La dottrina delle indulgenze non è una trada invenzione della Chiesa Cattolica. Già la distinzione tra pena e colpa, che si trova nella distinzione tra remissione totale dei peccati tramite il battesimo e remissione dei peccati commessi dopo il battesimo contiene in sé, in nuce, la dottrina delle indulgenze che sarebbe stata poi chiarita e sviluppata in modo più esplicito. Nei primissimi secoli, la dottrina delle indulgenze è strettamente connessa alla dottrina della penitenza. Fino ai secoli VI-VII, era necessaria una lunga e laboriosa penitenza pubblica, con la piena riammissione nella Chiesa (dopo il compimento della penitenza). Però, già nei primi secoli, i vescovi potevano abbreviare la pena canonica di un peccatore penitente, anticipando la riconciliazione o adattandola allo stato di salute o alla condizione sociale del penitente. Queste misure sono ritenute le prime forme d'indulgenza. Ne parla, ad esempio, sant'Agostino nell'opera Contra Cresconium (n. 2 cc. 11.12) scritta contro un donatista del IV secolo. I primi esempi di persone cui storicamente fu applicata la dottrina delle indulgenze sono i lapsi, coloro che avevano rinnegato la fede durante le pesecuzioni dei romani.
Buongiorno Fabio, grazie per aver guardato il video e per aver lasciato un commento. Se ho capito bene il tuo commento, siamo d'accordo che nella chiesa antica dei primi secoli le indulgenze servivano a ridurre la severità della pena imposta nella disciplina ecclesiastica. Però, l'esistenza di questa forma antica di indulgenze non è di per se una prova di forme successive oppure della compatibilità tra forme antiche e forme successive. Le indulgenze consolidarono assieme allo sviluppo di altre dottrine come il purgatorio e il tesoro della chiesa. Sei d'accordo che c'è una differenza tra le indulgenze nella chiesa antica e le indulgenze nella chiesa medievale?
Fabiobertamini. La comprensione della Rivelazione scritta e orale è progressiva, non statica e immobile nei secoli. La Comunitá dei fedeli può capire sempre di più la Parola di Dio. Lo Spirito vivifica. La parola no. Fonte della Rivelazione è anche la tradizione. La fede si esprime in forme e modalitá sempre nuove. La penitenza di - per es.- 5 anni e 7 quarantene, oggi non è più concepibile, nè attuabile, ma la "metanoia", la conversione della mente dalle creature a Dio, ossia dal peccato, resta sempre praticabile. Così come il contributo finanziario all'edificazione di una chiesa, di un ponte, o un ospedale; un pellegrinaggio o la recita di una preghiera. L' Apostolictá della Chiesa è condizione del suo essere. La Romanitá - nel senso di Magistero - pure. Il Vangelo scritto non contiene tutte le parole di Gesù, come precisato dallo stesso Vangelo (v. Giov. 23).
@@cattolicomanonromano Il principio è lo stesso: offrire delle preghiere, fare delle opere di carità o delle penitenze per ridurre la pena acquisita mediante il peccato commesso. La pena, in sé, è concepita come un medicinale perché attraverso la sofferenza della pena l'uomo si purifichi ed impari a vincere le sue inclinazioni cattive. L'indulgenza non riguarda solo la remissione della pena ma consiste anche in una grazia che il Signore concede all'anima peccatrice di conformarsi meglio al Signore. La Chiesa in virtù del potere delle Chiavi può stabilire (Mt 16, 19-20 - Mt 18,18). Inoltre la comprensione del mistero di Cristo e della Chiesa stessa non è statico ma si approfondisce fino a raggiungere" la piena maturità di Cristo" (Ef 4,13). Le indulgenze per i vivi e per morti inoltre sono ritenute anche nell'antico Popolo di Israele attraverso i sacrifici di espiazione, ecc. 2Maccabei 12,38-45 38 Giuda poi radunò l'esercito e venne alla città di Odollam; poiché si compiva la settimana, si purificarono secondo l'uso e vi passarono il sabato. 39 Il giorno dopo, quando ormai la cosa era diventata necessaria, gli uomini di Giuda andarono a raccogliere i cadaveri per deporli con i loro parenti nei sepolcri di famiglia. 40 Ma trovarono sotto la tunica di ciascun morto oggetti sacri agli idoli di Iamnia, che la legge proibisce ai Giudei; fu perciò a tutti chiaro il motivo per cui costoro erano caduti. 41 Perciò tutti, benedicendo l'operato di Dio, giusto giudice che rende palesi le cose occulte, 42 ricorsero alla preghiera, supplicando che il peccato commesso fosse pienamente perdonato. Il nobile Giuda esortò tutti quelli del popolo a conservarsi senza peccati, avendo visto con i propri occhi quanto era avvenuto per il peccato dei caduti. 43 Poi fatta una colletta, con tanto a testa, per circa duemila dramme d'argento, le inviò a Gerusalemme perché fosse offerto un sacrificio espiatorio, agendo così in modo molto buono e nobile, suggerito dal pensiero della risurrezione. 44 Perché se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti. 45 Ma se egli considerava la magnifica ricompensa riservata a coloro che si addormentano nella morte con sentimenti di pietà, la sua considerazione era santa e devota. Perciò egli fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato.
Grazie di questa spiegazione. Capisco che ritieni che il principio sia lo stesso. Io vedrei una differenza più notevole. Se le chiavi date a Pietro significano che poteva conferire le indulgenze, perché non se non parla negli Atti degli Apostoli e nelle sue epistole? Sinceramente, mi colpisce che l'unico riferimento che si usa per sostenere le indulgenze è Matteo 16. Non dovremmo aspettarci di trovare più riferimenti alle indulgenze?
La dottrina delle indulgenze non è una trada invenzione della Chiesa Cattolica. Già la distinzione tra pena e colpa, che si trova nella distinzione tra remissione totale dei peccati tramite il battesimo e remissione dei peccati commessi dopo il battesimo contiene in sé, in nuce, la dottrina delle indulgenze che sarebbe stata poi chiarita e sviluppata in modo più esplicito. Nei primissimi secoli, la dottrina delle indulgenze è strettamente connessa alla dottrina della penitenza. Fino ai secoli VI-VII, era necessaria una lunga e laboriosa penitenza pubblica, con la piena riammissione nella Chiesa (dopo il compimento della penitenza). Però, già nei primi secoli, i vescovi potevano abbreviare la pena canonica di un peccatore penitente, anticipando la riconciliazione o adattandola allo stato di salute o alla condizione sociale del penitente. Queste misure sono ritenute le prime forme d'indulgenza. Ne parla, ad esempio, sant'Agostino nell'opera Contra Cresconium (n. 2 cc. 11.12) scritta contro un donatista del IV secolo. I primi esempi di persone cui storicamente fu applicata la dottrina delle indulgenze sono i lapsi, coloro che avevano rinnegato la fede durante le pesecuzioni dei romani.
Buongiorno Fabio, grazie per aver guardato il video e per aver lasciato un commento. Se ho capito bene il tuo commento, siamo d'accordo che nella chiesa antica dei primi secoli le indulgenze servivano a ridurre la severità della pena imposta nella disciplina ecclesiastica. Però, l'esistenza di questa forma antica di indulgenze non è di per se una prova di forme successive oppure della compatibilità tra forme antiche e forme successive. Le indulgenze consolidarono assieme allo sviluppo di altre dottrine come il purgatorio e il tesoro della chiesa. Sei d'accordo che c'è una differenza tra le indulgenze nella chiesa antica e le indulgenze nella chiesa medievale?
Fabiobertamini. La comprensione della Rivelazione scritta e orale è progressiva, non statica e immobile nei secoli. La Comunitá dei fedeli può capire sempre di più la Parola di Dio. Lo Spirito vivifica. La parola no. Fonte della Rivelazione è anche la tradizione. La fede si esprime in forme e modalitá sempre nuove. La penitenza di - per es.- 5 anni e 7 quarantene, oggi non è più concepibile, nè attuabile, ma la "metanoia", la conversione della mente dalle creature a Dio, ossia dal peccato, resta sempre praticabile. Così come il contributo finanziario all'edificazione di una chiesa, di un ponte, o un ospedale; un pellegrinaggio o la recita di una preghiera. L' Apostolictá della Chiesa è condizione del suo essere. La Romanitá - nel senso di Magistero - pure. Il Vangelo scritto non contiene tutte le parole di Gesù, come precisato dallo stesso Vangelo (v. Giov. 23).
@@cattolicomanonromano Il principio è lo stesso: offrire delle preghiere, fare delle opere di carità o delle penitenze per ridurre la pena acquisita mediante il peccato commesso. La pena, in sé, è concepita come un medicinale perché attraverso la sofferenza della pena l'uomo si purifichi ed impari a vincere le sue inclinazioni cattive. L'indulgenza non riguarda solo la remissione della pena ma consiste anche in una grazia che il Signore concede all'anima peccatrice di conformarsi meglio al Signore. La Chiesa in virtù del potere delle Chiavi può stabilire (Mt 16, 19-20 - Mt 18,18). Inoltre la comprensione del mistero di Cristo e della Chiesa stessa non è statico ma si approfondisce fino a raggiungere" la piena maturità di Cristo" (Ef 4,13). Le indulgenze per i vivi e per morti inoltre sono ritenute anche nell'antico Popolo di Israele attraverso i sacrifici di espiazione, ecc.
2Maccabei 12,38-45
38 Giuda poi radunò l'esercito e venne alla città di Odollam; poiché si compiva la settimana, si purificarono secondo l'uso e vi passarono il sabato. 39 Il giorno dopo, quando ormai la cosa era diventata necessaria, gli uomini di Giuda andarono a raccogliere i cadaveri per deporli con i loro parenti nei sepolcri di famiglia. 40 Ma trovarono sotto la tunica di ciascun morto oggetti sacri agli idoli di Iamnia, che la legge proibisce ai Giudei; fu perciò a tutti chiaro il motivo per cui costoro erano caduti. 41 Perciò tutti, benedicendo l'operato di Dio, giusto giudice che rende palesi le cose occulte, 42 ricorsero alla preghiera, supplicando che il peccato commesso fosse pienamente perdonato. Il nobile Giuda esortò tutti quelli del popolo a conservarsi senza peccati, avendo visto con i propri occhi quanto era avvenuto per il peccato dei caduti. 43 Poi fatta una colletta, con tanto a testa, per circa duemila dramme d'argento, le inviò a Gerusalemme perché fosse offerto un sacrificio espiatorio, agendo così in modo molto buono e nobile, suggerito dal pensiero della risurrezione. 44 Perché se non avesse avuto ferma fiducia che i caduti sarebbero risuscitati, sarebbe stato superfluo e vano pregare per i morti. 45 Ma se egli considerava la magnifica ricompensa riservata a coloro che si addormentano nella morte con sentimenti di pietà, la sua considerazione era santa e devota. Perciò egli fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato.
Grazie di questo commento. Come si si può sapere se la chiesa ha errato? Come si può sapere se una determinata tradizione è veramente apostolica?
Grazie di questa spiegazione. Capisco che ritieni che il principio sia lo stesso. Io vedrei una differenza più notevole. Se le chiavi date a Pietro significano che poteva conferire le indulgenze, perché non se non parla negli Atti degli Apostoli e nelle sue epistole? Sinceramente, mi colpisce che l'unico riferimento che si usa per sostenere le indulgenze è Matteo 16. Non dovremmo aspettarci di trovare più riferimenti alle indulgenze?