Che cos'è la ritenuta - significati e adempimenti

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  • Опубликовано: 16 окт 2024
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    Nonostante i soggetti coinvolti nell’applicazione delle imposte siano sostanzialmente due, la Pubblica Amministrazione da un lato e il contribuente dall’altro, esistono casi in cui la Pubblica Amministrazione preferisce delegare ad un terzo soggetto il compito della riscossione delle imposte. E questo perché la moltitudine dei soggetti operanti sul nostro territorio e le diverse operazioni da compiere rende impossibile per lo Stato eseguire correttamente tutti gli adempimenti necessari per identificare chi deve pagare e cosa. Lo Stato in pratica si agevola nel prelievo tributario introducendo la figura del sostituto d’imposta.
    Chi è il sostituto d’imposta?
    Il sostituto d’imposta (datore di lavoro, condomini, imprese, liberi professionisti, amministrazioni dello Stato, commissario liquidatore, curatore fallimentare) non è altro che un soggetto al quale lo Stato attribuisce il potere di riscuotere le imposte al posto suo. Sostituisce appunto lo Stato nell’arduo e sgradito compito della riscossione.
    Il sostituto dovrà dunque trattenere per conto dello Stato certe somme di denaro che poi provvederà a versare allo stesso nei termini stabiliti dalla legge e che vedremo in seguito.
    La particolarità del sostituto d’imposta è quella di poter operare la rivalsa tramite ritenuta alla fonte, cioè decurtando direttamente la somma corrisposta al sostituito (il soggetto che percepisce il compenso). Questa somma di denaro si chiama ritenuta, somma che il sostituto è obbligato ad operare e versare periodicamente all’amministrazione finanziaria a titolo di IRPEF o IRES e che si calcola sul reddito spettante al percipiente come controprestazione del servizio reso al sostituto.
    Le ritenute si dividono in due tipologie:
    1. Le ritenute d’imposta;
    2. Le ritenute d’acconto.
    Cosa sono le ritenute d’imposta?
    Le ritenute d’imposta sono delle vere e proprie imposte sostitutive che estinguono l’obbligazione tributaria del sostituito relativa al reddito da lui percepito e che, essendo già stato tassato definitivamente, non dovrà più essere richiamato dal percipiente e indicato in dichiarazione dei redditi. L’elemento necessario per l’applicazione di queste ritenute è costituito dall’erogazione del reddito da parte dei soggetti (sostituti d’imposta) che per legge meritano la fiducia del fisco.
    Le ritenute d’imposta si applicano a determinati proventi quali:
    Redditi di lavoro autonomo e simili corrisposti a non residenti;
    Redditi di capitale;
    Redditi diversi ad esempio le plusvalenze da cessione di attività finanziarie.
    Cosa sono le ritenute d’acconto?
    Le ritenute d’acconto costituiscono invece solo un prelievo parziale dell’imposta rispetto a quella complessivamente dovuta, in quanto il sostituito soggetto passivo, resta obbligato ad indicare in dichiarazione i redditi percepiti e l’imposta totale dovuta, potendo portare in detrazione le ritenute subite. Dunque, i proventi assoggettati a ritenuta d’acconto concorreranno a formare il reddito imponibile al lordo della ritenuta, che verrà poi detratta dall’imposta a debito del sostituito.
    I redditi soggetti a ritenuta d’acconto sono:
    Redditi di lavoro dipendente;
    Redditi di lavoro autonomo ed assimilati percepiti da soggetti residenti.
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