Tumori della Tiroide
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- Опубликовано: 2 ноя 2024
- Il video spiega che cos'è il tumore della tiroide e quali forme può assumere. Cause e Sintomi, Classificazione, Diagnosi e Trattamento dei Tumori alla Tiroide.
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Nel precedente video abbiamo parlato dei noduli tiroidei e del fatto che in una piccola percentuale dei casi possano assumere caratteristiche tumorali maligne. Oggi approfondiremo proprio tale aspetto e vedremo più nel dettaglio che cos'è il tumore della tiroide e quali forme può assumere.
Come altri organi, anche la tiroide può essere colpita da tumori benigni e maligni. In quest'ultimo caso, si parla più propriamente di cancro. Fortunatamente, nella grande maggioranza dei casi, questi tumori sono scarsamente aggressivi e curabili con relativa facilità; hanno, infatti, un andamento clinico meno grave rispetto a molte altre neoplasie che colpiscono altri organi.
I tumori della tiroide benigni sono nella maggioranza dei casi degli adenomi. Questi derivano dalla crescita anomala di un gruppo di cellule, localizzato e separato rispetto al restante tessuto tiroideo sano da una capsula fibro-connettivale.
In alcuni casi, i noduli benigni della tiroide possono provocare un ipertiroidismo. Quando questo accade parliamo di adenoma tossico o "morbo di Plummer". I tumori della tiroide benigni si associano a prognosi positiva e, diversamente da quelli maligni, non diffondono nel corpo, quindi non metastatizzano.
Solo una piccola percentuale di noduli tiroidei, circa il 5%, nasconde dei tumori maligni. Questi possono essere distinti in quattro forme principali, diverse sia per tipologia di cellule da cui sono composti, sia per aggressività e prognosi. Queste quattro forme tumorali sono carcinoma papillare, carcinoma follicolare, carcinoma midollare e in ultimo, il più aggressivo, il carcinoma anaplastico.
Vi sono anche casi, piuttosto rari, in cui quelli alla tiroide sono tumori di origine metastatica e che originano quindi da altri organi, linfomi, cioè tumori di origine linfatica, o sarcomi, derivanti dai tessuti muscolari o cartilaginei che circondano la ghiandola.
Il carcinoma papillare e quello follicolare originano dalle cellule follicolari che compongono il tessuto della ghiandola. Questi carcinomi, chiamati anche differenziati, costituiscono circa il 90% dei tumori maligni della tiroide. La differenza tra i due è che le cellule tumorali dei carcinomi follicolari si mimetizzano meglio tra quelle normali, rendendo più difficile la diagnosi, e sono più aggressive rispetto a quelle dei carcinomi papillari. Proprio a questo proposito, è opportuno precisare subito che i carcinomi differenziati della tiroide, se trattati adeguatamente, hanno una prognosi molto buona.
Molto più rari rispetto ai differenziati sono il carcinoma midollare e quello anaplastico. Il carcinoma midollare deriva dalle cellule parafollicolari secernenti calcitonina ed è spesso associato ad altri problemi di carattere endocrino.
La forma più aggressiva e pericolosa, ma per fortuna più rara, è il cosiddetto carcinoma anaplastico o indifferenziato. Questo tumore maligno determina un rapido e doloroso ingrossamento della tiroide, tende ad invadere le strutture vicine, provoca metastasi precoci ed è molto difficile da trattare.
Il tumore della tiroide è il più frequente tumore endocrino e diversi fattori di rischio sembrano favorirne l'insorgenza. Tra questi, si ricorda l'esposizione a radiazioni ionizzanti, accidentale o a scopi terapeutici. Tra i fattori di rischio accertati c'è anche il gozzo, ossia la crescita benigna della ghiandola, che, in alcuni casi, può predisporre alla trasformazione delle cellule in senso neoplastico. Inoltre, sempre per quanto riguarda le patologie della tiroide, esiste un'importante associazione fra la tiroidite di Hashimoto e il linfoma maligno tiroideo.
Anche la familiarità per un tumore tiroideo è un fattore di rischio importante da considerare. In particolare, il carcinoma midollare può essere associato ad una sindrome, chiamata neoplasia endocrina multipla di tipo 2 (o MEN 2), che ha una base genetica.
Il tumore della tiroide, infine, è più comune nelle donne rispetto agli uomini ed il rischio aumenta con l'avanzare dell'età.
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