Bellissima e lucidissima ricostruzione del pensiero di Heidegger di cui dovremmo fare i conti ora, in una società occidentale dove la lucidissima analiso di Heidegger pone in continuità metafisica, scienza e tecnica come evoluzioni di un progetto di soggiogare la natura, di farsi Dio l'uomo stesso, fino a portare all'eugenetica e al transumanesimo come obiettivo principale della storia umana: superare la propria finitezza e l'angoscia che ognuno percepisce sentendosi gettato nel mondo della rappresentazione. Un concetto simile a quanto riportato nella gnosi ma invertito: nella gnosi il.fine è riconoscere il divino dentro di noo e superare.la rappresentazione per unirsi al.Tutto, nel caso di metafisica e scienza conoacere Dio per superarlo e sostiuirci a lui. La critica di Heidegger ha esattamente lo scopo di esporre.il fatto che l'uomo occidentale, non ha sbagliato la domanda, ma ha sbagliato il presupposto: invece di comprendere vuole dominare e manipolare.
Banalizzo un po': Platonismo, Cristianesimo, Progresso Scientifico, Volonta` di Potenza, Tecnologia tutti tentativi dell'uomo per padroneggiare e dare un senso al mondo.
La domanda finale che si fa Heidegger, cioe` come impiegare il pensiero per capire a cosa l'uomo ha rinunciato per avere la filosofia non puo` trovarsi nell'idea del Coro greco descritto da Nietzsche nella Nascita della Tragedia? Non cercare di padroneggiare la Natura, ma fondersi con essa attraverso la liberazione delle pulsioni umane.
24:26 “volontà politica di decidere della vita e della morte, perché questo è la Repubblica di Platone...” Finalmente. Qualcuno dice cosa realmente è la Repubblica di Platone, “esplicitissima” nel V, concetto reiterato in più parti negli altri libri: eugenetica, creazione di un essere superiore. È il primo filosofo che lo dice con chiarezza e con due parole: neanche Popper - che però fu piuttosto confuso e prevenuto, secondo il mio modestissimo parere - forse l’unico altro. Grazie anche per questo; grande come al solito Professor Sini.
Il video si interrompe prima della fine... Però Carlo Sini parla di questo stesso argomento (questo saggio di Heidegger) in questa coppia di video (prima parte + seconda parte): Parte 1/2: ruclips.net/video/5Q4gTo5dync/видео.html Parte 2/2: ruclips.net/video/JXtN-gfzc_4/видео.html
La lección del maestro Sini se quedó corta porque no expuso el tema de la técnica respecto a la cibernética. En un segundo tiempo debería plantearlo con mayor amplitud, pero con subtítulos es español. Ciudad de México.
Il video si interrompe prima della fine... Però Carlo Sini parla di questo stesso argomento (questo saggio di Heidegger) in questa coppia di video (prima parte + seconda parte): Parte 1/2: ruclips.net/video/5Q4gTo5dync/видео.html Parte 2/2: ruclips.net/video/JXtN-gfzc_4/видео.html
Il video si interrompe prima della fine... Però Carlo Sini parla di questo stesso argomento (questo saggio di Heidegger) in questa coppia di video (prima parte + seconda parte): Parte 1/2: ruclips.net/video/5Q4gTo5dync/видео.html Parte 2/2: ruclips.net/video/JXtN-gfzc_4/видео.html
Sini è un grande pensatore..e una persona che mi risulta gradevole;come espressività,oltre che come competenza filosofica.Sicuramente superiore alla mia. Così,mi compiaccio di discutere con gente che segue pensatori seri.La verità,non deve zittire..ma emergere.Grazie!
Il video si interrompe prima della fine... Però Carlo Sini parla di questo stesso argomento (questo saggio di Heidegger) in questa coppia di video (prima parte + seconda parte): Parte 1/2: ruclips.net/video/5Q4gTo5dync/видео.html Parte 2/2: ruclips.net/video/JXtN-gfzc_4/видео.html
Non riesco a conciliare la straordinaria esposizione del pensiero di Husserl che Lei fa in altri video e che rendono accessibili a tutti concetti estremamente difficili con la difesa del pensiero di Heidegger sulla scienza, pieno di luoghi comuni e fatto secondo me da una persona che, a differenza di Husserl, parla della scienza per sentito dire.
Quindi in Hegel il PDNC è affermato e negato.Affermato come RESULTAT,negato come rapporto fra il TERMINUS AD QUO e il terminus ad quem del divenire che,peraltro,non può essere negato.La ringrazio per la pazienza e mi scuso.
@MrApeiron1 ma nel mentre che lo si dice, si dice anche: io sono una figura di questo mutare e il mio essere nella verità è il medesimo che l'essere nell'errore (della verità). Ci sono infatti due modi d'essere della verità e dell'errore, secondo questa prospettiva. Uno è la verità come evento, che coincide con il suo essere in errore (l'errare della verità. Un altro è la adeguatezza o meno (orthotes heideggeriana, esattezza) interna alla forma transitante della verità.
@MrApeiron1 ecco, poi il pensiero di Sini in realtà questa dipendenza genealogica della scienza dalla filosofia la dice, probabilmente è la necessità di sintesi della conferenza che non permette di fare tutti i distinguo. E' però vero anche questo: la scienza viene dalla filosofia, ma quando fa la il suo mestiere non dice più "essere" e "nulla", ma usa la scrittura matematica e non si fa più domande vere sull'essere (nel senso del senso dell'essere).
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In estrema sintesi. Ci siamo dimenticati dell'Essere. Così commincia Essere e Tempo. L'essere nella sua trascendenza rimane l'oggetto della conoscenza. L'Essere non è un ente. Tutta la metafisica anela a disvelare l'Aletheia, la non nascosta che si nasconde dietro il velo di Maia. (Metafora?). Tutta la filosofia per come finora è stata intesa si è incentrata sull'uomoe ha ricercato la natura umana come un'entità metafisica per concludere da ultimo che ciò che è p solo ciò che è e arrendersi alla praxi. Tutta la filosofia viene fatta partire da Platone e il pensiero che segue si fonda su questa aurora. Orbene la filosofia non si è acorta dell'evoluzione,la sua scoperta gli è passata accanto come un fantasma. Non si è accorto che lo spirito nasce miliardi di anni prima dell'uomo e che l'uomo è solo il prodotto ultimo (ultimo?) di questo spirito. Solo per comprendere. L'universo esiste da 13.8 miliardi di anni e la sua evoluzione è stata solo termodinamica ma la sua esistenza non poteva essere recepita da nessuno, su un pianetino disperso nell'immensità e nell'eternità del tempo è nata la vita. Che cos'è la vita? La mia è una visuale diacronica che servendosi dell'analitica esistenziale cerca nel positum le tappe percorse dallo spirito. Senza soluzione di continuità si passa dal non essere per ... a quel qualcosa per cui essere. La materia si fa altro da se per stabilire leggi sconosciute da sempre a tutto l'universo. Nasce un dentro e un fuori, Già da qui, 4 miliardi e mezzo di anni fa un soggetto e un oggetto e il soggetto in modo del tutto rivoluzionario percepisce l'oggetto e interagisce con l'oggetto. Come? raccogliendo dall'ambiente informazioni attraverso l'"apertura". L'apertura diviene categoria fondamentale dell'esserci. Il nuovo esere è un essere esistenziale che è in grado di rappresentare il mondo esterno solo limitatamente alla sua apertura. L'essere esistenziale in atto costituisce un "emergenza", L'emergenza è qualcosa che viene in atto e modifica sovrapponendosi tutte le leggi finora esistite per riproporne la lettura. Di li in poi la storia dello spirito creando di volta in volta nuove emergenze e nuove leggi modifica incrementando l'apertura e con ciò la conoscenza del mondo esterno. Questo primo passo segna la nascita del dualismo della distinzione spirito materia da allora spirito e materia si separano. Spirito diviene questo nuovo modo di esserci della materia, un modo sconosciuto a tutto l'universo. Le cose al di là della fisica. Questo momento costituisce per me il primo differenziale ontologico (preferisco il termine differenziale a differenza perché in scienza il differenziale mette in relazione due grandezze che variano secondo variabili diverse apparentemente inconciliabili, due piani differenti dell’essere). In questa nuova prospettiva ho considerato il percorso dello spirito e studiando l’evoluzione son andato a disvelare una ad una le nuove emergenze. Ho fatto scorrere diacronicamente l’esserci nel suo fondamento emotivo lungo un percorso che va dalle tassie, agli istinti, alle passioni, ai sentimenti. Per altro verso ho avvertito che dopo che l’io, quello dell’anima mundi, molto prima di Fichte ha posto il non io un secondo organizzatore ha trovato dimora nell’uomo, dopo che l’io ha posto il non io, il soggetto ha posto l’oggetto, l’io ha posto l’io come oggetto, con ciò dando origine alla riflessione, alla coscienza di sé. Il pensiero è emotivamente fondato e il nostro esserci è fondato su quell’”amore” che ci lega al mondo. La storia di questo amore è la storia dello spirito. Il ci dell’essere è puro pathos a questo si deve la nostra ex sistentia. Ovviamente tutto ciò non è neppure l’inizio. Molto, molto altro c’è da dire.
Complimenti sign. Bocelli, la sua introspezione dell'essere non poteva essere ignorata. Quindi mi sono permesso di sottolineare la sua preparazione in merito. Complimenti.
Inoltre,si consideri la 2critica della ragion pratica",dove kant mantiene aperta la possibolità della fede: ( daccapo,possibilità di ritorno di un immutabile). Heidegger afferma. SOLO UN DIO CI PUO'SALVARE.Che è,in modo assoluto,l'apertura di Kant.Identica. Inoltre Sini,che è degno della massima stima e ammirazione,afferma la differenza abissale fra scienza e filosofia.Giusto,ma anche abissalemte incompleto.La scienza afferma,come principio sommo
. Ma che visione alterata ha della realtà? Poi di Heidegger lui non c'ha mai capito una mazza. Ascolti Volpi e Vattimo con attenzione e se lo rilegga bene
@MrApeiron1 in crisi nel senso che non hanno più consapevolezza. Lei registra in me una contraddizione. E fa bene. Per me la verità è una contraddizione (nella mediazione). Sono un hegeliano. Lei cita Severino. Uomo e pensatore che io stimo molto. Però io non la vedo come lui. Io non pongo come base incontrovertibile il principio di non-contraddizione. Per me non si tratta di spiegare la logia con la vita, ma la vita con la logica (sapendo, però, che ciò ddevo pur dirlo in un significato.
@MrApeiron1 così il realitivista dice: visto che non c'è una verità assoluta ed eterna, nel suo significato, ciò significa che non c'è verità. Ma ciò significa dire di nuovo una verità assoluta - che non c'è verità. Differentemente, nella prospettiva etica di Sini, si dice: la verità è la vita della verità (avrebbe così detto anche Enzo Paci) che nel suo utare rimane se stessa. Ciò è paradossale, come è chiaro, perché anche questo è affermare una verità "assoluta".
Straniero..interessantissimo ciò che scrive.La ringrazio per l'educazione e la precisione.Le chiedo: quando afferma che la scienza viene dalla filosofia.Il nulla e l'essere.Intende verità incontovretibile?Con Sini vorrei discutere certe certezze.Lei afferma come verità certe nel mentre che afferma necessariamente la non incontrovertibilità del pensiero ( e non solo del novecento) IIdialogo con persone come lei è stimolante.
Il compito del filosofo oggi è estinto (compiuto) oppure deve essere reinterpretato come figura spirituale laica che coadiuva l'individuo alla ricerca della sua Aletheia personale. Il problema che aveva individuato Heidegger a questo proposito era: che linguaggio utilizzare? Bella domanda. Lui suggeriva la poesia.
@MrApeiron1 Grazie per il consiglio da lei inviatomi,amico Straniero di Elea.Si,quando sarò stufo lo farò,e ha perfettamente ragione.le rispondo qui perchè non ho trovato canale.Ho appena risposto dall'altra parte.Mi sembra effettivamente inutile approfondire teoreticamente.la tecnica adottata dall'amico è anguillesca.Ripeto,ha perfettamente ragione.Un caro saluto.
Il video si interrompe prima della fine... Però Carlo Sini parla di questo stesso argomento (questo saggio di Heidegger) in questa coppia di video (prima parte + seconda parte): Parte 1/2: ruclips.net/video/5Q4gTo5dync/видео.html Parte 2/2: ruclips.net/video/JXtN-gfzc_4/видео.html
Inoltre:quando lei scrive:"Ma questo modello è l'altro lato della verità intesa come significato assoluto",lei VEDE la differenza fra i due assoluti tematizzati. Dunque aziona il principio di non contraddizione che,malgrado le ascendenze chiaramente nichiliste presenti anche in quel principio,la riporta di schianto all'interno di un pensiero epistemico che mal si accorda con i relativismi sparsi a piene mani poco sopra.
Sarebbe interessante chiedere ad Heidegger,se questa FINE DELLA FILOSOFIA,ha i caratteri della fede o della ragione.Kant e Heidegger parlano la stessa lingua.Kant lo vede nella considerazione della criticità del giudizio,heidegger nella assoluta eterogeneità dell'ente in confronto all'ESSERE.E' un limite visto da due parti differenti,ma sostanzialmente identici.Kant afferma che nei suoi limiti la ragione è finita ( ma qualitativamente infinita proprio grazie a quei limiti)
@MrApeiron1 *là. Mettiamola così: la verità è una questione etica, non teoretica. E' anche quello che dice Sini. Voglio dire: che ci sia la verità, questo è assoluto; che cosa sia la verità, questo è relativo. Il che significa sfuggire sia alle morse dell'assolutismo che del relativismo. Perché quando il relativismo dice che tutte le verità sono uguali, sta dicendo anche che non ci sono verità. Ma questo modello è l'altro lato della verità intesa come significato assoluto.
La ringrazio.Mi creda,la contraddizione non è in lei in senso negativo.TUTTI siamo nichilisti! Vero che lo scienziato parla dell'essere e del nulla come l'uomo comune.Concordo.Ovvero;li pensa in modo NON-ONTOLOGICO.Interessante quel "semmai li crea".Lei si definisce "hegeliano".Molto interessante 8 aggiungerei "coraggioso"di questi tempi!).E questa sua affermazione collima perfettamente con la sua affermazione di non porre il PDNC come base incontrovertibile.
Un' ultima domanda: quando lei afferma che " per lei la verità è una contraddizione"..intende differenziare questa affermazione da quell'altra che dice " la verità non è contraddittoria"? Per Hegel il RESULTAT NON E' contraddittorio.Non soggiace alla contraddizione.la contraddizione è tolta.
(Dice: che cosa sia la verità,è relativo. Ma è PROPRIO NELLA DETERMINAZIONE DELL'INDUBITABILITA' DEL RELATIVO,che il suo discorso naufraga. Per quanto sia in buona compagnia,mi creda. Non posso dire: è relativo ciò che non conosco!) fra parentesi la parte omessa finale dell'intervento..poi segue.
CARMELO BENE E' ANDATO OLTRE QUESTO CONCETTO MENTALE COMPARANDO L'ASTRAZIONE DEL PENSIERO FILOSOFICO CON L'ASTRAZIONE ESISTENZIALE UMANA PER LUI ESSERE O ESSERCI IN FUNZIONE DELLA MORTE VOLEVA DIRE IL NULLA IN QUANTO LA VITA RAPPRESENTA LA MORTE DELLA MORTE CIOE' LA MORTE CHE MUORE NON LA VITA CHE MUORE QUINDI CHE VALORE DARE AD ESSA?
@@fabiopomponi4837 non lo so. Tre parole che ai più che analizzano il Pensiero in quanto Ente non conoscono. Non si conoscono nemmeno le parole per descrivere ciò che è Pensiero. Bene era cosciente di questo, si sforzava di rendere comprensibile il concetto di Vita , come lo conosciamo noi, ribaltandolo nell'opposto. FORSe il traguardo ultimo di un uomo è essere Pensiero . D"accordo con Bene, ma credo che con i mezzi che possiedo, al più, posso giudicare il tutto come un estetismo lessicale,per quanto detto sopra.
SICURAMENTE E' UN CONCETTO LOGICO DIALETTICO LESSICALE PER DESCRIVERE IN PAROLE SEMPLICI CIO' CHE NOI CHIAMIAMO VITA MA CHE IN REALTA' E' UNO STATO COSCIENTE DI COMA PRIMA DI TORNARE NEL NULLA DA CUI TUTTO POTREBBE PROVENIRE.
Sono importanti dei chiarimenti: Severino nega il PDNC in senso ontologico incontrovertibile,perchè nello stesso,è supposto un TEMPO in cui l'essere E' non essere e viceversa.Dunque,la verità di Parmenide è negata.ma per Severino,ANCHE parmenide soggiace alla contraddizione.perchè in forza del LOGO nega l'EVIDENZA..contravvenendo così al PDNC che ( PER PRIMO!!!) è responsabile di questa negazione!
Heidegger afferma,mediante un trito ritornello,che NON ESITE UNA VERITA' ASSOLUTA,EPISTEMICAMa si guarda bene dal considerare questa affermazione come fede.Heidegger afferma ( e non potrebbe fare altro) che non esistono verità assolute.Ma con un tono,che mi pare traspaia anche dalle parole di Sini,assolutamente epistemico.Sini dice infatti che heidegger "SA..." che la filkosofia è morta.SA..non DUBITA.
dovrebbe quindi indicare lo statuto ontologico della sua affermazione. Inoltre,quando lei stabilisce la dicotomia fra l'esistenza della verità,la cui esistenza lei afferma essere assoluta ( ma dal fondo le grida del relativismo ancora si odono),e la relatività dei CONTENUTI di questa verità:ebbene,lei trascina,perpetua una contraddizione insanabile. Infatti,affermare che è relativo il " CHE COSA SIA"la verità,è solo apparentemente una relativizzazione. Ma al contrario soggiace
Riprendo una parte involontariamente omessa del terzo intervento... Ma al contrario soggiace (al terrificante ELENCHOS. E questo è evidente,qualora si consideri il fatto che affermare senza dubbio la relatività del che cosa,è errato.) Fra parentesi la parte ripresa.
@MrApeiron1 beh certo, lei cita Godel, un grande genio. Lì si può ancora discutere. Il suo è un pensiero che è ancora al margine. Però, vede, lo scienziato che si incontra innanzitutto e per lo più, parla dell'essere e del nulla come l'uomo comune. Quando poi mette in atto la sua vera azione scientifica, non parla dell'essere e del nulla. Semmai li crea. Ma alloa stiamo parlando di cose diverse. O, meglio, e credo potremmo intenderci su questo, dimostra quanto siano in crisi le scienze europee
Hegel,afferma la dialettica,dunque la COMMISTIONE che necessariamente è implicata dal divenire,di categorie OPPOSTE.Però,alla fine,in Hegel,la CONTRADDIZIONE E' RISOLTA ( resultat).Però,in questo RESULTAT,una parte del divenire è NECESSARIO DIVENTI NULLA." nell'esser l'altro da sè"la contraddizione è,in Hegl,"risolta".Però resta il NULLA.Quel nulla anche minimale ma senza il quale,non si darebbe il necessario sviluppo categoriale.
@MrApeiron1 mi creda, sarebbe molto più bello potersi confrontare faccia a faccia. E' sepre difficile farsi capire quando si usano questi mezzi "informatici". Sappia però che, come per Severino, sono molto felice di trovare persone com lei, teste pensanti, anche se in disaccordo con me. Invece che degli squallidi Odifreddi qualunque.
Si consideri, inoltre,che lei scrive: " Il che significa sfuggire sia alle morse dell'assolutismo che del relativismo." D'accordo,ma a meno che lei non voglia classificare come NULLA,questa fantomatica condizione che se ne starebbe in divina solitudine,allora la deve DIFFERENZIARE. Dunque,ne deve riconoscere l'identità. Pena,al contrario, il non poter dire nulla
Lei scrive : " Mettiamola così: la verità è una questione etica, non teoretica. E' anche quello che dice Sini. Voglio dire: che ci sia la verità, questo è assoluto; che cosa sia la verità, questo è relativo.". E' tutto molto interessante,ma non riesce a sostenere il ragionamento. Le chiedo: è possibile un'etica senza teoresi? Se la sua non vuole essere una verità DEFINITIVA ( lei infatti critica i relativisti proprio per la pretesa che hanno di determinare un ASSOLUTO da un relativo
Certo che chiudere questa lezione così come è stato fatto, e cioè in maniera incompleta e praticamente tranciata all'improvviso dopo 48 minuti di ragionamento e ascolto da parte di noi utenti è proprio un crimine, con tutto il rispetto per il Professore Sini che è uno dei miei relatori preferiti per quanto riguarda le lezioni di filosofia, ma forse sono solo deluso perché ero intento a vedere come si sviluppava l'argomentazione brillantissima fino al momento dell'interruzione del tutto sorprendente e imprevista, che mi ha lasciato basito e di sicuro un po' arrabbiato! Vabbe' ci sarà pure un motivo valido che forse non conosco, per questa cosa qui che è capitata all'interno di una così superlativa conferenza. In ogni caso... Spero che non mi capiti mai più una cosa del genere!🤦♂️ Speriamo. Mah? 🤷♂️
Il video si interrompe prima della fine... Però Carlo Sini parla di questo stesso argomento (questo saggio di Heidegger) in questa coppia di video (prima parte + seconda parte): Parte 1/2: ruclips.net/video/5Q4gTo5dync/видео.html Parte 2/2: ruclips.net/video/JXtN-gfzc_4/видео.html
Quindi lei rileva la contraddizione dei relativisti ( che affermano il necessario dal contingente),ma poi opera nello stesso modo,affermando che la verità esiste assolutamente,e che però è relativo che cosa sia. Ovvero,si unificano i contrari..ma specificando bene i rispettivi ambiti ontologici. Nel suo libro " passare il segno".Semiotica,cosmologia,tecnica " ( il saggiatore-1981) Sini cade nelle medesime contraddizioni. E nelle medesime soluzioni contraddittorie.A presto e grazie.
che dal nulla nulla si genera.Ovvero,tira in ballo quel discorso fra ESSERE e NULLA che identifdica eccome la scienza alla filosofia.Certo non come prassi volgasrmente intesa,ma come inevitabile identificazione.Se parlki del nulla,parli di filosofia.Se parli dell'essere,parli di filosofia.Senza questo richiamo,non si potrebbe nemmeno parlare didifferenza fra i due ambiti. Comunque video bellissimi!
Conosci mila? E Milla? E la banda del buko che s apre a corona 👑? Quella del tocco acqua s benedetto? E skate banana 🍌 double contact che quando passa a 3 più non c'è?
Bellissima e lucidissima ricostruzione del pensiero di Heidegger di cui dovremmo fare i conti ora, in una società occidentale dove la lucidissima analiso di Heidegger pone in continuità metafisica, scienza e tecnica come evoluzioni di un progetto di soggiogare la natura, di farsi Dio l'uomo stesso, fino a portare all'eugenetica e al transumanesimo come obiettivo principale della storia umana: superare la propria finitezza e l'angoscia che ognuno percepisce sentendosi gettato nel mondo della rappresentazione. Un concetto simile a quanto riportato nella gnosi ma invertito: nella gnosi il.fine è riconoscere il divino dentro di noo e superare.la rappresentazione per unirsi al.Tutto, nel caso di metafisica e scienza conoacere Dio per superarlo e sostiuirci a lui.
La critica di Heidegger ha esattamente lo scopo di esporre.il fatto che l'uomo occidentale, non ha sbagliato la domanda, ma ha sbagliato il presupposto: invece di comprendere vuole dominare e manipolare.
Bellissima lezione. Grazie.
Banalizzo un po': Platonismo, Cristianesimo, Progresso Scientifico, Volonta` di Potenza, Tecnologia tutti tentativi dell'uomo per padroneggiare e dare un senso al mondo.
La domanda finale che si fa Heidegger, cioe` come impiegare il pensiero per capire a cosa l'uomo ha rinunciato per avere la filosofia non puo` trovarsi nell'idea del Coro greco descritto da Nietzsche nella Nascita della Tragedia? Non cercare di padroneggiare la Natura, ma fondersi con essa attraverso la liberazione delle pulsioni umane.
Grazie infinite Professore
24:26 “volontà politica di decidere della vita e della morte, perché questo è la Repubblica di Platone...”
Finalmente. Qualcuno dice cosa realmente è la Repubblica di Platone, “esplicitissima” nel V, concetto reiterato in più parti negli altri libri: eugenetica, creazione di un essere superiore.
È il primo filosofo che lo dice con chiarezza e con due parole: neanche Popper - che però fu piuttosto confuso e prevenuto, secondo il mio modestissimo parere - forse l’unico altro.
Grazie anche per questo; grande come al solito Professor Sini.
Ciao, non esiste la seconda parte o sapete dove posso recuperarla?
Il video si interrompe prima della fine... Però Carlo Sini parla di questo stesso argomento (questo saggio di Heidegger) in questa coppia di video (prima parte + seconda parte):
Parte 1/2: ruclips.net/video/5Q4gTo5dync/видео.html
Parte 2/2: ruclips.net/video/JXtN-gfzc_4/видео.html
Ma esiste in rete la lezione di Volpi?
Anche io la cerco ma non l’ho trovata!
La lección del maestro Sini se quedó corta porque no expuso el tema de la técnica respecto a la cibernética. En un segundo tiempo debería plantearlo con mayor amplitud, pero con subtítulos es español. Ciudad de México.
FINISCE SUL PIU' BELLO
Il video si interrompe prima della fine... Però Carlo Sini parla di questo stesso argomento (questo saggio di Heidegger) in questa coppia di video (prima parte + seconda parte):
Parte 1/2: ruclips.net/video/5Q4gTo5dync/видео.html
Parte 2/2: ruclips.net/video/JXtN-gfzc_4/видео.html
Il continuo, per favore?
Il video si interrompe prima della fine... Però Carlo Sini parla di questo stesso argomento (questo saggio di Heidegger) in questa coppia di video (prima parte + seconda parte):
Parte 1/2: ruclips.net/video/5Q4gTo5dync/видео.html
Parte 2/2: ruclips.net/video/JXtN-gfzc_4/видео.html
W. Benjamin playlist: ruclips.net/p/PL3fgeUuxrfbVCFs_aHJH2LrnhMDkCaP5k
Sini è un grande pensatore..e una persona che mi risulta gradevole;come espressività,oltre che come competenza filosofica.Sicuramente superiore alla mia. Così,mi compiaccio di discutere con gente che segue pensatori seri.La verità,non deve zittire..ma emergere.Grazie!
Il video si interrompe prima della fine... Però Carlo Sini parla di questo stesso argomento (questo saggio di Heidegger) in questa coppia di video (prima parte + seconda parte):
Parte 1/2: ruclips.net/video/5Q4gTo5dync/видео.html
Parte 2/2: ruclips.net/video/JXtN-gfzc_4/видео.html
Non riesco a conciliare la straordinaria esposizione del pensiero di Husserl che Lei fa in altri video e che rendono accessibili a tutti concetti estremamente difficili con la difesa del pensiero di Heidegger sulla scienza, pieno di luoghi comuni e fatto secondo me da una persona che, a differenza di Husserl, parla della scienza per sentito dire.
Quindi in Hegel il PDNC è affermato e negato.Affermato come RESULTAT,negato come rapporto fra il TERMINUS AD QUO e il terminus ad quem del divenire che,peraltro,non può essere negato.La ringrazio per la pazienza e mi scuso.
Un illuminato
@MrApeiron1 ma nel mentre che lo si dice, si dice anche: io sono una figura di questo mutare e il mio essere nella verità è il medesimo che l'essere nell'errore (della verità). Ci sono infatti due modi d'essere della verità e dell'errore, secondo questa prospettiva. Uno è la verità come evento, che coincide con il suo essere in errore (l'errare della verità. Un altro è la adeguatezza o meno (orthotes heideggeriana, esattezza) interna alla forma transitante della verità.
@MrApeiron1 ecco, poi il pensiero di Sini in realtà questa dipendenza genealogica della scienza dalla filosofia la dice, probabilmente è la necessità di sintesi della conferenza che non permette di fare tutti i distinguo. E' però vero anche questo: la scienza viene dalla filosofia, ma quando fa la il suo mestiere non dice più "essere" e "nulla", ma usa la scrittura matematica e non si fa più domande vere sull'essere (nel senso del senso dell'essere).
e finisce così??? come e dove va avanti?
Il video si interrompe prima della fine... Però Carlo Sini parla di questo stesso argomento (questo saggio di Heidegger) in questa coppia di video (prima parte + seconda parte):
Parte 1/2: ruclips.net/video/5Q4gTo5dync/видео.html
Parte 2/2: ruclips.net/video/JXtN-gfzc_4/видео.html
36:00 Fine della filosofia= inizio della civilizzazione del mondo sul modello occidentale.
@StranierodiElea2000 E ha ragione anche sulla necessitata limitatezza dei mezzi.D'altronde..meglio di un piccione viaggiatore! :-)
In estrema sintesi.
Ci siamo dimenticati dell'Essere. Così commincia Essere e Tempo. L'essere nella sua trascendenza rimane l'oggetto della conoscenza. L'Essere non è un ente. Tutta la metafisica anela a disvelare l'Aletheia, la non nascosta che si nasconde dietro il velo di Maia. (Metafora?).
Tutta la filosofia per come finora è stata intesa si è incentrata sull'uomoe ha ricercato la natura umana come un'entità metafisica per concludere da ultimo che ciò che è p solo ciò che è e arrendersi alla praxi. Tutta la filosofia viene fatta partire da Platone e il pensiero che segue si fonda su questa aurora. Orbene la filosofia non si è acorta dell'evoluzione,la sua scoperta gli è passata accanto come un fantasma. Non si è accorto che lo spirito nasce miliardi di anni prima dell'uomo e che l'uomo è solo il prodotto ultimo (ultimo?) di questo spirito. Solo per comprendere. L'universo esiste da 13.8 miliardi di anni e la sua evoluzione è stata solo termodinamica ma la sua esistenza non poteva essere recepita da nessuno, su un pianetino disperso nell'immensità e nell'eternità del tempo è nata la vita. Che cos'è la vita? La mia è una visuale diacronica che servendosi dell'analitica esistenziale cerca nel positum le tappe percorse dallo spirito. Senza soluzione di continuità si passa dal non essere per ... a quel qualcosa per cui essere. La materia si fa altro da se per stabilire leggi sconosciute da sempre a tutto l'universo. Nasce un dentro e un fuori, Già da qui, 4 miliardi e mezzo di anni fa un soggetto e un oggetto e il soggetto in modo del tutto rivoluzionario percepisce l'oggetto e interagisce con l'oggetto. Come? raccogliendo dall'ambiente informazioni attraverso l'"apertura". L'apertura diviene categoria fondamentale dell'esserci. Il nuovo esere è un essere esistenziale che è in grado di rappresentare il mondo esterno solo limitatamente alla sua apertura. L'essere esistenziale in atto costituisce un "emergenza", L'emergenza è qualcosa che viene in atto e modifica sovrapponendosi tutte le leggi finora esistite per riproporne la lettura. Di li in poi la storia dello spirito creando di volta in volta nuove emergenze e nuove leggi modifica incrementando l'apertura e con ciò la conoscenza del mondo esterno. Questo primo passo segna la nascita del dualismo della distinzione spirito materia da allora spirito e materia si separano. Spirito diviene questo nuovo modo di esserci della materia, un modo sconosciuto a tutto l'universo. Le cose al di là della fisica. Questo momento costituisce per me il primo differenziale ontologico (preferisco il termine differenziale a differenza perché in scienza il differenziale mette in relazione due grandezze che variano secondo variabili diverse apparentemente inconciliabili, due piani differenti dell’essere). In questa nuova prospettiva ho considerato il percorso dello spirito e studiando l’evoluzione son andato a disvelare una ad una le nuove emergenze. Ho fatto scorrere diacronicamente l’esserci nel suo fondamento emotivo lungo un percorso che va dalle tassie, agli istinti, alle passioni, ai sentimenti. Per altro verso ho avvertito che dopo che l’io, quello dell’anima mundi, molto prima di Fichte ha posto il non io un secondo organizzatore ha trovato dimora nell’uomo, dopo che l’io ha posto il non io, il soggetto ha posto l’oggetto, l’io ha posto l’io come oggetto, con ciò dando origine alla riflessione, alla coscienza di sé.
Il pensiero è emotivamente fondato e il nostro esserci è fondato su quell’”amore” che ci lega al mondo. La storia di questo amore è la storia dello spirito. Il ci dell’essere è puro pathos a questo si deve la nostra ex sistentia.
Ovviamente tutto ciò non è neppure l’inizio. Molto, molto altro c’è da dire.
Complimenti sign. Bocelli, la sua introspezione dell'essere non poteva essere ignorata. Quindi mi sono permesso di sottolineare la sua preparazione in merito. Complimenti.
Inoltre,si consideri la 2critica della ragion pratica",dove kant mantiene aperta la possibolità della fede: ( daccapo,possibilità di ritorno di un immutabile).
Heidegger afferma. SOLO UN DIO CI PUO'SALVARE.Che è,in modo assoluto,l'apertura di Kant.Identica. Inoltre Sini,che è degno della massima stima e ammirazione,afferma la differenza abissale fra scienza e filosofia.Giusto,ma anche abissalemte incompleto.La scienza afferma,come principio sommo
. Ma che visione alterata ha della realtà?
Poi di Heidegger lui non c'ha mai capito una mazza. Ascolti Volpi e Vattimo con attenzione e se lo rilegga bene
@MrApeiron1 in crisi nel senso che non hanno più consapevolezza. Lei registra in me una contraddizione. E fa bene. Per me la verità è una contraddizione (nella mediazione). Sono un hegeliano. Lei cita Severino. Uomo e pensatore che io stimo molto. Però io non la vedo come lui. Io non pongo come base incontrovertibile il principio di non-contraddizione. Per me non si tratta di spiegare la logia con la vita, ma la vita con la logica (sapendo, però, che ciò ddevo pur dirlo in un significato.
@MrApeiron1 così il realitivista dice: visto che non c'è una verità assoluta ed eterna, nel suo significato, ciò significa che non c'è verità. Ma ciò significa dire di nuovo una verità assoluta - che non c'è verità. Differentemente, nella prospettiva etica di Sini, si dice: la verità è la vita della verità (avrebbe così detto anche Enzo Paci) che nel suo utare rimane se stessa. Ciò è paradossale, come è chiaro, perché anche questo è affermare una verità "assoluta".
Straniero..interessantissimo ciò che scrive.La ringrazio per l'educazione e la precisione.Le chiedo: quando afferma che la scienza viene dalla filosofia.Il nulla e l'essere.Intende verità incontovretibile?Con Sini vorrei discutere certe certezze.Lei afferma come verità certe nel mentre che afferma necessariamente la non incontrovertibilità del pensiero ( e non solo del novecento) IIdialogo con persone come lei è stimolante.
Ma la fine è tagliata!?
Il compito del filosofo oggi è estinto (compiuto) oppure deve essere reinterpretato come figura spirituale laica che coadiuva l'individuo alla ricerca della sua Aletheia personale. Il problema che aveva individuato Heidegger a questo proposito era: che linguaggio utilizzare? Bella domanda. Lui suggeriva la poesia.
@MrApeiron1 Grazie per il consiglio da lei inviatomi,amico Straniero di Elea.Si,quando sarò stufo lo farò,e ha perfettamente ragione.le rispondo qui perchè non ho trovato canale.Ho appena risposto dall'altra parte.Mi sembra effettivamente inutile approfondire teoreticamente.la tecnica adottata dall'amico è anguillesca.Ripeto,ha perfettamente ragione.Un caro saluto.
Dove si può trovare la seconda parte della conferenza? Grazie.
Il video si interrompe prima della fine... Però Carlo Sini parla di questo stesso argomento (questo saggio di Heidegger) in questa coppia di video (prima parte + seconda parte):
Parte 1/2: ruclips.net/video/5Q4gTo5dync/видео.html
Parte 2/2: ruclips.net/video/JXtN-gfzc_4/видео.html
Inoltre:quando lei scrive:"Ma questo modello è l'altro lato della verità intesa come significato assoluto",lei VEDE la differenza fra i due assoluti tematizzati. Dunque aziona il principio di non contraddizione che,malgrado le ascendenze chiaramente nichiliste presenti anche in quel principio,la riporta di schianto all'interno di un pensiero epistemico che mal si accorda con i relativismi sparsi a piene mani poco sopra.
Sarebbe interessante chiedere ad Heidegger,se questa FINE DELLA FILOSOFIA,ha i caratteri della fede o della ragione.Kant e Heidegger parlano la stessa lingua.Kant lo vede nella considerazione della criticità del giudizio,heidegger nella assoluta eterogeneità dell'ente in confronto all'ESSERE.E' un limite visto da due parti differenti,ma sostanzialmente identici.Kant afferma che nei suoi limiti la ragione è finita ( ma qualitativamente infinita proprio grazie a quei limiti)
Y
No, e poi no. Non è chiaro - certamente - il buio che è rimasto
@MrApeiron1 *là. Mettiamola così: la verità è una questione etica, non teoretica. E' anche quello che dice Sini. Voglio dire: che ci sia la verità, questo è assoluto; che cosa sia la verità, questo è relativo. Il che significa sfuggire sia alle morse dell'assolutismo che del relativismo. Perché quando il relativismo dice che tutte le verità sono uguali, sta dicendo anche che non ci sono verità. Ma questo modello è l'altro lato della verità intesa come significato assoluto.
La ringrazio.Mi creda,la contraddizione non è in lei in senso negativo.TUTTI siamo nichilisti! Vero che lo scienziato parla dell'essere e del nulla come l'uomo comune.Concordo.Ovvero;li pensa in modo NON-ONTOLOGICO.Interessante quel "semmai li crea".Lei si definisce "hegeliano".Molto interessante 8 aggiungerei "coraggioso"di questi tempi!).E questa sua affermazione collima perfettamente con la sua affermazione di non porre il PDNC come base incontrovertibile.
Un' ultima domanda: quando lei afferma che " per lei la verità è una contraddizione"..intende differenziare questa affermazione da quell'altra che dice " la verità non è contraddittoria"? Per Hegel il RESULTAT NON E' contraddittorio.Non soggiace alla contraddizione.la contraddizione è tolta.
(Dice: che cosa sia la verità,è relativo. Ma è PROPRIO NELLA DETERMINAZIONE DELL'INDUBITABILITA' DEL RELATIVO,che il suo discorso naufraga. Per quanto sia in buona compagnia,mi creda. Non posso dire: è relativo ciò che non conosco!) fra parentesi la parte omessa finale dell'intervento..poi segue.
Heidegger ha sentito la fine della filosofia in lui , incarnando Pensiero.
CARMELO BENE E' ANDATO OLTRE QUESTO CONCETTO MENTALE COMPARANDO L'ASTRAZIONE DEL PENSIERO FILOSOFICO CON L'ASTRAZIONE ESISTENZIALE UMANA PER LUI ESSERE O ESSERCI IN FUNZIONE DELLA MORTE VOLEVA DIRE IL NULLA IN QUANTO LA VITA RAPPRESENTA LA MORTE DELLA MORTE CIOE' LA MORTE CHE MUORE NON LA VITA CHE MUORE QUINDI CHE VALORE DARE AD ESSA?
@@fabiopomponi4837 non lo so. Tre parole che ai più che analizzano il Pensiero in quanto Ente non conoscono. Non si conoscono nemmeno le parole per descrivere ciò che è Pensiero. Bene era cosciente di questo, si sforzava di rendere comprensibile il concetto di Vita , come lo conosciamo noi, ribaltandolo nell'opposto. FORSe il traguardo ultimo di un uomo è essere Pensiero . D"accordo con Bene, ma credo che con i mezzi che possiedo, al più, posso giudicare il tutto come un estetismo lessicale,per quanto detto sopra.
SICURAMENTE E' UN CONCETTO LOGICO DIALETTICO LESSICALE PER DESCRIVERE IN PAROLE SEMPLICI CIO' CHE NOI CHIAMIAMO VITA MA CHE IN REALTA' E' UNO STATO COSCIENTE DI COMA PRIMA DI TORNARE NEL NULLA DA CUI TUTTO POTREBBE PROVENIRE.
Sono importanti dei chiarimenti: Severino nega il PDNC in senso ontologico incontrovertibile,perchè nello stesso,è supposto un TEMPO in cui l'essere E' non essere e viceversa.Dunque,la verità di Parmenide è negata.ma per Severino,ANCHE parmenide soggiace alla contraddizione.perchè in forza del LOGO nega l'EVIDENZA..contravvenendo così al PDNC che ( PER PRIMO!!!) è responsabile di questa negazione!
Heidegger afferma,mediante un trito ritornello,che NON ESITE UNA VERITA' ASSOLUTA,EPISTEMICAMa si guarda bene dal considerare questa affermazione come fede.Heidegger afferma ( e non potrebbe fare altro) che non esistono verità assolute.Ma con un tono,che mi pare traspaia anche dalle parole di Sini,assolutamente epistemico.Sini dice infatti che heidegger "SA..." che la filkosofia è morta.SA..non DUBITA.
dovrebbe quindi indicare lo statuto ontologico della sua affermazione.
Inoltre,quando lei stabilisce la dicotomia fra l'esistenza della verità,la cui esistenza lei afferma essere assoluta ( ma dal fondo le grida del relativismo ancora si odono),e la relatività dei CONTENUTI di questa verità:ebbene,lei trascina,perpetua una contraddizione insanabile.
Infatti,affermare che è relativo il " CHE COSA SIA"la verità,è solo apparentemente una relativizzazione. Ma al contrario soggiace
Riprendo una parte involontariamente omessa del terzo intervento... Ma al contrario soggiace (al terrificante ELENCHOS. E questo è evidente,qualora si consideri il fatto che affermare senza dubbio la relatività del che cosa,è errato.) Fra parentesi la parte ripresa.
magnifico sini
Me ra vi glio so!!!!!
@MrApeiron1 beh certo, lei cita Godel, un grande genio. Lì si può ancora discutere. Il suo è un pensiero che è ancora al margine. Però, vede, lo scienziato che si incontra innanzitutto e per lo più, parla dell'essere e del nulla come l'uomo comune. Quando poi mette in atto la sua vera azione scientifica, non parla dell'essere e del nulla. Semmai li crea. Ma alloa stiamo parlando di cose diverse. O, meglio, e credo potremmo intenderci su questo, dimostra quanto siano in crisi le scienze europee
Hegel,afferma la dialettica,dunque la COMMISTIONE che necessariamente è implicata dal divenire,di categorie OPPOSTE.Però,alla fine,in Hegel,la CONTRADDIZIONE E' RISOLTA ( resultat).Però,in questo RESULTAT,una parte del divenire è NECESSARIO DIVENTI NULLA." nell'esser l'altro da sè"la contraddizione è,in Hegl,"risolta".Però resta il NULLA.Quel nulla anche minimale ma senza il quale,non si darebbe il necessario sviluppo categoriale.
@MrApeiron1 mi creda, sarebbe molto più bello potersi confrontare faccia a faccia. E' sepre difficile farsi capire quando si usano questi mezzi "informatici". Sappia però che, come per Severino, sono molto felice di trovare persone com lei, teste pensanti, anche se in disaccordo con me. Invece che degli squallidi Odifreddi qualunque.
Si consideri, inoltre,che lei scrive: " Il che significa sfuggire sia alle morse dell'assolutismo che del relativismo." D'accordo,ma a meno che lei non voglia classificare come NULLA,questa fantomatica condizione che se ne starebbe in divina solitudine,allora la deve DIFFERENZIARE. Dunque,ne deve riconoscere l'identità. Pena,al contrario, il non poter dire nulla
Lei scrive : " Mettiamola così: la verità è una questione etica, non teoretica. E' anche quello che dice Sini. Voglio dire: che ci sia la verità, questo è assoluto; che cosa sia la verità, questo è relativo.".
E' tutto molto interessante,ma non riesce a sostenere il ragionamento.
Le chiedo: è possibile un'etica senza teoresi? Se la sua non vuole essere una verità DEFINITIVA ( lei infatti critica i relativisti proprio per la pretesa che hanno di determinare un ASSOLUTO da un relativo
..identificazione che è da intendersi come IDENTITA'.Non come azione che porti a identificarsi due enti ab-origine irrelati.
Certo che chiudere questa lezione così come è stato fatto, e cioè in maniera incompleta e praticamente tranciata all'improvviso dopo 48 minuti di ragionamento e ascolto da parte di noi utenti è proprio un crimine, con tutto il rispetto per il Professore Sini che è uno dei miei relatori preferiti per quanto riguarda le lezioni di filosofia, ma forse sono solo deluso perché ero intento a vedere come si sviluppava l'argomentazione brillantissima fino al momento dell'interruzione del tutto sorprendente e imprevista, che mi ha lasciato basito e di sicuro un po' arrabbiato! Vabbe' ci sarà pure un motivo valido che forse non conosco, per questa cosa qui che è capitata all'interno di una così superlativa conferenza. In ogni caso... Spero che non mi capiti mai più una cosa del genere!🤦♂️
Speriamo. Mah? 🤷♂️
Il video si interrompe prima della fine... Però Carlo Sini parla di questo stesso argomento (questo saggio di Heidegger) in questa coppia di video (prima parte + seconda parte):
Parte 1/2: ruclips.net/video/5Q4gTo5dync/видео.html
Parte 2/2: ruclips.net/video/JXtN-gfzc_4/видео.html
Ho camminato sopra l'Arca di Noe'... Vedi tutto su.... www.ristabilira.it Elia il Profeta....
Quindi lei rileva la contraddizione dei relativisti ( che affermano il necessario dal contingente),ma poi opera nello stesso modo,affermando che la verità esiste assolutamente,e che però è relativo che cosa sia. Ovvero,si unificano i contrari..ma specificando bene i rispettivi ambiti ontologici.
Nel suo libro " passare il segno".Semiotica,cosmologia,tecnica " ( il saggiatore-1981) Sini cade nelle medesime contraddizioni. E nelle medesime soluzioni contraddittorie.A presto e grazie.
che dal nulla nulla si genera.Ovvero,tira in ballo quel discorso fra ESSERE e NULLA che identifdica eccome la scienza alla filosofia.Certo non come prassi volgasrmente intesa,ma come inevitabile identificazione.Se parlki del nulla,parli di filosofia.Se parli dell'essere,parli di filosofia.Senza questo richiamo,non si potrebbe nemmeno parlare didifferenza fra i due ambiti. Comunque video bellissimi!
Banale, diseducativo.
Conosci mila? E Milla? E la banda del buko che s apre a corona 👑? Quella del tocco acqua s benedetto? E skate banana 🍌 double contact che quando passa a 3 più non c'è?
Com’era bello quando anch’io avevo 13 anni come lei.
Sei troppo prolisso