Carlo Sini: I confini dell'anima: musica e cosmologia - Sessione 8 - 1 parte
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- Опубликовано: 2 ноя 2024
- In questo periodo di sospensione e attesa, Mechrí condivide i lavori dei suoi Seminari offrendo al pubblico le registrazioni delle attività formative in corso. Per collocare i percorsi proposti nell’orizzonte più vasto delle ricerche di Mechrí, si può consultare l’Archivio on line disponibile nel sito www.mechri.it
SESSIONE DEL 13-06-2020:
L’esercizio della memoria che ha condotto le tappe o stazioni luminose di tutto il Seminario, “precipita” infine, per così dire, nel corpo, nella biografia e nell’opera di Friedrich Nietzsche. Qui accade la visione profetica in cui l’infinito bruniano e spinoziano attinge una nuova unità del sapere, nel segno di un inedito e antico “materialismo”.
I CONFINI DELL’ANIMA: MUSICA E COSMOLOGIA - Carlo Sini
Inizio corso: 26/10/2019
Due sentenze, di Eraclito e di Aristotele, aprono il cammino del Seminario: che i confini dell’anima sono infiniti, dice la prima; perché l’anima è in certo modo tutte le cose, suggerisce la seconda. Sulla scorta di questi due fuochi lontani, il percorso evoca una successione di stazioni luminose, richiamate dalla notte della memoria e dell’oblio. In questo percorso le nozioni di anima, universo, cosmo, musica e parola giocano una danza inaspettata quanto imprescindibile per la nostra attuale comprensione di uomini antichi e di moderni quali siamo.
Si comincia dalla apocalittica scena finale della Repubblica di Platone, dove il destino delle anime è scandito dal canto delle Parche, per retrocedere al grande cosmo pitagorico, cifra sempre attuale dell’Occidente e soglia dell’Oriente. Qui si dispiega la misteriosa cosmologia, e psicologia, indiana, nostra nascosta origine e destino. Quindi Giovanni Scoto Eriugena, Cusano, Bruno, Spinoza, per raccontare l’altra storia dell’Occidente, con le sue radici lontane (lo Pseudo-Dionigi Areopagita) ma tenaci e costanti. Una storia avversata e condannata nei secoli dei secoli (Davide di Dinant), ma sempre rinata, restaurata e rivissuta; per terminare infine con Schopenhauer e Nietzsche, i maledetti della musica e della (divina) materia.