Carlo Sini | I nomi e le cose | festivalfilosofia 2012
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- Опубликовано: 3 дек 2019
- #festivalfilo12 | #cose
Carlo Sini si occupa in questa lezione del rapporto tra nomi e cose, ripercorrendo il passaggio dal sapere mitico, in cui nomi e cose si co-appartengono, alla scrittura alfabetica fondata sul carattere artificiale del linguaggio.
Carlo Sini
I nomi e le cose
L'epopea dimenticata. Il cammino delle cose nelle parole
festivalfilosofia 2012 | cose
Sabato 15 Settembre 2012
Carpi
© Il video è di proprietà del Consorzio per il festivalfilosofia
www.festivalfilosofia.it
Non mi stanco mai di ascoltare questo narratore e ragionatore eccellente.
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Magistrale... semplicemente inarrivabile.
Grazie per queste pillole necessarie!
Grazie per aver pubblicato questa conferenza.
Meravigliosa conferenza . GRAZIE
Grazie
grazie!
immenso
Grazie grazie grazie Maestro
Eccezionale Carlo Sini
Ogni proposizione è proposizione sacrosanta: perché ogni proposizione è favore della posizione
Mi rattrista che Sini, in questa pur splendida conferenza, non ricordi che quella pagina di "Umano troppo umano" (16:00) non è nuova nella storia del pensiero. Prima di Nietzsche lo aveva detto Vico con parole diverse e forse migliori. Infatti tutta la "Scienza Nuova" si impernia sull'idea che l'umano è storico, che la boria de' dotti sia credere che ciò che si sa ora si sia sempre saputo.
Lo ricorda spesso sia nei suoi libri che nelle sue conferenze: Vico è uno dei pensatori che Sini più apprezza. Inoltre, prima di Nietzsche già era venuto a dire cose del genere un certo Darwin, e Marx già aveva elevato la storia a sua colonna portante, da buon discepolo di Hegel.
@@uydfxstxeus1300 Ha ragione, ma i meriti di Vico sono misconosciuti, quelli di Nietzsche sono invece ripetuti ad nauseam. Mi faccia una cortesia: vada nella Libreria Feltrinelli della sua città e cerchi nella sezione di filosofia. Tra Vattimo e Wittgenstein non troverà nulla. Questa almeno è stata la mia esperienza e proprio a Napoli, dove meno me lo sarei aspettato.
@@senecanzallanute4066 Concordo pienamente: noi italiani per primi dovremmo valorizzare Vico, e non solo lui. Leopardi ha pensato con molta più profondità la crisi nichilistica della nostra civiltà di quanto abbia fatto Nietzsche; eppure gli stessi italiani non lo considerano mai. Io non l’ho mai trovato un grande genio, Nietzsche, se devo essere sincero: Umano troppo umano è un buon libro; lo Zarathustra è un bellissimo poema; ma per il resto i suoi libri non mi sembrano nulla di geniale; e sopratutto, negli ultimi anni, delirava nelle lettere: non capisco come i filosofi possano prendere i suoi ultimi testi come fonti sacre e non accorgersi minimamente dei delirii presenti in essi. Tutta la sua idea della morale degli schiavi, ad esempio, è piuttosto ridicola: quando mai uno schiavo è stato umile e non ha serbato rancore e risentimento verso il padrone? È il padrone che ha il potere per essere violento per superiorità materiale, dunque solo per lui la gentilezza e l’umiltà possono essere virtù. È il padrone che, come afferma Nietzsche stesso, ha il potere di affermare i suoi valori e dunque è lui ad aver diffuso valori come la gentilezza e l’umiltà per tenere quieti i sudditi; non gli schiavi ad averli inventati per far sentire in colpa i padroni. Infine, l’oltreuomo mi sembra uguale a Cristo: l’uomo che guarda Medusa negli occhi non è Cristo che accetta la morte e prende la croce, frustato, e la porta con sé? I toni di Cristo contro i farisei non sono tal e quali a quelli di Nietzsche contro tutti? Infine, dopo Costantino, il Cristianesimo non ha ereditato l’imperialismo romano impregnato di metafisica, andando a imporre i suoi valori a tutti? Ossia, non è il perfetto esempio di forza per come la intende Nietzsche? Mi sembra un filosofo molto confuso, scisso interiormente, che attaccava per rancore soltanto. Così come, dopo aver mandato la sua musica a Brahms, non avendo Brahms mostrato entusiasmo, lui ha iniziato a coprirlo di insulti nonostante la stima precedente; così ha attaccato chiunque non tanto con ragioni filosofiche ma con rancore. Il suo genio sta, secondo me, nelle sue opere filologiche; ma nulla di rivoluzionario se si tiene conto di Creuzer e tutta Heidelberg. Nelle opere filosofiche ha poi praticamente plagiato altri filosofi in modo evidente.
@@uydfxstxeus1300 Savinio fa bene quando lo prende in giro, citando in maniera sorniona il suo bizzarro aforisma "Maupassant, un vero Romano" ('Dico a te Clio'). Ma il suo stile oracolare impressiona, forse perché fa pensare a quello di Eraclito, gli spiriti mistici che abbondano e in ogni tempo abbonderanno.
@@senecanzallanute4066 Concordo ancora. Nietzsche è per me più un poeta che un filosofo: sono i suoi toni drastici, netti, che ispirano. Anche se certe idee non sono geniali, le metafore con le quali le esprime e i toni che usano sono in grado di ispirare, soprattutto nei più giovani, la furia creativa del vero pensiero. Inoltre, la sua vaghezza, data dalle metafore e dall'aforisma, unita poi alla passione che suscita, induce a interpretare a fondo, dando peso a qualsiasi cosa. La chiave della profondità è l'attenzione: quanto la ottiene, anche non essendo troppo profondo in sé, suscita profondità in chi presta gli attenzione. Questo è per me il genio di Nietzsche: resta un autore di grandissimo valore.
Non è che il pensiero contemporaneo è debole perché sono deboli i filosofi di oggi?
Vu
Le parole non bastano mai...
Cialtrone 😂🤣
Pessimo.
Elabora, o taci
@@senecanzallanute4066 elaborato ed epresso. Taci e impara.
@@davidechersini9965 Ah, sei un poeta ermetico e onamatopoeta ("epresso")! Bravo!! 😆
@@senecanzallanute4066 ho solo risposto, ciao
Grazie
Parlate. Rimasticate le parole dei morti. Il grande insegnamento di Pirandello aleggia nella sua umile verità. Fabrizio