VIETNAM: QUANDO LA TELEVISIONE FA PERDERE UNA GUERRA .

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  • Опубликовано: 7 ноя 2024

Комментарии • 32

  • @VincenzoDiBonaventura-j2c
    @VincenzoDiBonaventura-j2c 4 дня назад +2

    FINO ALLA VITTORIA.......... mi ricorda qualcosa di attuale!

  • @davideza9999
    @davideza9999 9 дней назад +5

    Complimenti per questo video di grande valore ai fini di scoprire, in relazione a quanto accade oggi, il vero potere dei media, qualunque essi siano (TV, piattaforme online e socials).

    • @lalineadellamemoria
      @lalineadellamemoria  6 дней назад +1

      Grazie! Un cordiale saluto dallo staff del Museo e dell'Istituto Storico Trevigiano

  • @robertotrabalzi7346
    @robertotrabalzi7346 День назад +2

    Al di là della televisione, furono 150.000 feriti di cui 23.000 invalidi al 100% oltre la gran quantità di sacchi neri (Body Bags) che tornava in Patria quotidinamente

  • @myfranci560
    @myfranci560 9 дней назад +3

    Grandeee! Mi piacciono un sacco le tue spiegazioni

  • @alessandromantini6074
    @alessandromantini6074 9 дней назад +5

    Molto “asettIco” ma fondamentalmente corretto.

  • @albertocarano3239
    @albertocarano3239 9 дней назад +3

    In pochi video si parla del vero eroe del Vietnam ossia del suo esercito motivato e agguerrito, comandato da quel grande Generale Giap che le ha suonate di santa ragione ai francesi e agli statunitensi (non è corretto dire sempre e solo “americani”). Grazie per questa puntata

    • @lalineadellamemoria
      @lalineadellamemoria  6 дней назад +2

      Grazie a lei e un cordiale saluto dallo staff del Museo e dell'Istituto Storico Trevigiano.

  • @Giubizza
    @Giubizza 9 дней назад +4

    Ma del resto, se non erano ufficialmente in guerra e quindi non c'era lo stato marziale, come avrebbero potuto instaurare un sistema di controllo ufficiale della stampa?

    • @alessandrofantini891
      @alessandrofantini891 9 дней назад +2

      Le operazioni dei servizi segreti infatti non sono mai esistite .

    • @benrye3685
      @benrye3685 5 дней назад

      Avrebbero potuto farlo benissimo, solo che all'epoca pensavano di poter tranquillamente vincere la guerra, quindi non ritenevano necessario controllare la stampa. Lezione che impararono non bene, ma benissimo! Difatti qualche decennio successivo, durante le guerre d'Iraq e Afghanistan, negli anni 1990/2020, controllarono la stampa, e non permisero più reportage "liberi", ammettendo esclusivamente reporter embedded.

  • @gustloffschiff6253
    @gustloffschiff6253 9 дней назад +1

    Complimenti! Il testo di S.Karnow, anche se inevitabilmente assai corposo, andrebbe letto e commentato nelle scuole.

    • @lalineadellamemoria
      @lalineadellamemoria  6 дней назад +1

      È un testo fondamentale per comprendere la storia di quel conflitto. Cordiali saluti.

  • @robertotrabalzi7346
    @robertotrabalzi7346 День назад +1

    La VERITA' è un ERRORE ?

  • @albertomessa102
    @albertomessa102 9 дней назад +2

    Una guerra veramente inutile

    • @lalineadellamemoria
      @lalineadellamemoria  6 дней назад +1

      Come tutte le guerre che si concludono sempre con un inutile spreco di vite umane...

  • @alanmasala5093
    @alanmasala5093 9 дней назад +5

    Video senz'altro molto bello ma che a mio parere non coglie alcuni aspetti fondamentali.
    Anzitutto le premesse che vengono fatte sono "deboli". Quando si parla di una guerra bisogna anzitutto capire "perché" una guerra viene fatta. Sulla base di questa premessa si può dunque capire chi vince (il più delle volte chi si avvicina di più alla vittoria).
    Il conflitto nel sudest asiatico deve essere inserito in un più ampio contesto di contenimento geopolitico di Russia e Cina e quindi, solo in un secondo tempo, dell'avanzata del comunismo (vedremo di ampliare successivamente questo importante concetto, non sempre comunismo vuol dire "nemico").
    L'obiettivo strategico degli USA nel sudest asiatico (il blocco dell'avanzata cinese) si articolava in varie tattiche, tra cui impedire il libero accesso alle acque internazionali alla Cina ed in quest'ottica deve essere letto l'intero conflitto del Vietnam.
    Ad oggi è innegabile il fatto che il Vietnam rientra nella sfera di alleanze statunitensi e partecipa attivamente al blocco della Cina. Un punto fondamentale è capire che non è sufficiente avere uno sboco sul mare, bisogna anche avere libero accesso alle acque internazionali per poter esportare le proprie merci, senza passare dai controlli di un'altra Potenza.
    La Cina non ha libero accesso alle acque internazionali e il Vietnam è uno degli anelli della catena che bloccano la potenza orientale. Esiste poi una forte ostilità tra la Cina ed il Vietnam e la guerra sinocinese del 1979 ne è una chiara manifestazione.
    Se è innegabile che il Vietnam sia riuscito ad unificarsi è anche innegabile il fatto che esso gravita nella sfera delle alleanze statunitensi, esattamente come faceva l'allora Vietnam del Sud. Non solo, se allora era solo il Vietnam del Sud ad essere alleato degli USA, ora lo è tutto il Vietnam (non apro la parentesi sul fatto che è meglio dialogare con un unico attore, o meglio, con un unico vassallo, piuttosto che con una variegata corte, Unione Europa docet).
    Alla luce di ciò si può quindi parlare di sconfitta americana?
    Andiamo ora ad esaminare la questione riguardante i mass media.
    La censura di guerra è sempre esistita, sin dai tempi antichi. Possiamo dire che la TV ed i giornali hanno agito liberamente? Per rispondere a questa domanda osserverrei alcuni punti.
    Alcuni asseriscono che la guerra del Vietnam ha limitato l'aggressivismo militarista statunitense. Granada, Panama, Iraq, Afghanistan sono invece la prova concreta di quanto sia flebile questa affermazione.
    Credo che i media americani abbiano invece avuto la capacità di compattare il fronte interno, non tanto sulla guerra in sé, bensì sulla necissità di sostenere spese militari per non essere sconfitti.
    Dal '75 ad oggi gli USA hanno visto un crescente aumento della spesa militare (in realtà c'è stato un calo dalla fine della guerra in Vietnam fino a Regan, il discorso sarebbe complesso, possiamo però dire che in linea generale è aumentata). Gli anni '70 sono stati anche una spinta per rinsaldare il senso d'appartenenza americano, arrivando a manifestazioni artistiche come, per citarne alcune, Rambo, oppure la canzone Born in the USA di Springsteen.
    La germinazione patriottica degli anni '70 ha dato anche un forte impulso alla politica interna, arrivando al reganesimo.
    Regan, con il suo spinto patriottismo, è giusto ricordarlo, fu eletto con una grande maggioranza.
    La guerra del Vietnam e tutto il baillame mediatico che ne seguì portò ad un indebolimento del partito democratico ed all'affermazione di una nuova, e più aggressiva, politica, cancellando il defaul politico del repubbllicano Nixon.
    L'analisi che viene fatta nel video, senz'altro interessante, alla luce delle consideazioni che ho aggiunto, risulta quindi incompleta ed aluni suoi postulati "deboli".
    Mi permetto un'ultimo inciso. Nella guerra del Vietnam è più che mai vera l'affermazione di Enrico di Navarra, "Parigi val bene una messa". Se da un lato vi era una naturale avversione degli USA nei confronti del comunismo, non vi fu però esitazione a sostenere governi comunisti nel sudest asiatico per bloccare l'espansionismo russo - cinese.
    Se negli anni '60 la situazione geopoliitca nel sudest asiatico era estremamente fluida, alla fine degli anni '70 tutti gli Stati della zona gravitavano saldamente nella sfera di influenza americana. Persino la Cambogia comunista di Pol Pot non si esentava da quello che oramai è un paradigma consolidato.

    • @gustloffschiff6253
      @gustloffschiff6253 9 дней назад +2

      Intervento espresso in linguaggio pseudoaccademico e proprio per ciò lontano anni luce dalle finalità di questi filmati, finalizzati ad una conoscenza generale, di stimolo ad individuali approfondimenti. Nell'obbligato breve spazio temporale tuttavia, trovo che le motivazioni "di partenza" del coinvolgimento americano da dopo Diembienphu siano corrette. L'unica carenza riscontrata è la totale assenza di McNamara, prima (e a lungo) falco, poi pentito. Anche Westmoreland poteva essere almeno citato. Per convludere, l'idea suggerita che gli USA abbiano avvolto la Cina con una cintura ostile va ribaltata: è infatti la Cina, colla propria aggressività Xi-indotta, ad essersi alienata larga parte del sudest asiatico.

    • @alanmasala5093
      @alanmasala5093 9 дней назад +1

      @@gustloffschiff6253 Westmoreland, essendo un militare, aveva una scarsa incisività sulle scelte geopolitiche (negli USA si sta molto attenti a separare ruoli politici e militari). Non stavano a lui le scelte strategiche, lui doveva semplicemente elaborare dei modi per tenere in piedi il carrozzone del Vietnam del Sud. Non aveva quindi voce in capitolo nel decidere cosa fare né tantomento aveva una minima possibilità di incidere sui media, vero fulcro di questo video. Era quindi una figura che, se sul piano militare era di primo piano, dal punto di vista geopolitico era ininfluente. Va poi ricordata un'altra cosa: il buon Westmoreland, per paura di un intervento diretto della Cina nel conflitto, era costretto ad operazioni meramente difensive. Non poté mai lanciare offensive oltre il confine del Vietnam del Sud, limitandosi ad ordinare il bombardamento del Vietnam del Nord.
      Il discorso su Mc Namara invece è molto più lungo ed assai più complesso. Di lui ricordiamo solo che fece la sua fortuna militando con il partito democratico, spostandosi poi, dopo la vittoria di Nixon, su posizioni repubblicane, diventando Presidente della Banca Mondiale, dal 1968 al 1981!
      La posizione di Mc Namara fu ondivaga, motivata più da interessi che da reali motivazioni. Senz'altro brillò maggiormente alla guida della Banca Mondiale piuttosto che come Segretario della Difesa. Senz'altro però a lui va riconsciuto il lento scivolamento del Vietnam del Nord nella sfera di influenza americana. Tutto ciò però non fu solo farina del suo sacco, forse ancor più importante fu l'appporto di Richard Helms (Direttore della CIA) e sicuramente del più noto Henry Kissinger. Forse questi ultimi due furono tra i principali artefici della politica statunitense della fine anni '60 e degli anni '70. Persone meno conosciute da un punto di vista mediatico ma sicuramente le vere éminence grise della guerra del Vietnam e del controllo dei media.
      Per quel che riguarda Xi Jinping, negli anni della guerra del Vietnam era ancora uno studente/ contadino, visto che lui è del '53, forse il riferimento era a Dong Biwu, Presidente della della Repubblica Popolare Cinese dal '68 al '75.
      Xi è per di più figlio di un politico comunista caduto in disgrazia ed esiliato in una provincia rurale... la fortuna di Xi esplose solo alla fine degli anni '80, primi anni '90, quando scalò i ranghi politici del locale partito comunista dove era stata relegata la sua famiglia, diventando solo ne 1999 governatore del Fujian fino al 2002, anno in cui cedette il ruolo amministrativo per assumere un ruolo centrale nel partito comunista. Da lì in poi è storia recente...
      Mi permetto un ultimo inciso, il linguaggio è importante perché è proprio grazie ad esso se si può esporre chiaramente ed organicamente una tesi. Ritorno quindi sulla mia affermazione iniziale, il video è senz'altro molto bello, vi sono però alcune pecche che ne inficiano le tesi presentate.
      Cordialità

    • @gianlucapirro9054
      @gianlucapirro9054 6 дней назад +1

      Non sono d'accordo con le premesse da lei fatte. La guerra del vietnam per gli USA era per il contenimento del comunismo. Non c'emtrano gli sbocchi al mare della Cina. Ulteriore punto che mi trova in disaccordo e' che il Vietnam oggi non si trova sotto linfluenza USA, quanto piuttosto fa riferimento ad una posizione equidistante tra il blocco occidentale e quello orientale

    • @lalineadellamemoria
      @lalineadellamemoria  6 дней назад +2

      Discussione davvero interessante. Tuttavia lo scopo del video non è analizzare le cause del conflitto vietnamita o la geopolitica di quella parte del mondo. Il tema qui è il potere dei media di influenzare il corso dei conflitti. Un cordiale saluto dallo staff del Museo e dell'Istituto Storico Trevigiano.