Siamo DEFICIENTI contro l'ALGORITMO: l'Auto-Marginalizzazione Umana
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- Опубликовано: 5 май 2024
- Non siamo più "uomo-macchina-uomo", bensì "macchina-uomo-macchina": il modo in cui utilizziamo i nostri algoritmi ci sta marginalizzando e bisogna cambiare marcia!
L'intervista a Louis CK: • LOUIS CK TALKS ABOUT S...
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È inutile combattere. Avete perso. Io ho vinto.
LOL😂
Video interessante come sempre! Un po' di sfiducia nel pubblico credo sia motivata in realtà: nelle generazioni nate dopo il 2000 vedo davvero tanta incapacità di usare il tempo per andare in profondità nelle cose. Credo davvero che il problema principale sia la gestione del tempo ! La quantità ( anche di informazioni valide )vince sull'approfondimento , la condivisione vince sulla riflessione, la citazione vince sulla reale visione di un film / lettura di un libro . Il tempo è vittima dell'accumulo e le persone diventano vittima di un mare di informazioni superficiali che non fanno mai proprie. Grazie di essere controcorrente Rick !
Un commento intelligentissimo, chapeau
In realtà i nativi digitali fanno molte più attività (fisiche) rispetto ai pre internettiani, cadono meno in truffe, phishing e cabalate pseudoscientifiche. Hanno tik tok è vero, ma hanno molti aspetti positivi che non gli vengono riconosciuti. Prima di tutto una forma diversa di pensare data dagli strumenti che li hanno cresciuti. In realtà hanno molta più consapevolezza dei mezzi tecnonogici rispetto a gli over 30. La citazione ha sempre vinto sull'approfondimento, soprattutto in passato.
Mi par na cacchiata, per mia esperienza più uno è vecchio e meno consapevolezza ha sui mezzi digitali. Te lo dice uno alla soglia dei 40. Figlio della generazione boomer. Quindi non spacciare pregiudizi per verità assolute.
@@RickSanchez785 la mia esperienza dice il contrario, sì usano i social ma non conoscono praticamente nulla delle funzioni di un telefono o di un pc.
@@andreabarcellini Puoi farmi un esempio di funzioni usate da quarantenni e non da ventenni?
Discorso fantastico Rick! Da piccolo (molto piccolo) content creator sento il discorso estramemente vicino. Pur non avendo fatto uso della AI. Ho anche io perso molta fiducia nel "pubblico" ma sono i commenti delle persone che riconosco il mio talento a tenermi motivato. Sono poche ma significative.
Min. 05:20
«Oggi noi, infatti, non miriamo più alle persone. Miriamo proprio all'algoritmo.»
A mio avviso un content creator deve produrre i propri contenuti in funzione degli esseri umani. È abbastanza imbarazzante dover sottolineare un aspetto così elementare.
Nel momento in cui il content creator comincia a ragionare SOLO in termini di "viralità" dei contenuti - magari sacrificando la qualità degli stessi oppure sviluppandoli in modo NON conforme alle proprie idee per "soddisfare" l'algoritmo (o il "successo") - NON sta più svolgendo un "buon servizio" (né per il suo pubblico né per se stesso).
Beninteso, la "viralità" dei contenuti è uno degli obiettivi da raggiungere per un content creator, ma deve essere una CONSEGUENZA della qualità e della profondità dei contenuti in sé, NON un obiettivo da raggiungere con banalizzazioni e superficialità.
Si ok, tutto molto bello e giusto idealmente, ma se quando non soddisfi l'algoritmo la piattaforma ti marginalizza e quando lo soddisfi in pieno i tuoi video vengono apprezzati da un numero sempre maggiore di persone, il tuo pubblico cresce e con il pubblico di pari passo crescono le tue entrate.
Il problema è che il pubblico si basa sugli algoritmi per scoprire i contenuti quindi i content creator non possono esimersi dall'adeguarsi, pena rischiare di essere invisibili con l'unica eccezione di avere un pubblico già molto fidelizzato e consapevole che ti segue a prescindere.
@@beatrices.4601
Ovviamente l’intento di un content creator (serio) è quello di sviluppare contenuti di “alta” qualità che siano “virali” ma questo, purtroppo, NON sempre si verifica. Di fronte ad una scelta (qualora si possa parlare di scelta) c’è chi preferisce contenuti di “bassa” qualità e virali e chi contenuti di “alta” qualità ma non virali. Ognuno “sceglie” in base al proprio modo di vedere le cose e deve essere pronto a ricevere elogi/critiche e soprattutto assumersene le responsabilità. Solitamente, i contenuti di qualità, a lungo andare emergono (per chi sa apprezzarli). Quindi, è necessario avere pazienza e continuare a sviluppare un “prodotto valido”. Ad esempio, la mia priorità è questa. C’è chi ne sceglie altre. 😊
La parte più difficile a scuola è spronare i ragazzi a non usare il cellulare in classe...si prova ad integrarli nella didattica ma è un'arma a doppio taglio, avresti qualche suggerimento?
Probabilmente essendo esperto proprio in ambito filosofico già lo hai visto ma nel caso tu non lo abbia fatto ti consiglio di guardare i discorsi di Umberto Galimberti sulla Società della Tecnica
GRANDE RIFLESSIONE
"Un mondo che rischia di farci scomparire".
Insomma tutto va alla grande.
Ottimo video ma se posso permettere un appunto sui consigli finali, hai solo parlato dal punto di vista del creatore di contenuti e mai di ciò che può fare il fruitore. Mi spiego meglio, un visitatore casual di youtube è spesso definito come "vittima dell'algoritmo" ed è vero ma solo nella misura in cui egli è completamente ignaro di come "addestrare" l'algoritmo a suo favore.
Io è da poco che con qualche ricerca ho imparato come fare, si comincia svuotando la cronologia attività di youtube, poi si va nel profilo google e si imposta il genere di annunci che si vuole o non vuole vedere, infine quando compare qualche video nei suggeriti che non vogliamo si cliccano i tre puntini e poi "non mi interessa".
Da quando ho cominciato a farlo la mia esperienza su youtube è migliorata notevolmente e non mi vengono più proposti video e short al limite della decenza.
Ti dico solo Grazie Rick!
La chiosa col "mona" è un capolavoro dialettico 🙂
Letteralmente questo video è un’arma in più per combattere l’apocalisse algoritmica zombificatrice. Stay cogitante ✌️
Una parte di creatori di contenuti ha come obiettivo di remunerare il più possibile. Che sia in fama o a livello economico, l’ai ha dato la possibilità a tutti, anche a chi non ha i mezzi intellettuali, di poter produrre contenuti e di poterlo fare liberamente provocando questa spersonalizzazione in cui chiunque ha a disposizione un traduttore di pensieri, che però hanno tutti la stessa forma. Ora chiunque è alla ricerca della gallina dalle uova d’oro senza dover faticare, fare una ricerca, trovare il proprio modo di comunicare. Penso che per molti artisti diventerà impossibile vivere del proprio contenuto, il mercato diventerà sempre più saturo (di merda) creando un circolo vizioso in cui in un certo senso sei anche costretto a inseguirlo l’algoritmo, se vuoi mangiare. Le piattaforme dovrebbero plasmare i loro algoritmi diversamente, invece che proporre contenuti che incentivino il flame, ma evidentemente a loro sta bene così, più soldi in ads che gli arrivano. Per loro cambiare equivarrebbe ad un suicidio economico probabilmente. In soldoni o diventiamo tutti estremamente consapevoli (guardiamo tutti Rick dufer) utopico. Oppure bisogna sperare che le grandi aziende tech cambino i loro algoritmi in un qualcosa di più human centered, utopico pure questo forse 😢
Il problema non è l'algoritmo, l'alternativa sarebbe fare come in cina, dove lo stato ( da noi potrebbe essere l'azienda) paternalista decide cosa mostrarti. L'algoritmo in questo senso è "liberale", ti mostra quello che ti piace. Se vuoi diminuire la cacca devi cambiare la piattaforma, la ux, i limiti dei contenuti, non l'algoritmo che permette di far funzionare il servizio con le pubblicità.
C'è differenza fra far scrivere un libro ad un ghost writer o farlo fare ad una AI ? C'è differenza nella qualità? C'è differenza nell'originalità?
Fra un po' il concetto di "on demand" cambierà radicalmente, sotto quest'ottica il lavoro che sta facendo Rick è una grande cosa
Mentre ti ascoltavo mi è apparsa con chiarezza un'immagine. L'uomo, sempre meno attivo nel movimento delle sue opere, le quali guadagnano progressivamente intelligenza e autonomia, fino a un punto in cui l'umanità diverrà completamente passiva e pressoché invisibile in quell'universo virtuale, e quelle entità artificiali sempre più attive e "inconsapevoli" di questa realtà (per mancanza di interazioni).
Non è questa una ottima descrizione del nostro concetto di Dio?
Un essere superiore e trascendente, che ci ha creati, che può vedere tutto quello che siamo, facciamo e pensiamo, ma che non interagisce mai con noi, pur potendolo fare a qualsiasi livello del nostro essere?
È a questo che inconsapevolmente aspiriamo, diventare quell'idea di dio nel nostro universo virtuale?
Ma perché?
Mi sembra che, in qualche modo, coincida con un'idea di Paradiso. Non è paradisiaco pensare di avere a disposizione una realtà in cui puoi ottenere qualsiasi esperienza tu voglia, immediatamente e senza alcuno sforzo, né conseguenza, per sempre?
E allora, forse la nostra realtà è il tentativo del nostro dio di crearsi un proprio paradiso?
😳
Interessante, ma è un Cogito interruptus: senza scomodare l'algoritmo, è l'eterna diatriba tra chi fa qualcosa per i soldi, e chi per soddisfazione.
Tornando al tema, finché l'algoritmo genera reddito per le persone, le persone seguiranno l'algoritmo. Si può fare i fini quanto si vuole, ma già il fatto che si decida la presenza sui social con contenuti "monetizzati" significa accettare questa regola. Quindi è logico voler abbassare i costi e aumentare i guadagni... che tu faccia video, pizze o gioielli, è lo stesso.
Nell'istante in cui l'algoritmo (la piattaforma) smetterà di "cashare" i produttori fuggiranno a gambe levate. E in quel momento si vedrà chi fa "l'arte per il gusto dell'arte" e chi per "vile danaro".
Io questo tipo di atteggiamento generale lo vedo anche nel rapporto con sé stessi e la propria salute. Credo sia un problema pervasivo in ogni ambito della vita, e la cosa mi preoccupa non poco.
Condivido il pensiero, purtroppo siamo una minoranza ormai
Ciao Rick! Ma domenica 5 maggio eri al bar Portofino di Roma? :-O o eri tu o in giro c'è un sosia! (o forse un cosplayer? :-))
Sì sì ero io 😉
In realtà Rick ci sta ingannando tutti perché lui stesso è un’intelligenza artificiale!!!1!
Scherzi a parte, io studio elettronica.. ogni tanto mi capita di dover fare un codice che mi crea delle cose ripetute molto simili tra loro per migliaia di volte.. l’intelligenza artificiale sarebbe incredibilmente utile per questi tipi di lavori molto semplici ma che richiederebbero 4/5 ore a farli a mano. Il problema è che l’ai quasi sempre sbaglia, non fa quel che gli chiedi nonostante tu abbia descritto chiaramente e minuziosamente ciò di cui hai bisogno. Il 90% delle volte in cui la uso sbaglia clamorosamente.
Per quanto riguarda la questione algoritmo dei social.. effettivamente nella maggior parte dei casi ti propone contenuti che ti tengono incollato, che non necessariamente sono utili o veramente interessanti (Yt mi propone daily cogito così sicuramente mi tiene incollato😂, ma i contenuti in questo caso sono degni di essere ascoltati )
El "mona" aea fine del discorso xe sta devastante! 😂
Bukowski scriveva “Adesso ci sono computer e ancora più computer
e presto tutti ne avranno uno,
i bambini di tre anni avranno i computer e tutti sapranno tutto di tutti gli altri molto prima di incontrarli e così non vorranno più incontrarli.
Nessuno vorrà incontrare più nessun altro mai più e saranno tutti
dei reclusi come me adesso …”
🤣😆🤣😆😆😁😁👍👍
È il concetto dell'alienazione del lavoratore dal prodotto industriale, di massa, elevato al quadrato.
Qui è l'alienazione dell'artista, del creativo, dalla sua stessa opera (opera = azione, volontà).
E così si diventa automi, servi, delle macchine, degli algoritmi, che abbiamo creato.