A differenza dei vostri ospiti precedenti, il sig. Gavazza non mi ha convinto per nulla. Gli imprenditori francesi riescono a creare da soli delle scuole di formazione per i propri dipendenti mentre gli imprenditori italiani no: la soluzione di questo signore è che le tasse dei cittadini italiani debbano colmare questa incapacità con agevolazioni fiscali e sussidi. La mia soluzione (e penso sia quella anche del Drin Drin) è che quel lavoro lo faranno i francesi perché più capaci, gli italiani faranno altro rimboccandosi le maniche anziché aspettarsi un sostegno statale.
@@UnlibrotiralaltroFanChannel se posso, operando nel settore, gli imprenditori italiani cercano di usare i soldi della formazione finanziata per ridurre il costo del lavoro, prendendo i soldi e semifingendo di fare corsi. Poi come al solito: non tutti, non sempre e bla bla bla
Gavazza mi sembra l'esempio perfetto dell'imprenditore italiano e qui mi fermo. Per quanto sicuramente competente. E sinceramente vedere Alberto che non lo contraddice mai e anzi approva quello che dice è deludente. Se questo è il mood che avrà il drin drin con gli imprenditori che richiedono agevolazioni fiscali per le loro aziende bisogna sperare che Michele tenga fermo il polso.
Sì, anche io sono rimasto un po’ perplesso dalla mancata reazione di Forchielli quando l’ospite ha chiesto dei sussidi per il settore. Forse ha pensato che fosse talmente ridicolo che si commentava da solo, però boh. Spero che alla prossima occasione non rimanga più in silenzio
@@leonardoberti917 Sono felice di non essere stato l'unico a notarlo, ammetto che inizialmente ero molto ottimista per il progetto drin drin, però più ascolto queste discussioni più mi sorgono dei dubbi "sull'organicità" delle idee dei due fondatori. Un conto è chiacchierare e confrontarsi da esterni, un conto è trovare una quadra "politica". Speriamo che con il tempo e con il programma definitivo si chiariscano gran parte dei dubbi che ho attualmente
Il valore aggiunto è dato dal nome non dalla qualità. Per cui va tutto all azionista che ha creato nel tempo il marchio con investimenti. Nessuno lavoratore benificia delle vendite ad alto prezzo
Cioè praticamente anziché liberare il mercato italiano da elementi improduttivi e renderlo competitivo il signor Gavazza propone di creare incentivi ad hoc per brand di lusso in un mercato in cui pare di capire non ci siano, cioè praticamente si sta chiedendo di drogare inutilmente un settore di modo che possa parassitare e pesare sulle spalle dei contribuenti come già fatto da altri. Ottimo
Qui non si parla di elementi improduttivi del mercato italiano, ma al contrario, di un settore di eccellenza che nel 2022 con 144mld€ di entrate complessive registrate da Altagamma, ha inciso per il 7,4% del PIL italiano. Gli incentivi non servirebbero a tenere in vita aziende improduttive ma al contrario a favorire aggregazioni tra realtà già di successo, come già dimostrato dal caso francese, dove I buoni rapporti con la politica, e col mondo bancario, dei fondatori di kering ed Lvmh non hanno di certo sfavorito la crescita dimensionale di queste due realtà, che dalla nascita hanno ricevuto sgravi fiscali e sussidi di ogni sorta nonché una insolita noncuranza da parte dell’antitrust francese.
@Mast3rHand989 al di là di incentivi specificatamente pensati per un aumento della produttività quali, ad esempio, per merge and acquisition (che siano però validi indiscriminatamente e non per il solo settore x) fatico a comprendere l'utilità di incentivi in un settore, come da te (giustamente) definito, di "eccellenza"; gli incentivi sono utili per smuovere settori in difficoltà, qualora si ritenga che il gioco valga la candela, specialmente con una coperta corta come quella Italiana. Infine, quando parlo di improduttività non mi riferisco allo stato attuale del settore, quanto alla condizione a cui rischia di andare incontro per inerzia a causa di tali dinamiche anti darwiniane.
Il Forchielli la butta sempre sullo statuto dei lavoratori. Mi chiedo : ma cosa c'entra? Il problema credo stia più in alto. È il paese dei mille campanili, non sappiamo fare squadra
I Francesi gestiscono meglio, e il manager italiano per competere chiede le agevolazioni fiscali allo Stato...ottima strategia. Senza numeri si parla di filosofia. Brand di lusso al fornitore paga un maglione 50cent, lo rivende a 300euro, e il manager del lusso chiede le agevolazioni fiscali. Boldrin in modalità carrarmato EPICO :)
Sentire uno che si lamenta perché lo stato non forma delle persone per produrre scarpe, vestiti, gioielli ecc... È una cosa che mi fa girare altamente le pa**e! Ma questi grandissimi, rinomati, fenomenali imprenditori, quando cominciano a pensare di tirare fuori idee e soldi e formarseli in casa?
@@Johnny_Savage nel video si porta la narrazione che gli italiani non vogliono più fare lavori artigiani di qualità e ben retribuiti. È falso. Si è portata esplicitamente la retorica per cui i ragazzi bravi preferiscono fare altro. Lo fanno perché non vengono pagati abbastanza. Se mi offrono 1800 netto al mese mi metto a fare io l'artigiano.
@@Johnny_Savagepenso si riferisse in relazione al costo della vita e al margine di profitto che ha il produttore rispetto alla paga oraria. Ovviamente sono lavori mediamente a bassa scolarizzazione, però fanno legittimamente domandare la validità di sussiadiare un settore che in fin dei conti offre relativamente poche opportunità di migliorare le gli standard italiani che hai menzionato
Ecco l’imprenditorialità italiana: il governo ci deve aiutare, proteggere, agevolare… siamo fottuti. Mi meraviglio che Forchielli non abbia detto nulla a riguardo come giustamente ha fatto Boldrin. Non c’è speranza.
53:48 mi sembra di capire che l'azienda italiana all'interno di un grande gruppo francese alla fine funziona nonostante i problemi legati alla legislazione riguardante i lavoratori, forse è questo che intendeva il professore Boldrin quando diceva che non era pienamente convinto della teoria di Forchielli
Vero Prof....grande domanda! Da dove comincia il lusso e dove finisce....senza arrampicarsi sugli specchi...sono nel settore e a capo da 20 anni di un'azienda Italiana importante..purtroppo molte aziende non contribuiscono ad esserlo e vantano con il marketing dedicato ad esserlo....i prenditori micro sono il problema....
Forchielli e Gavazza non sono riusciti a spiegare perché lo statuto dei lavoratori rilevi sull'impossibilità di fare grande azienda in Italia. Inoltre non spiegano in cosa la legislazione francese avrebbe, per contrappasso, favorito l'emergere di grandi aziende.
Nell'ascoltare il sig. Gavazza mi sono tornati in mente i casi di cronaca in cui le autorità hanno scoperto piccoli laboratori con lavoratori in nero, che lavorano per cooperative per conto di marchi italiani del lusso. Il grosso della produzione era in paesi terzi, in Italia veniva fatto solo un passaggio finale e il prodotto risultava essere "made in Italy".
Stupenda conversazione. Amo il cinismo con cui si arrivano a cercare i dettagli e le implicazioni... Per me che faccio tutt'altro è fondamentale avere un contraddittorio di qualità per portare a galla le contraddizioni dei discorsi che altrimenti sono retorica di parte... Grazie grazie grazie
21:45 mi dispiace ma non penso che il lusso e l'aerospaziale-meccanica siano minimamente comparabili. Il lusso non né un settore strategico, non è lavorativamente appetibile e contribuisce ben poco alle casse dello stato(a fronte di sussidi e richieste ripetutamente portate avanti durante la discussione)
@@patrickcaregnato9203chiedere lo fanno tutti poi tra chiedere ed avere ce ne passa . 8% di PIL non è proprio da buttare e se 2.000.000 di lavoratori ci campano evidentemente a qualcosa serve. Ma lei quanti imprenditori della moda conosce visto che sembra esperto del settore?
Posso dire che la tesi dell'imprenditore mi ha un po' inquietato? "Made in Italy va sussidiato perché porta il nome dell'Italia nel mondo", ok 😅 Bravo Boldrin che tiene la barra dritta. Da domani per protesta niente più hotel 6* e dom perignon
Grazie. Molto interessante. Punti che mi hanno colpito. 1. Finalmente il governo si occupa di noi (?) 2. Tutta colpa dello statuto dei lavoratori. In Francia le cose sono molto diverse? È veramente una domanda. Non ne ho idea. Come si collocano Ferrero, Barilla e Luxottica nel panorama descritto?
Tessile made in Italy e fashion; Non c’è tanto da adagiarsi nemmeno sul fatto che il lusso venga interamente prodotto in Italia. Se è così è perché’ il nostro manifatturiero era molto avanzato prima della globalizzazione, e da lì in poi, sono per lo più rimasti a produrre i gruppi che avevano margini tali da poter assorbire il differenziale del costo del lavoro rispetto ai paesi in via di sviluppo, dove, giocoforza, hanno dovuto spostarsi tutti gli altri gruppi in fasce di mercato più “povere” Questo comunque non vuol dire che in Cina, per esempio, non sappiano fare manifattura tessile di alta gamma, e non vuol dire nemmeno che lo status quo sia destinato a rimanere tale. Se continuiamo a perdere aziende e know-how, anche il lusso dovrà trovarsi un’altra casa, e purtroppo non sarà nemmeno molto difficile. Il Reshoring delle aziende di media/bassa fascia, invece, è un fenomeno legato al livellamento dei costi del lavoro che crescono in Asia, a trend manageriali come il derisking ed alla disruption logistica. Si tratta per lo piu' di reshoring di commesse medio/piccole, i grandi volumi invece continuano ad essere prodotti in Asia.
L’ospite non è un imprenditore ma ben sì un manager del gruppo Zegna. Il pragmatismo e lo scetticismo ( supportato dai numeri, che in Italia non sono tuttavia chiari sul settore moda ) mi illuminano sempre !
Grazie a Boldrin la discussione è stata interessante altrimenti avremmo sentito solo una serie di luoghi comuni senza dati e senza logica... grazie Boldrin.. PS per Boldrin.... la selezione del personale dirigenti del drin drin è importante a cominciare dai collaboratori più stretti
Da quel che emerge o capisco da questo video, l'argomento contro lo statuto, almeno in questo caso, non sembra funzionar per nulla. Se fosse quello l'ostacolo ai grandi gruppi, allora persisterebbe anche quando arrivano gli stranieri, inclusi i Francesi. Se fosse quello l'ostacolo, anche i Francesi in Francia avrebbero gli stessi problemi, vista la legislazione che mi sembra di capire simile.
Certi imprenditori imparassero a fare rete. Lo Stato si occupi delle aziende strategiche e ad alto valore aggiunto. La formazione si fa bridge scuola-azienda come fanno in Svizzera. Così gli strumenti sono sempre aggiornati.
Per gestire una impresa medio grande occorre disciplina, giustissimo. Personalmente conosco un caso di una piccola impresa che ha fatto della estrema flessibilità la sua forza competitiva e che adesso che ha grandi opportunità di crescita, sta sbattendo il naso perché la sua cultura aziendale “anarchica “, a tutti i livelli, sta frenando la crescita.
Per quanto riguarda lo statuto dei lavoratori vorrei portare la mia esperienza di direttore di stabilimento in multinazionale francese e stesso ruolo multinazionale italiana. Problema assenteismo Multinazionale francese management italiano: stabilimento di 500 operai appena acquisito, assenteismo 13%. dopo 2 anni applicando metodi ben strutturati basati su coinvolgimento del personale e note disciplinari mirate l'assenteismo e' passato al 2%. Problema assenteismo Multinazionale italiana management italiano: stabilimento di 700 operai appena acquisito, assenteismo 13%. molte lamentele da parte del management su medici conniventi sindacati non collaborativi note disciplinari a pacchi assenteismo sempre al 13 dopo 4 anni. E poteri citare decine di esempi su efficienza impianti/manodopera, manutenzione, principi lean production….. da un lato metodologie chiare applicate rigorosamente basandosi su raccolte dati affidabili e complete e coinvolgimento del personale, dall'altro improvvisazione dati inaffidabili e clima militaresco. Con questo non voglio dire che lo statuto non sia migliorabile ma sicuramente non è la causa principale dell'incapacita' italiana di gestire grandi imprese
La Ferrari andrà anche alla grande, per carità, ma io che sto lavorando da qualche anno nello sviluppo sw nel settore automotive so che lavorare in Ferrari non è il massimo, per un ingegnere lavorare in Ferrari significa farsi il mazzo solo per la gloria e per arricchire la lista di esperienze nel proprio CV, non certo per essere pagato bene.
Su questi temi è necessaria una riflessione tonica tra Michele e Alberto, per non disorientare noi che ci stiamo attivando... Sorvolo sui dettagli della live, perché non ho gli strumenti per esprimermi. Ma al fondo la domanda credo sia: "Il commercio internazionale va inteso come arena di scontro tra Nazioni (Francia contro noi italiani, Cina contro noi europei) o di concorrenza tra imprese (per trarre da qualsiasi impresa il massimo beneficio pubblico)?" Il testo programmatico di Drindrin dovrà essere chiaro su ciò. Made in Italy vagamente autarchico, Stato imprenditore o Stato protettore: come l'avevo intesa io, Drindrin vuole arginare queste cose. Per come la vedo io, il commercio internazionale va desiderato come un ambiente di concorrenza la più libera possibile. Tolte le sanzioni verso gli Stati che ci aggrediscono con la guerra. Sanzioni che vanno rese ferree.
Bon qui già vedo drin drin diventare drin. Sul ruolo dello Stato e sugli obiettivi dovreste accordarvi. Questa live non fosse per Boldrin mi avrebbe fatto scappare a gambe levate.
Rifletta e puo' da sola darsi una risposta... Ma una domanda cerchi di farsela... Conosce il mondo? ...conosce l'Asia? Conosce la Cina? Io gli posso dire che anche in questo momento con una crisi in 4 aree dove abbiamo la guerra...si vende meno ma le cifre restano importanti...
Tra Brescia e Bergamo c'è il distretto che produce i bottoni per le case del lusso , nella azienda dove lavoro facciamo stampi per svariate case del lusso che sono principalmente francesi . Noi siamo più bravi a produrre loro sono piu bravi a fare impresa lo stato centra poco o nulla. Il lusso a MOLTO a che fare con la meccanica di precisione visto che per fare uno stampo per un bottone di 12mm di diametro con la faccia un personaggio mitologico ci vogliono macchine i incisione al laser e frese a 5 assi che costato parecchio
@@riccvven2078 perché i dettagli fanno la differenza e quindi se li vendo "sfusi" potrebbero finire su qualsiasi prodotto, è come se la Ferrari vendesse solo la carrozzeria e chi la compra ci mette il motore che vuole, poi come fai a distinguerla?
@@robvar2018 comprensibile, anche se le problematiche progettuali di mettere un motore come quello ferrari sono ben diverse dal mettere un bottone su un capo; però capisco il concetto di esclusività, peccato perchè alcuni sono bellissimi
@@riccvven2078 hai ragione , molti non ci fanno caso ma i nostri clienti prima di validare uno stampo lo guardano sotto la lente e se non vedono tutti i dettagli lo scartano e quando stampi un loro addetto controlla scrupolosamente il numero dei pezzi stampati e si porta via pure gli scarti.
Nella microimpresa tipica di alcune zone italiane va anche aggiunta la perversa idea del “paron” che nessuno riesca a gestire l’azienda meglio di lui o dei suoi famigliari.
Sbaglio o in USA si può licenziare tutti gli impiegati di una azienda da un giorno all'altro? In Italia no... Io non ho aperto azienda in Italia, ma a ho aperta nel paese dove sto, se qualcuno non faceva il suo lavoro e mi rovinava l'ambiente lavorativo, lo ringraziavo e lo facevo accomodare fuori dalla porta. A parte questa ovvietà, invece mi piacerebbe commenti su questa riflessione: se tra qualche anno gli stdipendi in Italia tendessero a riallinearsi a quelli europei, cosa accadrebbe alla filiera del lusso?
Io di economia non ci capisco un H...Ma so solo...e mi sento... di dare fiducia a questi due "screanzati coraggiosi" che anche da culturalmente ignorante quale sono mi danno l'idea di avere le competenze giuste per portare avanti questo Drin Drin in cui credo fortemente! P.S.: il fatto di ammettere di essere ignorante culturalmente non vuol dire che io abbia un QI dignitoso...😊
Vorrei condividere la mia piccola esperienza personale. Sono socio (dal 2018, solo come finanziatore) di un gruppo italiano che coltiva bambù gigante in Italia per fare bioplastica, biomattoni, ecopelle, lettiere per gatti, etc ma anche per vendere certificati di assorbimento della CO2, fare consulenza e formazione nell’ambito del carbon management. Siamo nati nel 2014, abbiamo raccolto circa 30M di euro di equity, siamo più di 1500 soci e ci stiamo per quotare in borsa. Un bambuseto richiede circa una decina di anni per diventare maturo, nonostante si parta con delle piante madri con già 2 anni di vita. Inoltre, in Italia il mercato dei certificati di cattura della CO2 e la sensibilità ambientale dei consumatori sono ancora limitati, anche perché tra pandemie e conflitti internazionali negli ultimi anni il contrasto ai cambiamenti è comprensibilmente passato in secondo piano. Per questi motivi, nonostante il management sia ottimo a mio avviso (ambizioso ma senza montarsi la testa, con grande lungimiranza, pieno di idee e capace di fare un eccellente lavoro di squadra) prevediamo di avere il primo bilancio positivo solo l’anno prossimo, in ritardo rispetto alle prospettive con cui i primi investitori sono entrati nel progetto. Tutto questo per dire che una parte (che non saprei quantificare) dei soci sono piuttosto arrabbiati perché ci sono stati dei cambiamenti importanti (di modello di business, ma anche di tempistiche, fusioni, quotazione, etc) che io giudico molto positivi in prospettiva, ma che richiedono sul momento un po’ di pazienza, un po’ di fiducia nel management e soprattutto un po’ di comprensione di come funziona il mercato e di come si faccia un business. Solitamente sono i soci con una educazione finanziaria più scarsa, ma anche tra alcuni dei più navigati vedo molto questa idea che sarebbe stato meglio rimanere spezzettati in tante minuscole srl che estraggono dividendi senza fare innovazione e senza crescere. Mio malgrado, lo trovo molto rappresentativo della cultura imprenditoriale nostrana
Nella moda gli italiani sono i più bravi a fare i creativi, i francesi sono invece bravi a fare sistema e scalare. Poi le eccezioni ci sono sempre, ma in genere è così
Ma se a pari condizioni con capitale francese funziona e con italiano no, che c'entra lo statuto dei lavoratori? Non è che invece tra soci italiani cercano di farsi le scarpe?
Secondo me avete un survival bias e credo dobbiate indagare invece chi ha fallito e perché. Anche alla luce del ragionamento sulla marina italiana è chiaro che il problema non è mai stato dei soldati semplici (sono ben note le azioni coraggiose e suicide di soldati Italiani e le copiose e poco giustificate fucilazioni per insubordinazione) o dei lavoratori (se il lusso si sposta a produrre in Italia è perché la capacità c'è), quanto piuttosto la classe dirigenziale è veramente scarsa. Da generali come Cadorna (che fu cacciato solo perché gli alleati minacciarono l'Italia di non mandare rinforzi) ai dirigenti di strutture sanitarie che sono nominati dalla politica senza alcuna supervisione sull'operato è chiaro che il sistema premia amicizie piuttosto che la competenza, purtroppo manca la volontà di fare piazza pulita di questa gente. Nel privato questo si riflette nella struttura della tassazione dei redditi, i manager italiani come anche Lelio Gavazza sono incentivati a fuggire all'estero perché attirati da redditi superiori o uguali e regolamentazione favorevole all'impresa, mentre chi ha capitale rimane qua vivacchiando con qualche sussidio tipo industria 4.0, se vende l'azienda affitta il capannone e altre rendite immobiliari o agricole (ricordiamo che ad ogni grandinata praticamente piovono soldi per i poveri contandini).
non penso sia tanto la volontà di far piazza pulita (che c'è, basta ricordarsi dei successi nelle piazze di un certo comico ligure), quanto la reticenza diffusa ad instaurare sistemi di incentivi meritocratici. perché alla fine anche quelli che vorrebbero far piazza pulita, sotto sotto non vogliono davvero che i più bravi li comandino. è una cosa che fa paura. se ti sorpassa uno raccomandato puoi dire che è un raccomandato, se ti sorpassa uno bravo non hai scuse
Come disse il mio professore di macroeconomia (che era Perotti), per quanto sembra sempre che i Francesi ci facciano le scarpe, in realtà la bilancia pende a favore dell'Italia visto che molte acquisizioni in territorio francese passano in sordina o riguardano cose non relative alle imprese (come case ecc). Per chi dice che ci stanno togliendo industrie strategiche, bisognerebbe ragionare in termini di quanto "strategico" un brand come Gucci possa essere (cioè 0)
Prof, ma il modello della "Rete d'Impresa", potrebbe favorire la creazione di soggetti di dimensione molto più grande, vicino all'idea del grande gruppo?
Se îl Brand e' francese, il lusso e' Francese, l'Italia e un paese manifattiriero, și fa meglio, ma manifatturiero. Dior în giro per îl mondo e' Framcese non interessa a nessuno dove e' fatto. Ferrari, Armâni, Valentino, e qualche altro sono made în Italy, il resto e' manifatturiero, questa gente continua ad intortare gli Italiani che facciamo made în Italy , che anche îl panettiere sotto casa e' convinto di meritare îl Brand.
Oggi ho visto un articolo che mi fa tornare sull'argomento: "L'alert dell'Ance... Il settore chiede al governo interventi in manovra" Bisogna veramente cambiare mentalità. In questo modo le energie vanno nella questua invece che nel cercare di far funzionare le aziende e il paese Credo che per poter crescere le aziende abbiano bisogno di un ambiente stabile e non di sussidia aleatori.
Vi informo per spiegare che cio' che dice l'ospite e' vero a metà....x esempio ...tornato da poco da Asia....PRADA fattura il triplo con il made in Asia....non metto l'Azienda che fa' prodotto eccezionale e tutto a mano....
Io sono via da 25 anni, e non ho nessuna intenzione di tornare, l'ultimo dei miei fratelli, quello che considero il piu' bravo, rimasto în Italia e che voleva resistere, il mese prossimo, a 54 anni și sposta con famiglia e tutto îl Spagna, perche per lo stesso lavoro lo pagano il doppio.
Io sono 29 anni che lavoro in Italia e l' azienda per cui lavoro ha una succursale il vicino a Barcellona eppure i miei "colleghi" spagnoli prendono molto meno di me e una decina di loro ai sono trasferiti qua perché si guadagna di più Evidentemente il paese del Bengodi non esiste e l'erba del vicino è sempre e comunque piu verde.
Eh sono d'accordo con le domande di Michele, le parole di Alberto e Lelio sembrano aneddotiche. E Lelio non ha risposto in maniera soddisfacente ai primi scambi. Comunque dibattito utile e interessante. #ihaveadrin
Per quanto mi riguarda anch’io ho una naturale repulsione per ogni eventuale “boost ” che il pubblico possa dare ai settori privati con liquidità o agevolazioni varie. Peró ho come una sensazione (e rimane solo sensazione) che negli ultimi anni stia avvenendo nel mondo una forma di assistenza più o meno forte dei paesi ai propri settori per usarli anche come elemento strategico. Credo che la Cina sia un enorme esempio ma non unico . Allora mi chiedo, se questa cosa è vera , ed è fatta dai nostri competitor, non potrebbe allargare ancora di più il dislivello delle capitalizzazioni tra i paesi europei ed il resto del mondo? Ripeto, non è un’affermazione ma semplice condivisione di un’idea.
Prof mi offro da consulente del settore senza nessun compenso....a disposizione esperienza 50 anni nel settore accessori & calzature...quando volete...
Grande! Ti suggerisco di mandare una mail, che altrimenti temo si possa perdere il commento qui (e poi come potrebbero ricontattarti?). Magari allega anche già il CV già che ci sei
A differenza dei vostri ospiti precedenti, il sig. Gavazza non mi ha convinto per nulla.
Gli imprenditori francesi riescono a creare da soli delle scuole di formazione per i propri dipendenti mentre gli imprenditori italiani no: la soluzione di questo signore è che le tasse dei cittadini italiani debbano colmare questa incapacità con agevolazioni fiscali e sussidi.
La mia soluzione (e penso sia quella anche del Drin Drin) è che quel lavoro lo faranno i francesi perché più capaci, gli italiani faranno altro rimboccandosi le maniche anziché aspettarsi un sostegno statale.
@@UnlibrotiralaltroFanChannel se posso, operando nel settore, gli imprenditori italiani cercano di usare i soldi della formazione finanziata per ridurre il costo del lavoro, prendendo i soldi e semifingendo di fare corsi. Poi come al solito: non tutti, non sempre e bla bla bla
A midsummer's night Drin!
Grande ripperone!
Endorsement di un certo livello
Attenzione l’internet si smuove, grande Rip!
A un certo punto ho avuto paura che finisse male, invece complimenti a Michele per come ha condotto e come è intervenuto.
Mi pare ci sia una incoerenza. Si è contro alle acquisizioni estere ma si vuole l'investimento straniero.
5 orizzontale, 8 lettere, inizia per D, "strade di Sicilia"
Drindrin
Lusso e agevolazioni fiscali..passo e chiudo
Il lusso non fa e non farà mai la California o l'Irlanda, soprattutto se necessita dell'aiuto dello stato e delle agevolazioni fiscali.
Gavazza mi sembra l'esempio perfetto dell'imprenditore italiano e qui mi fermo. Per quanto sicuramente competente. E sinceramente vedere Alberto che non lo contraddice mai e anzi approva quello che dice è deludente. Se questo è il mood che avrà il drin drin con gli imprenditori che richiedono agevolazioni fiscali per le loro aziende bisogna sperare che Michele tenga fermo il polso.
Sì, anche io sono rimasto un po’ perplesso dalla mancata reazione di Forchielli quando l’ospite ha chiesto dei sussidi per il settore. Forse ha pensato che fosse talmente ridicolo che si commentava da solo, però boh. Spero che alla prossima occasione non rimanga più in silenzio
@@dondimichelangeloprobabilmente non voleva contraddire un amico.
@@leonardoberti917 Sono felice di non essere stato l'unico a notarlo, ammetto che inizialmente ero molto ottimista per il progetto drin drin, però più ascolto queste discussioni più mi sorgono dei dubbi "sull'organicità" delle idee dei due fondatori. Un conto è chiacchierare e confrontarsi da esterni, un conto è trovare una quadra "politica". Speriamo che con il tempo e con il programma definitivo si chiariscano gran parte dei dubbi che ho attualmente
@@leonardoberti917 concordo.
Boldrin sempre idolo assoluto. Le agevolazioni fiscali ai brand del lusso mi mancavano
Fino al 20 min Gavazzi mi sempre il classico imprenditore italiano che piange miseria per avere aiuti senza andare nel cuore delle questioni
Le scarpe di Gucci le fanno a Fermo(Montegranaro) con gente che prende 1.200 euro....non pagano certo 3.600 euro come dovrebbe
Il management di Gucci è Kering, che è anche la parent corp
Il valore aggiunto è dato dal nome non dalla qualità. Per cui va tutto all azionista che ha creato nel tempo il marchio con investimenti. Nessuno lavoratore benificia delle vendite ad alto prezzo
l'Italia è la nuova Romania, il re-shoring avviene perché pagano poco
@@giomas3728 quella degli anni 80' nn certo almeno degli anni 2000...no?o sbaglio ..
1200 e' poco,prendono sopra i 1600 euro
Cioè praticamente anziché liberare il mercato italiano da elementi improduttivi e renderlo competitivo il signor Gavazza propone di creare incentivi ad hoc per brand di lusso in un mercato in cui pare di capire non ci siano, cioè praticamente si sta chiedendo di drogare inutilmente un settore di modo che possa parassitare e pesare sulle spalle dei contribuenti come già fatto da altri. Ottimo
Qui non si parla di elementi improduttivi del mercato italiano, ma al contrario, di un settore di eccellenza che nel 2022 con 144mld€ di entrate complessive registrate da Altagamma, ha inciso per il 7,4% del PIL italiano.
Gli incentivi non servirebbero a tenere in vita aziende improduttive ma al contrario a favorire aggregazioni tra realtà già di successo, come già dimostrato dal caso francese, dove
I buoni rapporti con la politica, e col mondo bancario, dei fondatori di kering ed Lvmh non hanno di certo sfavorito la crescita dimensionale di queste due realtà, che dalla nascita hanno ricevuto sgravi fiscali e sussidi di ogni sorta nonché una insolita noncuranza da parte dell’antitrust francese.
@Mast3rHand989 al di là di incentivi specificatamente pensati per un aumento della produttività quali, ad esempio, per merge and acquisition (che siano però validi indiscriminatamente e non per il solo settore x) fatico a comprendere l'utilità di incentivi in un settore, come da te (giustamente) definito, di "eccellenza"; gli incentivi sono utili per smuovere settori in difficoltà, qualora si ritenga che il gioco valga la candela, specialmente con una coperta corta come quella Italiana. Infine, quando parlo di improduttività non mi riferisco allo stato attuale del settore, quanto alla condizione a cui rischia di andare incontro per inerzia a causa di tali dinamiche anti darwiniane.
Intro top😂
Best opening
Il Forchielli la butta sempre sullo statuto dei lavoratori. Mi chiedo : ma cosa c'entra? Il problema credo stia più in alto. È il paese dei mille campanili, non sappiamo fare squadra
92 minuti di applausi. Centri il punto.
I Francesi gestiscono meglio, e il manager italiano per competere chiede le agevolazioni fiscali allo Stato...ottima strategia. Senza numeri si parla di filosofia. Brand di lusso al fornitore paga un maglione 50cent, lo rivende a 300euro, e il manager del lusso chiede le agevolazioni fiscali. Boldrin in modalità carrarmato EPICO :)
Sentire uno che si lamenta perché lo stato non forma delle persone per produrre scarpe, vestiti, gioielli ecc... È una cosa che mi fa girare altamente le pa**e! Ma questi grandissimi, rinomati, fenomenali imprenditori, quando cominciano a pensare di tirare fuori idee e soldi e formarseli in casa?
Il personale nel lusso è sottopagato. Certo che uno preferisce fare l'informatico.
perché sottopagato? la maggior parte sono impieghi a low skill e quindi pagati "correttamente" (per gli standard italiani)
@@Johnny_Savage nel video si porta la narrazione che gli italiani non vogliono più fare lavori artigiani di qualità e ben retribuiti. È falso.
Si è portata esplicitamente la retorica per cui i ragazzi bravi preferiscono fare altro. Lo fanno perché non vengono pagati abbastanza. Se mi offrono 1800 netto al mese mi metto a fare io l'artigiano.
@@Johnny_Savagepenso si riferisse in relazione al costo della vita e al margine di profitto che ha il produttore rispetto alla paga oraria. Ovviamente sono lavori mediamente a bassa scolarizzazione, però fanno legittimamente domandare la validità di sussiadiare un settore che in fin dei conti offre relativamente poche opportunità di migliorare le gli standard italiani che hai menzionato
Il più bell’inizio di live della storia😂😂😂
è un settore a bassa produttività. Però con un ratio occupazionale importante. Alla fine per gli italiani con bassa scolarità è ottimo.
Ecco l’imprenditorialità italiana: il governo ci deve aiutare, proteggere, agevolare… siamo fottuti. Mi meraviglio che Forchielli non abbia detto nulla a riguardo come giustamente ha fatto Boldrin. Non c’è speranza.
Ciao coglione. A botte di scaltrezza vedi dove sei arrivato, morto di fame. Siete degli idioti che pensano gestire sia rubacchiare
vogliamo fare l'URSS del lusso?😂
URSS del lusso e del turismo
@@stereoautola pazza isterica del TWIGA (non mi viene il nome giuro) like this element.
Penso un cattivo esempio di imprenditorialità. Un vero imprenditore si misura in un ambiente di concorrenza non in un ambiente "protetto".
53:48 mi sembra di capire che l'azienda italiana all'interno di un grande gruppo francese alla fine funziona nonostante i problemi legati alla legislazione riguardante i lavoratori, forse è questo che intendeva il professore Boldrin quando diceva che non era pienamente convinto della teoria di Forchielli
Vero Prof....grande domanda! Da dove comincia il lusso e dove finisce....senza arrampicarsi sugli specchi...sono nel settore e a capo da 20 anni di un'azienda Italiana importante..purtroppo molte aziende non contribuiscono ad esserlo e vantano con il marketing dedicato ad esserlo....i prenditori micro sono il problema....
Forchielli e Gavazza non sono riusciti a spiegare perché lo statuto dei lavoratori rilevi sull'impossibilità di fare grande azienda in Italia. Inoltre non spiegano in cosa la legislazione francese avrebbe, per contrappasso, favorito l'emergere di grandi aziende.
Grande Michele Prof..vendono negli outlet stock normali maggiorati del 1.000 %
Nell'ascoltare il sig. Gavazza mi sono tornati in mente i casi di cronaca in cui le autorità hanno scoperto piccoli laboratori con lavoratori in nero, che lavorano per cooperative per conto di marchi italiani del lusso.
Il grosso della produzione era in paesi terzi, in Italia veniva fatto solo un passaggio finale e il prodotto risultava essere "made in Italy".
Non stupisce, la qualità è calata a picco, anche nella pelle, ormai è tutta cinesata col marchio
L'intro del prof non delude mai.
Stupenda conversazione. Amo il cinismo con cui si arrivano a cercare i dettagli e le implicazioni... Per me che faccio tutt'altro è fondamentale avere un contraddittorio di qualità per portare a galla le contraddizioni dei discorsi che altrimenti sono retorica di parte...
Grazie grazie grazie
15:40 "gli imprenditori italiani ci sono, sono bravi e sono forti"
Ostrega mi sa che viviamo in un'Italia diversa
21:45 mi dispiace ma non penso che il lusso e l'aerospaziale-meccanica siano minimamente comparabili. Il lusso non né un settore strategico, non è lavorativamente appetibile e contribuisce ben poco alle casse dello stato(a fronte di sussidi e richieste ripetutamente portate avanti durante la discussione)
@@patrickcaregnato9203chiedere lo fanno tutti poi tra chiedere ed avere ce ne passa .
8% di PIL non è proprio da buttare e se 2.000.000 di lavoratori ci campano evidentemente a qualcosa serve.
Ma lei quanti imprenditori della moda conosce visto che sembra esperto del settore?
Beh non generalizzare neanche nel senso opposto perché se no sei uguale ai grillini.
Miglior intro della storia 😂
Il valore aggiunto ahime' si materializza all'interno dei brand, molto meno sulla produzione
Posso dire che la tesi dell'imprenditore mi ha un po' inquietato? "Made in Italy va sussidiato perché porta il nome dell'Italia nel mondo", ok 😅 Bravo Boldrin che tiene la barra dritta. Da domani per protesta niente più hotel 6* e dom perignon
Grazie. Molto interessante. Punti che mi hanno colpito.
1. Finalmente il governo si occupa di noi (?)
2. Tutta colpa dello statuto dei lavoratori. In Francia le cose sono molto diverse? È veramente una domanda. Non ne ho idea.
Come si collocano Ferrero, Barilla e Luxottica nel panorama descritto?
Per i primi minuti sembrava che il lusso (senza ben capire cos'è), fosse il volano dell'economia. Pian piano si è ridimensionato 🥸
5 calcoli col PIL ed è caduto il castello di scarpe e borse
Tessile made in Italy e fashion;
Non c’è tanto da adagiarsi nemmeno sul fatto che il lusso venga interamente prodotto in Italia.
Se è così è perché’ il nostro manifatturiero era molto avanzato prima della globalizzazione, e da lì in poi, sono per lo più rimasti a produrre i gruppi che avevano margini tali da poter assorbire il differenziale del costo del lavoro rispetto ai paesi in via di sviluppo, dove, giocoforza, hanno dovuto spostarsi tutti gli altri gruppi in fasce di mercato più “povere”
Questo comunque non vuol dire che in Cina, per esempio, non sappiano fare manifattura tessile di alta gamma, e non vuol dire nemmeno che lo status quo sia destinato a rimanere tale. Se continuiamo a perdere aziende e know-how, anche il lusso dovrà trovarsi un’altra casa, e purtroppo non sarà nemmeno molto difficile.
Il Reshoring delle aziende di media/bassa fascia, invece, è un fenomeno legato al livellamento dei costi del lavoro che crescono in Asia, a trend manageriali come il derisking ed alla disruption logistica. Si tratta per lo piu' di reshoring di commesse medio/piccole, i grandi volumi invece continuano ad essere prodotti in Asia.
L’ospite non è un imprenditore ma ben sì un manager del gruppo Zegna. Il pragmatismo e lo scetticismo ( supportato dai numeri, che in Italia non sono tuttavia chiari sul settore moda ) mi illuminano sempre !
Like più che meritato già per il porcone lanciato da Michele a inizio video ahahhahaha
Avrebbe dovuto lanciarne uno anche a metà.
Soprattutto quando Gavazza ha richiesto sussidi statali e proteziond
Grazie a Boldrin la discussione è stata interessante altrimenti avremmo sentito solo una serie di luoghi comuni senza dati e senza logica... grazie Boldrin.. PS per Boldrin.... la selezione del personale dirigenti del drin drin è importante a cominciare dai collaboratori più stretti
Anche in Francia le grandi aziende hanno grandi vincoli con i lavoratori
Da quel che emerge o capisco da questo video, l'argomento contro lo statuto, almeno in questo caso, non sembra funzionar per nulla.
Se fosse quello l'ostacolo ai grandi gruppi, allora persisterebbe anche quando arrivano gli stranieri, inclusi i Francesi.
Se fosse quello l'ostacolo, anche i Francesi in Francia avrebbero gli stessi problemi, vista la legislazione che mi sembra di capire simile.
La bestemmia è stata fantastica
Certi imprenditori imparassero a fare rete. Lo Stato si occupi delle aziende strategiche e ad alto valore aggiunto. La formazione si fa bridge scuola-azienda come fanno in Svizzera. Così gli strumenti sono sempre aggiornati.
un inizio col botto
Per gestire una impresa medio grande occorre disciplina, giustissimo. Personalmente conosco un caso di una piccola impresa che ha fatto della estrema flessibilità la sua forza competitiva e che adesso che ha grandi opportunità di crescita, sta sbattendo il naso perché la sua cultura aziendale “anarchica “, a tutti i livelli, sta frenando la crescita.
Per quanto riguarda lo statuto dei lavoratori vorrei portare la mia esperienza di direttore di stabilimento in multinazionale francese e stesso ruolo multinazionale italiana. Problema assenteismo Multinazionale francese management italiano: stabilimento di 500 operai appena acquisito, assenteismo 13%. dopo 2 anni applicando metodi ben strutturati basati su coinvolgimento del personale e note disciplinari mirate l'assenteismo e' passato al 2%. Problema assenteismo Multinazionale italiana management italiano: stabilimento di 700 operai appena acquisito, assenteismo 13%. molte lamentele da parte del management su medici conniventi sindacati non collaborativi note disciplinari a pacchi assenteismo sempre al 13 dopo 4 anni. E poteri citare decine di esempi su efficienza impianti/manodopera, manutenzione, principi lean production….. da un lato metodologie chiare applicate rigorosamente basandosi su raccolte dati affidabili e complete e coinvolgimento del personale, dall'altro improvvisazione dati inaffidabili e clima militaresco. Con questo non voglio dire che lo statuto non sia migliorabile ma sicuramente non è la causa principale dell'incapacita' italiana di gestire grandi imprese
sussidi al lusso, capimmo che l'imprecazione era premonitoria 😂
La Ferrari andrà anche alla grande, per carità, ma io che sto lavorando da qualche anno nello sviluppo sw nel settore automotive so che lavorare in Ferrari non è il massimo, per un ingegnere lavorare in Ferrari significa farsi il mazzo solo per la gloria e per arricchire la lista di esperienze nel proprio CV, non certo per essere pagato bene.
Su questi temi è necessaria una riflessione tonica tra Michele e Alberto, per non disorientare noi che ci stiamo attivando...
Sorvolo sui dettagli della live, perché non ho gli strumenti per esprimermi.
Ma al fondo la domanda credo sia: "Il commercio internazionale va inteso come arena di scontro tra Nazioni (Francia contro noi italiani, Cina contro noi europei) o di concorrenza tra imprese (per trarre da qualsiasi impresa il massimo beneficio pubblico)?"
Il testo programmatico di Drindrin dovrà essere chiaro su ciò.
Made in Italy vagamente autarchico, Stato imprenditore o Stato protettore: come l'avevo intesa io, Drindrin vuole arginare queste cose.
Per come la vedo io, il commercio internazionale va desiderato come un ambiente di concorrenza la più libera possibile.
Tolte le sanzioni verso gli Stati che ci aggrediscono con la guerra. Sanzioni che vanno rese ferree.
Non penso che sarà uno dei 10 punti
Bon qui già vedo drin drin diventare drin. Sul ruolo dello Stato e sugli obiettivi dovreste accordarvi. Questa live non fosse per Boldrin mi avrebbe fatto scappare a gambe levate.
8:48 grazie Michele
Questo lusso tanto sbandierato che distribuzione dei redditi produce , quante persone sono coinvolte.
Rifletta e puo' da sola darsi una risposta...
Ma una domanda cerchi di farsela...
Conosce il mondo? ...conosce l'Asia? Conosce la Cina? Io gli posso dire che anche in questo momento con una crisi in 4 aree dove abbiamo la guerra...si vende meno ma le cifre restano importanti...
@@mujamuja2383è in macchin
L’ospite non sapeva dire quanto incida sul PIL
Hai un numero? O fai vuota retorica?
@@MicheleBoldrin caro Prof . Vi mando mail e numeri di certo...facendo rif.a questa interazione.Richiesta lecita sulla retorica...#drindrin
Tra Brescia e Bergamo c'è il distretto che produce i bottoni per le case del lusso , nella azienda dove lavoro facciamo stampi per svariate case del lusso che sono principalmente francesi .
Noi siamo più bravi a produrre loro sono piu bravi a fare impresa lo stato centra poco o nulla.
Il lusso a MOLTO a che fare con la meccanica di precisione visto che per fare uno stampo per un bottone di 12mm di diametro con la faccia un personaggio mitologico ci vogliono macchine i incisione al laser e frese a 5 assi che costato parecchio
Ok ti posso fare delle domande? mi intriga moltissimo il mondo dei bottoni, come mai spesso queste tipologie non si vendono al singolo o al dettaglio?
@@riccvven2078 perché i dettagli fanno la differenza e quindi se li vendo "sfusi" potrebbero finire su qualsiasi prodotto, è come se la Ferrari vendesse solo la carrozzeria e chi la compra ci mette il motore che vuole, poi come fai a distinguerla?
@@robvar2018 comprensibile, anche se le problematiche progettuali di mettere un motore come quello ferrari sono ben diverse dal mettere un bottone su un capo; però capisco il concetto di esclusività, peccato perchè alcuni sono bellissimi
@@riccvven2078 hai ragione , molti non ci fanno caso ma i nostri clienti prima di validare uno stampo lo guardano sotto la lente e se non vedono tutti i dettagli lo scartano e quando stampi un loro addetto controlla scrupolosamente il numero dei pezzi stampati e si porta via pure gli scarti.
@@robvar2018 che figata, ahahahahahha io adoro queste cose
uso you tube dal day one,giuro di non aver mai visto un apertura piu' epica di questa,con il botto ,quello vero. 😄
Il Prof. Boldrin è inimitabile
Ennesimo contenuto "di lusso".
Nella microimpresa tipica di alcune zone italiane va anche aggiunta la perversa idea del “paron” che nessuno riesca a gestire l’azienda meglio di lui o dei suoi famigliari.
Ciao Lelio, che piacere trovarti qui
Sbaglio o in USA si può licenziare tutti gli impiegati di una azienda da un giorno all'altro? In Italia no... Io non ho aperto azienda in Italia, ma a ho aperta nel paese dove sto, se qualcuno non faceva il suo lavoro e mi rovinava l'ambiente lavorativo, lo ringraziavo e lo facevo accomodare fuori dalla porta.
A parte questa ovvietà, invece mi piacerebbe commenti su questa riflessione: se tra qualche anno gli stdipendi in Italia tendessero a riallinearsi a quelli europei, cosa accadrebbe alla filiera del lusso?
Io di economia non ci capisco un H...Ma so solo...e mi sento... di dare fiducia a questi due "screanzati coraggiosi" che anche da culturalmente ignorante quale sono mi danno l'idea di avere le competenze giuste per portare avanti questo Drin Drin in cui credo fortemente!
P.S.: il fatto di ammettere di essere ignorante culturalmente non vuol dire che io abbia un QI dignitoso...😊
Vorrei condividere la mia piccola esperienza personale. Sono socio (dal 2018, solo come finanziatore) di un gruppo italiano che coltiva bambù gigante in Italia per fare bioplastica, biomattoni, ecopelle, lettiere per gatti, etc ma anche per vendere certificati di assorbimento della CO2, fare consulenza e formazione nell’ambito del carbon management. Siamo nati nel 2014, abbiamo raccolto circa 30M di euro di equity, siamo più di 1500 soci e ci stiamo per quotare in borsa.
Un bambuseto richiede circa una decina di anni per diventare maturo, nonostante si parta con delle piante madri con già 2 anni di vita. Inoltre, in Italia il mercato dei certificati di cattura della CO2 e la sensibilità ambientale dei consumatori sono ancora limitati, anche perché tra pandemie e conflitti internazionali negli ultimi anni il contrasto ai cambiamenti è comprensibilmente passato in secondo piano. Per questi motivi, nonostante il management sia ottimo a mio avviso (ambizioso ma senza montarsi la testa, con grande lungimiranza, pieno di idee e capace di fare un eccellente lavoro di squadra) prevediamo di avere il primo bilancio positivo solo l’anno prossimo, in ritardo rispetto alle prospettive con cui i primi investitori sono entrati nel progetto.
Tutto questo per dire che una parte (che non saprei quantificare) dei soci sono piuttosto arrabbiati perché ci sono stati dei cambiamenti importanti (di modello di business, ma anche di tempistiche, fusioni, quotazione, etc) che io giudico molto positivi in prospettiva, ma che richiedono sul momento un po’ di pazienza, un po’ di fiducia nel management e soprattutto un po’ di comprensione di come funziona il mercato e di come si faccia un business. Solitamente sono i soci con una educazione finanziaria più scarsa, ma anche tra alcuni dei più navigati vedo molto questa idea che sarebbe stato meglio rimanere spezzettati in tante minuscole srl che estraggono dividendi senza fare innovazione e senza crescere. Mio malgrado, lo trovo molto rappresentativo della cultura imprenditoriale nostrana
Come si chiama la "tua" azienda?
@@davideluciani1754 Forever Bambù
sono curioso pure io
secondo questo ospite la cdp si doveva comprare gucci per non farla comprare ai francesi..... Annamo bene 😂😂😂😂😂😂😂😂
Al 34° "piuttosto che" mi sono tappato le orecchie
Nella moda gli italiani sono i più bravi a fare i creativi, i francesi sono invece bravi a fare sistema e scalare. Poi le eccezioni ci sono sempre, ma in genere è così
quali altri esempi francesi di fare scala a livelli importanti ci sono oltre al conglomerato LVMH?
@@Johnny_Savage Stellantis anche se è scappata nei paesi bassi
Vedo DrinDrin metto like.
@Michele, @Alberto: un esempio? Non è possibile in Italia licenziare per performance. Ecco perché va riformata l'intera materia lavoristica.
Saluto tattico 🪖Grazieeeee con like d'ordinanza👍
Lusso è pagare qualcosa da 3-5 volte in su😂. Difficile definirlo. È ovviamente una invenzione del marketing
titolo del live dovrebbe essere "Attenta attenta attenta!!"
PD non è un partito
L'evento del 12/10 sarà disponibile tipo in videoconferenza online per chi non riuscirà ad essere presente ?
Non lo so, ma a sentire questo Signore mi sembra di sentire la Santachè.
Ma se a pari condizioni con capitale francese funziona e con italiano no, che c'entra lo statuto dei lavoratori? Non è che invece tra soci italiani cercano di farsi le scarpe?
28.21 giusta domanda bisogna pur vivere con lo stipendio!!
Secondo me avete un survival bias e credo dobbiate indagare invece chi ha fallito e perché. Anche alla luce del ragionamento sulla marina italiana è chiaro che il problema non è mai stato dei soldati semplici (sono ben note le azioni coraggiose e suicide di soldati Italiani e le copiose e poco giustificate fucilazioni per insubordinazione) o dei lavoratori (se il lusso si sposta a produrre in Italia è perché la capacità c'è), quanto piuttosto la classe dirigenziale è veramente scarsa. Da generali come Cadorna (che fu cacciato solo perché gli alleati minacciarono l'Italia di non mandare rinforzi) ai dirigenti di strutture sanitarie che sono nominati dalla politica senza alcuna supervisione sull'operato è chiaro che il sistema premia amicizie piuttosto che la competenza, purtroppo manca la volontà di fare piazza pulita di questa gente. Nel privato questo si riflette nella struttura della tassazione dei redditi, i manager italiani come anche Lelio Gavazza sono incentivati a fuggire all'estero perché attirati da redditi superiori o uguali e regolamentazione favorevole all'impresa, mentre chi ha capitale rimane qua vivacchiando con qualche sussidio tipo industria 4.0, se vende l'azienda affitta il capannone e altre rendite immobiliari o agricole (ricordiamo che ad ogni grandinata praticamente piovono soldi per i poveri contandini).
non penso sia tanto la volontà di far piazza pulita (che c'è, basta ricordarsi dei successi nelle piazze di un certo comico ligure), quanto la reticenza diffusa ad instaurare sistemi di incentivi meritocratici. perché alla fine anche quelli che vorrebbero far piazza pulita, sotto sotto non vogliono davvero che i più bravi li comandino. è una cosa che fa paura. se ti sorpassa uno raccomandato puoi dire che è un raccomandato, se ti sorpassa uno bravo non hai scuse
Nel programma bisogna subito pensare a qualcosa per le strade in Sicilia
Come disse il mio professore di macroeconomia (che era Perotti), per quanto sembra sempre che i Francesi ci facciano le scarpe, in realtà la bilancia pende a favore dell'Italia visto che molte acquisizioni in territorio francese passano in sordina o riguardano cose non relative alle imprese (come case ecc). Per chi dice che ci stanno togliendo industrie strategiche, bisognerebbe ragionare in termini di quanto "strategico" un brand come Gucci possa essere (cioè 0)
Prof, ma il modello della "Rete d'Impresa", potrebbe favorire la creazione di soggetti di dimensione molto più grande, vicino all'idea del grande gruppo?
Se îl Brand e' francese, il lusso e' Francese, l'Italia e un paese manifattiriero, și fa meglio, ma manifatturiero. Dior în giro per îl mondo e' Framcese non interessa a nessuno dove e' fatto. Ferrari, Armâni, Valentino, e qualche altro sono made în Italy, il resto e' manifatturiero, questa gente continua ad intortare gli Italiani che facciamo made în Italy , che anche îl panettiere sotto casa e' convinto di meritare îl Brand.
Questi pensano che su tutti scemi, e molti creduloni gliela danno vinta
Grazie ❤
Che partenza 😂❤
28:58 adoro Michele, finalmente viene smentito il mito del lusso!
Oggi ho visto un articolo che mi fa tornare sull'argomento:
"L'alert dell'Ance... Il settore chiede al governo interventi in manovra"
Bisogna veramente cambiare mentalità. In questo modo le energie vanno nella questua invece che nel cercare di far funzionare le aziende e il paese
Credo che per poter crescere le aziende abbiano bisogno di un ambiente stabile e non di sussidia aleatori.
Scappano all'estero I bravi.
Vi informo per spiegare che cio' che dice l'ospite e' vero a metà....x esempio ...tornato da poco da Asia....PRADA fattura il triplo con il made in Asia....non metto l'Azienda che fa' prodotto eccezionale e tutto a mano....
Mio commento tattico 👍
Sono molto in linea con Boldrin !
Io sono via da 25 anni, e non ho nessuna intenzione di tornare, l'ultimo dei miei fratelli, quello che considero il piu' bravo, rimasto în Italia e che voleva resistere, il mese prossimo, a 54 anni și sposta con famiglia e tutto îl Spagna, perche per lo stesso lavoro lo pagano il doppio.
Io sono 29 anni che lavoro in Italia e l' azienda per cui lavoro ha una succursale il vicino a Barcellona eppure i miei "colleghi" spagnoli prendono molto meno di me e una decina di loro ai sono trasferiti qua perché si guadagna di più
Evidentemente il paese del Bengodi non esiste e l'erba del vicino è sempre e comunque piu verde.
Ottimo inizio
Eh sono d'accordo con le domande di Michele, le parole di Alberto e Lelio sembrano aneddotiche. E Lelio non ha risposto in maniera soddisfacente ai primi scambi. Comunque dibattito utile e interessante. #ihaveadrin
Per quanto mi riguarda anch’io ho una naturale repulsione per ogni eventuale “boost ” che il pubblico possa dare ai settori privati con liquidità o agevolazioni varie. Peró ho come una sensazione (e rimane solo sensazione) che negli ultimi anni stia avvenendo nel mondo una forma di assistenza più o meno forte dei paesi ai propri settori per usarli anche come elemento strategico. Credo che la Cina sia un enorme esempio ma non unico . Allora mi chiedo, se questa cosa è vera , ed è fatta dai nostri competitor, non potrebbe allargare ancora di più il dislivello delle capitalizzazioni tra i paesi europei ed il resto del mondo? Ripeto, non è un’affermazione ma semplice condivisione di un’idea.
Forchielli ripassi la Storia. Si studi chi era Giovanni Messe. In Italia manca la meritocrazia non la disciplina.
Se questa cosa va nazionale presto crossa inizierà a fare Boldrin ❤
🎉🎉🎉
Caro Alberto ..non e' vero che pagano correttamente ...#teloavevodetto
#drindrin
I brand pagano royalties ai proprietari del marchi almeno il 12% e il moltiplicatori costo vendita finali sono 1 a 12 a 1 a 18 !
Prof mi offro da consulente del settore senza nessun compenso....a disposizione esperienza 50 anni nel settore accessori & calzature...quando volete...
Grande! Ti suggerisco di mandare una mail, che altrimenti temo si possa perdere il commento qui (e poi come potrebbero ricontattarti?). Magari allega anche già il CV già che ci sei
Are u from Monte San Giusto?
@@Diego-hv3uk no ..Veneto e cittadino del mondo evoluto
@@dondimichelangelo conosco da anni Alberto e il Prof.da un decennio...
Fate qualche evento il 5 settembre a bologna, per la fondazione dell’associazione?
Mi sa che se continuiamo così la risposta della rubrica sarà 'Si è fottuto' e ad ottobre Michele dirà non c'è trippa per gatti
Prysmian è un'azienda italiana che funziona esporta tecnologia ed è leader mondiale, invitate il CEO?
Purtroppo sul discorso grandi gruppi ha ragione Forchielli