Non esiste l'evoluzione. ma un processo che porta a compimento tutte le rappresentazioni possibili già presenti nella potenzialità originaria. "Potenzialità" è questo concetto aristotelico il vero centro dell'interesse. Evoluzione significa che alla fine si trova "un più" non presente all'inizio, e questo è assurdo. Quando mai il meno ha dato il più?
Tu scrivi che "Evoluzione significa che alla fine si trova "un più" non presente all'inizio, e questo è assurdo. Quando mai il meno ha dato il più?" Ti faccio un esempio pratico di come può avvenire. Immagina una specie animale in grado di vedere solo una frequenza delle luce, quella intorno a 530 nanometri. Questo è possibile perchè nella sua retina è presente una specifica proteina, la iodopsina, che quando viene colpita da fotoni con quella lunghezza d'onda cambia conformazione e ciò produce un segnale elettrico che il cervello interpreta come luce verde. La iodopsina è prodotta da un gene e come tutti i geni può andare incontro a mutazioni, ma se è presente solo una iodopsina, come nell'esempio che sto illustrando, una mutazione che la colpisce avrà quasi certamente conseguenze negative sulla visione. Esiste però un tipo di mutazione che si chiama duplicazione in cui tratti più o meno lunghi di DNA vengono interamente duplicati e se in questo tratto duplicato è presente un gene allora anche il gene sarà duplicato. Immaginiamo che ad essere duplicato sia proprio il gene che codifica la iodopsina che a questo punto sarà presente in doppia copia. In questo modo se una mutazione dovesse colpire una delle copie ci sarebbe comunque l'altra a garantire la funzione. In pratica, essendoci una copia che garantisce la funzione, l'altra può subire più o meno liberamente mutazioni senza conseguenza di rilievo per la visione. Nel corso del tempo, generazione dopo generazione, questo secondo gene potrà subire quindi svariate mutazioni fino a quando non ne avviene una che produce un'altra iodopsina che però è sensibile alla lunghezza d'onda di 600 nanometri. A questo punto l'individuo che ha subito questa mutazione ha due diversi fotorecettori, uno che gli permette di vedere il verde e l'altro che gli permette di vedere l'arancione. Si è quindi partiti da un meno e si è ottenuto un più grazie ad alcune mutazioni.
@@sandroorlandoni2614 Se lei sostituisce il termine "mutazione" con potenzialità, siamo al punto di partenza. Tutto l'insieme crea mutazioni mentre le singole parti separate di quell'insieme non possono farlo. Certamente lo stimolo viene dall'esterno, ma tutto l'insieme è sempre interno al soggetto, e quando opera allora è operativo, quando non opera è solo pura potenzialità COMUNQUE PRESENTE FIN DALL'INIZIO.
@@raulcesari4115 Ma allora devi forse rivedere la tua concezione di cosa sia l'evoluzione perchè l'evoluzione è proprio questo, funziona in questo modo e quindi non ha molto senso che tu dica che l'evoluzione non esiste quando in realtà stai descrivendo esattamente l'evoluzione.
![TELMO PIEVANI - Il VIAGGIO di DARWIN attorno al mondo [2019]](http://i.ytimg.com/vi/BiiYxtpJDpE/mqdefault.jpg)
![TELMO PIEVANI - Il VIAGGIO di DARWIN attorno al mondo [2019]](/img/tr.png)
Salve, potreste dirmi quando e se comincia a parlare delle pitture rupestri?
In che senso? Dovresti ascoltarlo per saperlo
In che senso? Dovresti ascoltarlo per saperlo
Non esiste l'evoluzione. ma un processo che porta a compimento tutte le rappresentazioni possibili già presenti nella potenzialità originaria. "Potenzialità" è questo concetto aristotelico il vero centro dell'interesse. Evoluzione significa che alla fine si trova "un più" non presente all'inizio, e questo è assurdo. Quando mai il meno ha dato il più?
Sei molto bravo, ti consiglio il corso di astronomia di Antonio Loiacono
@@ClubMetafisico Grazie. Seguirà il consiglio
Tu scrivi che "Evoluzione significa che alla fine si trova "un più" non presente all'inizio, e questo è assurdo. Quando mai il meno ha dato il più?"
Ti faccio un esempio pratico di come può avvenire.
Immagina una specie animale in grado di vedere solo una frequenza delle luce, quella intorno a 530 nanometri. Questo è possibile perchè nella sua retina è presente una specifica proteina, la iodopsina, che quando viene colpita da fotoni con quella lunghezza d'onda cambia conformazione e ciò produce un segnale elettrico che il cervello interpreta come luce verde.
La iodopsina è prodotta da un gene e come tutti i geni può andare incontro a mutazioni, ma se è presente solo una iodopsina, come nell'esempio che sto illustrando, una mutazione che la colpisce avrà quasi certamente conseguenze negative sulla visione.
Esiste però un tipo di mutazione che si chiama duplicazione in cui tratti più o meno lunghi di DNA vengono interamente duplicati e se in questo tratto duplicato è presente un gene allora anche il gene sarà duplicato. Immaginiamo che ad essere duplicato sia proprio il gene che codifica la iodopsina che a questo punto sarà presente in doppia copia. In questo modo se una mutazione dovesse colpire una delle copie ci sarebbe comunque l'altra a garantire la funzione. In pratica, essendoci una copia che garantisce la funzione, l'altra può subire più o meno liberamente mutazioni senza conseguenza di rilievo per la visione. Nel corso del tempo, generazione dopo generazione, questo secondo gene potrà subire quindi svariate mutazioni fino a quando non ne avviene una che produce un'altra iodopsina che però è sensibile alla lunghezza d'onda di 600 nanometri. A questo punto l'individuo che ha subito questa mutazione ha due diversi fotorecettori, uno che gli permette di vedere il verde e l'altro che gli permette di vedere l'arancione.
Si è quindi partiti da un meno e si è ottenuto un più grazie ad alcune mutazioni.
@@sandroorlandoni2614 Se lei sostituisce il termine "mutazione" con potenzialità, siamo al punto di partenza. Tutto l'insieme crea mutazioni mentre le singole parti separate di quell'insieme non possono farlo. Certamente lo stimolo viene dall'esterno, ma tutto l'insieme è sempre interno al soggetto, e quando opera allora è operativo, quando non opera è solo pura potenzialità COMUNQUE PRESENTE FIN DALL'INIZIO.
@@raulcesari4115
Ma allora devi forse rivedere la tua concezione di cosa sia l'evoluzione perchè l'evoluzione è proprio questo, funziona in questo modo e quindi non ha molto senso che tu dica che l'evoluzione non esiste quando in realtà stai descrivendo esattamente l'evoluzione.
Piuttosto noioso questo Sini, riproverò a sentirlo
@@pietroasseg8386 Sarà una mia impressione ma a me appassiona molto
Ma chi è?il re delle supercazzole?torno ad ascoltarmi telmo peviani chè è meglio
@@Fringu93 Sono entrambi dei grandi competenti in materia