Ho ricevuto delle lodi da conoscenti per qualche mio scritto pubblicato: questo non mi ha convinto che scrivo bene, anzi mi ha spronato a interessarmi alla scrittura e a migliorarmi. Non ragioniamo tutti allo stesso modo. Grazie per i tuoi consigli che stimolano la riflessione.
Io scrivevo fanfiction in un gruppo facebook, ma non ero la sola persona a scriverli, tuttavia, i miei racconti erano quelli più richiesti e gettonati. Ho molta autocritica, che mi spinge a cercare sempre il miglioramento. Spesso per me è proprio il contrario, gli altri mi fanno complimenti ma non mi ci riconosco mai.
Non ci capisco niente di scrittura, ma nel tuo discorso, individuo come una sana provocazione che potrebbe portarmi con coraggio alla pubblicazione del mio autobiografico e narrativo storico politico. Grazie!
Ottimo video complimenti!! Quando si parla di talento spesso si cade nella trappola che quello basti invece, ci vuole studio , perseveranza , umiltà e tanto impegno , pensare che anche Stephen King che tutti sappiamo essere un Maestro del genere Horror e non solo , ha rischiato di non diventare uno scrittore , cestinando il suo romanzo per la frustrazione dopo l’ottantesima volta che lo avevano rifiutato . È stato solo grazie alla moglie anch’essa autrice che prese il romanzo dalla pattumiera e continuò a spedirlo alle case editrici , tutti sappiamo ora chi è davvero!!!
Grande Livio. Sei fantastico, hai buttato giù ogni singolo motivo per il quale ero convinto di essere "predisposto"! E' un piacere ascoltarti per me che sono avido di realtà e stanco di chiacchiere e romanticismi
Sono completamente d'accordo con tutto quello che hai detto. Complimenti vivissimi per la semplicità e la chiarezza con cui ti esprimi. Grazie MILLE per questi contenuti. Emiliano
Circa vent'anni fa, ho partecipato e vinto alcuni concorsi nazionali di poesia e racconti brevi, ma non mi sento talentuosa affatto, anzi. Ho tre manoscritti nel cassetto, ma fino alla fine dei corsi li lascerò lì. Appartengo alla categoria iper autocritici, quindi non ho ancora le basi per fare un buon lavoro. Sono certa che, grazie a Lei, migliorerò e potrò dare vita a quei libri pubblicati che tanto vorrei vedere in libreria.
Capisco l’intenzione, e poi immagino che per alcuni (forse molti) il rischio di sedersi su finti allori esista... ma chi di noi, sentendosi l’incapace che probabilmente era (è) si sarebbe mai impegnato tanto a scrivere? Sentirsi capaci (non per forza geni) fa parte del meccanismo che mette in moto qualsiasi passione, che poi è l’unica premessa utile a diventare forse, un giorno, davvero bravi. Immagino che chiunque si ritrovi qui, sappia di cosa parlo. Un minuto di silenzio per quel maestro che ci ha detto che eravamo molto portati?? ;)
Questo è molto vero. Ma bisogna scrollarsi di dosso l'idea di un talento statico e innato per sostituirlo con l'idea di una predisposizione che è possibole realizzare solo attraverso studio, pratica e riflessione. Per me questa presa di consapevolezza coincise con il tardivo passaggio dell'età adulta, a 24 anni, coi primi schiaffoni subiti nei tornei letterari. Crescere significa, fra le altre cose, abbandonare alcuni sogni e narrazioni su sé stessi che ci hanno accompagnati per tanto tempo. In alcuni casi, per trasformarli in progetti concreti, come suggerisco di fare con questi video.
Io comunque un po' di ti amo: sei lo Sgarbi della scrittura. (Capre! Siete delle capre!)🤣. Spero che un giorno leggerai un mio libro.. e spero di riuscire a tirarti fuori un mezzo complimento 🤣
Secondo me non c'è dicotomia tra ispirazione e tecnica narrativa. Secondo me si può entrare in contatto con lo stesso "universo di idee" di Dante o Stephen King (quest'ultimo usa spesso la metafora della dimensione da cui pescare storie). La differenza è negli strumenti che si hanno a disposizione per trarre al meglio quel tipo di materiale: io posso anche avere la stessa ispirazione di King ma se non ho i suoi stessi strumenti per raccontarla nel modo giusto, l'effetto sarà differente. Secondo me il talento esiste e corrisponde alla grandissima fortuna di riuscire a entrare in contatto con idee importanti e allo stesso tempo, istintivamente avere gli strumenti di base per raccontarle. È la parte istintiva che aiuta a fare percorsi più velocemente. Poi ovviamente anche la persona con il talento, per come l'ho definito sopra, non è che si può accontentare del suo livello di base ma dovrà allenarsi e affinare gli strumenti che possiede a livello intuitivo.
Vaglio le fonti di default quindi premetto che sono consapevole del fatto che tu sei qui per offrire un servizio e pertanto stai (direttamente o meno) vendendo un servizio. 😊 Detto ció: trovo tu abbia ragione. Bei video, preziose informazioni. Grazie. ❤
Il talento è il mito che, come un velo, copre la realtà di chi crede di aver valore e di chi cerca disperatamente l'ottenere qualcosa a causa della sua forte invidia.
Livio Gambarini Grazie per le preziose info , tematiche importantissime e necessarie che un professionista scrittore deve avere , e consapevolezza di come potersi muovere con le case Editrici . Un aforisma per te . SE NON SONO D'ACCORDO CON ALTRUI CERCO ACCORDO CON ME . Gioia Braidotti
*Io, guardando il video sulla creatività: "Dovrei chiedergli cosa ne pensa del talento e quanto influisce" *"Sempre io, leggendo la notifica del nuovo video: "Cosa?" Ottime riflessioni come sempre!
Lodata dai professori😂😂😂, tra le più brave della classe😂😂😂, letto tantissimi libri😂😂😂, supportata dai parenti😂😂😂. Mi piace leggere la vita delle persone come se fossero libri e il loro aspetto è la loro copertina .Sono solo tormentata da idee letterarie di poesie e racconti che voglio poter trascrivere su carta in modo da farli uscire dalla mia mente e cerco di informarmi ed allenarmi per riuscire a farlo in modo chiaro e nella forma migliore per poter trasmettere le giuste emozioni a chi dovesse leggere le mie opere.
Vorrei fare un paio di appunti, ma solo dopo aver ringraziato per il video che è comunque molto ben fatto e, benchè un po' "cattivo", è quello che serve a chi abbia una mentalità "storpiata" dai vari esempi elencati. Adesso... Come detto, un paio di cose. No, secondo me non esiste la persona di talento che qualsiasi cosa scriva è divina... ma sì, esiste il talento. Sembrerebbe contraddittorio, per questo voglio spiegarmi meglio. In primis, non esiste la persona che anche col talento possa fare solo scritture divine. Ci sarà SEMPRE dietro un impegno che va oltre il semplice scrivere ad un capolavoro, che sia scritto da una persona inizialmente senza talento, o da qualcuno che per benevolenza divina è partito avvantaggiato in partenza. In secondo luogo, sì, penso che il talento esista, nonostante ciò. Tuttavia, per mettere un bel fiocco ad entrambi gli appunti e legarli assieme, non penso questo da solo sia sufficiente per vari motivi. Come esempio posso dire che puoi essere la persona più talentuosa di sempre, nella scrittura come in ogni altro campo artistico e non, se non produci qualcosa che comunque in qualche maniera piaccia al "pubblico", risulterai comunque un nessuno, per poi magari divenire un maestro secoli dopo. Specificatamente, esempio ancor più semplice e stupido... se sei un "dio della scrittura" nel genere horror, ma sei nato in un periodo storico dove l'horror è odiato da letteralmente il mondo intero, non concluderai niente; e se non riuscirai a capire ciò e provare in qualche modo ad innovarti e reinventarti per continuare a scrivere il tuo horror ma farlo in un modo che possa piacere ai lettori, o comunque fare sia quello che altro, non si parlerà di te mai, o solo chissà quanti anni dopo. Allo stesso modo, se sei talentuoso ma ti adagi sugli allori, finirai per essere superato dagli altri, anche coloro che non anno il tuo talento come base di partenza. Tuttavia, se qualora esista qualcuno di talentuoso, scartare tutto e ripartire da zero potrebbe anzi essere controproducente. Con questo, però, non voglio dire che uno debba rimanere fermamente convinto di essere talentuoso e quindi già arrivato e "superiore". Quello che serve sempre, nella scrittura come in molto altro, come anche detto dal video, è l'umiltà, a mio parere. Posso essere la persona più talentuosa, ma finchè non sono gli altri a pensarla così, rimarrò un signor nessuno qualunque. E devo accettarlo. E l'ho accettato. Nel mio piccolo ho sì ricevuto commenti positivi, ma solitamente per piccolissimi sprazzi di scrittura per giochi di ruolo che sì, mi ha dato soddisfazione, ma che ho sempre tenuto lì come "figo, a questa persona è piaciuto" e niente più. Di per contro, le critiche, pure quelle più "severe" e poco costruttive, le ho sempre tenute molto più in considerazione. Sì, mi hanno demoralizzato quelle poche volte dove sono arrivate, ma ho sempre provato a partire poi da quello e dire "bene, mi hanno detto questo: come posso utilizzarlo per poter migliorare andando avanti?". Anche a livello di parenti, non ho mai fatto leggere prima di aver quasi finito il mio romanzo (poi auto-pubblicato con KDP, Amazon), ma mi sentivo sempre quasi "deriso" dal mio desiderio perchè "ma figurati se hai il talento", "non sei mica", "prova pure ma sappi che è impossibile", cosa che da una parte mi ha anche bloccato varie volte, togliendomi molto del desiderio di provarci, che però non mi ha fatto credere di essere migliore di quel che sono. Ripeto, magari un giorno potrebbero parlare di me e della mia scrittura... ma fino a quel giorno, valgo quanto chiunque altro- anzi, anche allora varrò uguale. Non credo che solo l'aver scritto bene mi renderebbe superiore a nessun altro. L'unica cosa che mi farebbe contento è sapere che persone abbiano trovato quel che ho scritto positivo e piacevole e, magari magari, che ne abbiano tratto qualche riflessione e spunto per migliorare a loro volta. Tuttavia, per quanto possa esser "esagerato" l'andare brutali sul "tu non hai talento", perchè potrebbe non esser vero, è secondo me giusto così: c'è bisogno di uno schiaffo morale per "svegliarsi" nel caso in cui ci si sia fatti imbambolare, così da esser pronti e capaci a continuare a muoversi, piuttosto che rimanere fermi sul posto solo perchè "eh, ma tanto quel che scrivo piace!". Grazie mille ancora per il video e gli strumenti gratuiti, farò del mio meglio per apprendere quanto possibile e migliorare nel massimo delle mie potenzialità. Credo sia necessario
Sono sostanzialmente d’accordo, infatti io preferisco di gran lunga parlare di predisposizione che di talento. Una predisposizione rende più agevole apprendere le lezioni necessarie, e alcune le avrà permesse di apprendere in autonomia già prima del primo cimento. Ma c’è sempre altro da imparare, e anche chi è predisposto avrà vantaggio (anzi, ancora di più) dallo studio e la formazione!
@@RotteNarrative Sì, mi trovo completamente d'accordo. Predisposizione è decisamente più calzante. Il talento, alla fine, lo si raggiunge e coltiva, la predisposizione è un qualcosa che si ha ma che da sola non rende perfetti. Sì, il cuoco nato predisposto a cucinare potrebbe imparare prima e riuscire su certe cose senza troppa applicazione, ma non preparerà il miglior piatto del cosmo intero al primo tentativo. Magari a lui ci vorranno 5000 ore di impegno invece che 10000 (cito la """regola""" delle 10000 ore, benché sia una grossissima approssimazione) per arrivare... Ma son comunque ore di impegno, senza niente non fa niente. Mio babbo mi racconta spesso che il suo bisnonno spesso usava un suo detto (o, perlomeno, qualcosa che a sua volta aveva sentito e che lo aveva colpito): "Non mi sono mai morti micci perché non ne ho mai tenuti". Normalmente questo è più a voler dire "non si può sbagliare se non facendo qualcosa", ma un'accezione che si collega a ciò è proprio che facendo qualcosa è normale che si possa sbagliare... Ed anzi, sono gli errori ad insegnare. Senza fare nulla, non avrai nulla. Se io non scrivo, non è che si manifesta dallo spazio il mio libro perfetto! Mi devo mettere lì a farlo. Senza fatica ed impegno, senza studiare e provare non si possono raggiungere risultati di alcun genere. Il talento è proprio il continuare ad applicarsi ed andare avanti, sbagliare ancora ed ancora fino a che si sia riusciti a smussare i propri problemi così da non compierli più. Non per nulla quando ci si da una martellata sul dito nel piantare un chiodo qui si usa dire "è l'arte che entra"!
Moltissime risposte le abbiamo caricate nei molti video gratuiti qui sul nostro canale, nelle playlist "verità scomode" e "saggi consigli". Naviga le playlist e cerca gli argomenti che più ti incuriosiscono! Se poi non riusciremo a scoraggiarti dall'aspirare a una carriera professionale nel campo della scrittura, allora sappi che il corso "Lo Scrittore Speciale" sarà il primo vero passo
Aggiungo una cosa sul talento. Mutuata dai quelli che mi circondano che sono molto "talentuosi" nel disegnare, con aggiunta di io che piango in un angolo dicendo che non sarò mai così bravo. Ogni volta che io gli dicevo "ma io non ci riuscirò mai a diventare così bravo" mi hanno sempre, tutti, risposto allo stesso modo: La differenza tra noi due è che io disegno tutti i giorni, a volte anche tutto il giorno. All'inizio pensavo che fosse una boiata e che loro non potevano capire la mia incapacità perché erano nati bravi. Alla fine ho smesso di mentirmi. Semplicemente per loro è una priorità disegnare e lo fanno e si applicano, per me non lo è. Penso che valga lo stesso per la scrittura, anzi per qualunque "talento". Ovviamente però mi permetto anche di fare una domanda, non mi faccio mancare nulla: Come possiamo scegliere dei buoni Beta Readers? Quali criteri utilizziamo per sceglierli? Consigli? Non voglio essere ripetitivo, ma complimenti per tutto il progetto di rotte narrative. Davvero ben fatto e pensato.
Continua non farti problemi con gli altri. Neanche da tuo marito. Io ho la terza media, verso i 20 anni ho cominciato a leggere, mi sono scoperto più avanti amante della scrittura. Non mi reputo talentuoso ma, un virtuoso della perseveranza. Quindi alimenta la tua passione e fallo solo per questo motivo. Ricordo ancora come scrivevo a 15/16 anni... una vergogna 😊 Ma oggi a 46 anni sono felice del mio percorso perché come dice il MAESTRO di Rotte Narrative devi fare: "pratica! Pratica e ancora pratica"
Non ho mai pensato di avere un talento letterario. Ma ho sempre invidiato coloro che ritengo averne in quantità. Consapevole anche che una buona base culturale aiuta, posso contare solo su un diplomino da ragionera. Ma insomma, tutto sommato qua si dice che ce la potrei fare lo stesso. Quindi, avanti con il prossimo video!
Personalmente non ritengo di avere talento: forse vent’anni fa, quando ero ragazzina e finii fregata da una ep. Ho acquistato Lo Scrittore Speciale perché ho voglia d’imparare, e umilmente confesso che trovo la strada per ascendere al professionismo tutt’altro che facile, alla faccia di chi sbandiera che basta avere talento.
L'atteggiamento con cui si affrontano le difficoltà porta già in sé il 50% delle possibilità di farcela. Forza e coraggio! Il mondo è tutto davanti a te.
Difatti io proposi la prima parte del mio romanzo thriller proprio ad una persona che non mi conosceva, lo scrittore Gianrico Carofiglio. Non solo mi mostrò disponibilità nel leggerlo, ma rispose anche dopo qualche mese dicendomi che non ero pronto e dovevo studiare e studiare molto. Ad oggi, sono cresciuto molto e ancora non so nulla, ma, ripensando a quel giorno, mi vergogno pesantemente di avergli dato in mano quel testo, perché era veramente troppo troppo acerbo.
Avrò l'arroganza di dire che, per mia fortuna, non ho trovato nulla di nuovo tra queste argomentazioni: è una vita intera che ricevo lodi sulla mia capacità di prosa, ma più cresco e meglio capisco che quello che chiamano "talento" è solo confuso con la perseveranza. Dal momento che ho cominciato a scrivere "per gioco" da quando avevo otto anni, adesso che ne ho trentadue ritengo di avere un minimo di competenza; e questo solo perché ho continuato a "giocare" e a imparare, perché non si va davvero da nessuna parte senza lo studio e la pratica. Ottimo video, consapevole e maturo, e credo che mi farà molto piacere seguire questo canale. Solo una domanda: dire che Dante aveva talento... e poi citare anche King... è una provocazione voluta? A me King sembra tutto fuorché talentuoso, anzi, sono arrivato a detestarlo (mio parere personale, ci mancherebbe, non voglio offendere nessuno), ma la scelta di questo paragone nasce forse dalla volontà di confrontarsi anche con la realtà commerciale dell'editoria?
Bravo Franz, il tuo atteggiamento è quello giusto: ringraziare per le lodi senza badarci troppo, prestare la massima attenzione alle critiche e rifletterci con umiltà e autocritica, mettersi in gioco sempre senza temere di sbagliare, perché ogni errore metabolizzato è un mattone nell'edificio del proprio miglioramento. Nessuna provocazione; considero senza esitazione It tra i più grandi romanzi del Novecento. Questo benché la media dei lavori di King sia a un livello decisamente più basso - ma se ci pensi, anche il grosso della produzione dantesca extra-Commedia, per quanto notevole, è inferiore ai capolavori di Guinizzelli, Cavalcanti e Petrarca. Se vuoi metterti in gioco con lo stile della tua prosa, iscriviti alla mailing list e partecipa alla live di line editing di giovedì sera; vediamo se riusciamo a rimediare qualche sano schiaffo anche per te!
@@RotteNarrative mi sono iscritto proprio stamane e spero di esserci alla live perché mi farebbe piacere confrontarmi un po', cosa che trovo molto difficile: sono uno di quei poveracci che offre consulenza e non ne riceve mai perché... in genere gli scrittori sono una gran brutta bestia in questo senso, troppo concentrati sul proprio per tener conto dei lavori altrui. Se trovo qualcosa da sottoporre in live lo farò volentieri!
Se ti sei iscritto solo stamane, ti sei perso la mail di ieri con l'apertura delle candidature per i testi e il regolamento. Se hai un testo da sottoporre, scrivi una mail al mio staff e chiedi se possono mandartela in privato, ma occhio perché le candidature si chiuderanno tra qualche ora. Potrai ovviamente comunque partecipare alla diretta anche se non mandi un tuo testo
Passare dal contesto scolastico/accademico a quello di scrittore professionale è passare da un contesto i cui i tuoi lettori sono pagati per leggere ciò che scrivi allo scopo di valutare ciò che sai, a un contesto in cui c’è un pubblico disposto a pagare per leggere ciò che scrivi perché pensa di ricavarvi valore emotivo, ossia un’esperienza immersiva in un mondo fittizio in cui tu li fai sentire protagonisti. In tanti ignorano questo cambiamento di paradigma e credono che scrivere romanzi serva a comunicare al mondo ciò che hanno dentro, cosa che francamente non importa a nessuno.
La scrittura commerciale può essere così. Se si parla di Scrittura vera, "artistica", lo scopo spesso indiretto è permettere al lettore di vedere qualcosa di sé tramite le vicende e le parole dello scrittore.
@@fenrirdreams ma cosa vuol dire "scrittura VERA"? Perché quella che tu definisci (con una fastidiosa accezione negativa) "commerciale" non lo è? Ma, soprattutto, la scrittura "commerciale" non fa PRECISAMENTE quello che tu attribuisci alla scrittura "vera", "artistica"? Mi sembra che parli senza conoscere la materia. O forse hai solo avuto la sfiga di leggere solo libri brutti. Ti stupirebbe scoprire quanta "commercialità" c'è dietro alcuni dei più grandi capolavori "artistici" della Storia.
@@marcolomonaco6483 L'accezione negativa la legge lei, io non l'ho espressa. La scrittura commerciale, o se preferisce, a fine non artistico, è sacrosanto che esista. E la scrittura nel suo insieme, qualunque sia il suo scopo, richiede anche la tecnica, è indubbio. Conosco bene la materia e forse per questo ho una visione più ampia della sua. Che quasi qualunque opera anche il suo aspetto commerciale è ovvio e scontato, non credo serva un genio a capirlo. Io parlo del fine. Che poi un'opera possa avere più di un fine è altrettanto chiaro. Ad ogni modo, non intendo discutere con un cafone come lei. Legga e magari prima o poi comprenderà.
@@fenrirdreams Non ci vuole un genio per capire un sacco di cose, eppure pare che tu non le capisca comunque... Parafrasando Luttazzi, userò parole semplici: se definisci un primo termine in contrapposizione a qualcosa di "vero" (così vero da metterci pure la lettera maiuscola) l'accezione negativa ce la stai mettendo eccome, stai implicitamente dicendo che il primo termine non era "vero" e quindi presenti --> la scrittura (minuscolo) commerciale (e finta) vs la Scrittura (maiuscolo) vera, artistica. Non devi credere per forza a me, nelle librerie li vendono i libri di italiano della terza elementare, puoi credere a loro. E ora, ti prego, dimmi ancora che conosci la materia :D Poi, ma forse qui un genio ci vuole (o forse solo qualcuno che sia riuscito a uscire dall'adolescenza, chissà), riflettevo sul fatto che nonostante si chiami "di paglia" deve pesare molto sul didietro la coda che ti porti appresso per farti reagire così appena qualcuno anche solo ci si avvicina... Pace e bene, mr Fernir
Fenrir non credo esista una scrittura commerciale e una scrittura artistica. Penso piuttosto che ci siano storie oggettivamente fatte bene e storie oggettivamente fatte male, questo è tutto. Credo l’abbia detto anche un tizio assai più illustre di lei e di me...
Interessante ascolto anche se non sono interessato al corso. Posto come un punto di vista lavorativo certamente bisogna sviluppare una maestria. Personalmente lo vivo come sfogo artistico personale da cui prendere, in caso, quel che venga. Se poi non ne viene niente rimarrò dignitosamente nell'anonimato del mio buon lavoro "comune".
Ciao. Volevo una delucidazione in merito a un argomento cui tu stesso fai riferimento. Per diventare dei bravi scrittori o degli ottimi scrittori bisogna fare un percorso che prevede corsi per acquisire tecniche narrative affidandosi dunque a professionisti come te. Bene. Il talento, la cultura, l'aver letto opere letterarie serve a poco o nulla (sul talento sono d'accordo con te, serve a poco o nulla. Sulle altre no, ma è solo un mio pensiero). Poi dici che i grandi scrittori di ogni epoca sono diventati tali avendo fatto un percorso. Ecco questo non mi è molto chiaro: se non esistevano corsi, editor e manuali come hanno fatto a diventarlo se non attraverso la lettura, la cultura, lo studio della lingua ?
È appena uscito un video sullo stesso argomento, recuperalo e troverai la risposta che cerchi (ma attenzione perché non ho MAI detto che leggere opere letterarie serve poco o nulla, ho detto che leggere solo quelle o imitarle è pericolosissimo e specie all'inizio di un percorso professionale si rischia di cadere nel manierismo perdendosi il pubblico odierno)
Sincerità per sincerità il vero talento non esiste . Esiste uns predisposizione,esiste lo studio ma spero ti renderai conto che non tutti ( compresa io) possono permettersi 300 e rotti euro per dei corsi e questa è una realtà indiscutibile. Percio significa che devo abbandonare il mio progetto ? Assolutamente no ! Ma è chiaro che ci saranno più difficoltà. Un altra cosa che mi sento di contestare è che leggere molti libri è importante giacché aiuta a rendere la mente più concentrata e la rende elastica ,basti pensare s un atleta che non potrà fare nulla se non allena i muscoli del corpo. Perciò allenarsi a mio avviso significa leggere molto ,scrivere molto e studiare molto . Vorrei sottolineare inoltre che si ,ritengo validi i tuoi video anche se presi un po per le pinze.
Mi sfugge il punto di questo commento. Contesta quel che ti pare e sentiti libera di non acquistare i nostri corsi. Ci sono quasi mille video gratuiti sul nostro canale, che puoi prendere con le pinze a tuo totale gradimento
Ho il problema esattamente contrario. Non farei mai leggere niente che non sia assolutamente perfetto (quindi non ho mai fatto mai leggere niente a nessuno). La maggior parte delle volte mi blocco perché non riesco a formulare quello che vorrei dire e una idea che reputavo buona finisce accantonata dopo poche righe
Non sono d’accordo. Certo che ci vuole costanza impegno preparazione fatica e sudore per arrivare ma a parità di tutto questo se alla base hai talento arriverai sempre prima degli altri, se non lo hai sarai sempre indietro. Fai l’ esempio di Bolle, certo che lui lavora ogni giorno per essere il migliore ma lo stesso fanno mille altri ballerini al mondo, se non avesse avuto quel talento a 7 anni e lo avesse coltivato per tutti questi anni non sarebbe diventato numero uno ma uno dei tanti bravi. Il talento esiste e mi spiace è quello che alla lunga a parità di impegno fa la differenza. Ci sono scrittori che si dopo anni e anni e anni di impegno scriveranno un buon libro, altri il buon libro te lo scrivono subito. Se non è talento come lo chiami.
È sacrosanto che studiare, applicarsi, perseverare è fondamentale, ma se fosse solo questo allora chiunque si applichi nel calcio diventa Maradona? Il talento esiste, basta fare dei test attitudinali, e comunque spesso viene fuori già nell’infanzia. Poi, ripeto, è ovvio che bisogna coltivarlo studiando e praticando. Ma ti assicuro che se io mi fossi messa in testa di fare il fisico nucleare sarei stata comunque una schiappa. Non ho attitudini scientifiche!
I test attitudinali non misurano il TALENTO, ma un grado più o meno marcato di predisposizione. La predisposizione ha un impatto sulla FACILITA' con cui a parità di sforzo o tempo necessario si possono raggiungere risultati di qualità nel proprio campo di applicazione. Tuttavia occorre non confondersi: l'eccellenza può essere raggiunta anche in assenza di una eccezionale predisposizione, o addirittura in condizioni di predisposizione iniziale sotto la media, a patto che ci siano perseveranza, studio, impegno e una pratica costante con un approccio professionale. Visto che mi fai l'esempio di Maradona, prendi l'esempio di quel bambino detto "Pulce", che adorava il calcio ma era troppo basso e minuto. Gli venne diagnosticata un'insufficienza ormonale che ne avrebbe compromesso una carriera sportiva di qualunque tipo. Predisposizione: ben sotto la media. Pulce on si diede per vinto, fece le terapie necessarie per colmare per quanto possibile i suoi deficit, e soprattutto continuò a lavorare imperterrito per diventare un grande calciatore. Oggi tu lo conosci come Lionel Messi
Ti ho fermato (messo in pausa) a metà video perché più distruggevi convinzioni molto diffuse più mi si presentava alla mente un esempio che hai già fatto: quello dell'apprendista che va "a bottega" come si usava tanto tempo fa. Imparare facendo, non "stando a guardare" e ovviamente sudore, sacrificio, tempo. Per quanto riguarda il darsi dell'imbecille mi capita spesso giocando a scacchi quando sbaglio delle mosse che dovrebbero essere elementari, ma anche in altre occasioni... Mi tratto veramente male!
No, guarda, il talento esiste in ogni campo. Ovvero quella capacità apparentemente innata (e spesso scatenata da fattori sociali, genetici o comunque fuori del controllo di chi la possiede) e che mette una persona in condizione di eccellere con minor sforzo in un particolare campo. Mi dirai che è sopravvalutato. E raro. Una persona "senza talento" può comunque raggiungere risultati assolutamente ragguardevoli attraverso lo studio, il duro lavoro, la pratica... Pelè per il calcio, Majorana per la fisica, Rodari per la narrativa: tutti talentuosi nel loro campo. Persone che, fin dall'inizio della loro storia avevano, rispetto ai loro coetanei, una marcia in più. Pelè da piccolo, quando giocava a pallone, segnava un goal più spesso dei suoi compagni, sapeva fare cose con la palla che i suoi compagni di gioco non immaginavano neanche. Era bravo? No. Se lo mettevi a giocare contro un giocatore professionista, uno che lavora e si allena tutti i giorni per affrontare partite di serie A, ovviamente se lo beveva in un amen. Però lo stesso Pelè allenato tanto quanto il giocatore di cui sopra invece di sbarcare in serie A è arrivato in Nazionale e ha fatto... be', la leggenda del calcio che è diventato. Insomma in una scala dal 1 a 10 il talento posseduto da Pelè gli è valso un +1 arrivando, dopo anni di lavoro, pratica, sacrifici eccetera, a valere un bel 11 fuoriscala. Quindi: sentirsi dire "Hai talento" è piacevole, ma il mindset che occorre avere è "va bene, vuol dire che se il mio scritto meriterebbe un 6, ho ottenuto un 7 grazie al talento. Il 10 è ancora lontano". Marquez era un 11, in campo letterario, per fare un esempio. Il lavoro che c'è dietro 100 anni di solitudine è qualcosa di titanico, la cima della punta di un iceberg che si riesce a intuire solo dopo aver conosciuto attraverso lo studio la vita di Marquez stesso (ormai non gli si può più chiedere nulla). Quindi: ti dicono hai/non hai talento? Prendi questa affermazione con filosofia. Se non ce l'hai, puoi comunque arrivare a risultati eccellenti e assolutamente degni. Insomma Christopher Paolini non ha scritto niente di che, neanche Margareth Weis & Tracy Hickman per tacer di R. A. Salvatore... giusto per fare due nomi. Però chi aveva alle spalle degli esperti, chi poteva contare su un pubblico già bene ammaestrato ha ottenuto un discreto successo. Cecilia Randall? Altra fortunata serie fantasy ben scritta, poggia su una base ben solida ambientata nel rinascimento italiano. Che gli vuoi dire? Non ha talento, ma tanto duro lavoro alle spalle... ah, ma forse intendi che non occorre altro talento che la capacità di concentrarsi e sudare e quello è un talento che possiedono tutti, ma alcuni credono che per scrivere fantasy non serva. Già che ci sono ti segnalo un paio di altri autori che meritano almeno una lettura, pure due: Augusto Chiarle (Fantasy, Steampunk) Aurora Stella (Fantasy, Fantascienza) Andrea Marinucci Foà (Fantasy) Daniele "Ursus" Imperi (Fantascienza) Diego di Dio (Thriller) Giovanna Barbieri (Storico, Giallo) Sebastiano B. Brocchi (Fantasy) Andrea De Angelis (Fantasy) Alastor Maverick & L. A. Mely (Steampunk, Giallo) Paolo Vallerga (Steampunk) Daisy Franchetto (Fantasy) Leonardo Patrignani (Urban Fantasy ) Vincenzo Romano (Fantasy, Fantascienza) Sara Gavioli (Narrativa generale) Esther Pellegrini (Narrativa Generale) Greg Costantino (Fantasy, Giallo) Marko D'Abbruzzi (Fantasy, Fantascienza) In realtà il panorama è molto più ampio e variegato. Concordo con te che ci sono molti principianti e parecchi narcisisti in mezzo al marasma di romanzetti che approdano su amazon ogni giorno (son più di 200) però qua e là una pagliuzza brillante di gente che si documenta, studia e si prepara a dovere prima di scatenare l'immaginazione c'è e i risultati non saranno forse 'ste perle della letteratura, ma lasciano un bel ricordo dopo la lettura. Poi visto che leggi molto ti segnalo questa antologia: Oltre lo specchio (ed. Dark Zone). Pubblicata sotto il patrocino di Amnesty International parla del "mettersi nei panni dell'altro" quando i diritti umani più basilari vengono bellamente ignorati. E sì, son tutti racconti fantasy o fantascientifici. Se deciderai di comprarlo fai una cosa: prendine due, uno te lo tieni, l'altro lo regali e inviti a fare altrettanto.
Mi fanno sempre sorridere gli interventi che iniziano con "no, guarda," e poi dicono sostanzialmente le stesse cose, formulate un po' diversamente. Nel tuo caso vale doppio, perché concludi anche rivolgendomi la variazione di un mio tipico suggerimento, che rivolgo a chiunque voglia esordire in una qualunque nicchia poco florida a livello di pubblico. Nulla di male se sei nuovo del canale. Grazie per le segnalazioni; ho letto almeno un libro di circa metà degli autori che hai citato, tra cui annovero diverse penne valide (ad alcune di esse darò spazio nei contenuti futuri che intendo produrre), ma alcuni non li conoscevo e senz'altro approfondirò. Rotte Narrative è prima di tutto una realtà imprenditoriale. Ma uno degli obiettivi che guidano il modo in cui io la gestisco è la volontà di riabilitare il genere fantasy italiano, e questo passerà una serie di passaggi intermedi, alcuni dei quali dolorosi per gli sprovveduti e i pigri. Intendo produrre materiali didattici da mettere a disposizione di chi voglia impegnarsi a produrre lavori di qualità, ma voglio anche valorizzare le voci più meritevoli che io abbia incontrato nel settore. In ultimo (ma è la battaglia più ostica, quella per cui ho meno alleati) voglio cercare di creare le condizioni per una diminuzione delle letali fazioncine politiche, spalleggiamenti di rosiconi e invidiucce da social che creano la tipica mentalità italiana che è causa delle continue guerre tra poveri e gruppuscoli di interesse, e che a loro volta impediscono la nascita di un movimento coeso e solidale di autori fantasy non solo capaci, ma volenterosi di superare l'egocentrismo (tutti ce l'abbiamo, ma si può arginare) e riconoscere i meriti degli altri, così da condividere i reciproci pubblici e formare un movimento come è successo nel Thriller italiano, che ora naviga in acque totalmente diverse dalle nostre. Non è impossibile. Io la battaglia per il fantasy italiano la sto combattendo dal 2011. Ora ho più mezzi di quando ho cominciato, sia economici che mediatici, e intendo usarli. Ma anche così non sono che una goccia nel mare; nessuno può farce una cosa del genere da solo. L'ambiente è troppo tossico, c'è troppa ostilità verso chiunque si esponga, troppo compiacimento nel puntare il dito invece che nel riconoscere il merito e incoraggiare. Io ho deciso di metterci la faccia e parlare apertamente, anche se so cosa comporterà, e so che verrò coperto di fango nel farlo. Chiunque voglia darmi una mano in questo ambizioso progetto, nel periodo a venire, sarà più che benvenuto; ne avrò bisogno.
@@RotteNarrative L'idea mi piace assai. Sì, sono sbarcato sul canale da qualche giorno e mi sto mettendo in pari con i video. Ho molto apprezzato la sezione "Brutte notizie" i cui video mettono in evidenza problemi che continuano ad affliggermi, anche se con meno frequenza di una volta, e altri che mi sono lasciato alle spalle. Non perché non li commetta ancora, ma perché li riconosco e li correggo. Però invece di mettere la mia faccia a pontificare sui gruppi di scrittura circa l'abbondanza di infodump, le ambientazioni da operetta (creare una buona ambientazione è il mio chiodo fisso), i dialoghi mal caratterizzati (hai presente quando tutti i personaggi usano lo stesso linguaggio?) e descrizioni ampollose... ora ci metto un link a una verità scomoda e invito ad ascoltare. Risparmio un sacco di tempo e invece di essere mandato a quel paese ottengo come risposta un grazie o un silenzio interrotto solo dallo stridere di gomiti rosicchiati. Prima perdevo un sacco di tempo per spiegare (anche in modo raffazzonato: devo acquisire una chiarezza espositiva che faccia a meno di tutte le parentesi che vedi qua, tra le altre cose che mi mancano) cosa avessi trovato di "sbagliato" nel testo proposto. Non hai idea delle recensioni negative su amazon (puntualmente eliminate, con segnalazione del profilo) che ho rimediato. L'ultima "Questo libro fa schifo, leggetelo e mi darete ragione" mi ha fatto quasi tenerezza: se tutti quelli che mi danno addosso scrivessero recensioni del genere adesso sarei non dico ricco, ma con un discreto seguito. Alcuni autori mi hanno ringraziato e pochi, a dire il vero, hanno cominciato a studiare sul serio. No, non sono un editor anche se potrei diventarlo se solo mi decidessi a studiare di più. Sono un autore che ha abbandonato la posizione di emergente e adesso, con la muta da sub e la pinna da pescecane sulla schiena, fa il birbante. L'ego di un autore lievita come il panettone a Natale fino all'incontro con un editor bravo, uno di quelli che a colpi di maieutica e correzioni spietate (o una finta pinna di pescecane sotto le terga) ti costringe a rivedere il testo dalla fabula fino all'ultima virgola infilata tra un incolpevole soggetto e il suo affezionato predicato. Chi accetta la critica e lavora si ritrova a crescere davvero, a diventare uno scrittore migliore. Chi si offende e fa di testa sua... oh, che te lo dico a fare? Da quanto vai spiegando e ripetendo in quasi tutti i tuoi video lo sai meglio di me. Quindi: complimenti per l'opera che stai portando avanti, continuerò a seguirti e (di tanto in tanto... mannaggia alle parentesi) a scrivere qualcosa riguardo ai tuoi video. Buon lavoro e a presto. A.V.
In realtà il talento altro non è che un'inclinazione innata, naturale e personale a fare bene una determinata cosa. Inoltre spesso (ma non sempre) il talento in una cosa si accompagna anche alla passione. Ma per farla davvero e bene non basta questa "inclinazione", non basta esserci portati, bisogna studiare, esercitarsi, fare pratica, impegnarsi. E anche chi non ha talento può riuscirci, solo che per forza di cose farà più fatica e ci metterà più tempo, ma non è impossibile. In sostanza quindi chi ha talento è avvantaggiato, ha una o due marce in più, ma deve coltivarlo ed è ancora lontano dal traguardo, a meno che non sia un genio o un prodigio alla nascita (come fu Mozart per il piano). E chi il talento non ce l'ha, ma ha la passione, se si impegna davvero e duramente può farcela, non è certo impossibile; anzi, in questo caso il talento può anche "farlo nascere" e svilupparlo. P.S. Bellissima la mappa di Skyrim!
Al di là del fatto che io pensi che il “talento”, anche detto “attitudine” o “inclinazione” in realtà sia uno dei tanti piccoli pezzi del puzzle, e che comunque sarà un 5% ma anche quello ci vuole, ma la vera domanda è: Ma se l’editor è ormai una figura così specializzata, così tecnica che per come la descrive sembra una sorta di tedoforo che possiede delle verità nascoste e ben custodite, allora perché la narrativa contemporanea è così piena di schifezze?
La tua domanda si basa su una serie di presupposti sbagliati, che evidenziano la tua confusione su questi argomenti. Circa la metà degli editor in circolazione sono degli assoluti incompetenti e un quarto hanno gravi lacune in materia narratologica. Anche restringendo il campo ai restanti, tra i quali si trovano professionisti dal decente all'eccellente, c'è un limite di miglioramento "rigido" oltre il quale il romanzo non può essere migliorato senza riscriverlo interamente, cosa che spesso è impossibile per una serie di ragioni. Cerca sul canale gli altri video su questo argomento se vuoi capire meglio.
Lei parla di capacità di giudicare se un libro può ottenere il favore del pubblico. Un libro di tal genere non riguarda affatto il talento. Se lo scopo è vendere, sono d’accordo che il talento non è necessario e basta la tecnica, ed il marketing adeguato. Il talento prescinde da ciò, è altro ed è ciò che non può essere appreso. Che poi il talento abbia bisogno anche della tecnica, è chiaro, da solo non basta. Per usare una parabola biblica, il Talento sepolto e non sfruttato (ovvero perfezionato) non dà risultati.
Perdonami, ma far finta che lo scopo di ogni scrittore non sia farsi leggere da quante più persone possibili (e di conseguenza vendere copie) mi sembra una concezione un po' fallace del mestiere dello scrittore. Le velleità artistiche per esprimere la propria interiorità e i sentimenti personali è giusto che rimangano nel diario, su un file word personale o quant'altro. Quello che tanti chiamano talento non è altro che una serie numerosa e concatenata di fattori che riguardano la predisposizione, il bagaglio culturale e di letture, lo studio (e annesse capacità) e l'applicazione delle tecniche, come ha giustamente detto Livio nel video. Il talento è la storiella che la gente si racconta quando non ha il coraggio di affrontare la realtà: ovvero che la narratologia non è una scienza infusa dall'alto nei soggetti prescelti, ma è soggetta anch'essa a regole 😁
@@passioneretorica Volendo semplificare quanto ho detto, l'artista ha come fine esprimere la propria interiorità e permettere al lettore di scoprire tramite questo qualcosa di sé, o di ritrovarsi in quanto legge. Lo scrittore che ha solo fini commerciali (e non è una critica, ci mancherebbe) ha per fine principale il vendere. Leggendo la sua risposta, però comprendo che probabilmente intendiamo il talento in due maniere differenti. Io lo intendo come, usando il termine dei romantici, l'ispirazione artistica. Come dicevo, è logico che da sola non è che possa fare molto, così come è ovvio che, per scrivere (semplicemente scrivere, anche in modo funzionale alla vendita) non sia indispensabile. La tecnica è necessaria qualunque sia il fine per cui si scrive (il fine di farsi conoscere e vendere, di cui lei parla; il fine di comunicare e permettere al lettore di scoprire qualcosa di sé o di far riflettere, di cui parlo io).
Ho ricevuto delle lodi da conoscenti per qualche mio scritto pubblicato: questo non mi ha convinto che scrivo bene, anzi mi ha spronato a interessarmi alla scrittura e a migliorarmi. Non ragioniamo tutti allo stesso modo. Grazie per i tuoi consigli che stimolano la riflessione.
Io scrivevo fanfiction in un gruppo facebook, ma non ero la sola persona a scriverli, tuttavia, i miei racconti erano quelli più richiesti e gettonati. Ho molta autocritica, che mi spinge a cercare sempre il miglioramento. Spesso per me è proprio il contrario, gli altri mi fanno complimenti ma non mi ci riconosco mai.
Non ci capisco niente di scrittura, ma nel tuo discorso, individuo come una sana provocazione che potrebbe portarmi con coraggio alla pubblicazione del mio autobiografico e narrativo storico politico. Grazie!
Ottimo video complimenti!!
Quando si parla di talento spesso si cade nella trappola che quello basti invece, ci vuole studio , perseveranza , umiltà e tanto impegno , pensare che anche Stephen King che tutti sappiamo essere un Maestro del genere Horror e non solo , ha rischiato di non diventare uno scrittore , cestinando il suo romanzo per la frustrazione dopo l’ottantesima volta che lo avevano rifiutato . È stato solo grazie alla moglie anch’essa autrice che prese il romanzo dalla pattumiera e continuò a spedirlo alle case editrici , tutti sappiamo ora chi è davvero!!!
scusa, per curiosità: che romanzo era?
Grazie per indirizzarmi verso una sana autocritica: fa un gran bene.
È come una profonda pulizia.
E si può proseguire con leggerezza e chiarezza.
Grande Livio. Sei fantastico, hai buttato giù ogni singolo motivo per il quale ero convinto di essere "predisposto"! E' un piacere ascoltarti per me che sono avido di realtà e stanco di chiacchiere e romanticismi
Dacci dentro!
Grazie! Sempre molto illuminante e stimolante.
Sono completamente d'accordo con tutto quello che hai detto.
Complimenti vivissimi per la semplicità e la chiarezza con cui ti esprimi.
Grazie MILLE per questi contenuti.
Emiliano
..hai un modo sarcastico di dire le cose, ma che mi ha dato lo stimolo giusto. Complimenti :)
Spesso bisogna prima demolire, per poter dare inizio all'edificazione!
Circa vent'anni fa, ho partecipato e vinto alcuni concorsi nazionali di poesia e racconti brevi, ma non mi sento talentuosa affatto, anzi. Ho tre manoscritti nel cassetto, ma fino alla fine dei corsi li lascerò lì. Appartengo alla categoria iper autocritici, quindi non ho ancora le basi per fare un buon lavoro. Sono certa che, grazie a Lei, migliorerò e potrò dare vita a quei libri pubblicati che tanto vorrei vedere in libreria.
Grazie per i video. C'è da lavorare sempre tanto, scrivere tutti i giorni, il ' talento delle idee e della costanza " va allenato.
Diventa tutto sempre piu' chiaro.... Grazie!!!
Capisco l’intenzione, e poi immagino che per alcuni (forse molti) il rischio di sedersi su finti allori esista... ma chi di noi, sentendosi l’incapace che probabilmente era (è) si sarebbe mai impegnato tanto a scrivere? Sentirsi capaci (non per forza geni) fa parte del meccanismo che mette in moto qualsiasi passione, che poi è l’unica premessa utile a diventare forse, un giorno, davvero bravi. Immagino che chiunque si ritrovi qui, sappia di cosa parlo.
Un minuto di silenzio per quel maestro che ci ha detto che eravamo molto portati?? ;)
Questo è molto vero. Ma bisogna scrollarsi di dosso l'idea di un talento statico e innato per sostituirlo con l'idea di una predisposizione che è possibole realizzare solo attraverso studio, pratica e riflessione. Per me questa presa di consapevolezza coincise con il tardivo passaggio dell'età adulta, a 24 anni, coi primi schiaffoni subiti nei tornei letterari. Crescere significa, fra le altre cose, abbandonare alcuni sogni e narrazioni su sé stessi che ci hanno accompagnati per tanto tempo. In alcuni casi, per trasformarli in progetti concreti, come suggerisco di fare con questi video.
Io comunque un po' di ti amo: sei lo Sgarbi della scrittura. (Capre! Siete delle capre!)🤣. Spero che un giorno leggerai un mio libro.. e spero di riuscire a tirarti fuori un mezzo complimento 🤣
Secondo me non c'è dicotomia tra ispirazione e tecnica narrativa. Secondo me si può entrare in contatto con lo stesso "universo di idee" di Dante o Stephen King (quest'ultimo usa spesso la metafora della dimensione da cui pescare storie). La differenza è negli strumenti che si hanno a disposizione per trarre al meglio quel tipo di materiale: io posso anche avere la stessa ispirazione di King ma se non ho i suoi stessi strumenti per raccontarla nel modo giusto, l'effetto sarà differente. Secondo me il talento esiste e corrisponde alla grandissima fortuna di riuscire a entrare in contatto con idee importanti e allo stesso tempo, istintivamente avere gli strumenti di base per raccontarle. È la parte istintiva che aiuta a fare percorsi più velocemente. Poi ovviamente anche la persona con il talento, per come l'ho definito sopra, non è che si può accontentare del suo livello di base ma dovrà allenarsi e affinare gli strumenti che possiede a livello intuitivo.
È un'opinione più sana di molte altre
Vaglio le fonti di default quindi premetto che sono consapevole del fatto che tu sei qui per offrire un servizio e pertanto stai (direttamente o meno) vendendo un servizio. 😊
Detto ció: trovo tu abbia ragione.
Bei video, preziose informazioni. Grazie. ❤
Il talento è il mito che, come un velo, copre la realtà di chi crede di aver valore e di chi cerca disperatamente l'ottenere qualcosa a causa della sua forte invidia.
Livio Gambarini Grazie per le preziose info , tematiche importantissime e necessarie che un professionista scrittore deve avere , e consapevolezza di come potersi muovere con le case Editrici . Un aforisma per te .
SE NON SONO D'ACCORDO CON ALTRUI CERCO ACCORDO CON ME . Gioia Braidotti
*Io, guardando il video sulla creatività: "Dovrei chiedergli cosa ne pensa del talento e quanto influisce"
*"Sempre io, leggendo la notifica del nuovo video: "Cosa?"
Ottime riflessioni come sempre!
I
Bravo ahaha non solo la valutazione non è rilevante, ma anche il valutatore spesso non lo è.
Severo ma giusto.
P.s.
La mappa di Skyrim è davvero un tocco di classe.
Lodata dai professori😂😂😂, tra le più brave della classe😂😂😂, letto tantissimi libri😂😂😂, supportata dai parenti😂😂😂. Mi piace leggere la vita delle persone come se fossero libri e il loro aspetto è la loro copertina .Sono solo tormentata da idee letterarie di poesie e racconti che voglio poter trascrivere su carta in modo da farli uscire dalla mia mente e cerco di informarmi ed allenarmi per riuscire a farlo in modo chiaro e nella forma migliore per poter trasmettere le giuste emozioni a chi dovesse leggere le mie opere.
Vorrei fare un paio di appunti, ma solo dopo aver ringraziato per il video che è comunque molto ben fatto e, benchè un po' "cattivo", è quello che serve a chi abbia una mentalità "storpiata" dai vari esempi elencati.
Adesso... Come detto, un paio di cose. No, secondo me non esiste la persona di talento che qualsiasi cosa scriva è divina... ma sì, esiste il talento. Sembrerebbe contraddittorio, per questo voglio spiegarmi meglio.
In primis, non esiste la persona che anche col talento possa fare solo scritture divine. Ci sarà SEMPRE dietro un impegno che va oltre il semplice scrivere ad un capolavoro, che sia scritto da una persona inizialmente senza talento, o da qualcuno che per benevolenza divina è partito avvantaggiato in partenza.
In secondo luogo, sì, penso che il talento esista, nonostante ciò. Tuttavia, per mettere un bel fiocco ad entrambi gli appunti e legarli assieme, non penso questo da solo sia sufficiente per vari motivi. Come esempio posso dire che puoi essere la persona più talentuosa di sempre, nella scrittura come in ogni altro campo artistico e non, se non produci qualcosa che comunque in qualche maniera piaccia al "pubblico", risulterai comunque un nessuno, per poi magari divenire un maestro secoli dopo. Specificatamente, esempio ancor più semplice e stupido... se sei un "dio della scrittura" nel genere horror, ma sei nato in un periodo storico dove l'horror è odiato da letteralmente il mondo intero, non concluderai niente; e se non riuscirai a capire ciò e provare in qualche modo ad innovarti e reinventarti per continuare a scrivere il tuo horror ma farlo in un modo che possa piacere ai lettori, o comunque fare sia quello che altro, non si parlerà di te mai, o solo chissà quanti anni dopo.
Allo stesso modo, se sei talentuoso ma ti adagi sugli allori, finirai per essere superato dagli altri, anche coloro che non anno il tuo talento come base di partenza.
Tuttavia, se qualora esista qualcuno di talentuoso, scartare tutto e ripartire da zero potrebbe anzi essere controproducente. Con questo, però, non voglio dire che uno debba rimanere fermamente convinto di essere talentuoso e quindi già arrivato e "superiore". Quello che serve sempre, nella scrittura come in molto altro, come anche detto dal video, è l'umiltà, a mio parere.
Posso essere la persona più talentuosa, ma finchè non sono gli altri a pensarla così, rimarrò un signor nessuno qualunque. E devo accettarlo. E l'ho accettato.
Nel mio piccolo ho sì ricevuto commenti positivi, ma solitamente per piccolissimi sprazzi di scrittura per giochi di ruolo che sì, mi ha dato soddisfazione, ma che ho sempre tenuto lì come "figo, a questa persona è piaciuto" e niente più. Di per contro, le critiche, pure quelle più "severe" e poco costruttive, le ho sempre tenute molto più in considerazione. Sì, mi hanno demoralizzato quelle poche volte dove sono arrivate, ma ho sempre provato a partire poi da quello e dire "bene, mi hanno detto questo: come posso utilizzarlo per poter migliorare andando avanti?".
Anche a livello di parenti, non ho mai fatto leggere prima di aver quasi finito il mio romanzo (poi auto-pubblicato con KDP, Amazon), ma mi sentivo sempre quasi "deriso" dal mio desiderio perchè "ma figurati se hai il talento", "non sei mica", "prova pure ma sappi che è impossibile", cosa che da una parte mi ha anche bloccato varie volte, togliendomi molto del desiderio di provarci, che però non mi ha fatto credere di essere migliore di quel che sono.
Ripeto, magari un giorno potrebbero parlare di me e della mia scrittura... ma fino a quel giorno, valgo quanto chiunque altro- anzi, anche allora varrò uguale. Non credo che solo l'aver scritto bene mi renderebbe superiore a nessun altro. L'unica cosa che mi farebbe contento è sapere che persone abbiano trovato quel che ho scritto positivo e piacevole e, magari magari, che ne abbiano tratto qualche riflessione e spunto per migliorare a loro volta.
Tuttavia, per quanto possa esser "esagerato" l'andare brutali sul "tu non hai talento", perchè potrebbe non esser vero, è secondo me giusto così: c'è bisogno di uno schiaffo morale per "svegliarsi" nel caso in cui ci si sia fatti imbambolare, così da esser pronti e capaci a continuare a muoversi, piuttosto che rimanere fermi sul posto solo perchè "eh, ma tanto quel che scrivo piace!".
Grazie mille ancora per il video e gli strumenti gratuiti, farò del mio meglio per apprendere quanto possibile e migliorare nel massimo delle mie potenzialità.
Credo sia necessario
Sono sostanzialmente d’accordo, infatti io preferisco di gran lunga parlare di predisposizione che di talento. Una predisposizione rende più agevole apprendere le lezioni necessarie, e alcune le avrà permesse di apprendere in autonomia già prima del primo cimento. Ma c’è sempre altro da imparare, e anche chi è predisposto avrà vantaggio (anzi, ancora di più) dallo studio e la formazione!
@@RotteNarrative Sì, mi trovo completamente d'accordo. Predisposizione è decisamente più calzante. Il talento, alla fine, lo si raggiunge e coltiva, la predisposizione è un qualcosa che si ha ma che da sola non rende perfetti.
Sì, il cuoco nato predisposto a cucinare potrebbe imparare prima e riuscire su certe cose senza troppa applicazione, ma non preparerà il miglior piatto del cosmo intero al primo tentativo. Magari a lui ci vorranno 5000 ore di impegno invece che 10000 (cito la """regola""" delle 10000 ore, benché sia una grossissima approssimazione) per arrivare... Ma son comunque ore di impegno, senza niente non fa niente.
Mio babbo mi racconta spesso che il suo bisnonno spesso usava un suo detto (o, perlomeno, qualcosa che a sua volta aveva sentito e che lo aveva colpito): "Non mi sono mai morti micci perché non ne ho mai tenuti".
Normalmente questo è più a voler dire "non si può sbagliare se non facendo qualcosa", ma un'accezione che si collega a ciò è proprio che facendo qualcosa è normale che si possa sbagliare... Ed anzi, sono gli errori ad insegnare. Senza fare nulla, non avrai nulla.
Se io non scrivo, non è che si manifesta dallo spazio il mio libro perfetto! Mi devo mettere lì a farlo.
Senza fatica ed impegno, senza studiare e provare non si possono raggiungere risultati di alcun genere.
Il talento è proprio il continuare ad applicarsi ed andare avanti, sbagliare ancora ed ancora fino a che si sia riusciti a smussare i propri problemi così da non compierli più. Non per nulla quando ci si da una martellata sul dito nel piantare un chiodo qui si usa dire "è l'arte che entra"!
È lo scrittore competente che piano piano, con costanza e allenamento, prova a diventare un bravo scrittore.
King insegna 😉
E poi c'è mia madre, che le poche volte che ha letto quello che avevo scritto mi ha massacrata di critiche 🤣
Per fortuna esistono gli editor!
Bellissimo video ma...da dove si inizia? Come posso leggere un libro rendendomi conto di quello che fa l' autore e perché?
Moltissime risposte le abbiamo caricate nei molti video gratuiti qui sul nostro canale, nelle playlist "verità scomode" e "saggi consigli". Naviga le playlist e cerca gli argomenti che più ti incuriosiscono!
Se poi non riusciremo a scoraggiarti dall'aspirare a una carriera professionale nel campo della scrittura, allora sappi che il corso "Lo Scrittore Speciale" sarà il primo vero passo
Ciao professore, mi piacerebbe iniziare a leggere alcuni libri di narratologia. Potresti gentilmente consigliarmi qualche titolo? Grazie infinite.
Comincia da "L'arco di trasformazione del personaggio" di Dara Marks
@@RotteNarrative grazie 🙏
Io so fare un appendicectomia, ho visto più e più volte tutte le stagioni di Grey's Anatomy. Può bastare?
Aggiungo una cosa sul talento. Mutuata dai quelli che mi circondano che sono molto "talentuosi" nel disegnare, con aggiunta di io che piango in un angolo dicendo che non sarò mai così bravo. Ogni volta che io gli dicevo "ma io non ci riuscirò mai a diventare così bravo" mi hanno sempre, tutti, risposto allo stesso modo: La differenza tra noi due è che io disegno tutti i giorni, a volte anche tutto il giorno.
All'inizio pensavo che fosse una boiata e che loro non potevano capire la mia incapacità perché erano nati bravi. Alla fine ho smesso di mentirmi. Semplicemente per loro è una priorità disegnare e lo fanno e si applicano, per me non lo è.
Penso che valga lo stesso per la scrittura, anzi per qualunque "talento".
Ovviamente però mi permetto anche di fare una domanda, non mi faccio mancare nulla: Come possiamo scegliere dei buoni Beta Readers? Quali criteri utilizziamo per sceglierli? Consigli?
Non voglio essere ripetitivo, ma complimenti per tutto il progetto di rotte narrative. Davvero ben fatto e pensato.
Una riflessione preziosa per vari settori... non sono un aspirante scrittore, ma conserverò i tuoi consigli per il mio futuro.
Non piace proprio che scrivo a tutti mio marito anzi mi dice che non sono brava a prescindere ma ci sto provando ugualmente
Continua non farti problemi con gli altri. Neanche da tuo marito.
Io ho la terza media, verso i 20 anni ho cominciato a leggere, mi sono scoperto più avanti amante della scrittura. Non mi reputo talentuoso ma, un virtuoso della perseveranza.
Quindi alimenta la tua passione e fallo solo per questo motivo.
Ricordo ancora come scrivevo a 15/16 anni... una vergogna 😊
Ma oggi a 46 anni sono felice del mio percorso perché come dice il MAESTRO di Rotte Narrative devi fare:
"pratica! Pratica e ancora pratica"
Non ho mai pensato di avere un talento letterario. Ma ho sempre invidiato coloro che ritengo averne in quantità.
Consapevole anche che una buona base culturale aiuta, posso contare solo su un diplomino da ragionera. Ma insomma, tutto sommato qua si dice che ce la potrei fare lo stesso. Quindi, avanti con il prossimo video!
Personalmente non ritengo di avere talento: forse vent’anni fa, quando ero ragazzina e finii fregata da una ep. Ho acquistato Lo Scrittore Speciale perché ho voglia d’imparare, e umilmente confesso che trovo la strada per ascendere al professionismo tutt’altro che facile, alla faccia di chi sbandiera che basta avere talento.
L'atteggiamento con cui si affrontano le difficoltà porta già in sé il 50% delle possibilità di farcela. Forza e coraggio! Il mondo è tutto davanti a te.
@@RotteNarrative Grazie!
Difatti io proposi la prima parte del mio romanzo thriller proprio ad una persona che non mi conosceva, lo scrittore Gianrico Carofiglio. Non solo mi mostrò disponibilità nel leggerlo, ma rispose anche dopo qualche mese dicendomi che non ero pronto e dovevo studiare e studiare molto. Ad oggi, sono cresciuto molto e ancora non so nulla, ma, ripensando a quel giorno, mi vergogno pesantemente di avergli dato in mano quel testo, perché era veramente troppo troppo acerbo.
È stato davvero molto gentile!
Sei un simpatico e attento provocatore.
Onestamente questo discorso alleggerisce un bel po'
Avrò l'arroganza di dire che, per mia fortuna, non ho trovato nulla di nuovo tra queste argomentazioni: è una vita intera che ricevo lodi sulla mia capacità di prosa, ma più cresco e meglio capisco che quello che chiamano "talento" è solo confuso con la perseveranza. Dal momento che ho cominciato a scrivere "per gioco" da quando avevo otto anni, adesso che ne ho trentadue ritengo di avere un minimo di competenza; e questo solo perché ho continuato a "giocare" e a imparare, perché non si va davvero da nessuna parte senza lo studio e la pratica.
Ottimo video, consapevole e maturo, e credo che mi farà molto piacere seguire questo canale.
Solo una domanda: dire che Dante aveva talento... e poi citare anche King... è una provocazione voluta? A me King sembra tutto fuorché talentuoso, anzi, sono arrivato a detestarlo (mio parere personale, ci mancherebbe, non voglio offendere nessuno), ma la scelta di questo paragone nasce forse dalla volontà di confrontarsi anche con la realtà commerciale dell'editoria?
Bravo Franz, il tuo atteggiamento è quello giusto: ringraziare per le lodi senza badarci troppo, prestare la massima attenzione alle critiche e rifletterci con umiltà e autocritica, mettersi in gioco sempre senza temere di sbagliare, perché ogni errore metabolizzato è un mattone nell'edificio del proprio miglioramento.
Nessuna provocazione; considero senza esitazione It tra i più grandi romanzi del Novecento. Questo benché la media dei lavori di King sia a un livello decisamente più basso - ma se ci pensi, anche il grosso della produzione dantesca extra-Commedia, per quanto notevole, è inferiore ai capolavori di Guinizzelli, Cavalcanti e Petrarca.
Se vuoi metterti in gioco con lo stile della tua prosa, iscriviti alla mailing list e partecipa alla live di line editing di giovedì sera; vediamo se riusciamo a rimediare qualche sano schiaffo anche per te!
@@RotteNarrative mi sono iscritto proprio stamane e spero di esserci alla live perché mi farebbe piacere confrontarmi un po', cosa che trovo molto difficile: sono uno di quei poveracci che offre consulenza e non ne riceve mai perché... in genere gli scrittori sono una gran brutta bestia in questo senso, troppo concentrati sul proprio per tener conto dei lavori altrui.
Se trovo qualcosa da sottoporre in live lo farò volentieri!
Se ti sei iscritto solo stamane, ti sei perso la mail di ieri con l'apertura delle candidature per i testi e il regolamento. Se hai un testo da sottoporre, scrivi una mail al mio staff e chiedi se possono mandartela in privato, ma occhio perché le candidature si chiuderanno tra qualche ora. Potrai ovviamente comunque partecipare alla diretta anche se non mandi un tuo testo
Veramente interessante.
Passare dal contesto scolastico/accademico a quello di scrittore professionale è passare da un contesto i cui i tuoi lettori sono pagati per leggere ciò che scrivi allo scopo di valutare ciò che sai, a un contesto in cui c’è un pubblico disposto a pagare per leggere ciò che scrivi perché pensa di ricavarvi valore emotivo, ossia un’esperienza immersiva in un mondo fittizio in cui tu li fai sentire protagonisti. In tanti ignorano questo cambiamento di paradigma e credono che scrivere romanzi serva a comunicare al mondo ciò che hanno dentro, cosa che francamente non importa a nessuno.
La scrittura commerciale può essere così. Se si parla di Scrittura vera, "artistica", lo scopo spesso indiretto è permettere al lettore di vedere qualcosa di sé tramite le vicende e le parole dello scrittore.
@@fenrirdreams ma cosa vuol dire "scrittura VERA"? Perché quella che tu definisci (con una fastidiosa accezione negativa) "commerciale" non lo è?
Ma, soprattutto, la scrittura "commerciale" non fa PRECISAMENTE quello che tu attribuisci alla scrittura "vera", "artistica"?
Mi sembra che parli senza conoscere la materia. O forse hai solo avuto la sfiga di leggere solo libri brutti. Ti stupirebbe scoprire quanta "commercialità" c'è dietro alcuni dei più grandi capolavori "artistici" della Storia.
@@marcolomonaco6483 L'accezione negativa la legge lei, io non l'ho espressa. La scrittura commerciale, o se preferisce, a fine non artistico, è sacrosanto che esista. E la scrittura nel suo insieme, qualunque sia il suo scopo, richiede anche la tecnica, è indubbio.
Conosco bene la materia e forse per questo ho una visione più ampia della sua. Che quasi qualunque opera anche il suo aspetto commerciale è ovvio e scontato, non credo serva un genio a capirlo. Io parlo del fine. Che poi un'opera possa avere più di un fine è altrettanto chiaro.
Ad ogni modo, non intendo discutere con un cafone come lei. Legga e magari prima o poi comprenderà.
@@fenrirdreams
Non ci vuole un genio per capire un sacco di cose, eppure pare che tu non le capisca comunque... Parafrasando Luttazzi, userò parole semplici: se definisci un primo termine in contrapposizione a qualcosa di "vero" (così vero da metterci pure la lettera maiuscola) l'accezione negativa ce la stai mettendo eccome, stai implicitamente dicendo che il primo termine non era "vero" e quindi presenti --> la scrittura (minuscolo) commerciale (e finta) vs la Scrittura (maiuscolo) vera, artistica.
Non devi credere per forza a me, nelle librerie li vendono i libri di italiano della terza elementare, puoi credere a loro.
E ora, ti prego, dimmi ancora che conosci la materia :D
Poi, ma forse qui un genio ci vuole (o forse solo qualcuno che sia riuscito a uscire dall'adolescenza, chissà), riflettevo sul fatto che nonostante si chiami "di paglia" deve pesare molto sul didietro la coda che ti porti appresso per farti reagire così appena qualcuno anche solo ci si avvicina...
Pace e bene, mr Fernir
Fenrir non credo esista una scrittura commerciale e una scrittura artistica. Penso piuttosto che ci siano storie oggettivamente fatte bene e storie oggettivamente fatte male, questo è tutto. Credo l’abbia detto anche un tizio assai più illustre di lei e di me...
Interessante ascolto anche se non sono interessato al corso.
Posto come un punto di vista lavorativo certamente bisogna sviluppare una maestria.
Personalmente lo vivo come sfogo artistico personale da cui prendere, in caso, quel che venga.
Se poi non ne viene niente rimarrò dignitosamente nell'anonimato del mio buon lavoro "comune".
Ciao. Volevo una delucidazione in merito a un argomento cui tu stesso fai riferimento. Per diventare dei bravi scrittori o degli ottimi scrittori bisogna fare un percorso che prevede corsi per acquisire tecniche narrative affidandosi dunque a professionisti come te. Bene. Il talento, la cultura, l'aver letto opere letterarie serve a poco o nulla (sul talento sono d'accordo con te, serve a poco o nulla. Sulle altre no, ma è solo un mio pensiero). Poi dici che i grandi scrittori di ogni epoca sono diventati tali avendo fatto un percorso. Ecco questo non mi è molto chiaro: se non esistevano corsi, editor e manuali come hanno fatto a diventarlo se non attraverso la lettura, la cultura, lo studio della lingua ?
È appena uscito un video sullo stesso argomento, recuperalo e troverai la risposta che cerchi (ma attenzione perché non ho MAI detto che leggere opere letterarie serve poco o nulla, ho detto che leggere solo quelle o imitarle è pericolosissimo e specie all'inizio di un percorso professionale si rischia di cadere nel manierismo perdendosi il pubblico odierno)
Sincerità per sincerità il vero talento non esiste . Esiste uns predisposizione,esiste lo studio ma spero ti renderai conto che non tutti ( compresa io) possono permettersi 300 e rotti euro per dei corsi e questa è una realtà indiscutibile. Percio significa che devo abbandonare il mio progetto ? Assolutamente no ! Ma è chiaro che ci saranno più difficoltà. Un altra cosa che mi sento di contestare è che leggere molti libri è importante giacché aiuta a rendere la mente più concentrata e la rende elastica ,basti pensare s un atleta che non potrà fare nulla se non allena i muscoli del corpo. Perciò allenarsi a mio avviso significa leggere molto ,scrivere molto e studiare molto . Vorrei sottolineare inoltre che si ,ritengo validi i tuoi video anche se presi un po per le pinze.
Mi sfugge il punto di questo commento. Contesta quel che ti pare e sentiti libera di non acquistare i nostri corsi. Ci sono quasi mille video gratuiti sul nostro canale, che puoi prendere con le pinze a tuo totale gradimento
Il talento è un gradino di una scala, se non sali il resto della scala non arriverai mai sopra
Questo è un modo sano di metterla
Bravissimo
Ho il problema esattamente contrario. Non farei mai leggere niente che non sia assolutamente perfetto (quindi non ho mai fatto mai leggere niente a nessuno). La maggior parte delle volte mi blocco perché non riesco a formulare quello che vorrei dire e una idea che reputavo buona finisce accantonata dopo poche righe
Il perfezionismo compulsivo è un altro dei problemi più comuni che bloccano gli scrittori, ed è una manifestazione della Resistenza alla scrittura
Non sono d’accordo. Certo che ci vuole costanza impegno preparazione fatica e sudore per arrivare ma a parità di tutto questo se alla base hai talento arriverai sempre prima degli altri, se non lo hai sarai sempre indietro. Fai l’ esempio di Bolle, certo che lui lavora ogni giorno per essere il migliore ma lo stesso fanno mille altri ballerini al mondo, se non avesse avuto quel talento a 7 anni e lo avesse coltivato per tutti questi anni non sarebbe diventato numero uno ma uno dei tanti bravi. Il talento esiste e mi spiace è quello che alla lunga a parità di impegno fa la differenza. Ci sono scrittori che si dopo anni e anni e anni di impegno scriveranno un buon libro, altri il buon libro te lo scrivono subito. Se non è talento come lo chiami.
Ti risponderò con un video, uscirà in giornata
È sacrosanto che studiare, applicarsi, perseverare è fondamentale, ma se fosse solo questo allora chiunque si applichi nel calcio diventa Maradona? Il talento esiste, basta fare dei test attitudinali, e comunque spesso viene fuori già nell’infanzia. Poi, ripeto, è ovvio che bisogna coltivarlo studiando e praticando. Ma ti assicuro che se io mi fossi messa in testa di fare il fisico nucleare sarei stata comunque una schiappa. Non ho attitudini scientifiche!
I test attitudinali non misurano il TALENTO, ma un grado più o meno marcato di predisposizione. La predisposizione ha un impatto sulla FACILITA' con cui a parità di sforzo o tempo necessario si possono raggiungere risultati di qualità nel proprio campo di applicazione. Tuttavia occorre non confondersi: l'eccellenza può essere raggiunta anche in assenza di una eccezionale predisposizione, o addirittura in condizioni di predisposizione iniziale sotto la media, a patto che ci siano perseveranza, studio, impegno e una pratica costante con un approccio professionale.
Visto che mi fai l'esempio di Maradona, prendi l'esempio di quel bambino detto "Pulce", che adorava il calcio ma era troppo basso e minuto. Gli venne diagnosticata un'insufficienza ormonale che ne avrebbe compromesso una carriera sportiva di qualunque tipo. Predisposizione: ben sotto la media. Pulce on si diede per vinto, fece le terapie necessarie per colmare per quanto possibile i suoi deficit, e soprattutto continuò a lavorare imperterrito per diventare un grande calciatore. Oggi tu lo conosci come Lionel Messi
Ti ho fermato (messo in pausa) a metà video perché più distruggevi convinzioni molto diffuse più mi si presentava alla mente un esempio che hai già fatto: quello dell'apprendista che va "a bottega" come si usava tanto tempo fa. Imparare facendo, non "stando a guardare" e ovviamente sudore, sacrificio, tempo. Per quanto riguarda il darsi dell'imbecille mi capita spesso giocando a scacchi quando sbaglio delle mosse che dovrebbero essere elementari, ma anche in altre occasioni... Mi tratto veramente male!
No, guarda, il talento esiste in ogni campo.
Ovvero quella capacità apparentemente innata (e spesso scatenata da fattori sociali, genetici o comunque fuori del controllo di chi la possiede) e che mette una persona in condizione di eccellere con minor sforzo in un particolare campo.
Mi dirai che è sopravvalutato.
E raro.
Una persona "senza talento" può comunque raggiungere risultati assolutamente ragguardevoli attraverso lo studio, il duro lavoro, la pratica... Pelè per il calcio, Majorana per la fisica, Rodari per la narrativa: tutti talentuosi nel loro campo. Persone che, fin dall'inizio della loro storia avevano, rispetto ai loro coetanei, una marcia in più.
Pelè da piccolo, quando giocava a pallone, segnava un goal più spesso dei suoi compagni, sapeva fare cose con la palla che i suoi compagni di gioco non immaginavano neanche.
Era bravo? No. Se lo mettevi a giocare contro un giocatore professionista, uno che lavora e si allena tutti i giorni per affrontare partite di serie A, ovviamente se lo beveva in un amen.
Però lo stesso Pelè allenato tanto quanto il giocatore di cui sopra invece di sbarcare in serie A è arrivato in Nazionale e ha fatto... be', la leggenda del calcio che è diventato.
Insomma in una scala dal 1 a 10 il talento posseduto da Pelè gli è valso un +1 arrivando, dopo anni di lavoro, pratica, sacrifici eccetera, a valere un bel 11 fuoriscala.
Quindi: sentirsi dire "Hai talento" è piacevole, ma il mindset che occorre avere è "va bene, vuol dire che se il mio scritto meriterebbe un 6, ho ottenuto un 7 grazie al talento. Il 10 è ancora lontano".
Marquez era un 11, in campo letterario, per fare un esempio. Il lavoro che c'è dietro 100 anni di solitudine è qualcosa di titanico, la cima della punta di un iceberg che si riesce a intuire solo dopo aver conosciuto attraverso lo studio la vita di Marquez stesso (ormai non gli si può più chiedere nulla).
Quindi: ti dicono hai/non hai talento? Prendi questa affermazione con filosofia.
Se non ce l'hai, puoi comunque arrivare a risultati eccellenti e assolutamente degni.
Insomma Christopher Paolini non ha scritto niente di che, neanche Margareth Weis & Tracy Hickman per tacer di R. A. Salvatore... giusto per fare due nomi. Però chi aveva alle spalle degli esperti, chi poteva contare su un pubblico già bene ammaestrato ha ottenuto un discreto successo.
Cecilia Randall? Altra fortunata serie fantasy ben scritta, poggia su una base ben solida ambientata nel rinascimento italiano. Che gli vuoi dire? Non ha talento, ma tanto duro lavoro alle spalle... ah, ma forse intendi che non occorre altro talento che la capacità di concentrarsi e sudare e quello è un talento che possiedono tutti, ma alcuni credono che per scrivere fantasy non serva.
Già che ci sono ti segnalo un paio di altri autori che meritano almeno una lettura, pure due:
Augusto Chiarle (Fantasy, Steampunk)
Aurora Stella (Fantasy, Fantascienza)
Andrea Marinucci Foà (Fantasy)
Daniele "Ursus" Imperi (Fantascienza)
Diego di Dio (Thriller)
Giovanna Barbieri (Storico, Giallo)
Sebastiano B. Brocchi (Fantasy)
Andrea De Angelis (Fantasy)
Alastor Maverick & L. A. Mely (Steampunk, Giallo)
Paolo Vallerga (Steampunk)
Daisy Franchetto (Fantasy)
Leonardo Patrignani (Urban Fantasy )
Vincenzo Romano (Fantasy, Fantascienza)
Sara Gavioli (Narrativa generale)
Esther Pellegrini (Narrativa Generale)
Greg Costantino (Fantasy, Giallo)
Marko D'Abbruzzi (Fantasy, Fantascienza)
In realtà il panorama è molto più ampio e variegato. Concordo con te che ci sono molti principianti e parecchi narcisisti in mezzo al marasma di romanzetti che approdano su amazon ogni giorno (son più di 200) però qua e là una pagliuzza brillante di gente che si documenta, studia e si prepara a dovere prima di scatenare l'immaginazione c'è e i risultati non saranno forse 'ste perle della letteratura, ma lasciano un bel ricordo dopo la lettura.
Poi visto che leggi molto ti segnalo questa antologia:
Oltre lo specchio (ed. Dark Zone).
Pubblicata sotto il patrocino di Amnesty International parla del "mettersi nei panni dell'altro" quando i diritti umani più basilari vengono bellamente ignorati. E sì, son tutti racconti fantasy o fantascientifici.
Se deciderai di comprarlo fai una cosa: prendine due, uno te lo tieni, l'altro lo regali e inviti a fare altrettanto.
Mi fanno sempre sorridere gli interventi che iniziano con "no, guarda," e poi dicono sostanzialmente le stesse cose, formulate un po' diversamente. Nel tuo caso vale doppio, perché concludi anche rivolgendomi la variazione di un mio tipico suggerimento, che rivolgo a chiunque voglia esordire in una qualunque nicchia poco florida a livello di pubblico. Nulla di male se sei nuovo del canale.
Grazie per le segnalazioni; ho letto almeno un libro di circa metà degli autori che hai citato, tra cui annovero diverse penne valide (ad alcune di esse darò spazio nei contenuti futuri che intendo produrre), ma alcuni non li conoscevo e senz'altro approfondirò.
Rotte Narrative è prima di tutto una realtà imprenditoriale. Ma uno degli obiettivi che guidano il modo in cui io la gestisco è la volontà di riabilitare il genere fantasy italiano, e questo passerà una serie di passaggi intermedi, alcuni dei quali dolorosi per gli sprovveduti e i pigri. Intendo produrre materiali didattici da mettere a disposizione di chi voglia impegnarsi a produrre lavori di qualità, ma voglio anche valorizzare le voci più meritevoli che io abbia incontrato nel settore. In ultimo (ma è la battaglia più ostica, quella per cui ho meno alleati) voglio cercare di creare le condizioni per una diminuzione delle letali fazioncine politiche, spalleggiamenti di rosiconi e invidiucce da social che creano la tipica mentalità italiana che è causa delle continue guerre tra poveri e gruppuscoli di interesse, e che a loro volta impediscono la nascita di un movimento coeso e solidale di autori fantasy non solo capaci, ma volenterosi di superare l'egocentrismo (tutti ce l'abbiamo, ma si può arginare) e riconoscere i meriti degli altri, così da condividere i reciproci pubblici e formare un movimento come è successo nel Thriller italiano, che ora naviga in acque totalmente diverse dalle nostre. Non è impossibile.
Io la battaglia per il fantasy italiano la sto combattendo dal 2011. Ora ho più mezzi di quando ho cominciato, sia economici che mediatici, e intendo usarli. Ma anche così non sono che una goccia nel mare; nessuno può farce una cosa del genere da solo. L'ambiente è troppo tossico, c'è troppa ostilità verso chiunque si esponga, troppo compiacimento nel puntare il dito invece che nel riconoscere il merito e incoraggiare.
Io ho deciso di metterci la faccia e parlare apertamente, anche se so cosa comporterà, e so che verrò coperto di fango nel farlo. Chiunque voglia darmi una mano in questo ambizioso progetto, nel periodo a venire, sarà più che benvenuto; ne avrò bisogno.
@@RotteNarrative L'idea mi piace assai.
Sì, sono sbarcato sul canale da qualche giorno e mi sto mettendo in pari con i video.
Ho molto apprezzato la sezione "Brutte notizie" i cui video mettono in evidenza problemi che continuano ad affliggermi, anche se con meno frequenza di una volta, e altri che mi sono lasciato alle spalle.
Non perché non li commetta ancora, ma perché li riconosco e li correggo.
Però invece di mettere la mia faccia a pontificare sui gruppi di scrittura circa l'abbondanza di infodump, le ambientazioni da operetta (creare una buona ambientazione è il mio chiodo fisso), i dialoghi mal caratterizzati (hai presente quando tutti i personaggi usano lo stesso linguaggio?) e descrizioni ampollose... ora ci metto un link a una verità scomoda e invito ad ascoltare.
Risparmio un sacco di tempo e invece di essere mandato a quel paese ottengo come risposta un grazie o un silenzio interrotto solo dallo stridere di gomiti rosicchiati.
Prima perdevo un sacco di tempo per spiegare (anche in modo raffazzonato: devo acquisire una chiarezza espositiva che faccia a meno di tutte le parentesi che vedi qua, tra le altre cose che mi mancano) cosa avessi trovato di "sbagliato" nel testo proposto. Non hai idea delle recensioni negative su amazon (puntualmente eliminate, con segnalazione del profilo) che ho rimediato. L'ultima "Questo libro fa schifo, leggetelo e mi darete ragione" mi ha fatto quasi tenerezza: se tutti quelli che mi danno addosso scrivessero recensioni del genere adesso sarei non dico ricco, ma con un discreto seguito. Alcuni autori mi hanno ringraziato e pochi, a dire il vero, hanno cominciato a studiare sul serio. No, non sono un editor anche se potrei diventarlo se solo mi decidessi a studiare di più. Sono un autore che ha abbandonato la posizione di emergente e adesso, con la muta da sub e la pinna da pescecane sulla schiena, fa il birbante.
L'ego di un autore lievita come il panettone a Natale fino all'incontro con un editor bravo, uno di quelli che a colpi di maieutica e correzioni spietate (o una finta pinna di pescecane sotto le terga) ti costringe a rivedere il testo dalla fabula fino all'ultima virgola infilata tra un incolpevole soggetto e il suo affezionato predicato.
Chi accetta la critica e lavora si ritrova a crescere davvero, a diventare uno scrittore migliore. Chi si offende e fa di testa sua... oh, che te lo dico a fare? Da quanto vai spiegando e ripetendo in quasi tutti i tuoi video lo sai meglio di me.
Quindi: complimenti per l'opera che stai portando avanti, continuerò a seguirti e (di tanto in tanto... mannaggia alle parentesi) a scrivere qualcosa riguardo ai tuoi video.
Buon lavoro e a presto.
A.V.
In realtà il talento altro non è che un'inclinazione innata, naturale e personale a fare bene una determinata cosa. Inoltre spesso (ma non sempre) il talento in una cosa si accompagna anche alla passione. Ma per farla davvero e bene non basta questa "inclinazione", non basta esserci portati, bisogna studiare, esercitarsi, fare pratica, impegnarsi. E anche chi non ha talento può riuscirci, solo che per forza di cose farà più fatica e ci metterà più tempo, ma non è impossibile. In sostanza quindi chi ha talento è avvantaggiato, ha una o due marce in più, ma deve coltivarlo ed è ancora lontano dal traguardo, a meno che non sia un genio o un prodigio alla nascita (come fu Mozart per il piano). E chi il talento non ce l'ha, ma ha la passione, se si impegna davvero e duramente può farcela, non è certo impossibile; anzi, in questo caso il talento può anche "farlo nascere" e svilupparlo.
P.S. Bellissima la mappa di Skyrim!
Al di là del fatto che io pensi che il “talento”, anche detto “attitudine” o “inclinazione” in realtà sia uno dei tanti piccoli pezzi del puzzle, e che comunque sarà un 5% ma anche quello ci vuole, ma la vera domanda è:
Ma se l’editor è ormai una figura così specializzata, così tecnica che per come la descrive sembra una sorta di tedoforo che possiede delle verità nascoste e ben custodite, allora perché la narrativa contemporanea è così piena di schifezze?
La tua domanda si basa su una serie di presupposti sbagliati, che evidenziano la tua confusione su questi argomenti. Circa la metà degli editor in circolazione sono degli assoluti incompetenti e un quarto hanno gravi lacune in materia narratologica. Anche restringendo il campo ai restanti, tra i quali si trovano professionisti dal decente all'eccellente, c'è un limite di miglioramento "rigido" oltre il quale il romanzo non può essere migliorato senza riscriverlo interamente, cosa che spesso è impossibile per una serie di ragioni. Cerca sul canale gli altri video su questo argomento se vuoi capire meglio.
Per me esiste il talento nello stile, poi viene il resto.
Bisognerebbe definire i concetti di talento e di stile, che purtroppo variano moltissimo nella concezione di diverse persone
Lei parla di capacità di giudicare se un libro può ottenere il favore del pubblico. Un libro di tal genere non riguarda affatto il talento. Se lo scopo è vendere, sono d’accordo che il talento non è necessario e basta la tecnica, ed il marketing adeguato. Il talento prescinde da ciò, è altro ed è ciò che non può essere appreso. Che poi il talento abbia bisogno anche della tecnica, è chiaro, da solo non basta. Per usare una parabola biblica, il Talento sepolto e non sfruttato (ovvero perfezionato) non dà risultati.
Perdonami, ma far finta che lo scopo di ogni scrittore non sia farsi leggere da quante più persone possibili (e di conseguenza vendere copie) mi sembra una concezione un po' fallace del mestiere dello scrittore. Le velleità artistiche per esprimere la propria interiorità e i sentimenti personali è giusto che rimangano nel diario, su un file word personale o quant'altro.
Quello che tanti chiamano talento non è altro che una serie numerosa e concatenata di fattori che riguardano la predisposizione, il bagaglio culturale e di letture, lo studio (e annesse capacità) e l'applicazione delle tecniche, come ha giustamente detto Livio nel video. Il talento è la storiella che la gente si racconta quando non ha il coraggio di affrontare la realtà: ovvero che la narratologia non è una scienza infusa dall'alto nei soggetti prescelti, ma è soggetta anch'essa a regole 😁
@@passioneretorica Volendo semplificare quanto ho detto, l'artista ha come fine esprimere la propria interiorità e permettere al lettore di scoprire tramite questo qualcosa di sé, o di ritrovarsi in quanto legge. Lo scrittore che ha solo fini commerciali (e non è una critica, ci mancherebbe) ha per fine principale il vendere.
Leggendo la sua risposta, però comprendo che probabilmente intendiamo il talento in due maniere differenti. Io lo intendo come, usando il termine dei romantici, l'ispirazione artistica.
Come dicevo, è logico che da sola non è che possa fare molto, così come è ovvio che, per scrivere (semplicemente scrivere, anche in modo funzionale alla vendita) non sia indispensabile. La tecnica è necessaria qualunque sia il fine per cui si scrive (il fine di farsi conoscere e vendere, di cui lei parla; il fine di comunicare e permettere al lettore di scoprire qualcosa di sé o di far riflettere, di cui parlo io).
Come disse un tale, il talento è quella cosa che ha chi trascorre almeno 50000 ore di pratica a fare una stessa cosa.