di questa famiglia di automatismi. Si chiama naturalezza. Ora, è dimostrato che il battito cardiaco fa parte di questi automatismi, dal momento che è comandato dal cervello rettiliano, il più antico: non dobbiamo pensare a ogni secondo di far battere il cuore, perché batte in automatico. Grazie a una ricerca molto interessante si è registrato che ognuno di noi produce una certa quantità di battiti al minuto quando è a riposo (BPM), ad esempio uno sportivo abituato a mettere sottosforzo il cuore durante le attività agonistiche, o un esperto di apnea, hanno un battito a riposo molto più basso rispetto a un fumatore di 60 anni che mangia come un lupo e non fa movimento da anni. Quindi, se prendiamo lo sportivo di 35 anni, è probabile che a riposo abbia una frequenza cardiaca di circa 70 bpm ma, se gli chiediamo di farsela misurare, la sua frequenza aumenta in automatico, al solo pensiero che qualcuno sta per testarla. Lo stesso avviene, ad esempio, in ambito sessuale ed è dimostrato che spesso i deficit di erezione non dipendono da un problema idraulico, ma dal fatto che il soggetto ci mette la testa e cerca di controllare qualcosa che non può essere controllato con il pensiero logico: più si fissa nel chiamare l'erezione, più questa non risponde. Lo stesso avviene nel tuo caso con le mani, amico mio: più ti fissi su dove metterle, più perdi naturalezza e più si accende un loop che si autoalimenta. Il modo più veloce per uscire dal loop sarebbe smettere di pretendere un controllo e lasciare andare le mani come ti viene naturale, ma se sei nel loop non è facile staccare la spina, poiché più ti dici "non devo pensarci", più ci pensi. Allora il mio consiglio è quello di tenere tra le mani un oggetto, come una penna, un'agenda - se possibile non il telefono in un colloquio di lavoro che non sta bene - ma qualcosa che ti permetta di staccare la spina. Lascia che le tue mani giochino con questo oggetto e concentrati sul dialogo il più possibile, magari osservando come si muove il tuo interlocutore, che toni di voce usa, come è vestito: se ti concentri su altro, probabilmente le tue mani ricominceranno a trovare il loro equilibrio e la loro naturalezza, ma al contrario, più cerchi di comandarle, meno ti sentirai a tuo agio. Buon cammino!
Ottime dritte per chi cerca .....io direi anche: non chiedere, quanto mi date? Almeno non subito. Non dimostra collaborazione perché il datore di lavoro cerca gente che ha voglia di buttarsi a collaborare e produrre. Bisogna far vedere questo. E non parlare troppo.......l'ho imparato negli anni questo. Pensi anche tu? 😀😊🙋♀️
Caro Sergio, aspetto sempre con grande curiosità i tuoi video e non mi deludi mai. Anzi, sei una fonte inesauribile di conoscenza e stimoli. Grazie mille.
Mi piace molto questi consigli non che a me servano oramai adulta ma per prendere sempre più coscenza dei buon ton da farsi ...e credo molto utili in tutte le età e circostanze della vita ...grazie
Salve Sergio, ottimo video.
Per quanto riguarda lo sguardo, rigorosamente sguardo non di potere? Quindi occhio destro?
Meglio, sì, a meno che il selezionatore non si dimostri troppo penalizzante, nel qual caso un po’ di azione riequilibrante la consiglierei. 🙂
@@SergioOmassi Grazie mille!
Sergioooooo, questo video mi ha fatto ricordare i miei colloqui di lavoro....Le dico solo che 20 anni fa, quando ho fatto il colloquio per lavorare, mi sono presentata con una giacca macchiata perché un piccione aveva deciso di passare e fare la cacca proprio mentre stavo andando al colloquio 🤦 Ero a piedi e lui volava su di me. E splafff!Tutto sulla giacca!....Cercai alla meglio di pulirla perché non avevo tempo di tornare a casa a cambiarla.....
.Poi nel colloquio sono stata molto impacciata ero ansiosissima ed insicura, ma la direttrice ( che ho conosciuto quando sono andata in struttura) aveva capito com' ero timida ed impacciata, ma una possibilità me la diede comunque di lavorare...Era un'esperta di comunicazione.....Ho effettuato altri colloqui per altre collaborazioni e credo siano andati bene, perché mi avevano preso a lavorare ( anche se però sostituivo colleghi).....
L'unica struttura sanitaria che non mi ha chiamata è quella che attualmente è poco distante da casa mia....Il mio curriculum era troppo lungo ( includendo tutti gli attestati dei corsi) quindi credo che l'abbiano cestinato.... Relativamente al mio comportamento,beh, 9:12 è stato sempre timido ed impacciato....
Resto sulla soglia della porta dicendo:-"È permesso?" Oppure:-"Posso?" E resto in piedi fino a quando non mi s'invita a sedermi....Ma questo in ogni contesto o situazione, perché mi è stato insegnato così.... Avrò anche la "sindrome del dodicenne "ma entrare direttamente senza permesso lo vedo come una forma d'invadenza e di sfacciataggine oltre che di provocazione e prevaricazione, dove inevitabilmente chi sta dall'altra parte potrebbe od accettare di buon grado l'entrata, oppure potrebbe sentirsi minacciato/a..... Insomma , tutto dipende da chi hai di fronte!
Nel video ho specificato chiaramente di entrare decisi dopo essere stati chiamati nell’ufficio del selezionatore. Ovviamente entrare senza invito è da sciocchi e maleducati.
Consigli utili anche in altri contesti … grazie !
Ciao Sergio, ho svolto un colloquio di 1 ora e 40 in presenza con all’inizio solo il responsabile delle risorse umane e successivamente é arrivata anche la manager principale.
Io avendo avuto un background nell’ambito del lusso sono abituato a non gesticolare e a tenere la corporatura dritta e larga, e il responsabile dopo il lungo colloquio mi ha detto che sembravo molto teso e che DEVO gesticolare altrimenti la persona davanti a me si fissa sul fatto che non muovo nulla, ma allo stesso tempo di non gesticolare tanto perché da fastidio.
Io le mani le tenevo spesso sotto la scrivania (non trasparente quindi loro non le vedevano), forse proprio questo é stato un errore non mettere sempre le mani in mostra? Non so.
Personalmente, probabilmente condizionato dal mio background, reputo la postura composta e ferma professionale, anche il fatto di non gesticolare. Magari un minimo va fatto, ma allo stesso tempo rispondendo normalmente e sentendomi a mio agio stando fermo mi sono sentito di fare così. Poi tutto fa esperienza, ci sono cose più importanti e gravi nella vita.
Grazie in anticipo
Ciao Riccardo, purtroppo l'assenza di gestualità in un interlocutore, per noi italiani abituati a molti gesti in generale, può dare l'impressione di qualcosa che non va o di eccessivo controllo.
Nascondere le mani, in particolare, secondo gli studi del linguaggio del corpo, abbassa il grado di fiducia: sarebbe meglio tenerle a portata di occhi e gesticolare con gesti aperti, e i palmi in vista.
Detto questo, se per la tua natura lo trovi difficile, a mio avviso è meglio non forzarsi mai, perché i tuoi movimenti risultarebbero meccanici e probabilmente sarebbe peggio.
Magari un po' di allenamento, con amici o persone fidate, nel quale inizialmente ti sforzi di gesticolare un po' di più (mai troppo), potrebbe far diventare la pratica naturale con il tempo. Per fortuna il nostro cervello è plastico e impara :-)
Grazie Sergio
Salve Sergio. Ho fatto molti colloqui di lavoro e, nel tempo, studiando per piacere, ho scoperto che le gambe accavalate e/o le braccia conserte esprimono chiusura in sé stessi, quindi poca predisposizione ad aprirsi all'altro, facendo passare il messaggio di essere timidi, chiusi, troppo riservati e poco inclini all'interazione sociale, ergo al lavoro in team.
Cosa ne pensi?
Grazie mille per i tuoi video! Li ho scoperti ora e sono davvero di grande aiuto🤗
Ciao Paola, purtroppo nella attuale cultura del recruiting, e non solo in quella, in effetti esiste questa credenza: chi tiene gambe accavallate o braccia conserte è chiuso.
Secondo i miei studi non è sempre così.
Può esserti utile, spero, questo video: 🟢 Linguaggio del corpo: il significato di braccia e gambe incrociate
ruclips.net/video/Ii_AGPx2c5Y/видео.html
Riguardo al colloquio di lavoro, se già non lo hai visto, ne ho parlato anche in questo video: 🟢 Linguaggio del corpo: il colloquio di lavoro
ruclips.net/video/-BG-Z0dUQ6E/видео.html
Grazie per il contributo.
Salve Sergio, complimenti per il video l'ho trovato molto interessante, l'unica cosa che non mi è tanto chiara è la posizione della mani quando non parliamo. Mi capita spesso di sentirmi a disagio perché non so dove metterle, mi daresti una grande mano rispondendo a questa domanda. Grazie mille
Ciao Luca, grazie per i complimenti e per la domanda.
Quello che ti sta capitando con le mani lo chiamerei loop...
Mi spiego, o meglio, cerco di spiegarmi.
Esistono delle azioni automatiche, come respirare, camminare, guidare (per chi ha la patente da un po'), sorridere, avere un'erezione se si è maschi ancora nel pieno del testosterone, e moltissime altre che hanno una sorta di pilota automatico, ovvero le facciamo senza doverci pensare, senza doverci concentrare.
La posizione o i movimenti delle nostre mani quando parliamo o quando ascoltiamo qualcuno che ci parla, fa parte di questa famiglia di automatismi. Si chiama naturalezza.
Ora, è dimostrato che il battito cardiaco fa parte di questi automatismi, dal momento che è comandato dal cervello rettiliano, il più antico: non dobbiamo pensare a ogni secondo di far battere il cuore, perché batte in automatico. Grazie a una ricerca molto interessante si è registrato che ognuno di noi produce una certa quantità di battiti al minuto quando è a riposo (BPM), ad esempio uno sportivo abituato a mettere sottosforzo il cuore durante le attività agonistiche, o un esperto di apnea, hanno un battito a riposo molto più basso rispetto a un fumatore di 60 anni che mangia come un lupo e non fa movimento da anni.
Quindi, se prendiamo lo sportivo di 35 anni, è probabile che a riposo abbia una frequenza cardiaca di circa 70 bpm ma, se gli chiediamo di farsela misurare, la sua frequenza aumenta in automatico, al solo pensiero che qualcuno sta per testarla.
Lo stesso avviene, ad esempio, in ambito sessuale ed è dimostrato che spesso i deficit di erezione non dipendono da un problema idraulico, ma dal fatto che il soggetto ci mette la testa e cerca di controllare qualcosa che non può essere controllato con il pensiero logico: più si fissa nel chiamare l'erezione, più questa non risponde.
Lo stesso avviene nel tuo caso con le mani, amico mio: più ti fissi su dove metterle, più perdi naturalezza e più si accende un loop che si autoalimenta.
Il modo più veloce per uscire dal loop sarebbe smettere di pretendere un controllo e lasciare andare le mani come ti viene naturale, ma se sei nel loop non è facile staccare la spina, poiché più ti dici "non devo pensarci", più ci pensi.
Allora il mio consiglio è quello di tenere tra le mani un oggetto, come una penna, un'agenda - se possibile non il telefono in un colloquio di lavoro che non sta bene - ma qualcosa che ti permetta di staccare la spina.
Lascia che le tue mani giochino con questo oggetto e concentrati sul dialogo il più possibile, magari osservando come si muove il tuo interlocutore, che toni di voce usa, come è vestito: se ti concentri su altro, probabilmente le tue mani ricominceranno a trovare il loro equilibrio e la loro naturalezza, ma al contrario, più cerchi di comandarle, meno ti sentirai a tuo agio.
Buon cammino!
Ottime dritte per chi cerca .....io direi anche: non chiedere, quanto mi date? Almeno non subito. Non dimostra collaborazione perché il datore di lavoro cerca gente che ha voglia di buttarsi a collaborare e produrre. Bisogna far vedere questo. E non parlare troppo.......l'ho imparato negli anni questo.
Pensi anche tu? 😀😊🙋♀️
Ricordo l'ultimo colloquio di lavoro per lavorare in un'istituto di vigilanza.
Hai fatto il militare?
Io :si.
Bene :assunto.
Si capisce che comunque avevi dato un’ottima impressione 🙂