SEGUE DAL COMMENTO PRECEDENTE ... Questa che segue, è il testo della nenia riportata sul libro che stavo leggendo: “Sul carro del re si lanciavano mele cotogne a non finire, corone di rose e ghirlande di violette. Dove sono le rose, dove le ho messe, dove le ho messe? Dove sono le violette, dove le ho messe, dove le ho messe? Ecco, le rose sono lì, sono lì; ecco, le violette sono lì. La dolce mela si arrossa sul ramo più alto, sul ramo più alto, sul ramo più alto. Per questo i contadini dicono di non averla vista, di non averla vista. Ma non è vero che non l’hanno vista, che non l’hanno vista; è solo che tanto in alto non riescono ad arrivare, non riescono ad arrivare, non riescono ad arrivare.” FINE. Non appare anche a voi, con la lettura fatta del testo fedelmente riportato poc’anzi, musicale e gioioso a tutti gli effetti? Quasi porta ad immaginare di essere presenti in quegli ambienti in cui il lavoro era veramente considerato fatica. Fatica e gioia. Sono convinto che poi usciva il tempo anche per fare all’amore. Infatti, non esistevano i cani da portare a spasso oppure i social da seguire sui monitor … e non esisteva nemmeno il matriarcato che oggi subdolamente vige in ogni dove. Una mamma … anziché buttar soldi per altro … li investiva per comprare il pane ai propri figli. Oggi, se nessuno se ne è ancora accorto, si investono i soldi in scatolette e crocchette da portare sui propri divani, lenzuola o. addirittura, cucine. Pare che l’igiene mentale non sia riuscito a salvarsi neppure lui. Ma questa è altra storia che non c’entra niente con le tessitrici Achee di allora. Di seguito riporto il testo elaborato dal sottoscritto ricorrendo all’ausilio del mio ignorante orecchio nonché della mia chitarra. Spero il brano sarà di vostro gradimento. Olè TESTO del brano numero 230. Titolo: “LE TESSITRICI ACHEE”. IL CARRO DEL RE SI RIEMPIVA DI MELE A NON FINIRE, A NON FINIRE. CORONE DI ROSE E GHIRLANDE DI VIOLETTE ADDOBBAVANO IN FESTA QUELLA GENTE, QUELLA GENTE. DOVE SON LE ROSE? DOVE IO LE HO MESSE? DOVE IO LE HO MESSE? DOVE, INVECE, LE VIOLETTE? DOVE IO LE HO MESSE? DOVE IO LE HO MESSE? ECCO LE ROSE SONO LÌ, SONO LÌ … E LE VIOLETTE SONO LÀ, SONO LÀ. ECCO LE ROSE SONO LÌ, SONO LÌ … E LE VIOLETTE SONO LÀ. LA MELA SI ARROSSA SUL RAMO MOLTO IN ALTO, SUL RAMO MOLTO IN ALTO … E IL CONTADINO DICE DI NON VEDERLA, DICE DI NON VEDERLA. MA NON È VERO CHE NON L’HA MICA VISTA. LO DICE PERCHÉ LUI NON CI ARRIVA A RACCOGLIERLA SU. MA NON È VERO CHE NON L’HA MICA VISTA. LO DICE PERCHÉ LUI NON CI ARRIVA A RACCOGLIERLA SU. IL CARRO DEL RE PARTE SENZA UNA MELA, PARTE SENZA UNA MELA … E IL CONTADINO VA ALLA FESTA PIÙ BELLA, VA ALLA FESTA PIÙ BELLA. DOVE LA TROVI UNA MELA DA DONARE, DA DONARE ALLA PIÙ BELLA? TRA LE TANTE ROSE E GHIRLANDE MESSE IN FIORE, DOVE TROVI LA MELA DA DONARE ALLA PIÙ BELLA? ECCO LA MELA STA LASSÙ, STA LASSÙ. E IL CONTADINO PORTA GIÙ, PORTA GIÙ, PORTA GIU’. DONA LA MELA ALLA PIÙ BELLA, ALLA PIÙ BELLA. E LA PIÙ BELLA SARÀ SUA. IL CARRO DEL RE SI RIEMPIVA DI MELE A NON FINIRE, A NON FINIRE. (… Finisce così …) . ...
SEGUE DAL POST … Io non so se con la canzone odierna farò indignare le solite persone che, pronte ad inveire contro, rivendicheranno il fatto che il mondo del passato sia stato caratterizzato come una società patriarcale a tutti gli effetti; … no … non ho la palla di vetro … però, visto che a me la storia piace, pubblico il brano odierno senza riserve e senza troppi problemi da farsi. Del resto, se effettivamente quella del passato è stata patriarcale (come, del resto, ben si potrebbe immaginare), la società di oggi è l’esatto contrario. Eppure, ancora esistono le magagne; eppure, si inveisce contro accusando la società di oggi essere ancora patriarcale … quando viceversa appare l’esatto opposto. Chi tesse più al telaio oggigiorno? la “RoziBindi” degli anni 90? La “UrzulaVonqualcosa” … che presiede un intero continente? Oppure è la nostra, altrettanto rispettabilissima, “Mellonni”? Niente affatto. Sono donne che ricoprono ruoli di potere apicali e che appaiono intenzionate a mandare avanti per il modo migliore la “baracca” coabitata da mille problemi. Quello del patriarcato, e non me ne vogliano, se lo è stato … è stato un problema dell’antico passato. Civilmente parlando … tutte le discrasie sociali sono state affrontate con maturità e senno apportati anche dalla popolazione maschile. Il voto alla donna? Perché negarlo? L’aborto? Perché non ritenere che il sentimento materno non tutte ce l’hanno? Le “quote rosa”? Perché differenziare con i colori arcobaleno ogni appartenenza ad un determinato status sociale? Lo si è fatto anche grazie all’apporto dell’uomo stesso. È patriarcato questo? Se lo scopo fosse quello di raggiungere l’uguaglianza tra gli individui (indipendentemente dal genere sessuale, etnico o di appartenenza al ceto sociale) … perché mai un falegname, un idraulico … un contadino o il lattaio del bar sotto casa non vanno a rappresentare al Parlamento le categorie alle quali appartengono con la loro elezione da farsi alle votazioni nazionali? Non sarebbero da considerarsi validi esponenti della società alla stessa stregua di come valide si ritengono essere quelle appartenenti all’ideologia, che ne so, delle quote rosa e di quant’altro di simile? Al Parlamento, notoriamente ci sono solo i cosiddetti “sapientoni” … ovvero i professionisti dei mestieri nobili (avvocati, medici, giornalisti, scienziati e tanto altro ancora) … che se volessero decidere di appartenere ad un’oligarchia … potrebbero imporre questo regime anche al solo ricorrere alle leggi da promulgare in questa direzione. Ciò non avviene perché si appartiene ad uno Stato democratico. Almeno, questo cita la Costituzione. Almeno, questo crede la gente comune. E tra la gente comune ci sono anche quelli che di un’ideologia ormai superata ne fanno un pretesto per strumentalizzare un problema inesistente. Anzi … a doverla dire tutta … eccome se i problemi sono esistenti. Sono da sempre esistiti e sempre rimarranno persistenti … con questo misero modo che si ha di imporre ogni tipo di ragionamento. Quasi nasce il sospetto che volutamente si vorrebbe far distogliere l’attenzione da altri aspetti ben più dolenti. Aspetti che riguardano un po’ tutti … e non solo, quindi, quelli interessati alle quote rosa o simili obiettivi da declamare come fossero vitali. La politica saprà sempre strumentalizzare efficacemente per vedersi realizzare le proprie aspettative. Come? … cavalcando la propaganda … che a megafono viene sistematicamente urlata da ignari o maliziosi movimenti ideologici interessati solo a raggiungere l’astratto … il niente … il nulla … affinchè interessi di gran lunga più soddisfacenti (quelli economici) vengano ripartiti “ahumma ahumma” pro quota direttamente dai diretti interessati. Per esempio: … le pandemie … sempre in agguato dietro l’angolo … oppure le guerre … oppure ancora il tentativo di invadere e annientare le culture esistenti nel mondo intero; per non citare il solito genocidio che è in atto sotto gli occhi di tutti … non li riterrete problemi ben più gravosi da affrontare con seri dibattiti? Problemi che per talune corporazioni fruttano del denaro e del potere alla stessa maniera di come un terremoto catastrofico potrebbe portare soldi e potere a mafie, professionisti del settore e politici conniventi con il male. Ma non vorrei tediarvi con questi discorsi … perché altrimenti dovrei citare le solite persone che appartenendo al popolino si sono barattati questo mondo e quell’altro. Alludo ai vari “Subaboro”, “Di Mejo” e tanti che si spacciavano per Masanielli di questo cavolo prima di svoltare totalmente nella loro vita. Ieri con gli stivali e la parannanza da operaio … e oggi … passando per gli ambienti dove li vanno a comprare con i ricatti o i soldoni veri … a fare la bella vita stipendiati anche dalle vostre. È pieno il mondo di questa gente che senza scrupoli continua a danneggiare la società in cui si vive. Fece bene quel “comunistaccio” di Rizzo a togliersi da questo gioco perverso che ormai va in atto da lunghi decenni incontrastati. Gli altri, invece, tutti sull’attenti e tutti a rispondere “signor si” agli usurpatori superiori eletti chissà con quali giochi di potere. Molto divertente. Anche loro … con quanto fanno nella vita a livello sociale … sono avvezzi a “cantarsela e a suonarsela” manco avessero una rubrica seguita dai soliti aficionados. Come accennato, per non annoiarvi con questo genere di discorsi continuerò a parlare delle tessitrici di allora … quelle decantate sapientemente da scritti risalenti al lontano passato. Sapete perché non esistono più ai tempi d’oggi? Non perché siano insorte le femministe (trasformate in “femministoidi” nel modernismo più estremo), ma perché esistono le macchine industriali che da oltre un paio di secoli hanno reso meno impegnativo rendersi operanti in molti settori duri in cui la donna era avvezza metterci praticità e abnegazione in quello che svolgeva. Come si intrattenevano le donne ai tempi in cui per mondare le biancherie si recavano ai lavatoi comunali (se non addirittura ai fiumi)? … o per assolvere al ruolo di operaie … si radunavano col sorriso all’interno di capannoni per espletare la loro mansione proletaria? … oppure ancora, ai campi del dissodare il terreno con la zappa, si stava sotto al sole o al freddo cane a collaborare per rimediare qualcosa da portare sulla tavola che potesse portare a sfamare la famiglia intera? Ve lo dico io: col canto comune. State sorridendo pensando la mia sia una battuta? Piuttosto, prima che me ne dimentichi, ricordo che la vanga è lo strumento per antonomasia da far utilizzare all’uomo contadino… mentre la zappa è quello deputato alle donne vestite con le loro gonnone e foulard a chiudere al suo interno la folta chioma. Il canto popolare ha rivestito un ruolo essenziale nelle grandi comunità di allora. Con i periodici e cronicizzati rumori che i loro strumenti di lavoro segnavano il tempo da rispettare … assumevano una sistematica gestualità da far accompagnare al canto corale che faceva sembrare il duro lavoro andasse avanti per effetto di forza di inerzia. La fatica da apportare appariva così fosse minore … e il duro lavoro manuale lo si svolgeva al contempo con il sorriso. Sfogliando un libro che trattava la mitologia Greca … sono incappato in una pagina dove era riportato un antico testo. Su quella pagina si descriveva una nenia cantata in coro dalle tessitrici di allora. Mi ha molto incuriosito leggere il testo … e nel mentre lo rileggevo … alla mente mi appariva un motivetto che me lo faceva rendere sonoro alla lettura. Inutile dirvi che … imbracciata la mia chitarra … mi sono cimentato nel tentativo di riprodurre quegli ambienti. Da quello che può apparire una società considerata patriarcale a tutti gli effetti, ai tempi in cui la donna era considerata una Regina, le donne di ogni estrazione e ceto sociale si alleggerivano del proprio dovere cimentandosi spesso sorridenti in canti lieti e spensierati. Nel mentre, l’uomo magari se ne stava a guerreggiare altrove in prima linea. Anche oggi esiste la guerra, ma andiamo avanti col discorso, perché altrimenti le fautrici del matriarcato d’oggi potrebbero scoprire che ce l’hanno avuta con le persone sbagliate nella vita. CONTINUA ...
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... Questa che segue, è il testo della nenia riportata sul libro che stavo leggendo: “Sul carro del re si lanciavano mele cotogne a non finire, corone di rose e ghirlande di violette. Dove sono le rose, dove le ho messe, dove le ho messe? Dove sono le violette, dove le ho messe, dove le ho messe? Ecco, le rose sono lì, sono lì; ecco, le violette sono lì. La dolce mela si arrossa sul ramo più alto, sul ramo più alto, sul ramo più alto. Per questo i contadini dicono di non averla vista, di non averla vista. Ma non è vero che non l’hanno vista, che non l’hanno vista; è solo che tanto in alto non riescono ad arrivare, non riescono ad arrivare, non riescono ad arrivare.” FINE.
Non appare anche a voi, con la lettura fatta del testo fedelmente riportato poc’anzi, musicale e gioioso a tutti gli effetti? Quasi porta ad immaginare di essere presenti in quegli ambienti in cui il lavoro era veramente considerato fatica. Fatica e gioia. Sono convinto che poi usciva il tempo anche per fare all’amore. Infatti, non esistevano i cani da portare a spasso oppure i social da seguire sui monitor … e non esisteva nemmeno il matriarcato che oggi subdolamente vige in ogni dove. Una mamma … anziché buttar soldi per altro … li investiva per comprare il pane ai propri figli. Oggi, se nessuno se ne è ancora accorto, si investono i soldi in scatolette e crocchette da portare sui propri divani, lenzuola o. addirittura, cucine. Pare che l’igiene mentale non sia riuscito a salvarsi neppure lui. Ma questa è altra storia che non c’entra niente con le tessitrici Achee di allora.
Di seguito riporto il testo elaborato dal sottoscritto ricorrendo all’ausilio del mio ignorante orecchio nonché della mia chitarra. Spero il brano sarà di vostro gradimento. Olè
TESTO del brano numero 230. Titolo: “LE TESSITRICI ACHEE”.
IL CARRO DEL RE SI RIEMPIVA DI MELE A NON FINIRE, A NON FINIRE. CORONE DI ROSE E GHIRLANDE DI VIOLETTE ADDOBBAVANO IN FESTA QUELLA GENTE, QUELLA GENTE.
DOVE SON LE ROSE? DOVE IO LE HO MESSE? DOVE IO LE HO MESSE? DOVE, INVECE, LE VIOLETTE? DOVE IO LE HO MESSE? DOVE IO LE HO MESSE?
ECCO LE ROSE SONO LÌ, SONO LÌ … E LE VIOLETTE SONO LÀ, SONO LÀ. ECCO LE ROSE SONO LÌ, SONO LÌ … E LE VIOLETTE SONO LÀ.
LA MELA SI ARROSSA SUL RAMO MOLTO IN ALTO, SUL RAMO MOLTO IN ALTO … E IL CONTADINO DICE DI NON VEDERLA, DICE DI NON VEDERLA.
MA NON È VERO CHE NON L’HA MICA VISTA. LO DICE PERCHÉ LUI NON CI ARRIVA A RACCOGLIERLA SU.
MA NON È VERO CHE NON L’HA MICA VISTA. LO DICE PERCHÉ LUI NON CI ARRIVA A RACCOGLIERLA SU.
IL CARRO DEL RE PARTE SENZA UNA MELA, PARTE SENZA UNA MELA … E IL CONTADINO VA ALLA FESTA PIÙ BELLA, VA ALLA FESTA PIÙ BELLA.
DOVE LA TROVI UNA MELA DA DONARE, DA DONARE ALLA PIÙ BELLA? TRA LE TANTE ROSE E GHIRLANDE MESSE IN FIORE, DOVE TROVI LA MELA DA DONARE ALLA PIÙ BELLA?
ECCO LA MELA STA LASSÙ, STA LASSÙ. E IL CONTADINO PORTA GIÙ, PORTA GIÙ, PORTA GIU’. DONA LA MELA ALLA PIÙ BELLA, ALLA PIÙ BELLA. E LA PIÙ BELLA SARÀ SUA.
IL CARRO DEL RE SI RIEMPIVA DI MELE A NON FINIRE, A NON FINIRE. (… Finisce così …)
. ...
SEGUE DAL POST … Io non so se con la canzone odierna farò indignare le solite persone che, pronte ad inveire contro, rivendicheranno il fatto che il mondo del passato sia stato caratterizzato come una società patriarcale a tutti gli effetti; … no … non ho la palla di vetro … però, visto che a me la storia piace, pubblico il brano odierno senza riserve e senza troppi problemi da farsi. Del resto, se effettivamente quella del passato è stata patriarcale (come, del resto, ben si potrebbe immaginare), la società di oggi è l’esatto contrario. Eppure, ancora esistono le magagne; eppure, si inveisce contro accusando la società di oggi essere ancora patriarcale … quando viceversa appare l’esatto opposto. Chi tesse più al telaio oggigiorno? la “RoziBindi” degli anni 90? La “UrzulaVonqualcosa” … che presiede un intero continente? Oppure è la nostra, altrettanto rispettabilissima, “Mellonni”? Niente affatto. Sono donne che ricoprono ruoli di potere apicali e che appaiono intenzionate a mandare avanti per il modo migliore la “baracca” coabitata da mille problemi. Quello del patriarcato, e non me ne vogliano, se lo è stato … è stato un problema dell’antico passato. Civilmente parlando … tutte le discrasie sociali sono state affrontate con maturità e senno apportati anche dalla popolazione maschile. Il voto alla donna? Perché negarlo? L’aborto? Perché non ritenere che il sentimento materno non tutte ce l’hanno? Le “quote rosa”? Perché differenziare con i colori arcobaleno ogni appartenenza ad un determinato status sociale? Lo si è fatto anche grazie all’apporto dell’uomo stesso. È patriarcato questo?
Se lo scopo fosse quello di raggiungere l’uguaglianza tra gli individui (indipendentemente dal genere sessuale, etnico o di appartenenza al ceto sociale) … perché mai un falegname, un idraulico … un contadino o il lattaio del bar sotto casa non vanno a rappresentare al Parlamento le categorie alle quali appartengono con la loro elezione da farsi alle votazioni nazionali? Non sarebbero da considerarsi validi esponenti della società alla stessa stregua di come valide si ritengono essere quelle appartenenti all’ideologia, che ne so, delle quote rosa e di quant’altro di simile? Al Parlamento, notoriamente ci sono solo i cosiddetti “sapientoni” … ovvero i professionisti dei mestieri nobili (avvocati, medici, giornalisti, scienziati e tanto altro ancora) … che se volessero decidere di appartenere ad un’oligarchia … potrebbero imporre questo regime anche al solo ricorrere alle leggi da promulgare in questa direzione. Ciò non avviene perché si appartiene ad uno Stato democratico. Almeno, questo cita la Costituzione. Almeno, questo crede la gente comune. E tra la gente comune ci sono anche quelli che di un’ideologia ormai superata ne fanno un pretesto per strumentalizzare un problema inesistente. Anzi … a doverla dire tutta … eccome se i problemi sono esistenti. Sono da sempre esistiti e sempre rimarranno persistenti … con questo misero modo che si ha di imporre ogni tipo di ragionamento. Quasi nasce il sospetto che volutamente si vorrebbe far distogliere l’attenzione da altri aspetti ben più dolenti. Aspetti che riguardano un po’ tutti … e non solo, quindi, quelli interessati alle quote rosa o simili obiettivi da declamare come fossero vitali.
La politica saprà sempre strumentalizzare efficacemente per vedersi realizzare le proprie aspettative. Come? … cavalcando la propaganda … che a megafono viene sistematicamente urlata da ignari o maliziosi movimenti ideologici interessati solo a raggiungere l’astratto … il niente … il nulla … affinchè interessi di gran lunga più soddisfacenti (quelli economici) vengano ripartiti “ahumma ahumma” pro quota direttamente dai diretti interessati. Per esempio: … le pandemie … sempre in agguato dietro l’angolo … oppure le guerre … oppure ancora il tentativo di invadere e annientare le culture esistenti nel mondo intero; per non citare il solito genocidio che è in atto sotto gli occhi di tutti … non li riterrete problemi ben più gravosi da affrontare con seri dibattiti? Problemi che per talune corporazioni fruttano del denaro e del potere alla stessa maniera di come un terremoto catastrofico potrebbe portare soldi e potere a mafie, professionisti del settore e politici conniventi con il male. Ma non vorrei tediarvi con questi discorsi … perché altrimenti dovrei citare le solite persone che appartenendo al popolino si sono barattati questo mondo e quell’altro. Alludo ai vari “Subaboro”, “Di Mejo” e tanti che si spacciavano per Masanielli di questo cavolo prima di svoltare totalmente nella loro vita. Ieri con gli stivali e la parannanza da operaio … e oggi … passando per gli ambienti dove li vanno a comprare con i ricatti o i soldoni veri … a fare la bella vita stipendiati anche dalle vostre. È pieno il mondo di questa gente che senza scrupoli continua a danneggiare la società in cui si vive. Fece bene quel “comunistaccio” di Rizzo a togliersi da questo gioco perverso che ormai va in atto da lunghi decenni incontrastati. Gli altri, invece, tutti sull’attenti e tutti a rispondere “signor si” agli usurpatori superiori eletti chissà con quali giochi di potere. Molto divertente. Anche loro … con quanto fanno nella vita a livello sociale … sono avvezzi a “cantarsela e a suonarsela” manco avessero una rubrica seguita dai soliti aficionados.
Come accennato, per non annoiarvi con questo genere di discorsi continuerò a parlare delle tessitrici di allora … quelle decantate sapientemente da scritti risalenti al lontano passato. Sapete perché non esistono più ai tempi d’oggi? Non perché siano insorte le femministe (trasformate in “femministoidi” nel modernismo più estremo), ma perché esistono le macchine industriali che da oltre un paio di secoli hanno reso meno impegnativo rendersi operanti in molti settori duri in cui la donna era avvezza metterci praticità e abnegazione in quello che svolgeva. Come si intrattenevano le donne ai tempi in cui per mondare le biancherie si recavano ai lavatoi comunali (se non addirittura ai fiumi)? … o per assolvere al ruolo di operaie … si radunavano col sorriso all’interno di capannoni per espletare la loro mansione proletaria? … oppure ancora, ai campi del dissodare il terreno con la zappa, si stava sotto al sole o al freddo cane a collaborare per rimediare qualcosa da portare sulla tavola che potesse portare a sfamare la famiglia intera? Ve lo dico io: col canto comune. State sorridendo pensando la mia sia una battuta? Piuttosto, prima che me ne dimentichi, ricordo che la vanga è lo strumento per antonomasia da far utilizzare all’uomo contadino… mentre la zappa è quello deputato alle donne vestite con le loro gonnone e foulard a chiudere al suo interno la folta chioma.
Il canto popolare ha rivestito un ruolo essenziale nelle grandi comunità di allora. Con i periodici e cronicizzati rumori che i loro strumenti di lavoro segnavano il tempo da rispettare … assumevano una sistematica gestualità da far accompagnare al canto corale che faceva sembrare il duro lavoro andasse avanti per effetto di forza di inerzia. La fatica da apportare appariva così fosse minore … e il duro lavoro manuale lo si svolgeva al contempo con il sorriso.
Sfogliando un libro che trattava la mitologia Greca … sono incappato in una pagina dove era riportato un antico testo. Su quella pagina si descriveva una nenia cantata in coro dalle tessitrici di allora. Mi ha molto incuriosito leggere il testo … e nel mentre lo rileggevo … alla mente mi appariva un motivetto che me lo faceva rendere sonoro alla lettura. Inutile dirvi che … imbracciata la mia chitarra … mi sono cimentato nel tentativo di riprodurre quegli ambienti.
Da quello che può apparire una società considerata patriarcale a tutti gli effetti, ai tempi in cui la donna era considerata una Regina, le donne di ogni estrazione e ceto sociale si alleggerivano del proprio dovere cimentandosi spesso sorridenti in canti lieti e spensierati. Nel mentre, l’uomo magari se ne stava a guerreggiare altrove in prima linea. Anche oggi esiste la guerra, ma andiamo avanti col discorso, perché altrimenti le fautrici del matriarcato d’oggi potrebbero scoprire che ce l’hanno avuta con le persone sbagliate nella vita.
CONTINUA ...