Come sempre ottima presentazione, a corredo del sacrificio dei Trentini nelle file dell'esercito Asburgico bisogna aggiungere ai 12.000 morti i 14.000 feriti e i 12.000 prigionieri, quindi tra morti e prigionieri quasi la metà degli uomini partiti non fece ritorno. A riprova del valore con cui combatterono bisogna menzionare anche le 8 medaglie d'oro, le 160 d'argento oltre alle migliaia di bronzo che questi soldati si meritarono. La campagna di Galizia del 14 e la battaglia dei Carpazi dello stesso inverno come giustamente sottolinea il Prof. decimarono l'esercito imperiale, e una delle perdite maggiori furono soprattutto quella degli ufficiali inferiori che perirono nel primo anno di guerra, la stessa cosa accadde all'esercito Italiano nei primi anni della Grande Guerra. Una nota personale, mia nonna materna proveniva da quello che oggi è il Montenegro e mi raccontava che a scuola nell'impero si studiavano anche tre lingue: il tedesco, la lingua del luogo e una facoltativa tra quelle dell'Impero, mia nonna date le sue origini scelse l'Italiano. Non chiesi mai quali scuole avesse fatto, ma visto che incontrò mio nonno durante la guerra e si sposarono presto sicuramente il suo percorso scolastico non fu molto lungo.
Ciò che trovo stupefacente è che un impero multietnico sia riuscito con perdite così terrificanti a resistere, per di più in uno stato di assedio strategico, a più di quattro anni di guerra totale. Tutto questo dimostra che i popoli sottoposti all' autorità imperiale asburgica avevano, nonostante tutto, una coesione sorprendente e una resilienza eroica su cui bisognerebbe onestamente meditare...
@@alessiomacconi8416 Noi soprattutto per anni siamo stati vittime di quella che il prof ha tratteggiato nel video di una informazione parziale, l'impero era il nemico della nostra unità, quindi andava denigrato, questo unito al fatto poi che la scuola per anni abbia insegnato la storia solo dal nostro punto di vista non ha aiutato, io ricordo benissimo come veniva insegnata l'epopea risorgimentale, letture del libro Cuore e via dicendo. Ho iniziato a cambiare idea dopo aver letto il libro di Fejto "Requiem per un impero defunto"dove appunto si descriveva un'altra posizione. Molto bello che queste lezioni diano lo spunto a certe conversazioni.
@@lucabartolucci919 anche per me il libro di Fejtö è stato decisivo. Premetto che essendo mezzo tedesco (da parte di madre) ho avuto la possibilità di avere fin dall'inizio modo di osservare il punto di vista dell' altro, leggendo libri di autori austriaci. L' Impero asburgico non era quella prigione di popoli per il quale spesso lo si voleva spacciare da noi o altrove. Era un mondo variopinto, molto tollerante e illuminato e con una classe amministratrice attenta a rispettare le peculiarità etniche e religiose della popolazione delle varie contee e territori della corona. Va precisato che la Cisleitania era molto più liberale e tollerante della Transleitania, dove gli ungheresi la facevano da padroni e obbligavano i sudditi a magiarizzarsi. La rovina dell' Impero sono stati il nazionalismo pangermanista (völkisch) e il panslavismo.
Credo che il professor cimmino sia un tesoro prezioso per patrimonio storico nazionale. Nessuno conosce la grande guerra come lui e conferenze di questa qualità sono difficili da trovare su internet. Grazie domus orobica
Il mio nonno paterno, del III reggimento bersaglieri (Landesschuetzen), è caduto nella battaglia di Przemysl, sul San, nell'ottobre del 1914. Il mio babbo aveva due anni. Morirà a 93 anni, lui reduce del Don, sentendosi un orfano. L'ombra lunghissima della guerra.
Mi devo congratulare con lei, Professor Cimmino, per la conferenza che ho terminato di vedere oggi (iniziata ieri). Da appassionato del periodo 1870-1920 (50 anni sono più che sufficienti se si vuole studiare un argomento) ho trovato non solamente educativa e appassionante la spiegazione, ma anche accurata e desiderosa di essere compresa nella sua interezza. Per quanto riguarda la presunta scarsa affidabilità dei reparti italiani e sloveni ha, visto il contesto storico, fatto benissimo a parlarne e, sempre a mio avviso, ha giustamente evitato di parlare di cechi, che solo successivamente hanno avuto crolli notevoli. La sua spiegazione divulgativa e' chiaramente adeguata al pubblico che lei aveva di fronte e sul canale RUclips; Avrei magari preferito qualcosa di più tecnico ma lei non può' certamente fare una conferenza di un'ora per pochi intimi. Ho comunque imparato qualcosa che non sapevo (pensavo che, almeno a livello reggimentale, i reparti dell'esercito imperial-regio fossero più' omogenei). La ringrazio profondamente per l'arricchimento (e le conferme) che mi ha fornito.
L'unico testo in italiano disponibile, " Il grande assedio di Przemysl" di A. Watson, è apprezzabile anche se non perfettamente tradotto, utile a conoscere meglio la vicenda. Mio nonno, nato nel 1896 in un paese montano, allora asburgico, ebbe un paio di amici, nati qualche anno prima di lui, che vennero spediti, nel 1914, a combattere per l'imperatore proprio in quelle zone. Uno non tornò.
Bel racconto! Il cugino di mio nonno di Trieste ha combattuto ed è morto come eroe di guerra a Przemisl nel aprile del 1916. Invece il mio nonno materno si è salvato combattendo sempre in Galizia ed è tornato a casa. Il nonno paterno invece ha servito la Kriegsmarine di stanza a Pola oggi Croazia.Complimenti al professore!
Bravo Professore,bella lezione. Io sono quello che ogni tanto le contesta qualcosa,ma mai sulla preparazione e sull'esposizione. Questa comunque e' quella che mi e' piaciuta di più .
Grande Prof. come al solito, ma stavolta purtroppo la visione della della conferenza è stata disturbata dalle continue pulizie dello schermo rese necessarie dai tentativi di pronunciare correttamente PRZEMSYL, tutti inutili. La prossima volta scegliete con maggiore cura le battaglie da trattare, prima parlavo perfettamente, ora ho la zeppola come Jovanotti :(
Quando fui sui monti Scarpazi "Miserere" sentivo cantar. T'ò cercato fra il vento e i crepazi Ma una croce soltanto ò trovà. Oh mio sposo eri andato soldato Per difendere l'imperator, Ma la morte quassù hai trovato E mai più non potrai ritornar. Maledeta la sia questa guera Che mi ha dato sì tanto dolor. Il tuo sangue hai donato a la tera Hai distruto la tua gioventù. Io vorei scavarmi una fossa, Sepelirmi vorei da me Per poter colocar le mia ossa Solo un palmo distante da te.
I generali russi con nomi tedeschi erano quasi tutti tedeschi del Baltico (Lettonia, Livonia, Estonia). I tedeschi del Baltico costituivano una percentuale piuttosto considerevole tra i generali dell'esercito zarista e costituivano una parte sostanziale del corpo diplomatico russo (pure molti ambasciatori russi in Italia erano tedeschi del Baltico). Altra minoranza di spicco erano gli svedesi di Finlandia nella marina zarista.
@@14berna23 Lettonia, Livonia ed Estonia furono sottratte al decadente Ordine Teutonico dagli svedesi, i quali lasciarono intatte le strutture sociali e si servirono dei nobili e altoborghesi di etnia tedesca come amministratori locali. In seguito alle guerre tra Svezia e Russia, il Baltico fu annesso da quest'ultima, la quale pure lasciò i tedeschi del Baltico (Deutschbalten, o Baltendeutsche) nel loro ruolo di feudatari nelle campagne e di élite borghese nelle città. I Deutschbalten si sono sempre contraddistinti per la loro fedeltà sia alla corona svedese prima, che agli zar poi. Erano una élite cosmopolita e plurilingue e che ha integrato elementi provenienti da diversi paesi (Olanda, Svezia, Scozia, Inghilterra, Francia), Riga e Tallin erano centri che attraevano diversi migranti altolocati. Il generale zarista Barclay de Tolly, il quale aveva combattuto nelle guerre napoleoniche, era un Baltendeutscher di origine scozzese.
Sì, Laudon e Daun non sono da meno. Incuriosce però la loro assimilazione culturale, sarebbero una bellissima presenza nella EU moderna se fossero ancora vivi
@@14berna23 i tedeschi del Baltico hanno ancor oggi, seppur ormai quasi tutti residenti in Germania, un forte legame con le terre d'origine e vi si recano spesso in visita. Non pochi che sono imprenditori o nel settore culturale coltivano ufficialmente le relazioni economiche e culturali tra la Germania, il Baltico e la Russia.
@@AlgernonMoncrieff77 anche gli istriani tornano a visitare la atavica terra natia così come gli austraci/tedeschi dei sudeti, i pochi rimasti. È un po' un destino romantico dei popoli germanici questo modo di vivere. Che tu sappia, die Grenzwacht hielt om Osten è conosciuta ed usata come "simbolo" di identità collettiva tra i tedeschi del baltico? Se non erro è composta dopo l'indipendenza dei paesi baltici
"Serbi Dio l'Austriaco Regno, Guardi il nostro Imperator Nella fe' che Gli è sostegno, Regga noi con saggio amor! Difendiamo il serto avito, Che Gli adorna il regio crin;" Che poi capire cosa dire è tutta una storia, a saper cos'è un "crin"..
Certo che l'inizio con "Serbi" fa ridere d'un amaro... L'Austria-Ungheria era disfunzionale a vari livelli, codina e incoercibilmente reazionaria, ma non meritava di finire così.
@@stefanodadamo6809 a pare il disfunzionale, che è vero solo in parte visto che ha resistito ad uno stress test lungo 4 anni crollando solo nell'ultima mezz'ora, su cui si stava lavorando non vedo il problema. Soprattutto considerato quello che è venuto dopo..
Buongiorno prof.un altra lezione di storia e di pronuncia....."elettroencefalogramma" ahahahah Sono appassionata della seconda guerra mondiale, tramite Mirko abbiamo conosciuto lei e il canale e sinceramente la prima guerra mondiale è interessantissima, davvero poco studiata, stamattina ho capito qualcosa in più e le mappe le trovo davvero utili, si capiscono tante cose e tattiche militari conoscendo il territorio sul quale si svolgono le battaglie, grazie per questa lezione
un fratello di mio nonno vestì la divisa di sott'ufficiale della regia marina austriaca nella prima guerra mondiale e alla loro sconfitta ricevette la pensione come cittadino austriaco.
Per noi Caporetto costituisce una sconfitta di immane proporzioni per vari motivi: in rapporto alle nostre aspettative(dovevamo far crollare l'impero in poche settimane), perdemmo sempre metà del nostro esercito tra prigionieri e sbandati(non potevamo più proseguire con le spallate), per non parlare delle tonnellate di fango gettate sul nostro esercito.
A me pare che l'entente cordiale fu conclusa tra Francia e Regno Unito. Francia e Russia conclusero la Duplice Intesa nell’ultimo decennio del XIX secolo, cui poi aderì il Regno Unito.
Professore sicuramente lei capisce tante cose ma mi sembra carente in tecnologia sugli armamenti della seconda guerra mondiale, l'obice di cui le parla è il famoso obice 75/18 mod. 34 o mod.35 che era lo stesso che montavano i semoventi da 75 mm era in grado di sparare anche teso avendo un alzo da -10 a +50 e se era dotato di proiettili heat (a carica cava) a 500 metri fermavano qualsiasi T34
@@domusorobica2014 più che altro,lei m ha rappresentato un campo di battaglia dagli spazi immensi, e m è venuta in mente l ambientazione del film di zurlini
I ruteni fino al 1900 erano considerati i tirolesi dell est. Poi si scontrano con gli ungheresi e la loro voglia e di magiarizzare tutto quello che era in transleitania ( non esattamente est, ma era il regno di Ungheria in quanto dall' altra parte del leite) e impedire variazioni alla forma bi monarchica post 1866. I cechi non erano tanto pro indipendenza, anche se è vero che molti lo erano, in proporzione erano una minoranza, e lo diventarono sempre per il fatto che volevano essere paragonati agli ungheresi ma gli ungheresi non volevano una terza divisione. In pratica a scassare l impero era Budapest.
Infatti anche l'erede al trono imperiale, l' arciduca Francesco Ferdinando, aveva rapporti tesi con la componente ungherese dell' impero perché non tollerava la loro mania di magiarizzare i popoli sottomessi alla corona di santo Stefano.
Ma, infatti, credo che molto della confusione tra i popoli asburgici sia stata fatta dagli esuli e dalle persone cosiddette "colte", perché sicuramente gli eserciti austro-ungarici ebbero sempre una certa consistenza numerica ed è evidente che combatterono con patriottismo tutte le etnie, perché l'Austria sopravvisse a molte sconfitte. Non puoi riformare un esercito, nemmeno con la forza se la gente si ribella di continuo, e se non c'è nemmeno una minima identificazione con le istituzioni. Il patriottismo o il nazionalismo delle singole etnie era patrimonio di chi aveva studiato ed anche di persone semplici, che spesso non avendo un futuro si organizzavano in bande segrete nazionaliste, ma di qualsiasi etnia fossero i soldati comuni combatterono con onore nell'esercito asburgico fino all'ultimo, quando la fame piegò gli imperi centrali molto più degli alleati occidentali.
@@stefanodadamo6809 gli unici elementi tossici erano gli esuli di qualsiasi etnia: anche tra gli slavi, perché anche nella Grande Guerra i futuri cecoslovacchi come gli sloveni si arrendevano in massa al fronte russo per solidarietà verso la comune origine slava con i soldati dell'impero zarista, ma quando li trasferivano sul fronte italiano o su fronti diversi anche da quello italiano, Serbia o altro non avvenivano le rese di massa come tanti episodi dell'offensiva Brusilov del 1916,anzi i soldati absurgici di qualsiasi etnia ritrovavano quella combattività , che spariva in Galizia, Rutenia, Polonia russa ed Ucraina . Ed anche molti episodi dell'inizio del conflitto. Nel 1740 -1748 quando si è trattato delle difficoltà della guerra di successione austriaca o prima guerra slesiana, quanto ci sia di vero non lo so, ma è nota la storia in base alla quale l'imperatrice andò a chiedere l'appoggio dei nobili ungheresi e di tutti i sudditi magiari, per capovolgere la situazione militare critica ed ottenne l'appoggio che voleva, cacciando i francesi ed i tedeschi ( precisamente i bavaresi) dal territorio austriaco, salvando la corona.
Bella conferenza del professore, interessante come sempre. L'esempio di Lissa però non è corretto: ho appena approfondito l'argomento e posso affermare con una certa sicurezza che l'uso del dialetto veneto nella marina austriaca a Lissa sia una leggenda come anche la predominanza di marinai veneti. Su un complemento di equipaggi di circa 7.000 uomini i marinai veneti erano circa 600, la stragrande maggioranza era formata da croati. Si ricorse ai marinai veneti con grande riluttanza e solo per i gravissimi problemi nell'armare la flotta a Pola. Tra i comandanti di vascello (escluso il navigiio minore) nessuno era veneto. Questo perché dopo i fatti del 48/49 la marina aveva subito una fortissima epurazione della componente veneta sia nel nome che negli equipaggi/comandi. È vero che il corpo ufficiali austriaci si era formato all'accademia navale di Venezia e quindi verosimilmente conosceva il veneto e qualche parola a bordo poteva scapparci, ma sicuramente non negli ordini ufficiali, figurarsi nelle comunicazioni dell'ammiraglio.
Beh, se per Croati intendiamo Istriani e Dalmati, credo che parlassero un dialetto veneto. Se, invece, i marinai venivano da Karlovac o da Buzet, avranno parlato serbo-croato. 😀
@@marcocimmino6514 certo il dialetto veneto poteva essere conosciuto, ma di certo non era la lingua in uso nella marina austriaca al tempo Lissa. Tanto per fare un esempio il segnale innalzato da Tegethoff poco prima dello scontro recitava "Muss sieg vob Lissa werden" non "Ciapemo na vitoria a Lisa" :-) ps: di certo il mio veneto è peggiore di quello del Tegethoff
Crediamo sia corretto supporre che gli imbarcati venissero tutti dal littorale, gente con una solida esperienza delle acque. Un nostromo di Karlovac è come un timoniere di Vicenza, possibile ma non probabile. Più facile trovare imbarcati di Ragusa, d'Abbazia, di Cittanova, Rovigno, Orsera, Spalato, Veglia (città abitate sia da italiani, da croati, da morlacchi e da piccole minoranze ungheresi o bosniache). La questione linguistica poi, in un impero cosmopolita come quello austroungarico è un rompicapo insolubile. Ad oggi non è ancora chiaro quale fosse, per esempio, il ceppo linguistico dominante nella repubblica di Ragusa. Probabilmente esisteva un bilinguismo diffuso che faceva dell'italiano la lingua "colta" del mare e dei commerci e del serbo-croato la lingua bassa. E' questo che ci induce a pensare ai comandi in veneto sul ponte della Ferdinand Max a Lissa. Ma la questione è aperta..
La descrizione, chiaramente indispensabile, da parte del Prof. Cimmino della struttura e delle dinamiche all'interno dell'esercito imperiale Austro-Ungarico mi ha fatto venire in mente che uno che sarebbe interessantissimo ascoltare per capire a fondo come l'impero sia durato per secoli e come si sia alla fine disgregato sarebbe il Prof. Raoul Pupo dell'Università di Trieste, uno davvero bravissimo..
@@domusorobica2014 No, purtroppo, ho solo visto l'anno scorso qualche intervento, fra cui questo ruclips.net/video/UllGKRVZi4Q/видео.html sulle foibe (ma non solo), che ho trovato estremamente preciso, ben esposto e molto interessante
Trovo le conferenze del professor Cimmino sempre molto originali, non solo e non tanto per gli argomenti trattati, ma soprattutto per i valori che riesce a trasmettere nell'esposizione: ogni volta porto a casa non solo una testa più piena, come mi succede con altri relatori, ma anche un cuore più contento. Grazie professor Cimmino, grazie Domus Orobica.
professore buongiorno, sono stato a przemysl un po di giorni, dopo che mi sono fatto tutta la galizia prima in macchina e poi in treno, sempre da cracovia, soggiornando in totale 12 giorni. visitato tutti i forti di cracovia e poi i punti chiave galiziani con le sue battaglie principali e i vari cimiteri....a przemysl ho visitato tutti i forti. beh non e' vero che sono tutti sottosopra, alcuni sono intatti e il salis soglio e' mastodontico, uno dei piu' grandi forti della grande guerra e non e' tutto distrutto come ha detto, basti pensare che tra suo esterno e interni, ci ho impiegato tre orette. forse si e' confuso con il borek. comunque saluti e complimenti, la seguo sempre con piacere.
Finalmente! Sto continuamente a compulsare, la play list del sito, per vedere le novità e finalmente il "nostro" professore! Ora silenzio e concentrazione.
Buonasera, grazie per il lavoro che fate,nella mia ignoranza, in modo serie e competente con i conferenzieri ( anche qui nella mia ignoranza) preparati, competenti, onesti e passionevoli. E solo una piccola cosa, non so se e perché avete un tempo limite o il file peserebbe troppo, ma la parte riguardante le eventuali domande non sarebbe possibile inserirla? Ripeto piccola cosa non indispensabile ma potrebbe essere interessante per qualche eventuale chicca. Grazie ancora, sono un appassionato di storia e qualche argomento più o meno già conoscevo, almeno a spanne, ma non tanto nel dettaglio e proprio bene
di norma le domande non vengono riportate perché gli interlocutori non hanno un microfono calibrato con quello del relatore, si sentirebbe poco o nulla dei loro interventi. In compenso inseriamo comunque le risposte nel girato. Mettiamo che ad un certo punto qualcuno abbia chiesto: " dove si trova la Galizia?", la risposta si troverà comunque all'interno del video quando il nostro ospite dirà: "La Galizia si trova attualmente a ridosso dei confini polacco-ucraini" (solitamente il taglio viene coperto con delle fotografie o qualcosa di simile). Per cui non avrete le domande ma avrete le risposte. Quando avremo fatto gli abbonamenti al canale introdurremo un opzione per intervenire in diretta.
molto bello ed esauriente. Non sono studioso e non conosco gli episodi salienti del fronte orientale, in quanto pochi parlano ancora della grande guerra e nessuno del fronte orientale. Volevo dissentire però sulla considerazione iniziale a riguardo di Caporetto, che fu si un episodio come tanti altri nel risiko della grande guerra, ma è stato e viene ricordato come la disfatta (l'onta, l'umiliazione) in quanto come capita nel risiko, si lasciò colpevolmente e con supponenza che l'avversario accumulasse 6 divisioni tedesche, dietro il monte nero, vrata, morzil etc. ma soprattutto perché l'esito di quella battaglia provocò la grande ritirata oltre il Tagliamento e poi ancora oltre il Piave, dopo 11 battaglie per l'Isonzo con 3centomila morti. Una ritirata non organizzata e al momento incomprensibile che provocò disastri e umiliazioni e conseguenze indicibili per chi non riuscì o non volle scappare, ma anche a chi si ritirò ... Mio nonno (ragazzo del 99) fu ferito sul Grappa e mi raccontava...
Vorrei porre 2 domande... La prima, più leggera: perché i soldati cercavano proprio prostitute Ebree? La seconda: come è possibile recuperare le conferenze del prof. Cimmino sulla guerra civile americana e sulla guerra russo giapponese?
A Przemysl era presente una nutrita comunità ebraica che vide nella presenza della guarnigione una occasione di facile guadagno, inoltre la forzata concentrazione nella piazza di decine di migliaia di uomini sostanzialmente inattivi rendeva la convivenza con l'elemento femminile assai problematico. A noi risultava che gli israeliti fossero particolarmente attivi sul mercato nero ma le testimonianze sono molteplici e potrebbe esserci scappato qualcosa. Comunque non ci risultano incontri di Cimmino su quei temi specifici.
@@domusorobica2014 vi ringrazio per la risposta. Erroneamente avevo colto nella conferenza che ci fossero state in precedenza incontri su quei due argomenti.
@@domusorobica2014 Per approfondire ho consigliato di ascoltare una puntata del podcast "The history of the Great War" dedicata a Przemysl su Spotify ma i commenti sono stati rimossi...
Come sempre ottima presentazione, a corredo del sacrificio dei Trentini nelle file dell'esercito Asburgico bisogna aggiungere ai 12.000 morti i 14.000 feriti e i 12.000 prigionieri, quindi tra morti e prigionieri quasi la metà degli uomini partiti non fece ritorno. A riprova del valore con cui combatterono bisogna menzionare anche le 8 medaglie d'oro, le 160 d'argento oltre alle migliaia di bronzo che questi soldati si meritarono. La campagna di Galizia del 14 e la battaglia dei Carpazi dello stesso inverno come giustamente sottolinea il Prof. decimarono l'esercito imperiale, e una delle perdite maggiori furono soprattutto quella degli ufficiali inferiori che perirono nel primo anno di guerra, la stessa cosa accadde all'esercito Italiano nei primi anni della Grande Guerra. Una nota personale, mia nonna materna proveniva da quello che oggi è il Montenegro e mi raccontava che a scuola nell'impero si studiavano anche tre lingue: il tedesco, la lingua del luogo e una facoltativa tra quelle dell'Impero, mia nonna date le sue origini scelse l'Italiano. Non chiesi mai quali scuole avesse fatto, ma visto che incontrò mio nonno durante la guerra e si sposarono presto sicuramente il suo percorso scolastico non fu molto lungo.
Ciò che trovo stupefacente è che un impero multietnico sia riuscito con perdite così terrificanti a resistere, per di più in uno stato di assedio strategico, a più di quattro anni di guerra totale.
Tutto questo dimostra che i popoli sottoposti all' autorità imperiale asburgica avevano, nonostante tutto, una coesione sorprendente e una resilienza eroica su cui bisognerebbe onestamente meditare...
Luca Bartolucci , mia bisnonna era croata di lontane origine montenegrine.L' impero era veramente un affascinante mosaico di popoli
@@alessiomacconi8416 Noi soprattutto per anni siamo stati vittime di quella che il prof ha tratteggiato nel video di una informazione parziale, l'impero era il nemico della nostra unità, quindi andava denigrato, questo unito al fatto poi che la scuola per anni abbia insegnato la storia solo dal nostro punto di vista non ha aiutato, io ricordo benissimo come veniva insegnata l'epopea risorgimentale, letture del libro Cuore e via dicendo. Ho iniziato a cambiare idea dopo aver letto il libro di Fejto "Requiem per un impero defunto"dove appunto si descriveva un'altra posizione. Molto bello che queste lezioni diano lo spunto a certe conversazioni.
@@alessiomacconi8416 gli Asburgo furono elemento di equilibrio ed anche di difesa dell'est vedi le varie invasioni ottomane per secoli
@@lucabartolucci919 anche per me il libro di Fejtö è stato decisivo. Premetto che essendo mezzo tedesco (da parte di madre) ho avuto la possibilità di avere fin dall'inizio modo di osservare il punto di vista dell' altro, leggendo libri di autori austriaci.
L' Impero asburgico non era quella prigione di popoli per il quale spesso lo si voleva spacciare da noi o altrove.
Era un mondo variopinto, molto tollerante e illuminato e con una classe amministratrice attenta a rispettare le peculiarità etniche e religiose della popolazione delle varie contee e territori della corona. Va precisato che la Cisleitania era molto più liberale e tollerante della Transleitania, dove gli ungheresi la facevano da padroni e obbligavano i sudditi a magiarizzarsi.
La rovina dell' Impero sono stati il nazionalismo pangermanista (völkisch) e il panslavismo.
Credo che il professor cimmino sia un tesoro prezioso per patrimonio storico nazionale. Nessuno conosce la grande guerra come lui e conferenze di questa qualità sono difficili da trovare su internet. Grazie domus orobica
Il mio nonno paterno, del III reggimento bersaglieri (Landesschuetzen), è caduto nella battaglia di Przemysl, sul San, nell'ottobre del 1914. Il mio babbo aveva due anni. Morirà a 93 anni, lui reduce del Don, sentendosi un orfano. L'ombra lunghissima della guerra.
Mi devo congratulare con lei, Professor Cimmino, per la conferenza che ho terminato di vedere oggi (iniziata ieri). Da appassionato del periodo 1870-1920 (50 anni sono più che sufficienti se si vuole studiare un argomento) ho trovato non solamente educativa e appassionante la spiegazione, ma anche accurata e desiderosa di essere compresa nella sua interezza. Per quanto riguarda la presunta scarsa affidabilità dei reparti italiani e sloveni ha, visto il contesto storico, fatto benissimo a parlarne e, sempre a mio avviso, ha giustamente evitato di parlare di cechi, che solo successivamente hanno avuto crolli notevoli. La sua spiegazione divulgativa e' chiaramente adeguata al pubblico che lei aveva di fronte e sul canale RUclips; Avrei magari preferito qualcosa di più tecnico ma lei non può' certamente fare una conferenza di un'ora per pochi intimi. Ho comunque imparato qualcosa che non sapevo (pensavo che, almeno a livello reggimentale, i reparti dell'esercito imperial-regio fossero più' omogenei). La ringrazio profondamente per l'arricchimento (e le conferme) che mi ha fornito.
Finalmente un esperto e storico serio. Non un "divulgatore" . Uno serio che sa di cosa parla
Era ora!!! Abbiamo aspettato troppo!!!
Non è l'attesa del piacere è essa stessa piacere?
L'unico testo in italiano disponibile, " Il grande assedio di Przemysl" di A. Watson, è apprezzabile anche se non perfettamente tradotto, utile a conoscere meglio la vicenda. Mio nonno, nato nel 1896 in un paese montano, allora asburgico, ebbe un paio di amici, nati qualche anno prima di lui, che vennero spediti, nel 1914, a combattere per l'imperatore proprio in quelle zone. Uno non tornò.
Molto interessante questa conferenza, grazie per la pubblicazione
Bel racconto! Il cugino di mio nonno di Trieste ha combattuto ed è morto come eroe di guerra a Przemisl nel aprile del 1916. Invece il mio nonno materno si è salvato combattendo sempre in Galizia ed è tornato a casa. Il nonno paterno invece ha servito la Kriegsmarine di stanza a Pola oggi Croazia.Complimenti al professore!
Ed ora siete fieramente italiani
@@angelosica93 "Fieramente" forse no...🤣
Egoisticamente vi chiederei di far passare meno tempo tra una pubblicazione e l'altra degli interventi del Prof. 😊
lo facciamo per solleticare il vostro desiderio..
@@domusorobica2014 si va in crisi d'astinenza rapidamente!
@@domusorobica2014 😂😂
@@domusorobica2014 sadici!!!
condivido.
Complimenti Prof !!!
Bravo Professore,bella lezione. Io sono quello che ogni tanto le contesta qualcosa,ma mai sulla preparazione e sull'esposizione. Questa comunque e' quella che mi e' piaciuta di più .
Prof.Cimmimo e' sempre un piacere ascoltarla.
Raccontata da lei,la guerra assume altre aspettative
Complimenti!
Complimenti alProf Marco Cimino: sa inquadrare, e poi descrivere gli avvenimenti in modo chiaro ed esaustivo.
Interessantissimo.
Grande Prof. come al solito, ma stavolta purtroppo la visione della della conferenza è stata disturbata dalle continue pulizie dello schermo rese necessarie dai tentativi di pronunciare correttamente PRZEMSYL, tutti inutili.
La prossima volta scegliete con maggiore cura le battaglie da trattare, prima parlavo perfettamente, ora ho la zeppola come Jovanotti :(
trema Ferrari che la prossima è la battaglia di Sarıkamış 😅
@@domusorobica2014 Allora il mio destino è segnato :)
Quando fui sui monti Scarpazi
"Miserere" sentivo cantar.
T'ò cercato fra il vento e i crepazi
Ma una croce soltanto ò trovà.
Oh mio sposo eri andato soldato
Per difendere l'imperator,
Ma la morte quassù hai trovato
E mai più non potrai ritornar.
Maledeta la sia questa guera
Che mi ha dato sì tanto dolor.
Il tuo sangue hai donato a la tera
Hai distruto la tua gioventù.
Io vorei scavarmi una fossa,
Sepelirmi vorei da me
Per poter colocar le mia ossa
Solo un palmo distante da te.
Grande prof! Complimenti!
Thanks Prof. Aspetto la Somme o Kaiserschlacht , la nostra Caporetto, marzo 1918
prima c'è tutto il 1915 da passare, la guerra è stata una cosa dannatamente lunga.
I generali russi con nomi tedeschi erano quasi tutti tedeschi del Baltico (Lettonia, Livonia, Estonia). I tedeschi del Baltico costituivano una percentuale piuttosto considerevole tra i generali dell'esercito zarista e costituivano una parte sostanziale del corpo diplomatico russo (pure molti ambasciatori russi in Italia erano tedeschi del Baltico). Altra minoranza di spicco erano gli svedesi di Finlandia nella marina zarista.
Sarebbe molto interessante studiare come il Baltikum sia passato da essere tedesco a russo nell'800. Molto importante per la storia d'Europa
@@14berna23 Lettonia, Livonia ed Estonia furono sottratte al decadente Ordine Teutonico dagli svedesi, i quali lasciarono intatte le strutture sociali e si servirono dei nobili e altoborghesi di etnia tedesca come amministratori locali. In seguito alle guerre tra Svezia e Russia, il Baltico fu annesso da quest'ultima, la quale pure lasciò i tedeschi del Baltico (Deutschbalten, o Baltendeutsche) nel loro ruolo di feudatari nelle campagne e di élite borghese nelle città.
I Deutschbalten si sono sempre contraddistinti per la loro fedeltà sia alla corona svedese prima, che agli zar poi.
Erano una élite cosmopolita e plurilingue e che ha integrato elementi provenienti da diversi paesi (Olanda, Svezia, Scozia, Inghilterra, Francia), Riga e Tallin erano centri che attraevano diversi migranti altolocati. Il generale zarista Barclay de Tolly, il quale aveva combattuto nelle guerre napoleoniche, era un Baltendeutscher di origine scozzese.
Sì, Laudon e Daun non sono da meno. Incuriosce però la loro assimilazione culturale, sarebbero una bellissima presenza nella EU moderna se fossero ancora vivi
@@14berna23 i tedeschi del Baltico hanno ancor oggi, seppur ormai quasi tutti residenti in Germania, un forte legame con le terre d'origine e vi si recano spesso in visita. Non pochi che sono imprenditori o nel settore culturale coltivano ufficialmente le relazioni economiche e culturali tra la Germania, il Baltico e la Russia.
@@AlgernonMoncrieff77 anche gli istriani tornano a visitare la atavica terra natia così come gli austraci/tedeschi dei sudeti, i pochi rimasti.
È un po' un destino romantico dei popoli germanici questo modo di vivere.
Che tu sappia, die Grenzwacht hielt om Osten è conosciuta ed usata come "simbolo" di identità collettiva tra i tedeschi del baltico?
Se non erro è composta dopo l'indipendenza dei paesi baltici
lezione stupenda, complimenti. complessa ma comprensibile ed appassionante
"Serbi Dio l'Austriaco Regno,
Guardi il nostro Imperator
Nella fe' che Gli è sostegno,
Regga noi con saggio amor!
Difendiamo il serto avito,
Che Gli adorna il regio crin;"
Che poi capire cosa dire è tutta una storia, a saper cos'è un "crin"..
"Difendiamo la corona d'alloro che gli adorna la regia chioma. Poi in piemontese il crin è un maiale. Scelga Lei la traduzione che le piace di più :-)
Certo che l'inizio con "Serbi" fa ridere d'un amaro... L'Austria-Ungheria era disfunzionale a vari livelli, codina e incoercibilmente reazionaria, ma non meritava di finire così.
@@stefanodadamo6809 a pare il disfunzionale, che è vero solo in parte visto che ha resistito ad uno stress test lungo 4 anni crollando solo nell'ultima mezz'ora, su cui si stava lavorando non vedo il problema. Soprattutto considerato quello che è venuto dopo..
Ricordo di aver letto che durante l'assedio gli Austro-Ungarici si mangiarono 6.000 Cavalli
Grazie
76 minuti senza battere ciglio
Buongiorno prof.un altra lezione di storia e di pronuncia....."elettroencefalogramma" ahahahah
Sono appassionata della seconda guerra mondiale, tramite Mirko abbiamo conosciuto lei e il canale e sinceramente la prima guerra mondiale è interessantissima, davvero poco studiata, stamattina ho capito qualcosa in più e le mappe le trovo davvero utili, si capiscono tante cose e tattiche militari conoscendo il territorio sul quale si svolgono le battaglie, grazie per questa lezione
Esposizioni sempre ricche di spunti e molto complete. Servirebbe solo qualche grafica in più a corredo.
un fratello di mio nonno vestì la divisa di sott'ufficiale della regia marina austriaca nella prima guerra mondiale e alla loro sconfitta ricevette la pensione come cittadino austriaco.
Prof Cimmino, che io sappia, è il lungagnone il Granduca Nicola
confermiamo
Dovrebbero andare a vedere cosa c'è nella galleria murata, magari si trovano reperti storici.
crediamo sia un cimitero di guerra, sarebbe indelicato oltreché illegale mettersi a profanare il riposo dei caduti..
@@domusorobica2014 se avessero fatto lo stesso ragionamento con gli egizi a quest'ora non conosceremo Tutankamon.😁
Per noi Caporetto costituisce una sconfitta di immane proporzioni per vari motivi: in rapporto alle nostre aspettative(dovevamo far crollare l'impero in poche settimane), perdemmo sempre metà del nostro esercito tra prigionieri e sbandati(non potevamo più proseguire con le spallate), per non parlare delle tonnellate di fango gettate sul nostro esercito.
A me pare che l'entente cordiale fu conclusa tra Francia e Regno Unito e non fra Francia e Russia.
A me pare che l'entente cordiale fu conclusa tra Francia e Regno Unito. Francia e Russia conclusero la Duplice Intesa nell’ultimo decennio del XIX secolo, cui poi aderì il Regno Unito.
Cimmino Venerato Maestro...
Interessante
👍👍👍👍👍👍👍👍👍👍👍❤️
Professore sicuramente lei capisce tante cose ma mi sembra carente in tecnologia sugli armamenti della seconda guerra mondiale, l'obice di cui le parla è il famoso obice 75/18 mod. 34 o mod.35 che era lo stesso che montavano i semoventi da 75 mm era in grado di sparare anche teso avendo un alzo da -10 a +50 e se era dotato di proiettili heat (a carica cava) a 500 metri fermavano qualsiasi T34
Potrebbe anche essere, ma non vediamo il nesso con un video sulla Grande Guerra.
@@domusorobica2014 scusate ero convinto che era il video sugli alpini a Nikolaevka dove per l'appunto si è parlato di queste armi
Il Professor Cimmino crea dipendenza
tra qualche ora nuova dose..
@@domusorobica2014 grazie di esistere
Professore ci racconti Cheren tra l'altro c'erano anche i suoi Alpini.
Uno de los fuertes bien conservados de la fortaleza de Przemyśl. ruclips.net/video/EoUAuCY8qYc/видео.html Saludos cordiales de Przemyśl
Troppe digressioni per evidenziare sapienza non consentono un quadro chiaro dell'accaduto.
Il deserto dei tartari 🤔❓
nel film di Zurlini le divise sono chiaramente quelle dell'esercito asburgico
@@domusorobica2014 più che altro,lei m ha rappresentato un campo di battaglia dagli spazi immensi, e m è venuta in mente l ambientazione del film di zurlini
Barbero è il numero 1 ma Cimmino è il numero 2
Ci spieghi perché attaccammo la Russia? che ci aveva fatto?
noi non attaccammo la Russia...era nostra alleata. Attaccammo l'impero Austroungarico..
Ma perché abbiamo invaso la Russia?
Guarda che è il video sbagliato per questo genere di domande.
Solo un raccontino alla Walt Disney, non un documento non una parola dei protagonisti, non il quadro strategico. Poco, molto poco.
a qualcuno, statisticamente, doveva non piacere..
I ruteni fino al 1900 erano considerati i tirolesi dell est.
Poi si scontrano con gli ungheresi e la loro voglia e di magiarizzare tutto quello che era in transleitania ( non esattamente est, ma era il regno di Ungheria in quanto dall' altra parte del leite) e impedire variazioni alla forma bi monarchica post 1866.
I cechi non erano tanto pro indipendenza, anche se è vero che molti lo erano, in proporzione erano una minoranza, e lo diventarono sempre per il fatto che volevano essere paragonati agli ungheresi ma gli ungheresi non volevano una terza divisione.
In pratica a scassare l impero era Budapest.
Infatti anche l'erede al trono imperiale, l' arciduca Francesco Ferdinando, aveva rapporti tesi con la componente ungherese dell' impero perché non tollerava la loro mania di magiarizzare i popoli sottomessi alla corona di santo Stefano.
Ma, infatti, credo che molto della confusione tra i popoli asburgici sia stata fatta dagli esuli e dalle persone cosiddette "colte", perché sicuramente gli eserciti austro-ungarici ebbero sempre una certa consistenza numerica ed è evidente che combatterono con patriottismo tutte le etnie, perché l'Austria sopravvisse a molte sconfitte. Non puoi riformare un esercito, nemmeno con la forza se la gente si ribella di continuo, e se non c'è nemmeno una minima identificazione con le istituzioni. Il patriottismo o il nazionalismo delle singole etnie era patrimonio di chi aveva studiato ed anche di persone semplici, che spesso non avendo un futuro si organizzavano in bande segrete nazionaliste, ma di qualsiasi etnia fossero i soldati comuni combatterono con onore nell'esercito asburgico fino all'ultimo, quando la fame piegò gli imperi centrali molto più degli alleati occidentali.
L'Ungheria fu sempre l'elemento tossico dei domini asburgici.
@@stefanodadamo6809 gli unici elementi tossici erano gli esuli di qualsiasi etnia: anche tra gli slavi, perché anche nella Grande Guerra i futuri cecoslovacchi come gli sloveni si arrendevano in massa al fronte russo per solidarietà verso la comune origine slava con i soldati dell'impero zarista, ma quando li trasferivano sul fronte italiano o su fronti diversi anche da quello italiano, Serbia o altro non avvenivano le rese di massa come tanti episodi dell'offensiva Brusilov del 1916,anzi i soldati absurgici di qualsiasi etnia ritrovavano quella combattività , che spariva in Galizia, Rutenia, Polonia russa ed Ucraina . Ed anche molti episodi dell'inizio del conflitto. Nel 1740 -1748 quando si è trattato delle difficoltà della guerra di successione austriaca o prima guerra slesiana, quanto ci sia di vero non lo so, ma è nota la storia in base alla quale l'imperatrice andò a chiedere l'appoggio dei nobili ungheresi e di tutti i sudditi magiari, per capovolgere la situazione militare critica ed ottenne l'appoggio che voleva, cacciando i francesi ed i tedeschi ( precisamente i bavaresi) dal territorio austriaco, salvando la corona.
Marco Cimmino è davvero eccezionale. Non ho mai sentito uno studioso più preparato.
Von Salza non era il nome del Gran Maestro dei Cavalieri Teutonici sotto Federico II di Svevia?
immagino sia stato un discendente della medesima stirpe...
Il nostro amatissimo prof. 😁
Dove posso trovare notizie sulla parte murata e chiusa dai francesi dal 1917 di Fort Vaux?
Su un qualunque libro che tratti di Verdun: "L'enfer de Verdun", ad esempio. La faccenda è piuttosto nota, anche se un po'controversa.
Grazie professore.
Bella conferenza del professore, interessante come sempre. L'esempio di Lissa però non è corretto: ho appena approfondito l'argomento e posso affermare con una certa sicurezza che l'uso del dialetto veneto nella marina austriaca a Lissa sia una leggenda come anche la predominanza di marinai veneti. Su un complemento di equipaggi di circa 7.000 uomini i marinai veneti erano circa 600, la stragrande maggioranza era formata da croati. Si ricorse ai marinai veneti con grande riluttanza e solo per i gravissimi problemi nell'armare la flotta a Pola. Tra i comandanti di vascello (escluso il navigiio minore) nessuno era veneto. Questo perché dopo i fatti del 48/49 la marina aveva subito una fortissima epurazione della componente veneta sia nel nome che negli equipaggi/comandi. È vero che il corpo ufficiali austriaci si era formato all'accademia navale di Venezia e quindi verosimilmente conosceva il veneto e qualche parola a bordo poteva scapparci, ma sicuramente non negli ordini ufficiali, figurarsi nelle comunicazioni dell'ammiraglio.
vero è che se erano croati di mare è molto probabile che conoscessero il dialetto veneziano
Beh, se per Croati intendiamo Istriani e Dalmati, credo che parlassero un dialetto veneto. Se, invece, i marinai venivano da Karlovac o da Buzet, avranno parlato serbo-croato. 😀
@@marcocimmino6514 certo il dialetto veneto poteva essere conosciuto, ma di certo non era la lingua in uso nella marina austriaca al tempo Lissa. Tanto per fare un esempio il segnale innalzato da Tegethoff poco prima dello scontro recitava "Muss sieg vob Lissa werden" non "Ciapemo na vitoria a Lisa" :-) ps: di certo il mio veneto è peggiore di quello del Tegethoff
Eppure, i comandanti erano tenuti a conoscere due lingue: il tedesco e la prevalente sotto il loro comando. La cosa non mi convince del tutto: fonti?
Crediamo sia corretto supporre che gli imbarcati venissero tutti dal littorale, gente con una solida esperienza delle acque. Un nostromo di Karlovac è come un timoniere di Vicenza, possibile ma non probabile. Più facile trovare imbarcati di Ragusa, d'Abbazia, di Cittanova, Rovigno, Orsera, Spalato, Veglia (città abitate sia da italiani, da croati, da morlacchi e da piccole minoranze ungheresi o bosniache). La questione linguistica poi, in un impero cosmopolita come quello austroungarico è un rompicapo insolubile. Ad oggi non è ancora chiaro quale fosse, per esempio, il ceppo linguistico dominante nella repubblica di Ragusa. Probabilmente esisteva un bilinguismo diffuso che faceva dell'italiano la lingua "colta" del mare e dei commerci e del serbo-croato la lingua bassa. E' questo che ci induce a pensare ai comandi in veneto sul ponte della Ferdinand Max a Lissa. Ma la questione è aperta..
La descrizione, chiaramente indispensabile, da parte del Prof. Cimmino della struttura e delle dinamiche all'interno dell'esercito imperiale Austro-Ungarico mi ha fatto venire in mente che uno che sarebbe interessantissimo ascoltare per capire a fondo come l'impero sia durato per secoli e come si sia alla fine disgregato sarebbe il Prof. Raoul Pupo dell'Università di Trieste, uno davvero bravissimo..
hai per caso un contatto?
@@domusorobica2014 No, purtroppo, ho solo visto l'anno scorso qualche intervento, fra cui questo ruclips.net/video/UllGKRVZi4Q/видео.html sulle foibe (ma non solo), che ho trovato estremamente preciso, ben esposto e molto interessante
Trovo le conferenze del professor Cimmino sempre molto originali, non solo e non tanto per gli argomenti trattati, ma soprattutto per i valori che riesce a trasmettere nell'esposizione: ogni volta porto a casa non solo una testa più piena, come mi succede con altri relatori, ma anche un cuore più contento. Grazie professor Cimmino, grazie Domus Orobica.
professore buongiorno, sono stato a przemysl un po di giorni, dopo che mi sono fatto tutta la galizia prima in macchina e poi in treno, sempre da cracovia, soggiornando in totale 12 giorni. visitato tutti i forti di cracovia e poi i punti chiave galiziani con le sue battaglie principali e i vari cimiteri....a przemysl ho visitato tutti i forti. beh non e' vero che sono tutti sottosopra, alcuni sono intatti e il salis soglio e' mastodontico, uno dei piu' grandi forti della grande guerra e non e' tutto distrutto come ha detto, basti pensare che tra suo esterno e interni, ci ho impiegato tre orette. forse si e' confuso con il borek. comunque saluti e complimenti, la seguo sempre con piacere.
Lectio magistralis
Grazie Professore. Ottima presentazione
Finalmente! Sto continuamente a compulsare, la play list del sito, per vedere le novità e finalmente il "nostro" professore! Ora silenzio e concentrazione.
Buonasera, grazie per il lavoro che fate,nella mia ignoranza, in modo serie e competente con i conferenzieri ( anche qui nella mia ignoranza) preparati, competenti, onesti e passionevoli. E solo una piccola cosa, non so se e perché avete un tempo limite o il file peserebbe troppo, ma la parte riguardante le eventuali domande non sarebbe possibile inserirla? Ripeto piccola cosa non indispensabile ma potrebbe essere interessante per qualche eventuale chicca. Grazie ancora, sono un appassionato di storia e qualche argomento più o meno già conoscevo, almeno a spanne, ma non tanto nel dettaglio e proprio bene
di norma le domande non vengono riportate perché gli interlocutori non hanno un microfono calibrato con quello del relatore, si sentirebbe poco o nulla dei loro interventi. In compenso inseriamo comunque le risposte nel girato. Mettiamo che ad un certo punto qualcuno abbia chiesto: " dove si trova la Galizia?", la risposta si troverà comunque all'interno del video quando il nostro ospite dirà: "La Galizia si trova attualmente a ridosso dei confini polacco-ucraini" (solitamente il taglio viene coperto con delle fotografie o qualcosa di simile). Per cui non avrete le domande ma avrete le risposte. Quando avremo fatto gli abbonamenti al canale introdurremo un opzione per intervenire in diretta.
Pure "z" con il puntino sopra si legge come "rz"
Chi perde la guerra si tiene la Galizia...😉
Nikolashka.
Grande storico
Aspettavo da tempo l'appuntamento con la domus e cimmino. Grazie atutti.
Ha una capacità di parlare a braccio che è semplicemente sorprendente
non mi stancherei mai di ascoltarla professore
Il professore si fa attendere ...come le belle donne!
molto bello ed esauriente. Non sono studioso e non conosco gli episodi salienti del fronte orientale, in quanto pochi parlano ancora della grande guerra e nessuno del fronte orientale. Volevo dissentire però sulla considerazione iniziale a riguardo di Caporetto, che fu si un episodio come tanti altri nel risiko della grande guerra, ma è stato e viene ricordato come la disfatta (l'onta, l'umiliazione) in quanto come capita nel risiko, si lasciò colpevolmente e con supponenza che l'avversario accumulasse 6 divisioni tedesche, dietro il monte nero, vrata, morzil etc. ma soprattutto perché l'esito di quella battaglia provocò la grande ritirata oltre il Tagliamento e poi ancora oltre il Piave, dopo 11 battaglie per l'Isonzo con 3centomila morti. Una ritirata non organizzata e al momento incomprensibile che provocò disastri e umiliazioni e conseguenze indicibili per chi non riuscì o non volle scappare, ma anche a chi si ritirò ... Mio nonno (ragazzo del 99) fu ferito sul Grappa e mi raccontava...
Parlando a livello di logistica , come facevano gli eserciti a spostarsi su strade che erano poco più che sentieri ?
a piedi o a cavallo..
Vorrei porre 2 domande...
La prima, più leggera: perché i soldati cercavano proprio prostitute Ebree?
La seconda: come è possibile recuperare le conferenze del prof. Cimmino sulla guerra civile americana e sulla guerra russo giapponese?
A Przemysl era presente una nutrita comunità ebraica che vide nella presenza della guarnigione una occasione di facile guadagno, inoltre la forzata concentrazione nella piazza di decine di migliaia di uomini sostanzialmente inattivi rendeva la convivenza con l'elemento femminile assai problematico. A noi risultava che gli israeliti fossero particolarmente attivi sul mercato nero ma le testimonianze sono molteplici e potrebbe esserci scappato qualcosa. Comunque non ci risultano incontri di Cimmino su quei temi specifici.
@@domusorobica2014 vi ringrazio per la risposta.
Erroneamente avevo colto nella conferenza che ci fossero state in precedenza incontri su quei due argomenti.
abbiamo in cantiere una serie sulla Guerra di Secessione per questa primavera ma non sarà Cimmino il relatore
Lui è indiscutibile,ma dopo aver sentito mitopoietica e apotropaico non sono piu' stato me stesso,vago ancora senza meta nell'oblio...
1:12:10 volarono più bestemmie che cannonate ... 😏
Domus Orobica, e' vietato parlare di contenuti su altri supporti?
in che senso?
@@domusorobica2014 Per approfondire ho consigliato di ascoltare una puntata del podcast "The history of the Great War" dedicata a Przemysl su Spotify ma i commenti sono stati rimossi...
riposta pure, talvolta scompaiono anche i nostri commenti e non sappiamo perchè
q
Troppe interruzioni, tuttavia sempre ottimo