Ti faccio nuovamente i complementi, sia per il livello delle tue recensioni perché esponi davvero in maniera egregia, sia per la qualità delle proposte che recensisci. "Nelle foreste siberiane" lo punto da molto, da quando terminai "walden" e mi guardai intorno alla ricerca di qualcosa di simile ma più recente. Ti seguo da un po', e ti ho visto recensire praticamente di tutto, dal diario di viaggio al romanzo distopico. Forse hai una predilezione per la letteratura americana, ma anche qui ti faccio i complimenti per le scelte assolutamente non banali. P.S.: ho notato con piacere che Adelphi ha ristampato "attesa di Dio" di Weil.
Confermo - ahimé - la mia smaccata predilezione per la letteratura americana (appena appena smussata dal mio culto per Shakespeare e i classici russi): purtroppo a suo tempo mi hanno "rovinato" Jack London, Hermann Melville, Cormac Mccarthy, Steinbeck, Thoreau, Emerson, Emily Dickinson e gli altri... da lì non sono più riuscito a riprendermi
@@librofago-libricultura mi ritrovo appeno nella predilezione per la letteratura americana: da Cormac McCarthy, l’autore da me più amato(un giorno mi deciderò a iniziare le sue opere in inglese che mi stazionano sulla mensola) a Steinbeck, a Carver(il suo meraviglioso minimalismo, tanto nei racconti quanto nelle poesie), Hemingway, Faulkner, Roth e via discorrendo. Recentemente sto approfondendo la letteratura western, scoprendone quanto sia piena di lirismo e di romanticismo, al netto della trilogia di McCarthy che rimane un unicum. Lonesome Dove, per citare uno splendido romanzo ed un caposaldo, contiene una epicità degna di un romanzo russo ottocentesco. Ho solo dei problemi con con una parte della letteratura USA attuale, nella quale sento troppo predominante l’approccio da scuola di scrittura creativa e intenzione di aderire ad un canone direi netflixiano, per la facilità con la quale si “passa ad altro” dopo averli terminati, quasi che la letteratura debba volere un approccio di consumo (non che sia necessariamente un male, ma non si esce dai confini dell’intrattenimento).Al netto delle sporadiche eccezioni, l’unico autore che estrapolo dalla massa per gusto personale, e comunque uno dei pochi che oggettivamente sia un caso a parte, è Bret Easton Ellis, che infatti rappresenta una corrente di quarant’anni fa, quella del minimalismo che narrava la decade degli anni 80. Corrente morta e sepolta se non per le sue opere, che trovo sempre notevoli.
Interessante grazie
Tesson e il mio scrittore preferito in assoluto
Nelle Foreste siberianel'ho appena iniziato per la 4 volte
Anche a me piace molto, anche se per quanto riguarda "Nelle foreste siberiane" come letture mi sono fermato a 2 😅
Grazie!
Ti faccio nuovamente i complementi, sia per il livello delle tue recensioni perché esponi davvero in maniera egregia, sia per la qualità delle proposte che recensisci. "Nelle foreste siberiane" lo punto da molto, da quando terminai "walden" e mi guardai intorno alla ricerca di qualcosa di simile ma più recente. Ti seguo da un po', e ti ho visto recensire praticamente di tutto, dal diario di viaggio al romanzo distopico. Forse hai una predilezione per la letteratura americana, ma anche qui ti faccio i complimenti per le scelte assolutamente non banali.
P.S.: ho notato con piacere che Adelphi ha ristampato "attesa di Dio" di Weil.
Confermo - ahimé - la mia smaccata predilezione per la letteratura americana (appena appena smussata dal mio culto per Shakespeare e i classici russi): purtroppo a suo tempo mi hanno "rovinato" Jack London, Hermann Melville, Cormac Mccarthy, Steinbeck, Thoreau, Emerson, Emily Dickinson e gli altri... da lì non sono più riuscito a riprendermi
@@librofago-libricultura mi ritrovo appeno nella predilezione per la letteratura americana: da Cormac McCarthy, l’autore da me più amato(un giorno mi deciderò a iniziare le sue opere in inglese che mi stazionano sulla mensola) a Steinbeck, a Carver(il suo meraviglioso minimalismo, tanto nei racconti quanto nelle poesie), Hemingway, Faulkner, Roth e via discorrendo. Recentemente sto approfondendo la letteratura western, scoprendone quanto sia piena di lirismo e di romanticismo, al netto della trilogia di McCarthy che rimane un unicum. Lonesome Dove, per citare uno splendido romanzo ed un caposaldo, contiene una epicità degna di un romanzo russo ottocentesco. Ho solo dei problemi con con una parte della letteratura USA attuale, nella quale sento troppo predominante l’approccio da scuola di scrittura creativa e intenzione di aderire ad un canone direi netflixiano, per la facilità con la quale si “passa ad altro” dopo averli terminati, quasi che la letteratura debba volere un approccio di consumo (non che sia necessariamente un male, ma non si esce dai confini dell’intrattenimento).Al netto delle sporadiche eccezioni, l’unico autore che estrapolo dalla massa per gusto personale, e comunque uno dei pochi che oggettivamente sia un caso a parte, è Bret Easton Ellis, che infatti rappresenta una corrente di quarant’anni fa, quella del minimalismo che narrava la decade degli anni 80. Corrente morta e sepolta se non per le sue opere, che trovo sempre notevoli.