Personalmente, dei tre (concept, sinossi, pitch), quello con cui ho fatto fatica è stato il pitch. La sinossi è sempre una cosa che mette in grande difficoltà gli scrittori, però è un elemento che tutti han ben presente perché le case editrici la chiedono sempre, se ne parla in video, blog, social. Poi, è difficilissimo scriverle e spesso si sbaglia, però è qualcosa che, quantomeno, abbiamo ben presente come dovrebbe essere. Il concept è un concetto di cui si parla molto raramente, ma, guardando qualche video della prima edizione si riesce a capire come dovrebbe essere (poi, anche in questo caso non è sempre facile, specialmente se si tratta di libri non nati da un concept, ad esempio). Però il pitch è un concetto piuttosto nuovo (quasi nessuna casa editrice lo chiede e in ben pochi ne parlano, spesso senza esempi concreti). Anche guardando i video della prima edizione dell'Arcimago non è così facile dedurre come dovrebbe essere un pitch accattivante.
Sì infatti come dico nel pitch si nota più di tutti la formulaicità, probabilmente molti candidati erano alla prima scrittura di un pitch e hanno cercato qualche tutorial rapido, che li ha indirizzati tutti in una direzione simile. È vero che in narrativa si usa poco, è molto più frequente nell'ambito del cinema, però è un approccio molto efficace, che permette agli scrittori di focalizzare molto bene la storia sugli aspetti più innovativi e "vendibili".
La sinossi di un libro fantasy, secondo me, è la parte più impegnativa, soprattutto per chi è ancora alle prime armi. Nella sinossi del fantasy è molto facile scrivere qualcosa di allucinato o esagerato. Anche se si ha tutta la storia in mente, cosa che non accade per esempio che ne so, se si scrive della propria giornata, di un amore d'estate ecc.. ^^
La difficoltà in più per il fantasy (ma anche per la fantascienza, direi per tutti i generi con "forte worldbuilding") è che bisogna trovare spazio anche per trasmettere le informazioni necessarie sul mondo. È sicuramente una sfida in più... ma all'interno di un concorso per il fantasy, il livello di difficoltà è pari per tutti i partecipanti.
Ciao, Andrea. Volevo complimentarmi con te per l'esposizione. Hai una personalità veramente gradevole e sembri molto preparato e professionale. Ti ho conosciuto con la live speciale di RN con Diego e devo dire che tra gli editor "social" che conosco sei quello che mi sta più simpatico a pelle👍🏻 Io sono studente di RN e ho partecipato al concorso, sia all'edizione 0 che a quest'ultima, e devo dire che trovo la stesura della sinossi la parte più difficile di tutta la presentazione. Non è per niente facile schiacciare una scaletta completa in uno spazio minimo come quello richiesto dalle CE o da concorsi come questo. Senza contare che poi, oltre all'intera fabula, è necessario colmare un gap informativo non indifferente, legato ai background dei personaggi, ambientazione, meccaniche non familiari, etc. Trovo che la ipersemplificazione delle schede preimpostate che usano molte CE seghino le gambe a tanti progetti, che con l'ausilio di schede di approfondimento adeguate potrebbero avere un'opportunità in più. D'altra parte... capisco anche l'esigenza di dover stringare le informazioni delle candidature o delle proposte, data l'enorme quantità di "scrittori" dilettanti (nell'accezione non offensiva del termine) che propongono opere mediocri e senza informarsi adeguatamente sulla materia. Grazie dei tuoi approfondimenti. Ti seguo con grande interesse. A presto.
Grazie intanto per i complimenti, mi fa piacere di essere sia gradevole che professionale! Per quanto riguarda la semplificazione a cui costringono questo tipo di materiali è vero, purtroppo è un problema che tuttavia ha una difficile risoluzione, visto che a certi livelli non c'è il tempo di dedicare tanta attenzione a tutte le proposte. Per questo è importante giocarsela bene, visto che in questo caso è pù facile incorrere nel falso negativo (essere scartati con un progetto valido) che nel falso positivo (essere scelti per un progetto mediocre).
Video molto interessante. Ho un dubbio su cosa considerare "incipit", ossia se considerarlo alla lettera (prendo la prima scena/brano del romanzo e mando quella) o in termini più funzionali (prendo la prima scena significativa che introduce il protagonista e mando quella). Mi spiego, in un romanzo che sto scrivendo ho questo problema: l'apertura è una pagina di riflessioni scritte a posteriori dalla protagonista (soluzione alla Robin Hobb nella trilogia dell'Assassino), soluzione che viene ripetuta quattro o cinque volte nell'arco dell'intero romanzo a fare da spartiacque fra le parti (atti?) principali della storia. Segue la prima scena vera e propria in cui la protagonista viene introdotta, ma tutta la scena è filtrata attraverso il punto di vista di un personaggio che più avanti si scoprirà essere l'antagonista. Terza scena, finalmente entriamo nel punto di vista della protagonista e da lì inizia la sua vicenda. In un caso del genere cosa dovrei considerare "incipit"? La pagina di riflessioni postume? La prima scena in cui la protagonista appare ma filtrata dal POV dell'antagonista? O la prima effettiva scena vissuta tramite il POV della protagonista? Scusa se la domanda è molto specifica :)
L'incipit è l'inizio del libro. Qualunque cosa sia in termini di struttura: prologo, flashforward, antefatto, pov, nonpov. È la prima cosa che viene letta aprendo il ibro (esclusi paratesti come titolo, eventuali note iniziali, epigrafe ecc). Poi si può discutere su "quanto dura" l'incipit, per alcuni è proprio la prima frase (e in quel caso spesso si parla di hook/gancio) per altri il primo paragrafo, la prima pagina, il primo capitolo. Ma in ogni caso, è quello che ci si trova davanti per primo, qualunque funzione abbia. Da lì si inizia e per questo è importante.
Scrive un ragazzo che ha pubblicato qualche opera su Amazon Kindle e ha ottenuto un discreto successo. Ti seguo con una certa assiduità e trovo i tuoi discorsi molto interessanti, tuttavia senza esempi concreti faccio fatica a comprendere cosa tu intenda con quel "Meh" di mediocrità che assegni alle opere corrette da un punto di vista ortografico e sintattico ma prive di guizzo creativo. Voglio essere sincero: anche se non mi sono mai avvicinato al mondo delle case editrici, la paura è di rientrare in questi canoni di mediocrità, e non avere un metro di giudizio per capirlo rende tutto più complicato.
In questo video non posso entrare nello specifico, ma credo di aver dato in tante occasioni (non solo su questo canale, ma anche altrove dove mi dedico di più al commento di libri che leggo) un'idea di cosa sia la mediocrità che si trova spesso. E poi intendiamoci: la correttezza grammaticale non è un valore, è un requisito di partenza! Io mi aspetto che *tutti* i testi inviati a un concorso siano grammaticalmente corretti, per cui non è quell'aspetto a suscitare il mio interesse, quanto ciò che spicca rispetto alla media, che non ha il sapore di già sentito, di derivativo, di scritto con l'esperienza fondante delle serie tv. Naturalmente ogni caso specifico è differente, ma quando ne vedi così tanti tutti ravvicinati, questi elementi diventano molto vistosi. Se hai paura di poter ricadere nella categoria della mediocrità, per levarti il dubbio potresti, magari, non so, provare a chiedere consulenza a un editor professionista...? :D
@@StoryDoctor Ti parlo in maniera schietta, perché penso di rappresentare molte persone facendolo. Io sarei lieto di farmi assistere da un professionista, purtroppo però con le cifre modeste che si guadagnano con la pubblicazione online l'idea di investire centinaia di euro per una consulenza su una singola opera senza garanzie di ritorno diventa una prospettiva abbastanza scoraggiante. Se ti venisse in mente il titolo di un'opera in commercio che rientra nei canoni di mediocrità che hai descritto sarei lieto di conoscerla. Un saluto e grazie per la pazienza.
@@Dragonite-b7o Non ti devi giustificare, capisco benissimo, infatti sto lanciando in questo periodo dei servizi "smart" che serviranno ad andare incontro a chi ha questo tipo di esigenze ma ancora non se la sente di investire cifre notevoli. Considera comunque che per un feedback su questo aspetto non c'è bisogno di un editing completo del testo o una scheda di lettura approfondita, per cui non sono migliaia di euro. Come in questo caso la "mediocrità" era rilevabile già da questi pochi elementi, anche su altri progetti può essere sufficiente un esame preliminare del soggetto e una prova di scrittura, quindi si tratta di una consulenza piuttosto rapida. Per gli esempi, posso per esempio proporti di andare a leggere i "rapporti letture" che faccio sul mio blog Unknown to Millions (so che è un mezzo antiquato ma lo uso da quindici anni!): se vedi i titoli a cu ho dato votazioni tra il 5 e il 6.5 probabilmente si tratta di casi del genere (non ne ce saranno tanti perché fortunatamente ho un certo fiuto, e le cose che leggo "per svago" cerco di selezionarle bene). Comunque se c'è interesse su questo aspetto della mediocrità magari mi metto in programma di parlarne in modo più approfondito con ulteriori esempi.
Nel caso di un romanzo fantasy credo che una delle principali difficoltà, alla base, sia trovare storie originali. Di questi 490 lavori quanti avevano una trama simile? Sapresti quantificarlo vagamente? Oppure non hai notato questa tendenza e in realtà i lavori erano mediamente originali e con trame molto diversificate e quindi i principali motivi di rifiuto sono stati altri?
Posto che l'originalità non è un valore assoluto (ne parlavo in un altro video qui sul canale), molti testi erano derivativi e formulaici, soprattutto in alcune sottocategorie come il fantasy classico (epic/high). C'erano tanti adattamento e retelling di mitologia nordica o divinità in mezzo agli umani o battaglie per ristabilire regni, vist e riviste decine di volte in libri, film e serie.
Concept, pitch e sinossi sono l'anticamera del libro, il biglietto da visita. Se questi elementi sono malpensati, scritti male, in modo goffo e disordinato, è presumibile che anche il resto del libro lo sia. Del resto, chi lascerebbe l'anticamera di casa propria in disordine per poi prestare cura al resto delle stanze?
Proprio così. Se ti giochi tutto i venti righe, devono essere le venti righe migliori della tua vita. E so bene che è una skill diversa da quella della scrittura in sé, ma in situazioni del genere diventa altrettanto importante.
Piccolo off-topic. Visto che sei appassionato di videogiochi e fantascienza, se non l'hai già fatto, devi assolutamente recuperare Outer Wilds. Quel gioco è un capolavoro di narrativa e game design. Ormai è già cult.
Sì ne ho sentito parlare ma non ho mai approfondito. Sono ancora in cerca del mio gioco del 2024, magari sarà questo (tanto sappiamo che non avremo Silksong...)
No, dai, tutto quello che vuoi ma scrivere una sinossi e scrivere una storia non sono affatto funzioni simili, non più di quanto lo siano scrivere una storia e un report scientifico o un articolo di giornale. Sì, è sempre "scrivere", ma proprio al livello di tecnica entrano in gioco funzioni completamente diverse, non si assomigliano manco da lontano. Saper scrivere una scena immersiva, o un personaggio affascinante, o una descrizione vivida.... niente di tutto questo è in una sinossi. E in realtà nemmeno scrivere uan trama avvincente, per esempio, perché una cosa è stendere la scaletta della trama per uso personale, altra è riuscire a confezionarla stando in un limite di parole spesso angusto in modo che sia elegantemente leggibile e comprensibile da un terzo. Non parliamo poi neanche del pitch, che serve semplicemente a vendere: quello è marketing e scrivere narrativa non è fare marketing, non bisogna confondere le due cose. Purtroppo non si può chiedere ad ogni valutatore di leggere ogni pagina di ogni romanzo che riceve per valutarlo, quindi la sinossi e il pitch diventano strumenti fondamentali, e ci tocca tutti imparare a scriverli se vogliamo avere una chance con le case editrici. Però l'eventualità che un ottimo romanzo venga cestinato semplicemente perché l'autore non sa fare la sinossi è del tutto reale e dobbiamo ammetterla.
Certo che esiste questa possiblità. Il punto è che: 1) in situazioni del genere (che simulano molto bene quello che avviene quotidianamente nelle redazioni delle CE) è difficile applicare criteri diversi, perché è impossibile leggere tutto di tutti; 2) ancora più importante, pur essendo vero che non c'è una reciprocità nella capacità di scrivere una storia e quella di produrre questi paratesti, come dico (e gli altri editor hanno confermato durante la live) nella maggior parte dei casi a pitch/sinossi scadenti corrispondenva anche un incipit mediocre. Per cui la capacità di usare la scrittura per veicolare bene informazioni ed emozioni attraverso pitch/sinossi di solito è una buona approssimazione della capacità di farlo nel romanzo. A me personalmente sono capitati più casi del contrario, ovvero di pitch/sinossi ben fatte alle quali poi corrispondeva una scrittura insufficiente, e che quindi ho dovuto scartare nonostante quei materiali fossero molto convincenti.
Consigli molto utili. Grazie
Personalmente, dei tre (concept, sinossi, pitch), quello con cui ho fatto fatica è stato il pitch. La sinossi è sempre una cosa che mette in grande difficoltà gli scrittori, però è un elemento che tutti han ben presente perché le case editrici la chiedono sempre, se ne parla in video, blog, social. Poi, è difficilissimo scriverle e spesso si sbaglia, però è qualcosa che, quantomeno, abbiamo ben presente come dovrebbe essere. Il concept è un concetto di cui si parla molto raramente, ma, guardando qualche video della prima edizione si riesce a capire come dovrebbe essere (poi, anche in questo caso non è sempre facile, specialmente se si tratta di libri non nati da un concept, ad esempio). Però il pitch è un concetto piuttosto nuovo (quasi nessuna casa editrice lo chiede e in ben pochi ne parlano, spesso senza esempi concreti). Anche guardando i video della prima edizione dell'Arcimago non è così facile dedurre come dovrebbe essere un pitch accattivante.
Sì infatti come dico nel pitch si nota più di tutti la formulaicità, probabilmente molti candidati erano alla prima scrittura di un pitch e hanno cercato qualche tutorial rapido, che li ha indirizzati tutti in una direzione simile. È vero che in narrativa si usa poco, è molto più frequente nell'ambito del cinema, però è un approccio molto efficace, che permette agli scrittori di focalizzare molto bene la storia sugli aspetti più innovativi e "vendibili".
@@StoryDoctor se ci fosse un video di Story Doctor che spiega come creare un pitch efficace, se ci fosse! No, davvero, lo vogliamo! :)
La sinossi di un libro fantasy, secondo me, è la parte più impegnativa, soprattutto per chi è ancora alle prime armi. Nella sinossi del fantasy è molto facile scrivere qualcosa di allucinato o esagerato. Anche se si ha tutta la storia in mente, cosa che non accade per esempio che ne so, se si scrive della propria giornata, di un amore d'estate ecc.. ^^
La difficoltà in più per il fantasy (ma anche per la fantascienza, direi per tutti i generi con "forte worldbuilding") è che bisogna trovare spazio anche per trasmettere le informazioni necessarie sul mondo. È sicuramente una sfida in più... ma all'interno di un concorso per il fantasy, il livello di difficoltà è pari per tutti i partecipanti.
Grazie per aver spiegato in modo esaustivo perché spesso basta poco per giudicare l'efficacia di un libro.
Dirò una cattiveria (vabbè, *un'altra*) ma in molti casi già dal titolo avevo idea di quelli che avrei potuto scartare...
@@StoryDoctor Il titolo è più insidioso di quanto si pensi!
Ormai ho guardato un sacco di tuoi video, e non riesco mai a capire se mi piacerebbe che un mio testo finisse tra le tue mani o no😂
Only one way to find out...
@@StoryDoctor quale ? ^^"
Ciao, Andrea. Volevo complimentarmi con te per l'esposizione. Hai una personalità veramente gradevole e sembri molto preparato e professionale. Ti ho conosciuto con la live speciale di RN con Diego e devo dire che tra gli editor "social" che conosco sei quello che mi sta più simpatico a pelle👍🏻
Io sono studente di RN e ho partecipato al concorso, sia all'edizione 0 che a quest'ultima, e devo dire che trovo la stesura della sinossi la parte più difficile di tutta la presentazione. Non è per niente facile schiacciare una scaletta completa in uno spazio minimo come quello richiesto dalle CE o da concorsi come questo. Senza contare che poi, oltre all'intera fabula, è necessario colmare un gap informativo non indifferente, legato ai background dei personaggi, ambientazione, meccaniche non familiari, etc.
Trovo che la ipersemplificazione delle schede preimpostate che usano molte CE seghino le gambe a tanti progetti, che con l'ausilio di schede di approfondimento adeguate potrebbero avere un'opportunità in più.
D'altra parte... capisco anche l'esigenza di dover stringare le informazioni delle candidature o delle proposte, data l'enorme quantità di "scrittori" dilettanti (nell'accezione non offensiva del termine) che propongono opere mediocri e senza informarsi adeguatamente sulla materia.
Grazie dei tuoi approfondimenti. Ti seguo con grande interesse.
A presto.
Grazie intanto per i complimenti, mi fa piacere di essere sia gradevole che professionale!
Per quanto riguarda la semplificazione a cui costringono questo tipo di materiali è vero, purtroppo è un problema che tuttavia ha una difficile risoluzione, visto che a certi livelli non c'è il tempo di dedicare tanta attenzione a tutte le proposte. Per questo è importante giocarsela bene, visto che in questo caso è pù facile incorrere nel falso negativo (essere scartati con un progetto valido) che nel falso positivo (essere scelti per un progetto mediocre).
Video molto interessante. Ho un dubbio su cosa considerare "incipit", ossia se considerarlo alla lettera (prendo la prima scena/brano del romanzo e mando quella) o in termini più funzionali (prendo la prima scena significativa che introduce il protagonista e mando quella). Mi spiego, in un romanzo che sto scrivendo ho questo problema: l'apertura è una pagina di riflessioni scritte a posteriori dalla protagonista (soluzione alla Robin Hobb nella trilogia dell'Assassino), soluzione che viene ripetuta quattro o cinque volte nell'arco dell'intero romanzo a fare da spartiacque fra le parti (atti?) principali della storia.
Segue la prima scena vera e propria in cui la protagonista viene introdotta, ma tutta la scena è filtrata attraverso il punto di vista di un personaggio che più avanti si scoprirà essere l'antagonista. Terza scena, finalmente entriamo nel punto di vista della protagonista e da lì inizia la sua vicenda.
In un caso del genere cosa dovrei considerare "incipit"? La pagina di riflessioni postume? La prima scena in cui la protagonista appare ma filtrata dal POV dell'antagonista? O la prima effettiva scena vissuta tramite il POV della protagonista?
Scusa se la domanda è molto specifica :)
L'incipit è l'inizio del libro. Qualunque cosa sia in termini di struttura: prologo, flashforward, antefatto, pov, nonpov. È la prima cosa che viene letta aprendo il ibro (esclusi paratesti come titolo, eventuali note iniziali, epigrafe ecc). Poi si può discutere su "quanto dura" l'incipit, per alcuni è proprio la prima frase (e in quel caso spesso si parla di hook/gancio) per altri il primo paragrafo, la prima pagina, il primo capitolo. Ma in ogni caso, è quello che ci si trova davanti per primo, qualunque funzione abbia. Da lì si inizia e per questo è importante.
Scrive un ragazzo che ha pubblicato qualche opera su Amazon Kindle e ha ottenuto un discreto successo. Ti seguo con una certa assiduità e trovo i tuoi discorsi molto interessanti, tuttavia senza esempi concreti faccio fatica a comprendere cosa tu intenda con quel "Meh" di mediocrità che assegni alle opere corrette da un punto di vista ortografico e sintattico ma prive di guizzo creativo. Voglio essere sincero: anche se non mi sono mai avvicinato al mondo delle case editrici, la paura è di rientrare in questi canoni di mediocrità, e non avere un metro di giudizio per capirlo rende tutto più complicato.
In questo video non posso entrare nello specifico, ma credo di aver dato in tante occasioni (non solo su questo canale, ma anche altrove dove mi dedico di più al commento di libri che leggo) un'idea di cosa sia la mediocrità che si trova spesso. E poi intendiamoci: la correttezza grammaticale non è un valore, è un requisito di partenza! Io mi aspetto che *tutti* i testi inviati a un concorso siano grammaticalmente corretti, per cui non è quell'aspetto a suscitare il mio interesse, quanto ciò che spicca rispetto alla media, che non ha il sapore di già sentito, di derivativo, di scritto con l'esperienza fondante delle serie tv. Naturalmente ogni caso specifico è differente, ma quando ne vedi così tanti tutti ravvicinati, questi elementi diventano molto vistosi. Se hai paura di poter ricadere nella categoria della mediocrità, per levarti il dubbio potresti, magari, non so, provare a chiedere consulenza a un editor professionista...? :D
@@StoryDoctor Ti parlo in maniera schietta, perché penso di rappresentare molte persone facendolo. Io sarei lieto di farmi assistere da un professionista, purtroppo però con le cifre modeste che si guadagnano con la pubblicazione online l'idea di investire centinaia di euro per una consulenza su una singola opera senza garanzie di ritorno diventa una prospettiva abbastanza scoraggiante. Se ti venisse in mente il titolo di un'opera in commercio che rientra nei canoni di mediocrità che hai descritto sarei lieto di conoscerla. Un saluto e grazie per la pazienza.
@@Dragonite-b7o Non ti devi giustificare, capisco benissimo, infatti sto lanciando in questo periodo dei servizi "smart" che serviranno ad andare incontro a chi ha questo tipo di esigenze ma ancora non se la sente di investire cifre notevoli. Considera comunque che per un feedback su questo aspetto non c'è bisogno di un editing completo del testo o una scheda di lettura approfondita, per cui non sono migliaia di euro. Come in questo caso la "mediocrità" era rilevabile già da questi pochi elementi, anche su altri progetti può essere sufficiente un esame preliminare del soggetto e una prova di scrittura, quindi si tratta di una consulenza piuttosto rapida. Per gli esempi, posso per esempio proporti di andare a leggere i "rapporti letture" che faccio sul mio blog Unknown to Millions (so che è un mezzo antiquato ma lo uso da quindici anni!): se vedi i titoli a cu ho dato votazioni tra il 5 e il 6.5 probabilmente si tratta di casi del genere (non ne ce saranno tanti perché fortunatamente ho un certo fiuto, e le cose che leggo "per svago" cerco di selezionarle bene). Comunque se c'è interesse su questo aspetto della mediocrità magari mi metto in programma di parlarne in modo più approfondito con ulteriori esempi.
Nel caso di un romanzo fantasy credo che una delle principali difficoltà, alla base, sia trovare storie originali. Di questi 490 lavori quanti avevano una trama simile? Sapresti quantificarlo vagamente? Oppure non hai notato questa tendenza e in realtà i lavori erano mediamente originali e con trame molto diversificate e quindi i principali motivi di rifiuto sono stati altri?
Posto che l'originalità non è un valore assoluto (ne parlavo in un altro video qui sul canale), molti testi erano derivativi e formulaici, soprattutto in alcune sottocategorie come il fantasy classico (epic/high). C'erano tanti adattamento e retelling di mitologia nordica o divinità in mezzo agli umani o battaglie per ristabilire regni, vist e riviste decine di volte in libri, film e serie.
Concept, pitch e sinossi sono l'anticamera del libro, il biglietto da visita. Se questi elementi sono malpensati, scritti male, in modo goffo e disordinato, è presumibile che anche il resto del libro lo sia. Del resto, chi lascerebbe l'anticamera di casa propria in disordine per poi prestare cura al resto delle stanze?
Proprio così. Se ti giochi tutto i venti righe, devono essere le venti righe migliori della tua vita. E so bene che è una skill diversa da quella della scrittura in sé, ma in situazioni del genere diventa altrettanto importante.
Piccolo off-topic. Visto che sei appassionato di videogiochi e fantascienza, se non l'hai già fatto, devi assolutamente recuperare Outer Wilds. Quel gioco è un capolavoro di narrativa e game design. Ormai è già cult.
Sì ne ho sentito parlare ma non ho mai approfondito. Sono ancora in cerca del mio gioco del 2024, magari sarà questo (tanto sappiamo che non avremo Silksong...)
*PromoSM*
No, dai, tutto quello che vuoi ma scrivere una sinossi e scrivere una storia non sono affatto funzioni simili, non più di quanto lo siano scrivere una storia e un report scientifico o un articolo di giornale. Sì, è sempre "scrivere", ma proprio al livello di tecnica entrano in gioco funzioni completamente diverse, non si assomigliano manco da lontano. Saper scrivere una scena immersiva, o un personaggio affascinante, o una descrizione vivida.... niente di tutto questo è in una sinossi. E in realtà nemmeno scrivere uan trama avvincente, per esempio, perché una cosa è stendere la scaletta della trama per uso personale, altra è riuscire a confezionarla stando in un limite di parole spesso angusto in modo che sia elegantemente leggibile e comprensibile da un terzo. Non parliamo poi neanche del pitch, che serve semplicemente a vendere: quello è marketing e scrivere narrativa non è fare marketing, non bisogna confondere le due cose.
Purtroppo non si può chiedere ad ogni valutatore di leggere ogni pagina di ogni romanzo che riceve per valutarlo, quindi la sinossi e il pitch diventano strumenti fondamentali, e ci tocca tutti imparare a scriverli se vogliamo avere una chance con le case editrici. Però l'eventualità che un ottimo romanzo venga cestinato semplicemente perché l'autore non sa fare la sinossi è del tutto reale e dobbiamo ammetterla.
Certo che esiste questa possiblità. Il punto è che: 1) in situazioni del genere (che simulano molto bene quello che avviene quotidianamente nelle redazioni delle CE) è difficile applicare criteri diversi, perché è impossibile leggere tutto di tutti; 2) ancora più importante, pur essendo vero che non c'è una reciprocità nella capacità di scrivere una storia e quella di produrre questi paratesti, come dico (e gli altri editor hanno confermato durante la live) nella maggior parte dei casi a pitch/sinossi scadenti corrispondenva anche un incipit mediocre. Per cui la capacità di usare la scrittura per veicolare bene informazioni ed emozioni attraverso pitch/sinossi di solito è una buona approssimazione della capacità di farlo nel romanzo. A me personalmente sono capitati più casi del contrario, ovvero di pitch/sinossi ben fatte alle quali poi corrispondeva una scrittura insufficiente, e che quindi ho dovuto scartare nonostante quei materiali fossero molto convincenti.