Maria Callas and Giuseppe di Stefano in La Traviata act 2 final (1955)

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  • Опубликовано: 6 янв 2025
  • TUTTI
    Alfredo! Voi!
    ALFREDO
    Sì, amici
    FLORA
    Violetta?
    ALFREDO
    Non ne so.
    TUTTI
    Ben disinvolto! Bravo!
    Or via, giuocar si può.
    (Gastone si pone a tagliare, Alfredo ed
    altri puntano. Violetta entra al braccio
    del Barone.)
    FLORA
    (andandole incontro)
    Qui desiata giungi.
    VIOLETTA
    Cessi al cortese invito.
    FLORA
    Grata vi son, barone,
    d'averlo pur gradito.
    BARONE
    (piano a Violetta)
    Germont è qui! il vedete!
    VIOLETTA
    (fra sè)
    Ciel! gli è vero. Il vedo.
    BARONE
    (cupo)
    Da voi non un sol detto si volga
    A questo Alfredo.
    VIOLETTA
    (fra sè)
    Ah, perchè venni, incauta!
    Pietà di me, gran Dio!
    FLORA
    (a Violetta, facendola sedere presso
    di sè sul divano)
    Meco t'assidi:
    narrami quai novità vegg'io?
    (Il Dottore si avvicina ad esse, che
    sommessamente conversano. Il
    Marchese si trattiene a parte col Barone,
    Gastone taglia, Alfredo ed altn puntano,
    altri passeggiano.)
    ALFREDO
    Un quattro!
    GASTONE
    Ancora hai vinto.
    ALFREDO
    Sfortuna nell'amore
    Vale fortuna al giuoco!
    (Punta e vince)
    TUTTI
    È sempre vincitore!
    ALFREDO
    Oh, vincerò stasera; e l'oro guadagnato
    Poscia a goder tra' campi ritornerò beato.
    FLORA
    Solo?
    ALFREDO
    No, no,
    con tale che vi fu meco ancor,
    Poi mi sfuggia
    VIOLETTA
    (fra sè)
    Mio Dio!
    GASTONE
    (ad Alfredo, indicando Violetta)
    Pietà di lei!
    BARONE
    (ad Alfredo, con mal frenata ira)
    Signor!
    VIOLETTA
    (al Barone)
    Frenatevi, o vi lascio.
    ALFREDO
    (disinvolto)
    Barone, m'appellaste?
    BARONE
    Siete in sì gran fortuna,
    Che al giuoco mi tentaste.
    ALFREDO
    (ironico)
    Sì? la disfida accetto
    VIOLETTA
    (fra sè)
    Che fia? morir mi sento.
    BARONE
    (puntando)
    Cento luigi a destra.
    ALFREDO
    (puntando)
    Ed alla manca cento.
    GASTONE
    Un asse un fante hai vinto!
    BARONE
    Il doppio?
    ALFREDO
    Il doppio sia.
    GASTONE
    (tagliando)
    Un quattro, un sette.
    TUTTI
    Ancora!
    ALFREDO
    Pur la vittoria è mia!
    CORO
    Bravo davver!
    la sorte è tutta per Alfredo!
    FLORA
    Del villeggiar la spesa farà il baron,
    Già il vedo.
    ALFREDO
    (al Barone)
    Seguite pur.
    SERVO
    La cena è pronta.
    FLORA
    Andiamo
    CORO
    (avviandosi)
    Andiamo.
    ALFREDO
    (al barone tra loro a parte)
    Se continuar v'aggrada
    BARONE
    Per ora nol possiamo:
    Più tardi la rivincita.
    ALFREDO
    Al gioco che vorrete.
    BARONE
    Seguiam gli amici; poscia
    ALFREDO
    Sarò qual bramerete.
    VIOLETTA
    Invitato a qui seguirmi,
    Verrà desso? vorrà udirmi?
    Ei verrà, che l'odio atroce
    Puote in lui più di mia voce
    ALFREDO
    Mi chiamaste? che bramate?
    VIOLETTA
    Questi luoghi abbandonate
    Un periglio vi sovrasta
    ALFREDO
    Ah, comprendo! Basta, basta
    E sì vile mi credete?
    VIOLETTA
    Ah no, mai
    ALFREDO
    Ma che temete?. .
    VIOLETTA
    Temo sempre del Barone
    ALFREDO
    È tra noi mortal quistione
    S'ei cadrà per mano mia
    Un sol colpo vi torria
    Coll'amante il protettore
    V'atterrisce tal sciagura?
    VIOLETTA
    Ma s'ei fosse l'uccisore?
    Ecco l'unica sventura
    Ch'io pavento a me fatale!
    ALFREDO
    La mia morte! Che ven cale?
    VIOLETTA
    Deh, partite, e sull'istante.
    ALFREDO
    Partirò, ma giura innante
    Che dovunque seguirai
    I miei passi
    VIOLETTA
    Ah, no, giammai.
    ALFREDO
    No! giammai!
    VIOLETTA
    Va, sciagurato.
    Scorda un nome ch'è infamato.
    Va mi lascia sul momento
    Di fuggirti un giuramento
    Sacro io feci
    ALFREDO
    E chi potea?
    VIOLETTA
    Chi diritto pien ne avea.
    ALFREDO
    Fu Douphol?
    VIOLETTA
    (con supremo sforzo)
    Sì.
    ALFREDO
    Dunque l'ami?
    VIOLETTA
    Ebben l'amo
    ALFREDO
    (Corre furente alla porta e grida )
    Or tutti a me.
    Scena Quattordicesima
    (Detti, e tutti i precedenti che
    confusamente ritornano.)
    TUTTI
    Ne appellaste? Che volete?
    ALFREDO
    (additando Violetta che abbattuta
    si appoggia al tavolino)
    Questa donna conoscete?
    TUTTI
    Chi? Violetta?
    ALFREDO
    Che facesse
    Non sapete?
    VIOLETTA
    Ah, taci
    TUTTI
    No.
    ALFREDO
    Ogni suo aver tal femmina
    Per amor mio sperdea
    Io cieco, vile, misero,
    Tutto accettar potea,
    Ma è tempo ancora! tergermi
    Da tanta macchia bramo
    Qui testimoni vi chiamo
    Che qui pagata io l'ho.
    (Getta con furente sprezzo una borsa
    ai piedi di Violetta, che sviene tra le
    braccia di Flora e del Dottore. In tal
    momento entra il padre.)
    Scena Quindicesima
    TUTTI
    Oh, infamia orribile
    Tu commettesti!
    Un cor sensibile
    Così uccidesti!
    Di donne ignobile
    Insultator,
    Di qui allontanati,
    Ne desti orror.
    GERMONT
    (con dignitoso fuoco)
    Di sprezzo degno se stesso rende
    Chi pur nell'ira la donna offende.
    Dov'è mio figlio? più non lo vedo:
    In te più Alfredo - trovar non so.
    (fra sè)
    Io sol fra tanti so qual virtude
    Di quella misera il sen racchiude
    Io so che l'ama, che gli è fedele,
    Eppur, crudele, - tacer dovrò!
    ALFREDO
    (da sè)
    Ah sì che feci! ne sento orrore.
    Gelosa smania, deluso amore
    Mi strazia l'alma più non ragiono.

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