Eugenio Montale, "Spesso il male di vivere ho incontrato", 1924 ("Ossi di seppia", 1925) : commento

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  • Опубликовано: 29 сен 2024
  • Non servono molte parole per introdurre la lettura della lirica "Spesso il male di vivere ho incontrato" (1924), una delle pagine più conosciute della prima raccolta poetica di Eugenio Montale (1896-1981), "Ossi di seppia" (1925): c'è il senso tragico del "male di vivere", c'è l'antitesi (più apparente che reale) tra il "male" e il "bene", ci sono ben sei "correlativi oggettivi": ma c'è, soprattutto, la grandezza di un poeta che è stato definito (a mio avviso giustamente) il Dante del Novecento italiano.
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    #lucaaquadro #letteraturaitaliana #montale

Комментарии • 3

  • @emanuelecarioti
    @emanuelecarioti Год назад +3

    👍

  • @massimilianomusilli8385
    @massimilianomusilli8385 День назад +1

    Ma un essere vivente non può o non dovrebbe essere un corrispettivo oggettivo no?
    È chiaro provare empatia per una bestia in sofferenza, non è necessariamente mal di vivere.
    Mentre trarre stati emotivi da oggetti inanimati presuppone un livello diverso di connessione con il "male".
    Non so eh, era solo una domanda che mi è venuta ,non sono assolutamente in grado di misurarmi sull'argomento.

    • @lucaaquadro
      @lucaaquadro  23 часа назад +1

      @massimilianomusilli8385 Qui Montale sceglie di attingere gli esempi da tutti e tre i regni (animale, vegetale, minerale) per far vedere come la fatica di vivere sia comune a tutto l'universo.