Immaginate la stessa indefinitezza espressa in un vero dizionario: le cose sono cosa si sentono le singole cose, è impossibile definire una sedia perché potresti sederti a terra e usarla per appoggiarci il piatto (quindi sarebbe un tavolo), o salirci sopra per prendere i piatti da un ripiano alto (quindi sarebbe una scala), o colpirci un nemico nei denti (quindi sarebbe una mazza)... A ogni parola definita una postilla che dichiara l'inutilità della definizione stessa.
"Le cose sono cosa si sentono". Ma ha voglia di scherzare, paragonando la percezione che una persona ha di sè stessa con la percezione che può avere di un oggetto (che, come dice la parola stessa, è una realtà oggettiva e non soggettiva)? Le faccio notare che la distinzione tra SESSO e GENERE non è l'invenzione di qualche buontempone, bensì un concetto scientifico elaborato in Psicologia. Secondo un numero sempre crescente di studiosi di Psicologia, il SESSO è oggettivo e fondato sulla biologia, mentre il GENERE è un costrutto socio-culturale, è il complesso dei ruoli che una società attribuisce alle persone di un determinato sesso biologico. Pertanto il SESSO, in quanto biologicamente determinato, è oggettivo, mentre il GENERE è soggettivo, qualora una persona si identifichi nei ruoli tradizionalmente attribuiti agli individui del sesso biologico opposto al proprio. Per la psichiatria un maschio che si identifica, dal punto di vista psichico e sociale, con una donna, è una persona mentalmente normale, in grado d'intendere e di volere. Un uomo che scambi il proprio ombrello per la propria coniuge, invece, è uno psicotico, cioè un malato di mente disconnesso dalla realtà. Stiamo attenti a non confondere i due piani.
@@carloartificialintelligence Il genere è un concetto arbitrario e ipotetico. "You can try and change reality by changing the words. But you can't. It just stops you from dealing with it." - Bill Maher.
@@pikmin153: no. È un concetto elaborato in Psicologia, scienza sociale basata sulla ricerca e sulla sperimentazione. La citazione è del tutto fuori luogo, perché nessuno sta cercando di cambiare il significato della parola "sesso". Il "sesso" resta nel dizionario come parola che si riferisce alla biologia, mentre il "genere" si riferisce agli aspetti sociali e culturali della sessualità. Negare l'esistenza di individui che, fin dall'età della ragione, si identificano - sotto il profilo PSICHICO e SOCIALE, non sotto quello BIOLOGICO - con soggetti del sesso opposto, vuol dire negare una realtà che è emersa da studi compiuti da decenni da psicologi di tutto il mondo. Una donna transessuale o transgender che dir si voglia, oggigiorno, si definisce tranquillamente "trans" per tutta la vita - non ha la pretesa di definirsi "femmina", neanche dopo essersi sottoposta all'intervento chirurgico per il cambiamento dell'apparato genitale.
@@carloartificialintelligence Nessuno nega che ci siano individui a disagio col proprio sesso. È appunto un disagio mentale, non ha niente a che fare col "genere", che è una autoattribuzione del proprio sesso. Dicendo che scelgono il "genere", significa all'atto pratico scegliersi il sesso in modo del tutto soggettivo.
@@carloartificialintelligence No? In UK e US è proprio l'errata equiparazione dei due concetti che ha portato degli uomini biologici (Lia Thomas) a competere negli sport femminili nel nome di un "diritto" basato solo sull'autopercezione/autodefinizione.
A me spiace sinceramente. Quest'ondata woke sarebbe potuta essere una bella occasione di riflessione, fondata sul mettersi in discussione e provare e migliorarsi, e invece si è ridotta ad una pagliacciata con risvolti a mio parare al limite del pericoloso. Dieci anni fa ero parecchio attratto da quel mondo ma quando mi hanno fatto velatamente notare che la mia opinione non era richiesta essendo io uomo-bianco-cis-etero ho iniziato a dubitare e ad oggi mi son reso conto che è veramente un mondo adolescenziale e purulento. Però è un peccato, perché mettere al centro l'idea che sia importante che la società fornisca risorse e strumenti, necessari e sufficienti, affinché ognuno possa autodeterminarsi; riflettere su cosa voglia dire essere un uomo o una donna ecc...sono cose importanti e sarebbe più utile e piacevole se non si riducesse tutto ad un arcobaleno di parole. Ma ora mi taccio perché ho paura di stare facendo mansplaining.
Che siano serie o meno serie è impossibile scindere le teorie sviluppate in america negli ultimi 10 anni, dalla politica americana. In questo momento loro sono in una situazione di quasi guerra civile, quindi qualsiasi teoria emerga (Woke, Qanon, Redpill... ect_) risulta o viene riconvertita per essere nient'altro che una clava da sbattere in testa all'avversario politico, nulla piu'. Per esempio l'uomo-bianco-cis-etero viene attaccato in quanto considerato di base un repubblicano.
Ciao Yasmina, innanzitutto complimenti per i contenuti, sempre chiari e, quelli sì, facilmente comprensibili. Non so se segui Immanuel Casto, un'altra persona che secondo me fa un gran lavoro di pensiero critico, ma in una sua recente live/intervista ha parlato proprio della tendenza, da parte della comunità lgbtq+ (di cui fa parte e di cui tra l'altro è un'esponente importante nella discussione pubblica) all'utilizzzo di un linguaggio sempre più specifico e "settario", che in realtà più che una funzione di comunicazione o di chiarezza ha quella di definire l'appartenenza ad una comunità specifica. È una delle critiche che muove al modo in cui oggigiorno vengono portate aventi le battaglie del movimento, insieme a quella di "predicare ai già convertiti". Non so cosa ne pensi tu, ma questo mi spinge ad una riflessione: non è che libri di un certo tipo, più che altro, non puntino unicamente a raggiungere una certa fetta di mercato, senza nessun intendo "pedagogico" o istruttivo? Da come presenti il libro, infatti, mi sembra ben poco comprensibile per una persona che non sia già dentro queste tematiche o non cerchi altro che conferme alla sua visione delle cose. È preoccupante, considerata la deriva sempre più dogmatica e "religiosa" che sembra aver preso il pensiero progressista mainstream: non ci si preoccupa di spiegare concetti supportati da logica, fatti e dati, ma solo di enunciare verità non dimostrate né talvolta dimostrabili. Questi non sono né libri divulgativi, bene o male che siano scritti, né prontuari per orientarsi nelle tante nuove etichette (utili o meno che siano). Sono i testi canonici su cui si costruisce il surrogato di una religione laica, da vendere ai fedeli o ai simpatizzanti. Lo dico, a scanso di equivoci, da persona progressista e bisessuale che condivide buona parte degli obiettivi teorici della comunità.
Sì, seguo Manuel e per mia fortuna lo conosco anche personalmente (anche se per ora solo a livello virtuale), ed è una gran persona. Apprezzo sempre molto quello che dice e concordo quasi sempre con lui. Venendo alla domanda sul libro, non ci avevo pensato, ma probabilmente è così: anche se l'intento dichiarato è quello di istruire chi è fuori da questo mondo, credo proprio che sia un libro autoreferenziale.
Ho avuto un'impressione simile a metà del video. Mi sembrava più che altro che si stesse formalizzando un certo tipo di pensiero, si stesse scrivendo un libro per poter essere usato come fonte "autorevole" per supportare o far da base ragionamenti di questo tipo. Una sorta di enciclica laica per chi vuole seguire la via più corretta.
Riflessione a margine: in questo video hai espresso ciò che ho sempre pensato e ciò che penso sempre quando sento etichette mai sentite prima e tirate fuori dal cilindro. Il mio dubbio è: che senso ha chiedere inclusività a gran voce, quando poi si è i primi ad etichettarsi e sotto-etichettarsi con nomenclature sempre nuove e sempre più specifiche ( e quindi ESCLUSIVE, nel senso più letterale del termine?). C'è davvero bisogno, per esempio, di definirsi una persona "demisessuale" per essere accettati dalla società? Ma soprattutto, non è tremendamente controproducente per se stessi e per la propria vita darsi sempre nuove etichette il cui significato è mutevole in base alla percezione/sensibilità personale? Perché a me sinceramente pare che tutte queste nuove etichette non siano semplicemente un tentativo di dire "io esisto", ma rischiano di suonare come "spiegazioni non dovute" ( perché nessuno deve dare spiegazioni riguardo alla propria individualità, così come sulla propria sessualità, orientamento, genere ecc) al mondo "degli altri", di chi non è come me. Le etichette fanno esattamente questo, tracciano un solco tra "me" e "gli altri". Dividono, esclusivizzano. Che senso ha pretendere che non mi venga rotto il cazzo se poi sono il primo a, passatemi il termine, ghettizzarmi? Non sarebbe forse infinitamente più semplice dire una cosa come : faccio sesso con chi mi pare, quando mi pare, e se mi vesto da uomo o da donna sono cazzi miei e basta? Non mi serve un"etichetta per esistere. Esisto e basta, come meglio credo, e nessuno può permettersi di dirmi nulla. Facile no?
Le etichette si moltiplicano perché, guarda un po', ciascuno di noi vive la vita in modo diverso, e se si vuole rendere conto di tutte le infinite sfumature bisognerà creare infiniti termini. Ma per l'appunto, a che pro? Forse questa ossessione è solo il risultato dell'esibizionismo della nostra epoca, in cui tutti sentono il bisogno di sentirsi unici e di rivendicare il loro stile di vita sui social.
Alcune etichette sono utili perché definiscono l'identità della persona, anche se in un mondo ideale nessuno dovrebbe aver bisogno di dirti che è etero o gay, trans o cis, perché non dovrebbe essere rilevante; ma diciamo che fintanto che non siamo nel mondo ideale quelle etichette servono in modo tale che noi sappiamo che queste possibilità esistono e non sono aberrazioni. Molto diverso è etichettarsi in base a preferenze sessuali (cosa diversa dall'identità), che non vogliono dire assolutamente nulla e che non sono certo motivo di discriminazione: di base non importa un cazzo a nessuno che io faccia sesso con il primo che passa oppure solo con la persona che amo.
@@YasminaPani certo, naturalmente concordo sulle etichette utili ( tipo gay, etero, cis ecc). Quando però iniziano a crearsi etichette tipo, per l'appunto, demisessuale o sapiosessuale, beh, lì mi viene decisamente da ridere e penso che in fondo sia abbastanza controproducente.
Il tuo spiegare ed analizzare le cose appare molto semplice e comprensibile a chiunque. Inoltre guardare i tuoi video è sempre molto piacevole perchè in ognuno di essi imparo almeno una cosa che prima non sapevo. Grazie per il lavoro che fai :)
Molto interessante quando qualcuno entra nel merito dei contenuti, brava! Vorrei aggiungere alcuni elementi (mie opinioni, non verità): 1) a me sembra che il target specifico di questo tipo di argomenti utilizzi la questione della lingua più come una questione di identità, funzionale a distinguere il gruppo del "noi" pochi buoni che prestiamo attenzione anche alle parole e "voi" che o siete disinteressati o cattivi. Quindi, il linguaggio diventa un simbolo identitario all'interno del gruppo specifico; un po' come alcuni termini particolari utilizzati nelle community di videogiocatori. La naturale conseguenza è che a nessuno importa realmente di presentare argomentazioni scientificamente strutturate, soprattutto nel momento in cui la massa delle persone ripete a pappagallo le teorie dei propri leader d'opinione di riferimento. I problemi allora sono due: a) smontare certe teorie richiede conoscenza, tempo e argomentazioni complesse, che quel particolare pubblico non è disposto ad ascoltare (come questo video); b) se la narrazione è, a prescindere dalla scientificità delle argomentazioni, che chi usa un certo tipo di linguaggio è buono, allora anche chi non è interessato a queste tematiche è socialmente portato quantomeno ad accettarlo, al fine di non essere tacciato di antifemminista, omofobo, razzista, ecc.; 2) personalmente, non riesco a capire se questo tipo di femminismo sia tendenzialmente marxista o costruttivista. La massa è considerata positivamente quando prende consapevolezza che esiste una categoria di persone (solitamente il maschio bianco etero cisgender) che opprime le altre, oppure le idee plasmano il mondo e quindi diamo per assodato il fatto che ci ripetiamo alcuni semplici slogan come mantra - che diventano postverità - e allora dobbiamo ribellarci anche cambiando il linguaggio? Probabilmente è l'insieme delle due versioni, nel senso che ignorando le basi ideologiche sulle quali si basano queste asserzioni si tende a prendere l'idea che fa più comodo, ignorando o sminuendo tutte le altre. D'altra parte, questi bias cognitivi erano già conosciuti negli anni Cinquanta; 3) nelle librerie, purtroppo, le sezioni dedicate alla saggistica non fanno più una distinzione tra i testi scritti "con metodo" e quelli scritti "senza". Quindi, nella sezione medicina trovi il manuale con le fonti e l'influencer negazionista del covid; nella sezione sociologia trovi il libro di Max Weber e quello di (tante) femministe; in psicologia trovi il libro di Jung e quello di chi ti insegna a rimorchiare. Se, da un lato, tutte le opinioni devono avere giustamente il diritto di essere espresse, dall'altro diventa impossibile distinguere quelle ben strutturate e argomentate da quelle che si basano sul nulla, e un lettore qualsiasi che vuole informarsi finisce per credere che "se sono su questo scaffale allora avranno pari dignità"; 4) qui un consiglio: un buon modo per distinguere un saggio valido e argomentato bene è quello di osservare la bibliografia. Certo, non tutti né in tutti gli ambiti siamo in grado di verificare gli studi e approfondirli; tuttavia, se ci troviamo tra le mani un libro di una persona X e vogliamo capire se è quantomeno degno di nota, possiamo vedere se la bibliografia fa riferimento ad autori riconosciuti nello stesso ambito e che non siano tutti della stessa nicchia.
Ti devo ringraziare perché questi tuoi video allietano i miei viaggi verso la.mia scuola di Sassari. Anzi, di Sciasciari. Il tempo vola che è una meraviglia. Talvolta riporto qualche tua perla anche ai miei alunni
"se non ci sono i termini, non è possibile formularne i pensieri". Evidentemente qualcuno NON HA idea di come lavorino i fisici che studiano le particelle e che si trovano di fronte a fenomeni che mandano costantemente a carte quarantotto le teorie precedentemente formulate. Detto tagliando proprio con un'ascia.
Sono una ragazza bisessuale, ma ormai non so nemmeno più se sia questa l'etichetta giusta per definirmi, non ci capendo più niente. Io credo che si sia arrivati a un punto in cui "maschio etero cis bianco" sia talmente percepito come qualcosa di cui vergognarsi che si cerca disperatamente di "essere diversi", di definirsi con qualche strano nome che possa indicare l'appartenenza ad un gruppo diverso da quello a cui appartiene la sopracitata ripugnante categoria. Insomma, meglio inventare una nuova etichetta per definire l'attrazione sessuale nei confronti della gente dai capelli rossi piuttosto che ammettere di far parte dello stesso gruppo del "nemico". Comunque, la notifica di un tuo nuovo video è nella lista delle mie cose preferite 😁. Sei bellissima
E' una gara a chi è meno normy. In America la situazione è grottesca, inquietante e pericolosa secondo me, non capisco che cosa ci sia da imitare da un paese dalla mentalità così puritana e bigotta. Perché sì, sono bigotti anche i woke, hanno dinamiche cultiste. In America, chiunque può svegliarsi e dichiararsi trans e automaticamente riceve il plauso e l'accettazione sociale. Per conformarsi basta utilizzare i pronomi, le etichette, le bandiere e quel linguaggio lì. Immaginate l'effetto che fa una roba del genere su un adolescente? Seguo i canali americani apposta per farmi un'idea di quello che sta accadendo e ringrazio dio che in Italia noi siamo ancora così bambini e provinciali in questo ambito, per cui da noi fa presa solo il femminismo sciatto delle influencer. E' diventato indispensabile per alcune persone sentirsi parte di qualcosa, sentirsi accettati e applauditi, non importa se è una cosa che esiste oppure no, se è esistita già prima oppure no. Alla comunità LGBT+ io dico questo: ci farei attenzione a sta cosa delle etichette, perché se tutti sono discriminati e tutti sono speciali, allora nessuno è discriminato. E nessuno ha bisogno di particolari tutele.
Infatti io seguo Gays against groomers e Trans against groomers che si oppongono proprio a queste esagerazioni assurde e dannose. Gli Stati Uniti sono un luogo di follia.
Michela Murgia: chi abbatte il tetto di cristallo e sale al poter è in realtà un uomo! Femministə: *applausi* Giorgia Meloni: chiamatemi "il signor presidente" Michela Murgia & Co: fascista! sessista! Io: *applausi*
Diciamo che confetto petaloso a forma di schwa è stato un autentico colpo di genio. Detto questo, mi sto facendo un'idea che giorno dopo giorno, mi si rafforza. Credo onestamente che tutta questa nomenclatura sia il parto della mente di qualche buontempone (ovviamente al di là dell'Atlantico) che in un noioso e piovoso pomeriggio, si sia messo con un taccuino ad inventarsi il primo nucleo di questa nomenclatura che, oltre i generi, ha voluto lanciarsi perfino nella classificazione preferenze sessuali e, udite udite, sentimentali tirando fuori perle come omoromantico, ma eterodiretto. Poi le ha pubblicate su internet dove un altro buontempone, forse un pelino più ingenuo, le ha prese per oro colato e le ha rese, come si suol dire "virali". Ovviamente la cosa non è finita lì perché, nei vari passaggi e rimbalzi, qualcuno ci ha messo del suo ed ha aggiunto nuovi nomi, nuove categorie e nuovi ingredienti in questa ricetta per fare il minestrone, ma senza usare i legumi, sempre contando sulla buona fede e su una incrollabile tendenza dell'intellettualismo moderno a fuggire dalla logica e forse pure dal senso comune, se tanto ci dà tanto. Ora, giustamente, tu attendi il crollo di tutto questo castello di carte, che sarebbe cosa davvero necessaria, come è necessario periodicamente liberare la soffitta dal ciarpame. Temo che dovremo attendere molto a lungo. Negli anni 90 venne pubblicato un libro ad uso e consumo di chi si annoiava sotto gli ombrelloni durante la villeggiatura. Il suo titolo era "tutto quello che sapete è falso" e contiene la quasi totalità delle teorie dei complotti e delle cospirazioni che ancora oggi rimbalzano da un punto all'altro del globo attossicando anche i pubblici dibattiti, perfino quelli che dovremmo prendere sul serio. Tutto questo perché un altro tizio annoiato non ha provato alcun rincrescimento nel ricopiarlo tutto (con buona pace del diritto d'autore) sul suo blog e, da allora, tutta quella roba circola ancora nelle sue molteplici incarnazioni. Gli intellettuali italiani o almeno una buona parte di essi non si sono nemmeno resi conto che Umberto Eco aveva perculato pesantemente tutta questa paccottiglia nel suo romanzo "il pendolo di Foucault" ed anzi hanno preso tutto per oro colato. Il meccanismo è sempre quello e si appoggia sulla stessa patologica base, la mancanza di logica ed addirittura la fuga da essa nell'idea che la "logica uccida la vera essenza spirituale dell'uomo". Poveri noi!
Ciao Yasmina. Intanto è sempre bello accendere tardi il telefono e trovare subito la notifica del tuo video, poi guardare il video e trovarci quello che ti aspetti sul contenuto del libro e vederlo smontato pezzo per pezzo, non ha prezzo. Per tutto il resto c'è Yasmina Pani;)
Non ricordo dove ho letto che furono gli antichi Romani del periodo imperiale che avrebbero maturato il principio per il quale la qualità del linguaggio era essenziale per un retto pensiero. Ricordando come quel sistema è poi finito, pare che la comprova dell’esattezza di quell'idea classica sia proprio mancata. Ed infatti persone con un linguaggio povero hanno dimostrato capacità di inventiva, e quindi di pensiero, davvero notevole, mentre può essere vero il contrario.
“Ciao sono Kingiana”, esistono davvero generi basati sui gusti letterari, come sul cibo, lo sport, il cinema… Come fai a definire un genere sulla base uomo o donna o a identificarti come uomo o donna o altro se non c’è una definizione univoca di queste cose? Infatti, in quella sigla che aumenta ogni giorno, alcune lettere escludono a priori l’esistenza di altre, anzi l’intero concetto di identità di genere e di orientamento sessuale si escludono a vicenda, se usiamo le interpretazioni che essi ne danno.
7:48 "Noi pensiamo solo con le parole che conosciamo" mmh direi che qui l'autore si è espresso nella maniera più sgraziata possibile. Io invece la preferisco riformulare così: "noi possiamo pensare e argomentare le nostre idee limitatamente al numero di parole che abbiamo assorbito". Secondo me c'è una bella differenza tra le due: nella prima frase sembra quasi, o forse no, che l'autore abbia voluto dire che se una persona conosce ad esempio 100 parole, allora avrà soltanto quelle per tutta la vita e quindi sarà condannato per sempre ad avere solo e a pensare solo con quelle 100 parole, mentre in quella che propongo io penso abbia il significato contrario, ovvero avrai anche 100 parole e al momento potrai pensare con quelle, però se apri un c... di dizionario, vocabolario, enciclopedia e/o ti leggi qualche bel libro ne avrai un po' di più e potrai pensare e fare ragionamenti con argomentazioni più ferree, così sarai anche un po' più protetto dai soliti giri di parole, sofismi, retorica del politico di turno che, non so, per esempio strumentalizza la simbologia cristiana per farsi propaganda politica, cioè avendo letto libri, avendo più parole a tua disposizione sarai meno deviabile e manipolabile. Purtroppo dico così perchè l'ho constatato di persona, più d'una volta. Dover aspettare 2 minuti e mezzo che una persona si esprimesse con una frase semplicissima soggetto-verbo-complemento direi che è stato alquanto imbarazzante per tutti i presenti, tentendo conto che questa persona non ha nulla che non va dal punto di vista fisico e mentale, però per come ragiona, per certe scelte estreme, ideologiche e politiche che fa, che tra l'altro sbandiera davanti a tutti senza il minimo pudore, è da internare. La cosa interessante è che posso dire con certezza che questa persona non ha mai aperto il vocabolario, indi per cui avere poche parole corrisponde una maggiore fatica nel pensare, argomentare e difenderti da chi usa tutti quegli strumenti per far il lavaggio del cervello di massa. Comunque io una cosa non l'ho capito: come c...o fanno certi individui, tra l'altro premiati ed elogiati da tanti, a fare soldi vendendo libri che sono, più che altro, carta da camino?
Però aspetta, un conto è pensare e un altro è esprimersi. Il pensiero non è soltanto linguistico, ma è un complesso miscuglio di cose, tra cui sensazioni e immagini, che non necessariamente hanno un corrispettivo linguistico.
Un video che centra l'obiettivo, come sempre. Questa gente che si dichiara così inclusiva per poi sciorinare elenchi infiniti in cui classificare ogni sfumatura comportamentale e relazionale umana io non la capisco, un pò come quelli che affermano l'inesistenza delle differenze etniche nei popoli per poi misurare con la scheda Pantone alla mano, ogni più lieve variazione di pigmentazione degli attori delle varie rappresentazioni artistiche, siano essi film, serie, romanzi ecc...
Personalmente dubito che se si decidesse di invertire le parole cioccolata e m3rda ci troveremmo, dopo un tempo a piacere, in baita a degustare una tazza fumante di sciolta di zebù, decantandone peraltro gli aromi e il gusto vellutato.
@@YasminaPani 😁 Allora ho la soluzione: invertiamo il significato dei termini "pene" e "vagina", con tutti i possibili sinonimi, e in un nonnulla la situazione si ribalterà.
@@YasminaPaniMa la libertà ce l'avremmo pure. Forse abbiamo perso il gusto, non assaporiamo più. E allora facciamo solo classificazione, all'americana.
@@ijejlnfzzdfar7540 socialmente non abbiamo quella libertà sessuale, siamo ancora giudicati negativamente se abbiamo una vita sessuale libertina o se parliamo pubblicamente di sesso. Per non parlare di come vengono giudicate molte pratiche erotiche
L' errore del discorso contemporaneo è, secondo me, traslare il paradigma psicologico ( dove tu davvero sei in relazione a ciò che credi di essere e dove le tue parole ti fanno esistere in un modo piuttosto che in un altro) con un paradigma socio culturale... Che è lo stesso errore che fanno i saggi di psicologia quando usano il modello della fisica quantistica. Che ogni modello, nel nome di uno sguardo sistemico, complesso e transdisciplinare, informi un altro è bene, che i modelli si sovrappongano per spiegare le medesime cose, è folle! Se tutti imparassimo a leggere i contesti invece che sanzionare le parole, si giungerebbe all'ovvia conclusione che il nodo della questione non è il l' identità ma il rispetto dell' altro in quanto persona. Tutto il resto è ideologia x identità che vivono di specchi in una società fragile, iperinfantilizzata, impaurita e in preda alla sindrome del controllo.
In teoria io sarei demisessuale, visto che in vita mia non ho mai fatto sesso al di fuori di una relazione sentimentale e non desidero farlo... quindi sono automaticamente dentro la comunità LGBT+? O il mio essere etero e cis mi esclude a prescindere? A parte le domande retoriche, ho capito che c'era qualcosa che non andava nel creare sempre più etichette, quando ognuno dava la propria personale definizione di "asessuale" portandolo ad essere letteralmente tutto e niente (si passa dalla totale mancanza di appetito sessuale e fare quindi una vita casta, a chi fa regolarmente e con piacere sesso col partner ma magari non sente il bisogno di masturbarsi in solitaria) e quando vedevo discriminazioni all'interno della comunità stessa, prima contro i bisessuali tacciati di essere omosessuali che non hanno il coraggio di prendere posizione, poi contro gli eteroflessibili tacciati di essere bisessuali che non hanno il coraggio di staccarsi di dosso il privilegio etero, e ultimamente contro l'etichetta stessa "bisex" perché sarebbe una feticizzazione delle lesbiche... Insomma molta confusione all'interno della comunità stessa. E non capisco perché non si possa continuare ad usare dei termini ombrello che comprendono tutte le sfumature ma pretendere che tutti ricordino ogni singola caratteristica di ogni singolo termine. Parlo di pretesa perché se poco poco sbagli definizione o per ignoranza ne usi una non accettata, come appunto "eteroflessibile" o "bisex", ti mangiano vivo. Tu Yasmina sempre molto precisa e divertente 💛 Per il resto dice molto anche al video di Croix89 che reagisce alla ex-fidanzata che si è presentata a "Primo Appuntamento" con una lista della spesa di etichette sembrando più un prodotto che una persona
Grazie Yasmina, finalmente una recensione critica (nel senso di dotata di pensiero critico e complesso) che mette in luce l'enorme contraddizione che tutto questo tema di inclusività si porta appresso. Laddove una coscienza davvero evoluta non sa che farsene di etichette per comprendere in senso profondo la propria identità e la propria sostanza, la tendenza va in senso opposto nella sovrabbondanza inutile di etichette che una moltitudine tende a auto appiccicarsi gridando a gram voce di voler sfuggire alle categorizzazioni. Un paradosso che non si tradurrà mai in un'evoluzione di coscienza sociale, ma che finirà per fare l'effetto della pentola a pressione senza valvola.
Nel mio libro ne parlo brevemente, comunque ovviamente non esistono libri che dicono che non esistono: semplicemente aprendo i libri di antropologia e sociologia (letteralmente qualsiasi manuale) si vede che le parole non compaiono, o al massimo in un'accezione diversa da quella che le viene data dal pensiero femminista
08:05 😂😂😂 che bello romantico! Comunque tu sei come sempre limpida e cristallina come il colore dei confetti nelle tur argomentazioni...la cosa che mi spaventa di piú, come sempre, è che alcune idee a un certo punto diventano di moda e questo le rende automaticamente, in qualche modo, "scientifiche". "Scientifiche" un paio di palle... Tra l'altro mi permetto di fare un'osservazione sul parlare di rapporti sessuali tra maschi eterosessuali: a volte lo si fa anche solo per curiosità, non per vanteria, e per scambiarsi consigli che possono risultare utili a tutti quanti su diversi aspetti. C'è qualcosa di male in questo? Lo fanno gli uomini, lo fanno le donne, mi pare una cosa normale, forse ormai sono un maschilista talmente marcio che non riesco piú a cogliere le offese alle donne...boh boh...
@@YasminaPani Ok infatti forse sarebbe il momento di sdoganare certe cose, ma cazzarola se un amico o un'amica mi racconta dei fatti privati della sua vita sessuale perché ha un problema e vorrebbe un consiglio io cosa devo fare? Lo ascolto, se posso lo aiuto, altrimenti lo indirizzo da qualcuno che sicuramente potrebbe aiutarlo/a meglio di me. Questo fanno le persone normali, e nessuno ha mai fatto nessun problema in merito. Ma si sa...se la moda ti dice di sanzionare qualcosa, lo devi fare, se no i follower, i like e le visualizzazioni calano...che tristezza
Che il linguaggio si sviluppi attraverso le classi dominanti è una prospettiva che difficilmente viene accettata dai linguisti, ma è tipica dell antropologia (bourdieu per fare un esempio). Il linguaggio viene analizzato a livello culturale, quindi argomento proprio e specialistico dell antropologia, attraverso la nozione di egemonia culturale da cui la prima frase.
I linguisti non è che "accettano" o meno le cose, osservano se sono vere o no. Le lingue mutano per moltissime ragioni, e l'uso che ne fanno le classi dominanti è solo uno di queste. Per il resto, gli antropologi si occupano di altro, non del mutamento linguistico.
@@YasminaPani osservano se sono vere o no? Ahahahahah ma manco la chimica ci riesce dai. Comunque si gli antropologi come anche i sociologi e i filosofi si occupano del mutamento linguistico.
Mi fanno troppo ridere certi passaggi. Ovviamente concordo su questa follia del dover etichettare qualsiasi cosa. Da tempo ho la sensazione che certi fenomeni, certe "mode" nascano negli USA (nelle università statunitensi per esser più precisi). Perché probabilmente la generazione degli anni 60', quella della seconda ondata del femminismo e marxista (il femminismo è una filiazione del marxismo che ha sostituito la lotta tra classi con la lotta tra i sessi. Ma le categorie sono quelle...) ha letteralmente "occupato" le cattedre delle varie facoltà. Ovviamente nelle scienze sociali, nei dipartimenti di filosofia e un po' ovunque potevano. Creando anche dei corsi di studio nuovi (i famosi dipartimenti dove si fanno gli "studi di genere"). Quindi attendiamoci quello che già avviene da tempo in quel Paese e nel mondo anglofono.. Ultima riflessione. Tra i fenomeni che caratterizzano quei luoghi esiste una sorta di rituale di "autodafè" in cui in genere i ragazzi bianchi ed estero iniziano, tra il compiacimento del gruppo, con appunto un atto in cui "riconoscono il loro privilegio". È un rituale interessante per la sua simbologia. Quei ragazzi rappresentano simbolicamente un mondo (quello bianco, maschio, eterosessuale...) che costantemente deve chiedere scusa per il fatto di esistere. Beh Slavoj Zizek osservò che in realtà il gruppo che chiede a quel "privilegiato" di riconoscere il suo privilegio....è esso stesso privilegiato. In quel rituale semplicemente espìa le sue colpe scaricandole sul capro espiatorio. Perché studiare a Stanford, Harvard, Tale, UCLA etc non è da tutti. Queste mode in realtà sono finti problemi creati da mondi che non hanno la percezione reale del mondo. Dei privilegiati appunto. E credo anche che il famoso mondo LGBT che dicono di voler tutelare...sia in realtà la prima vittima di questa strumentalizzazione ottenuta mediante ricorso a quelle che tu giustamente chiami supercazzole. Contento di aver scoperto la tua esistenza su YT.
Come sempre, una godibilissima analisi. Sarebbe peraltro davvero interessante analizzare alcuni dati del tuo canale: sui like/dislike, sulle iscrizioni, etc (per capire come si struttura il tuo uditorio dal punto di vista del genere e dell'età, ad esempio)
Però in effetti a me sembra proprio di pensare solo con parole che conosco, e nemmeno di inventare parole nuove quando "immagino". In che senso invece (al minuto 7.50 circa) dici più o meno che "noi non pensiamo solo con parole che conosciamo"?
Certo che no: il fatto stesso di poter immaginare cose che non esistono (e per cui non c'è una parola) che posso inventare nella mia mente sul momento smentisce questa idea. Inoltre non abbiamo alcuna difficoltà a capire certe parole straniere, per esempio tedesche o giapponesi, che veicolano concetti che noi possiamo esprimere solo con una frase.
Di recente, in un moto di fastidio contro questa proliferazione di etichette, ho fatto una ricerca su internet da cui ho scoperto che esiste un'etichetta per denotare le persone che sono sessualmente respinte dalle etichette, ovvero "pomosessuale". L'ironia di questa cosa è davvero disarmante.
Ciao, in merito alla cosa che hai detto all'inizio, ovvero della lingua che plasma il pensiero, riusciresti a darmi qualche riferimento? Vorrei documentarmi a riguardo, perché è una cosa che sento dire spesso, anche da persone abbastanza rinomate, nonchè alcuni miei amici
Ricordi che riaffiorano grazie a questo video. Professor Franco Fanciullo. Anno 2014. Università di Pisa. Un video che avrei voluto vedere allora, così da farmi fumare meno il cervello alle sue lezioni oceaniche di linguistica. E qui mi taccio, perché al tempo conoscevo anche una ragazza sarda...
Non so in che modo questo video avrebbe potuto aiutarti alle lezioni di Fanciullo a dire il vero 😅 grazie a dio è un docente serio quindi dubito che una sola di queste parole sia mai stata profferita da lui
Ciao, mi è venuto in mente che potresti fare una recensione, non stronza suppongo, di un libro importante che è forse all'origine della convinzione che la lingua plasmi il pensiero: 1984.
Se ognuno contribuisce in equal modo alla lingua vuol dire che la lingua è determinata principalmente dalla maggioranza quindi non dalla minoranza. La maggioranza si può anche dire gruppo dominante
È vero che il contesto va sempre tenuto in considerazione, ma io capisco anche che certe parole diano fastidio a prescindere da come vengano usate. Se i miei amici usano troppo in mia presenza parole come "fr***o" o "ric***one", anche se lo fanno in modo amichevole e so che non sono omofobi, mi dà fastidio lo stesso. Perché per me sono associate a esperienze molto negative che mi hanno formato e suppongo traumatizzato (in maniera minore, eh). Quindi non condivido l'insistenza di alcune persone etero a voler usare certi termini e alcuni bianchi a voler dire n*****, ecc. Non siamo tutti uguali e quello che ferisce te non ferisce necessariamente me e viceversa.
Il punto è che ciò che ci "ferisce" non dveve avere tutta questa importanza e se una persona se la prende anche quando non se la deve prendere, il problema è della persona che se la prende. Se una persona se la prende perché dici "alcuni bianchi" la colpa è sua, se qualcuno si offende perchè in quel "alcuni bianchi" viene implicitamente inserita gente che non si vede come "bianca" problemi suoi che non distingue un commento a braccio da un trattato di filosofia. Se bestemmio non importa se un credente si offende perché se si offende è un problema del credente che si offende per cose che non lo riguardano direttamente.
E invece non esistono parole che sono sbagliate a prescindere! Le parole oltraggiose che tu menzioni vengono usate tantissimo all'interno della comunità gay, e non sono viste come negative. Sarà sempre il contesto a dire quando lo sono: io posso chiamare così un amico con cui ho confidenza, o usare quella parola in un contesto scherzoso con persone che sanno quali sono i mie iatteggiamenti nei confronti degli omosessuali, e lì non sarà offensiva. Diverso è se appello in quel modo uno sconosciuto per strada o durante una discussione.
@@YasminaPani Yasmina, quante volte hanno usato queste parole nei tuoi confronti? Zero. Non pensavo che immedesimarsi nella situazione di altri ti risultasse così difficile. Poi non dico che la gente debba essere arrestata per usarle, semplicemente che dovrebbe avere la decenza di non farlo. E mi spiace, ma membri della comunità che si riappropriano di certe parole per usarle solo in certi contesti (tipo uno show drag, che so) non è affatto la stessa cosa. E comunque possono dare fastidio a prescindere, neanch'io le uso, sebbena "possa", da quel punto di vista.
@@flaviospadavecchia5126 be' io non sono un uomo omosessuale quindi la vedo difficile che qualcuno mi dia del fr0cio, non capisco proprio il senso della tua affermazione. Ma soprattutto non ho nemmeno detto che quelle parole non sono offensive, buon Dio, ho scritto semplicemente che DIPENDE da chi le usa e come, e ti ripeto che i gay sono i primi a usarle e accettare IN DETERMINATI CONTESTI. Ho proprio letteralmente scritto che non è la stessa cosa se la si usa con uno sconosciuto, dato che non si ha confidenza e quindi non ci si può permettere quel grado di intimità, ma è lo stesso principio per cui non parli in modo sboccato con una persona che non conosci mentre lo fai con i tuoi amici. Se a qualcuno danno fastidio a prescindere è un problema suo, e anzi è il cancro di questo periodo storico, in cui la gente è incapace di leggere il contesto comunicativo.
@@YasminaPani come ho già scritto, riconosco che il contesto fa un'enorme differenza. Non ho mai detto che uno sconosciuto che ti chiama così per strada (mi è successo, tra parentesi) sia lo stesso di un amico che lo dice in modo affettuoso. Ma ripeto che non sarai tu, donna etero o bisex del caso, a dirmi cosa mi può o non può offendere o darmi fastidio. "I gay sono i primi a farlo" > va bene, ma tu stai dicendo che tutti dovrebbero poterle usare liberamente a patto che non sia con sconosciuti e che sia in modo amichevole. Okay, sicuramente c'è di peggio, ma rimango della mia opinione. E non credo di essere il cancro della società solo per dire queste ovvietà, forse dovresti rivedere un attimino le tue priorità e lo dico da fan, non da hater del caso. Buona serata.
Splendida recensione,ironica , divertente e, al tempo stesso, erudita. Complimenti anche per essere una bellissima ragazza. Ecco, mi sono identificato come maschio etero cisgender intriso di patriarcato....
Da anni uso una mia convenzione, cioè scrivere due parole come oo oppure OO, per evitare censure "internettiane". cioè due esempi: "mi sono rotto le oo" (femminile - o minuscole) oppure "mi girano i OO" (maschile, o maiuscole). A me è sembrato naturale usare questa convenzione, però sentendo certi discorsi, mi è venuto anche in mente se fosse maschilismo o coincidenza il fatto di usare il maiuscolo per la parola al maschile (anche se poi anatomicamente è sempre maschile). Ovviamente i discorsi non riguardavano la mia convenzione, che è mia e non l'ho mai spiegata a nessuno prima di questo commento. No per dire, ti fanno venire i sensi di colpa e poi capisci che sono loro a non capirci un cavolo o a voler solo lucrare. Il collegamento al video non è immediato però penso che ci si possa arrivare, o anche no, forse non ci ho capito neanche io.
Hai affrontato una contraddizione molto importante. se il nostro genere non dovrebbe essere supposto sulla base della nostra estetica e neanche sulla base del nostro comportamento, come possiamo definire cosa è maschile e cosa è femminile? definirsi come uomo o donna non dovrebbe avere alcuna valenza per un femminista intersezionale perchè potrebbe definirsi uomo ma comportarsi da donna e viceversa. bisogna però considerare che quella del femminismo intersezionale è una bolla (una bolla egemone) in un mondo che non accetta molte delle sue idee. quindi il ragionamento assume significato se interpretato in questo senso: "per me non fa alcuna differenza essere uomo o donna perchè il mio modo di apparire e di comportarmi ne è completamente scollegato, ma quando mi interfaccio con una persona che attua comportamenti diversi in base a quello che ritiene essere il mio genere allora traggo vantaggio nel definirmi uomo o donna per essere trattato nel modo che preferisco. Quindi potrò accedere al bagno che preferisco, potrò accedere alle competizioni sportive per il sesso che preferisco, potrò sposarmi con la persona che preferisco."
Mi dispiace tanto per tutti quelli che leggono e si bevono certe cose... Ricordo che ho sfogliato un libro in libreria, cioè "Crescere un figlio femminista" scritto da Aurélia Blanc, casa editrice Odoya. Sfogliando questo libro si tratta dell'imporre il punto di vista della madre, disinteressandosi totalmente di quello del figlio.
* Sfogliando questo libro ho scoperto che si tratta ... Il soggetto della frase subordinata espressa con una forma verbale impersonale (in questo caso con il gerundio) deve essere lo stesso della frase principale da cui dipende la subordinata. In questo caso l'azione dello sfogliare il libro si riferisce chiaramente al lettore, cioè all'autore del commento che riporta l'esperienza.
Una volta un mio amico psicologo, tra l'altro gay e attivista, mi disse che l'etichetta "aromantico" sostanzialmente corrisponde a "ho paura dell'intimità, ma non voglio andare in terapia" oppure, semplicemente e legittimamente, "in questo periodo non voglio una relazione romantica perché ho altre priorità". Come affermi giustamente tu, Yasmina, è un'etichetta del tutto inutile. Tutta la parte su mascolinità, patriarcato ed egemonia maschile del testo che hai commentato fa parecchio ridere; amaramente, però.
@@NoxAles da quello che leggo su vari siti, persino Wikipedia ne parla, l'aromantico è colui che non persegue un amore romantico, cioè, non cerca e non vuole una relazione stabile, né vuole usare metodi "romantici", ancora, non prova quelle emozioni tipiche di chi si innamora. Ma questo non significa che sia asessuale, anzi, né che non voglia in toto esperienze. Spesso non sa distinguere l'amore per i familiari da quelli per un potenziale partner. Non sarebbe una condizione temporanea, però, tipo quello che hai messo tra virgolette, quello è semplicemente un momento della propria vita. E, soprattutto, l'hai deciso tu, l'aromanticità è una condizione. Hanno anche una bandiera, sulla falsa riga del movimento LGBT, a 5 righe. Avevo conosciuto tempo fa una ragazza che si diceva aromantica, poi non ho approfondito molto, ricordo però appunto che non era una ragazza che non cercasse altri o che non amasse, solo, non riusciva a provare interesse per una relazione stabile e le maniere "romantiche".
@@lucat5479, so benissimo che aromantico e asessuale indicano due cose diverse, anche perché un termine riguarda la sfera affettiva e l'altro la sfera sessuale.
@@NoxAles sì sì io ho solo riportato quello che avevo letto, per completezza, non era riferito a te, leggevo che qualcuno sosteneva che gli aromantici sono anche asessuali, infatti ho usato il condizionale un paio di volte, perché non so neanche io fino a che punto sia vero tutto quello che ho scritto. Per esempio, manco sapevo esistesse una bandiera. Ciao.
Ho notato che ultimamente è diventata popolare la definizione di donna come "chiunque si senta donna". La cosa sconcertante è che poi nessuno chieda cosa sia la donna inserita nella definizione.
Ciao Yasmina. Innanzitutto complimenti e grazie per il video. Non so se leggerai questo commento, scritto così tanto tempo la pubblicazione del video. Nei tuoi video a volte citi “scienze delle merendine”, nome che si è affibbiato a scienze della comunicazione. È il mio corso di laurea, al quale mi sono iscritto senza sapere della sua nomea, vorrei chiederti cosa ne pensi e il perché dell’astio. La reputazione del mio corso mi mette molto imbarazzo e a volte mi fa venire voglia di mollare tutto, anche se manca poco alla laurea
In realtà quando lo dico non ho in mente un corso di laurea particolare, di solito è più che altro un'espressione per parlare genericamente di corsi di laurea strutturati coi piedi e che prevedono l'insegnamento di un po' di tutto e quindi non fanno bene niente. Scienze della comunicazione non è l'unica; ha questa nomea perché è tendenzialmente molto facile laurearsi, non approfondisce nessuna disciplina e non fornisce una preparazione tecnica veramente solida in nessun campo, ma piuttosto una generica infarinatura di varie cose. Non credo però che tu debba basarti sulla nomea per decidere se andare avanti o no, ma solo sui tuoi obiettivi e su come tu ti senti rispetto al corso di laurea.
@@YasminaPani grazie per la risposta, soprattutto sotto un video così vecchio. Ho associato “scienze delle merendine” a “scienze della comunicazione” perché per molti sono sinonimi, grazie per il chiarimento. Spiace che una facoltà creato da Umberto Eco abbia questa reputazione, forse negli anni non l’hanno saputa rinnovare. Comunque, ti auguro un buon proseguimento di giornata :)
"BISESSUALE = lemma, sostantivo, aggettivo: di Individuo che fino a 2 anni fa rincorrevamo col forcone e la torcia assieme a tutta la comunità LGBT+, ma che adesso siamo costretti (mannaggia!!!) a tollerare e non biasimare di esistere, pur a gran malincuore"
Ciao Yasmina. È vero, l’industria libraria produce tanta fuffa come quella contenuta in questo libro (pensa bene, roba orwelliana). Ma si tratta, a parer mio, di una bolla che scoppierà, un giorno
Buongiorno Yasmina. Interessante...Parla come mangi non va bene quindi....Alleato può variare, in effetti...come nella canzone "Tio Sam" degli Ska-P, si canta "Aliados Asasinos". Ma nel termine " Alleato" è compreso anche l'accezione "Zerbino", colui che si finge femminista per tromb...ehm...per tentare di circuire sessualmente le ragazze? Quindi se tu amando King dovresti definirti " Kinghiana", io che amo Kafka dovrei definirmi "Kafkiano"? Che in realtà però non ha propriamente quel significato....Forse " Kafkista", come "Trotzkista"....Quindi questo vuole essere un dizionario efficace...pensavo invece potesse star bene in una edizione che ho scoperto qualche anno fa, " Edizioni Italo Svevo-Piccola biblioteca di letteratura inutile, che ha pubblicato un libercolo intitolato: "Piccolo dizionario delle malattie letterarie". Ad esempio, alcune voci: " Allegoria: terribile forma allergica che contagia il romanziere ambizioso nell'attimo in cui percepisce la debolezza dell'opera (es: potrâ risultare oscuro in realtà tutta questa storia è un'allegoria per...). Oppure: "Crisi del romanzo: fase di paranoia imputabile a superbia che spinge lo scrittore a proiettare il proprio blocco su tutti gli altri e/o sull'intera civiltà occidentale". Salinger (sindrome di): terribile squilibrio che spinge il paziente a isolarsi, sebbene nessuno lo stia cercando". Ciao.
La mia prof di italiano e latino, al liceo, era solita dirci: "Chi parla male, pensa male". Ad oggi, devo ammettere di aver riscontrato una certa fondatezza di tale deduzione.....
È una scemenza, intanto perché presuppone un giudizio morale sul pensiero (cosa vuol dire pensare male?), e poi perché scambia la causa con l'effetto: chi si esprime in modo linguisticamente povero è tendenzialmente una persona incolta, ma non è che è incolta perché non sa la lingua: non sa la lingua perché è incolta.
Credo che con "Parla male" non si riferisse alla mera povertà lessicale, ma all'articolazione logico-sintattica e alle funzioni cognitive soggiacenti di cui parlato e scritto sono manifestazione. Inoltre, credo che quel "pensa male" non avesse connotati etico-morali ma piuttosto, appunto, si riferisse a competenze e prestazioni cognitive su cui si fonda il ragionamento e, di conseguenza, le sue manifestazioni (parlate o scritte che siano). Detto qsto, trattasi di una massima che, come sempre accade qndo ci si dà di sintesi, fotografa in modo generico e parziale la realtà e dunque - come è giusto che sia - è suscettibile di obiezioni.
Non so definire bene perché i miei neuroni abbiano fatto questo collegamento, tuttavia a 1:39 mi sono tornate alla mente le poesie di Gianfilippo Caraglia. Tipo "L'arpello circillino".
Qualche volta, cercando di capire alcune definizioni di genere, mi sono trovato ad avere dei seri dubbi sulle mie capacità di comprensione, sentendomi quindi un totale idiota. grazie a questo video, pur non avendo ancora escluso la possibilità di essere un idiota, ho se non altro maturato la certezza di non essere l'unico...
Bravissima, anche se per me sei troppo veloce, e per me etero e maschio quindi un po' bradipo non faccio in tempo a cogliere tutte le sfumature del tuo discorso. Suggerisco anche, visto la fluidità delle condizioni di un soggetto, poter cambiare nome a seconda della situazione. Per esempio che ne so, Asdrubale se ti senti maschio, Loretta nel caso che ti senti un po' femmina, Katia con la k se ti senti un po' bisessuale, oppure Giorgio. E così via. Così finalmente tutto sarà più chiaro e semplice! 😀
25:07 "Vedremo se riuscirò a recensirlo senza finire in carcere...". Yasmina, la tua battuta scherzosa è carina, ma alcuni tuoi ascoltatori credono sul serio di incorrere in conseguenze penali qualora esprimano dissenso da certe recenti teorie bislacche sulle identità di genere. In particolare la Chiesa cattolica si diverte a buttare benzina sul fuoco, aizzando i fedeli a ribellarsi al "pensiero unico"(?) dominante (la famosa "ideologia gender"), dimenticando che per circa 2000 anni siamo stati in balia di un pensiero unico che ha portato a bruciare vivi sulle pubbliche piazze alcune migliaia di dissidenti, tra i quali il filosofo Giordano Bruno, giustiziato a Campo de Fiori nel 1600 per avere espresso opinioni giudicate eretiche. Secondo me dovremmo cercare di calmare le acque. La libertà di pensiero non è in pericolo.
Nel mio caso mi riferisco alle possibili querele per diffamazione. Ovviamente non è previsto il carcere, ma il rischio è ben concreto. Qualsiasi altro discorso sulla dittatura viene sempre perculato da me in ogni occasione
Può anche darsi che tu offenda molti benpensanti ma io, e come me molte migliaia di persone, mi faccio sempre delle gran risate a vedere i tuoi video. Mi piace come metti in risalto la drammaticamente grottesca pseudocultura portata avanti dalla politica e dai mezzi di informazione.
Potresti spiegare meglio perché non è vero che pensiamo solo con le parole che conosciamo? Sento che c'è qualcosa che non mi torna in quest'affermazione ma allo stesso tempo non saprei argomentare bene il contrario. Alla fine anche le parole nuove non sono basate su altre già esistenti?
Beh no, altrimenti la lingua non sarebbe mai nata 😅 il linguaggio umano non esiste da sempre, si è sviluppato in seguito all'evoluzione dell'apparato fonatorio; dunque le parole sono nate spontaneamente senza basarsi su qualcosa di preesistente. La parola è conseguenza del pensiero perché nasce esattamente per esprimerlo e condividerlo con gli altri.
Non sono in grado di fare un esempio preciso, ma spesso in altre lingue esistono nomi di concetti che in lingua italiana non si possono esprimere con una sola parola. Ma questo non significa che non proviamo una determinata sensazione o non viviamo il problema che tale termine può indicare, semplicemente in assenza di tale parola ci diamo a una descrizione di questa. Se non esistesse il termine "delitto d'onore" non significa che non avremmo il modo di riconoscere determinate dinamiche (e anzi, proprio sulla base di averle riconosciute abbiamo dato questo nome al reato) per quanto il termine ci possa rendere la vita più facile quando il fenomeno è esteso o almeno considerato rilevante.
In una società cosi egocentrica orami ci si sveglia la mattina a ci si inventa un'etichetta con cui definirsi perché è quasi offensivo poter pensare di condividere una stessa categoria con altri.
4:24 "offensività - non so se questa parola esiste, ma non fa niente" bè, ora esiste! 🙂 È anzi rincuorante che ci siano persone che usano ancora creativamente la lingua italiana, se la stragrande maggioranza dei neologismi vengono brutalmente trapiantati dall'inglese (segno di disamore per la lingua italiana: ogni qual volta si inizia a diffondere una nuova espressione italiana a un certo punto qualcuno se ne esce sempre chiamandolo "orribile neologismo"!); se perfino più di un Accademico della Crusca, nel libro elettronico sul linguaggio giovanile _Scusa, non ti followo_ , nota come questo sostanzialmente non esista più, riducendosi di fatto a una sterile e pigra importazione di termini provenienti dall'anglosfera, con giusto un minimo sforzo di adattamento. Ben vengano parole nuove inventate da italiani: perché nessuno chiama l'"orbiting" orbitamento o traduce " fare ghosting" con fantasmarsi? Al di là di qualsiasi possibile discussione sull'effettiva necessità di simili neologismi ("ghosting", come tanti neologismi modaioli e mi si passi il termine, non esprime alcun concetto nuovo, basterebbe dire è sparito, si è volatilizzato, ecc.). Perché parole come carriare e gringia, mai troppo sentite (figurarsi scritte...) negli ultimi anni perché dialettali - i dialetti per qualcuno sono ancora qualcosa di cui vergognarsi... - diventano invece strafighe se ritornano mascherate da anglicismi come _carryare_ e _cringe_? I dizionari si basano teoricamente sull'uso, eppure quotidianamente, sui loro profili sociali, Crusca, Devoto Oli, Treccani si prodigano in spiegazioni non richieste di parole di dubbia diffusione fra gli italofoni come bromance e altre, ignorando parole ampiamente in uso (non c'è bisogno di essere del settore, basta una ricerca Google) come videografo o l'espressione traccia bonus (cui Wikipedia preferisce l'anglicismo, proprio perché non è facile ritrovarla riportata in un dizionario, dato che questi preferiscono l'anglicismo). Ecco, ho scritto un papirone ma spero di aver offerto un qualche spunto di riflessione.
Quindi secondo te gli uomini non dominano la maggior parte degli ambiti professionali? Boh, forse non vivi nello stesso mondo in cui vivono gli altri o sei fortunata e non te ne rendi conto. Sulla parola demisessuale, vorrei precisare che significa che non si è attratti sessualmente da persone senza un legame sentimentale. Cioè è come se tu vedessi seimila persone su Instagram e nella vita e non provassi nemmeno per una di quelle voglia di farteli. Poi ti innamori di una persona e diventa attraente per te. Quindi è un po' diverso dal dire "fai sesso con chi ami" Poi sul maschile e il femminile nel libro è scritto male, ma penso che negli esempi dati ci si riferisca ai termini a come percepiti dalla maggioranza. Però non può esistere una definizione unica per tutti di cosa significhino (per esempio, una donna può essere femminile sia coi capelli lunghi che coi capelli corti, coi pantaloni o con la gonna, con una personalità docile o una più autorevole etc. quindi non è che maschile e femminile non esistano, ma sono più flessibili di quanto uno voglia pensare) Per il resto sono d'accordo con te
Quando ho letto il titolo ho pensato che si trattasse finalmente di un buon libro di grammatica. Certo, pensavo, perché se parli un italiano corretto, puoi esprimere meglio i tuoi pensieri e fare collegamenti più efficaci, pensare meglio. E invece no. Non c'entrava nulla. Mi ha gabbato! Maledetto titolo ingannatore. 😅
Che problemi ti crea il fatto che ci siano parole nuove per definire diverse identità di genere? Se le nominiamo ne possiamo parlare. E poi, non ti identifichi in quelle etichette o non ne vedi l'utilità? Sticazzi, magari servono ad altre persone: cosa ti toglie 'sta roba?
Tu DEVI vedere la nuova quarta stagione di Boris e commentarla. Ti piacerà molto. Ti piacerà molto anche per quanto riguarda il tema della asessualità.
Con "donne dall'aspetto maschile" penso si riferisca alle trans che hanno un basso passing, perché il bisogno di specificare che stiamo parlando di persone trans viene percepito come non inclusivo
Le grandi case editrici insistono nel comportarsi come gatekeeper, rifiutandosi di vedere che il mercato della lettura sta cambiando molto velocemente. È un vero peccato. Anyway…
@@YasminaPani molte case editrici pensano ancora di essere le uniche depositarie della Verità su ciò che piace o non piace ai lettori. Addirittura, in certa misura, di poter decidere ciò che i lettori vogliono o non vogliono leggere. Hanno sicuramente ancora grande capacità di influenza sul mercato, ma questa influenza sta scendendo, erosa da tante realtà alternative al mercato "classico", fatto da una casa editrice onnipotente che offre (si degna di offrire) agli autori la scelta tra il pacchetto completo e il nulla. Ecco, quello che le grandi case editrici sembrano faticare a capire è che per gli autori l'alternativa al loro "pacchetto completo" non è più il nulla, ma una rosa di possibilità sempre più articolate e sfumate. Se non capiranno in fretta che il mercato della lettura non sta "sparendo", sta solo cambiando, saranno loro a sparire. E la cosa non è necessariamente un male.
@@GiovanniPerini a me pare che le case editrici si stiano adeguando a quello che la gente chiede. Se escono così tanti libri sul sesso degli angeli sarà perché vendono, non certo perché ai piani alti di Mondadori o Einaudi interessa veramente fare propaganda woke.
@@YasminaPani non è che vogliano necessariamente fare propaganda: sono convinte che quello venda. Solo che poi non vende, così piangono fame e miseria (e aiuti statali). Situazione simile anche per il cinema. Si stanno scollando dalla domanda, e non se ne rendono conto.
@@GiovanniPeriniPensa che le case discografiche invece ci riescono. Ma hanno dei businnessplans da milioni di dollari. Se decidono che una cover band di rock anni '80 vestita stile rocky orror show debba spopolare prima in Italia poi la, dove il genere FM rock è nato, lo fanno accadere.
Ma cosa c'entrano i problemi psicologici sull'identità dell'individuo con l'uso del linguaggio? In una società di pari il genere è dovuto per chiarezza giurisprudenziale🤔
@@YasminaPani ho scritto di getto seguendo il filo del mio pensiero. In poche parole : menti malate, disfunzionali, disconnesse dalla realtà, da quella realtà che si manifesta in società i cui linguaggi seguono regole condivise perché chiare e semplici se studiate. Un linguaggio particolare è quello della giurisprudenza che abbisogna peraltro di specificità legate a ciò che la norma va a regolamentare. Esempio: procedure di diritto privato per una appropriazione indebita da parte di un ente che può rivalersi sul compagno che di un signore anzianotto. Ci vorrebbe Totó
Sta cosa che non bisogna giudicare una persona da come si veste ha un po' scassato le palle, mi pare ovvio che il vestirsi è una forma di comunicazione non verbale.
@@YasminaPani semplicemente formarsi un pregiudizio utile ad approcciarsi con una persona nel eventualità fosse necessario/auspicabile, nella speranza che la persona in questione sia in grado di comunicare in maniera corretta l'idea che vuol trasmettere di se in quel determinato contesto o momento.
Ma più che altro a me è capitato in passato che portando i capelli molto corti e vestendo in modo più maschile (con vestiti larghi che nascondevano le forme) sia stata scambiata per un maschio, soprattutto da persone più in là con gli anni. La cosa francamente non mi tange in modo particolare, e non capisco come a una persona a cui piace vestirsi in modo ambivalente possa poi interessare così tanto il genere in cui si viene percepiti. Non è proprio quello il punto dell'ambiguità? 😂 Dopodiché penso che un conto è la propria percezione di sé stessi, un conto è pretendere che gli altri abbiano una percezione di noi che si allinea con la nostra a prescindere dal contesto e dalla loro visione del mondo. È chiaro che ci sono dei punti di riferimento, poi magari questi variano da società a società e possiamo sempre metterli in discussione, ma negare l'esistenza di un canone condiviso è abbastanza privo di senso e rende difficile parlare del fenomeno in primo luogo.
Hai già "sgarrato" ;-) usando "Cristiano" [ 12:00 - 12:04 ] in senso "popolare" (di tutta Italia) di "Essere Umano" ... ocio ! 🙂Sono ironico ... certa gente no.
A voler spezzare una lancia, un mese fa uscì il caso di una ragazza cis molto androgina a livello di lineamenti che aveva avuto problemi in un bagno pubblico. Anche se a ben pensarci quello che veniva additato come pervertito era un supposto maschio cis, quindi non sono sicuro di quale sia il genere discriminato in quel caso. Comunque non scoraggiarti per i video più comici, è che fai tanto ridere! A me piacciono tutti comunque :)
Sempre più innamorato di Yasmina Pani. Ho trovato troppo intelligente la scelta di non mostrare la copertina e non menzionare l'autrice. Io invidio tantissimo questi scrittori di libri farlocchi, perchè hanno il tempo di inventare parole e/o problemi inutili. Io invece devo pensare a pagare le bollette a risparmiare e arrivare a fine mese.
"Il linguaggio è fatto dal gruppo dominante" is the new "la Storia la scrivono i vincitori"
e se la leggono!
Immaginate la stessa indefinitezza espressa in un vero dizionario: le cose sono cosa si sentono le singole cose, è impossibile definire una sedia perché potresti sederti a terra e usarla per appoggiarci il piatto (quindi sarebbe un tavolo), o salirci sopra per prendere i piatti da un ripiano alto (quindi sarebbe una scala), o colpirci un nemico nei denti (quindi sarebbe una mazza)...
A ogni parola definita una postilla che dichiara l'inutilità della definizione stessa.
"Le cose sono cosa si sentono". Ma ha voglia di scherzare, paragonando la percezione che una persona ha di sè stessa con la percezione che può avere di un oggetto (che, come dice la parola stessa, è una realtà oggettiva e non soggettiva)? Le faccio notare che la distinzione tra SESSO e GENERE non è l'invenzione di qualche buontempone, bensì un concetto scientifico elaborato in Psicologia. Secondo un numero sempre crescente di studiosi di Psicologia, il SESSO è oggettivo e fondato sulla biologia, mentre il GENERE è un costrutto socio-culturale, è il complesso dei ruoli che una società attribuisce alle persone di un determinato sesso biologico. Pertanto il SESSO, in quanto biologicamente determinato, è oggettivo, mentre il GENERE è soggettivo, qualora una persona si identifichi nei ruoli tradizionalmente attribuiti agli individui del sesso biologico opposto al proprio. Per la psichiatria un maschio che si identifica, dal punto di vista psichico e sociale, con una donna, è una persona mentalmente normale, in grado d'intendere e di volere. Un uomo che scambi il proprio ombrello per la propria coniuge, invece, è uno psicotico, cioè un malato di mente disconnesso dalla realtà. Stiamo attenti a non confondere i due piani.
@@carloartificialintelligence Il genere è un concetto arbitrario e ipotetico. "You can try and change reality by changing the words. But you can't. It just stops you from dealing with it." - Bill Maher.
@@pikmin153: no. È un concetto elaborato in Psicologia, scienza sociale basata sulla ricerca e sulla sperimentazione. La citazione è del tutto fuori luogo, perché nessuno sta cercando di cambiare il significato della parola "sesso". Il "sesso" resta nel dizionario come parola che si riferisce alla biologia, mentre il "genere" si riferisce agli aspetti sociali e culturali della sessualità. Negare l'esistenza di individui che, fin dall'età della ragione, si identificano - sotto il profilo PSICHICO e SOCIALE, non sotto quello BIOLOGICO - con soggetti del sesso opposto, vuol dire negare una realtà che è emersa da studi compiuti da decenni da psicologi di tutto il mondo.
Una donna transessuale o transgender che dir si voglia, oggigiorno, si definisce tranquillamente "trans" per tutta la vita - non ha la pretesa di definirsi "femmina", neanche dopo essersi sottoposta all'intervento chirurgico per il cambiamento dell'apparato genitale.
@@carloartificialintelligence Nessuno nega che ci siano individui a disagio col proprio sesso. È appunto un disagio mentale, non ha niente a che fare col "genere", che è una autoattribuzione del proprio sesso. Dicendo che scelgono il "genere", significa all'atto pratico scegliersi il sesso in modo del tutto soggettivo.
@@carloartificialintelligence No? In UK e US è proprio l'errata equiparazione dei due concetti che ha portato degli uomini biologici (Lia Thomas) a competere negli sport femminili nel nome di un "diritto" basato solo sull'autopercezione/autodefinizione.
Più che un dizionario sembrano delle classi di Dungeons and Dragons.
bi-gender è il termine che indica il biclassamento? XD
“Umano Social Justice Warrior”
😂
@@anonimo6603 Gender fluid è il multiclasse.
Genderfluid è Neo di Matrix, quando serve un genere prende sopravvento sugli altri.
A me spiace sinceramente.
Quest'ondata woke sarebbe potuta essere una bella occasione di riflessione, fondata sul mettersi in discussione e provare e migliorarsi, e invece si è ridotta ad una pagliacciata con risvolti a mio parare al limite del pericoloso.
Dieci anni fa ero parecchio attratto da quel mondo ma quando mi hanno fatto velatamente notare che la mia opinione non era richiesta essendo io uomo-bianco-cis-etero ho iniziato a dubitare e ad oggi mi son reso conto che è veramente un mondo adolescenziale e purulento.
Però è un peccato, perché mettere al centro l'idea che sia importante che la società fornisca risorse e strumenti, necessari e sufficienti, affinché ognuno possa autodeterminarsi; riflettere su cosa voglia dire essere un uomo o una donna ecc...sono cose importanti e sarebbe più utile e piacevole se non si riducesse tutto ad un arcobaleno di parole.
Ma ora mi taccio perché ho paura di stare facendo mansplaining.
Concordo, ed è assurdo che non si rendano conto che proprio con questo atteggiamento allontanano le persone dal vero punto della questione.
Che siano serie o meno serie è impossibile scindere le teorie sviluppate in america negli ultimi 10 anni, dalla politica americana. In questo momento loro sono in una situazione di quasi guerra civile, quindi qualsiasi teoria emerga (Woke, Qanon, Redpill... ect_) risulta o viene riconvertita per essere nient'altro che una clava da sbattere in testa all'avversario politico, nulla piu'. Per esempio l'uomo-bianco-cis-etero viene attaccato in quanto considerato di base un repubblicano.
Non poteva essere altrimenti: l'albero è marcio alla radice.
@@YasminaPani APPUNTO TU PARLI SBOCCACCIATA E BESTEMMI IN DIRETTA, TU NON STAI BENE
L autodeterminazione di cui tu e i 40 come a te che hanno messo mi piace non esiste. È falsa, creata e gestita a tavolino
“Il coso di cristallo”😂❤ Yasmina, sei la valchiria di cui avevamo bisogno e che non ci meritiamo
Grazie 😂
Ciao Yasmina, innanzitutto complimenti per i contenuti, sempre chiari e, quelli sì, facilmente comprensibili.
Non so se segui Immanuel Casto, un'altra persona che secondo me fa un gran lavoro di pensiero critico, ma in una sua recente live/intervista ha parlato proprio della tendenza, da parte della comunità lgbtq+ (di cui fa parte e di cui tra l'altro è un'esponente importante nella discussione pubblica) all'utilizzzo di un linguaggio sempre più specifico e "settario", che in realtà più che una funzione di comunicazione o di chiarezza ha quella di definire l'appartenenza ad una comunità specifica.
È una delle critiche che muove al modo in cui oggigiorno vengono portate aventi le battaglie del movimento, insieme a quella di "predicare ai già convertiti".
Non so cosa ne pensi tu, ma questo mi spinge ad una riflessione: non è che libri di un certo tipo, più che altro, non puntino unicamente a raggiungere una certa fetta di mercato, senza nessun intendo "pedagogico" o istruttivo?
Da come presenti il libro, infatti, mi sembra ben poco comprensibile per una persona che non sia già dentro queste tematiche o non cerchi altro che conferme alla sua visione delle cose.
È preoccupante, considerata la deriva sempre più dogmatica e "religiosa" che sembra aver preso il pensiero progressista mainstream: non ci si preoccupa di spiegare concetti supportati da logica, fatti e dati, ma solo di enunciare verità non dimostrate né talvolta dimostrabili. Questi non sono né libri divulgativi, bene o male che siano scritti, né prontuari per orientarsi nelle tante nuove etichette (utili o meno che siano).
Sono i testi canonici su cui si costruisce il surrogato di una religione laica, da vendere ai fedeli o ai simpatizzanti.
Lo dico, a scanso di equivoci, da persona progressista e bisessuale che condivide buona parte degli obiettivi teorici della comunità.
Sì, seguo Manuel e per mia fortuna lo conosco anche personalmente (anche se per ora solo a livello virtuale), ed è una gran persona. Apprezzo sempre molto quello che dice e concordo quasi sempre con lui. Venendo alla domanda sul libro, non ci avevo pensato, ma probabilmente è così: anche se l'intento dichiarato è quello di istruire chi è fuori da questo mondo, credo proprio che sia un libro autoreferenziale.
Ho avuto un'impressione simile a metà del video. Mi sembrava più che altro che si stesse formalizzando un certo tipo di pensiero, si stesse scrivendo un libro per poter essere usato come fonte "autorevole" per supportare o far da base ragionamenti di questo tipo. Una sorta di enciclica laica per chi vuole seguire la via più corretta.
Riflessione a margine: in questo video hai espresso ciò che ho sempre pensato e ciò che penso sempre quando sento etichette mai sentite prima e tirate fuori dal cilindro. Il mio dubbio è: che senso ha chiedere inclusività a gran voce, quando poi si è i primi ad etichettarsi e sotto-etichettarsi con nomenclature sempre nuove e sempre più specifiche ( e quindi ESCLUSIVE, nel senso più letterale del termine?). C'è davvero bisogno, per esempio, di definirsi una persona "demisessuale" per essere accettati dalla società? Ma soprattutto, non è tremendamente controproducente per se stessi e per la propria vita darsi sempre nuove etichette il cui significato è mutevole in base alla percezione/sensibilità personale? Perché a me sinceramente pare che tutte queste nuove etichette non siano semplicemente un tentativo di dire "io esisto", ma rischiano di suonare come "spiegazioni non dovute" ( perché nessuno deve dare spiegazioni riguardo alla propria individualità, così come sulla propria sessualità, orientamento, genere ecc) al mondo "degli altri", di chi non è come me. Le etichette fanno esattamente questo, tracciano un solco tra "me" e "gli altri". Dividono, esclusivizzano. Che senso ha pretendere che non mi venga rotto il cazzo se poi sono il primo a, passatemi il termine, ghettizzarmi? Non sarebbe forse infinitamente più semplice dire una cosa come : faccio sesso con chi mi pare, quando mi pare, e se mi vesto da uomo o da donna sono cazzi miei e basta? Non mi serve un"etichetta per esistere. Esisto e basta, come meglio credo, e nessuno può permettersi di dirmi nulla. Facile no?
Le etichette si moltiplicano perché, guarda un po', ciascuno di noi vive la vita in modo diverso, e se si vuole rendere conto di tutte le infinite sfumature bisognerà creare infiniti termini. Ma per l'appunto, a che pro? Forse questa ossessione è solo il risultato dell'esibizionismo della nostra epoca, in cui tutti sentono il bisogno di sentirsi unici e di rivendicare il loro stile di vita sui social.
@@danielespeziari5545 sottoscrivo. Purtroppo penso sia così.
Alcune etichette sono utili perché definiscono l'identità della persona, anche se in un mondo ideale nessuno dovrebbe aver bisogno di dirti che è etero o gay, trans o cis, perché non dovrebbe essere rilevante; ma diciamo che fintanto che non siamo nel mondo ideale quelle etichette servono in modo tale che noi sappiamo che queste possibilità esistono e non sono aberrazioni. Molto diverso è etichettarsi in base a preferenze sessuali (cosa diversa dall'identità), che non vogliono dire assolutamente nulla e che non sono certo motivo di discriminazione: di base non importa un cazzo a nessuno che io faccia sesso con il primo che passa oppure solo con la persona che amo.
@@YasminaPani esatto, quando ci sono di mezzo situazioni reali o potenziali di discriminazione è un'altra faccenda
@@YasminaPani certo, naturalmente concordo sulle etichette utili ( tipo gay, etero, cis ecc). Quando però iniziano a crearsi etichette tipo, per l'appunto, demisessuale o sapiosessuale, beh, lì mi viene decisamente da ridere e penso che in fondo sia abbastanza controproducente.
Il tuo spiegare ed analizzare le cose appare molto semplice e comprensibile a chiunque. Inoltre guardare i tuoi video è sempre molto piacevole perchè in ognuno di essi imparo almeno una cosa che prima non sapevo. Grazie per il lavoro che fai :)
Grazie mille :)
Molto interessante quando qualcuno entra nel merito dei contenuti, brava! Vorrei aggiungere alcuni elementi (mie opinioni, non verità):
1) a me sembra che il target specifico di questo tipo di argomenti utilizzi la questione della lingua più come una questione di identità, funzionale a distinguere il gruppo del "noi" pochi buoni che prestiamo attenzione anche alle parole e "voi" che o siete disinteressati o cattivi. Quindi, il linguaggio diventa un simbolo identitario all'interno del gruppo specifico; un po' come alcuni termini particolari utilizzati nelle community di videogiocatori. La naturale conseguenza è che a nessuno importa realmente di presentare argomentazioni scientificamente strutturate, soprattutto nel momento in cui la massa delle persone ripete a pappagallo le teorie dei propri leader d'opinione di riferimento. I problemi allora sono due: a) smontare certe teorie richiede conoscenza, tempo e argomentazioni complesse, che quel particolare pubblico non è disposto ad ascoltare (come questo video); b) se la narrazione è, a prescindere dalla scientificità delle argomentazioni, che chi usa un certo tipo di linguaggio è buono, allora anche chi non è interessato a queste tematiche è socialmente portato quantomeno ad accettarlo, al fine di non essere tacciato di antifemminista, omofobo, razzista, ecc.;
2) personalmente, non riesco a capire se questo tipo di femminismo sia tendenzialmente marxista o costruttivista. La massa è considerata positivamente quando prende consapevolezza che esiste una categoria di persone (solitamente il maschio bianco etero cisgender) che opprime le altre, oppure le idee plasmano il mondo e quindi diamo per assodato il fatto che ci ripetiamo alcuni semplici slogan come mantra - che diventano postverità - e allora dobbiamo ribellarci anche cambiando il linguaggio? Probabilmente è l'insieme delle due versioni, nel senso che ignorando le basi ideologiche sulle quali si basano queste asserzioni si tende a prendere l'idea che fa più comodo, ignorando o sminuendo tutte le altre. D'altra parte, questi bias cognitivi erano già conosciuti negli anni Cinquanta;
3) nelle librerie, purtroppo, le sezioni dedicate alla saggistica non fanno più una distinzione tra i testi scritti "con metodo" e quelli scritti "senza". Quindi, nella sezione medicina trovi il manuale con le fonti e l'influencer negazionista del covid; nella sezione sociologia trovi il libro di Max Weber e quello di (tante) femministe; in psicologia trovi il libro di Jung e quello di chi ti insegna a rimorchiare. Se, da un lato, tutte le opinioni devono avere giustamente il diritto di essere espresse, dall'altro diventa impossibile distinguere quelle ben strutturate e argomentate da quelle che si basano sul nulla, e un lettore qualsiasi che vuole informarsi finisce per credere che "se sono su questo scaffale allora avranno pari dignità";
4) qui un consiglio: un buon modo per distinguere un saggio valido e argomentato bene è quello di osservare la bibliografia. Certo, non tutti né in tutti gli ambiti siamo in grado di verificare gli studi e approfondirli; tuttavia, se ci troviamo tra le mani un libro di una persona X e vogliamo capire se è quantomeno degno di nota, possiamo vedere se la bibliografia fa riferimento ad autori riconosciuti nello stesso ambito e che non siano tutti della stessa nicchia.
Concordo, ottimo commento! Grazie
Ti devo ringraziare perché questi tuoi video allietano i miei viaggi verso la.mia scuola di Sassari. Anzi, di Sciasciari. Il tempo vola che è una meraviglia. Talvolta riporto qualche tua perla anche ai miei alunni
"se non ci sono i termini, non è possibile formularne i pensieri".
Evidentemente qualcuno NON HA idea di come lavorino i fisici che studiano le particelle e che si trovano di fronte a fenomeni che mandano costantemente a carte quarantotto le teorie precedentemente formulate.
Detto tagliando proprio con un'ascia.
Non hanno idea di molte cose mi sa!
Ho mancato a un appuntamento perché non me l'ero segnato sull'agender.
questi qua dovrebbero leggere un po' di Wilde, "definire è limitare" diceva nel Ritratto di Dorian Grey
Sono una ragazza bisessuale, ma ormai non so nemmeno più se sia questa l'etichetta giusta per definirmi, non ci capendo più niente. Io credo che si sia arrivati a un punto in cui "maschio etero cis bianco" sia talmente percepito come qualcosa di cui vergognarsi che si cerca disperatamente di "essere diversi", di definirsi con qualche strano nome che possa indicare l'appartenenza ad un gruppo diverso da quello a cui appartiene la sopracitata ripugnante categoria. Insomma, meglio inventare una nuova etichetta per definire l'attrazione sessuale nei confronti della gente dai capelli rossi piuttosto che ammettere di far parte dello stesso gruppo del "nemico".
Comunque, la notifica di un tuo nuovo video è nella lista delle mie cose preferite 😁.
Sei bellissima
Grazie 😍
Me ne frego delle etichette e continuo a definirmi bisessuale, perché i generi in biologia sono soltanto due
E' una gara a chi è meno normy. In America la situazione è grottesca, inquietante e pericolosa secondo me, non capisco che cosa ci sia da imitare da un paese dalla mentalità così puritana e bigotta. Perché sì, sono bigotti anche i woke, hanno dinamiche cultiste. In America, chiunque può svegliarsi e dichiararsi trans e automaticamente riceve il plauso e l'accettazione sociale. Per conformarsi basta utilizzare i pronomi, le etichette, le bandiere e quel linguaggio lì. Immaginate l'effetto che fa una roba del genere su un adolescente?
Seguo i canali americani apposta per farmi un'idea di quello che sta accadendo e ringrazio dio che in Italia noi siamo ancora così bambini e provinciali in questo ambito, per cui da noi fa presa solo il femminismo sciatto delle influencer.
E' diventato indispensabile per alcune persone sentirsi parte di qualcosa, sentirsi accettati e applauditi, non importa se è una cosa che esiste oppure no, se è esistita già prima oppure no.
Alla comunità LGBT+ io dico questo: ci farei attenzione a sta cosa delle etichette, perché se tutti sono discriminati e tutti sono speciali, allora nessuno è discriminato. E nessuno ha bisogno di particolari tutele.
Infatti io seguo Gays against groomers e Trans against groomers che si oppongono proprio a queste esagerazioni assurde e dannose. Gli Stati Uniti sono un luogo di follia.
Complimenti per il tuo lavoro.!
Michela Murgia: chi abbatte il tetto di cristallo e sale al poter è in realtà un uomo!
Femministə: *applausi*
Giorgia Meloni: chiamatemi "il signor presidente"
Michela Murgia & Co: fascista! sessista!
Io: *applausi*
Diciamo che confetto petaloso a forma di schwa è stato un autentico colpo di genio.
Detto questo, mi sto facendo un'idea che giorno dopo giorno, mi si rafforza. Credo onestamente che tutta questa nomenclatura sia il parto della mente di qualche buontempone (ovviamente al di là dell'Atlantico) che in un noioso e piovoso pomeriggio, si sia messo con un taccuino ad inventarsi il primo nucleo di questa nomenclatura che, oltre i generi, ha voluto lanciarsi perfino nella classificazione preferenze sessuali e, udite udite, sentimentali tirando fuori perle come omoromantico, ma eterodiretto. Poi le ha pubblicate su internet dove un altro buontempone, forse un pelino più ingenuo, le ha prese per oro colato e le ha rese, come si suol dire "virali". Ovviamente la cosa non è finita lì perché, nei vari passaggi e rimbalzi, qualcuno ci ha messo del suo ed ha aggiunto nuovi nomi, nuove categorie e nuovi ingredienti in questa ricetta per fare il minestrone, ma senza usare i legumi, sempre contando sulla buona fede e su una incrollabile tendenza dell'intellettualismo moderno a fuggire dalla logica e forse pure dal senso comune, se tanto ci dà tanto.
Ora, giustamente, tu attendi il crollo di tutto questo castello di carte, che sarebbe cosa davvero necessaria, come è necessario periodicamente liberare la soffitta dal ciarpame. Temo che dovremo attendere molto a lungo. Negli anni 90 venne pubblicato un libro ad uso e consumo di chi si annoiava sotto gli ombrelloni durante la villeggiatura. Il suo titolo era "tutto quello che sapete è falso" e contiene la quasi totalità delle teorie dei complotti e delle cospirazioni che ancora oggi rimbalzano da un punto all'altro del globo attossicando anche i pubblici dibattiti, perfino quelli che dovremmo prendere sul serio. Tutto questo perché un altro tizio annoiato non ha provato alcun rincrescimento nel ricopiarlo tutto (con buona pace del diritto d'autore) sul suo blog e, da allora, tutta quella roba circola ancora nelle sue molteplici incarnazioni. Gli intellettuali italiani o almeno una buona parte di essi non si sono nemmeno resi conto che Umberto Eco aveva perculato pesantemente tutta questa paccottiglia nel suo romanzo "il pendolo di Foucault" ed anzi hanno preso tutto per oro colato. Il meccanismo è sempre quello e si appoggia sulla stessa patologica base, la mancanza di logica ed addirittura la fuga da essa nell'idea che la "logica uccida la vera essenza spirituale dell'uomo". Poveri noi!
Ciao Yasmina. Intanto è sempre bello accendere tardi il telefono e trovare subito la notifica del tuo video, poi guardare il video e trovarci quello che ti aspetti sul contenuto del libro e vederlo smontato pezzo per pezzo, non ha prezzo. Per tutto il resto c'è Yasmina Pani;)
Grazie :)
Comunque ho capito una cosa, dal momento che la mia compagna si chiama Emanuela è giusto e necessario definirmi Emanusessuale.
Meglio [codicefiscale]sessuale, sia mai che sbagli emanuala.
Non ricordo dove ho letto che furono gli antichi Romani del periodo imperiale che avrebbero maturato il principio per il quale la qualità del linguaggio era essenziale per un retto pensiero. Ricordando come quel sistema è poi finito, pare che la comprova dell’esattezza di quell'idea classica sia proprio mancata. Ed infatti persone con un linguaggio povero hanno dimostrato capacità di inventiva, e quindi di pensiero, davvero notevole, mentre può essere vero il contrario.
“Ciao sono Kingiana”, esistono davvero generi basati sui gusti letterari, come sul cibo, lo sport, il cinema…
Come fai a definire un genere sulla base uomo o donna o a identificarti come uomo o donna o altro se non c’è una definizione univoca di queste cose? Infatti, in quella sigla che aumenta ogni giorno, alcune lettere escludono a priori l’esistenza di altre, anzi l’intero concetto di identità di genere e di orientamento sessuale si escludono a vicenda, se usiamo le interpretazioni che essi ne danno.
7:48 "Noi pensiamo solo con le parole che conosciamo" mmh direi che qui l'autore si è espresso nella maniera più sgraziata possibile. Io invece la preferisco riformulare così: "noi possiamo pensare e argomentare le nostre idee limitatamente al numero di parole che abbiamo assorbito". Secondo me c'è una bella differenza tra le due: nella prima frase sembra quasi, o forse no, che l'autore abbia voluto dire che se una persona conosce ad esempio 100 parole, allora avrà soltanto quelle per tutta la vita e quindi sarà condannato per sempre ad avere solo e a pensare solo con quelle 100 parole, mentre in quella che propongo io penso abbia il significato contrario, ovvero avrai anche 100 parole e al momento potrai pensare con quelle, però se apri un c... di dizionario, vocabolario, enciclopedia e/o ti leggi qualche bel libro ne avrai un po' di più e potrai pensare e fare ragionamenti con argomentazioni più ferree, così sarai anche un po' più protetto dai soliti giri di parole, sofismi, retorica del politico di turno che, non so, per esempio strumentalizza la simbologia cristiana per farsi propaganda politica, cioè avendo letto libri, avendo più parole a tua disposizione sarai meno deviabile e manipolabile.
Purtroppo dico così perchè l'ho constatato di persona, più d'una volta. Dover aspettare 2 minuti e mezzo che una persona si esprimesse con una frase semplicissima soggetto-verbo-complemento direi che è stato alquanto imbarazzante per tutti i presenti, tentendo conto che questa persona non ha nulla che non va dal punto di vista fisico e mentale, però per come ragiona, per certe scelte estreme, ideologiche e politiche che fa, che tra l'altro sbandiera davanti a tutti senza il minimo pudore, è da internare. La cosa interessante è che posso dire con certezza che questa persona non ha mai aperto il vocabolario, indi per cui avere poche parole corrisponde una maggiore fatica nel pensare, argomentare e difenderti da chi usa tutti quegli strumenti per far il lavaggio del cervello di massa.
Comunque io una cosa non l'ho capito: come c...o fanno certi individui, tra l'altro premiati ed elogiati da tanti, a fare soldi vendendo libri che sono, più che altro, carta da camino?
Però aspetta, un conto è pensare e un altro è esprimersi. Il pensiero non è soltanto linguistico, ma è un complesso miscuglio di cose, tra cui sensazioni e immagini, che non necessariamente hanno un corrispettivo linguistico.
@@YasminaPaniRisposta tanto breve quanto convincente.
21:55 - non è "grazie", e non è "anche"; è solo ed esclusivamente "per colpa"
⚰️😂
Un video che centra l'obiettivo, come sempre. Questa gente che si dichiara così inclusiva per poi sciorinare elenchi infiniti in cui classificare ogni sfumatura comportamentale e relazionale umana io non la capisco, un pò come quelli che affermano l'inesistenza delle differenze etniche nei popoli per poi misurare con la scheda Pantone alla mano, ogni più lieve variazione di pigmentazione degli attori delle varie rappresentazioni artistiche, siano essi film, serie, romanzi ecc...
Questi sono inclusivi solo al loro interno.
Personalmente dubito che se si decidesse di invertire le parole cioccolata e m3rda ci troveremmo, dopo un tempo a piacere, in baita a degustare una tazza fumante di sciolta di zebù, decantandone peraltro gli aromi e il gusto vellutato.
E invece sbagli, la lingua plasma la realtà!!11!!!1
@@YasminaPani 😁
Allora ho la soluzione: invertiamo il significato dei termini "pene" e "vagina", con tutti i possibili sinonimi, e in un nonnulla la situazione si ribalterà.
Quello di cui parli a fine video è parecchio preoccupante ma al "vedremo se riuscirò a recensirlo senza finire in carcere" sono morto
😂
Ma ti pare che quando interagisco con una persona, tra tutti gli argomenti tra cielo e terra io debba parlare solo della sua sessualità?
Siamo un'epoca che parla ossessivamente di sessualità in tutte le sue sfumature, anche inesistenti, ma praticandola sempre di meno, mi pare
Siamo letteralmente dei teorici del cazzo.
Sì anche secondo me questa ossessione per la sfera sessuale è inversamente proporzionale alla libertà che abbiamo in questo campo
@@YasminaPaniMa la libertà ce l'avremmo pure. Forse abbiamo perso il gusto, non assaporiamo più.
E allora facciamo solo classificazione, all'americana.
@@ijejlnfzzdfar7540 socialmente non abbiamo quella libertà sessuale, siamo ancora giudicati negativamente se abbiamo una vita sessuale libertina o se parliamo pubblicamente di sesso. Per non parlare di come vengono giudicate molte pratiche erotiche
L' errore del discorso contemporaneo è, secondo me, traslare il paradigma psicologico ( dove tu davvero sei in relazione a ciò che credi di essere e dove le tue parole ti fanno esistere in un modo piuttosto che in un altro) con un paradigma socio culturale... Che è lo stesso errore che fanno i saggi di psicologia quando usano il modello della fisica quantistica. Che ogni modello, nel nome di uno sguardo sistemico, complesso e transdisciplinare, informi un altro è bene, che i modelli si sovrappongano per spiegare le medesime cose, è folle!
Se tutti imparassimo a leggere i contesti invece che sanzionare le parole, si giungerebbe all'ovvia conclusione che il nodo della questione non è il l' identità ma il rispetto dell' altro in quanto persona. Tutto il resto è ideologia x identità che vivono di specchi in una società fragile, iperinfantilizzata, impaurita e in preda alla sindrome del controllo.
In teoria io sarei demisessuale, visto che in vita mia non ho mai fatto sesso al di fuori di una relazione sentimentale e non desidero farlo... quindi sono automaticamente dentro la comunità LGBT+? O il mio essere etero e cis mi esclude a prescindere?
A parte le domande retoriche, ho capito che c'era qualcosa che non andava nel creare sempre più etichette, quando ognuno dava la propria personale definizione di "asessuale" portandolo ad essere letteralmente tutto e niente (si passa dalla totale mancanza di appetito sessuale e fare quindi una vita casta, a chi fa regolarmente e con piacere sesso col partner ma magari non sente il bisogno di masturbarsi in solitaria) e quando vedevo discriminazioni all'interno della comunità stessa, prima contro i bisessuali tacciati di essere omosessuali che non hanno il coraggio di prendere posizione, poi contro gli eteroflessibili tacciati di essere bisessuali che non hanno il coraggio di staccarsi di dosso il privilegio etero, e ultimamente contro l'etichetta stessa "bisex" perché sarebbe una feticizzazione delle lesbiche... Insomma molta confusione all'interno della comunità stessa.
E non capisco perché non si possa continuare ad usare dei termini ombrello che comprendono tutte le sfumature ma pretendere che tutti ricordino ogni singola caratteristica di ogni singolo termine. Parlo di pretesa perché se poco poco sbagli definizione o per ignoranza ne usi una non accettata, come appunto "eteroflessibile" o "bisex", ti mangiano vivo.
Tu Yasmina sempre molto precisa e divertente 💛
Per il resto dice molto anche al video di Croix89 che reagisce alla ex-fidanzata che si è presentata a "Primo Appuntamento" con una lista della spesa di etichette sembrando più un prodotto che una persona
Infatti a me sembra che queste categorie si inseriscano perfettamente nel quadro del produci-consuma-crepa.
Grazie Yasmina, finalmente una recensione critica (nel senso di dotata di pensiero critico e complesso) che mette in luce l'enorme contraddizione che tutto questo tema di inclusività si porta appresso. Laddove una coscienza davvero evoluta non sa che farsene di etichette per comprendere in senso profondo la propria identità e la propria sostanza, la tendenza va in senso opposto nella sovrabbondanza inutile di etichette che una moltitudine tende a auto appiccicarsi gridando a gram voce di voler sfuggire alle categorizzazioni.
Un paradosso che non si tradurrà mai in un'evoluzione di coscienza sociale, ma che finirà per fare l'effetto della pentola a pressione senza valvola.
Hai qualche titolo serio da suggerirmi che affronti il tema patriarcato /matriarcato non esistono?
Nel mio libro ne parlo brevemente, comunque ovviamente non esistono libri che dicono che non esistono: semplicemente aprendo i libri di antropologia e sociologia (letteralmente qualsiasi manuale) si vede che le parole non compaiono, o al massimo in un'accezione diversa da quella che le viene data dal pensiero femminista
08:05 😂😂😂 che bello romantico! Comunque tu sei come sempre limpida e cristallina come il colore dei confetti nelle tur argomentazioni...la cosa che mi spaventa di piú, come sempre, è che alcune idee a un certo punto diventano di moda e questo le rende automaticamente, in qualche modo, "scientifiche". "Scientifiche" un paio di palle...
Tra l'altro mi permetto di fare un'osservazione sul parlare di rapporti sessuali tra maschi eterosessuali: a volte lo si fa anche solo per curiosità, non per vanteria, e per scambiarsi consigli che possono risultare utili a tutti quanti su diversi aspetti. C'è qualcosa di male in questo? Lo fanno gli uomini, lo fanno le donne, mi pare una cosa normale, forse ormai sono un maschilista talmente marcio che non riesco piú a cogliere le offese alle donne...boh boh...
Infatti, lo fanno tutti, anzi direi che le donne tendono a raccontare molti più dettagli della propria vita sessuale
@@YasminaPani Ok infatti forse sarebbe il momento di sdoganare certe cose, ma cazzarola se un amico o un'amica mi racconta dei fatti privati della sua vita sessuale perché ha un problema e vorrebbe un consiglio io cosa devo fare? Lo ascolto, se posso lo aiuto, altrimenti lo indirizzo da qualcuno che sicuramente potrebbe aiutarlo/a meglio di me. Questo fanno le persone normali, e nessuno ha mai fatto nessun problema in merito. Ma si sa...se la moda ti dice di sanzionare qualcosa, lo devi fare, se no i follower, i like e le visualizzazioni calano...che tristezza
Che il linguaggio si sviluppi attraverso le classi dominanti è una prospettiva che difficilmente viene accettata dai linguisti, ma è tipica dell antropologia (bourdieu per fare un esempio). Il linguaggio viene analizzato a livello culturale, quindi argomento proprio e specialistico dell antropologia, attraverso la nozione di egemonia culturale da cui la prima frase.
I linguisti non è che "accettano" o meno le cose, osservano se sono vere o no. Le lingue mutano per moltissime ragioni, e l'uso che ne fanno le classi dominanti è solo uno di queste. Per il resto, gli antropologi si occupano di altro, non del mutamento linguistico.
@@YasminaPani osservano se sono vere o no? Ahahahahah ma manco la chimica ci riesce dai. Comunque si gli antropologi come anche i sociologi e i filosofi si occupano del mutamento linguistico.
In Sardegna si parlano lingue diverse da un paese all'altro anche vicini.
Mi fanno troppo ridere certi passaggi. Ovviamente concordo su questa follia del dover etichettare qualsiasi cosa. Da tempo ho la sensazione che certi fenomeni, certe "mode" nascano negli USA (nelle università statunitensi per esser più precisi). Perché probabilmente la generazione degli anni 60', quella della seconda ondata del femminismo e marxista (il femminismo è una filiazione del marxismo che ha sostituito la lotta tra classi con la lotta tra i sessi. Ma le categorie sono quelle...) ha letteralmente "occupato" le cattedre delle varie facoltà. Ovviamente nelle scienze sociali, nei dipartimenti di filosofia e un po' ovunque potevano. Creando anche dei corsi di studio nuovi (i famosi dipartimenti dove si fanno gli "studi di genere"). Quindi attendiamoci quello che già avviene da tempo in quel Paese e nel mondo anglofono.. Ultima riflessione. Tra i fenomeni che caratterizzano quei luoghi esiste una sorta di rituale di "autodafè" in cui in genere i ragazzi bianchi ed estero iniziano, tra il compiacimento del gruppo, con appunto un atto in cui "riconoscono il loro privilegio". È un rituale interessante per la sua simbologia. Quei ragazzi rappresentano simbolicamente un mondo (quello bianco, maschio, eterosessuale...) che costantemente deve chiedere scusa per il fatto di esistere. Beh Slavoj Zizek osservò che in realtà il gruppo che chiede a quel "privilegiato" di riconoscere il suo privilegio....è esso stesso privilegiato. In quel rituale semplicemente espìa le sue colpe scaricandole sul capro espiatorio. Perché studiare a Stanford, Harvard, Tale, UCLA etc non è da tutti. Queste mode in realtà sono finti problemi creati da mondi che non hanno la percezione reale del mondo. Dei privilegiati appunto. E credo anche che il famoso mondo LGBT che dicono di voler tutelare...sia in realtà la prima vittima di questa strumentalizzazione ottenuta mediante ricorso a quelle che tu giustamente chiami supercazzole. Contento di aver scoperto la tua esistenza su YT.
Concordo 🙂
Come sempre, una godibilissima analisi.
Sarebbe peraltro davvero interessante analizzare alcuni dati del tuo canale: sui like/dislike, sulle iscrizioni, etc (per capire come si struttura il tuo uditorio dal punto di vista del genere e dell'età, ad esempio)
Non sono in grado di farlo, ma effettivamente sarebbe interessante!
Però in effetti a me sembra proprio di pensare solo con parole che conosco, e nemmeno di inventare parole nuove quando "immagino". In che senso invece (al minuto 7.50 circa) dici più o meno che "noi non pensiamo solo con parole che conosciamo"?
Certo che no: il fatto stesso di poter immaginare cose che non esistono (e per cui non c'è una parola) che posso inventare nella mia mente sul momento smentisce questa idea. Inoltre non abbiamo alcuna difficoltà a capire certe parole straniere, per esempio tedesche o giapponesi, che veicolano concetti che noi possiamo esprimere solo con una frase.
Di recente, in un moto di fastidio contro questa proliferazione di etichette, ho fatto una ricerca su internet da cui ho scoperto che esiste un'etichetta per denotare le persone che sono sessualmente respinte dalle etichette, ovvero "pomosessuale". L'ironia di questa cosa è davvero disarmante.
Ahahahahha
Ciao, in merito alla cosa che hai detto all'inizio, ovvero della lingua che plasma il pensiero, riusciresti a darmi qualche riferimento? Vorrei documentarmi a riguardo, perché è una cosa che sento dire spesso, anche da persone abbastanza rinomate, nonchè alcuni miei amici
Ci sono tutti i riferimenti nel mio libro
Ricordi che riaffiorano grazie a questo video. Professor Franco Fanciullo. Anno 2014. Università di Pisa. Un video che avrei voluto vedere allora, così da farmi fumare meno il cervello alle sue lezioni oceaniche di linguistica. E qui mi taccio, perché al tempo conoscevo anche una ragazza sarda...
Non so in che modo questo video avrebbe potuto aiutarti alle lezioni di Fanciullo a dire il vero 😅 grazie a dio è un docente serio quindi dubito che una sola di queste parole sia mai stata profferita da lui
@@YasminaPani No lo proferisco io. E' vero, era un bravo professore, io non immaginavo i risvolti sociali sul politically correct dello scevà
Ciao, mi è venuto in mente che potresti fare una recensione, non stronza suppongo, di un libro importante che è forse all'origine della convinzione che la lingua plasmi il pensiero: 1984.
Sì, dovrei, più che altro per ridimensionare un po' la cosa
Se ognuno contribuisce in equal modo alla lingua vuol dire che la lingua è determinata principalmente dalla maggioranza quindi non dalla minoranza. La maggioranza si può anche dire gruppo dominante
Non è necessariamente così (il gruppo dominante può benissimo non essere la maggioranza), è molto più complesso in realtà
È vero che il contesto va sempre tenuto in considerazione, ma io capisco anche che certe parole diano fastidio a prescindere da come vengano usate.
Se i miei amici usano troppo in mia presenza parole come "fr***o" o "ric***one", anche se lo fanno in modo amichevole e so che non sono omofobi, mi dà fastidio lo stesso. Perché per me sono associate a esperienze molto negative che mi hanno formato e suppongo traumatizzato (in maniera minore, eh). Quindi non condivido l'insistenza di alcune persone etero a voler usare certi termini e alcuni bianchi a voler dire n*****, ecc. Non siamo tutti uguali e quello che ferisce te non ferisce necessariamente me e viceversa.
Il punto è che ciò che ci "ferisce" non dveve avere tutta questa importanza e se una persona se la prende anche quando non se la deve prendere, il problema è della persona che se la prende. Se una persona se la prende perché dici "alcuni bianchi" la colpa è sua, se qualcuno si offende perchè in quel "alcuni bianchi" viene implicitamente inserita gente che non si vede come "bianca" problemi suoi che non distingue un commento a braccio da un trattato di filosofia.
Se bestemmio non importa se un credente si offende perché se si offende è un problema del credente che si offende per cose che non lo riguardano direttamente.
E invece non esistono parole che sono sbagliate a prescindere! Le parole oltraggiose che tu menzioni vengono usate tantissimo all'interno della comunità gay, e non sono viste come negative. Sarà sempre il contesto a dire quando lo sono: io posso chiamare così un amico con cui ho confidenza, o usare quella parola in un contesto scherzoso con persone che sanno quali sono i mie iatteggiamenti nei confronti degli omosessuali, e lì non sarà offensiva. Diverso è se appello in quel modo uno sconosciuto per strada o durante una discussione.
@@YasminaPani Yasmina, quante volte hanno usato queste parole nei tuoi confronti? Zero. Non pensavo che immedesimarsi nella situazione di altri ti risultasse così difficile.
Poi non dico che la gente debba essere arrestata per usarle, semplicemente che dovrebbe avere la decenza di non farlo. E mi spiace, ma membri della comunità che si riappropriano di certe parole per usarle solo in certi contesti (tipo uno show drag, che so) non è affatto la stessa cosa. E comunque possono dare fastidio a prescindere, neanch'io le uso, sebbena "possa", da quel punto di vista.
@@flaviospadavecchia5126 be' io non sono un uomo omosessuale quindi la vedo difficile che qualcuno mi dia del fr0cio, non capisco proprio il senso della tua affermazione. Ma soprattutto non ho nemmeno detto che quelle parole non sono offensive, buon Dio, ho scritto semplicemente che DIPENDE da chi le usa e come, e ti ripeto che i gay sono i primi a usarle e accettare IN DETERMINATI CONTESTI. Ho proprio letteralmente scritto che non è la stessa cosa se la si usa con uno sconosciuto, dato che non si ha confidenza e quindi non ci si può permettere quel grado di intimità, ma è lo stesso principio per cui non parli in modo sboccato con una persona che non conosci mentre lo fai con i tuoi amici. Se a qualcuno danno fastidio a prescindere è un problema suo, e anzi è il cancro di questo periodo storico, in cui la gente è incapace di leggere il contesto comunicativo.
@@YasminaPani come ho già scritto, riconosco che il contesto fa un'enorme differenza. Non ho mai detto che uno sconosciuto che ti chiama così per strada (mi è successo, tra parentesi) sia lo stesso di un amico che lo dice in modo affettuoso.
Ma ripeto che non sarai tu, donna etero o bisex del caso, a dirmi cosa mi può o non può offendere o darmi fastidio.
"I gay sono i primi a farlo" > va bene, ma tu stai dicendo che tutti dovrebbero poterle usare liberamente a patto che non sia con sconosciuti e che sia in modo amichevole. Okay, sicuramente c'è di peggio, ma rimango della mia opinione. E non credo di essere il cancro della società solo per dire queste ovvietà, forse dovresti rivedere un attimino le tue priorità e lo dico da fan, non da hater del caso. Buona serata.
Splendida recensione,ironica , divertente e, al tempo stesso, erudita. Complimenti anche per essere una bellissima ragazza. Ecco, mi sono identificato come maschio etero cisgender intriso di patriarcato....
Da anni uso una mia convenzione, cioè scrivere due parole come oo oppure OO, per evitare censure "internettiane".
cioè due esempi: "mi sono rotto le oo" (femminile - o minuscole) oppure "mi girano i OO" (maschile, o maiuscole).
A me è sembrato naturale usare questa convenzione, però sentendo certi discorsi, mi è venuto anche in mente se fosse maschilismo o coincidenza il fatto di usare il maiuscolo per la parola al maschile (anche se poi anatomicamente è sempre maschile). Ovviamente i discorsi non riguardavano la mia convenzione, che è mia e non l'ho mai spiegata a nessuno prima di questo commento.
No per dire, ti fanno venire i sensi di colpa e poi capisci che sono loro a non capirci un cavolo o a voler solo lucrare.
Il collegamento al video non è immediato però penso che ci si possa arrivare, o anche no, forse non ci ho capito neanche io.
Hai affrontato una contraddizione molto importante. se il nostro genere non dovrebbe essere supposto sulla base della nostra estetica e neanche sulla base del nostro comportamento, come possiamo definire cosa è maschile e cosa è femminile? definirsi come uomo o donna non dovrebbe avere alcuna valenza per un femminista intersezionale perchè potrebbe definirsi uomo ma comportarsi da donna e viceversa. bisogna però considerare che quella del femminismo intersezionale è una bolla (una bolla egemone) in un mondo che non accetta molte delle sue idee. quindi il ragionamento assume significato se interpretato in questo senso: "per me non fa alcuna differenza essere uomo o donna perchè il mio modo di apparire e di comportarmi ne è completamente scollegato, ma quando mi interfaccio con una persona che attua comportamenti diversi in base a quello che ritiene essere il mio genere allora traggo vantaggio nel definirmi uomo o donna per essere trattato nel modo che preferisco. Quindi potrò accedere al bagno che preferisco, potrò accedere alle competizioni sportive per il sesso che preferisco, potrò sposarmi con la persona che preferisco."
Francamente a me continua a sembrare illogico, ma sono probabilmente io che cerco un senso minimamente razionale in tutte le cose
Mi dispiace tanto per tutti quelli che leggono e si bevono certe cose...
Ricordo che ho sfogliato un libro in libreria, cioè "Crescere un figlio femminista" scritto da Aurélia Blanc, casa editrice Odoya. Sfogliando questo libro si tratta dell'imporre il punto di vista della madre, disinteressandosi totalmente di quello del figlio.
* Sfogliando questo libro ho scoperto che si tratta ...
Il soggetto della frase subordinata espressa con una forma verbale impersonale (in questo caso con il gerundio) deve essere lo stesso della frase principale da cui dipende la subordinata. In questo caso l'azione dello sfogliare il libro si riferisce chiaramente al lettore, cioè all'autore del commento che riporta l'esperienza.
Una volta un mio amico psicologo, tra l'altro gay e attivista, mi disse che l'etichetta "aromantico" sostanzialmente corrisponde a "ho paura dell'intimità, ma non voglio andare in terapia" oppure, semplicemente e legittimamente, "in questo periodo non voglio una relazione romantica perché ho altre priorità". Come affermi giustamente tu, Yasmina, è un'etichetta del tutto inutile.
Tutta la parte su mascolinità, patriarcato ed egemonia maschile del testo che hai commentato fa parecchio ridere; amaramente, però.
Molte di queste etichette sono disturbi mentali, ma guai a dirlo (e parlo da persona con disturbi mentali)
@@danielespeziari5545, dipende. Mi sembra un po' un'esagerazione.
@@NoxAles da quello che leggo su vari siti, persino Wikipedia ne parla, l'aromantico è colui che non persegue un amore romantico, cioè, non cerca e non vuole una relazione stabile, né vuole usare metodi "romantici", ancora, non prova quelle emozioni tipiche di chi si innamora. Ma questo non significa che sia asessuale, anzi, né che non voglia in toto esperienze. Spesso non sa distinguere l'amore per i familiari da quelli per un potenziale partner. Non sarebbe una condizione temporanea, però, tipo quello che hai messo tra virgolette, quello è semplicemente un momento della propria vita. E, soprattutto, l'hai deciso tu, l'aromanticità è una condizione. Hanno anche una bandiera, sulla falsa riga del movimento LGBT, a 5 righe. Avevo conosciuto tempo fa una ragazza che si diceva aromantica, poi non ho approfondito molto, ricordo però appunto che non era una ragazza che non cercasse altri o che non amasse, solo, non riusciva a provare interesse per una relazione stabile e le maniere "romantiche".
@@lucat5479, so benissimo che aromantico e asessuale indicano due cose diverse, anche perché un termine riguarda la sfera affettiva e l'altro la sfera sessuale.
@@NoxAles sì sì io ho solo riportato quello che avevo letto, per completezza, non era riferito a te, leggevo che qualcuno sosteneva che gli aromantici sono anche asessuali, infatti ho usato il condizionale un paio di volte, perché non so neanche io fino a che punto sia vero tutto quello che ho scritto. Per esempio, manco sapevo esistesse una bandiera. Ciao.
Ho notato che ultimamente è diventata popolare la definizione di donna come "chiunque si senta donna". La cosa sconcertante è che poi nessuno chieda cosa sia la donna inserita nella definizione.
Ciao Yasmina. Innanzitutto complimenti e grazie per il video.
Non so se leggerai questo commento, scritto così tanto tempo la pubblicazione del video. Nei tuoi video a volte citi “scienze delle merendine”, nome che si è affibbiato a scienze della comunicazione. È il mio corso di laurea, al quale mi sono iscritto senza sapere della sua nomea, vorrei chiederti cosa ne pensi e il perché dell’astio. La reputazione del mio corso mi mette molto imbarazzo e a volte mi fa venire voglia di mollare tutto, anche se manca poco alla laurea
In realtà quando lo dico non ho in mente un corso di laurea particolare, di solito è più che altro un'espressione per parlare genericamente di corsi di laurea strutturati coi piedi e che prevedono l'insegnamento di un po' di tutto e quindi non fanno bene niente. Scienze della comunicazione non è l'unica; ha questa nomea perché è tendenzialmente molto facile laurearsi, non approfondisce nessuna disciplina e non fornisce una preparazione tecnica veramente solida in nessun campo, ma piuttosto una generica infarinatura di varie cose. Non credo però che tu debba basarti sulla nomea per decidere se andare avanti o no, ma solo sui tuoi obiettivi e su come tu ti senti rispetto al corso di laurea.
@@YasminaPani grazie per la risposta, soprattutto sotto un video così vecchio.
Ho associato “scienze delle merendine” a “scienze della comunicazione” perché per molti sono sinonimi, grazie per il chiarimento.
Spiace che una facoltà creato da Umberto Eco abbia questa reputazione, forse negli anni non l’hanno saputa rinnovare. Comunque, ti auguro un buon proseguimento di giornata :)
"BISESSUALE = lemma, sostantivo, aggettivo: di Individuo che fino a 2 anni fa rincorrevamo col forcone e la torcia assieme a tutta la comunità LGBT+, ma che adesso siamo costretti (mannaggia!!!) a tollerare e non biasimare di esistere, pur a gran malincuore"
Vabbe' non esageriamo adesso 😅
@@YasminaPani non so, ho visto dell'odio serio in molti spazi di comunicazione.
Ciao Yasmina. È vero, l’industria libraria produce tanta fuffa come quella contenuta in questo libro (pensa bene, roba orwelliana). Ma si tratta, a parer mio, di una bolla che scoppierà, un giorno
Lo spero
Puoi fare un video sull'(ab)uso della parola privilegio? E magari sull'appropriazione culturale?
Ti prego pubblica un tuo dizionario!
Ahahah sarebbe molto divertente!
Buongiorno Yasmina. Interessante...Parla come mangi non va bene quindi....Alleato può variare, in effetti...come nella canzone "Tio Sam" degli Ska-P, si canta "Aliados Asasinos". Ma nel termine " Alleato" è compreso anche l'accezione "Zerbino", colui che si finge femminista per tromb...ehm...per tentare di circuire sessualmente le ragazze? Quindi se tu amando King dovresti definirti " Kinghiana", io che amo Kafka dovrei definirmi "Kafkiano"? Che in realtà però non ha propriamente quel significato....Forse " Kafkista", come "Trotzkista"....Quindi questo vuole essere un dizionario efficace...pensavo invece potesse star bene in una edizione che ho scoperto qualche anno fa, " Edizioni Italo Svevo-Piccola biblioteca di letteratura inutile, che ha pubblicato un libercolo intitolato: "Piccolo dizionario delle malattie letterarie". Ad esempio, alcune voci: " Allegoria: terribile forma allergica che contagia il romanziere ambizioso nell'attimo in cui percepisce la debolezza dell'opera (es: potrâ risultare oscuro in realtà tutta questa storia è un'allegoria per...). Oppure: "Crisi del romanzo: fase di paranoia imputabile a superbia che spinge lo scrittore a proiettare il proprio blocco su tutti gli altri e/o sull'intera civiltà occidentale". Salinger (sindrome di): terribile squilibrio che spinge il paziente a isolarsi, sebbene nessuno lo stia cercando". Ciao.
Quello è molto carino!
Offensività è un termine giuridico.
La mia prof di italiano e latino, al liceo, era solita dirci: "Chi parla male, pensa male". Ad oggi, devo ammettere di aver riscontrato una certa fondatezza di tale deduzione.....
È una scemenza, intanto perché presuppone un giudizio morale sul pensiero (cosa vuol dire pensare male?), e poi perché scambia la causa con l'effetto: chi si esprime in modo linguisticamente povero è tendenzialmente una persona incolta, ma non è che è incolta perché non sa la lingua: non sa la lingua perché è incolta.
Credo che con "Parla male" non si riferisse alla mera povertà lessicale, ma all'articolazione logico-sintattica e alle funzioni cognitive soggiacenti di cui parlato e scritto sono manifestazione. Inoltre, credo che quel "pensa male" non avesse connotati etico-morali ma piuttosto, appunto, si riferisse a competenze e prestazioni cognitive su cui si fonda il ragionamento e, di conseguenza, le sue manifestazioni (parlate o scritte che siano). Detto qsto, trattasi di una massima che, come sempre accade qndo ci si dà di sintesi, fotografa in modo generico e parziale la realtà e dunque - come è giusto che sia - è suscettibile di obiezioni.
Anch'io mi sono trovato Alias per latino. È una cagata! Quando fai un bel video sull'editoria scolastica?
Bella idea in effetti
Uno si perde in sto labirinto di falsa "giustizia", io personalmente mi sento stanco mentalmente
“Parità in pillole” non potrebbe essere un libro corretto è valido per la divulgazione di questi temi?
Irene Facheris? Scherzi? 😂
Sei di Cagliari?
Non so definire bene perché i miei neuroni abbiano fatto questo collegamento, tuttavia a 1:39 mi sono tornate alla mente le poesie di Gianfilippo Caraglia.
Tipo "L'arpello circillino".
Mi hai fatto scoprire un nome nuovo!
Qualche volta, cercando di capire alcune definizioni di genere, mi sono trovato ad avere dei seri dubbi sulle mie capacità di comprensione, sentendomi quindi un totale idiota. grazie a questo video, pur non avendo ancora escluso la possibilità di essere un idiota, ho se non altro maturato la certezza di non essere l'unico...
😂😂
Bravissima, anche se per me sei troppo veloce, e per me etero e maschio quindi un po' bradipo non faccio in tempo a cogliere tutte le sfumature del tuo discorso. Suggerisco anche, visto la fluidità delle condizioni di un soggetto, poter cambiare nome a seconda della situazione. Per esempio che ne so, Asdrubale se ti senti maschio, Loretta nel caso che ti senti un po' femmina, Katia con la k se ti senti un po' bisessuale, oppure Giorgio. E così via. Così finalmente tutto sarà più chiaro e semplice! 😀
Lo so, purtroppo non riesco a parlare lentamente 😂
@@YasminaPani va bene così, io poi sono una specie in via di estinzione, e non è una grande perdita. Se capisco o non capisco, poco importa 👍
Piacere , sono Manuela ,donna , etero , atea , onnivora , attualmente fertile , antifascista , gucciniana ,cortocapelluta , normoabbigliata ecc. Frega qualcosa a qualcuno?
Manca la squadra di calcio preferita, o sei a-calcistic*?
Sei proprio bravissima, ti avessi scoperta prima!!!
Grazie 🙂
25:07 "Vedremo se riuscirò a recensirlo senza finire in carcere...". Yasmina, la tua battuta scherzosa è carina, ma alcuni tuoi ascoltatori credono sul serio di incorrere in conseguenze penali qualora esprimano dissenso da certe recenti teorie bislacche sulle identità di genere. In particolare la Chiesa cattolica si diverte a buttare benzina sul fuoco, aizzando i fedeli a ribellarsi al "pensiero unico"(?) dominante (la famosa "ideologia gender"), dimenticando che per circa 2000 anni siamo stati in balia di un pensiero unico che ha portato a bruciare vivi sulle pubbliche piazze alcune migliaia di dissidenti, tra i quali il filosofo Giordano Bruno, giustiziato a Campo de Fiori nel 1600 per avere espresso opinioni giudicate eretiche. Secondo me dovremmo cercare di calmare le acque. La libertà di pensiero non è in pericolo.
Nel mio caso mi riferisco alle possibili querele per diffamazione. Ovviamente non è previsto il carcere, ma il rischio è ben concreto. Qualsiasi altro discorso sulla dittatura viene sempre perculato da me in ogni occasione
Può anche darsi che tu offenda molti benpensanti ma io, e come me molte migliaia di persone, mi faccio sempre delle gran risate a vedere i tuoi video. Mi piace come metti in risalto la drammaticamente grottesca pseudocultura portata avanti dalla politica e dai mezzi di informazione.
Potresti spiegare meglio perché non è vero che pensiamo solo con le parole che conosciamo? Sento che c'è qualcosa che non mi torna in quest'affermazione ma allo stesso tempo non saprei argomentare bene il contrario. Alla fine anche le parole nuove non sono basate su altre già esistenti?
Beh no, altrimenti la lingua non sarebbe mai nata 😅 il linguaggio umano non esiste da sempre, si è sviluppato in seguito all'evoluzione dell'apparato fonatorio; dunque le parole sono nate spontaneamente senza basarsi su qualcosa di preesistente. La parola è conseguenza del pensiero perché nasce esattamente per esprimerlo e condividerlo con gli altri.
Non sono in grado di fare un esempio preciso, ma spesso in altre lingue esistono nomi di concetti che in lingua italiana non si possono esprimere con una sola parola. Ma questo non significa che non proviamo una determinata sensazione o non viviamo il problema che tale termine può indicare, semplicemente in assenza di tale parola ci diamo a una descrizione di questa. Se non esistesse il termine "delitto d'onore" non significa che non avremmo il modo di riconoscere determinate dinamiche (e anzi, proprio sulla base di averle riconosciute abbiamo dato questo nome al reato) per quanto il termine ci possa rendere la vita più facile quando il fenomeno è esteso o almeno considerato rilevante.
Che confusione.
Credo che roba simile faccia più danno che benefici. Rischia di portare sulla strada del ridicolo qualcosa che non lo meriterebbe
“Confetti petalosi a forma di ə” li ordinerò per la mia laurea 😂
😂
Posso farti vedere la mia collezione di etichette❓
😏
In una società cosi egocentrica orami ci si sveglia la mattina a ci si inventa un'etichetta con cui definirsi perché è quasi offensivo poter pensare di condividere una stessa categoria con altri.
Grazie mille
4:24 "offensività - non so se questa parola esiste, ma non fa niente" bè, ora esiste! 🙂 È anzi rincuorante che ci siano persone che usano ancora creativamente la lingua italiana, se la stragrande maggioranza dei neologismi vengono brutalmente trapiantati dall'inglese (segno di disamore per la lingua italiana: ogni qual volta si inizia a diffondere una nuova espressione italiana a un certo punto qualcuno se ne esce sempre chiamandolo "orribile neologismo"!); se perfino più di un Accademico della Crusca, nel libro elettronico sul linguaggio giovanile _Scusa, non ti followo_ , nota come questo sostanzialmente non esista più, riducendosi di fatto a una sterile e pigra importazione di termini provenienti dall'anglosfera, con giusto un minimo sforzo di adattamento. Ben vengano parole nuove inventate da italiani: perché nessuno chiama l'"orbiting" orbitamento o traduce " fare ghosting" con fantasmarsi? Al di là di qualsiasi possibile discussione sull'effettiva necessità di simili neologismi ("ghosting", come tanti neologismi modaioli e mi si passi il termine, non esprime alcun concetto nuovo, basterebbe dire è sparito, si è volatilizzato, ecc.). Perché parole come carriare e gringia, mai troppo sentite (figurarsi scritte...) negli ultimi anni perché dialettali - i dialetti per qualcuno sono ancora qualcosa di cui vergognarsi... - diventano invece strafighe se ritornano mascherate da anglicismi come _carryare_ e _cringe_? I dizionari si basano teoricamente sull'uso, eppure quotidianamente, sui loro profili sociali, Crusca, Devoto Oli, Treccani si prodigano in spiegazioni non richieste di parole di dubbia diffusione fra gli italofoni come bromance e altre, ignorando parole ampiamente in uso (non c'è bisogno di essere del settore, basta una ricerca Google) come videografo o l'espressione traccia bonus (cui Wikipedia preferisce l'anglicismo, proprio perché non è facile ritrovarla riportata in un dizionario, dato che questi preferiscono l'anglicismo). Ecco, ho scritto un papirone ma spero di aver offerto un qualche spunto di riflessione.
Quindi secondo te gli uomini non dominano la maggior parte degli ambiti professionali? Boh, forse non vivi nello stesso mondo in cui vivono gli altri o sei fortunata e non te ne rendi conto.
Sulla parola demisessuale, vorrei precisare che significa che non si è attratti sessualmente da persone senza un legame sentimentale. Cioè è come se tu vedessi seimila persone su Instagram e nella vita e non provassi nemmeno per una di quelle voglia di farteli. Poi ti innamori di una persona e diventa attraente per te. Quindi è un po' diverso dal dire "fai sesso con chi ami"
Poi sul maschile e il femminile nel libro è scritto male, ma penso che negli esempi dati ci si riferisca ai termini a come percepiti dalla maggioranza. Però non può esistere una definizione unica per tutti di cosa significhino (per esempio, una donna può essere femminile sia coi capelli lunghi che coi capelli corti, coi pantaloni o con la gonna, con una personalità docile o una più autorevole etc. quindi non è che maschile e femminile non esistano, ma sono più flessibili di quanto uno voglia pensare)
Per il resto sono d'accordo con te
"Offensività" esiste nel linguaggio giuridico. Può bastare? Viene chiamata così una caratteristica degli atti illeciti, soprattutto dei reati.
Un bel libro sul linguaggio (che sicuramente conosci), non infarcito di ideologia di sorta è “L’istinto del linguaggio” di Steven Pinker
Quando ho letto il titolo ho pensato che si trattasse finalmente di un buon libro di grammatica. Certo, pensavo, perché se parli un italiano corretto, puoi esprimere meglio i tuoi pensieri e fare collegamenti più efficaci, pensare meglio. E invece no. Non c'entrava nulla. Mi ha gabbato! Maledetto titolo ingannatore. 😅
😂
Che problemi ti crea il fatto che ci siano parole nuove per definire diverse identità di genere? Se le nominiamo ne possiamo parlare. E poi, non ti identifichi in quelle etichette o non ne vedi l'utilità? Sticazzi, magari servono ad altre persone: cosa ti toglie 'sta roba?
L'ho spiegato nel video
Ti amo troppo.
♥
Tu DEVI vedere la nuova quarta stagione di Boris e commentarla. Ti piacerà molto. Ti piacerà molto anche per quanto riguarda il tema della asessualità.
Non sono mai riuscita a guardare quella serie
Con "donne dall'aspetto maschile" penso si riferisca alle trans che hanno un basso passing, perché il bisogno di specificare che stiamo parlando di persone trans viene percepito come non inclusivo
Altra enorme contraddizione allora, dato che vogliono specificare qualsiasi cosa 😅
Le grandi case editrici insistono nel comportarsi come gatekeeper, rifiutandosi di vedere che il mercato della lettura sta cambiando molto velocemente. È un vero peccato. Anyway…
Non ho capito
@@YasminaPani molte case editrici pensano ancora di essere le uniche depositarie della Verità su ciò che piace o non piace ai lettori. Addirittura, in certa misura, di poter decidere ciò che i lettori vogliono o non vogliono leggere.
Hanno sicuramente ancora grande capacità di influenza sul mercato, ma questa influenza sta scendendo, erosa da tante realtà alternative al mercato "classico", fatto da una casa editrice onnipotente che offre (si degna di offrire) agli autori la scelta tra il pacchetto completo e il nulla.
Ecco, quello che le grandi case editrici sembrano faticare a capire è che per gli autori l'alternativa al loro "pacchetto completo" non è più il nulla, ma una rosa di possibilità sempre più articolate e sfumate.
Se non capiranno in fretta che il mercato della lettura non sta "sparendo", sta solo cambiando, saranno loro a sparire. E la cosa non è necessariamente un male.
@@GiovanniPerini a me pare che le case editrici si stiano adeguando a quello che la gente chiede. Se escono così tanti libri sul sesso degli angeli sarà perché vendono, non certo perché ai piani alti di Mondadori o Einaudi interessa veramente fare propaganda woke.
@@YasminaPani non è che vogliano necessariamente fare propaganda: sono convinte che quello venda. Solo che poi non vende, così piangono fame e miseria (e aiuti statali). Situazione simile anche per il cinema.
Si stanno scollando dalla domanda, e non se ne rendono conto.
@@GiovanniPeriniPensa che le case discografiche invece ci riescono. Ma hanno dei businnessplans da milioni di dollari. Se decidono che una cover band di rock anni '80 vestita stile rocky orror show debba spopolare prima in Italia poi la, dove il genere FM rock è nato, lo fanno accadere.
Ultimo commento: bello il tuo uso di "petaloso" alla fine.
Ho pienamente accolto questa parola nel mio vocabolario!
Insomma un testo alla moda, per persone alla moda che vivono in un mondo alla moda ... le solite cazzate .... e la moda che cambia ...
parla bene pensa bene poi in fondo tiri le somme.. sempre che ci sia qualcuno che vada a coltivare i campi
Io a proposito come presunto cristiano potrei al massimo accettare la teoria dell eunuchenismo😊❤,🤔🤷👍🙋🙏🕊️
Penso a tutte quelle volte che ho provato a spiegare la mia posizione, e sono poi passato per razzista. Se ti avessi scoperto prima…
Ma cosa c'entrano i problemi psicologici sull'identità dell'individuo con l'uso del linguaggio? In una società di pari il genere è dovuto per chiarezza giurisprudenziale🤔
Non ho capito!
@@YasminaPani ho scritto di getto seguendo il filo del mio pensiero. In poche parole : menti malate, disfunzionali, disconnesse dalla realtà, da quella realtà che si manifesta in società i cui linguaggi seguono regole condivise perché chiare e semplici se studiate. Un linguaggio particolare è quello della giurisprudenza che abbisogna peraltro di specificità legate a ciò che la norma va a regolamentare. Esempio: procedure di diritto privato per una appropriazione indebita da parte di un ente che può rivalersi sul compagno che di un signore anzianotto. Ci vorrebbe Totó
Sta cosa che non bisogna giudicare una persona da come si veste ha un po' scassato le palle, mi pare ovvio che il vestirsi è una forma di comunicazione non verbale.
Ma sì ma poi dipende da che cosa intendiamo con giudicare
@@YasminaPani semplicemente formarsi un pregiudizio utile ad approcciarsi con una persona nel eventualità fosse necessario/auspicabile, nella speranza che la persona in questione sia in grado di comunicare in maniera corretta l'idea che vuol trasmettere di se in quel determinato contesto o momento.
Ma più che altro a me è capitato in passato che portando i capelli molto corti e vestendo in modo più maschile (con vestiti larghi che nascondevano le forme) sia stata scambiata per un maschio, soprattutto da persone più in là con gli anni. La cosa francamente non mi tange in modo particolare, e non capisco come a una persona a cui piace vestirsi in modo ambivalente possa poi interessare così tanto il genere in cui si viene percepiti. Non è proprio quello il punto dell'ambiguità? 😂 Dopodiché penso che un conto è la propria percezione di sé stessi, un conto è pretendere che gli altri abbiano una percezione di noi che si allinea con la nostra a prescindere dal contesto e dalla loro visione del mondo. È chiaro che ci sono dei punti di riferimento, poi magari questi variano da società a società e possiamo sempre metterli in discussione, ma negare l'esistenza di un canone condiviso è abbastanza privo di senso e rende difficile parlare del fenomeno in primo luogo.
Hai già "sgarrato" ;-) usando "Cristiano" [ 12:00 - 12:04 ] in senso "popolare" (di tutta Italia) di "Essere Umano" ... ocio ! 🙂Sono ironico ... certa gente no.
A voler spezzare una lancia, un mese fa uscì il caso di una ragazza cis molto androgina a livello di lineamenti che aveva avuto problemi in un bagno pubblico. Anche se a ben pensarci quello che veniva additato come pervertito era un supposto maschio cis, quindi non sono sicuro di quale sia il genere discriminato in quel caso.
Comunque non scoraggiarti per i video più comici, è che fai tanto ridere! A me piacciono tutti comunque :)
Uhm, pervertito in che senso? Cioè che problema aveva avuto? Grazie mille :)
Yasmina: "Scienza dei Mentecatti"
😂
Minuto 20.08 - - > Imitazione perfetta di persone che conosco 🐵 🤣🤣🤣
Sì, anche io, solo che non sono tutti maschi!
ti abbraccio
Ma non si diceva "mascolinità"?😅
Non so bene quando abbiano cambiato la parola o se abbiano due significati diversi!
@@YasminaPani non c'era nel dizionario? 😱
Mi sono fatta una bella risata ahah
Sempre più innamorato di Yasmina Pani. Ho trovato troppo intelligente la scelta di non mostrare la copertina e non menzionare l'autrice. Io invidio tantissimo questi scrittori di libri farlocchi, perchè hanno il tempo di inventare parole e/o problemi inutili. Io invece devo pensare a pagare le bollette a risparmiare e arrivare a fine mese.
Vero 😂
Finalmente ho capito cosa significa cis.
Non sono etero ma penso di amarti
Aahah grazie 😁
Di recente è uscito il libro "Ne uccide più la lingua" di non so quale attivista. Magari ti ci vuoi divertire. Buona fortuna!
L'ho menzionato io stessa nel video