Aleksandr SOLŽENICYN, "Nel primo cerchio"

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  • Опубликовано: 5 сен 2024
  • independent.ac...

Комментарии • 15

  • @claudioorlandi73
    @claudioorlandi73 9 месяцев назад +3

    Grande chiusura!

    • @librofago-libricultura
      @librofago-libricultura  9 месяцев назад +1

      Già... Solženicyn aveva fra le altre cose un senso della "cesura" degno di uno sceneggiatore: è un episodio molto "cinematografico" quello del colloquio. Insomma il meglio della letteratura e delle arti visive, entrambe le cose insieme, in un unico scrittore

  • @Vera.23
    @Vera.23 9 месяцев назад +2

    Ciao! Complimenti per le tue scelte letterarie e di spessore, mi piacerebbe leggere più testi di questo genere, ma (come anche tu hai puntualizzato) serve sicuramente concentrazione e preparazione psicologica e spesso le rinvio per paura di bloccarmi e quindi abbandonarle in un momento non ideale. Sono testi che sicuramente danno tanto, ma richiedono impegno. Ti stimo molto per i tuoi gusti e per il modo in cui esponi, sempre garbato. È rilassante seguirti😊 Bravo!

    • @librofago-libricultura
      @librofago-libricultura  9 месяцев назад +1

      Ciao Vera, grazie della stima, delle tue parole e per avermi rassicurato sul fatto di non essere una palla mortale 😂
      Non è sempre facile occuparsi di certi temi senza diventare almeno in parte soporiferi, quindi non posso negare che quel che scrivi mi faccia piacere. Dài che un giorno mi farai un rapporto dettagliato su "Arcipelago gulag" 😅😊

    • @Vera.23
      @Vera.23 9 месяцев назад +2

      Lo spero😅, grazie a te per la piacevole compagnia.

  • @claudioorlandi73
    @claudioorlandi73 13 дней назад

    Scusa che numero di capitolo è la parte del colloquio?

  • @francescodemaria6561
    @francescodemaria6561 9 месяцев назад

    Non ho letto tutto "Arcipelago Gulag", l'ho letto solo in parte. Ho letto interamente lo "Stalin" di Souvarine, il quale potrebbe essere complementare al libro di Solzenicyn. Quello che colpisce è l'arbitrio assoluto dello Stalinismo, addirittura maggiore dell'arbitrio nazista.

    • @librofago-libricultura
      @librofago-libricultura  9 месяцев назад +1

      Io "Arcipelago Gulag" l'ho letto tutto, ma a più riprese, dopo vari abbandoni che ho vissuto come momenti per riprendere fiato e poi ricominciare a leggere. Non ho letto il libro di Souvarine, invece. Ma concordo certamente sul maggiore arbitrio dello stalinismo: il nazismo forse è stato più crudelmente 'chirurgico' (camere a gas ecc.ecc.), ma non contemplava viceversa l'idea che CHIUNQUE potesse finire ai lavori forzati o condannato a morte, compresi i più insospettabili fedeli al regime (non era concepibile che un SS che finisce in baracca insieme agli ebrei, era una questione di fondo, razziale; mentre invece tanti quadri di partito finivano in gulag insieme a tutti gli altri, e spesso senza sapere neppure il perché). Tra questi due generi di bestialità è davvero difficile giudicare quale fosse la più assurda

    • @francescodemaria6561
      @francescodemaria6561 9 месяцев назад +1

      D'accordissimo con te, Luca! Per quanto mi riguarda, Socialismo Libertario sempre.@@librofago-libricultura

  • @edoardoromanella4243
    @edoardoromanella4243 9 месяцев назад +1

    Riguardo le proprie esperienze nei gulag, a chi gli chiese di riassumere in poche parole quanto vissuto, una volta Solzenicyn rispose: "Io sono stato nel posto peggiore sulla Terra. Salamov è stato all'Inferno". Nello specifico, il resoconto di quest'altro grande scrittore russo è contenuto ne I racconti della Kolima. Piccola curiosità che credo tu possa gradire. E sì, dopo averlo letto, non posso che confermare che quanto vi è scritto è ancora più atroce rispetto alle opere da te citate nel video.

    • @librofago-libricultura
      @librofago-libricultura  9 месяцев назад +3

      Grazie Edoardo, sì, anch'io ho letto "I racconti della Kolyma"; fra l'altro sono interessanti anche le divergenze d'opinione che Solženicyn ebbe con Salamov in merito ad alcune prese di posizione concernenti il senso di quell'esperienza (e dell'esperienza concentrazionaria in generale), di cui si dà conto proprio in "Arcipelago Gulag". Però di fatto, come ricordi tu, Solženicyn riconobbe sempre a Salamov di aver scandagliato il fondo dell'abisso, mentre a lui tutto sommato era toccata una sorte migliore in luoghi di reclusione meno duri. Comunque sia, a me piace rileggere questi due autori integrandoli e comparandoli: Solženicyn per me è soprattutto l'autore dell'Arcipelago, opera-mondo in cui colleziona una casistica impressionante e riflette e soppesa, traendo una serie di conclusioni storiche e antropologiche ("Arcipelago Gulag" è di fatto un saggio); Salamov invece riesuma episodi, istantanee, persone e ricordi trasformandoli in storie di vita, narrazioni impreziosite qui e là da affondi e pronunciamenti che testimoniano della sua sconsolata, pessimistica visione dell'uomo (su cui Solženicyn, in virtù delle sue inclinazioni spirituali, non poteva ritrovarsi). Un po' come Tolstoj e Dostoevskij, se mi è consentito il paragone forse azzardato, e pur su un altro piano, fanno cose diverse con mezzi diversi, ma al servizio di un medesimo scopo (nel loro caso, portare testimonianza). Sono davvero due autori immensi

    • @edoardoromanella4243
      @edoardoromanella4243 9 месяцев назад

      @@librofago-libricultura concordo su tutta la linea, ma proprio su ogni virgola.

  • @riccardodiviacchi
    @riccardodiviacchi 9 месяцев назад +1

    È un autore che non ho mai approcciato, influenzato dal giudizio di chi ne ha sempre visto le opere e osservato i riconoscimenti come un veicolo di propaganda anticomunista. Ne parlo da profano eh.
    (Il me di oggi lo vede comunque un po' un tipo di approccio che non considera l'opera in sé. Tipo Celine sull'antisemitismo e Hemingway sull'opportunità di uccidere animali per piacere).

    • @librofago-libricultura
      @librofago-libricultura  9 месяцев назад +1

      Sì, concordo, è un tipo di approccio molto riduttivo, per quanto diffuso tra i letterati di oggi e di ieri (vedi ad esempio la celebre stroncatura di Celine ad opera di Pasolini: un giudizio tutto ideologico, parziale e infine ingiusto, nella misura in cui non tiene conto in alcun modo del talento - innegabile - dell'autore in questione). Vedere in Solženicyn un semplice veicolo di propaganda anti-comunista è miope e sciocco: si tratta innanzitutto di un grande scrittore, erede della migliore letteratura russa dell'Ottocento, e con cui pochissimi della sua epoca sono in grado di competere (in questo momento mi viene in mente solo Vasilij Grossman). Dopodiché aveva le sue idee, certo, come tutti, idee che si possono condividere o meno; ma per chi è interessato innanzitutto al valore estetico (artistico) di un'opera letteraria le idee - politiche o meno - dell'autore finiscono inevitabilmente in secondo piano, e non entrano minimamente nel giudizio intorno allo scrittore come artista. Un lettore ha il dovere di essere sufficientemente equilibrato da cogliere il valore di un'opera d'arte e di un autore anche (se non soprattutto) quando uno scrittore magari non la pensa come lui