1) in italia l'imprenditore è ancora considerato quello con il badile in mano 2) pochi imprenditori si vogliono evolvere e studiare...non hanno mai avuto esigenza di farlo perché tutti raccontano del socio occulto (tasse) ma pochi ringraziano la fata turchina che per anni ha permesso di fare impresa inefficiente (leggasi black) 3) gli operatori bancari hanno poca competenza in termini di dinamiche aziendali e lavorano in un sistema rigidissimo fatto di "manca il documento da inserire nel fascicolo per la sede centrale" 3) sindacati...stendiamo un velo pietoso 4) voglia di lavorare "saltami addosso" si dice dalle mie parti 5) a scuola mia nipote studia le CAMBIALI 6) la burocrazia è demenziale e degna del terzo mondo: partita da 4 giorni la "patente a crediti x gli edili"...risultato...casella pec piena dopo poche ore ... Qui più che il drin drin servono le sirene quelle che si usavano nelle fonderie e si sentivano per kilometri! Detto qiesto grandissimi contenuti...andrebbero diffusi nelle scuole
Non lo so, io posso portare l'esempio della mia Zona (Firenze-Prato). So che qui è particolarmente sviluppato il settore della meccanica di precisione (Zona Calenzano, provincia Firenze), il polo tessile di Prato (che è il piu grande in Europa anche se tanti non lo sanno) e il settore farmaceutico ed elettromedicale. Il Settore farmaceutico tra l'altro fa una grossa fetta dell'export italiano. In questi settori ci sono spesso buoni salari e ottimi margini di crescita anche sul versante della produttività, a quanto so. Però, ogni volta che sento un politico delle mie zone parlare non sento mai rammentare questi settori strategici che per noi sono importantissimi e che ci danno da mangiare...li sento invece sempre parlare del "turismo" , il nostro petrolio. "Come fa una Regione come la Toscana a non vivere di turismo?" Bah..io penso che per un ragazzo giovane ed intelligente ci siano settori molto piu interessanti in cui lavorare rispetto al turismo (che tra l'altro non garantisce neanche stipendio alti).
Ritengo l'ambiente culturale fondamentale per qualunque attività. Lo Stato in Italia deve mettere tutta una serie di paletti, controlli, norme perché non si può fidare di noi e viceversa. Quando manca la fiducia reciproca le norme restrittive non risolveranno la questione anzi la peggiorano. Emblematico il caso del superbonus. In Olanda dove mia figlia sta per conseguire un PhD in fisica ai lati delle strade in campagna ci sono dei chioschi senza personale dove i clienti si fermano, pesano gli ortaggi, pagano e se ne vanno. In Italia se qualcuno provasse la mattina del giorno dopo non troverebbe più gli ortaggi, la bilancia e la cassetta con i soldi. Si chiama cultura e ogni paese ha la sua. Noi dobbiamo fare i conti con la nostra.... Auguri.
Info per i naviganti: l'interruzione finale è voluta, la chiacchierata è stata divisa in 2 parti, i prossimi video avranno anche un outro (anche questo lo ha nel canale di Alberto)
OKKIO: questa e' la prima parte di due. La "troncatura" finale e' un po' un errore nostro, abbiamo caricato il file senza copertina di chiusura che rinvia alla seconda parte che verra' caricata sabato 5 ottobre!
L'università si deve spostare dove sono i distretti, per esempio a modena vicino al distretto automotive ci piazzi un bel CdL di ingegneria meccanica ed elettrica, poi a Parma vicino alla sede di chiesi farmaceutici ci piazzi il cdl di chimica e farmacia, ad Agrate Brianza ci piazzi il CdL di informatica e così via...poi pian piano si espanderà da solo il distretto. Il punto è secondo me che le università devono seguire le aziende, i distretti e non il contrario, perlomeno in Italia ha più senso fare così vista la grande difficoltà nel fare impresa
La questione università/campus è davvero sottostimata e poco discussa. Un esempio: a Napoli, al 'campus' della Federico II, la zona vesuviana da dove vengono una fetta di studenti è servita dai bus fino alle 17:30, mentre buona parte dei corsi STEM finiscono alle 18:30 e se rimani a stidiare dalle 18:00 e in poi pare che stia facendo un torto alla collettività perchè devono chiudere ed è desolato. Per imparare dai casi virtuosi basta andare oltre lo stagno: a Barcellona svariati campus chiudono a mezzanotte, se non oltre, e non soltanto quelli di università private. Sta roba sembra banale ma non lo è.
Per correttezza: la zona è servita dai treni, ma al costo di spendere in media il doppio del tempo (se si è fortunati e coordinati con le coincidenze) per arrivare a casa.
È la prima volta che ascolto questo podcast , et stata una meravigliosa scoperta bravi!! Vorrei che anche chi ci governa parlasse di questi problemi e proponesse soluzioni o possibilità ! Di questo si dovrebbe parlare sempre. E metterei economia e commercio come materia dalle medie!
io vivo a Torino e vedo una classe politica imbarazzante. L'industria sta delocalizzando e si preoccupano di sviluppare il turismo che è "il nostro petrolio" dicono; questa è la visione miope che distrugge il paese. Quando non sei più in grado di competere sul prodotto con innovazione e investimenti ti butti sull'economia da terzo mondo: affittacamere e ristoranti, col primo aumenti la rendita passiva con secondo crei lavoro povero. Poi ci lamentiamo dei salari bassi e dei prezzi alti!
Nel mio paese, in provincia di Messina, c’era fino all’inizio degli anni 90 uno stabilimento della Pirelli dove si producevano pneumatici per motoveicoli. Insieme a questo c’erano una infinità di altre industrie più o meno grandi (maglificio, cementificio, ecc). Davano da lavorare a tutto il comprensorio e l’indotto era qualcosa di mostruoso. Però, i dipendenti, soprattutto quelli della Pirelli, facevano tutto tranne che lavorare: facevano le festicciole sul luogo di lavoro oppure si facevano i trattamenti di bellezza, mentre gli uomini si mettevano in ferie/malattia per andare a farsi i secondi lavori (tanto lo stipendio dalla fabbrica gli arrivava sicuro). Conclusione: tutti gli stabilimenti chiusi nel giro di pochi anni e Pirelli che delocalizza in Turchia. Il colmo? Le proteste per la chiusura.
Avete citato la Slovenia, ebbene sappiate che qui abbiamo un 'istituzione denominata "servizio studentesco" dove studenti e anche scolari (dai 14 anni in su) possono trovare lavoretti ad ore per fare esperienza e iniziare a rendersi indipendenti essendo completamente regolarizzati. Spettacolare anche il sistema di Case dello studente e dormitori con mensa e tutti i servizi, dove dalle medie in poi i ragazzi possono risiedere durante la settimana con spesa modica da parte dei genitori (io pago sui 200 eur/mese per ambedue i miei ragazzi di 15 e 17 anni che stanno a Lubiana). E per chi vuole lanciarsi nell'impreditoria vi sono svariati incubatori che offrono spazi completamente attrezzati a prezzi abbordabili. Interessante notare come diverse soluzioni sono state ereditate ancora dai tempi del socialismo (Jugoslavia) ed adattate alla realtà corrente, ma sono soluzioni efficaci che aiutano a consentire ai ragazzi di tenere gli occhi aperti sul mondo mentre studiano.
Ho diversi amici apertamente di sinistra, che mi hanno fatto svariati esempi di cose che in Jugoslavia funzionavano bene, nonostante ai nostri occhi sia sempre stato dipinto come un paese arretratissimo per il solo fatto di stare dalla parte opposta della cortina di ferro.
@@andreamarson1051 chiunque abbia vissuto lungo il confine e conosciuto cosa fosse la Jugoslavia sa benissimo che non era un paese oltrecortina (non faceva parte del Patto di Varsavia), ma semmai "non allineato". C'era ovviamente il socialismo, con pro e contro in diverse fasi temporali, ma i confini erano aperti (con i normali controlli, come ovunque), soprattutto dagli anni 60 in poi (con masse di turisti soprattutto dalla Germania ed europa del Nord che già allora andavano a sollazzarsi sullo splendido mare Adriatico). Riguardo l'arretratezza, poteva dipendere molto dalla collocazione geografica (le repubbliche settentrionali come la Slovenia erano messe meglio).
@@juniortanz Proprio quello che mi dicono gli amici che ho menzionato prima :) Ho un vago ricordo della Jugoslavia dei primi anni '80 (all'epoca, la attraversai tutta con i miei genitori) e ho ancora in testa qualche immagine di profonda arretratezza nelle zone rurali, indistinguibili dall'Italia rurale della prima metà del '900. La propaganda occidentale dell'epoca ci aveva però fatto credere che tutta la Jugoslavia fosse così.
Per quanto riguarda la Slovenia di oggi, per quella che è la mia esperienza, posso confermare come ormai abbia messo la freccia e ci stia superando allegramente. Nel settore elettronico/informatico nel quale lavoro, è praticamente impossibile attirare nella mia zona persone slovene qualificate, nonostante stia a poco più di un'ora dal confine. Ho valutato anche delle attività in outsourcing da far svolgere ad aziende slovene, ma le loro tariffe sono per noi insostenibili, tendenti più a quelle dell'area germanofona che a quelle italiane. Molti connazionali non se ne rendono conto, ma noi siamo ormai un paese di seconda/terza fascia tra quelli "sviluppati".
@@andreamarson1051 le dirò di più: per lavoro viaggio spesso in europa centrale ed orientale. In Polonia mi capita sempre piu' spesso di incontrare polacchi che erano emigrati in Italia in cerca di fortuna ancora negli anni 90-2000 ed ora sono rientrati ritenendo che le condizioni lavorative e di vita siano di gran lunga migliori in Polonia. Mentre in italia la maggior parte della gente pensa che in Polonia vivano solamente "lavavetri da semaforo", il paese si sta sviluppando a vista d'occhio con infrastrutture moderne, poli industriali e logistici...
Io da studente magistrale in Management che sta partecipando ad un corso di laboratorio di imprenditorialità, posso dire che purtroppo manca anche il concetto di produttività e di innovazione tra gli studenti. Stiamo lavorando in gruppi per creare progetti di StartUp ( per gioco ovviamente ), ma la maggior parte delle idee riguardano sempre modelli di business basilari e con basso valore aggiunto. Viviamo molto in una cultura tale per cui si pensa che i vari ristoranti, bar e hotel siano una risorsa fondamentale per far crescere l'economia.
Apprezzo molto il fatto che il prof. Boldrin si sforzi di andare al nocciolo delle questioni, la scusa culturale non la possiamo titar fuori ogni volta. Bisogna capire al nucleo quale sia il problema. Per carità anche in germania non sono innovatori come negli states ma almeno aono stati capaci di ottimizzazione la loro industria e tirarla fino alla fine, ora é giunta anche la loro fine.
Ma infatti, perchè la scusa culturale - che arriva su ogni ambito - è semplicemente rimbalzare le responsabilità. A me ha rotto il ca**o che ad es., sulle scuole, quando gli studenti fanno qualcosa di grave si dia la responsabilità alle famiglie che non educhino... ma che discorso è?
Da piccolo imprenditore posso dire che fare impresa in Italia adesso è un atto di eroismo. Concorrenza orientale ,costo dell’energia è esorbitante, uno stato talmente indebitato che ci munge come delle mucche , ci salviamo facendo piccole numeri di altissima qualità da vendere ai ricchi in tutti i paesi del mondo.
STMicroelectronics è un polo importante che in Sicilia ha dato tanto (a proposito di connessione Nord e Sud basata su lavoro e qualità produttive). Anche la STM ha sofferto anni fa ma oggi è una azienda che può fare tanto ma manca il resto dell'ecosistema innovativo attorno in Italia
Le occupazioni sono aumentate ma il pil è rimasto al palo perché abbiamo una produzione di bassa qualità: edilizia, turismo, ristorazione… ma nell’industria continuano a mancare le figure base
STMicroelectronics è l'unico distretto che è stato salvato anche grazie alla stretta collaborazione con il dipartimento di ingegneria elettronica del Politecnico di Milano, ricollegandosi al salto che doveva essere fatto negli anni '70-'80 da manifattura a quella high tech derivante dalle università
chiudo il precedente e lungo commento: i salari, bassi. ho letto un art. di Claudio Cerasa sul Foglio di qualche settimana fa, e che condivido in pieno. Considerato che le aziende, che pure hanno fatto soldi e tanti negli ultimi 10-15 anni, non vogliono sborsare soldi anche perchè devono pagare gli azionisti con lauti dividendi, BISOGNEREBBE fare decollare la contrattazione di secondo livello - magari rendendola obbligatoria - aggangiandola alla PRODUTTIVITA' e irrobustendola con un diffuso welfare che va a compensare i costi sociali.
I corsi sulla sicurezza hanno dei casi da follia. Tuttavia confessare urbi et orbi di aver pagato un ragazzino per farlo al tuo posto mi sembra un'idea politicamente poco intelligente.
Quello che manca in italia é la giusta mentalità. A parte il numero di laureati che fa ridere (e i migliori scappano) lasciando il paese a gente con la 3° media che poi ovviamente vota e si vedono i risultati. Il problema è che la mentalità é sbagliata. Nelle aziende può passare un genio assoluto a cui il capo farà portare i caffé e sistemare le scrivanie. Se gli va bene qualche fotocopia. Ovviamente con salari da junior (anche se é al 3° anno di lavoro). Non sono capaci di valorizzare le persone, le trattano come numeri, non sanno riconoscere una persona di grande talento e queste che invece il proprio talento lo riconoscono se ne vanno via. Ci sono tantissimi italiani geniali che sono finiti in Svizzera, USA, Germania, Inghilterra.. A lavorare per aziende leader del settore a salari e condizioni di lavoro impressionanti.. A rimanere in Italia ancora sarebbero a spiegare al proprio capo come inviare gli allegati via email.. C'é poco da fare, se non si cambia la mentalità degli Italiani qualsiasi piano é inutile. Oltre al fatto che in Italia va avanti l'amico dell'amico, il cugino del direttore, il fratello della moglie.. Inutile lamentarsi che le cose vanno male, ma come volete che vadano? Un paese di persone con la 3° media e la mentalità da un bambino di 5 anni non potrà che marciare sul posto (se gli va bene). L'unica cosa che può salvare l'Italia sono gli stranieri (quelli buoni). Aprire il proprio paese con vantaggi fiscali ENORMI agli americani o laureati.. se non riusciamo a importare gente con cervello possiamo dire addio a ogni futuro
Si arriva sempre allo stesso punto. Investire con forza (anche a discapito di altri settori) nella scuola! E sopratutto crederci e avere pazienza perché per vedere i risultati ci vorrà un po’ di tempo. Siamo un paese dove i nonni mantengono i giovani e sono contenti di questo. I nonni dovrebbero essere contenti di poter vivere anche con un po’ meno a favore di un futuro migliore per i propri nipoti. Purtroppo al momento dominano egoismo e zero lungimiranza. Serve un cambio culturale, serve puntare su una scuola migliore!
18:35 Una precisazione: STMicroelectronics è 50/50 tra MEF e una sorta di cdp Francese ma solo per il 27,5%. Il 70% è pubblica, cioè quotata (di cui quasi il 5% è di Blackrock)
Ci siamo tagliati fuori perchè invece di spendere in ricerca e innovazione abbiamo rincorso la manifattura low cost delocalizzando prima in est Europa poi in Cina e Asia. Dovreste saperlo... E la produzione universitaria non trovando interesse a essere valorizzata o si accontenta di fare il ricercatore a tempo determinato o emigra. Dovreste saperlo... E le industrie scientifiche, non la manifattura di auto, abbigliamento e meccanica, sono state massacrate in nome della salvaguardia della tradizione o della politica (un esempio la chimica o la genetica o l'informatica).
Da italo-tedesco posso dire che le nuove tecnologie sono state disruptive anche per le tecnologie core qua in Germania. È mancata la volontà e gli incentivi per cambiare. Sul fatto che qua lavoriamo il dovuto è vero.
Mah io ho notato una grande differenza nel corporate environment tedesco rispetto a quello Italiano: nei cda tedeschi la stragrande maggioranza è fatto da tecnici con un PhD che hanno iniziato con impieghi tecnici e poi sono stati formati da un punto di vista economico e gestionale per arrivare in cda. In Italia la maggioranza dei cda è fatto da economisti e ingegneri gestionali che non hanno una competenza tecnica sul prodotto dell’azienda! Questo crea una propensione molto maggiore all’innovazione tecnica nelle aziende tedesche che sono pienamente consapevoli di non poter competere contenendo i costi del lavoro ma puntano sul valore aggiunto e su una tecnologia più avanzata, cosa che non sempre accade in ambienti italiani. In Germania si incentiva la creatività! In Italia se un sottoposto ha una buona idea viene castrato perché si ha paura che se una persona si dimostra brillante possa prendere il posto di chi sta sopra nella gerarchia, questa è a mio avviso una grossissima differenza!
I problemi legati all'arretratezza economica in Italia secondo me sono sia sociali, sia dovuti all'ambiente politico. Sociali in primis perché c'è poca attitudine al rischio. In italia al contrario degli US c'è una demonizzazione del fallimento mentre negli US è molto più facile tirare su un impresa e farla fallire se non va bene... Il secondo punto riguarda l'ambiente di lavoro che nella maggior parte delle aziende è molto vecchio e questo ha sicuramente un impatto negativo sull'innovazione. Un modo di risolvere questo problema potrebbe essere proprio la costituzione di start-up, con un ambiente dinamico e giovane. Il problema pero riguarda la complessità di aprire una società in Italia e la difficoltà di reperire finanziamenti. Come dicevate nell'intervista è più facile che il prestito lo prenda un fruttivendolo, perche per assurdo è un investimento che genera meno rendimento ed è più sicuro, mette meno a rischio il capitale... e gran parte del capitale in Italia è detenuto nei conti correnti o in BTP, quindi prodotti con un elevata avversione al rischio... e questo poi si riflette anche sugli investimenti effettuati da una banca. Inoltre le aziende di Venture Capital hanno esperti che oltre a occuparsi della strutturazione del prestito o dell'investimento agiscono anche in qualità di consulenti. Mentre in Italia, nella maggior parte dei casi chi fa prestiti non è formato per poter valutare attentamente un progetto innovativo e difficilmente può fare un plus al progetto con alcun tipo di consulenza. Per cui prima di arrivare ad avere spcieta di venture capital bisognerebbe avere apposite figure formate per farlo, sennò serve a poco... uno dei pochi esempi è H-Farm, una realta veneta ben strutturata che sta tirando fuori ottimi progetti... perche dietro ai finanziamenti c'è anche dietro una struttura di supporto... Ci sarebbero mille altre cose da dire lato sociale ma lasciamo stare... Lato politico invece, intanto il grandissimo problema, da voi già analizzato, dell'eccessiva burocrazia che rende molto complicato poter fare impresa... e permettere a un giovane di poter azzardare... E poi ci vorrebbe una riforma delle università sotto moltissimi punti di vista. Togliere le università dai centri cittadini e costruire strutture adeguate, con dormitori e spazi comuni che permettano non solo comunicazione tra studenti dello stesso corso ma anche la contaminazione tra studenti di corsi diversi. Nella maggior parte delle università italiane è tutto segmentizzato e standardizzato. Gli studenti di economia stanno com gli studenti di economia, quelli di medicina con quelli di medicina. Inoltre costruendo campus si ridurrebbero anche i prezzi degli affitti... almeno in un promo momento. Visto che al momento sono elevatissimi (essendo le università in centro) e possono essere un fattore scoraggiante per uno studente se non ha dietro una famiglia a sorreggerlo. Infine renderle molto più pratiche e con la giusta quantità di teoria, visto che formano bene da un punto di vista accademico ma preparano poi molto poco al mondo del lavoro con una completa assenza (o quasi) di soft skills... Un ultimo problema riguarda l'elevato numero di laureati in materie umanistiche. Non dico che non siano necessari, perché gran parte della nostra cultura e della nostra bellezza dipende dalla storia, dall'arte e simili. Però il vero futuro produttivo è legato alla scienza, alla matematica e alla tecnologia. Per cui anche incentivare gli studenti a intraprendere corsi più legati a materie scientifiche potrebbe essere un ottimo modo per non avere carenza in professioni in cui c'è domanda di lavoro... e avere invece un alta offerta di lavoro in lavori a bassa domanda. Infine per quanto riguarda la politica... un problema gravissimo riguarda la fuga di cervelli all'estero. Ci sono centinaia di imprese fondate da italiani all'estero che hanno anche molto successo... italiani che hanno studiato un italia, gente preparatissima e che sicuramente contribuirebbe ad alzare la produttività... ma scappano (giustamente) all'estero per la poca meritocrazia che c'è qui... difficilmente si vedono managers sotto i 30 o 35 anni in Italia... mentre all'estero è abbastanza normale se uno è veramente bravo... e poi chi è che prende decisioni in azienda? Proprio i managers... per cui managers giovani vuol dire spinta all'innovazione... managers più anziani proprio il contrario (anche se ovviamente non voglio generalizzare perché ci sono managers di una certa età che sono capacissimi). Per concludere volevo ricordare che l'Italia è un'eccellenza anche per quanto riguarda l'automazione industriale, soprattutto nel polo emiliano... e abbiamo una societa come Enel che è leader globale nel rinnovabile e ha costruito (o forse sta ancora terminando) una giga-factory di nuova generazione a Catania sul concetto delle giga-factory di Tesla... con molta innovazione e produttività altissima... ma anche li poi servirà il giusto personale per farla funzionare... bisognerebbe forse partire da quello... capire quali sono le figure richieste dalle imprese e costruire attorno corsi universitari o in generale corsi educativi... non avere 159 corsi che non servono a niente e non formano ad essere veramente produttivi... Ci sarebbe ancora un mondo da scrivere ma mi fermo qui ahah Comunque complimenti per il format, molto interessante e mette in esame problematiche serie, non slogan politici.
Sul discorso "ambiente criminale" sono molto d'accordo ma credo che almeno una delle cause sia l'assenza di controlli non il contrario. Sarà per mancanza di personale e/o per poca efficienza dello stesso ma l'assenza di controlli ha portato le agenzie preposte a scaricare gli oneri sulle imprese, per cui si devono compilare mille registri, corsi inutili e soprattutto costi. Con l'aggravante che le richieste non sono chiare ma ad interpretazione del funzionario di turno per cui altri costi per capire cosa si debba fare.
Per quanto riguarda la Germania, la cogestione che hanno introdotto proprio negli anni 70 ha avuto effetti molto positivi sul corporate environment. Senza dubbio ha funzionato. Molto interessante la discussione. Grazie
Dite siamo indietro di 50 anni. Dovete guardare gli interventi di Dario Fabbri in cui dice che i giovani italiani sono vecchi . Poi, mio commento, sono pochi… sono poveri … non contano un cazzo e le decisioni sono prese se va bene da gente over 40 ma più spesso over 60. Che innovazione potrebbe mai derivare da questa gente?
Sarebbe interessante vedere una serie con voi due che raccontate nel dettaglio (con aneddoti ed esempi reali) la storia economica italiana dal secondo dopoguerra ad oggi. Mi spiego meglio: sarebbe carino permettere a tutti di conoscere com’è si è venuto a creare il boom economico degli anni ‘60 (fattori nazionali e internazionali) e come si è andato perdendo dagli anni ‘70-‘80 fino ad arrivare al declino dagli anni ‘90 in poi. Una ipotetica scaletta per un video (o una serie di video) potrebbe essere: - Italia immediatamente post seconda guerra mondiale (‘45-‘50): situazione dell’industria, dell’agricoltura e della società + impatto piano Marshall + scelte politiche nazionali {focus sul fatto che si sono fatti immensi sacrifici anche quando il popolo era alla fame} - Italia nel boom economico (‘50-‘60): stessa scaletta di sopra attualizzata per quegli anni (con focus su confronto internazionale) - Italia negli anni ‘60-‘70: cosa è cambiato in quel decennio e cosa non abbiamo fatto come Paese per stare al passo - Italia nei decenni successivi {80-90-2000 ecc.} Sarebbe bellissimo riuscire a capire cosa abbiamo sbagliato e cosa possiamo fare per ritornare ad essere un grande paese 🇮🇹
credo che la nostra conversione tecnologica si possa descrivere cosi. Mentre in America sono nati google,microsoft,facebook,apple, HP etc.. in italia abbiamo avuto solo salvatore Aranzulla.
A voi piace sempre solo vedere le cose belle dell'America chiudendo gli occhi verso le fasce più deboli della popolazione che vengono lasciate completamente da sole e sono costantemente o sull'orlo del precipizio o già cadute. Volete così tanto avere un paese pieno zeppo di senzatetto, tossicodipendenti e chi più ne ha più ne metta?
Bello questo DrinDrin. Le piccole imprese sono la nostra condanna, senza la lira da svalutare non vanno da nessuna parte. Mancano le grandi imprese che fanno R&S. Poi servirebbe un sistema bancario e finanziario europeo che possa sostenere il sistema imprenditoriale.
@@trashchannel8967 esatto, ma vai a spiegarlo a tutti i i piccoli imprenditori che si sentivano e dei geni e che ora si sentono messi fuori gioco "per colpa dell'euro". Il concetto di contro fattuale per loro è vicino alla metafisica
Uhm io ho seguito diverse startup che hanno cercato di farsi strada a San Francisco. Il punto è che per loro è stato più 'semplice' San Francisco che Milano. Questo 'essere semplice' è il loro punto di forza. Quando in azienda a Milano in Brianza ovunque si parla di 'innovazione' la risposta media dell'Imprenditore è sempre stata un 'pensa a lavorare va...'. Già negli anni '90 di tutti i software che usavamo non erano 'made in Italy'. Per un caso ho scoperto che diversi applicativi che uso per Oracle erano stati sviluppati (e sono tuttora realizzati) in Ucraina che per noi era un paese di poveri disperati, però quel software che oggi è uno dei leader lo avevano realizzato lì. E non stiamo parlando di Olanda o Svizzera o Irlanda. Quando ero Bambino Olivetti era l'avanguardia ma il suo management aveva una visione 'corta'. Vivo a Genova, da noi si fa innovazione di 'mestiere'. Mestiere obbligato visti gli spazi a disposizione. L'elettronica San Giorgio la Marconi ed Esatte Biomedicale ed altre realtà hanno guidato un indotto di innovazione che comunque genera valore aggiunto. Ma la sensazione è sempre stata di essere soli lì a tirare la carretta abbandonati dal resto della nazione. Risultato aziende straniere d Siemens, ad Alcatel hanno fatto 'la spesa' per ora per fortuna mantenendo la produzione a Genova. Si poteva fare squadra con IIT scelta azzeccata e penso un bravo general manager (che ora è in Leonardo). Ma il progetto del 'campus' è fermo da anni 'osteggiato' mediamente da tutti. Adesso su 20 edifici ce ne sono due spero siano almeno popolati. Però la sensazione è sempre di abbandono e perdita. NOTA: parlando di 'distretti' qui c'è un distretto di Elettronica e Informatica quindi un concetto di distretto un po diverso dalla media nazionale :)
Salve Alberto e Michele, grazie mille dei contenuti, da iscirtto al drin drin sono entusiasta e speranzoso che ne esca qualcosa di veramente nuovo! PS: forse manca un pezzo in questo video? Il finale sembra troncato...
Due considerazioni: - sicurezza sul lavoro: da professionista del settore posso dire che il problema è duplice; 1. Lato impresa siamo carenti in termini di organizzazione burocratica, gli adempimenti sono ciclici e scarsamente variabili, quindi in qualche modo indicizzando le informazioni si risparmierebbe molto tempo nell’assolverli (scarsa cultura interna alle aziende in materia); 2. Lato stato, c’è un impianto filosoficamente sbagliato intrinseco al testo unico per la sicurezza per cui il lavoratore è un bimbo incosciente ed il datore di lavoro il padre responsabile. - ritardo di innovazione: l’età media dei dirigenti è 55 anni e nei CDA 65 anni, cosa vogliamo innovare se chi decide si sente arrivato ed al massimo conserva?
audio e video di qualità eccelsa. contenuti noti per chi segue dai tempi di NfA. primo problema? il settore pubblico che è organizzato attorno ai dipendenti pubblici e non alla domanda.
Guarda io essendo nell'ambito medico ho dovuto fare un corso di prevenzione ancora più lungo del tuo dove mi spegavono che lo schermo del computer doveva puntare a est e che la sedia si doveva poter reclinare di 45° il tutto a metà fra pubblicità progresso e corso di feng sui da abolire o rivedere assolutamente
Non vedo l’ora che si arrivi alla scuola perché ce ne sono da dire a iosa. Sui corsi di sicurezza sul lavoro sono completamente d’accordo. Feci 4 stagioni in una cantina sociale della mia zona e ogni hanno sono stato pagato dalle 4 alle 8 ore per corsi di sicurezza sul lavoro. Ovviamente per me erano una manna visto che ero pagato per fare niente ma mi chiedo come facesse l’azienda a non rendersi conto che la mia produttività non poteva che diminuire così facendo. Per di più senza garantirmi più sicurezza, non è che con ore di corso mi ricordo più facilmente di spegnere la pressa prima di entrare a pulirla.
Sicurezza sui luoghi di lavoro: 1- formazione REALMENTE specifica diversificata per tipologia di industria e mansione 2- implementazione dei controlli (e ampliamento organico dedicato) 3- cessare di ritenere la prevenzione futile e i controlli punitivi: ampliamento della collaborazione costruttiva tra controllato e controllore
Molto interessante. Secondo me c'è anche un altro problema però che falcia la produttività, è cioè una struttura politica e sociale che premia le rendite di posizione e sfavorisce la concorrenza. Il fatto che ci sia una cultura che tende a non pestare i piedi al vicino, che ognuno si porti a casa il suo in ogni caso (parlo di tante piccole imprese che lavorano così), elimina molta spinta a innovare e ad aumentare la produttività.
Io partirei dallo sburocratizzare tutto il settore "dichiarazione redditi", deve essere possibile per un libero professionista o una piccola impresa, poter generare la propria dichiarazione dei redditi senza il pizzo al commercialista, dopodiché sfoltendo e facilitando l'accesso alla dichiarazione, si può pensare di adottare controlli più capillari, meno penalizzanti (se trovo un'irregolarità non ti metto alla gogna, capiamo se fatta in buona fede o meno) e possibilmente meno costosi. Alla base però, va bruciato l'attuale sistema di dichiarazione e costruito senza i pizzi obbligati a commercialisti, notai, ecc...
@@shicox8364 sì… a me è capitato e capita di sbagliare alcune dichiarazioni e fortunatamente lo stato in cui vivo non mi ha mai trattato come un criminale. Questo non significa giustificare l’evasione fiscale.
La verità l’ha detta forchielli, il problema é il management delle nostre aziende . L’esempio STM del mitico Pistorio che ho conosciuto e che quando confronto con i manager che conosco …
Domande veramente appropriate, esperienza notevole. Però non si può passare subito a un altro argomento senza fare il punto di scenari o necessità di approfondimento. Grazie
Sull’ distretto dei semiconduttori, ad agrate abbiamo venduto tutto.. post crisi del 2008 gli americani sono arrivati e si sono comprati tutto il settore delle memorie.. vai in Idaho e trovi tutta la cricca italiana 😅
Io onestamente non ho capito bene il perché di questi controlli così pressanti sulle aziende italiane per assicurarsi che non violino la legge. Siccome hanno dei costi che come avete detto pesano molto andrebbero quantomeno ridimensionati, se non tolti. "E se poi aumentano i casi di illegalità?" se la vedranno con la legge: delle due aumenti il lavoro, gli sforzi solo dell'angenzia delle entrate, oltre alle pene e/o alle multe per i crimini legati all'evasione fiscale, ecc. Senza aumentare i costi amministrativi delle aziende. Ditemi pure se sto dicendo delle stupidaggini.
Boh io concordo. Se un'azienda è facilitata nel pagare le tasse, gli costa meno e per contro se evade rischia di costargli di più, quindi è un bell'incentivo a non farlo. Che poi un'azienda produttiva mica ha problemi a pagare le tasse, sennò va anche bene che chiuda baracca
Se la vedranno con la legge... È un'illusione in un paese dove non ci sono colletti bianchi in carcere e i partiti di centro votano con la destra leggi criminogene. Non si può aumentare la produttività senza prendere di petto l'evasione e la corruzione. Se Drin Drin avesse il coraggio di mettere anche questo al centro del programma sarebbe da votare. Altrimenti resta molto interessante tutto quello che dicono ma come tanti si rifiutano di vedere e di affrontare l'elefante nella stanza che ci differenzia da tutto il resto d'Europa
STMicroelectronics è un buon esempio di società d'avanguardia che è riuscita ad evolversi prima grazie alla contaminazione americana e poi reinventandosi con le proprie forze per non trasformarsi in un mero assemblatore di tecnologia altrui. A chi volesse approfondirne la storia, consiglio il libro "Silicon Europe" di Marco Bardazzi
1. i finanziamenti di jobs e gates venivano dall'america stessa in quegli anni. il discorso è diverso oggi dove un giapponese investe i soldi degli arabi in venture spesso inconcludenti, ma rimane che gli investimenti ad americani sono 90% da americani. uno da boston poteva benissimo investire su dei ragazzi di seattle 40 anni fa, mentre è rarissimo che persino oggi uno da varsavia investa in ragazzi di torino. l'europa è frammentata, tradizionalista, e non parla la stessa lingua. questo uno dei grandi core points. l'europa è cauta, l'america è avventuriera.
Simpatica discussione dove il signore in sovrappeso dice che quelle tre persone erano laureate poi l'altro signore gli fa notare che non erano laureate, lui gli dà ragione per poi tornare all'importanza della laurea. Avverto un po' di confusione nell'aria. Se cominciamo a dire baggianate sul podcast, il voto lo vedo molto lontano.
l'università della Calabria ha un bel campus stile americano progettato Gregotti negli anni 70, top in Italia anche a livello di servizi, con annesso incubatore grazie al quale sta nascendo un modesto ecosistema di startup, mancano però gli angels che finanziano
OKKIO: questa e' la prima parte di due. La "troncatura" finale e' un po' un errore nostro, abbiamo caricato il file senza copertina di chiusura che rinvia alla seconda parte che verra' caricata sabato 5 ottobre!
Sono un ventur capitalist con una finanziaria, sappiate che un anno fà tutte le banche italiane mettevano di default alla finanziaria la qualifica cauta invece di dinamica quindi non avremmo più potuto operare con le azioni. Ci ho messo un anno a trovare una banca che mi fornisse i mezzi per operare sui mercati azionari e anche per questa banca sono più un caso di studio che un cliente loro desidererebbero.
Dovete fare attenzione ai confronti con gli USA perché è letto male da molti anche tra quelli più lucidi. Uno dei temi da affrontare è proprio questo perché molte cose si pensa che non si possano fare perché c'è l'esempio negativo dell'America sbagliando l'esempio e assumendo la fallacia della brutta china. Bisogna disallineare questi riferimenti perché noi tutto quello che sentiamo sul libero mercato e la concorrenza la giustizia lo confrontiamo con l'America arrivando a dire che liberalizzazioni, libero mercato, concorrenza, meritocrazia, libertà di espressione, woke stanno facendo danni da noi, quando in realtà non esistono...
25:24 questa roba l'ho dovuta fare anch'io (studente PhD in Austria): dev'essere una direttiva europea. Con chat gpt ho risparmiato un po' di soldi rispetto al prof 😂
Mancano le competenze, ma questa è una derivazione, della vigliaccheria delle grandi istituzioni pubbliche e private di prendersi le proprie responsabilità. Delegare, o meglio Appaltare. Università prestigiose, Grandi aziende, Comuni e così via, delegano ogni servizio, ogni cantiere, ogni lavoro, tutto, così da poter scaricare le proprie responsabilità e quindi avere meno competenze, sperando che chi sta SOTTO ne abbia più di loro; ovviamente così prima o poi crolla tutto.
Io non voglio dire che sia la causa unica che spiega tutto ma credo che non si possa dimenticare lo stato delle relazioni industriali in Italia negli anni 70. Adesso non posso certo ricordare la storia dei conflitti sindacali mi limito agli aspetti più eclatanti: in fabbriche come FIAT, Ansaldo, a Marghera abbiamo avuto esponenti della lotta armata. Se questi sono stati fatti estremi e che sono stati anche isolati dal sindacato, non si può certo sottovalutare il ruolo che hanno avuto in Italia le relazioni industriali. Se uno legge le cronache di inizio anni 70 di una azienda come Zanussi (27 mila occupati a quel tempo) scopre che la maggior parte del tempo dei ruoli apicali era destinata ai rapporti sindacali. Lo sviluppo dei distretti e la diffusione della piccola impresa industriale nascono come conseguenza della necessità di decongestionare i siti produttivi più grandi. Sindacato, statuto dei lavoratori, giurisprudenza del lavoro hanno tutti dato il loro bravo contributo al nanismo delle imprese italiane. Provate a gestire ancora oggi un sito con 2000 tute blu! Bisogna essere tanto bravi o avere un prodotto con margini che consentono di sistemare un po’ tutto. Anche i gruppi mid cap nascono e crescono in Italia come aggregazioni di aziende indipendenti piuttosto che come un unico soggetto di impresa.
Finalmente sento parlare Forchielli del peso della criminalità diffusa e dell'evasione fiscale sui costi d'impresa. Spiega molto bene. La risposta di Boldrin è che bisogna controllare di meno per non far avere costi amministrativi in più alle imprese. "Ma poi ti dicono che così favorisci l'evasione fiscale..." Possibile che ne Boldrini ne Forchielli dicano che bisogna combattere l'evasione fiscale e la corruzione/criminalità? Come si spiega che siano afoni su questo? Drin Drin nasce senza dichiarare un decisa lotta all'evasione e all'ambiente malato in cui sono costrette a vivere le aziende? È come se foste liberali a metà. Esaltazione della concorrenza e silenzio sui controlli. Nei paesi anglosassoni si può controllare meno perché se ti beccano ad evadere il fisco ti sbattono in galera. In questo momento sono più liberali avs e i 5 stelle della nostri due professori. Bisogna mettere la legalità al primo posto per favorire la libera impresa, ma nel paese dei criminali chi lotta per la legalità viene marchiato come populista e giustizialista
Relativamente agli incidenti sul lavoro, sicuramente bisogna che la faccenda venga analizzata da degli esperti. Io mi limito a farvi notare che, per pura logica, dato che in Italia c'è parecchio lavoro sommerso, ci potrebbero essere anche tanti infortuni sommersi occorsi a lavoratori lasciati sprovvisti degli strumenti e delle conoscenze che servono per operare in sicurezza.
@@TommasoTassone non è detto che sia così. Ripeto, io non ho idea, non sono esperto del settore. Dico solo che è molto più probabile che sia un lavoratore in nero ad essere sprovvisto dei più elementari dispositivi di sicurezza rispetto a un lavoratore regolare. Viene da sé che il rapporto incidenti / lavoratori (anche se io preferirei il rapporto incidenti / ore lavorate) possa essere più alto fra i lavoratori in nero che fra quelli regolari.
grande incontro, stimolante. 2 persone completamente diverse, Boldrin vola in alto ma Forchielli tiene testa, ha radici nel territorio e conosce il tessuto produttivo italiano. Tanti spunti, enormi. Comincio dal + semplice: SGS Thompson è la nuova STM e Technoprobe è un esempio di come un ex dipendente abbia creato qualcosa che si confermi al 2° o 3° posto nel ranking mondiale. Mie opinioni personali: 1) concordo con Boldrin, la grande spinta propulsiva del dopoguerra italiana ha raggiunto il suo apice negli anni 70 2) siamo fondamentalmente dei creativi MA senza soldi (perchè ???) - ergo, la ns. dimensione è piccola e al massimo media, MA non è negativo perchè piu elastica nei casi di crisi economiche - 3) il fattore criminalità è MOLTO importante: ti taglia le gambe (sopratutto ai piccoli) 4) perchè Mercedes Bmw e VW vanno avanti e Fiat è scomparsa ? vero, è da aprire un dibattito serio, intanto mi sono letto Cesare Romiti - come era la FIAT nei primi anni 70 - o per ultimo Sergio Marchionne...e comunque i tedeschi non sono tanto virtuosi, certo hanno tanto piu soldi da bruciare, dei propri, delle banche e in ultimo dello stato che ripiana 4) i tedeschi e i "corporate environements": in una multinazionale italiana confermo che se ne parla. ecosistemi, environements ecc....si, prenderà piede anche da noi, la cultura sta cambiando. MA, al momento nelle multinazionali. 5) La cultura aziendale = grande argomento. oggi, i cambiamenti sono guidati anche da chi 20 anni addietro aveva atteggiamenti e opinioni diametralmente opposte, magari non sbandierate ma inside. Figuriamoci se parliamo di meritocrazia (nel piccolo, forse medio, la coltivi, MA mano a mano che si cresce, che la proprietà si distacca dal management, cresce la brama del potere personale dei manager, i soldi e tutto quello che ci sta attorno, in italia, e ti circondi solo di "affidabili" = 6) produzione a basso valore aggiunto: vero, vero, vero. frigoriferi, aggiungo componentistica per le auto tedesche, e domani batterie. che peccato ! 7) università-formazione non sempre all'altezza: credo che abbiate ragione, bello il passaggio del del valore aggregante e formativo dei campus. Se però ci soffermiamo sulla caratterizzazione del tessuto imprenditoriale italiano - PMI - mi pare che abbiamo degli ottimi ITIS probabilmente bisogna spingere ancora di + sugli studi STEM. Scusatemi per essermi dilungato.
Drin drin un argomento assolutamente da trattare è istituire un vero IRA (individual retirement account) come negli Stati Uniti. E non quello schifo di fondo pensione pseudomafioso disponibili in Italia. Un vero IRA con un tetto di 5k in su annui non tassato neanche dal INPS sia lavoratore sia datore di lavoro. Ormai per un giovane d'oggi in Italia sotto i 30 anni non riceverà mai una pensione dignitosa se riceverà qualcosa... sopprattutto considerando dopo una vita ad aver pagato 30+% del proprio stipendio al INPS. So che questa proposta è un eresia alle casse dello Stato, ma ci devo provare.🙋♂️🙋♀️🙋
Secondo me c' avete azzeccato sulla maggiore capacità dei manager tedeschi. Sia nell' organizzare la produzione sia nell' avere una strategia per l' evoluzione dei prodotti e dei mercati.
Ritornare a studiare a 30 anni secondo me è un'ottima scelta. Una scelta vincente. Si affrontano il percorso e i corsi con un'ottica più lavorativa e matura, con un focus più business-oriented, in grado anche di saper distinguere le cose utili dagli "intrighi di palazzo". Io ho fatto lo stesso. È stata dura ma gratificante! In bocca al lupo per il percorso!
@@gattalbe intanto sabato e domenica = 20 ore di studio, poi la sera nei giorni feriali ( dimenticarsi la vita sociale) ING gestionale a Bergamo non ha l'obbligo di frequenza e ci sono le lezioni online, naturalmente alcune lezioni in presenza vanno fatte ( analisi sicuramente) però io ho un lavoro che mi permette di lavorare o nel pomeriggio o la mattina, inoltre ci sono i permessi studente. Sto finendo le scuole superiori alle serali continuando a lavorare quindi mi sono già abituato.
@@AntonioRottigni solo con il lavoro molti rischiano il burnout figuriamoci se quel poco tempo libero che rimane dovessero passarlo sui libri e non all’aria aperta. Poi dipende da caso a caso, certo se è un part time è piu fattibile.
Sempre interessante; prendete come esempio i big dell'high tech americani, ma sarebbe interessante capire perchè in Italia l'high tech era partito prima o in contemporanea con gli americani con Olivetti, Virgilio , Arianna ecc. e poi è silenziosamente sparito. Quando Olivetti america è stata chiusa i tecnici sono andati a lavorare per Bill Gate e Steve Jobs.....
Fai confusione, non era high tech. Era buon artigianato di altissimo livello. Le cose che scrivi sono fantasie, nessun "tecnico" di Olivetti, salvo tre, e' andato a lavorare per Gates o Jobs. Scemenze del complottismo sovranista.
@@MicheleBoldrin forse hai frainteso il mio commento scambiandomi per un complottista: colpa mia che mi sono spiegato male; volevo solo portare l'attenzione sul perché l'Italia si è lasciata sfuggire la colossale occasione di creare un distretto High tech ( magari nei dintorni di Ivrea) visto che i distretti sono stati la sua forza nel passato . Su quanti tecnici Olivetti siano andati a lavorare per Gates o Jobs se dici solo 3 evidentemente hai notizie diverse dalle mie e sicuramente avrai ragione
@@MicheleBoldrin Scusami ma il tuo definire ciò che è stato Olivetti "artigianato di alto livello" mi ha spiazzato e sono andato a cercare un pò di informazioni prima di replicare e sono giunto alla conclusione, forse errata, che o tutto quello che si è scritto e tutte le ricostruzioni su Olivetti sono fantasticherie e invenzioni o tu non conosci la storia di Olivetti. Può essere che inventare il primo calcolatore a transistor nel 1957, l' Enea 9003, e il primo computer da tavolo , il P101 presentato nel 1965, sia oggi cosa da artigiani, ma all'epoca se erano artigiani quelli di Olivetti lo erano altrettanto gli americani. Certo che considerare artigiani imprenditori che hanno acquisito Underwood e che sono stati, sempre nel periodo anni 50/60, tra i più importanti esportatori di elettronica nel modo( avevano cercato di entrare in contatto anche con i Cinesi e i Russi per sviluppare i loro progetti di crescita). Visto che nel video parlate di produttività, mi sembra che anche in questo Olivetti sia stata molto innovativa. Grazie per l'attenzione. Saluti
Io quello che noto è che anche nelle imprese italiane grandi e che fanno utili importanti i salari non crescono se non per via dei rinnovi dei CCNL. Com'è possibile? Io non me lo spiego. Potere negoziale basso?
Prof. Boldrin in Italia non avremo i campus, però ci sono incubatori di startup di livello: h-farm in veneto, polihub e talent garden in lombardia, i3 Torino in piemonte.
@micheleboldrin Prof ci sono degli studi su quanto dell'ammontare delle pensioni pagate dallo stato rientra nell'economia reale e quanta venga risparmiata? Una mia curiosità
Le idee ci sono? sicuramente. Manca il sistema manageriale. Su come scalare le cose. Come renderle robe concrete da idee astratte. Non le abbiamo. Abbiamo un sacco di strategic managers ma pochi doer managers
1) in italia l'imprenditore è ancora considerato quello con il badile in mano
2) pochi imprenditori si vogliono evolvere e studiare...non hanno mai avuto esigenza di farlo perché tutti raccontano del socio occulto (tasse) ma pochi ringraziano la fata turchina che per anni ha permesso di fare impresa inefficiente (leggasi black)
3) gli operatori bancari hanno poca competenza in termini di dinamiche aziendali e lavorano in un sistema rigidissimo fatto di "manca il documento da inserire nel fascicolo per la sede centrale"
3) sindacati...stendiamo un velo pietoso
4) voglia di lavorare "saltami addosso" si dice dalle mie parti
5) a scuola mia nipote studia le CAMBIALI
6) la burocrazia è demenziale e degna del terzo mondo: partita da 4 giorni la "patente a crediti x gli edili"...risultato...casella pec piena dopo poche ore
...
Qui più che il drin drin servono le sirene quelle che si usavano nelle fonderie e si sentivano per kilometri!
Detto qiesto grandissimi contenuti...andrebbero diffusi nelle scuole
Non lo so, io posso portare l'esempio della mia Zona (Firenze-Prato). So che qui è particolarmente sviluppato il settore della meccanica di precisione (Zona Calenzano, provincia Firenze), il polo tessile di Prato (che è il piu grande in Europa anche se tanti non lo sanno) e il settore farmaceutico ed elettromedicale. Il Settore farmaceutico tra l'altro fa una grossa fetta dell'export italiano. In questi settori ci sono spesso buoni salari e ottimi margini di crescita anche sul versante della produttività, a quanto so. Però, ogni volta che sento un politico delle mie zone parlare non sento mai rammentare questi settori strategici che per noi sono importantissimi e che ci danno da mangiare...li sento invece sempre parlare del "turismo" , il nostro petrolio. "Come fa una Regione come la Toscana a non vivere di turismo?"
Bah..io penso che per un ragazzo giovane ed intelligente ci siano settori molto piu interessanti in cui lavorare rispetto al turismo (che tra l'altro non garantisce neanche stipendio alti).
il politico medio italiano non ha mai lavorato in vita sua e crede che i soldi si generino facendo chiacchiere
Ritengo l'ambiente culturale fondamentale per qualunque attività.
Lo Stato in Italia deve mettere tutta una serie di paletti, controlli, norme perché non si può fidare di noi e viceversa. Quando manca la fiducia reciproca le norme restrittive non risolveranno la questione anzi la peggiorano. Emblematico il caso del superbonus.
In Olanda dove mia figlia sta per conseguire un PhD in fisica ai lati delle strade in campagna ci sono dei chioschi senza personale dove i clienti si fermano, pesano gli ortaggi, pagano e se ne vanno. In Italia se qualcuno provasse la mattina del giorno dopo non troverebbe più gli ortaggi, la bilancia e la cassetta con i soldi.
Si chiama cultura e ogni paese ha la sua.
Noi dobbiamo fare i conti con la nostra....
Auguri.
Vogliamo centinaia di ore di podcast fatto così 🥲
Info per i naviganti: l'interruzione finale è voluta, la chiacchierata è stata divisa in 2 parti, i prossimi video avranno anche un outro (anche questo lo ha nel canale di Alberto)
Alcune università quasi schifano il mondo imprenditoriale e il business, da parte "dell'elite" della cultura c'è una tendenza a sentirsi superiori
Ma il taglio finale alla Sopranos era voluto? O è un errore di montaggio?
OKKIO: questa e' la prima parte di due. La "troncatura" finale e' un po' un errore nostro, abbiamo caricato il file senza copertina di chiusura che rinvia alla seconda parte che verra' caricata sabato 5 ottobre!
Minchia speriamo nessuno abbia subito un agguato😅
stupenda questa serie di appuntamenti !!! un saluto da un fisico di modena !!
L'università si deve spostare dove sono i distretti, per esempio a modena vicino al distretto automotive ci piazzi un bel CdL di ingegneria meccanica ed elettrica, poi a Parma vicino alla sede di chiesi farmaceutici ci piazzi il cdl di chimica e farmacia, ad Agrate Brianza ci piazzi il CdL di informatica e così via...poi pian piano si espanderà da solo il distretto. Il punto è secondo me che le università devono seguire le aziende, i distretti e non il contrario, perlomeno in Italia ha più senso fare così vista la grande difficoltà nel fare impresa
Adesso col bonus natale (che prima era bonus befana) si risolve il problema dei bassi salari
Solo se hai figli o sei coniugato però! Gli altri sono "burdi"
La questione università/campus è davvero sottostimata e poco discussa. Un esempio: a Napoli, al 'campus' della Federico II, la zona vesuviana da dove vengono una fetta di studenti è servita dai bus fino alle 17:30, mentre buona parte dei corsi STEM finiscono alle 18:30 e se rimani a stidiare dalle 18:00 e in poi pare che stia facendo un torto alla collettività perchè devono chiudere ed è desolato.
Per imparare dai casi virtuosi basta andare oltre lo stagno: a Barcellona svariati campus chiudono a mezzanotte, se non oltre, e non soltanto quelli di università private.
Sta roba sembra banale ma non lo è.
Per correttezza: la zona è servita dai treni, ma al costo di spendere in media il doppio del tempo (se si è fortunati e coordinati con le coincidenze) per arrivare a casa.
È la prima volta che ascolto questo podcast , et stata una meravigliosa scoperta bravi!! Vorrei che anche chi ci governa parlasse di questi problemi e proponesse soluzioni o possibilità ! Di questo si dovrebbe parlare sempre. E metterei economia e commercio come materia dalle medie!
io vivo a Torino e vedo una classe politica imbarazzante. L'industria sta delocalizzando e si preoccupano di sviluppare il turismo che è "il nostro petrolio" dicono; questa è la visione miope che distrugge il paese. Quando non sei più in grado di competere sul prodotto con innovazione e investimenti ti butti sull'economia da terzo mondo: affittacamere e ristoranti, col primo aumenti la rendita passiva con secondo crei lavoro povero. Poi ci lamentiamo dei salari bassi e dei prezzi alti!
Nel mio paese, in provincia di Messina, c’era fino all’inizio degli anni 90 uno stabilimento della Pirelli dove si producevano pneumatici per motoveicoli. Insieme a questo c’erano una infinità di altre industrie più o meno grandi (maglificio, cementificio, ecc). Davano da lavorare a tutto il comprensorio e l’indotto era qualcosa di mostruoso. Però, i dipendenti, soprattutto quelli della Pirelli, facevano tutto tranne che lavorare: facevano le festicciole sul luogo di lavoro oppure si facevano i trattamenti di bellezza, mentre gli uomini si mettevano in ferie/malattia per andare a farsi i secondi lavori (tanto lo stipendio dalla fabbrica gli arrivava sicuro). Conclusione: tutti gli stabilimenti chiusi nel giro di pochi anni e Pirelli che delocalizza in Turchia. Il colmo? Le proteste per la chiusura.
Avete citato la Slovenia, ebbene sappiate che qui abbiamo un 'istituzione denominata "servizio studentesco" dove studenti e anche scolari (dai 14 anni in su) possono trovare lavoretti ad ore per fare esperienza e iniziare a rendersi indipendenti essendo completamente regolarizzati. Spettacolare anche il sistema di Case dello studente e dormitori con mensa e tutti i servizi, dove dalle medie in poi i ragazzi possono risiedere durante la settimana con spesa modica da parte dei genitori (io pago sui 200 eur/mese per ambedue i miei ragazzi di 15 e 17 anni che stanno a Lubiana). E per chi vuole lanciarsi nell'impreditoria vi sono svariati incubatori che offrono spazi completamente attrezzati a prezzi abbordabili. Interessante notare come diverse soluzioni sono state ereditate ancora dai tempi del socialismo (Jugoslavia) ed adattate alla realtà corrente, ma sono soluzioni efficaci che aiutano a consentire ai ragazzi di tenere gli occhi aperti sul mondo mentre studiano.
Ho diversi amici apertamente di sinistra, che mi hanno fatto svariati esempi di cose che in Jugoslavia funzionavano bene, nonostante ai nostri occhi sia sempre stato dipinto come un paese arretratissimo per il solo fatto di stare dalla parte opposta della cortina di ferro.
@@andreamarson1051 chiunque abbia vissuto lungo il confine e conosciuto cosa fosse la Jugoslavia sa benissimo che non era un paese oltrecortina (non faceva parte del Patto di Varsavia), ma semmai "non allineato". C'era ovviamente il socialismo, con pro e contro in diverse fasi temporali, ma i confini erano aperti (con i normali controlli, come ovunque), soprattutto dagli anni 60 in poi (con masse di turisti soprattutto dalla Germania ed europa del Nord che già allora andavano a sollazzarsi sullo splendido mare Adriatico). Riguardo l'arretratezza, poteva dipendere molto dalla collocazione geografica (le repubbliche settentrionali come la Slovenia erano messe meglio).
@@juniortanz Proprio quello che mi dicono gli amici che ho menzionato prima :) Ho un vago ricordo della Jugoslavia dei primi anni '80 (all'epoca, la attraversai tutta con i miei genitori) e ho ancora in testa qualche immagine di profonda arretratezza nelle zone rurali, indistinguibili dall'Italia rurale della prima metà del '900. La propaganda occidentale dell'epoca ci aveva però fatto credere che tutta la Jugoslavia fosse così.
Per quanto riguarda la Slovenia di oggi, per quella che è la mia esperienza, posso confermare come ormai abbia messo la freccia e ci stia superando allegramente. Nel settore elettronico/informatico nel quale lavoro, è praticamente impossibile attirare nella mia zona persone slovene qualificate, nonostante stia a poco più di un'ora dal confine. Ho valutato anche delle attività in outsourcing da far svolgere ad aziende slovene, ma le loro tariffe sono per noi insostenibili, tendenti più a quelle dell'area germanofona che a quelle italiane. Molti connazionali non se ne rendono conto, ma noi siamo ormai un paese di seconda/terza fascia tra quelli "sviluppati".
@@andreamarson1051 le dirò di più: per lavoro viaggio spesso in europa centrale ed orientale. In Polonia mi capita sempre piu' spesso di incontrare polacchi che erano emigrati in Italia in cerca di fortuna ancora negli anni 90-2000 ed ora sono rientrati ritenendo che le condizioni lavorative e di vita siano di gran lunga migliori in Polonia. Mentre in italia la maggior parte della gente pensa che in Polonia vivano solamente "lavavetri da semaforo", il paese si sta sviluppando a vista d'occhio con infrastrutture moderne, poli industriali e logistici...
In 41 anni non ho mai visto un singolo controllo dell'ispettorato del lavoro.
Io da studente magistrale in Management che sta partecipando ad un corso di laboratorio di imprenditorialità, posso dire che purtroppo manca anche il concetto di produttività e di innovazione tra gli studenti. Stiamo lavorando in gruppi per creare progetti di StartUp ( per gioco ovviamente ), ma la maggior parte delle idee riguardano sempre modelli di business basilari e con basso valore aggiunto. Viviamo molto in una cultura tale per cui si pensa che i vari ristoranti, bar e hotel siano una risorsa fondamentale per far crescere l'economia.
Apprezzo molto il fatto che il prof. Boldrin si sforzi di andare al nocciolo delle questioni, la scusa culturale non la possiamo titar fuori ogni volta. Bisogna capire al nucleo quale sia il problema. Per carità anche in germania non sono innovatori come negli states ma almeno aono stati capaci di ottimizzazione la loro industria e tirarla fino alla fine, ora é giunta anche la loro fine.
Ma infatti, perchè la scusa culturale - che arriva su ogni ambito - è semplicemente rimbalzare le responsabilità. A me ha rotto il ca**o che ad es., sulle scuole, quando gli studenti fanno qualcosa di grave si dia la responsabilità alle famiglie che non educhino... ma che discorso è?
Grazie. Mi avete arricchito.
Che bravi che siete!
Grande discussione, grande dibattito.
Che qualità!!! 👏🏻👏🏻
In attesa della seconda parte. Un discorso così complesso (ed interessante) necessità di almeno un altro "episodio". Grazie
Da piccolo imprenditore posso dire che fare impresa in Italia adesso è un atto di eroismo. Concorrenza orientale ,costo dell’energia è esorbitante, uno stato talmente indebitato che ci munge come delle mucche , ci salviamo facendo piccole numeri di altissima qualità da vendere ai ricchi in tutti i paesi del mondo.
STMicroelectronics è un polo importante che in Sicilia ha dato tanto (a proposito di connessione Nord e Sud basata su lavoro e qualità produttive).
Anche la STM ha sofferto anni fa ma oggi è una azienda che può fare tanto ma manca il resto dell'ecosistema innovativo attorno in Italia
Le occupazioni sono aumentate ma il pil è rimasto al palo perché abbiamo una produzione di bassa qualità: edilizia, turismo, ristorazione… ma nell’industria continuano a mancare le figure base
STMicroelectronics è l'unico distretto che è stato salvato anche grazie alla stretta collaborazione con il dipartimento di ingegneria elettronica del Politecnico di Milano, ricollegandosi al salto che doveva essere fatto negli anni '70-'80 da manifattura a quella high tech derivante dalle università
Qualche mese fa con il Polimi sono andato a visitare ST, tanta roba, hanno appena investito 4mld per una nuova camera bianca
chiudo il precedente e lungo commento: i salari, bassi. ho letto un art. di Claudio Cerasa sul Foglio di qualche settimana fa, e che condivido in pieno. Considerato che le aziende, che pure hanno fatto soldi e tanti negli ultimi 10-15 anni, non vogliono sborsare soldi anche perchè devono pagare gli azionisti con lauti dividendi, BISOGNEREBBE fare decollare la contrattazione di secondo livello - magari rendendola obbligatoria - aggangiandola alla PRODUTTIVITA' e irrobustendola con un diffuso welfare che va a compensare i costi sociali.
Questo video è Oro colato !!!! Grazie ad entrambi. :)
I corsi sulla sicurezza hanno dei casi da follia. Tuttavia confessare urbi et orbi di aver pagato un ragazzino per farlo al tuo posto mi sembra un'idea politicamente poco intelligente.
Quello che manca in italia é la giusta mentalità. A parte il numero di laureati che fa ridere (e i migliori scappano) lasciando il paese a gente con la 3° media che poi ovviamente vota e si vedono i risultati. Il problema è che la mentalità é sbagliata.
Nelle aziende può passare un genio assoluto a cui il capo farà portare i caffé e sistemare le scrivanie. Se gli va bene qualche fotocopia. Ovviamente con salari da junior (anche se é al 3° anno di lavoro). Non sono capaci di valorizzare le persone, le trattano come numeri, non sanno riconoscere una persona di grande talento e queste che invece il proprio talento lo riconoscono se ne vanno via. Ci sono tantissimi italiani geniali che sono finiti in Svizzera, USA, Germania, Inghilterra.. A lavorare per aziende leader del settore a salari e condizioni di lavoro impressionanti.. A rimanere in Italia ancora sarebbero a spiegare al proprio capo come inviare gli allegati via email..
C'é poco da fare, se non si cambia la mentalità degli Italiani qualsiasi piano é inutile.
Oltre al fatto che in Italia va avanti l'amico dell'amico, il cugino del direttore, il fratello della moglie.. Inutile lamentarsi che le cose vanno male, ma come volete che vadano? Un paese di persone con la 3° media e la mentalità da un bambino di 5 anni non potrà che marciare sul posto (se gli va bene).
L'unica cosa che può salvare l'Italia sono gli stranieri (quelli buoni). Aprire il proprio paese con vantaggi fiscali ENORMI agli americani o laureati.. se non riusciamo a importare gente con cervello possiamo dire addio a ogni futuro
Si arriva sempre allo stesso punto. Investire con forza (anche a discapito di altri settori) nella scuola! E sopratutto crederci e avere pazienza perché per vedere i risultati ci vorrà un po’ di tempo.
Siamo un paese dove i nonni mantengono i giovani e sono contenti di questo. I nonni dovrebbero essere contenti di poter vivere anche con un po’ meno a favore di un futuro migliore per i propri nipoti. Purtroppo al momento dominano egoismo e zero lungimiranza. Serve un cambio culturale, serve puntare su una scuola migliore!
18:35 Una precisazione: STMicroelectronics è 50/50 tra MEF e una sorta di cdp Francese ma solo per il 27,5%. Il 70% è pubblica, cioè quotata (di cui quasi il 5% è di Blackrock)
Ciao a tutti! In quanti siamo associati ad attendere questo video?
Ci siamo tagliati fuori perchè invece di spendere in ricerca e innovazione abbiamo rincorso la manifattura low cost delocalizzando prima in est Europa poi in Cina e Asia. Dovreste saperlo...
E la produzione universitaria non trovando interesse a essere valorizzata o si accontenta di fare il ricercatore a tempo determinato o emigra. Dovreste saperlo...
E le industrie scientifiche, non la manifattura di auto, abbigliamento e meccanica, sono state massacrate in nome della salvaguardia della tradizione o della politica (un esempio la chimica o la genetica o l'informatica).
Da italo-tedesco posso dire che le nuove tecnologie sono state disruptive anche per le tecnologie core qua in Germania. È mancata la volontà e gli incentivi per cambiare. Sul fatto che qua lavoriamo il dovuto è vero.
Mah io ho notato una grande differenza nel corporate environment tedesco rispetto a quello Italiano: nei cda tedeschi la stragrande maggioranza è fatto da tecnici con un PhD che hanno iniziato con impieghi tecnici e poi sono stati formati da un punto di vista economico e gestionale per arrivare in cda. In Italia la maggioranza dei cda è fatto da economisti e ingegneri gestionali che non hanno una competenza tecnica sul prodotto dell’azienda! Questo crea una propensione molto maggiore all’innovazione tecnica nelle aziende tedesche che sono pienamente consapevoli di non poter competere contenendo i costi del lavoro ma puntano sul valore aggiunto e su una tecnologia più avanzata, cosa che non sempre accade in ambienti italiani. In Germania si incentiva la creatività! In Italia se un sottoposto ha una buona idea viene castrato perché si ha paura che se una persona si dimostra brillante possa prendere il posto di chi sta sopra nella gerarchia, questa è a mio avviso una grossissima differenza!
I problemi legati all'arretratezza economica in Italia secondo me sono sia sociali, sia dovuti all'ambiente politico.
Sociali in primis perché c'è poca attitudine al rischio. In italia al contrario degli US c'è una demonizzazione del fallimento mentre negli US è molto più facile tirare su un impresa e farla fallire se non va bene...
Il secondo punto riguarda l'ambiente di lavoro che nella maggior parte delle aziende è molto vecchio e questo ha sicuramente un impatto negativo sull'innovazione.
Un modo di risolvere questo problema potrebbe essere proprio la costituzione di start-up, con un ambiente dinamico e giovane. Il problema pero riguarda la complessità di aprire una società in Italia e la difficoltà di reperire finanziamenti. Come dicevate nell'intervista è più facile che il prestito lo prenda un fruttivendolo, perche per assurdo è un investimento che genera meno rendimento ed è più sicuro, mette meno a rischio il capitale... e gran parte del capitale in Italia è detenuto nei conti correnti o in BTP, quindi prodotti con un elevata avversione al rischio... e questo poi si riflette anche sugli investimenti effettuati da una banca. Inoltre le aziende di Venture Capital hanno esperti che oltre a occuparsi della strutturazione del prestito o dell'investimento agiscono anche in qualità di consulenti. Mentre in Italia, nella maggior parte dei casi chi fa prestiti non è formato per poter valutare attentamente un progetto innovativo e difficilmente può fare un plus al progetto con alcun tipo di consulenza. Per cui prima di arrivare ad avere spcieta di venture capital bisognerebbe avere apposite figure formate per farlo, sennò serve a poco... uno dei pochi esempi è H-Farm, una realta veneta ben strutturata che sta tirando fuori ottimi progetti... perche dietro ai finanziamenti c'è anche dietro una struttura di supporto...
Ci sarebbero mille altre cose da dire lato sociale ma lasciamo stare...
Lato politico invece, intanto il grandissimo problema, da voi già analizzato, dell'eccessiva burocrazia che rende molto complicato poter fare impresa... e permettere a un giovane di poter azzardare...
E poi ci vorrebbe una riforma delle università sotto moltissimi punti di vista. Togliere le università dai centri cittadini e costruire strutture adeguate, con dormitori e spazi comuni che permettano non solo comunicazione tra studenti dello stesso corso ma anche la contaminazione tra studenti di corsi diversi. Nella maggior parte delle università italiane è tutto segmentizzato e standardizzato. Gli studenti di economia stanno com gli studenti di economia, quelli di medicina con quelli di medicina. Inoltre costruendo campus si ridurrebbero anche i prezzi degli affitti... almeno in un promo momento. Visto che al momento sono elevatissimi (essendo le università in centro) e possono essere un fattore scoraggiante per uno studente se non ha dietro una famiglia a sorreggerlo. Infine renderle molto più pratiche e con la giusta quantità di teoria, visto che formano bene da un punto di vista accademico ma preparano poi molto poco al mondo del lavoro con una completa assenza (o quasi) di soft skills...
Un ultimo problema riguarda l'elevato numero di laureati in materie umanistiche. Non dico che non siano necessari, perché gran parte della nostra cultura e della nostra bellezza dipende dalla storia, dall'arte e simili. Però il vero futuro produttivo è legato alla scienza, alla matematica e alla tecnologia. Per cui anche incentivare gli studenti a intraprendere corsi più legati a materie scientifiche potrebbe essere un ottimo modo per non avere carenza in professioni in cui c'è domanda di lavoro... e avere invece un alta offerta di lavoro in lavori a bassa domanda.
Infine per quanto riguarda la politica... un problema gravissimo riguarda la fuga di cervelli all'estero. Ci sono centinaia di imprese fondate da italiani all'estero che hanno anche molto successo... italiani che hanno studiato un italia, gente preparatissima e che sicuramente contribuirebbe ad alzare la produttività... ma scappano (giustamente) all'estero per la poca meritocrazia che c'è qui... difficilmente si vedono managers sotto i 30 o 35 anni in Italia... mentre all'estero è abbastanza normale se uno è veramente bravo... e poi chi è che prende decisioni in azienda? Proprio i managers... per cui managers giovani vuol dire spinta all'innovazione... managers più anziani proprio il contrario (anche se ovviamente non voglio generalizzare perché ci sono managers di una certa età che sono capacissimi).
Per concludere volevo ricordare che l'Italia è un'eccellenza anche per quanto riguarda l'automazione industriale, soprattutto nel polo emiliano... e abbiamo una societa come Enel che è leader globale nel rinnovabile e ha costruito (o forse sta ancora terminando) una giga-factory di nuova generazione a Catania sul concetto delle giga-factory di Tesla... con molta innovazione e produttività altissima... ma anche li poi servirà il giusto personale per farla funzionare... bisognerebbe forse partire da quello... capire quali sono le figure richieste dalle imprese e costruire attorno corsi universitari o in generale corsi educativi... non avere 159 corsi che non servono a niente e non formano ad essere veramente produttivi...
Ci sarebbe ancora un mondo da scrivere ma mi fermo qui ahah
Comunque complimenti per il format, molto interessante e mette in esame problematiche serie, non slogan politici.
Troppo belli sti podcast
Sul discorso "ambiente criminale" sono molto d'accordo ma credo che almeno una delle cause sia l'assenza di controlli non il contrario. Sarà per mancanza di personale e/o per poca efficienza dello stesso ma l'assenza di controlli ha portato le agenzie preposte a scaricare gli oneri sulle imprese, per cui si devono compilare mille registri, corsi inutili e soprattutto costi. Con l'aggravante che le richieste non sono chiare ma ad interpretazione del funzionario di turno per cui altri costi per capire cosa si debba fare.
Per quanto riguarda la Germania, la cogestione che hanno introdotto proprio negli anni 70 ha avuto effetti molto positivi sul corporate environment. Senza dubbio ha funzionato. Molto interessante la discussione. Grazie
L'azienda di Agrate Brianza si chiamava SGS ed il dirigente era Pasquale Pistorio.
Contenuto ineccepibile, tra parentesi ottima qualità video-audio.
Si inizia boys! Spettacolari questi video
Dite siamo indietro di 50 anni. Dovete guardare gli interventi di Dario Fabbri in cui dice che i giovani italiani sono vecchi . Poi, mio commento, sono pochi… sono poveri … non contano un cazzo e le decisioni sono prese se va bene da gente over 40 ma più spesso over 60. Che innovazione potrebbe mai derivare da questa gente?
Sarebbe interessante vedere una serie con voi due che raccontate nel dettaglio (con aneddoti ed esempi reali) la storia economica italiana dal secondo dopoguerra ad oggi.
Mi spiego meglio: sarebbe carino permettere a tutti di conoscere com’è si è venuto a creare il boom economico degli anni ‘60 (fattori nazionali e internazionali) e come si è andato perdendo dagli anni ‘70-‘80 fino ad arrivare al declino dagli anni ‘90 in poi.
Una ipotetica scaletta per un video (o una serie di video) potrebbe essere:
- Italia immediatamente post seconda guerra mondiale (‘45-‘50): situazione dell’industria, dell’agricoltura e della società + impatto piano Marshall + scelte politiche nazionali {focus sul fatto che si sono fatti immensi sacrifici anche quando il popolo era alla fame}
- Italia nel boom economico (‘50-‘60): stessa scaletta di sopra attualizzata per quegli anni (con focus su confronto internazionale)
- Italia negli anni ‘60-‘70: cosa è cambiato in quel decennio e cosa non abbiamo fatto come Paese per stare al passo
- Italia nei decenni successivi {80-90-2000 ecc.}
Sarebbe bellissimo riuscire a capire cosa abbiamo sbagliato e cosa possiamo fare per ritornare ad essere un grande paese 🇮🇹
Le librerie sono piene di libri
credo che la nostra conversione tecnologica si possa descrivere cosi.
Mentre in America sono nati google,microsoft,facebook,apple, HP etc.. in italia abbiamo avuto solo salvatore Aranzulla.
Ahaha hai ragione, però abbiamo anche avuto Tiscali
A voi piace sempre solo vedere le cose belle dell'America chiudendo gli occhi verso le fasce più deboli della popolazione che vengono lasciate completamente da sole e sono costantemente o sull'orlo del precipizio o già cadute. Volete così tanto avere un paese pieno zeppo di senzatetto, tossicodipendenti e chi più ne ha più ne metta?
E' il potere del cinema e dell'inoero, se Facebook non fosse stata americana, ma per dire russa, credi qualcuno lo avrebbe usato?
@@riccardobianco2659 ma che diamine c'entra il welfare state col creare un ambiente e una cultura che favoriscano fare impresa innovativa
Parlate di argomenti che praticamente nessuno tocca nel dibattito pubblico, questa sarà la vostra forza!
Bello questo DrinDrin. Le piccole imprese sono la nostra condanna, senza la lira da svalutare non vanno da nessuna parte. Mancano le grandi imprese che fanno R&S. Poi servirebbe un sistema bancario e finanziario europeo che possa sostenere il sistema imprenditoriale.
peccato che se svaluti la l'ora poi tutto quello che il paese non produce (petrolio gas ecc) aumenta di prezzo e a cascata causa inflazione
@@trashchannel8967 esatto, ma vai a spiegarlo a tutti i i piccoli imprenditori che si sentivano e dei geni e che ora si sentono messi fuori gioco "per colpa dell'euro". Il concetto di contro fattuale per loro è vicino alla metafisica
Uhm io ho seguito diverse startup che hanno cercato di farsi strada a San Francisco. Il punto è che per loro è stato più 'semplice' San Francisco che Milano. Questo 'essere semplice' è il loro punto di forza. Quando in azienda a Milano in Brianza ovunque si parla di 'innovazione' la risposta media dell'Imprenditore è sempre stata un 'pensa a lavorare va...'. Già negli anni '90 di tutti i software che usavamo non erano 'made in Italy'. Per un caso ho scoperto che diversi applicativi che uso per Oracle erano stati sviluppati (e sono tuttora realizzati) in Ucraina che per noi era un paese di poveri disperati, però quel software che oggi è uno dei leader lo avevano realizzato lì. E non stiamo parlando di Olanda o Svizzera o Irlanda. Quando ero Bambino Olivetti era l'avanguardia ma il suo management aveva una visione 'corta'. Vivo a Genova, da noi si fa innovazione di 'mestiere'. Mestiere obbligato visti gli spazi a disposizione. L'elettronica San Giorgio la Marconi ed Esatte Biomedicale ed altre realtà hanno guidato un indotto di innovazione che comunque genera valore aggiunto. Ma la sensazione è sempre stata di essere soli lì a tirare la carretta abbandonati dal resto della nazione. Risultato aziende straniere d Siemens, ad Alcatel hanno fatto 'la spesa' per ora per fortuna mantenendo la produzione a Genova. Si poteva fare squadra con IIT scelta azzeccata e penso un bravo general manager (che ora è in Leonardo). Ma il progetto del 'campus' è fermo da anni 'osteggiato' mediamente da tutti. Adesso su 20 edifici ce ne sono due spero siano almeno popolati. Però la sensazione è sempre di abbandono e perdita. NOTA: parlando di 'distretti' qui c'è un distretto di Elettronica e Informatica quindi un concetto di distretto un po diverso dalla media nazionale :)
Salve Alberto e Michele, grazie mille dei contenuti, da iscirtto al drin drin sono entusiasta e speranzoso che ne esca qualcosa di veramente nuovo! PS: forse manca un pezzo in questo video? Il finale sembra troncato...
Due considerazioni:
- sicurezza sul lavoro: da professionista del settore posso dire che il problema è duplice; 1. Lato impresa siamo carenti in termini di organizzazione burocratica, gli adempimenti sono ciclici e scarsamente variabili, quindi in qualche modo indicizzando le informazioni si risparmierebbe molto tempo nell’assolverli (scarsa cultura interna alle aziende in materia); 2. Lato stato, c’è un impianto filosoficamente sbagliato intrinseco al testo unico per la sicurezza per cui il lavoratore è un bimbo incosciente ed il datore di lavoro il padre responsabile.
- ritardo di innovazione: l’età media dei dirigenti è 55 anni e nei CDA 65 anni, cosa vogliamo innovare se chi decide si sente arrivato ed al massimo conserva?
Magistrale podcast
Professore, se andate alla elezioni io vi voto di sicuro!
Che sigla futuristica!
audio e video di qualità eccelsa. contenuti noti per chi segue dai tempi di NfA. primo problema? il settore pubblico che è organizzato attorno ai dipendenti pubblici e non alla domanda.
Guarda io essendo nell'ambito medico ho dovuto fare un corso di prevenzione ancora più lungo del tuo dove mi spegavono che lo schermo del computer doveva puntare a est e che la sedia si doveva poter reclinare di 45° il tutto a metà fra pubblicità progresso e corso di feng sui da abolire o rivedere assolutamente
Non vedo l’ora che si arrivi alla scuola perché ce ne sono da dire a iosa. Sui corsi di sicurezza sul lavoro sono completamente d’accordo. Feci 4 stagioni in una cantina sociale della mia zona e ogni hanno sono stato pagato dalle 4 alle 8 ore per corsi di sicurezza sul lavoro. Ovviamente per me erano una manna visto che ero pagato per fare niente ma mi chiedo come facesse l’azienda a non rendersi conto che la mia produttività non poteva che diminuire così facendo. Per di più senza garantirmi più sicurezza, non è che con ore di corso mi ricordo più facilmente di spegnere la pressa prima di entrare a pulirla.
Sicurezza sui luoghi di lavoro:
1- formazione REALMENTE specifica diversificata per tipologia di industria e mansione
2- implementazione dei controlli (e ampliamento organico dedicato)
3- cessare di ritenere la prevenzione futile e i controlli punitivi: ampliamento della collaborazione costruttiva tra controllato e controllore
Molto interessante. Secondo me c'è anche un altro problema però che falcia la produttività, è cioè una struttura politica e sociale che premia le rendite di posizione e sfavorisce la concorrenza. Il fatto che ci sia una cultura che tende a non pestare i piedi al vicino, che ognuno si porti a casa il suo in ogni caso (parlo di tante piccole imprese che lavorano così), elimina molta spinta a innovare e ad aumentare la produttività.
Parliamo anche dei costi per la gestione di tutta la nuova normativa sulla privacy per le aziende
Io partirei dallo sburocratizzare tutto il settore "dichiarazione redditi", deve essere possibile per un libero professionista o una piccola impresa, poter generare la propria dichiarazione dei redditi senza il pizzo al commercialista, dopodiché sfoltendo e facilitando l'accesso alla dichiarazione, si può pensare di adottare controlli più capillari, meno penalizzanti (se trovo un'irregolarità non ti metto alla gogna, capiamo se fatta in buona fede o meno) e possibilmente meno costosi.
Alla base però, va bruciato l'attuale sistema di dichiarazione e costruito senza i pizzi obbligati a commercialisti, notai, ecc...
Le famose irregolarità in buona fede poverini
@@shicox8364 sì… a me è capitato e capita di sbagliare alcune dichiarazioni e fortunatamente lo stato in cui vivo non mi ha mai trattato come un criminale.
Questo non significa giustificare l’evasione fiscale.
La verità l’ha detta forchielli, il problema é il management delle nostre aziende
. L’esempio STM del mitico Pistorio che ho conosciuto e che quando confronto con i manager che conosco …
[ ... ] defending freedom in its hour of maximum danger. I do not shrink from this responsibility--I welcome it.
Bravissimi, avanti cosi
Domande veramente appropriate, esperienza notevole. Però non si può passare subito a un altro argomento senza fare il punto di scenari o necessità di approfondimento.
Grazie
Sull’ distretto dei semiconduttori, ad agrate abbiamo venduto tutto.. post crisi del 2008 gli americani sono arrivati e si sono comprati tutto il settore delle memorie..
vai in Idaho e trovi tutta la cricca italiana 😅
Io onestamente non ho capito bene il perché di questi controlli così pressanti sulle aziende italiane per assicurarsi che non violino la legge. Siccome hanno dei costi che come avete detto pesano molto andrebbero quantomeno ridimensionati, se non tolti. "E se poi aumentano i casi di illegalità?" se la vedranno con la legge: delle due aumenti il lavoro, gli sforzi solo dell'angenzia delle entrate, oltre alle pene e/o alle multe per i crimini legati all'evasione fiscale, ecc. Senza aumentare i costi amministrativi delle aziende.
Ditemi pure se sto dicendo delle stupidaggini.
Boh io concordo. Se un'azienda è facilitata nel pagare le tasse, gli costa meno e per contro se evade rischia di costargli di più, quindi è un bell'incentivo a non farlo. Che poi un'azienda produttiva mica ha problemi a pagare le tasse, sennò va anche bene che chiuda baracca
Se la vedranno con la legge... È un'illusione in un paese dove non ci sono colletti bianchi in carcere e i partiti di centro votano con la destra leggi criminogene. Non si può aumentare la produttività senza prendere di petto l'evasione e la corruzione. Se Drin Drin avesse il coraggio di mettere anche questo al centro del programma sarebbe da votare. Altrimenti resta molto interessante tutto quello che dicono ma come tanti si rifiutano di vedere e di affrontare l'elefante nella stanza che ci differenzia da tutto il resto d'Europa
STMicroelectronics è un buon esempio di società d'avanguardia che è riuscita ad evolversi prima grazie alla contaminazione americana e poi reinventandosi con le proprie forze per non trasformarsi in un mero assemblatore di tecnologia altrui. A chi volesse approfondirne la storia, consiglio il libro "Silicon Europe" di Marco Bardazzi
I miei amici che lavorano per amazon prendono molto bene, ma si continua a dire che è meglio lavorare per il piccolo imprenditore
Confermo tutto ciò detto sui tedeschi e la Germania vivendoci da qualche anno.
1. i finanziamenti di jobs e gates venivano dall'america stessa in quegli anni. il discorso è diverso oggi dove un giapponese investe i soldi degli arabi in venture spesso inconcludenti, ma rimane che gli investimenti ad americani sono 90% da americani. uno da boston poteva benissimo investire su dei ragazzi di seattle 40 anni fa, mentre è rarissimo che persino oggi uno da varsavia investa in ragazzi di torino.
l'europa è frammentata, tradizionalista, e non parla la stessa lingua. questo uno dei grandi core points. l'europa è cauta, l'america è avventuriera.
Simpatica discussione dove il signore in sovrappeso dice che quelle tre persone erano laureate poi l'altro signore gli fa notare che non erano laureate, lui gli dà ragione per poi tornare all'importanza della laurea. Avverto un po' di confusione nell'aria. Se cominciamo a dire baggianate sul podcast, il voto lo vedo molto lontano.
l'università della Calabria ha un bel campus stile americano progettato Gregotti negli anni 70, top in Italia anche a livello di servizi, con annesso incubatore grazie al quale sta nascendo un modesto ecosistema di startup, mancano però gli angels che finanziano
Peccato l’interruzione improvvisa….
OKKIO: questa e' la prima parte di due. La "troncatura" finale e' un po' un errore nostro, abbiamo caricato il file senza copertina di chiusura che rinvia alla seconda parte che verra' caricata sabato 5 ottobre!
Sono un ventur capitalist con una finanziaria, sappiate che un anno fà tutte le banche italiane mettevano di default alla finanziaria la qualifica cauta invece di dinamica quindi non avremmo più potuto operare con le azioni. Ci ho messo un anno a trovare una banca che mi fornisse i mezzi per operare sui mercati azionari e anche per questa banca sono più un caso di studio che un cliente loro desidererebbero.
Dovete fare attenzione ai confronti con gli USA perché è letto male da molti anche tra quelli più lucidi. Uno dei temi da affrontare è proprio questo perché molte cose si pensa che non si possano fare perché c'è l'esempio negativo dell'America sbagliando l'esempio e assumendo la fallacia della brutta china. Bisogna disallineare questi riferimenti perché noi tutto quello che sentiamo sul libero mercato e la concorrenza la giustizia lo confrontiamo con l'America arrivando a dire che liberalizzazioni, libero mercato, concorrenza, meritocrazia, libertà di espressione, woke stanno facendo danni da noi, quando in realtà non esistono...
16:10 BRIANZA NOMINATA 🗣🗣🗣🗣🗣🗣🗣🗣🗣🗣🗣🗣🗣🗣🗣🗣🗣🗣🗣 KING DEI SEMICONDUTTORI 🗿🗿🗿🗿🗿🗿🗿🗿🗿🗿🗿🗿🗿🗿🗿🗿🗿🗿🗿
Pasquale Pistorio. La Stm e' quotata ma ha partecipazioni statali sia italiane sia francesi.
Questo video sembra un film di antonioni
25:24 questa roba l'ho dovuta fare anch'io (studente PhD in Austria): dev'essere una direttiva europea.
Con chat gpt ho risparmiato un po' di soldi rispetto al prof 😂
Uguale e lo richiedono anche agli studenti di Bachelor!
Mancano le competenze, ma questa è una derivazione, della vigliaccheria delle grandi istituzioni pubbliche e private di prendersi le proprie responsabilità. Delegare, o meglio Appaltare. Università prestigiose, Grandi aziende, Comuni e così via, delegano ogni servizio, ogni cantiere, ogni lavoro, tutto, così da poter scaricare le proprie responsabilità e quindi avere meno competenze, sperando che chi sta SOTTO ne abbia più di loro; ovviamente così prima o poi crolla tutto.
Io non voglio dire che sia la causa unica che spiega tutto ma credo che non si possa dimenticare lo stato delle relazioni industriali in Italia negli anni 70. Adesso non posso certo ricordare la storia dei conflitti sindacali mi limito agli aspetti più eclatanti: in fabbriche come FIAT, Ansaldo, a Marghera abbiamo avuto esponenti della lotta armata. Se questi sono stati fatti estremi e che sono stati anche isolati dal sindacato, non si può certo sottovalutare il ruolo che hanno avuto in Italia le relazioni industriali. Se uno legge le cronache di inizio anni 70 di una azienda come Zanussi (27 mila occupati a quel tempo) scopre che la maggior parte del tempo dei ruoli apicali era destinata ai rapporti sindacali. Lo sviluppo dei distretti e la diffusione della piccola impresa industriale nascono come conseguenza della necessità di decongestionare i siti produttivi più grandi. Sindacato, statuto dei lavoratori, giurisprudenza del lavoro hanno tutti dato il loro bravo contributo al nanismo delle imprese italiane. Provate a gestire ancora oggi un sito con 2000 tute blu! Bisogna essere tanto bravi o avere un prodotto con margini che consentono di sistemare un po’ tutto. Anche i gruppi mid cap nascono e crescono in Italia come aggregazioni di aziende indipendenti piuttosto che come un unico soggetto di impresa.
Ottima trasmissione
Finalmente sento parlare Forchielli del peso della criminalità diffusa e dell'evasione fiscale sui costi d'impresa. Spiega molto bene. La risposta di Boldrin è che bisogna controllare di meno per non far avere costi amministrativi in più alle imprese. "Ma poi ti dicono che così favorisci l'evasione fiscale..." Possibile che ne Boldrini ne Forchielli dicano che bisogna combattere l'evasione fiscale e la corruzione/criminalità? Come si spiega che siano afoni su questo? Drin Drin nasce senza dichiarare un decisa lotta all'evasione e all'ambiente malato in cui sono costrette a vivere le aziende? È come se foste liberali a metà. Esaltazione della concorrenza e silenzio sui controlli. Nei paesi anglosassoni si può controllare meno perché se ti beccano ad evadere il fisco ti sbattono in galera. In questo momento sono più liberali avs e i 5 stelle della nostri due professori. Bisogna mettere la legalità al primo posto per favorire la libera impresa, ma nel paese dei criminali chi lotta per la legalità viene marchiato come populista e giustizialista
Relativamente agli incidenti sul lavoro, sicuramente bisogna che la faccenda venga analizzata da degli esperti. Io mi limito a farvi notare che, per pura logica, dato che in Italia c'è parecchio lavoro sommerso, ci potrebbero essere anche tanti infortuni sommersi occorsi a lavoratori lasciati sprovvisti degli strumenti e delle conoscenze che servono per operare in sicurezza.
certo, ma cosa indica che in tal caso il rapporto incidenti/occupati aumenterebbe?
@@TommasoTassone non è detto che sia così. Ripeto, io non ho idea, non sono esperto del settore. Dico solo che è molto più probabile che sia un lavoratore in nero ad essere sprovvisto dei più elementari dispositivi di sicurezza rispetto a un lavoratore regolare. Viene da sé che il rapporto incidenti / lavoratori (anche se io preferirei il rapporto incidenti / ore lavorate) possa essere più alto fra i lavoratori in nero che fra quelli regolari.
grande incontro, stimolante. 2 persone completamente diverse, Boldrin vola in alto ma Forchielli tiene testa, ha radici nel territorio e conosce il tessuto produttivo italiano. Tanti spunti, enormi. Comincio dal + semplice: SGS Thompson è la nuova STM e Technoprobe è un esempio di come un ex dipendente abbia creato qualcosa che si confermi al 2° o 3° posto nel ranking mondiale. Mie opinioni personali: 1) concordo con Boldrin, la grande spinta propulsiva del dopoguerra italiana ha raggiunto il suo apice negli anni 70 2) siamo fondamentalmente dei creativi MA senza soldi (perchè ???) - ergo, la ns. dimensione è piccola e al massimo media, MA non è negativo perchè piu elastica nei casi di crisi economiche - 3) il fattore criminalità è MOLTO importante: ti taglia le gambe (sopratutto ai piccoli) 4) perchè Mercedes Bmw e VW vanno avanti e Fiat è scomparsa ? vero, è da aprire un dibattito serio, intanto mi sono letto Cesare Romiti - come era la FIAT nei primi anni 70 - o per ultimo Sergio Marchionne...e comunque i tedeschi non sono tanto virtuosi, certo hanno tanto piu soldi da bruciare, dei propri, delle banche e in ultimo dello stato che ripiana 4) i tedeschi e i "corporate environements": in una multinazionale italiana confermo che se ne parla. ecosistemi, environements ecc....si, prenderà piede anche da noi, la cultura sta cambiando. MA, al momento nelle multinazionali. 5) La cultura aziendale = grande argomento. oggi, i cambiamenti sono guidati anche da chi 20 anni addietro aveva atteggiamenti e opinioni diametralmente opposte, magari non sbandierate ma inside. Figuriamoci se parliamo di meritocrazia (nel piccolo, forse medio, la coltivi, MA mano a mano che si cresce, che la proprietà si distacca dal management, cresce la brama del potere personale dei manager, i soldi e tutto quello che ci sta attorno, in italia, e ti circondi solo di "affidabili" = 6) produzione a basso valore aggiunto: vero, vero, vero. frigoriferi, aggiungo componentistica per le auto tedesche, e domani batterie. che peccato ! 7) università-formazione non sempre all'altezza: credo che abbiate ragione, bello il passaggio del del valore aggregante e formativo dei campus. Se però ci soffermiamo sulla caratterizzazione del tessuto imprenditoriale italiano - PMI - mi pare che abbiamo degli ottimi ITIS probabilmente bisogna spingere ancora di + sugli studi STEM. Scusatemi per essermi dilungato.
Su Fiat consiglio di leggere Riccardo Ruggeri
@@luigipetrucci8819 seguiro il consiglio
Drin drin un argomento assolutamente da trattare è istituire un vero IRA (individual retirement account) come negli Stati Uniti. E non quello schifo di fondo pensione pseudomafioso disponibili in Italia. Un vero IRA con un tetto di 5k in su annui non tassato neanche dal INPS sia lavoratore sia datore di lavoro. Ormai per un giovane d'oggi in Italia sotto i 30 anni non riceverà mai una pensione dignitosa se riceverà qualcosa... sopprattutto considerando dopo una vita ad aver pagato 30+% del proprio stipendio al INPS. So che questa proposta è un eresia alle casse dello Stato, ma ci devo provare.🙋♂️🙋♀️🙋
Secondo me c' avete azzeccato sulla maggiore capacità dei manager tedeschi. Sia nell' organizzare la produzione sia nell' avere una strategia per l' evoluzione dei prodotti e dei mercati.
Buongiorno, io a 35 anni tornerò a studiare ingegneria gestionale continuando a lavorare, bisogna darsi da fare.
Ritornare a studiare a 30 anni secondo me è un'ottima scelta. Una scelta vincente. Si affrontano il percorso e i corsi con un'ottica più lavorativa e matura, con un focus più business-oriented, in grado anche di saper distinguere le cose utili dagli "intrighi di palazzo". Io ho fatto lo stesso. È stata dura ma gratificante! In bocca al lupo per il percorso!
@@jacopofasolo6018 Grazie!
E dove lo trovi il tempo?
@@gattalbe intanto sabato e domenica = 20 ore di studio, poi la sera nei giorni feriali ( dimenticarsi la vita sociale) ING gestionale a Bergamo non ha l'obbligo di frequenza e ci sono le lezioni online, naturalmente alcune lezioni in presenza vanno fatte ( analisi sicuramente) però io ho un lavoro che mi permette di lavorare o nel pomeriggio o la mattina, inoltre ci sono i permessi studente.
Sto finendo le scuole superiori alle serali continuando a lavorare quindi mi sono già abituato.
@@AntonioRottigni solo con il lavoro molti rischiano il burnout figuriamoci se quel poco tempo libero che rimane dovessero passarlo sui libri e non all’aria aperta. Poi dipende da caso a caso, certo se è un part time è piu fattibile.
Sempre interessante; prendete come esempio i big dell'high tech americani, ma sarebbe interessante capire perchè in Italia l'high tech era partito prima o in contemporanea con gli americani con Olivetti, Virgilio , Arianna ecc. e poi è silenziosamente sparito. Quando Olivetti america è stata chiusa i tecnici sono andati a lavorare per Bill Gate e Steve Jobs.....
Fai confusione, non era high tech. Era buon artigianato di altissimo livello.
Le cose che scrivi sono fantasie, nessun "tecnico" di Olivetti, salvo tre, e' andato a lavorare per Gates o Jobs. Scemenze del complottismo sovranista.
@@MicheleBoldrin forse hai frainteso il mio commento scambiandomi per un complottista: colpa mia che mi sono spiegato male; volevo solo portare l'attenzione sul perché l'Italia si è lasciata sfuggire la colossale occasione di creare un distretto High tech ( magari nei dintorni di Ivrea) visto che i distretti sono stati la sua forza nel passato . Su quanti tecnici Olivetti siano andati a lavorare per Gates o Jobs se dici solo 3 evidentemente hai notizie diverse dalle mie e sicuramente avrai ragione
@@MicheleBoldrin Scusami ma il tuo definire ciò che è stato Olivetti "artigianato di alto livello" mi ha spiazzato e sono andato a cercare un pò di informazioni prima di replicare e sono giunto alla conclusione, forse errata, che o tutto quello che si è scritto e tutte le ricostruzioni su Olivetti sono fantasticherie e invenzioni o tu non conosci la storia di Olivetti. Può essere che inventare il primo calcolatore a transistor nel 1957, l' Enea 9003, e il primo computer da tavolo , il P101 presentato nel 1965, sia oggi cosa da artigiani, ma all'epoca se erano artigiani quelli di Olivetti lo erano altrettanto gli americani.
Certo che considerare artigiani imprenditori che hanno acquisito Underwood e che sono stati, sempre nel periodo anni 50/60, tra i più importanti esportatori di elettronica nel modo( avevano cercato di entrare in contatto anche con i Cinesi e i Russi per sviluppare i loro progetti di crescita). Visto che nel video parlate di produttività, mi sembra che anche in questo Olivetti sia stata molto innovativa. Grazie per l'attenzione. Saluti
Io quello che noto è che anche nelle imprese italiane grandi e che fanno utili importanti i salari non crescono se non per via dei rinnovi dei CCNL. Com'è possibile? Io non me lo spiego. Potere negoziale basso?
Prof. Boldrin in Italia non avremo i campus, però ci sono incubatori di startup di livello: h-farm in veneto, polihub e talent garden in lombardia, i3 Torino in piemonte.
@micheleboldrin Prof ci sono degli studi su quanto dell'ammontare delle pensioni pagate dallo stato rientra nell'economia reale e quanta venga risparmiata? Una mia curiosità
Io ho mollato matematica dopo due anni e mezzo e ero bravo. Complice un pi di fortuna oggi sto molto meglio dei miei compagni di corso.
6:12 L'allontanamento di Ghidella e la vendita dei brevetti del common rail...opera compiuta,FIAT morta
video bellissimo, piccolo consiglio di editing video: il volume è un po' basso
Sono d'accordo sulle università ed i campus, ma non sull'imprenditoria.Le idee ci sono, il problema è tutto politico e di burocrazia.
Le idee ci sono? sicuramente. Manca il sistema manageriale. Su come scalare le cose. Come renderle robe concrete da idee astratte. Non le abbiamo.
Abbiamo un sacco di strategic managers ma pochi doer managers
Finale cliffhanger 😁
13:00 la Fiat in alcuni periodi produceva il doppio delle auto prodotte da VW.