Don Giovanni - L'anticonformismo attraverso la provocazione di un Don Giovanni ... donna!

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  • Опубликовано: 30 мар 2011
  • In scena al Teatro dei Satri di Roma dal 31/05/2011 al 05/06/2011
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    DON GIOVANNI
    da "DON GIOVANNI" di Molière Adattamento e Regia Roberta Costantini con M.Cristina Gionta Emiliano Ottaviani Marco Marino Roberta Costantini Voce fuori campo Roberta Costantini Disegno Luci Elaborazione Audio Consulenza Musicale Marco Marino Tecnico luci/audio Mirko Tommasino A distinguere questa riduzione dall'originale in maniera immediatamente evidente sono le due scelte registiche di volgere al femminile la figura del protagonista e di trasformare Sganarello in voce registrata, che dialoga col suo "padrone". Ora, questa voce non è serva, quanto, più appropriatamente , un personaggio alla pari della protagonista alla quale appartiene come doppio, un sé scisso, una coscienza divisa che prende corpo sonoro sulla scena I nodi al pettine di Giovanna sono piuttosto imbrogliati, anche per gli slanci del suo avanzato anticonformismo. Sono i nodi del rapporto con Dio, con la morale imperante, con la fugacità dell'amore. Giovanna è un personaggio eccessivo, che si fa amara beffa dell'ipocrisia dominante, diffusa nei più intimi rapporti tra uomo e donna che si giurano amore sacro; nei più teneri affetti familiari; nelle dinamiche sociali. La fine la vede impietosamente giudicata, ma non sola fra i corruttori e i corrotti di cui è lei stessa denuncia in prima persona. La regia si propone in "quadri": giocata su pochi elementi di scena, sostenuti dalla ricerca cromatica dei costumi e dal loro utilizzo presenta un disegno luci incisivo, A sostenersi reciprocamente sono parole e musica. Le scelte musicali non sono in funzione "cosmetica", ma in chiave emozionale ed esplicativa: non seguono il testo come corredo ma sono esse stesse componenti di un linguaggio che è unitario mentre gli attori agiscono sulla scena, addossando al corpo la responsabilità di tradurre in immagini ciò che la parola non dice. Ma se la scenografia è davvero minimale niente in scena è muto: ogni oggetto, ogni gesto, ogni entità rivela la sua altrimenti inaccessibile esistenza grazie alla sua forza di significare
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