Il caso è che i dev a seguito delle critiche ricevute da parte dei critici e recensori hanno cominciato a revocare i codici a insultarli in chat pubbliche (da quello che ho capito) e giustificare il crunch e certe scelte. Non ho avuto una situazione diretta per spiegare bene ma un po' tutti confermano questo
@@Plenoctis Ah okay, se è quello confermo, lo avevo sentito già al rilascio della demo seguendo un video di RoundTwo dove dicevano, appunto, che non gli sarebbe stato consegnato il codice review perché avevano criticato (ma anche elogiato gli aspetti positivi) la build presentata. Ammetto che un minimo di antipatia l'ho provata, ne parlavo anche sul gruppo telegram di Ben, ma poi questo sarebbe andato a discapito anche del team creativo e artistico che comunque ha fatto un ottimo lavoro. Diciamo che la mia decisione finale di non giocarlo è stata veicolata semplicemente dal fatto che sembra un gioco fatto male, e il mio tempo è talmente poco che tendo ad andare a colpo sicuro. Poi, quasi certamente verrà sistemato, magari lo recupero più avanti.
@waltermusashi8365 Sisi anche io avevo seguito la vicenda RoundTwo, la questione di questo video è l'idea per cui la critica debba unire opere e autore e io non sono d'accordo. Sul caso di Enotria specifico non ho una mia versione per capire davvero però penso che sia ormai una cosa palese
@@Plenoctis la cultura, nella forma di un opera, di un analisi critica, di un saggio, serve a scaturire riflessioni e crescita personale che vanno oltre l'opera stessa. Diverso è cercare un analisi degli aspetti produttivi dell'opera, del suo lato quantificabile, ma un critico che si limita a questo produce discoverability, e il suo apporto è diffusione della cultura, piuttosto che cultura in se per sé. Chi invece cerca di dare una lettura che spazia oltre il mero oggetto, di fatto crea nuova cultura, nuovi spunti di riflessione, magari utili alla creazione di nuove opere.
Sisi ma la Critica è solo e soltanto lo stabilire il giudizio di valore su un'opera. Io infatti non dico, e lo ripeto nel video, che le analisi non servano e non vadano fatte anzi, tutto può essere utile per la cultura e nella cultura ma è diverso dalla Critica.
@@Plenoctis secondo chi o cosa? Chi ha stabilito che la critica è esclusivamente questo? La lingua italiana contempla, da dizionario anche altro, e anche volendo ipotizzare che tu abbia in mano la verità oggettiva della realtà il metodo critico può conteplare anche un giudizio critico dell'aspetto politico dell'opera. Posso anche decidere di voler dichiarare in fase di analisi che il mio presunto giudizio oggettivo può essere ottenebrato dalla mia antipatia per l'autore, dando ulteriore obiettività alla mia analisi. Non so più come dirtelo, usi la parola oggettivo totalmente a sproposito
@fdp1982 Avrò fatto 10 video per spiegare cosa significa oggettività e ovviamente per me è come dico io ma non ho problemi a rispiegarlo all'infinito. (La verità oggettiva in quanto tale non è che qualcuno la ha in mano, è)
Io non capisco chi sostiene che non si deve separare l'opera dall'autore; sul serio, ci trovo qualcosa di... figlio di questi tempi? Questo brutto vizio che oramai abbiamo che se non attacchi qualcosa significa che la condividi, l'assenza di qualsiasi forma di relativismo culturale ed ecc... ed ecc... non c'è un nome per sta cosa? Un fenomeno simile all'incapacità di comprendere un testo scritto, ma più nei riguardi del contesto in generale. Mancanza di empatia. (Ok, forse qui esagero.) --- Io comunque adoro il fenomeno della Rowling, in quanto mi ricordo (e mi dava fastidiosissimo) il come si dava valore ai suoi libri sulla base di quanto educasse positivamente le persone. Ora non ricordo esattamente i discorsi che si facevano, ma c'era tutta questa associazione positiva tra opera e autore che... mi dava fastidio e in quel periodo pensai: quanto sarebbe divertente se la Rowling si rivelasse un mostro? E così, per una parte politica, fu. Mi aspettavo del conflitto e invece mi sono visto semplicemente spazzate via tutte le narrazioni positive come se non fossero mai esistite, come se non ci fossero mai state. Lo trovo surreale.
Sono d'accordo infatti un esempio che renderebbe bene l'idea è proprio quello di pensare se un autore di una delle opere che adesso sono universalmente apprezzate facesse qualcosa di orribile. Che succederebbe, l'opera diventerebbe improvvisamente brutta o carica del pensiero negativo del sul autore? È evidente il ragionamento sbagliato. È figlio dei nostri tempi ma il problema non è l'assenza di relativismo culturale, che invece c'è e non condivido è al contrario: in un'ottica di relativismo generale (quindi anche culturale) nessuno si assume la responsabilità di pensare alla verità e alla giustizia e al valore come criteri guida, perché secondo loro è tutto relativo. Ma poi non è che si smette di pensare e quindi vi è un pensiero debole che sceglie per "motivi diversi da verità" una fazione politico-sociale e vi imposta tutto il resto del suo agire. Ma questo porta a leggere tutto secondo quella visione.
@@Plenoctis Non so, nel senso, io ci vedo delle persone che non riescono a fare a meno di considerare il proprio punto di vista come il centro del mondo. Per questo, secondo me, manca questo relativismo, perché per me significa avere la capacità di farsi da parte, di tapparsi al naso verso qualcosa che non ci piace. (Poi è capace che stia utilizzando il termine sbagliato, eh. Uso questo termine da quello che ho appreso guardando i canali che si occupano di storia, quindi è capace che in quel contesto si intenda qualcosa di leggermente differente.)
@anonimo6603 Secondo me lo intendi in maniera corretta, è che il meccanismo che sta alla base della questione è più complesso e "perverso" perché la maggior parte di loro ti dirà che sono relativisti ma il problema è questo: Se non esiste la verità cosa mi impedisce di forzare il mio punta di vista, anche laddove io non credo sia la verità assoluta, anzi a maggior ragione per questo, perché non essendoci una verità (secondo loro) si possono accontentare della prima cosa che passa loro bella mente e non indagare oltre e per forza diventa il centro. Non so se mi sono spiegato
@@Plenoctis Si, si, ho capito. Mi verrebbe da definirlo si relativismo, ma intriso di ego. (Perché poi il centro sono ovviamente loro, il proprio personale punto di vista.)
Comp ti consiglio vivamente di abbassare gli effetti sonori del subscribe button.
Mi sentivo su un'astronave ahahahahah
È verooooo non li ho abbassati 😂 perché Plenoctis è tutto a tema spazio ci sta😂
Mi manca il contesto: quale sarebbe il “caso Enotria”? Sto sì leggendo delle critiche al gioco, ma se c’è stato altro me lo sono perso.
Il caso è che i dev a seguito delle critiche ricevute da parte dei critici e recensori hanno cominciato a revocare i codici a insultarli in chat pubbliche (da quello che ho capito) e giustificare il crunch e certe scelte. Non ho avuto una situazione diretta per spiegare bene ma un po' tutti confermano questo
@@Plenoctis Ah okay, se è quello confermo, lo avevo sentito già al rilascio della demo seguendo un video di RoundTwo dove dicevano, appunto, che non gli sarebbe stato consegnato il codice review perché avevano criticato (ma anche elogiato gli aspetti positivi) la build presentata. Ammetto che un minimo di antipatia l'ho provata, ne parlavo anche sul gruppo telegram di Ben, ma poi questo sarebbe andato a discapito anche del team creativo e artistico che comunque ha fatto un ottimo lavoro. Diciamo che la mia decisione finale di non giocarlo è stata veicolata semplicemente dal fatto che sembra un gioco fatto male, e il mio tempo è talmente poco che tendo ad andare a colpo sicuro. Poi, quasi certamente verrà sistemato, magari lo recupero più avanti.
@waltermusashi8365 Sisi anche io avevo seguito la vicenda RoundTwo, la questione di questo video è l'idea per cui la critica debba unire opere e autore e io non sono d'accordo. Sul caso di Enotria specifico non ho una mia versione per capire davvero però penso che sia ormai una cosa palese
Parlare di altro è lo scopo della cultura.
Altro da cosa?
@@Plenoctis la cultura, nella forma di un opera, di un analisi critica, di un saggio, serve a scaturire riflessioni e crescita personale che vanno oltre l'opera stessa.
Diverso è cercare un analisi degli aspetti produttivi dell'opera, del suo lato quantificabile, ma un critico che si limita a questo produce discoverability, e il suo apporto è diffusione della cultura, piuttosto che cultura in se per sé. Chi invece cerca di dare una lettura che spazia oltre il mero oggetto, di fatto crea nuova cultura, nuovi spunti di riflessione, magari utili alla creazione di nuove opere.
Sisi ma la Critica è solo e soltanto lo stabilire il giudizio di valore su un'opera. Io infatti non dico, e lo ripeto nel video, che le analisi non servano e non vadano fatte anzi, tutto può essere utile per la cultura e nella cultura ma è diverso dalla Critica.
@@Plenoctis secondo chi o cosa? Chi ha stabilito che la critica è esclusivamente questo?
La lingua italiana contempla, da dizionario anche altro, e anche volendo ipotizzare che tu abbia in mano la verità oggettiva della realtà il metodo critico può conteplare anche un giudizio critico dell'aspetto politico dell'opera. Posso anche decidere di voler dichiarare in fase di analisi che il mio presunto giudizio oggettivo può essere ottenebrato dalla mia antipatia per l'autore, dando ulteriore obiettività alla mia analisi.
Non so più come dirtelo, usi la parola oggettivo totalmente a sproposito
@fdp1982 Avrò fatto 10 video per spiegare cosa significa oggettività e ovviamente per me è come dico io ma non ho problemi a rispiegarlo all'infinito.
(La verità oggettiva in quanto tale non è che qualcuno la ha in mano, è)
Io non capisco chi sostiene che non si deve separare l'opera dall'autore; sul serio, ci trovo qualcosa di... figlio di questi tempi?
Questo brutto vizio che oramai abbiamo che se non attacchi qualcosa significa che la condividi, l'assenza di qualsiasi forma di relativismo culturale ed ecc... ed ecc... non c'è un nome per sta cosa? Un fenomeno simile all'incapacità di comprendere un testo scritto, ma più nei riguardi del contesto in generale. Mancanza di empatia. (Ok, forse qui esagero.)
---
Io comunque adoro il fenomeno della Rowling, in quanto mi ricordo (e mi dava fastidiosissimo) il come si dava valore ai suoi libri sulla base di quanto educasse positivamente le persone. Ora non ricordo esattamente i discorsi che si facevano, ma c'era tutta questa associazione positiva tra opera e autore che... mi dava fastidio e in quel periodo pensai: quanto sarebbe divertente se la Rowling si rivelasse un mostro?
E così, per una parte politica, fu. Mi aspettavo del conflitto e invece mi sono visto semplicemente spazzate via tutte le narrazioni positive come se non fossero mai esistite, come se non ci fossero mai state. Lo trovo surreale.
Sono d'accordo infatti un esempio che renderebbe bene l'idea è proprio quello di pensare se un autore di una delle opere che adesso sono universalmente apprezzate facesse qualcosa di orribile. Che succederebbe, l'opera diventerebbe improvvisamente brutta o carica del pensiero negativo del sul autore? È evidente il ragionamento sbagliato.
È figlio dei nostri tempi ma il problema non è l'assenza di relativismo culturale, che invece c'è e non condivido è al contrario: in un'ottica di relativismo generale (quindi anche culturale) nessuno si assume la responsabilità di pensare alla verità e alla giustizia e al valore come criteri guida, perché secondo loro è tutto relativo. Ma poi non è che si smette di pensare e quindi vi è un pensiero debole che sceglie per "motivi diversi da verità" una fazione politico-sociale e vi imposta tutto il resto del suo agire.
Ma questo porta a leggere tutto secondo quella visione.
@@Plenoctis Non so, nel senso, io ci vedo delle persone che non riescono a fare a meno di considerare il proprio punto di vista come il centro del mondo.
Per questo, secondo me, manca questo relativismo, perché per me significa avere la capacità di farsi da parte, di tapparsi al naso verso qualcosa che non ci piace.
(Poi è capace che stia utilizzando il termine sbagliato, eh. Uso questo termine da quello che ho appreso guardando i canali che si occupano di storia, quindi è capace che in quel contesto si intenda qualcosa di leggermente differente.)
@anonimo6603 Secondo me lo intendi in maniera corretta, è che il meccanismo che sta alla base della questione è più complesso e "perverso" perché la maggior parte di loro ti dirà che sono relativisti ma il problema è questo:
Se non esiste la verità cosa mi impedisce di forzare il mio punta di vista, anche laddove io non credo sia la verità assoluta, anzi a maggior ragione per questo, perché non essendoci una verità (secondo loro) si possono accontentare della prima cosa che passa loro bella mente e non indagare oltre e per forza diventa il centro.
Non so se mi sono spiegato
@@Plenoctis Si, si, ho capito.
Mi verrebbe da definirlo si relativismo, ma intriso di ego. (Perché poi il centro sono ovviamente loro, il proprio personale punto di vista.)