Buonasera dottore, molto spesso, sento dire da persone "esperte" che è necessario assumere vitamina k2, insieme alla vitamina d3, perché altrimenti si rischia di avere depositi di calcio, nei vari organi. Sarebbe così gentile da togliermi questo dubbio?
Buonasera, L'assunzione combinata di vitamina k e vitamina d può migliorare la densità ossea e ridurre l'osteocalcina sottocarbossilata (alti livelli di questa proteina nel sangue sono correlati alla comparsa di osteomalacia). La vitamina k anche da sola può migliorare la qualità della vita in soggetti a rischio elevato di fratture (es. anziani), avendo proprietà benefiche sulle ossa. Non è sempre possibile ottenere quantità sufficienti di vitamina K (140 microgrammi al giorno) con la sola dieta e quindi potrebbe essere utile una sua integrazione. Cordiali saluti, Dott. Michele Moggio
Buona Sera Dottor Moggio, volevo chiederLe: è importante prendere insieme alla vitamina D3, anche la vitamina K2, il Boro, il Magnesio e la vitamina A, per migliorarne la biodisponibilità? La vitamina D3 e la K2, devono essere prese distanziate dalle 6-8 ore, oppure si possono prendere anche nello stesso momento, quindi anche nello stesso integratore? Meglio una vitamina D3 animale ( derivante dalla lanolina ), di sintesi chimica, o vegetale ( derivante dai licheni )? Per finire, quale deve essere la proporzione tra vitamina D3 e k2? Ad esempio, se prendo 2000 U.I. di vitamina D3, quanti microgrammi di vitamina k2 dovrei assumere? La ringrazio anticipatamente per la sua Sicura Risposta. Massimo.
Buongiorno sig. Massimo, Una meta analisi dove sono stati inclusi 16 studi clinici per un totale di 6425 pazienti, conclude che l’integrazione di vitamina K può avere un ruolo sul miglioramento della densità minerale ossea nelle donne in post-menopausa e sulla riduzione dell’incidenza di fratture, favorendo la resistenza e la mineralizzazione del tessuto osseo. Tuttavia altri studi clinici suggeriscono che sono necessari altre ricerche per valutare quanto la vitamina K (associata anche alla vitamina D) possa ridurre il rischio di fratture vertebrali o non vertebrali. Un’altra meta analisi condotta su 12 studi clinici, riporta che il consumo di magnesio è solo marginalmente utile per favorire la densità ossea. Sul boro si sa ancora molto poco; uno studio condotto su 53 donne in post-menopausa suggerisce che l’assunzione di boro può influire positivamente sulla densità ossea. Tuttavia questo è solo uno studio preliminare e servono ulteriori studi clinici randomizzati e controllati per stabilire se e quanto il boro sia utile nella prevenzione o nella gestione dell’osteoporosi. Una revisione sistematica riporta che l’integrazione di vitamina A influisce negativamente sulla densità ossea lombare e femorale. Infatti il rischio tende ad aumentare con il quantitativo di vitamina A introdotto oralmente. Ci tengo comunque a precisare che questo tuttavia non è stato evidenziato con l’assunzione di β-carotene. È quasi impossibile al giorno d’oggi stabilire se (o eventualmente quanto) l’associazione tra vitamina D e K sia utile. I principali studi clinici sono stati condotti su donne in post-menopausa, ma il numero di pazienti è comunque limitato per trarre conclusioni definitive. Alcuni studi indicano effetti positivi sulla densità ossea, ma molti altri non evidenziano risultati clinicamente rilevabili. I dosaggi massimi giornalieri negli integratori alimentari per la vitamina K sono di 200 microgrammi, mentre per la vitamina D sono di 50 microgrammi (ovvero 2000 U.I.). Non esistono linee guida ufficiali per definire apporti della vitamina K in funzione della vitamina D, o se assumere vitamina K in associazione o in lontananza a quello della vitamina D. La vitamina K esiste in varie forme (vegetali, animali e sintetiche) con differenti livelli di assorbimento e biodisponibilità. Tuttavia in media l’assorbimento varia dal 40 all’80% ed è favorito dall’assunzione di composti grassi facilmente assorbibili (es. olii vegetali, ecc.). Il calcifediolo (un metabolita della vitamina D, denominato anche 25-idrossivitamina D3) permette di aumentare in modo più efficace le concentrazioni di vitamina D nel sangue, rispetto all’utilizzo della vitamina D3 (colecalciferolo). Questo risultato è stato dimostrato in uno studio clinico a sette bracci, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo e a gruppi paralleli. In genere il colecalciferolo (vitamina D3 - origine animale) è circa due volte più efficace dell’ergocalciferolo (vitamina D2 - origine vegetale) nell’aumentare i livelli plasmatici della vitamina D, quando somministrato per via orale o intramuscolare. Essendo la vitamina D e la vitamina K liposolubili, il loro assorbimento è sempre favorito dal consumo di grassi facilmente assimilabili. Per quanto riguarda il colecalciferolo da lichene islandico non ho dati disponibili in merito alla sua biodisponibilità; viene venduto come integratore alimentare, ma poco si sa. Cordiali saluti Dott. Michele Moggio Bibliografia: • Fusaro, M., Cianciolo, G., Brandi, M. L., Ferrari, S., Nickolas, T. L., Tripepi, G., ... & M. Cheung, A. (2020). Vitamin K and osteoporosis. Nutrients, 12(12), 3625. • Ma, M. L., Ma, Z. J., He, Y. L., Sun, H., Yang, B., Ruan, B. J., ... & Wang, Y. X. (2022). Efficacy of vitamin K2 in the prevention and treatment of postmenopausal osteoporosis: A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. Frontiers in Public Health, 10, 979649. • Farsinejad-Marj, M., Saneei, P., & Esmaillzadeh, A. (2016). Dietary magnesium intake, bone mineral density and risk of fracture: a systematic review and meta-analysis. Osteoporosis International, 27, 1389-1399. • Boyacioglu, O., Orenay-Boyacioglu, S., Yildirim, H., & Korkmaz, M. (2018). Boron intake, osteocalcin polymorphism and serum level in postmenopausal osteoporosis. Journal of Trace Elements in Medicine and Biology, 48, 52-56. • Crandall, C. (2004). Vitamin A intake and osteoporosis: a clinical review. Journal of women's health, 13(8), 939-953. • Van Ballegooijen, A. J., Pilz, S., Tomaschitz, A., Grübler, M. R., & Verheyen, N. (2017). The synergistic interplay between vitamins D and K for bone and cardiovascular health: a narrative review. International journal of endocrinology, 2017. • Mladěnka, P., Macáková, K., Kujovská Krčmová, L., Javorská, L., Mrštná, K., Carazo, A., ... & OEMONOM Researchers and Collaborators. (2022). Vitamin K-sources, physiological role, kinetics, deficiency, detection, therapeutic use, and toxicity. Nutrition reviews, 80(4), 677-698.
Salve Dottore,ho misurato il valore della vitamina D a dicembre ed era 28,95. Siccome dalla primavera sono esposto al sole per lavoro,si può ipotizzare che nel periodo primavera/estate i valori di vit.D siano adeguati? È ipotizzabile che la vit.D segua dei ritmi" circadiani" e che sia normale averla più alta in estate e più bassa in inverno senza per questo pensare ad una integrazione nel periodo invernale? Conosco persone che la assumono in maniera continuativa per tutto l'anno per restare a livelli di 80. Cosa ne pensa? Grazie
Buongiorno, È possibile che i valori della vitamina D siano sufficienti in primavera/estate se c'è una esposizione adeguata alla luce solare. Bisogna comunque considerare che con il passare degli anni si riduce la capacità endogena di sintesi della vitamina D e quindi è sempre utile eseguire un controllo periodico dei valori. Purtroppo la nostra pelle si è adattata per cercare di sintetizzare più vitamina D possibile nei mesi invernali (carnagione chiara) ma questo non è sempre sufficiente a causa della scarsa superficie cutanea esposta al sole. Naturalmente bisogna considerare anche il lato oscuro del sole, ovvero il photoaging. Quindi non è sempre positivo esporsi per molto tempo alla luce solare in quanto aumenta il rischio di fotoinvecchiamento. Tra i 30 e i 100 ng/mL i valori sono in genere considerati normali. Comunque non è solo questo da considerare poiché è necessario analizzare elettroliti nel sangue e MOC. Cordiali saluti Dott. Michele Moggio
Altro che è stato utilissimo e chiaro nelle spiegazioni , grazie e buona giornata
Buonasera dottore, molto spesso, sento dire da persone "esperte" che è necessario assumere vitamina k2, insieme alla vitamina d3, perché altrimenti si rischia di avere depositi di calcio, nei vari organi. Sarebbe così gentile da togliermi questo dubbio?
Buonasera,
L'assunzione combinata di vitamina k e vitamina d può migliorare la densità ossea e ridurre l'osteocalcina sottocarbossilata (alti livelli di questa proteina nel sangue sono correlati alla comparsa di osteomalacia). La vitamina k anche da sola può migliorare la qualità della vita in soggetti a rischio elevato di fratture (es. anziani), avendo proprietà benefiche sulle ossa. Non è sempre possibile ottenere quantità sufficienti di vitamina K (140 microgrammi al giorno) con la sola dieta e quindi potrebbe essere utile una sua integrazione.
Cordiali saluti,
Dott. Michele Moggio
Buona Sera Dottor Moggio, volevo chiederLe: è importante prendere insieme alla vitamina D3, anche la vitamina K2, il Boro, il Magnesio e la vitamina A, per migliorarne la biodisponibilità? La vitamina D3 e la K2, devono essere prese distanziate dalle 6-8 ore, oppure si possono prendere anche nello stesso momento, quindi anche nello stesso integratore? Meglio una vitamina D3 animale ( derivante dalla lanolina ), di sintesi chimica, o vegetale ( derivante dai licheni )? Per finire, quale deve essere la proporzione tra vitamina D3 e k2? Ad esempio, se prendo 2000 U.I. di vitamina D3, quanti microgrammi di vitamina k2 dovrei assumere? La ringrazio anticipatamente per la sua Sicura Risposta. Massimo.
Buongiorno sig. Massimo,
Una meta analisi dove sono stati inclusi 16 studi clinici per un totale di 6425 pazienti, conclude che l’integrazione di vitamina K può avere un ruolo sul miglioramento della densità minerale ossea nelle donne in post-menopausa e sulla riduzione dell’incidenza di fratture, favorendo la resistenza e la mineralizzazione del tessuto osseo. Tuttavia altri studi clinici suggeriscono che sono necessari altre ricerche per valutare quanto la vitamina K (associata anche alla vitamina D) possa ridurre il rischio di fratture vertebrali o non vertebrali. Un’altra meta analisi condotta su 12 studi clinici, riporta che il consumo di magnesio è solo marginalmente utile per favorire la densità ossea. Sul boro si sa ancora molto poco; uno studio condotto su 53 donne in post-menopausa suggerisce che l’assunzione di boro può influire positivamente sulla densità ossea. Tuttavia questo è solo uno studio preliminare e servono ulteriori studi clinici randomizzati e controllati per stabilire se e quanto il boro sia utile nella prevenzione o nella gestione dell’osteoporosi. Una revisione sistematica riporta che l’integrazione di vitamina A influisce negativamente sulla densità ossea lombare e femorale. Infatti il rischio tende ad aumentare con il quantitativo di vitamina A introdotto oralmente. Ci tengo comunque a precisare che questo tuttavia non è stato evidenziato con l’assunzione di β-carotene.
È quasi impossibile al giorno d’oggi stabilire se (o eventualmente quanto) l’associazione tra vitamina D e K sia utile. I principali studi clinici sono stati condotti su donne in post-menopausa, ma il numero di pazienti è comunque limitato per trarre conclusioni definitive. Alcuni studi indicano effetti positivi sulla densità ossea, ma molti altri non evidenziano risultati clinicamente rilevabili.
I dosaggi massimi giornalieri negli integratori alimentari per la vitamina K sono di 200 microgrammi, mentre per la vitamina D sono di 50 microgrammi (ovvero 2000 U.I.). Non esistono linee guida ufficiali per definire apporti della vitamina K in funzione della vitamina D, o se assumere vitamina K in associazione o in lontananza a quello della vitamina D.
La vitamina K esiste in varie forme (vegetali, animali e sintetiche) con differenti livelli di assorbimento e biodisponibilità. Tuttavia in media l’assorbimento varia dal 40 all’80% ed è favorito dall’assunzione di composti grassi facilmente assorbibili (es. olii vegetali, ecc.).
Il calcifediolo (un metabolita della vitamina D, denominato anche 25-idrossivitamina D3) permette di aumentare in modo più efficace le concentrazioni di vitamina D nel sangue, rispetto all’utilizzo della vitamina D3 (colecalciferolo). Questo risultato è stato dimostrato in uno studio clinico a sette bracci, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo e a gruppi paralleli.
In genere il colecalciferolo (vitamina D3 - origine animale) è circa due volte più efficace dell’ergocalciferolo (vitamina D2 - origine vegetale) nell’aumentare i livelli plasmatici della vitamina D, quando somministrato per via orale o intramuscolare.
Essendo la vitamina D e la vitamina K liposolubili, il loro assorbimento è sempre favorito dal consumo di grassi facilmente assimilabili.
Per quanto riguarda il colecalciferolo da lichene islandico non ho dati disponibili in merito alla sua biodisponibilità; viene venduto come integratore alimentare, ma poco si sa.
Cordiali saluti
Dott. Michele Moggio
Bibliografia:
• Fusaro, M., Cianciolo, G., Brandi, M. L., Ferrari, S., Nickolas, T. L., Tripepi, G., ... & M. Cheung, A. (2020). Vitamin K and osteoporosis. Nutrients, 12(12), 3625.
• Ma, M. L., Ma, Z. J., He, Y. L., Sun, H., Yang, B., Ruan, B. J., ... & Wang, Y. X. (2022). Efficacy of vitamin K2 in the prevention and treatment of postmenopausal osteoporosis: A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. Frontiers in Public Health, 10, 979649.
• Farsinejad-Marj, M., Saneei, P., & Esmaillzadeh, A. (2016). Dietary magnesium intake, bone mineral density and risk of fracture: a systematic review and meta-analysis. Osteoporosis International, 27, 1389-1399.
• Boyacioglu, O., Orenay-Boyacioglu, S., Yildirim, H., & Korkmaz, M. (2018). Boron intake, osteocalcin polymorphism and serum level in postmenopausal osteoporosis. Journal of Trace Elements in Medicine and Biology, 48, 52-56.
• Crandall, C. (2004). Vitamin A intake and osteoporosis: a clinical review. Journal of women's health, 13(8), 939-953.
• Van Ballegooijen, A. J., Pilz, S., Tomaschitz, A., Grübler, M. R., & Verheyen, N. (2017). The synergistic interplay between vitamins D and K for bone and cardiovascular health: a narrative review. International journal of endocrinology, 2017.
• Mladěnka, P., Macáková, K., Kujovská Krčmová, L., Javorská, L., Mrštná, K., Carazo, A., ... & OEMONOM Researchers and Collaborators. (2022). Vitamin K-sources, physiological role, kinetics, deficiency, detection, therapeutic use, and toxicity. Nutrition reviews, 80(4), 677-698.
Dottor Moggio, la ringrazio veramente di Cuore. Risposta super Esaustiva. Massimo.
😊
Salve Dottore,ho misurato il valore della vitamina D a dicembre ed era 28,95.
Siccome dalla primavera sono esposto al sole per lavoro,si può ipotizzare che nel periodo primavera/estate i valori di vit.D siano adeguati?
È ipotizzabile che la vit.D segua dei ritmi" circadiani" e che sia normale averla più alta in estate e più bassa in inverno senza per questo pensare ad una integrazione nel periodo invernale?
Conosco persone che la assumono in maniera continuativa per tutto l'anno per restare a livelli di 80.
Cosa ne pensa?
Grazie
Buongiorno,
È possibile che i valori della vitamina D siano sufficienti in primavera/estate se c'è una esposizione adeguata alla luce solare. Bisogna comunque considerare che con il passare degli anni si riduce la capacità endogena di sintesi della vitamina D e quindi è sempre utile eseguire un controllo periodico dei valori.
Purtroppo la nostra pelle si è adattata per cercare di sintetizzare più vitamina D possibile nei mesi invernali (carnagione chiara) ma questo non è sempre sufficiente a causa della scarsa superficie cutanea esposta al sole.
Naturalmente bisogna considerare anche il lato oscuro del sole, ovvero il photoaging. Quindi non è sempre positivo esporsi per molto tempo alla luce solare in quanto aumenta il rischio di fotoinvecchiamento.
Tra i 30 e i 100 ng/mL i valori sono in genere considerati normali. Comunque non è solo questo da considerare poiché è necessario analizzare elettroliti nel sangue e MOC.
Cordiali saluti
Dott. Michele Moggio
@@VoxalCorporation grazie dottore, esaustivo come sempre