Severino è esattamente quello che è, un pensatore borghese ed elitario che non ha nulla da dire agli sfruttati a cui Marx si rivolgeva. Cos a potrebbe dirgli? "La tua condizione di sfruttato è eterna, quandi perchè preoccuparti a cambiarla, tutto e derministico e non c'è spazio per libertà alcuna, quindi continua pure a lavorare, così mi permetti di fare il filosofo, godermi i convegni e la vita agiata." Lo stesso testo finale del video è la classica posizione Lucreziana del Saggio che sullo scoglio dell'ìincontrovertibile guarda da lontano il naufragio nichilistico del mondo. Naturalmente lo sguardo omnicomprenvio che contempla il mondo sub specie eternitatis, non appartiene al mond concreto, reale, diveniente. quiello del lavoro. Ma persino Spinoza che aveva una filosofia tutto sommato analoga, almeno proponeva la trasformazione democratica della società al fine di permettere di elevare il "volgo" all'altezza dell'Amor Dei. Severino invece a forza di lottare contro il nichilismo teorico che vede ovunque, finisce lui per primo a diventare un nichilistica pratico ed a proporre un eternismo passivo, che è esattamente l'immagine che il capitalismo ha di se stesso, un Essere senza tempo che non fa che cambiare incessantamente nella sua rivoluzione permanente, per restare sempre inguaribilmente se stesso. Chiaramente il pensiero di Severino è molto più di questo, il problema non è tanto la sua capacità teoretica che è portentosa ed ammiro comunque molto, quanto gli manca la capacità di veicolarla attraverso una grande narrazione per le masse. Saper tenere insieme la Verità e la narrazione è qualcosa che Marx, malgrado alcuni limiti, sapeva fare molto meglio di lui.
Grazie per questo bel commento. Occorre però dire che la sua filosofia intende proprio parlare di ciò che è la anima del mortale: voler fare, voler trasformare. Poiché tutto è eterno, qualsiasi prassi è illusoria. Ma anche Severino e noi che ne parliamo siamo comunque volontà di potenza. Due anime contrastanti che fondano appunto la "nostra" contraddizione. Ciò non impedisce di volere(!) agire per tendere verso un mondo più giusto.
Marx in fondo può essere considerato uno strutturalista ante-litteram essendo i suo pensiero rigidamente ancorato al determinismo storico e dialettico hegeliano, laddove il farsi degli eventi non tiene ad. esempio conto delle determinanti pulsionali umane, risultando queste avulse dalla struttura economica capitalista e dalle sue infrastrutture (merce-oggetto, merce-lavoro, merce-denaro). Toccherà a Freud ribaltare tale assunto, preconizzando lo stesso in un suo saggio la fine dell’URSS a causa delle intrinseche contraddizioni.
Errata corrige:
al minuto 18.31 intendevo dire ..."mentre Marx" e non "...mentre Hegel" (del quale avevo appena finito di parlare).
Alessandro T.
Severino è esattamente quello che è, un pensatore borghese ed elitario che non ha nulla da dire agli sfruttati a cui Marx si rivolgeva. Cos a potrebbe dirgli? "La tua condizione di sfruttato è eterna, quandi perchè preoccuparti a cambiarla, tutto e derministico e non c'è spazio per libertà alcuna, quindi continua pure a lavorare, così mi permetti di fare il filosofo, godermi i convegni e la vita agiata." Lo stesso testo finale del video è la classica posizione Lucreziana del Saggio che sullo scoglio dell'ìincontrovertibile guarda da lontano il naufragio nichilistico del mondo. Naturalmente lo sguardo omnicomprenvio che contempla il mondo sub specie eternitatis, non appartiene al mond concreto, reale, diveniente. quiello del lavoro.
Ma persino Spinoza che aveva una filosofia tutto sommato analoga, almeno proponeva la trasformazione democratica della società al fine di permettere di elevare il "volgo" all'altezza dell'Amor Dei. Severino invece a forza di lottare contro il nichilismo teorico che vede ovunque, finisce lui per primo a diventare un nichilistica pratico ed a proporre un eternismo passivo, che è esattamente l'immagine che il capitalismo ha di se stesso, un Essere senza tempo che non fa che cambiare incessantamente nella sua rivoluzione permanente, per restare sempre inguaribilmente se stesso. Chiaramente il pensiero di Severino è molto più di questo, il problema non è tanto la sua capacità teoretica che è portentosa ed ammiro comunque molto, quanto gli manca la capacità di veicolarla attraverso una grande narrazione per le masse. Saper tenere insieme la Verità e la narrazione è qualcosa che Marx, malgrado alcuni limiti, sapeva fare molto meglio di lui.
Grazie per questo bel commento.
Occorre però dire che la sua filosofia intende proprio parlare di ciò che è la anima del mortale: voler fare, voler trasformare. Poiché tutto è eterno, qualsiasi prassi è illusoria. Ma anche Severino e noi che ne parliamo siamo comunque volontà di potenza. Due anime contrastanti che fondano appunto la "nostra" contraddizione.
Ciò non impedisce di volere(!) agire per tendere verso un mondo più giusto.
Marx in fondo può essere considerato uno strutturalista ante-litteram essendo i suo pensiero rigidamente ancorato al determinismo storico e dialettico hegeliano, laddove il farsi degli eventi non tiene ad. esempio conto delle determinanti pulsionali umane, risultando queste avulse dalla struttura economica capitalista e dalle sue infrastrutture (merce-oggetto, merce-lavoro, merce-denaro). Toccherà a Freud ribaltare tale assunto, preconizzando lo stesso in un suo saggio la fine dell’URSS a causa delle intrinseche contraddizioni.