Come autori cito Kafka di cui ho letto quasi tutto, la triade Metamorfosi - il processo - il castello mi ha rapito e distrutto allo stesso tempo... Una menzione speciale per me é fosca di tarchetti, consigliatomi dalla mia prof di italiano che in me vedeva uno scapigliato... É stata una scoperta interessante...
In molti frangenti mi sono commossa, è stato un po' come ascoltare me stessa parlarmi a distanza controllata. Ricordare le piccole crepe nel soffitto della mia stanza, il disagio dell'insonnia, l'ossessione per il dolore e per le parole. A parte King (che ho letto purtroppo distrattamente) mi ritrovo completamente in ogni tua parola. Per rispondere alla tua richiesta: mi folgorò anche Italo Calvino, quella complessità "semplice" e "intuitiva" che mi faceva sentire sempre in bilico, come se fossi sospesa tra la paura di essere informe e la certezza di essere invece corpo, pensiero ma in perenne sofferenza, distacco. Quasi un'estranea. Grazie per questo momento 🥰
La coscienza di Zeno mi ha letteralmente stravolto la vita: è stato il libro che mi ha fatto accorgere di essere complicato, contraddittorio, bugiardo con me stesso, tendente all'autoinganno ma, soprattutto, mi ha portato ad accettarlo e, magari, fare i conti con la mia personalità. Altro libro che mi ha sconvolto: l'orlando furioso. L'avevo letto a scuola ma è passato inosservato. All'università però l'ho letto in modo più approfondito, ed è avvenuta la.magia: è stato il libro che mi ha guarito. Poi, naturalmente, l'amore di una vita: Leopardi. Lui è diventato la grammatica dei miei pensieri. Grazie per questa condivisione.
@@YasminaPani "Se la pietà si nega a chi l'aspetta lagrimando e priega, facciasi pur mercede a chi non la richiede" se ci pensi Orlando è un eroe hemingweyano 😂 Svevo è un grande scrittore e un grande uomo, senza di lui e dei soldi che adoperò con grande generosità non avremmo Dubliners e Ulysses di Joyce però.... Zeno è un antieroe e non mi appassiona
Libro fenomenale.. l'autore, di origini austriache, è morto nello stesso anno che sono nato io non lontano da dove mi reco per lavoro, un triste incidente stradale presso san Zenone degli Ezzelini 😢
Libro fenomenale.. l'autore, di origini austriache, è morto nello stesso anno che sono nato io non lontano da dove mi reco per lavoro, un triste incidente stradale presso san Zenone degli Ezzelini 😢
Svevo ha sconvolto anche me, quando l'ho studiato a scuola. Rivedermi nella figura dell'inetto, dell'idealista senza armi per sopravvivere, sensibile e ottuso (e spero di non sbagliarmi nella descrizione, è passato qualche tempo) ha seminato e cementato dubbi forti e gravi su me stessa, culminati diversi anni più tardi in crisi depressive. Grazie mille per questo video: è molto bello anche perché traspare una genuina sensibilità, e un non scontato rapporto di amore e gratitudine verso i propri modelli.
@BLASTER KID sorvolo sui toni da persona di internet a cui non ho mai dato alcun tipo di confidenza ma che si sente comunque in diritto di parlare come gli pare con chi non conosce: non ho dato "la colpa" a Svevo per le mie vicissitudini personali, sarebbe idiota farlo. Il mio messaggio dice altro.
Ad oggi non c'è stato nessun libro che mi abbia segnato come "Quel che resta del giorno" di Ishiguro Vedere un protagonista anziano che tenta di persuadere sé stesso sul non fallimento della sua vita sentimentale (e non solo) a causa di scelte dettate dalla sua visione ideologizzata del lavoro è stato un monito importante Anche se ho scoperto l'amore per la lettura molto tardi (21 anni, mannaggia al mondo) ho deciso di approfondirlo anche grazie a scrittori come Ishiguro
Grazie Yasmina, ti ho scoperta da poco. Potrei essere tuo papà per età e pensare che esistono ancora ragazze che si commuovono pensando a un verso di Petrarca mi riempie di gioia. Nella realtà non erano molte anche quando ero ragazzo io ma ogni tanto mi accorgevo di una perla rara. Sei una perla rara
Ciao, sono capitato per caso su questo video ma sono molto contento di averlo scoperto, e con esso anche il tuo canale, sono entrambi davvero molto interessanti! La mia formazione come lettore è stata a dir poco imbarazzante, problematica e altamente disordinata. Mi sono sempre rifiutato di leggere fino ai 20 anni nonostante i libri in casa non mancassero e i tentativi disperati dei miei genitori di farmi apprezzare autori come Steinbeck o Stevenson. Tutto cambia quando un giorno, senza mai aver letto praticamente nulla, durante una sessione di esami piuttosto stressante, prendo in mano Viaggio al Termine della Notte di Céline che mi rapisce da subito, lo finisco in 2 settimane. Non saprei dire cosa mi abbia così tanto coinvolto, forse quella ferocia, quel modo di guardare al mondo così disilluso e disincantato ma al tempo stesso così pieno di una spinta vitale. Ancora oggi non riesco bene a spiegarmi come sia possibile, ma continuo imperterrito a leggere con passione e desiderio di scoprire cose nuove. Ultimamente sto tentando nuovamente approcci alla poesia, chissà che possa sentire anche per questa una stessa passione travolgente.
Ciao ! Commento a caldo , ancor prima di ascoltare il tuo video : il primo libro che mi è visceralmente entrato dentro è stato L'isola di Arturo di E . Morante , avevo circa 14 anni e da allora nulla fu come prima ! Tra l'altro non ricordo quasi nulla della trama spicciola ma ricordo benissimo le sensazioni che mi ha lasciato , da li nacque, credo , il mio amore per la lettura .
Grazie Yasmina, ogni volta che guardo un tuo video rimango sempre "percosso" dalla piacevole sorpresa in cui posso imparare e condividere. Premetto che la mia folgorazione artistica l'ho avuta con la musica e non sto qui a dire che a 12 anni mi sentivo come uno sotto eroina con la sinfonia (n° 3) Eroica di Beethoven.. La mia curiosità verso la letteratura nasce a scuola nelle superiori. Leggendo un saggio o qualche pensiero di Johann Joachim Winckelmann; ora non ricordo chiaramente di preciso, ma mi fece drizzare le orecchie e fatto pensare: "Però..". La seconda volta, sempre a scuola nel testo di antologia, c'era uno stralcio de "Il cappotto" di Gogol dei racconti di Pietroburgo (comprai l'edizione tradotta da Landolfi, credo Einaudi). Mi sembrava un racconto colossale e mai mi sarei aspettato di rimanere ancor più sorpreso dal racconto "Il naso" sempre di quella raccolta. Con Gogol mi si aprì del tutto la curiosità forte per la letteratura. Certo non mi sono mai sentito la persona di Akakij Akakievic, ma sentivo e toccavo i suoi stati d'animo i suoi sentimenti. Piangevo perché un pover'uomo dopo tantissimi sacrifici si fece fare un cappotto per un naturale moto di ripararsi dal freddo russo e dopo subire il furto di tanto sudore e fatica. Come anche ne "Il naso" come nel Cappotto, c'era sempre quell'alone di ingiustizia che veniva perpetrata sempre nei confronti della gente del popolo, la gente che lavora e soffre senza mai pretendere nulla in cambio. Ecco io sono sensibile a questi temi e affascinato molto da quelle scritture che portano in primo piano lo stato psicologico dei protagonisti. Poi vabbè, gli autori italiani hanno avuto una scuola ed un impatto importante su di me, tra cui Foscolo con "Dei Sepolcri" che fino al momento prima non avevo mai capito l'importanza della tomba. Ho rivisitato questa mia ottica non tanto per i miei parenti, piuttosto per gli uomini e donne che lasciano ai posteri la grandezza e le possibilità umane, benché sia totalmente agnostico. Altro discorso è l'immensità strutturale de Sepolcri. Restando in Italia, Ariosto con il suo Orlando, e ovviamente Leopardi mi ha spaccando un due. Lui e quell'altro genio di Piero Paolo Pasolini. Questi ultimi due li ho "messi in cantina" perché avvicinarsi a loro bisogna pagar un alto pegno in sofferenza. Kiril (nel film Andrej Rublev) "La conoscenza delle cose conduce al pianto". Ed è proprio vero. Ma non è un male soffrire, forse serve a questo l'arte. Ci fa crescere. Dopo ho cominciato ad amare la letteratura anglosassone, con lo stile molto asciutto, Hemingway, Bukowski, Allan Poe. Riassumendo i libri che mi hanno rovinato la vita: - I racconti di Pietroburgo - Dei sepolcri - La ginestra (Leopardi) - Delitto e castigo (Dost) - La linea d'ombra (Conrad) - Ragazzi di vita (PPP) - I racconti neri e fantastici (Hawthorne) - Per chi suona la campana (Hemi) Al momento mi vengono in mente solo questi perché sono trascorsi importanti bicchieri di vino rosso 🤣🤣🤣🤣
"Niente di nuovo sul fronte occidentale" in prima superiore. Mi ha ispirato non in chiave anti-militarista (questa è l'interpretazione classica), bensì nel rifiuto di alcune imposizioni che subivo a scuola. Mi riferisco in particolare alla scena del libro in cui si parla del professore di liceo, fanatico nazionalista, che convince i ragazzi ad andare in guerra volontari, e alle riflessioni che ne seguono. Poi tanti altri, ma questo mi è venuto in mente sentendo le tue parole.
È esattamente il succo de libro, come l'istituzione possa avvelenare l'anima ai giovani. La prima guerra mondiale è scoppiata prima sui banchi di scuola, nelle parole insulse e violente di vecchi, cattivi maestri.
Il capitolo di cui parli è giustamente famoso. Memorabile anche l'episodio della licenza, dov'è descritto il senso di straniamento del protagonista che torna a contatto con una normalità in cui non riesce più a riconoscersi. Molto bello, molto triste.
Concordo. Anche a me ha fatto lo stesso effetto. Effetto poi ampliato per aver letto "1916 le montagne scottano" di Pieropan. Un po' difficile se non si hanno rudimenti di linguaggio militare, ma efficace. Mio nonno mise dei segnalibri nel libro, per i combattimenti ai quali partecipò.
Mi fa piacere che tu abbia dedicato così tanto spazio del tuo video a Petrarca, un poeta che ho molto amato e che ha contribuito non poco nella scelta del nome della mia primogenita. Hai un'intelligenza brillante e una grande passione per la cultura, ascoltarti è sempre un piacere. Ti auguro il meglio, nella speranza che tu possa goderti il più possibile questa vitaccia che ci è toccata in sorte e che, a pensarci bene, riserva anche tante belle cose. Un caro saluto.
Grazie Yasmina, grande video. RUclips come la letteratura ci aiuta a ricordare che non siamo soli. Senilità mi ha cambiato la vita e forse ogni tanto dovrei ricordarmi di queste cose, abbracciare la mia inettitudine alla vita e sapere che non sono l'unica che si sente così.
Commento solo ora perché solo ora ho scoperto il tuo canale che apprezzo moltissimo, complimenti! Sono cresciuta in un ambiente di mentalità ristretta, bigotto e autoritario. In questo bel clima (!) mi era stato regalato Cuore di De Amicis: è stato il primo libro che mi ha cambiato la vita, nel senso che l' ho trovato così tanto ipocrita, fasullo e vomitevole da costituire la base di "tutto quello che non voglio essere". Dopo questo trauma sono state molto importanti per me le poesie di Neruda, Cent'anni di solitudine e un po' tutta l' opera di Garcia Marquez, e Il giuoco delle perle di vetro di Hesse. Adesso che sono nonna ho finalmente il tempo di leggere Dante (mi ha decisamente ampliato l' orizzonte) e di coltivare la passione per gli autori nordici, tra tutti Laxness. Grazie ancora per i tuoi video, oltre ai contenuti sempre interessanti, mi aiutano a sentirmi giovane (o forse meno anziana😊)
Ciao, appena ho visto il tuo canale mi e' subito piaciuto e mi sono iscritto. Gli autori che mi sono piaciuti variano, da Luis Sepulveda a Mauro Corona e poi alcuni classici. Ma l'autore che mi e' piaciuto di piu è Arto Paasilinna, uno scrittore finlandese purtroppo scomparso. Mi sta cambiando la vita nel senso che sto studiando la lingua, la storia, la cultura Suomi la musica (ci sono cantanti molto bravi) e poi tutto il mondo dei paesi nordici. Ora sto leggendo Il libro del mare, di Morten A. Stroksnes autore norvegese. I libri ci possono cambiare, non avrei mai pensato di studiare questa meravigliosa lingua che e' il finlandese.
Ciao, Yasmina. I miei libri della vita (o della morte, non so) sono "Don Chisciotte" (soprattutto il secondo), "Moby Dick" e "Auto da fé". Negli ultimi anni ho dovuto aggiungere anche "Furore". I primi tre parlano inesorabilmente di libri, Steinbeck porta da tutt'altra parte, ma non riesco a piazzarlo fuori dal "podio", si infila come le corna dietro una fotografia, una specie di beffa indispensabile. Però paradossalmente con tutti e quattro questi libri ho fatto fatica ad arrivare alla fine la prima volta, ho dovuto lottare con me stesso (specialmente con Melville). Ma alla fine ho vinto io, perché la mia vita è diversa ❤️
Si con Leopardi e Petrarca ho avuto anch'io un rapporto un po' ossessivo tra superiori e università. Poi il libro che mi ha segnato a vita l'ho letto a 13 anni, Cristana F. i ragazzi dello zoo di Berlino. Ho iniziarto a leggere da quel momento in poi. Herman Hesse, letto quasi tutto è stato fondante, ne ero davvero ossessionato. Bravissima cazzo, continua cosi.
Il modo giusto di cominciare la giornata in officina. Comunque se dovessi dire quali sono gli autori che mi hanno "rovinato" sono proprio quelli che più mi hanno influenzato (e di conseguenza i miei preferiti): Tolkien, soprattutto per la sua visione molto pessimista del potere e della industrializzazione, con conseguente totale disillusione politica e riuto della vita di città a cui sono costretto; Eco, per tutto il suo discorso riguardo alla mentalità complottista e a come è possibile riscrivere la storia in base alla percezione che i contemporanei hanno del proprio presente ( per questo ho sempre pensato che in realtà ne Il Nome della rosa la parte più importante fosse la narrazione dell'eresia di fra' Dolcino), che mi ha portato ad una assoluta sfiducia per la massa; Mishima, per la sua disillusione per la vita nel mondo moderno e per il tormento sulla caducità della vita; Dick, perché nei suoi libri i perdenti perdono praticamente sempre, inoltre il suo essere profetico riguardo a problematiche della vita "del futuro" mi ha reso molto più pessimista rispetto a quello che ero da ragazzino, specialmente a proposito della tecnologia.
A me ha fatto questo effetto il filone cyberpunk. Il concetto di "High tech, low life" che lo permea mi ha fatto riflettere tantissimo sul significato che può avere lo sviluppo tecnologico. Non che sia contrario, anzi, ma lo sviluppo è afinalistico, dobbiamo essere noi a dargli una direzione, uno scopo.
"Estensione del dominio della lotta" di Michel Houellebecq. Per la crudezza con cui l'autore rivela la natura dei rapporti umani odierni, in particolare tra i due sessi, e per l'empatia che ho sperimentato nei confronti del protagonista, con la sua costante apatia dettata dal male di vivere.
Amo il modo consapevole e senza nessuna vergogna (che tra l'altro non dovrebbe esserci) con cui racconti le tue fragilità e l'aiuto che i libri ti hanno dato nel "domarle". Personalmente, nella mia vita, trovo fondamentale la lettura de "Lo scimmiotto" e di tutto "Il viaggio in occidente", una capacità evocativa mostruosa ed una preziosa storia di come anche il più sfigato male tra i nati possa redimersi e trovare la sua pace, anche con metodi non convenzionali e casinisti. 💜
Sento che questo tuo video è una ventata di freschezza nel tuo canale, è straordinariamente interessante e affronta tematiche a cui tutti noi in un modo o nell'altro siamo legati.
Che bel video, Yasmina! 😊 Mi capita di rado di sentire che qualcuno ha un rapporto così profondo con la letteratura. Io purtroppo sono molto indietro coi classici e adesso il tempo per leggere è sempre poco. Da ragazzo ho letto Tolkien e poco altro. Ovviamente gli autori fatti a scuola li tutti abbastanza odiati (a parte Il fu Mattia Pascal, che lo lessi con un certo interesse). Poi c'è stato il periodo della fantascienza ma lì ero già adulto. Di King ho letto un paio di libri e mi ha lasciato una buona sensazione. Adesso che ho 35 anni è giunto forse il momento di recuperare qualcosa ma purtroppo c'è sempre questo "alone di ovvietà" che mi fa credere che leggere i classici sia troppo scontato e quindi vado sempre su qualcosa di un po' più particolare...
Cara Yasmina, ti ringrazio per esserti aperta forse un po' più del solito. Ti ho scoperta da poco e in poco tempo ho intuito in te una sensibilità e un'insicurezza che mi sono familiari, nonostante tu parlassi più spesso di cose tecniche e meno personali. Mi unisco al coro dei commenti dicendoti che mi sono riconosciuto molto nelle tue parole. Io sono un musicista della tua stessa età e ho vissuto quello di cui parli, ma più che altro con la musica. A volte ho bisogno di riascoltare quelle opere che mi hanno traumatizzato, come la VI Sinfonia di Mahler, la IX di Beethoven, Oiseaux tristes di Ravel, La passione secondo Matteo di Bach, Lachrimae pavan di Dowland o Fratres di Arvo Pärt... Come tu stessa hai affermato, è un balsamo, ma anche un coltello rigirato nella piaga. Credo che la verità risieda nel fatto che siamo dei romantici (e dei perfezionisti forse in via di guarigione). Oltretutto il confine fra piacere e dolore non mi pare per niente netto, sicché un po' ci garba patire, diciamoci la verità! Ti mando un abbraccio da lontano e spero che ne sentirai il calore.
Le mie letture più care sono (state) iliade e Odissea, Eneide, Tacito, Luciano di Samosata, Plutarco, Divina Commedia, Operette morali, Robert Graves, E.A.Poe. Robert E. Howard, Montanelli
Ciao Yasmina, è sempre un piacere ascoltarti! Per quanto mi riguarda, i libri che mi hanno "segnato" di più sono stati: L'ultimo elfo (Silvana De Mari); Il Signore degli anelli (Tolkien); Duma Key (King); 101 storie zen (Senzaki, Reps); Siddhartha (Hesse); Lettere contro la guerra (Terzani); A occhi aperti (Caplan); Il fascismo eterno (Eco); L'Io come cervello (Churchland); Lezioni spirituali per giovani samurai (Mishima), La storia infinita (Ende); L'armata perduta (Manfredi); Sapiens, da animali a Dei (Harari). Sicuramente ce ne sono stati anche altri ma evito di allungare ulteriormente questo elenco 😂
Mi piace tantissimo di sentirti parlare con tanta passione di tutti questi libri. Io sono un lettore appassionato da tanti anni. Anche per me Madame Bovary è stato uno shock, l'ho letto in francese. Ho imparato l'italiano molto più tardi. Grazie per rivelarci questi autori che ti hanno fottuto la vita. Per noi, lettori ossessionati, sono importanti quanto persone prossime.
Rimembro (scusa l'ironia di bassa qualità. rido) le superiori quando spiegavano Foscolo, Svevo, Leopardi ecc. i miei compagni criticavano moltissimo; facevo il professionale quindi puoi immaginarti. Io invece mi ci vedevo e quindi stavo zittissimo, perché avevo ovviamente paure delle conseguenze se mi fossi esposto; l'insegnate mi aveva capito fortunatamente, senza palesarlo. Dopo il tuo video ho risolto i miei dubbi sul dilemma di quanti siamo ad essere così; ho capito tanti per fortuna. Stephen King non mi ha mai attirato, ma se ne parli bene tu...
Un libro che mi ha colpito tantissimo è stato il saggio di Zygmund Bauman ' il disagio della postmodernita' e un romanzo fantastico per me è stato ' l'insostenibile leggerezza dell'essere' di Kundera.
Interessante questo video. Quello che dici all'inizio a proposito di Madame Bovary, che rappresenta una sorta di punta di diamante in particolare per lo stile narrativo nella letteratura occidentale, l'ho scritto proprio su RUclips in un video che analizza il romanzo. Detto ciò, un libro che mi ha segnato è Suttree di Cormac McCarthy che metto al primo posto tra i miei libri preferiti letti della letteratura americana. Poi libri importanti e su cui torno volentieri sono le raccolte di Novelle di Luigi Pirandello e di Giovanni Verga, tra le migliori che siano mai state scritte e stranamente dalla critica letteraria estera non sono messe nell'Olimpo come meritano. Infine non per importanza, metto le poesie di Eugenio Montale, mi sono piaciute già dalle scuole medie inferiori e leggendole riescono spesso a darmi conforto!
Bellissimo video ricco di spunti, grazie Jasmina! I libri che mi hanno segnato: da ragazzina “Un albero cresce a Brooklyn” storia di emancipazione di una ragazzina da una situazione famigliare segnata d a un padre alcolizzato e dalla miseria. Letto oggi mi sembra farcito di troppo moralismo d’accatto, ma quand’ero una ragazza poverella e ambiziosa fu la mia Bibbia personale. Amavo tanto anche “La piccola principessa”, ma mi innervosiva l’inazione di Sara che si rifugiava nel suo mondo fantastico per evitare di fare i conti con la realtà. “Le relazioni pericolose”: terribile rivedere nelle azioni della Madame de Merteuil una mia propensione a tessere trame e ordire vendette. Romanzo epistolare di una profondità psicologica insuperabile. “La coscienza di Zeno”: letto tre volte, in tre diversi momenti della mia vita. Mi ritrovo nella sua vita tragica e comica a un tempo, nell’incapacità di prendere decisioni ma nello stesso tempo di saper cogliere le occasioni offerte dalla vita…e nella sublime arte di non prendere tutto troppo sul serio. Di Stephen King amo soprattutto i racconti “Stagioni diverse” e “L’allievo”, i romanzi li apprezzo meno perché secondo me reggono benissimo fino a tre quarti circa e poi tendono a svaccare.
Trovo uno spunto interessante in quello che hai detto sul primo libro: a volte poi rileggendoli, passato del tempo, ci deludono, ma in quel momento sono stati cruciali. Infatti secondo me rileggere è utile perché ti fa anche capire come sei cambiata tu!
A me successe con Dostoevskij. Nemmeno con meravigliose mattonate come 'Delitto e Castigo' o 'I fratelli Karamazov', che sono venuti dopo, ma con le poche pagine de 'La Mite'. Mi folgoró quel racconto, il tema, la precisione dell'intuizione di ogni singola sfaccettatura dei moti che gli umani hanno in animo...fu il ponte che mi portò poi ad 'umiliati ed offesi', a 'l'Idiota' (che molti, secondo me, sottovalutano. Solo l'inizio del libro è devastante). Poi sí, ovviamente venne anche tutto il resto. Tutto il grande, incomparabile resto. Senza nulla togliere ad altri amati autori, specialmente russi, mai piú ho trovato una tale, perfetta bellezza come negli scritti di Dostoevskij (che perfetti non sono davvero dal punto di vista stilistico), mai piú in nessun altro una cosí perfetta traduzione letteraria di tutto il sottosuolo che avevo dentro, della follia che ti fa esplodere la testa quando la mente non basta piú per capire il mondo in cui ti trovi, o il perché ti ci trovi, o la Vita...credo che siamo quello che leggiamo, perché leggiamo ciò che risuona con ciò che già sentiamo.
Pirandello ha segnato la mia vita dalle medie e ancora adesso sono in " cerca d'autore" per rappresentare la mia vita. Grazie di esserti messa a nudo parlando in maniera così intima di te stessa. Sei una persona autentica. Fortunato chi ti conosce da vicino.
@@YasminaPani vero,e non basta leggerlo,bisogna anche vederne il teatro,è semplicemente fantastico;per me i ''sei personaggi'' sono un capolavoro inarrivabile,giustamente gli diedero il Nobel
Grazie Yasmina per questa condivisione! Allora anche io mi espongo: magari è ridicolo, ma non ridere! Tanti libri belli e tanti autori sconvolgenti ovviamente, ma l'unico libro che letteralmente mi ha fatto piangere è stato David Copperfield di Dickens! Letto in età adolescenziale, ma ancora oggi (oltre 40 anni), ogni tanto, quando ne ho bisogno, vado a ripescare qualche frase!
Vedendo questo video mi è sorta quasi spontanea una domanda (a cui sicuramente avrai già risposto mille volte): perché non insegni nella scuola pubblica? Una professoressa come te sarebbe oro e credo che potresti cambiare la vita di molti ragazzi! Se dovessi pensare agli autori che mi hanno cambiato la vita me ne vengono in mente tre: Dante, il marchese de Sade e Chuck Palahniuk; per me rappresentano, rispettivamente, il bene, il male e il reale.
Un video davvero emozionante, per averci regalato una parte della tua interiorità con naturalezza e coraggio. Per quanto riguarda me ci sono due libri che mi hanno fatto "capire" degli aspetti della vita che mi turbavano, sia per i rapporti con le persone che per i ragionamenti sul senso stesso della vita, anche a livello "cosmico" 🙂: sono "L'eleganza del riccio" di Muriel Barbery e "Sette brevi lezioni di fisica" di Carlo Rovelli.
Bellissimo video, mi hai fatto emozionare! Svevo ha sconvolto anche me quando l'ho studiato a scuola, per qualche anno non sono riuscita a togliermelo dalla testa. Un autore che mi ha letteralmente cambiato la vita è poi Calvino, non saprei nemmeno spiegarlo a parole.. ne ho preso consapevolezza con "Le città invisibili" e da lì è partita la mia ossessione che permane tuttora. In età adulta, un libro che mi ha decisamente fottuto è La Fornace di Thomas Bernhard: mamma mia cos'è quel libro!
Fin da piccolo ho rifiutato l'esistenza di una vita dopo la morte, ma questo mi ha reso piuttosto depresso a livello esistenziale, per cui mi rifugiavo nel fantasy. Ho letto tantissimo, sempre lettura di evasione. La saga dei Belgariath e il suo seguito, dei Mallorean, di David Eddings. Quando ho finito l'ultimo libro ho pianto. Il fantasy epico mi ha sempre dato anche un'idea di "scopo" , e credo che sia un bene aspirare, anche se solo nella fantasia, ad essere un po' eroi. L'Incendiaria di King, avevo otto anni. Da lì è iniziato il mio strano rapporto col Re (e con l'horror). Avevo spesso paura senza motivo. Temevo l'orrore, ma immaginarne l'esistenza mi faceva, in uno strano modo, sperare in qualcosa di più. Se esistono i vampiri, pensavo, allora esiste l'anima. Stand by Me e It, due splendidi libri sull'amicizia, l'infanzia e la crescita. Stanza 1484, o che numero era, che non so come mi ha terrorizzato (era in incubi e deliri). Il Grande Libro della Preistoria. Me lo hanno regalato all'asilo perché ero appassionato di dinosauri. L'idea era che potessi guardare le figure, invece ho imparato a leggere da autodidatta.
Ciao, Yasmina! Ricodo che in uno degli scorsi video avevi chiesto consigli su eventuali librerie o piattaforme tramite cui promuovere il tuo libro. Mi è venuto in mente che qui su YT c'è un piccolo canale che si chiama Storia Glocale in cui vengono ospitati autori di saggi critici e devo dire che tutti i video che ho visto sono molto validi ed interessanti!
Io non sono uno che legge tanto ma nel periodo scolastico ci sono stati molti testi che mi hanno influenzato, alcuni talmente tanto da odiarli quasi (come hai detto tu per Svevo). Anche io con le poesie di Leopardi venivo avvolto da sensazioni strane e idem con alcuni testi di Freud. Anche i racconti di Dublino mi hanno trasmesso qualcosa di forte e anche La bottega del mistero di Dino Buzzati. In sostanza io da buon pessimista mi sono fatto trasportare molto da questi testi che raccontano dell'esistenza e della psiche umana. Tuttavia, per fortuna poi ho letto (solo una volta maggiorenne) il piccolo principe che mi ha dato una speranza enorme in un periodo difficile. Molti snobbano il P.P. dicendo che c'è solo filosofia spicciola. Io sono il primo generalmente a criticare qualcosa che voglia presentarsi come "esagerato" o più importante di quello che non sembra, ma il P.P. mi ha trasmesso delle emozioni troppo belle e una speranza nella vita enorme. Ho versato tante lacrime alla fine di quel libro letto in poco più di 1h e io non piango mai. Ci sono stati anche testi giapponesi (sono laureato in lingua giapponese quindi ho dovuto leggerli per gli esami) che mi hanno commosso o influenzato ma nulla a che vedere con i testi sopra citati. Mi ricordo che piansi solo per Kami Sama (testo non ancora tradotto) di Hiromi Kawakami.
Io sono tra quelle che snobbano il piccolo principe XD ma semplicemente perché viene enormemente sopravvalutato e mi dà fastidio. Ognuno però trae dai libri qualcosa di personale e nessuno dovrebbe sminuirlo
Il romanzo russo intitolato OBLÓMOV è molto interessante dal punto di vista psicologico, oltre ad essere bellissimo, peccato che qui in Italia sia poco conosciuto!
Grazie infinite per questo “spaccato” di vita. Capisco cosa intendi quando definisci Un Libro Fondamentale nella propria formazione e quando rappresenti il rispecchiarsi nei personaggi. Io a 14 anni ho iniziato a leggere Erika Joung e Janette Winterson. “Ballata di ogni donna” per primo e poi via via tutti gli altri, soprattutto “Fanny”, completando di recente con la sua autobiografia. La sua versione di donna mi ha folgorata e forgiata. La Winterson invece ha dato voce al mio ideale di scrittura ma anche al mio modo di amare e mi ha sconvolta, a tratti anch’io non potevo più leggerla per non entrare in certe profondità di me stessa. Libri che hanno rappresentato un cardine nella mia crescita sono stati sicuramente “il silenzio erotico delle mogli” e “troppo amore”. Poesie di Neruda, Shakespeare, Hikmet e Emiy Dickinson sono state , come dicevi tu, il mio balsamo o il mio flagello. Ammetto che siano stati fondamentali per me anche alcuni libri come ad esempio “Lolita”, “Tropico del cancro” e “l’amore ai tempi del colera”. Madame Bovary l’ho capita ma mi faceva imbestialire.. Da adulta non ho più ritrovato nulla di così permeante per me, solo ammirazione per lo stile e la costruzione di alcuni personaggi ma nulla mi ha permesso più di rispecchiarmi o forgiarmi. Forse ho trovato risposte più che altro, sicuramente in autori russi come Dostoevskij.
Forse da adulti leggiamo in modo diverso, cercando meno risposte o specchi nei libri. Un po' è positivo (altrimenti non saremmo cresciuti), ma si sente la nostalgia di quel tipo di legame con il libro.
Onestamente i libri che mi hanno cambiato la vita sono stati quelli pessimi, perché sono quelli che mi hanno fatto capire come non si espone un concetto e come non si scrive, cosa estremamente utile nel mio mestiere, alla fine i libri belli negli anni a parte i libri di Eco che adoro e anche quelli di Proust tanto che da poco ho recuperato tutta la trilogia del Alla Ricerca del tempo perduto.
innanzitutto grazie per questo modo che hai di parlarci di te che trovo molto diretto e vero. dici cose di te che se ci penso un po' capisco quanto sia raro trovare oggi qualcuno che ti parla di sé in un modo così denudante. mi son ritrovato in parecchi degli stati d'animo della tua adolescenza (e più avanti) che hai elencato. riguardo le letture segnanti... beh io sono uno di quelli che vuol fare tanto e poi è confusionario: tipo che mi capita di leggere spalmati nel tempo anche 5-6 libri alla volta. tant'è che uso un tablet così me li porto dappertutto e appena ho 10 minuti vado avanti o da solo o leggendo ad alta voce alla mia compagna che così è costretta pure lei a ste letture interminabili (lei poi è strafissata con King come te e si legge un libro ogni giorno e mezzo che io non so come faccia anche se vabè capisco data la sua situazione) ma tornando ai libri, posso solo dire oggi come oggi Poe. I racconti e le poesie (ce ne sono alcune che hanno dei versi che brrr). Mi venne la curiosità ascoltando il primo LP degli Alan Parsons che gli dedicarono. Da lì ne derivò tutta l'attrazione per ciò che è un po' goth, ciò che è caduco, il lato disfacente della natura...vabè detto così mi faccio un po' senso. Di King di quelli che lessi, mi rimase molto impresso La Zona Morta e quel senso di rimpianto, la maledizione e la sensazione che ti sia stato portato via qualcosa più che di un "dono" quasi a compensare la perdita. vabè sto dilungandomi troppo. bel video e come ho detto, mi piace questa atmosfera di intimità con chi sta da questa parte. grazie
Yasmina non sai quanto mi rivedo in questo racconto. Quanto spesso mi chiedo quanto male mi ha fatto leggere per esempio sylvia plath. Mi sento una bambina nascosta in un corpo adulto, chissà quanto peso ha avuto la lettura nella costruzione di questo disagio. Alle superiori anche io avevo letto svevo e scoperto che mi parlava tantissimo. Bulgakov mi ha sconvolto per la scoperta di ciò che si può fare con la letteratura, letto da ragazza la prima volta, credo sia stato il libro che mi ha fatto diventare una lettrice forte. Grazie dei tuoi video❤ un saluto da salzburg!
Yasmina, ti sei commossa quando hai detto il verso di Petrarca? Si vede che freni una fugace lacrima. Mi hai fatto emozionare. Sei una ragazza straordinaria!
non sono d'accordo con te,Yasmina,riguardo all'Alighieri,forse perchè si legge solo la ''Commedia'',bisogna leggerlo tutto Comunque non è un rimprovero,ma solo la constatazione che non siamo tutti eguali(per fortuna)
@@YasminaPani che eri laureata in filologia italiana non lo sapevo(il mio professore di italiano al Liceo,dopo la nostra III,ebbe la cattedra di filologìa romanza all'università di parma,era milanese),e mi fa piacere di incontrare qualcuno che ha letto tutto Dante,ovviamente nel testo anche i libri in latino....ho finito il liceo nel 1963 eppure ci riesco ancora a leggere il ''de monarchia'' nel testo
"1984" di George Orwell, "Candido" di Voltaire, "L'ussaro" di Arturo Perez Reverte, "Che la festa cominci" di N. Ammaniti, "Baol" di Stefano Benni, "Il buio oltre la siepe" di Harper Lee, "Un anno sull'altopiano" di Emilio Lussu.
Dal punto di vista prettamente estetico, la modalità di scrittura, sto leggendo quel pasticciaccio di via merulana di Gadda... mi ha piuttosto sconvolto perché quel modo di scrivere lo ricercavo da tempo (non sono un grandissimo lettore, purtroppo non macino libri su libri)
Madame Bovary: potrebbe essere semplice identificazione proiettiva. Tu che dici? Personalmente non ho amato quel romanzo, ma questa è un'altra storia da raccontare.
"L'allenatore" di Salvatore Bruno, capolavoro assoluto uscito nel 1963 con Vallecchi, poi ripubblicato nel 2003 con Baldini e Castoldi, infine nel 2022 con Bordeaux. Ha pochi, pochissimi lettori che ne sono follemente innamorati, come me che negli anni ho scritto una biografia dell'autore che mi tengo tutta per me, vista la cialtroneria editoriale che c'è in giro.
Bellissimo video, io purtroppo non ho degli autori in particolare che preferisco perché leggo poco e difficilmente arrivo a leggere più di un titolo di uno stesso scrittore. I libri che mi hanno più influenzato sono: 1) "Padri e figli" di Turgenev 2) "Il giardino dei Finzi Contini" di Giorgio Bassani 3) "Sonata a Kreutzer" di Tolstoj 4) "Il giocatore" di Dostoevskij 5) "I sommersi e i salvati" di Primo Levi
Bellissimo video. Grazie per aver condiviso. Per me sei una finestra aperta su un universo quasi sconosciuto che mi affascina molto. Essendo la mia formazione quasi esclusivamente tecnico-scientifica, tra i libri che mi hanno cambiato la vita: The Principles of Quantum Mechanics di Dirac, la dimostrazione di incompletezza di Gödel, vari scritti di Landau, Feynman e Turing.
Come ti capisco! In tutti gli anni del liceo (dalle medie in effetti) ho letto tantissimo... La "parentesi" classici dell'800 l'ho passata anche io, che ricordi! Penso di aver letto quasi tutti i romanzi pubblicati in quegli anni😂
Grazie per il video, che vedo solo ora. A me ha fottuto la vita “Il mondo come volontà e rappresentazione” di A.S. Pensando solo a romanzi, oltre a “Senilità”, aggiungo anche “La morte a Venezia” e “La montagna incantata”. Impossibile non citare pure le Operette morali. Questi sono, per me, riferimenti costanti. Per fortuna tra i miei scritti preferiti c’è anche “Lettera sulla felicità” di E. ;-)
Senz'altro il libro che mi ha fatto innamorare della letteratura è La boutique del mistero di Buzzati. Poi metto anche io Svevo, ma La coscienza di Zeno. Dopodiché metto 1984. Il soccombente di Bernhard, Lezioni spirituali per giovani samurai di Mishima, e per concludere Le canzoni dell'aglio di Mo yan. Ma sono pochi... dove li mettiamo Gogol e Doestowevskj? Tra tutti quello che mi ha tormentato maggiormente è sicuramente quello di Mishima, anche se non è un romanzo.
Steinbeck, Dostoevskij, Calvino, Lawrence, scrittori eccezionali, ma chi mi ha scavato l'anima e sbattuto in faccia chi sono io è Kafka. Leggerlo è un'esperienza fisica. A te faccio i miei complimenti, ti seguo da poco, ma molto volentieri. Hai uno "spessore" che ultimamente è molto raro da trovare nelle persone 💪👋
@Giovanni Amedeo Turetta forte, anche io! L'ho scritto nel mio pippone sotto. Ho sempre pensato che Kafka non sia solo il mio autore preferito, è molto di più. Non so se ne eri già a conoscenza e soprattutto se ti interessa, io li ho scoperti da poco, ho trovato nel 2018, della edizione Beat, un libro che non conoscevo, "Max Brod-Franz Kafka, un altro scrivere, lettere 1904 - 1924". Praticamente è un epistolario tra Kafka e il suo amico Max Brod. Sono circa 440 pagine. Poi ho preso negli ultimi 3 anni, i tre volumi della "Biografia finale" di Franz Kafka, scritta da Reiner Staich, che credo abbia impiegato più di dieci anni. I tre volumi, che sono in inglese (almeno, 3 anni fa c'era solo la traduzione in inglese), si chiamano rispettivamente "The early years", "The decisive years" e "The years of insight". Sono circa 600 pagine l'uno. Sto leggendo il primo, a me piace, sono a pagina 170, ci sono anche diverse foto dell'epoca, molto interessanti e belle. L'inglese è abbastanza scorrevole, anche se, almeno all'inizio, quando affronta alcune problematiche personali e parla delle società dell'epoca, della scuola ecc., usa termini tecnici. Poi ho trovato finalmente, dopo tanti anni, un libercolo con gli aforismo di Zurau, carini. Ciao.
Il libro che mi ha tramortito di piú in assoluto é stato "Ricordi dal sottosuolo", mi ha fatto capire per filo e per segno perché ero un misero stronzo e lo rileggo ogni volta che distanzio le persone attorno a me per capire se mi rivedo nel protagonista e se sia colpa mia. Poi ovviamente l'ho letto tipo a 16 anni e ho prontamente compiuto tutti gli errori lí descritti, per poi rileggerlo e capirlo davvero. Mannaggia. Kafka mi ha sempre folgorato, ma in particolare ricordo la raccolta "Un digiunatore" (o piú propriamente "Un artista della fame"), che, in una climax devastante racconta i tre drammi dei tre macrostadi della vita (le delusioni ottuse dell'infanzia in "Primo dolore", l'insicurezza magmatica della maturità in "Una donnina" e l'ostinazione disillusa della senescenza ne "Un digiunatore" appunto) per poi chiudere con la totale resa dell'individuo al frastuono della massa e degli individui della massa all'idolo idealizzato sul palco in " Josefine la cantante, o il popolo dei topi". Menzione a parte per l'edizione Feltrinelli de "Il Castello" (credo, ora non ce l'ho sotto mano e non ricordo nemmeno la curatrice), che spesso e volentieri rimandava a delle note a fine libro con le trascrizioni integrali dei frammenti che Kafka aveva inizialmente posto al punto segnalato del libro, ma poi aveva cancellato. Va da sé che Kafka era un coglione perché quelle parti sono di una bellezza abbacinante (come il resto del romanzo), e perdersi per intere pagine in quelle linee narrative abortite prima di tornare al filone principale interrotto é stata una grandiosa moltiplicazione della struttura labirintica e claustrofobica della storia, aggiungendo strati di significati metanarrativi spuri ma perfettamente inseriti, come poi il finale troncato, l'unico finale all'altezza del delirio raccontato. Quell'edizione con quelle caratteristiche mi ha fatto capire che le opere d'arte sono figlie della Storia e delle condizioni ambientali prima ancora che dell'autore, e questo le avvicina di molto ai gesti quotidiani di ciascuno. Poi altri sono stati "I Promessi Sposi" (hehehe), il primo amore e per questo senza spiegazione, la sua prosa mi fa accettare gli slanci d'amore e concordia ad cazzum dell'Innominato, il paternalismo di Fra Cristoforo, il rincoglionimento inossidabile di Renzo e Lucia, la soap opera della Monaca di Monza, et cetera et cetera. Probabilmente perché rivedo tutti questi personaggi nella mia famiglia, molto italiana media (detto per capirsi senza disprezzo) e tanto semplice e stereotipata all'apparenza quanto complessa e contradditoria a starci sempre insieme ed osservarla. Questo mi colpisce, come Manzoni rappresenti perfettamente l'immensa avventura che si cela nella vita anche degli esseri umani piú banali. Per lo stesso motivo "I Malavoglia" ed il suo tripudio di detti popolari mi ha straziato, tutt'ora sogno un romanzo composto solo da un lunghissimo dialogo tra due voci anonime che si dicono solo detti popolari e frasi di circostanza, fino al dissolvimento frammentario del significato di quellle parole ed espressioni tanto comuni quanto insignificanti (la cosa piú vicina che abbia letto é "Colline come elefanti bianchi" di Hemingway). Poi vabbe', i racconti di Pirandello mi hanno insegnato a vivete e "Sei personaggi in cerca d'autore" mi ha rovinato per sempre l'arte narrativa canonica, per cui se non si tratta di musica che almeno é sensoriale o roba antinarrativa tipo Aspettando Godot (che é abbastanza la mia coperta di Linus in fatto di opere letterarie, nella versione magistrale con anche Giulio Bosetti), faccio molta fatica a farmene fregare qualcosa. Ultimo incontro folgorante é stato con la Némirovsky e i suoi racconti, sospesi tra un lirismo sfrenato alla Leopardi della Ginestra ("La ginestra" prova dell'esistenza di Dio se ne esiste una, quella roba lí non l'ha scritta un essere umano), ma allo stesso tempo contemplativo e sardonico alla Ginzburg, secchi e simbolici come Hemingway ed introspettivi come Dostoevskij, veramente tanto densi da poter provocare un attacco d'asma. Ce ne sarebbero altri, ma in questo momento trovo particolarmente rilevanti questi qui, chisssà domani... P.S.: dimenticavo i tragediografi greci, come ho potuto! Molto brevemente (ho già sbragato i maroni abbastanza): "Prometeo incatenato" per Eschilo, perché siamo tutti un po' Prometeo quando "alle quattro del mattino, un fiasco e un po' di vino, gran voglia di bestemmiare"; "Edipo a Colono" per Sofocle, perché é la piú sincera rappresentazione di un confronto con la propria vita, nella sua straziante condanna del dolore, straziante poiché inutile; " Le Baccanti" per Euripide, perche "bisogna farne di strada, da una ginnastica dell'obbedienza, a un gesto molto piú umano che ti dia il senso della violenza, bisogna farne di strada per diventare cosí coglioni, da non riuscire piú a capire che non ci sono poteri buoni".
@Federici Samsa adoro Kafka e concordo con te sulla sua "coglionaggine", aveva pure lasciato detto a Max Brod di distruggere tutti i suoi scritti....a proposito di tragedie greche, Kafka ha scritto anche due bellissimi racconti sul Prometeo e uno sul silenzio delle sirene, nel suo stile, che mi hanno colpito molto. Finalmente qualcuno che ha apprezzato I promessi sposi, amo quel romanzo, a parte quello che hai detto, bellissima anche l'ironia di Manzoni. Di Manzoni ho amato e amo molto, il soliloquio di Marco, nella seconda parte de Il conte di Carmagnola: un monologo che non sfigura a mio avviso di fronte ad esempio a quelli piu famosi shakesperiani. Federico Samsa, Gregorio Samsa: come direbbe qualcuno, coincidenze? Ciao.
Molti dei miei libri e autori sono in comune con te: sicuramente Leopardi e Flaubert (e Salammbô più ancora di Madame Bovary), Petrarca l’ho capito solo di recente ed è entrato di forza tra i miei riferimenti del cuore, tra i poeti aggiungerei Gozzano, da alcuni ancora considerato un bozzettista minore, e secondo me un genio della lingua (e la sua perpetua nostalgia per una bellezza ideale mi ha abbastanza rovinato, sì). Il testo della letteratura classica che mi commuove solo a pensarci è Edipo a Colono, per la luminosità con cui racconta il mistero del dolore cosmico. Nella letteratura moderna, quel che tu hai provato con Emilio Brentani io l’ho provato soprattutto con l’Uomo del Sottosuolo, per certi versi con Oblomov, e da adolescente con Tonio Kröger (da lì ho poi letto tutto Thomas Mann, un altro dei miei autori del cuore). Chiudo buttando lì un’impressione: secondo me i libri che sono andati più a fondo nell’esplorazione del cuore umano sono i Promessi Sposi e i Fratelli Karamazov.
@@YasminaPani Eh, bella domanda a cui rispondere brevemente. In sintesi perché è un ‘gran teatro del mondo’ che accoglie in sé il sublime religioso, il tragico, il mezzo carattere e il comico. Descrive l’azione dell’uomo sull’uomo con una lucidità tale da essere usata ancora da Levi per descrivere cos’era il Lager; anche la messinscena della psicologia delle masse è sbalorditiva, per non dire dei minuscoli dettagli con cui è capace di sottintendere intere storie di personaggi, e ancora per il virtuosismo della lingua (“Quel cielo di Lombardia, così bello quand’è bello”: è già Gadda). Trovo poi che la Provvidenza sia un concetto più profondo di quanto normalmente si pensi, poi personalmente non posso crederci fino in fondo, non credendo in Dio; ma nei Promessi Sposi Dio c’è, ed è bello tornarci e far finta che esista davvero.
Edipo a Colono lacrime amare, la figura di Edipo che, mutilato nei sensi dalle disgrazie irrefrenabili della vita, riascolta e spesso condanna chi gli ha provocato dolore, prima di sparire e portando via il perdono negato del suo sguardo agli altri, é un'immagine che al solo pensiero mi fa venire i brividi.
Cara Yasmina, grazie per il video. I primi libri che mi hanno segnato sono di H. Hesse; a seguito, da ragazzo, ecco cosa mi ha "rovinato": Grazia Deledda, Verga, il Tao Te Ching, Carducci, Ezra Pound, l'Aminta del Tasso e l'Arcadia di Sannazaro, il Qohelet, Delitto e castigo, Sallustio, Tonio Kröger & La morte a Venezia, Alice nel paese delle meraviglie, D'Annunzio, Resurrezione di Tolstoj, Saba, Penna, Caproni e infine Leopardi, anche a me Leopardi, sebbene ora non sappia più leggerlo.
Ciao Yasmina,ognuno di noi è pieno di doppi e di opposti,quindi di costanti latenze,per cui il dialogo, i contesti e le letture sono molto importanti nelle formazione,al di là dei ruoli che viviamo e con cui spesso ci identifichiamo o ci disidentifichiamo. Si potrebbe dire che i libri che mi hanno cambiato la vita sono: Le Poesie di Rimbaud Siddharta di Hesse Narciso e Boccadoro di Hesse L'Idiota di Dostoevskij Il Maestro e Margherita di Bulgakov Lo Straniero di Camus La Nausea di Sartre Memorie di una ragazza perbene di Simone De Beauvoir La nascita della tragedia di Nietzsche L'unico e la sua proprietà di Max Stirner Lettere dalla Kirghisia di Silvano Agosti L'insurrezione che è quì di. Max Stirner e l'unione dei godimenti di Carmine Mangone Il libro dei piaceri di Raoul Vaneigem Che cos'è la filosofia di Deleuze e Guattari
Ciao Yasmina. Non credo di essere mai stato cambiato da un'opera, di averne subito così tanto l'effetto, forse anche perché non li ho approfonditi o li ho letti senza la maturità giusta. L'autore al quale sono più legato penso sia Philip Pullman. His Dark Materials è indubbiamente il mio romanzo preferito, tanto che l'ho ritradotto per i fatti miei. Pur avendolo letto un numero altissimo di volte, non mi è mai venuto a noia, anzi;)
Il primo romanzo che mi viene in mente è "Il quartiere" di Pratolini. Ho amato l'ambientazione e la dimensione corale. Non ambisco a riassumere in un commento il perché abbia avuto tanto significato per me, ma dico solo che l'ho sentito molto vicino alla vita che conducevo quando lo lessi tra i 18 e i 19 anni. Io escapista impenitente, questo libro mi ha riportato coi piedi per terra.
Visto il video in ritardo, avendo scoperto solo ora il suo blog (non so se è la definizione giusta). Io ho letto e leggo parecchio, senza essere particolarmente colto. Vi sono libri che ho amato molto. Mi dato piacere, conforto o anche dolore leggerli. Ma di nessuno posso dire, con reali consapevolezza e convinzione, che mi ha cambiato la vita. Per come la intendo io, significherebbe che vi sono stati libri che hanno per me chiaramente segnato un prima e un dopo, dalla cui lettura sono uscito sentendo che qualcosa era cambiato, nella mia sensibilità, nella mia visione del mondo o di me stesso, nel mio modo di relazionarmi alla vita o agli altri. Magari è successo, ma non me ne sono accorto. Invidio un pochetto chi ha vissuto questa esperienza, intensa sicuramente, bella o dolorosa che possa essere. Volevo comunque soprattutto ringraziarla per il gradevole e interessante video, e per altri suoi che ho visto e sicuramente vedrò.
Grazie mille 🙂 comunque io con cambiare la vita non intendo necessariamente che la lettura mi ha sconvolto e cambiato sul momento, cioè quindi con una linea di demarcazione netta tra un prima e un dopo, ma che ho visto nel tempo le conseguenze dell'assimilazione profonda di quella lettura
@@YasminaPani Capisco bene, grazie della risposta. Nel mio caso questa consapevolezza dell'impatto di una lettura specifica non l'ho acquisita neppure con una riflessione successiva, e anagraficamente ho avuto molto più tempo di lei per pensarci e rendermene conto. Limiti miei... La consapevolezza che ho è però quella che senza i libri la mia vita sarebbe stata meno piacevole, emozionante ed interessante, non è poco. Grazie ancora e buona serata
Narciso e Boccadoro mi ha decisamente fottuto da ragazzina. L'idea di una fondamentale inconciliabilità fra il vivere e l'analizzare, il comprendere da un punto di vista profondo, e quindi il descrivere in chiave artistica la propria esperienza, mi ha provocato molte notti insonni. Non l'ho mai riletto, forse dovrei. Forse la me adulta avrebbe una visione diversa e ne sarebbe meno turbata, anche se francamente ne dubito, dal momento che non ho mai risolto quel fondamentale dilemma. In generale, guardare i tuoi video mi sta facendo tornare la voglia di leggere, cosa che purtroppo non riesco più a fare da molto tempo per una lunga serie di ragioni, quantomeno non con quella modalità immersiva del passato...
Il mio trauma è stato con “la nausea” di Sartre, avevo 16 anni e non ero mai stato un grande lettore, attraverso il video di un divulgatore o forse con un film avevo sentito citare questo libro, era un periodo molto particolare della mia vita, vivevo nel mezzo di grandi contraddizioni del mio essere e del mio agire che auto-giustificavo con una visione del mondo piuttosto nichilistica, fatto sta che presa visione della trama e di certi commenti, anche negativi, sotto questo libro, decido di leggerlo. Posso solamente dire che per me è stato come essere travolti da una tempesta, ero convinto che l’uomo che avesse scritto quel libro avesse tutta la verità in mano e che quella verità era esattamente quella che avevo dentro ma a cui non riuscivo ad attribuire le parole giuste, lessi il il libro in neanche 2 giorni, e, ripeto, non ero mai stato un grande lettore, anzi, non avevo mai letto un libro intero in vita mia… quel giorno capii che non potevo più vivere come avevo fatto fino a quel momento, ero molto triste per via delle solite cose che la vita ti offre, ma sarà stato il mio grande ego o la mia voglia di rivalsa che mi misi a mangiare ogni sorta di libro di ogni sorta di autore, filosofia, scienze, storia e tra gli alti e bassi della mia vita posso solamente dire grazie a tutti i miei fraintendimenti, alle male-interpretazioni e alle devianze mentali che ogni volta che aprivo un nuovo libro mi portavano un po’ più distante da me stesso e un po’ più vicino a me stesso. Bisogna scoprire cazzo, ma soprattutto bisogna contraddirsi, non devo capire devo ancora scoprire!
Brava...mi piace sempre molto ascoltarti quando parli di letteratura e mi dispiace il fatto di non amare ..o capire le poesie, forse non sono abbastanza sensibile, e non mi piace nemmeno la letteratura classica, ma non ostante ciò sono un appassionato lettore ed alcuni libri anche per me, sono stati molto formativi...comunque brava..brava davvero..
Purtroppo ho letto solo pochi libri a causa del pessimo insegnamento datomi dai miei professori, più interessati a impartirmi lezioni nozionistiche. I libri che mi vengono in mente che più mi hanno segnato sono stati: - Moby Dick: l'ossessione non porta mai a nulla - Cuore di Tenebra: Nessuno ha coraggio di conoscersi - la Fattoria degli animali: alcune persone non sono cattive solo perché non ne hanno possibilità - Addio alle armi: una vita di sofferenza non viene sempre ricompensata.
sono bei libri e nemmeno troppo indigesti. Ti consiglio di leggerti Calvino, in particolare le storie brevi come il Visconte Dimezzato, che sono storie semplicissime, ma efficaci proprio per la propria semplicità o anche i libri di Pirandello.
@@alessiodaini7907 La trilogia araldica l'ho letta e riletta, amo follemente il visconte dimezzato mi ricorda tantissimo uno dei miei altri libri preferiti: "Le avventure del barone Münchhausen" di Raspe. Grazie per il consiglio comunque.
Non è semplice scrivere tutto in un post. Per me a 12 anni fu determinante l'Iliade e Pirandello. Passai un'estate folle a fantasticare sui guerrieri omerici e ad osservare tutte le mie maschere, Pirandello mi svelò tutta la scissione che in qualche modo ero anch'io costretta vivere e poi amavo la sua prosa dialogica, accattivante. Verso i 30 anni Proust mi aprì un mondo di sottigliezza, profondità, eleganza, ma anche di verità opposta a tutte le apparenze superficiali che lasciano trasparire ad un osservatore attento la realtà dell'essere che spesso è meno brillante di quanto si vorrebbe, con la consapevolezza che l'unica cosa che conta sia l'Arte ed il mistero di chi sa di essere un 'gigante immerso nel tempo' (Proust in due righe e mezzo :DD). La severità dei Ricordi di Marco Aurelio, la magia delle Memorie di Adriano. L'inquitudine di Pessoa che oggi preferisco non leggere più (con la tendenza alla depressione è meglio non esagerare). I filosofi del sufismo e Plotino. E per quella che era la mia materia, storia dell'arte, il grande Cesare Brandi, probabilmente poco conosciuto per chi non ha seguito certi studi ma sicuramente un grande. Amo Umberto Eco, devo dire che spesso anche questi grandi studiosi e ricercatori, non propriamente artisti, sono tuttavia riusciti a commuovermi. Meno male che ci sono loro. Ah, dimenticavo Montale, forse l'unico poeta a parte Omero, che mi abbia preso. Spero prima di non esserci più di poter leggere la Commedia come si deve perché sento che Dante deve dirmi ancora molto. Grazie per i tuoi video frizzanti e sinceri. Elena
Per me è Fenoglio tutto. A 15 anni mi ha esaltato raccontandomi di un ragazzo con un fucile sulle spalle che cammina sul profilo di una collina. A 25 mi ha insegnato che diventare adulti significa scegliere e scegliere significa rinunciare a qualcosa. A 30, rileggendo e rileggendo, mi ricorda che la parte giusta è sempre quella degli sconfitti e degli ultimi, sempre dalla parte di Ettore, mai da quella di Achille. Immenso e, secondo me, sempre posto ingiustamente in coda ai grandi. Mi hai fatto venire voglia di rileggere Svevo, grazie!
per chiarezza: "solidale" nel senso di enpaticamente affine alle problematiche che affronti, sia personali che legate alla meravigliosa lingua che condividiamo
Anch'io che sono cresciuta a "castagne ed erba spagna" , in un ambiente provinciale in cui la vita non scorreva mai (e oggi ringrazio), ho trovato ciò che sentivo nelle opere che citi. Quasi tutte. E rinforzavo il mio sentire. Oggi sono aperta ad altre possibilità.
Il giovane Holden su tutti, è il primo libro che dopo averlo letto ho ricomprato in inglese per leggere l'originale (sono un talebano della lingua originale, sia per i libri che per i film, almeno per quelle che mastico). E poi Asimov, la Fondazione, ma lì è un discorso diverso.
Asimov in lingua è fantastico , quasi come Conrad, uno slavo che scrive in inglese ha un vocabolario limitato e adopera pochi idioms. Con Crumley è uno dei pochi autori che capisco in lingua originale
A me l'universo di Wilde, Borges, Yourcenar, Musil, Moravia, Pasolini, Bataille, Camus, Morin, mi hanno tanto influenzato, nel pensiero e nel modo di scrivere; per i poeti, Eluard, Borges, Valduga, Baudelaire...
Il primo libro che ho letto è stato 'cara famiglia' di Guglielmo Zucconi, forse a 12 anni, poi mi piaceva la fantascienza e quindi asimov e relative raccolte, bradbury... molto descrittivo bradbury, mi ha creato delle immagini mentali che sono rimaste con me tutta la vita. Poi vabe' leopardi top, ho ancora un libricino nel comodino anche se all'epoca lo capivo relativamente. Di cavalcanti copiavo le poesie che mandavo alla prima fidanzata tramite sms. Piu recentemente leggicchio poco per problemi di vista, ascolto molto i podcast, stranamente mi paice hegel, spinoza, cartesio, schopenhauer... poi ascolto te ed improvvisamente vedo benissimo 😍
Leggendo non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma. Ci colpiscono degli altri le parole che risuonano in una zona già nostra - che già viviamo - e facendola vibrare ci permettono di cogliere nuovi spunti dentro di noi. (Pavese)
Grazie per aver raccontato la tua esperienza, penso che la conoscenza comunque ti cambia sempre la vita, perche' cambia il tuo modo di vedere le cose, in quanto al sentirti attratta da alcuni autori credo che succede proprio perche' riescono a riflettere quella parte di te che ha bisogno di emergere e che magari e' stata soffocata o repressa dagli schemi della societa'. Io non saprei dire se c'e' stato qualche autore che mi ha cambiato la vita, ci sono stati sicuramente autori che mi sono piaciuti, ho fatto le scuole negli anni 80 e purtroppo non ho avuto insegnanti che mi hanno fatto amare quello che leggevo. L'unico autore verso il quale mi sento particolarmente attratta e' Giovanni Pascoli; alle scuole superiori, mi pare al secondo liceo, ci fu un supplente per 15 giorni che ci spiego' due poesie, il lampo e la tovaglia, e da li, con la spiegazione molto chiara e approfondita e soprattutto sentita di questo prof anziano, ho voluto approfondire di mio, ma probabilmente anche questo prof rispecchiava qualche mia proiezione siccome pare non interessasse a nessuno :D poi mi sono piaciuti Stephen King e Oscar Wilde, pero' non posso dire che mi hanno cambiato la vita, semmai mi hanno fatto riflettere, questo sicuramente, in generale mi piace riflettere su alcuni pensieri di autori vari, ritrovarmi e poi mettere tutto in discussione ^^
Immagino che Pasolini sarà tra i protagonisti del prossimo video, quello dedicato alla formazione politica! Io sono stato folgorato dalla lettura delle sue opere; l'effetto è stato quello di una droga. Un altro romanzo che mi ha irrimediabilmente cambiato è "Le Meteore" di Michel Tournier. Purtroppo quasi introvabile in Italia.
Definisco ciò di cui hai parlato "Momento di Verità", cioè istanti in cui realizzi qualcosa su di te che fino a quel momento non vedevi, rompendo una sorta di di velo sulla tua realtà personale. Ovviamente anche questa nuova verità può essere temporanea, e venire superata da una nuova consapevolezza. Per quanto spesso facciano male, sono momento preziosissimi dal mio punto di vista, perchè ti permettono di conoscerti meglio e affrontare la tua realtà con una benda sugli occhi meno spessa. Ciò che confonde, che spiazza, che deprime ha una potenzialità enorme di migliorare la nostra vita, perchè se affrontato ci porta ad una maggiore lucidità, secondo me almeno. Poi sempre dal mio punto di vista, fai benissimo a staccartene quando diventa un'ossessione, o semplicemente "troppo". A volte queste scoperte possono essere travolgenti e risucchiarti nell'abisso, lo capiscono benissimo essendoci passato io stesso. Leggere ha anche questo "potere", permetterti di venire a contatto con tutto ciò in maniera a volte dirompente, rapida, cosa che magari la vita ti avremmo messo davanti in decenni. Per quanto riguarda i testi che hanno cambiato la mia vita, diciamo che contrariamente a molti qui temo di aver letto pochissimi classici, e in generale le mie letture siano di basso livello letterario. D'altro canto son sempre stato più interessato alle materie scientifiche, e ho rivalutato quelle umanistiche solo all'università e soprattutto dopo, superati i 30 anni. I miei momenti di verità sono passati più che attraverso testi completi, da singole frasi o dialoghi, presi da film, fumetti o libri. Forse perchè appunto non sono opere letterarie. Faccio un paio di esempi: "Io non voglio tutto ciò che desidero. Nessuno lo vuole. Non veramente. Che divertimento sarebbe, se potessi avere tutto ciò che desidero, senza problemi? Non avrebbe nessun valore. E poi che succederebbe?” (Coraline) “ I pirati sono il male? E la Marina è la giustizia? Bene e male non sono che colori sulla tela, i cui nomi cambiano di continuo! I bambini che non conoscono la pace e quelli che non conoscono la guerra vedono il mondo con occhi molto diversi! Solo chi è al potere può stabilire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato! E questo luogo proprio ora si trova a metà strada tra le due possibilità! "La giustizia vincerà"?! Ovvio! Perché sono i vincitori a essere nel giusto! ” (One Piece)
Bel video e soprattutto ottimo spunto di riflessione. Tre nomi nell'ordine cronologico in cui li ho letti e me li sono fatti un po' amici (perché, come raccontavi tu, ci restano accanto nei pensieri e nella rilettura delle pagine): Pirandello, in particolare la cosiddetta trilogia del metateatro (il mio preferito è "Questa sera si recita a soggetto") - pensa che la mia prima psicoterapeuta, avevo poco più di vent'anni, sviluppò un intero filone del nostro percorso insieme sulla tematica pirandelliana; Virginia Woolf, ancora oggi per me voce della pienezza del momento e insieme della leggerezza del tempo e delle cose, il mio libro della vita è forse proprio "Le Onde"; infine Kafka, intorno ai 27, 28 anni: l'opposto, l'immoto, la forza, la ripetizione priva di contatto - il mio preferito resta "Il Processo". Ed è questa la cosa bella dei libri che restano importanti nel tempo secondo me: rappresentano parti di noi, illuminano aspetti del nostro vissuto e ci rendono consapevoli di come, per quanto diverse, tutte queste sensibilità possano convivere e rinnovarsi.
Tra i libri letti nel periodo in cui ci si forma sicuramente tra i primissimi c'è stata la trilogia dei nostri antenati di Calvino. Subito dopo ne lessi vari di Kafka, i due che più mi influenzarono furono "Siddartha" e "Narciso e Boccadoro". Un'altra opera che mi è rimasta impressa sono stati "I sepolcri" di Foscolo, c'è stato un periodo che volevo farne anche una versione a fumetti, mai conclusa, e pertanto la prima parte la conosco pure a memoria. Un altro autore a cui devo tanto è Kurt Vonneghut e la sua fantascienza "umanista" sui generis, piena di ironia e situazioni assurde. Un'altro libro che ancora mi fa star male per le riflessioni sull'esistenza e sul suo senso (o non senso) è stato "Non lasciarmi" di Kazuo Ishiguro.
Leggere un libro é penetrare l'animo di una persona, l'autore. É scoprire, spogliare il suo mondo, possederlo facendosi possedere. Alcuni autori sono affini. Altri tossici ( Svevo pare lo sia stato con te ). Tutti, però, hanno la loro "utilità" Di King sei una fan, il senso critico con lui scompare, é ovvio che lo sopravvaluti ❤️ Quando leggiamo un libro é come se lo mangiassimo. L'uomo é ciò che mangia. I libri diventano noi. Noi siamo i libri che leggiamo, anche quelli che non ci sono piaciuti per niente. Per questo motivo citerò "va dove ti porta il cuore", quel coso della Tamaro, orribile, odioso, melenso, lontano mille anni luce da ciò che cercavo e volevo. Ma non avevo un cazzo da leggere, ero affamato il giorno, avevo una fame bestia e lessi. Per il concetto Feurbachiano sopraesposto, da quel giorno sono un altro, purtroppo. Ci sarà qualche seme venefico nel mio animo, qualche germoglio magro, ossuto ed occhialuto, simile ad Harry Potter... simile a lei... quella terribile scrittrice. Piango ripensando a quel pomeriggio. É come se avessero abusato di me, mi sento, tutt'oggi, brutalizzato. Nulla valse una doccia di Poe e Baudelaire, mi sentii sporco anche dopo Dick, Calvino e Buzzati, Kafka fu inutile, Lovecraft non copri l'olezzo. Fate attenzione quando leggete un libro, non si può tornare indietro. Diffidate da chi vi propone Volo Fabio. Diffidate dal "ma prova almeno a leggerlo! Diffidate.
A me diverte sempre notare come Fabio Volo (citato in senso inverso alla giapponese per una strana forma di detorsio in comicum?) sia diventato una sorta di meme vivente per simboleggiare la cattiva scrittura, nonostante esistano centinaia di scrittori contemporanei che riescono ad essere perfino più vuoti, insignificanti e stilisticamente osceni di lui; la stessa Tamaro citata in questo commento, o Erin Doom (autrice più venduta dell'anno in Italia nel 2022, sigh), o Mazzariol, o la Meyer, o la Miller sono peggiori del già mediocre Volo, però ormai il meme è consolidato e non si può usarne un altro. Ciò detto, a me risulta che quello che l'organismo ingerisce possa sempre essere espulso dallo stesso senza troppi impedimenti, quindi anche i problemi gastrointestinali dovuti a un pasto cattivo dopo un paio di giorni dovrebbero cessare...
@@alessandro65384 dici che sono ancora in tempo per rimettere quel libraccio? 😂 Troppo tempo passò. Ahimè . Grazie per l'elenco dei veleni. Cercherò di evitarli. Beh Volo é l'emblema, é lo scrittoraccio per antonomasia. A me é davvero capitato che un caro amico, suo lettore, mi invitasse a dargli una possibilità. Mi astengo, come per le farine di insetti, mi basta la semola rimacinata, la farina tipo 2, ma anche la crusca ... Meglio, molto meglio.
@@alessandro65384 Fabio Volo è "L'Uomo senza qualità" della letteratura italiana, di una banalità lancinante, non solo e non tanto quando scrive, ma ogni volta che apre bocca: è inquietante la sequela di cazzate, banalità, qualunquismo come piovesse, che riesce a fare a sgorgare dalle sue labbra. Eppure lo invitano e gli chiedono pure un parere. Poi da un po' di tempo, è stato preso da questo virus che sembra avere colpito diversi vip, i quali sentono l'irrefrenabile istinto di spiegare come da giovani fossero i più sfigati e poveri dalla Genesi ai giorni nostri....e giù con racconti che "Senza famiglia", al secolo Remì, che vedevo da piccolo, era spensierato...forse sono i sensi di colpa per essere straricchi per un colpo di c....Ad ogni modo, almeno stando ai rigidi criteri assolutamente personali, quindi discutibilissimi, in realtà, credo che, rispetto alla fama che hanno, alcuni tra gli autori per me rappresentano il trionfo della banalità, citerei Coehlo e l'Hermann Hesse di Siddartha. Credo che i prodromi del diabete che ho da qualche anno, siano da ricercare lì...stavo pensando di chiedere i danni....
@@guerriero_shardana a parte gli scherzi, per formarsi un gusto personale e una capacità critica credo sia necessario leggere anche libri (se così possono essere definiti) di quel tipo, proprio perché non si può comprendere cosa abbia valore e cosa no leggendo solo testi di un certo spessore (come da piccoli non si capisce cosa sia il bene finché non si entra in contatto col male)
Molte volte ho studiato la lapide che mi hanno scolpito: una barca con vele ammainate, in un porto. In realtà non è questa la mia destinazione ma la mia vita.
Brava, Yasmina. Faccio i miei complimenti ai suoi genitori, che hanno sviluppato il suo Daimon letterario. Ritengo che lei sia una ragazza molto brillante e debba continuare ad espandere le proprie conoscenze.
Daimon letterario...mi fa tornare in mente il grande Harold Bloom il quale ci aveva messo in guardia dai nuovi barbari del politicamente corretto. Ripartiamo dai classici.
Complimenti per questo video e per quelli sulla linguistica. Le mie preferenze non nascono da un approfondimento letterario, ma riguardano campi eterogenei di interessi, o per dirla come a volte capita anche a lei "a la cazzo". Estraendoda questo lntruglio cito lucrezio, gli essays di Montaigne, la peste di camus e l'opera di un uomo orrendo, da umanamente lontano(spero), parlo di "un viaggio al termine della notte", di Celine.
Come autori cito Kafka di cui ho letto quasi tutto, la triade Metamorfosi - il processo - il castello mi ha rapito e distrutto allo stesso tempo...
Una menzione speciale per me é fosca di tarchetti, consigliatomi dalla mia prof di italiano che in me vedeva uno scapigliato... É stata una scoperta interessante...
Gran libro Fosca
In molti frangenti mi sono commossa, è stato un po' come ascoltare me stessa parlarmi a distanza controllata. Ricordare le piccole crepe nel soffitto della mia stanza, il disagio dell'insonnia, l'ossessione per il dolore e per le parole. A parte King (che ho letto purtroppo distrattamente) mi ritrovo completamente in ogni tua parola. Per rispondere alla tua richiesta: mi folgorò anche Italo Calvino, quella complessità "semplice" e "intuitiva" che mi faceva sentire sempre in bilico, come se fossi sospesa tra la paura di essere informe e la certezza di essere invece corpo, pensiero ma in perenne sofferenza, distacco. Quasi un'estranea.
Grazie per questo momento 🥰
Ti ringrazio molto
La coscienza di Zeno mi ha letteralmente stravolto la vita: è stato il libro che mi ha fatto accorgere di essere complicato, contraddittorio, bugiardo con me stesso, tendente all'autoinganno ma, soprattutto, mi ha portato ad accettarlo e, magari, fare i conti con la mia personalità.
Altro libro che mi ha sconvolto: l'orlando furioso. L'avevo letto a scuola ma è passato inosservato. All'università però l'ho letto in modo più approfondito, ed è avvenuta la.magia: è stato il libro che mi ha guarito.
Poi, naturalmente, l'amore di una vita: Leopardi. Lui è diventato la grammatica dei miei pensieri.
Grazie per questa condivisione.
Quanto è bello il Furioso!
@@YasminaPani "Se la pietà si nega a chi l'aspetta lagrimando e priega, facciasi pur mercede a chi non la richiede" se ci pensi Orlando è un eroe hemingweyano 😂
Svevo è un grande scrittore e un grande uomo, senza di lui e dei soldi che adoperò con grande generosità non avremmo Dubliners e Ulysses di Joyce però.... Zeno è un antieroe e non mi appassiona
Libro fenomenale.. l'autore, di origini austriache, è morto nello stesso anno che sono nato io non lontano da dove mi reco per lavoro, un triste incidente stradale presso san Zenone degli Ezzelini 😢
Libro fenomenale.. l'autore, di origini austriache, è morto nello stesso anno che sono nato io non lontano da dove mi reco per lavoro, un triste incidente stradale presso san Zenone degli Ezzelini 😢
Svevo ha sconvolto anche me, quando l'ho studiato a scuola. Rivedermi nella figura dell'inetto, dell'idealista senza armi per sopravvivere, sensibile e ottuso (e spero di non sbagliarmi nella descrizione, è passato qualche tempo) ha seminato e cementato dubbi forti e gravi su me stessa, culminati diversi anni più tardi in crisi depressive. Grazie mille per questo video: è molto bello anche perché traspare una genuina sensibilità, e un non scontato rapporto di amore e gratitudine verso i propri modelli.
Grazie mille anche per la tua condivisione
@BLASTER KID sorvolo sui toni da persona di internet a cui non ho mai dato alcun tipo di confidenza ma che si sente comunque in diritto di parlare come gli pare con chi non conosce: non ho dato "la colpa" a Svevo per le mie vicissitudini personali, sarebbe idiota farlo. Il mio messaggio dice altro.
Ad oggi non c'è stato nessun libro che mi abbia segnato come "Quel che resta del giorno" di Ishiguro
Vedere un protagonista anziano che tenta di persuadere sé stesso sul non fallimento della sua vita sentimentale (e non solo) a causa di scelte dettate dalla sua visione ideologizzata del lavoro è stato un monito importante
Anche se ho scoperto l'amore per la lettura molto tardi (21 anni, mannaggia al mondo) ho deciso di approfondirlo anche grazie a scrittori come Ishiguro
Anche a me quel libro diede un bel colpo, e dovrei proprio rileggerlo ancora.
Bello quando succede così, che impari qualcosa che può davvero aiutarti nelle tue scelte
Grazie Yasmina, ti ho scoperta da poco. Potrei essere tuo papà per età e pensare che esistono ancora ragazze che si commuovono pensando a un verso di Petrarca mi riempie di gioia. Nella realtà non erano molte anche quando ero ragazzo io ma ogni tanto mi accorgevo di una perla rara. Sei una perla rara
Ti ringrazio
Ciao, sono capitato per caso su questo video ma sono molto contento di averlo scoperto, e con esso anche il tuo canale, sono entrambi davvero molto interessanti!
La mia formazione come lettore è stata a dir poco imbarazzante, problematica e altamente disordinata. Mi sono sempre rifiutato di leggere fino ai 20 anni nonostante i libri in casa non mancassero e i tentativi disperati dei miei genitori di farmi apprezzare autori come Steinbeck o Stevenson. Tutto cambia quando un giorno, senza mai aver letto praticamente nulla, durante una sessione di esami piuttosto stressante, prendo in mano Viaggio al Termine della Notte di Céline che mi rapisce da subito, lo finisco in 2 settimane. Non saprei dire cosa mi abbia così tanto coinvolto, forse quella ferocia, quel modo di guardare al mondo così disilluso e disincantato ma al tempo stesso così pieno di una spinta vitale.
Ancora oggi non riesco bene a spiegarmi come sia possibile, ma continuo imperterrito a leggere con passione e desiderio di scoprire cose nuove. Ultimamente sto tentando nuovamente approcci alla poesia, chissà che possa sentire anche per questa una stessa passione travolgente.
Libro meraviglioso
Ciao ! Commento a caldo , ancor prima di ascoltare il tuo video : il primo libro che mi è visceralmente entrato dentro è stato L'isola di Arturo di E . Morante , avevo circa 14 anni e da allora nulla fu come prima ! Tra l'altro non ricordo quasi nulla della trama spicciola ma ricordo benissimo le sensazioni che mi ha lasciato , da li nacque, credo , il mio amore per la lettura .
Che libro splendido
Grazie Yasmina, ogni volta che guardo un tuo video rimango sempre "percosso" dalla piacevole sorpresa in cui posso imparare e condividere.
Premetto che la mia folgorazione artistica l'ho avuta con la musica e non sto qui a dire che a 12 anni mi sentivo come uno sotto eroina con la sinfonia (n° 3) Eroica di Beethoven..
La mia curiosità verso la letteratura nasce a scuola nelle superiori. Leggendo un saggio o qualche pensiero di Johann Joachim Winckelmann; ora non ricordo chiaramente di preciso, ma mi fece drizzare le orecchie e fatto pensare: "Però..".
La seconda volta, sempre a scuola nel testo di antologia, c'era uno stralcio de "Il cappotto" di Gogol dei racconti di Pietroburgo (comprai l'edizione tradotta da Landolfi, credo Einaudi). Mi sembrava un racconto colossale e mai mi sarei aspettato di rimanere ancor più sorpreso dal racconto "Il naso" sempre di quella raccolta.
Con Gogol mi si aprì del tutto la curiosità forte per la letteratura. Certo non mi sono mai sentito la persona di Akakij Akakievic, ma sentivo e toccavo i suoi stati d'animo i suoi sentimenti. Piangevo perché un pover'uomo dopo tantissimi sacrifici si fece fare un cappotto per un naturale moto di ripararsi dal freddo russo e dopo subire il furto di tanto sudore e fatica.
Come anche ne "Il naso" come nel Cappotto, c'era sempre quell'alone di ingiustizia che veniva perpetrata sempre nei confronti della gente del popolo, la gente che lavora e soffre senza mai pretendere nulla in cambio.
Ecco io sono sensibile a questi temi e affascinato molto da quelle scritture che portano in primo piano lo stato psicologico dei protagonisti.
Poi vabbè, gli autori italiani hanno avuto una scuola ed un impatto importante su di me, tra cui Foscolo con "Dei Sepolcri" che fino al momento prima non avevo mai capito l'importanza della tomba. Ho rivisitato questa mia ottica non tanto per i miei parenti, piuttosto per gli uomini e donne che lasciano ai posteri la grandezza e le possibilità umane, benché sia totalmente agnostico. Altro discorso è l'immensità strutturale de Sepolcri.
Restando in Italia, Ariosto con il suo Orlando, e ovviamente Leopardi mi ha spaccando un due. Lui e quell'altro genio di Piero Paolo Pasolini. Questi ultimi due li ho "messi in cantina" perché avvicinarsi a loro bisogna pagar un alto pegno in sofferenza. Kiril (nel film Andrej Rublev) "La conoscenza delle cose conduce al pianto". Ed è proprio vero. Ma non è un male soffrire, forse serve a questo l'arte. Ci fa crescere.
Dopo ho cominciato ad amare la letteratura anglosassone, con lo stile molto asciutto, Hemingway, Bukowski, Allan Poe.
Riassumendo i libri che mi hanno rovinato la vita:
- I racconti di Pietroburgo
- Dei sepolcri
- La ginestra (Leopardi)
- Delitto e castigo (Dost)
- La linea d'ombra (Conrad)
- Ragazzi di vita (PPP)
- I racconti neri e fantastici (Hawthorne)
- Per chi suona la campana (Hemi)
Al momento mi vengono in mente solo questi perché sono trascorsi importanti bicchieri di vino rosso 🤣🤣🤣🤣
Gran bella lista! Grazie per aver condiviso
"Niente di nuovo sul fronte occidentale" in prima superiore. Mi ha ispirato non in chiave anti-militarista (questa è l'interpretazione classica), bensì nel rifiuto di alcune imposizioni che subivo a scuola. Mi riferisco in particolare alla scena del libro in cui si parla del professore di liceo, fanatico nazionalista, che convince i ragazzi ad andare in guerra volontari, e alle riflessioni che ne seguono. Poi tanti altri, ma questo mi è venuto in mente sentendo le tue parole.
È esattamente il succo de libro, come l'istituzione possa avvelenare l'anima ai giovani. La prima guerra mondiale è scoppiata prima sui banchi di scuola, nelle parole insulse e violente di vecchi, cattivi maestri.
Mi piace molto il fatto che ognuno trae da un libro qualcosa di diverso, personale
Il capitolo di cui parli è giustamente famoso. Memorabile anche l'episodio della licenza, dov'è descritto il senso di straniamento del protagonista che torna a contatto con una normalità in cui non riesce più a riconoscersi. Molto bello, molto triste.
Concordo. Anche a me ha fatto lo stesso effetto.
Effetto poi ampliato per aver letto "1916 le montagne scottano" di Pieropan. Un po' difficile se non si hanno rudimenti di linguaggio militare, ma efficace. Mio nonno mise dei segnalibri nel libro, per i combattimenti ai quali partecipò.
Mi fa piacere che tu abbia dedicato così tanto spazio del tuo video a Petrarca, un poeta che ho molto amato e che ha contribuito non poco nella scelta del nome della mia primogenita.
Hai un'intelligenza brillante e una grande passione per la cultura, ascoltarti è sempre un piacere. Ti auguro il meglio, nella speranza che tu possa goderti il più possibile questa vitaccia che ci è toccata in sorte e che, a pensarci bene, riserva anche tante belle cose.
Un caro saluto.
Grazie di cuore
Grazie Yasmina, grande video. RUclips come la letteratura ci aiuta a ricordare che non siamo soli. Senilità mi ha cambiato la vita e forse ogni tanto dovrei ricordarmi di queste cose, abbracciare la mia inettitudine alla vita e sapere che non sono l'unica che si sente così.
♥️ Siamo in tanti, e forse è un po' la condizione dell'uomo moderno
Commento solo ora perché solo ora ho scoperto il tuo canale che apprezzo moltissimo, complimenti!
Sono cresciuta in un ambiente di mentalità ristretta, bigotto e autoritario. In questo bel clima (!) mi era stato regalato Cuore di De Amicis: è stato il primo libro che mi ha cambiato la vita, nel senso che l' ho trovato così tanto ipocrita, fasullo e vomitevole da costituire la base di "tutto quello che non voglio essere". Dopo questo trauma sono state molto importanti per me le poesie di Neruda, Cent'anni di solitudine e un po' tutta l' opera di Garcia Marquez, e Il giuoco delle perle di vetro di Hesse. Adesso che sono nonna ho finalmente il tempo di leggere Dante (mi ha decisamente ampliato l' orizzonte) e di coltivare la passione per gli autori nordici, tra tutti Laxness.
Grazie ancora per i tuoi video, oltre ai contenuti sempre interessanti, mi aiutano a sentirmi giovane (o forse meno anziana😊)
Bellissima questa testimonianza!
Ciao, appena ho visto il tuo canale mi e' subito piaciuto e mi sono iscritto. Gli autori che mi sono piaciuti variano, da Luis Sepulveda a Mauro Corona e poi alcuni classici. Ma l'autore che mi e' piaciuto di piu è Arto Paasilinna, uno scrittore finlandese purtroppo scomparso. Mi sta cambiando la vita nel senso che sto studiando la lingua, la storia, la cultura Suomi la musica (ci sono cantanti molto bravi) e poi tutto il mondo dei paesi nordici. Ora sto leggendo Il libro del mare, di Morten A. Stroksnes autore norvegese. I libri ci possono cambiare, non avrei mai pensato di studiare questa meravigliosa lingua che e' il finlandese.
Yasmina, che bel video! Grande riflessione, hai rivelato cose di te impressionanti che ti rendono ancora più interessante. Grazie 🌷
A te :)
Che bel video!!!!!
:) si rimane intrippati/intricati tanto quanto siamo degni di esserlo..
Grazie !
Ciao, Yasmina.
I miei libri della vita (o della morte, non so) sono "Don Chisciotte" (soprattutto il secondo), "Moby Dick" e "Auto da fé". Negli ultimi anni ho dovuto aggiungere anche "Furore". I primi tre parlano inesorabilmente di libri, Steinbeck porta da tutt'altra parte, ma non riesco a piazzarlo fuori dal "podio", si infila come le corna dietro una fotografia, una specie di beffa indispensabile. Però paradossalmente con tutti e quattro questi libri ho fatto fatica ad arrivare alla fine la prima volta, ho dovuto lottare con me stesso (specialmente con Melville). Ma alla fine ho vinto io, perché la mia vita è diversa ❤️
Si con Leopardi e Petrarca ho avuto anch'io un rapporto un po' ossessivo tra superiori e università. Poi il libro che mi ha segnato a vita l'ho letto a 13 anni, Cristana F. i ragazzi dello zoo di Berlino. Ho iniziarto a leggere da quel momento in poi. Herman Hesse, letto quasi tutto è stato fondante, ne ero davvero ossessionato. Bravissima cazzo, continua cosi.
Il modo giusto di cominciare la giornata in officina.
Comunque se dovessi dire quali sono gli autori che mi hanno "rovinato" sono proprio quelli che più mi hanno influenzato (e di conseguenza i miei preferiti): Tolkien, soprattutto per la sua visione molto pessimista del potere e della industrializzazione, con conseguente totale disillusione politica e riuto della vita di città a cui sono costretto; Eco, per tutto il suo discorso riguardo alla mentalità complottista e a come è possibile riscrivere la storia in base alla percezione che i contemporanei hanno del proprio presente ( per questo ho sempre pensato che in realtà ne Il Nome della rosa la parte più importante fosse la narrazione dell'eresia di fra' Dolcino), che mi ha portato ad una assoluta sfiducia per la massa; Mishima, per la sua disillusione per la vita nel mondo moderno e per il tormento sulla caducità della vita; Dick, perché nei suoi libri i perdenti perdono praticamente sempre, inoltre il suo essere profetico riguardo a problematiche della vita "del futuro" mi ha reso molto più pessimista rispetto a quello che ero da ragazzino, specialmente a proposito della tecnologia.
Tutti autori grandissimi. Tolkien non mi ha fatto questo effetto, forse non avevo mai sentito di questo tipo di influenza dei suoi libri!
A me ha fatto questo effetto il filone cyberpunk. Il concetto di "High tech, low life" che lo permea mi ha fatto riflettere tantissimo sul significato che può avere lo sviluppo tecnologico. Non che sia contrario, anzi, ma lo sviluppo è afinalistico, dobbiamo essere noi a dargli una direzione, uno scopo.
Oh, si, Mishima grandissimo!
"Estensione del dominio della lotta" di Michel Houellebecq.
Per la crudezza con cui l'autore rivela la natura dei rapporti umani odierni, in particolare tra i due sessi, e per l'empatia che ho sperimentato nei confronti del protagonista, con la sua costante apatia dettata dal male di vivere.
Amo il modo consapevole e senza nessuna vergogna (che tra l'altro non dovrebbe esserci) con cui racconti le tue fragilità e l'aiuto che i libri ti hanno dato nel "domarle".
Personalmente, nella mia vita, trovo fondamentale la lettura de "Lo scimmiotto" e di tutto "Il viaggio in occidente", una capacità evocativa mostruosa ed una preziosa storia di come anche il più sfigato male tra i nati possa redimersi e trovare la sua pace, anche con metodi non convenzionali e casinisti. 💜
Sento che questo tuo video è una ventata di freschezza nel tuo canale, è straordinariamente interessante e affronta tematiche a cui tutti noi in un modo o nell'altro siamo legati.
Grazie mille
Che bel video, Yasmina! 😊
Mi capita di rado di sentire che qualcuno ha un rapporto così profondo con la letteratura. Io purtroppo sono molto indietro coi classici e adesso il tempo per leggere è sempre poco. Da ragazzo ho letto Tolkien e poco altro. Ovviamente gli autori fatti a scuola li tutti abbastanza odiati (a parte Il fu Mattia Pascal, che lo lessi con un certo interesse). Poi c'è stato il periodo della fantascienza ma lì ero già adulto. Di King ho letto un paio di libri e mi ha lasciato una buona sensazione.
Adesso che ho 35 anni è giunto forse il momento di recuperare qualcosa ma purtroppo c'è sempre questo "alone di ovvietà" che mi fa credere che leggere i classici sia troppo scontato e quindi vado sempre su qualcosa di un po' più particolare...
Non penso sia necessario leggere i classici, nel senso che ognuno è richiamato da alcuni libri e non da altri!
Cara Yasmina, ti ringrazio per esserti aperta forse un po' più del solito. Ti ho scoperta da poco e in poco tempo ho intuito in te una sensibilità e un'insicurezza che mi sono familiari, nonostante tu parlassi più spesso di cose tecniche e meno personali. Mi unisco al coro dei commenti dicendoti che mi sono riconosciuto molto nelle tue parole. Io sono un musicista della tua stessa età e ho vissuto quello di cui parli, ma più che altro con la musica. A volte ho bisogno di riascoltare quelle opere che mi hanno traumatizzato, come la VI Sinfonia di Mahler, la IX di Beethoven, Oiseaux tristes di Ravel, La passione secondo Matteo di Bach, Lachrimae pavan di Dowland o Fratres di Arvo Pärt... Come tu stessa hai affermato, è un balsamo, ma anche un coltello rigirato nella piaga. Credo che la verità risieda nel fatto che siamo dei romantici (e dei perfezionisti forse in via di guarigione). Oltretutto il confine fra piacere e dolore non mi pare per niente netto, sicché un po' ci garba patire, diciamoci la verità! Ti mando un abbraccio da lontano e spero che ne sentirai il calore.
Ti ringrazio di questa condivisione 🙂
Le mie letture più care sono (state) iliade e Odissea, Eneide, Tacito, Luciano di Samosata, Plutarco, Divina Commedia, Operette morali, Robert Graves, E.A.Poe. Robert E. Howard, Montanelli
Ciao Yasmina, è sempre un piacere ascoltarti! Per quanto mi riguarda, i libri che mi hanno "segnato" di più sono stati: L'ultimo elfo (Silvana De Mari); Il Signore degli anelli (Tolkien); Duma Key (King); 101 storie zen (Senzaki, Reps); Siddhartha (Hesse); Lettere contro la guerra (Terzani); A occhi aperti (Caplan); Il fascismo eterno (Eco); L'Io come cervello (Churchland); Lezioni spirituali per giovani samurai (Mishima), La storia infinita (Ende); L'armata perduta (Manfredi); Sapiens, da animali a Dei (Harari). Sicuramente ce ne sono stati anche altri ma evito di allungare ulteriormente questo elenco 😂
Mi piace tantissimo di sentirti parlare con tanta passione di tutti questi libri. Io sono un lettore appassionato da tanti anni. Anche per me Madame Bovary è stato uno shock, l'ho letto in francese. Ho imparato l'italiano molto più tardi. Grazie per rivelarci questi autori che ti hanno fottuto la vita. Per noi, lettori ossessionati, sono importanti quanto persone prossime.
Rimembro (scusa l'ironia di bassa qualità. rido) le superiori quando spiegavano Foscolo, Svevo, Leopardi ecc. i miei compagni criticavano moltissimo; facevo il professionale quindi puoi immaginarti.
Io invece mi ci vedevo e quindi stavo zittissimo, perché avevo ovviamente paure delle conseguenze se mi fossi esposto; l'insegnate mi aveva capito fortunatamente, senza palesarlo.
Dopo il tuo video ho risolto i miei dubbi sul dilemma di quanti siamo ad essere così; ho capito tanti per fortuna.
Stephen King non mi ha mai attirato, ma se ne parli bene tu...
Un libro che mi ha colpito tantissimo è stato il saggio di Zygmund Bauman ' il disagio della postmodernita' e un romanzo fantastico per me è stato ' l'insostenibile leggerezza dell'essere' di Kundera.
Interessante questo video. Quello che dici all'inizio a proposito di Madame Bovary, che rappresenta una sorta di punta di diamante in particolare per lo stile narrativo nella letteratura occidentale, l'ho scritto proprio su RUclips in un video che analizza il romanzo. Detto ciò, un libro che mi ha segnato è Suttree di Cormac McCarthy che metto al primo posto tra i miei libri preferiti letti della letteratura americana. Poi libri importanti e su cui torno volentieri sono le raccolte di Novelle di Luigi Pirandello e di Giovanni Verga, tra le migliori che siano mai state scritte e stranamente dalla critica letteraria estera non sono messe nell'Olimpo come meritano. Infine non per importanza, metto le poesie di Eugenio Montale, mi sono piaciute già dalle scuole medie inferiori e leggendole riescono spesso a darmi conforto!
Bellissimo video ricco di spunti, grazie Jasmina!
I libri che mi hanno segnato: da ragazzina “Un albero cresce a Brooklyn” storia di emancipazione di una ragazzina da una situazione famigliare segnata d a un padre alcolizzato e dalla miseria. Letto oggi mi sembra farcito di troppo moralismo d’accatto, ma quand’ero una ragazza poverella e ambiziosa fu la mia Bibbia personale.
Amavo tanto anche “La piccola principessa”, ma mi innervosiva l’inazione di Sara che si rifugiava nel suo mondo fantastico per evitare di fare i conti con la realtà.
“Le relazioni pericolose”: terribile rivedere nelle azioni della Madame de Merteuil una mia propensione a tessere trame e ordire vendette. Romanzo epistolare di una profondità psicologica insuperabile.
“La coscienza di Zeno”: letto tre volte, in tre diversi momenti della mia vita. Mi ritrovo nella sua vita tragica e comica a un tempo, nell’incapacità di prendere decisioni ma nello stesso tempo di saper cogliere le occasioni offerte dalla vita…e nella sublime arte di non prendere tutto troppo sul serio.
Di Stephen King amo soprattutto i racconti “Stagioni diverse” e “L’allievo”, i romanzi li apprezzo meno perché secondo me reggono benissimo fino a tre quarti circa e poi tendono a svaccare.
Trovo uno spunto interessante in quello che hai detto sul primo libro: a volte poi rileggendoli, passato del tempo, ci deludono, ma in quel momento sono stati cruciali. Infatti secondo me rileggere è utile perché ti fa anche capire come sei cambiata tu!
Salinger “Il giovane Holden”, letto a sedici anni, mi ha fatto un po’ sorridere e un po’ star male
A me successe con Dostoevskij.
Nemmeno con meravigliose mattonate come 'Delitto e Castigo' o 'I fratelli Karamazov', che sono venuti dopo, ma con le poche pagine de 'La Mite'. Mi folgoró quel racconto, il tema, la precisione dell'intuizione di ogni singola sfaccettatura dei moti che gli umani hanno in animo...fu il ponte che mi portò poi ad 'umiliati ed offesi', a 'l'Idiota' (che molti, secondo me, sottovalutano. Solo l'inizio del libro è devastante). Poi sí, ovviamente venne anche tutto il resto. Tutto il grande, incomparabile resto.
Senza nulla togliere ad altri amati autori, specialmente russi, mai piú ho trovato una tale, perfetta bellezza come negli scritti di Dostoevskij (che perfetti non sono davvero dal punto di vista stilistico), mai piú in nessun altro una cosí perfetta traduzione letteraria di tutto il sottosuolo che avevo dentro, della follia che ti fa esplodere la testa quando la mente non basta piú per capire il mondo in cui ti trovi, o il perché ti ci trovi, o la Vita...credo che siamo quello che leggiamo, perché leggiamo ciò che risuona con ciò che già sentiamo.
Non conosco quel racconto! Bellissimo commento
La metamorfosi di Kafka, letto in un periodo della mia vita, da ragazzino, in cui mi isolai dal mondo per un paio di anni. A posto.
Pirandello ha segnato la mia vita dalle medie e ancora adesso sono in " cerca d'autore" per rappresentare la mia vita. Grazie di esserti messa a nudo parlando in maniera così intima di te stessa. Sei una persona autentica. Fortunato chi ti conosce da vicino.
Pirandello è uno di quelli che ho tralasciato ma è stato fondamentale. Penso che sia impossibile leggerlo senza rimanerne segnati!
@@YasminaPani vero,e non basta leggerlo,bisogna anche vederne il teatro,è semplicemente fantastico;per me i ''sei personaggi'' sono un capolavoro inarrivabile,giustamente gli diedero il Nobel
Grazie Yasmina per questa condivisione! Allora anche io mi espongo: magari è ridicolo, ma non ridere! Tanti libri belli e tanti autori sconvolgenti ovviamente, ma l'unico libro che letteralmente mi ha fatto piangere è stato David Copperfield di Dickens! Letto in età adolescenziale, ma ancora oggi (oltre 40 anni), ogni tanto, quando ne ho bisogno, vado a ripescare qualche frase!
Macché ridicolo, quel libro è meraviglioso!
Vedendo questo video mi è sorta quasi spontanea una domanda (a cui sicuramente avrai già risposto mille volte): perché non insegni nella scuola pubblica? Una professoressa come te sarebbe oro e credo che potresti cambiare la vita di molti ragazzi!
Se dovessi pensare agli autori che mi hanno cambiato la vita me ne vengono in mente tre: Dante, il marchese de Sade e Chuck Palahniuk; per me rappresentano, rispettivamente, il bene, il male e il reale.
Non fa per me: è asfittica e noiosa e comunque io amo viaggiare, quindi ho bisogno di lavorare online
Nessun libro può rovinare la vita
Un video davvero emozionante, per averci regalato una parte della tua interiorità con naturalezza e coraggio. Per quanto riguarda me ci sono due libri che mi hanno fatto "capire" degli aspetti della vita che mi turbavano, sia per i rapporti con le persone che per i ragionamenti sul senso stesso della vita, anche a livello "cosmico" 🙂: sono "L'eleganza del riccio" di Muriel Barbery e "Sette brevi lezioni di fisica" di Carlo Rovelli.
Bellissimo video, mi hai fatto emozionare!
Svevo ha sconvolto anche me quando l'ho studiato a scuola, per qualche anno non sono riuscita a togliermelo dalla testa.
Un autore che mi ha letteralmente cambiato la vita è poi Calvino, non saprei nemmeno spiegarlo a parole.. ne ho preso consapevolezza con "Le città invisibili" e da lì è partita la mia ossessione che permane tuttora.
In età adulta, un libro che mi ha decisamente fottuto è La Fornace di Thomas Bernhard: mamma mia cos'è quel libro!
A volte un autore può sconvolgerti anche senza che tu riesca bene a ricostruire perché!
Bellissimo video, spero ci sia una seconda parte.
Fin da piccolo ho rifiutato l'esistenza di una vita dopo la morte, ma questo mi ha reso piuttosto depresso a livello esistenziale, per cui mi rifugiavo nel fantasy. Ho letto tantissimo, sempre lettura di evasione.
La saga dei Belgariath e il suo seguito, dei Mallorean, di David Eddings. Quando ho finito l'ultimo libro ho pianto.
Il fantasy epico mi ha sempre dato anche un'idea di "scopo" , e credo che sia un bene aspirare, anche se solo nella fantasia, ad essere un po' eroi.
L'Incendiaria di King, avevo otto anni. Da lì è iniziato il mio strano rapporto col Re (e con l'horror). Avevo spesso paura senza motivo. Temevo l'orrore, ma immaginarne l'esistenza mi faceva, in uno strano modo, sperare in qualcosa di più. Se esistono i vampiri, pensavo, allora esiste l'anima.
Stand by Me e It, due splendidi libri sull'amicizia, l'infanzia e la crescita.
Stanza 1484, o che numero era, che non so come mi ha terrorizzato (era in incubi e deliri).
Il Grande Libro della Preistoria.
Me lo hanno regalato all'asilo perché ero appassionato di dinosauri. L'idea era che potessi guardare le figure, invece ho imparato a leggere da autodidatta.
Ciao, Yasmina! Ricodo che in uno degli scorsi video avevi chiesto consigli su eventuali librerie o piattaforme tramite cui promuovere il tuo libro. Mi è venuto in mente che qui su YT c'è un piccolo canale che si chiama Storia Glocale in cui vengono ospitati autori di saggi critici e devo dire che tutti i video che ho visto sono molto validi ed interessanti!
Grazie mille
Io non sono uno che legge tanto ma nel periodo scolastico ci sono stati molti testi che mi hanno influenzato, alcuni talmente tanto da odiarli quasi (come hai detto tu per Svevo). Anche io con le poesie di Leopardi venivo avvolto da sensazioni strane e idem con alcuni testi di Freud. Anche i racconti di Dublino mi hanno trasmesso qualcosa di forte e anche La bottega del mistero di Dino Buzzati. In sostanza io da buon pessimista mi sono fatto trasportare molto da questi testi che raccontano dell'esistenza e della psiche umana. Tuttavia, per fortuna poi ho letto (solo una volta maggiorenne) il piccolo principe che mi ha dato una speranza enorme in un periodo difficile. Molti snobbano il P.P. dicendo che c'è solo filosofia spicciola. Io sono il primo generalmente a criticare qualcosa che voglia presentarsi come "esagerato" o più importante di quello che non sembra, ma il P.P. mi ha trasmesso delle emozioni troppo belle e una speranza nella vita enorme. Ho versato tante lacrime alla fine di quel libro letto in poco più di 1h e io non piango mai. Ci sono stati anche testi giapponesi (sono laureato in lingua giapponese quindi ho dovuto leggerli per gli esami) che mi hanno commosso o influenzato ma nulla a che vedere con i testi sopra citati. Mi ricordo che piansi solo per Kami Sama (testo non ancora tradotto) di Hiromi Kawakami.
Io sono tra quelle che snobbano il piccolo principe XD ma semplicemente perché viene enormemente sopravvalutato e mi dà fastidio. Ognuno però trae dai libri qualcosa di personale e nessuno dovrebbe sminuirlo
Il romanzo russo intitolato OBLÓMOV è molto interessante dal punto di vista psicologico, oltre ad essere bellissimo, peccato che qui in Italia sia poco conosciuto!
Un capolavoro
Grazie infinite per questo “spaccato” di vita. Capisco cosa intendi quando definisci Un Libro Fondamentale nella propria formazione e quando rappresenti il rispecchiarsi nei personaggi. Io a 14 anni ho iniziato a leggere Erika Joung e Janette Winterson. “Ballata di ogni donna” per primo e poi via via tutti gli altri, soprattutto “Fanny”, completando di recente con la sua autobiografia. La sua versione di donna mi ha folgorata e forgiata.
La Winterson invece ha dato voce al mio ideale di scrittura ma anche al mio modo di amare e mi ha sconvolta, a tratti anch’io non potevo più leggerla per non entrare in certe profondità di me stessa.
Libri che hanno rappresentato un cardine nella mia crescita sono stati sicuramente “il silenzio erotico delle mogli” e “troppo amore”.
Poesie di Neruda, Shakespeare, Hikmet e Emiy Dickinson sono state , come dicevi tu, il mio balsamo o il mio flagello.
Ammetto che siano stati fondamentali per me anche alcuni libri come ad esempio “Lolita”, “Tropico del cancro” e “l’amore ai tempi del colera”. Madame Bovary l’ho capita ma mi faceva imbestialire..
Da adulta non ho più ritrovato nulla di così permeante per me, solo ammirazione per lo stile e la costruzione di alcuni personaggi ma nulla mi ha permesso più di rispecchiarmi o forgiarmi. Forse ho trovato risposte più che altro, sicuramente in autori russi come Dostoevskij.
Forse da adulti leggiamo in modo diverso, cercando meno risposte o specchi nei libri. Un po' è positivo (altrimenti non saremmo cresciuti), ma si sente la nostalgia di quel tipo di legame con il libro.
Onestamente i libri che mi hanno cambiato la vita sono stati quelli pessimi, perché sono quelli che mi hanno fatto capire come non si espone un concetto e come non si scrive, cosa estremamente utile nel mio mestiere, alla fine i libri belli negli anni a parte i libri di Eco che adoro e anche quelli di Proust tanto che da poco ho recuperato tutta la trilogia del Alla Ricerca del tempo perduto.
innanzitutto grazie per questo modo che hai di parlarci di te che trovo molto diretto e vero. dici cose di te che se ci penso un po' capisco quanto sia raro trovare oggi qualcuno che ti parla di sé in un modo così denudante. mi son ritrovato in parecchi degli stati d'animo della tua adolescenza (e più avanti) che hai elencato.
riguardo le letture segnanti... beh io sono uno di quelli che vuol fare tanto e poi è confusionario: tipo che mi capita di leggere spalmati nel tempo anche 5-6 libri alla volta. tant'è che uso un tablet così me li porto dappertutto e appena ho 10 minuti vado avanti o da solo o leggendo ad alta voce alla mia compagna che così è costretta pure lei a ste letture interminabili (lei poi è strafissata con King come te e si legge un libro ogni giorno e mezzo che io non so come faccia anche se vabè capisco data la sua situazione) ma tornando ai libri, posso solo dire oggi come oggi Poe. I racconti e le poesie (ce ne sono alcune che hanno dei versi che brrr). Mi venne la curiosità ascoltando il primo LP degli Alan Parsons che gli dedicarono. Da lì ne derivò tutta l'attrazione per ciò che è un po' goth, ciò che è caduco, il lato disfacente della natura...vabè detto così mi faccio un po' senso. Di King di quelli che lessi, mi rimase molto impresso La Zona Morta e quel senso di rimpianto, la maledizione e la sensazione che ti sia stato portato via qualcosa più che di un "dono" quasi a compensare la perdita. vabè sto dilungandomi troppo. bel video e come ho detto, mi piace questa atmosfera di intimità con chi sta da questa parte. grazie
Grazie 🙂
@@YasminaPani a te!
Ciao, un'opera che mi ha aperto la mente è stata "la grande storia della guerra" di jonh Keegan
È stato un fulmine a ciel sereno
Sconvolgente
Yasmina non sai quanto mi rivedo in questo racconto. Quanto spesso mi chiedo quanto male mi ha fatto leggere per esempio sylvia plath. Mi sento una bambina nascosta in un corpo adulto, chissà quanto peso ha avuto la lettura nella costruzione di questo disagio. Alle superiori anche io avevo letto svevo e scoperto che mi parlava tantissimo. Bulgakov mi ha sconvolto per la scoperta di ciò che si può fare con la letteratura, letto da ragazza la prima volta, credo sia stato il libro che mi ha fatto diventare una lettrice forte. Grazie dei tuoi video❤ un saluto da salzburg!
Grazie del racconto!
Yasmina, ti sei commossa quando hai detto il verso di Petrarca? Si vede che freni una fugace lacrima. Mi hai fatto emozionare. Sei una ragazza straordinaria!
Sì, mi fa proprio fremere 🙂
non sono d'accordo con te,Yasmina,riguardo all'Alighieri,forse perchè si legge solo la ''Commedia'',bisogna leggerlo tutto
Comunque non è un rimprovero,ma solo la constatazione che non siamo tutti eguali(per fortuna)
@@marcolfo100 sono laureata in filologia italiana, secondo te non ho letto tutto Dante? 😂
@@YasminaPani che eri laureata in filologia italiana non lo sapevo(il mio professore di italiano al Liceo,dopo la nostra III,ebbe la cattedra di filologìa romanza all'università di parma,era milanese),e mi fa piacere di incontrare qualcuno che ha letto tutto Dante,ovviamente nel testo anche i libri in latino....ho finito il liceo nel 1963 eppure ci riesco ancora a leggere il ''de monarchia'' nel testo
"1984" di George Orwell, "Candido" di Voltaire, "L'ussaro" di Arturo Perez Reverte, "Che la festa cominci" di N. Ammaniti, "Baol" di Stefano Benni, "Il buio oltre la siepe" di Harper Lee, "Un anno sull'altopiano" di Emilio Lussu.
Dal punto di vista prettamente estetico, la modalità di scrittura, sto leggendo quel pasticciaccio di via merulana di Gadda... mi ha piuttosto sconvolto perché quel modo di scrivere lo ricercavo da tempo (non sono un grandissimo lettore, purtroppo non macino libri su libri)
Madame Bovary: potrebbe essere semplice identificazione proiettiva. Tu che dici? Personalmente non ho amato quel romanzo, ma questa è un'altra storia da raccontare.
Grazie per questo video.
Aprirsi pubblicamente parlando di qualcosa che conosco molto bene, non è da tutti.
"L'allenatore" di Salvatore Bruno, capolavoro assoluto uscito nel 1963 con Vallecchi, poi ripubblicato nel 2003 con Baldini e Castoldi, infine nel 2022 con Bordeaux. Ha pochi, pochissimi lettori che ne sono follemente innamorati, come me che negli anni ho scritto una biografia dell'autore che mi tengo tutta per me, vista la cialtroneria editoriale che c'è in giro.
Bellissimo video, io purtroppo non ho degli autori in particolare che preferisco perché leggo poco e difficilmente arrivo a leggere più di un titolo di uno stesso scrittore. I libri che mi hanno più influenzato sono:
1) "Padri e figli" di Turgenev
2) "Il giardino dei Finzi Contini" di Giorgio Bassani
3) "Sonata a Kreutzer" di Tolstoj
4) "Il giocatore" di Dostoevskij
5) "I sommersi e i salvati" di Primo Levi
Non ho menzionato Levi ma è ovviamente un autore che ti segna per sempre
Bellissimo video. Grazie per aver condiviso. Per me sei una finestra aperta su un universo quasi sconosciuto che mi affascina molto. Essendo la mia formazione quasi esclusivamente tecnico-scientifica, tra i libri che mi hanno cambiato la vita: The Principles of Quantum Mechanics di Dirac, la dimostrazione di incompletezza di Gödel, vari scritti di Landau, Feynman e Turing.
Grazie a te 🙂
Il gene egoista di Dawkins
Come ti capisco! In tutti gli anni del liceo (dalle medie in effetti) ho letto tantissimo... La "parentesi" classici dell'800 l'ho passata anche io, che ricordi! Penso di aver letto quasi tutti i romanzi pubblicati in quegli anni😂
Grazie per il video, che vedo solo ora. A me ha fottuto la vita “Il mondo come volontà e rappresentazione” di A.S. Pensando solo a romanzi, oltre a “Senilità”, aggiungo anche “La morte a Venezia” e “La montagna incantata”. Impossibile non citare pure le Operette morali. Questi sono, per me, riferimenti costanti. Per fortuna tra i miei scritti preferiti c’è anche “Lettera sulla felicità” di E. ;-)
Grazie, per esserti aperta in maniera sincera❤
Senz'altro il libro che mi ha fatto innamorare della letteratura è La boutique del mistero di Buzzati. Poi metto anche io Svevo, ma La coscienza di Zeno. Dopodiché metto 1984. Il soccombente di Bernhard, Lezioni spirituali per giovani samurai di Mishima, e per concludere Le canzoni dell'aglio di Mo yan. Ma sono pochi... dove li mettiamo Gogol e Doestowevskj? Tra tutti quello che mi ha tormentato maggiormente è sicuramente quello di Mishima, anche se non è un romanzo.
"Canto della neve silenziosa" di Selby Hubert jr. Una delle mie letture pericolose. Complimenti, molti spunti interessanti nei tuoi video.
Steinbeck, Dostoevskij, Calvino, Lawrence, scrittori eccezionali, ma chi mi ha scavato l'anima e sbattuto in faccia chi sono io è Kafka.
Leggerlo è un'esperienza fisica.
A te faccio i miei complimenti, ti seguo da poco, ma molto volentieri. Hai uno "spessore" che ultimamente è molto raro da trovare nelle persone 💪👋
@Giovanni Amedeo Turetta forte, anche io! L'ho scritto nel mio pippone sotto. Ho sempre pensato che Kafka non sia solo il mio autore preferito, è molto di più. Non so se ne eri già a conoscenza e soprattutto se ti interessa, io li ho scoperti da poco, ho trovato nel 2018, della edizione Beat, un libro che non conoscevo, "Max Brod-Franz Kafka, un altro scrivere, lettere 1904 - 1924". Praticamente è un epistolario tra Kafka e il suo amico Max Brod. Sono circa 440 pagine. Poi ho preso negli ultimi 3 anni, i tre volumi della "Biografia finale" di Franz Kafka, scritta da Reiner Staich, che credo abbia impiegato più di dieci anni. I tre volumi, che sono in inglese (almeno, 3 anni fa c'era solo la traduzione in inglese), si chiamano rispettivamente "The early years", "The decisive years" e "The years of insight". Sono circa 600 pagine l'uno. Sto leggendo il primo, a me piace, sono a pagina 170, ci sono anche diverse foto dell'epoca, molto interessanti e belle. L'inglese è abbastanza scorrevole, anche se, almeno all'inizio, quando affronta alcune problematiche personali e parla delle società dell'epoca, della scuola ecc., usa termini tecnici. Poi ho trovato finalmente, dopo tanti anni, un libercolo con gli aforismo di Zurau, carini. Ciao.
Ti ringrazio! Concordo su Kafka, credo sia così un po' per tutti almeno un pochino
Il signor K accetta l'assurdità della sua vicenda esistenziale. Io no.
Il libro che mi ha tramortito di piú in assoluto é stato "Ricordi dal sottosuolo", mi ha fatto capire per filo e per segno perché ero un misero stronzo e lo rileggo ogni volta che distanzio le persone attorno a me per capire se mi rivedo nel protagonista e se sia colpa mia. Poi ovviamente l'ho letto tipo a 16 anni e ho prontamente compiuto tutti gli errori lí descritti, per poi rileggerlo e capirlo davvero. Mannaggia.
Kafka mi ha sempre folgorato, ma in particolare ricordo la raccolta "Un digiunatore" (o piú propriamente "Un artista della fame"), che, in una climax devastante racconta i tre drammi dei tre macrostadi della vita (le delusioni ottuse dell'infanzia in "Primo dolore", l'insicurezza magmatica della maturità in "Una donnina" e l'ostinazione disillusa della senescenza ne "Un digiunatore" appunto) per poi chiudere con la totale resa dell'individuo al frastuono della massa e degli individui della massa all'idolo idealizzato sul palco in " Josefine la cantante, o il popolo dei topi".
Menzione a parte per l'edizione Feltrinelli de "Il Castello" (credo, ora non ce l'ho sotto mano e non ricordo nemmeno la curatrice), che spesso e volentieri rimandava a delle note a fine libro con le trascrizioni integrali dei frammenti che Kafka aveva inizialmente posto al punto segnalato del libro, ma poi aveva cancellato. Va da sé che Kafka era un coglione perché quelle parti sono di una bellezza abbacinante (come il resto del romanzo), e perdersi per intere pagine in quelle linee narrative abortite prima di tornare al filone principale interrotto é stata una grandiosa moltiplicazione della struttura labirintica e claustrofobica della storia, aggiungendo strati di significati metanarrativi spuri ma perfettamente inseriti, come poi il finale troncato, l'unico finale all'altezza del delirio raccontato. Quell'edizione con quelle caratteristiche mi ha fatto capire che le opere d'arte sono figlie della Storia e delle condizioni ambientali prima ancora che dell'autore, e questo le avvicina di molto ai gesti quotidiani di ciascuno.
Poi altri sono stati "I Promessi Sposi" (hehehe), il primo amore e per questo senza spiegazione, la sua prosa mi fa accettare gli slanci d'amore e concordia ad cazzum dell'Innominato, il paternalismo di Fra Cristoforo, il rincoglionimento inossidabile di Renzo e Lucia, la soap opera della Monaca di Monza, et cetera et cetera. Probabilmente perché rivedo tutti questi personaggi nella mia famiglia, molto italiana media (detto per capirsi senza disprezzo) e tanto semplice e stereotipata all'apparenza quanto complessa e contradditoria a starci sempre insieme ed osservarla. Questo mi colpisce, come Manzoni rappresenti perfettamente l'immensa avventura che si cela nella vita anche degli esseri umani piú banali.
Per lo stesso motivo "I Malavoglia" ed il suo tripudio di detti popolari mi ha straziato, tutt'ora sogno un romanzo composto solo da un lunghissimo dialogo tra due voci anonime che si dicono solo detti popolari e frasi di circostanza, fino al dissolvimento frammentario del significato di quellle parole ed espressioni tanto comuni quanto insignificanti (la cosa piú vicina che abbia letto é "Colline come elefanti bianchi" di Hemingway).
Poi vabbe', i racconti di Pirandello mi hanno insegnato a vivete e "Sei personaggi in cerca d'autore" mi ha rovinato per sempre l'arte narrativa canonica, per cui se non si tratta di musica che almeno é sensoriale o roba antinarrativa tipo Aspettando Godot (che é abbastanza la mia coperta di Linus in fatto di opere letterarie, nella versione magistrale con anche Giulio Bosetti), faccio molta fatica a farmene fregare qualcosa.
Ultimo incontro folgorante é stato con la Némirovsky e i suoi racconti, sospesi tra un lirismo sfrenato alla Leopardi della Ginestra ("La ginestra" prova dell'esistenza di Dio se ne esiste una, quella roba lí non l'ha scritta un essere umano), ma allo stesso tempo contemplativo e sardonico alla Ginzburg, secchi e simbolici come Hemingway ed introspettivi come Dostoevskij, veramente tanto densi da poter provocare un attacco d'asma.
Ce ne sarebbero altri, ma in questo momento trovo particolarmente rilevanti questi qui, chisssà domani...
P.S.: dimenticavo i tragediografi greci, come ho potuto!
Molto brevemente (ho già sbragato i maroni abbastanza): "Prometeo incatenato" per Eschilo, perché siamo tutti un po' Prometeo quando "alle quattro del mattino, un fiasco e un po' di vino, gran voglia di bestemmiare"; "Edipo a Colono" per Sofocle, perché é la piú sincera rappresentazione di un confronto con la propria vita, nella sua straziante condanna del dolore, straziante poiché inutile; " Le Baccanti" per Euripide, perche "bisogna farne di strada, da una ginnastica dell'obbedienza, a un gesto molto piú umano che ti dia il senso della violenza, bisogna farne di strada per diventare cosí coglioni, da non riuscire piú a capire che non ci sono poteri buoni".
@Federici Samsa adoro Kafka e concordo con te sulla sua "coglionaggine", aveva pure lasciato detto a Max Brod di distruggere tutti i suoi scritti....a proposito di tragedie greche, Kafka ha scritto anche due bellissimi racconti sul Prometeo e uno sul silenzio delle sirene, nel suo stile, che mi hanno colpito molto. Finalmente qualcuno che ha apprezzato I promessi sposi, amo quel romanzo, a parte quello che hai detto, bellissima anche l'ironia di Manzoni. Di Manzoni ho amato e amo molto, il soliloquio di Marco, nella seconda parte de Il conte di Carmagnola: un monologo che non sfigura a mio avviso di fronte ad esempio a quelli piu famosi shakesperiani. Federico Samsa, Gregorio Samsa: come direbbe qualcuno, coincidenze? Ciao.
Penso che questo sia il più bel commento mai comparso sul mio canale. La conclusione con le citazioni gucciniane poi mi fa proprio piangere 😍
@@lucat5479 Mi hai sgamato! "Federico" invece sarebbe Fellini ;)
Molti dei miei libri e autori sono in comune con te: sicuramente Leopardi e Flaubert (e Salammbô più ancora di Madame Bovary), Petrarca l’ho capito solo di recente ed è entrato di forza tra i miei riferimenti del cuore, tra i poeti aggiungerei Gozzano, da alcuni ancora considerato un bozzettista minore, e secondo me un genio della lingua (e la sua perpetua nostalgia per una bellezza ideale mi ha abbastanza rovinato, sì). Il testo della letteratura classica che mi commuove solo a pensarci è Edipo a Colono, per la luminosità con cui racconta il mistero del dolore cosmico. Nella letteratura moderna, quel che tu hai provato con Emilio Brentani io l’ho provato soprattutto con l’Uomo del Sottosuolo, per certi versi con Oblomov, e da adolescente con Tonio Kröger (da lì ho poi letto tutto Thomas Mann, un altro dei miei autori del cuore). Chiudo buttando lì un’impressione: secondo me i libri che sono andati più a fondo nell’esplorazione del cuore umano sono i Promessi Sposi e i Fratelli Karamazov.
Che bel commento, ti ringrazio! Ti va di spiegarmi meglio perché hai questa idea dei Promessi Sposi?
@@YasminaPani Eh, bella domanda a cui rispondere brevemente. In sintesi perché è un ‘gran teatro del mondo’ che accoglie in sé il sublime religioso, il tragico, il mezzo carattere e il comico. Descrive l’azione dell’uomo sull’uomo con una lucidità tale da essere usata ancora da Levi per descrivere cos’era il Lager; anche la messinscena della psicologia delle masse è sbalorditiva, per non dire dei minuscoli dettagli con cui è capace di sottintendere intere storie di personaggi, e ancora per il virtuosismo della lingua (“Quel cielo di Lombardia, così bello quand’è bello”: è già Gadda). Trovo poi che la Provvidenza sia un concetto più profondo di quanto normalmente si pensi, poi personalmente non posso crederci fino in fondo, non credendo in Dio; ma nei Promessi Sposi Dio c’è, ed è bello tornarci e far finta che esista davvero.
Edipo a Colono lacrime amare, la figura di Edipo che, mutilato nei sensi dalle disgrazie irrefrenabili della vita, riascolta e spesso condanna chi gli ha provocato dolore, prima di sparire e portando via il perdono negato del suo sguardo agli altri, é un'immagine che al solo pensiero mi fa venire i brividi.
@@bellini51 grazie
Cara Yasmina, grazie per il video. I primi libri che mi hanno segnato sono di H. Hesse; a seguito, da ragazzo, ecco cosa mi ha "rovinato": Grazia Deledda, Verga, il Tao Te Ching, Carducci, Ezra Pound, l'Aminta del Tasso e l'Arcadia di Sannazaro, il Qohelet, Delitto e castigo, Sallustio, Tonio Kröger & La morte a Venezia, Alice nel paese delle meraviglie, D'Annunzio, Resurrezione di Tolstoj, Saba, Penna, Caproni e infine Leopardi, anche a me Leopardi, sebbene ora non sappia più leggerlo.
Ciao Yasmina,ognuno di noi è pieno di doppi e di opposti,quindi di costanti latenze,per cui il dialogo, i contesti e le letture sono molto importanti nelle formazione,al di là dei ruoli che viviamo e con cui spesso ci identifichiamo o ci disidentifichiamo.
Si potrebbe dire che i libri che mi hanno cambiato la vita sono:
Le Poesie di Rimbaud
Siddharta di Hesse
Narciso e Boccadoro di Hesse
L'Idiota di Dostoevskij
Il Maestro e Margherita di Bulgakov
Lo Straniero di Camus
La Nausea di Sartre
Memorie di una ragazza perbene di Simone De Beauvoir
La nascita della tragedia di Nietzsche
L'unico e la sua proprietà di Max Stirner
Lettere dalla Kirghisia di Silvano Agosti
L'insurrezione che è quì di. Max Stirner e l'unione dei godimenti di Carmine Mangone
Il libro dei piaceri di Raoul Vaneigem
Che cos'è la filosofia di Deleuze e Guattari
Ciao Yasmina. Non credo di essere mai stato cambiato da un'opera, di averne subito così tanto l'effetto, forse anche perché non li ho approfonditi o li ho letti senza la maturità giusta. L'autore al quale sono più legato penso sia Philip Pullman. His Dark Materials è indubbiamente il mio romanzo preferito, tanto che l'ho ritradotto per i fatti miei. Pur avendolo letto un numero altissimo di volte, non mi è mai venuto a noia, anzi;)
Gran bel libro
“Il signore delle mosche” angosciante e purtroppo ha confermato molte cose che già pensavo
Il primo romanzo che mi viene in mente è "Il quartiere" di Pratolini. Ho amato l'ambientazione e la dimensione corale. Non ambisco a riassumere in un commento il perché abbia avuto tanto significato per me, ma dico solo che l'ho sentito molto vicino alla vita che conducevo quando lo lessi tra i 18 e i 19 anni. Io escapista impenitente, questo libro mi ha riportato coi piedi per terra.
Visto il video in ritardo, avendo scoperto solo ora il suo blog (non so se è la definizione giusta).
Io ho letto e leggo parecchio, senza essere particolarmente colto.
Vi sono libri che ho amato molto.
Mi dato piacere, conforto o anche dolore leggerli.
Ma di nessuno posso dire, con reali consapevolezza e convinzione, che mi ha cambiato la vita.
Per come la intendo io, significherebbe che vi sono stati libri che hanno per me chiaramente segnato un prima e un dopo, dalla cui lettura sono uscito sentendo che qualcosa era cambiato, nella mia sensibilità, nella mia visione del mondo o di me stesso, nel mio modo di relazionarmi alla vita o agli altri.
Magari è successo, ma non me ne sono accorto.
Invidio un pochetto chi ha vissuto questa esperienza, intensa sicuramente, bella o dolorosa che possa essere.
Volevo comunque soprattutto ringraziarla per il gradevole e interessante video, e per altri suoi che ho visto e sicuramente vedrò.
Grazie mille 🙂 comunque io con cambiare la vita non intendo necessariamente che la lettura mi ha sconvolto e cambiato sul momento, cioè quindi con una linea di demarcazione netta tra un prima e un dopo, ma che ho visto nel tempo le conseguenze dell'assimilazione profonda di quella lettura
@@YasminaPani Capisco bene, grazie della risposta.
Nel mio caso questa consapevolezza dell'impatto di una lettura specifica non l'ho acquisita neppure con una riflessione successiva, e anagraficamente ho avuto molto più tempo di lei per pensarci e rendermene conto.
Limiti miei...
La consapevolezza che ho è però quella che senza i libri la mia vita sarebbe stata meno piacevole, emozionante ed interessante, non è poco.
Grazie ancora e buona serata
È un piacere ascoltarti ❤
Grazie mille
Narciso e Boccadoro mi ha decisamente fottuto da ragazzina. L'idea di una fondamentale inconciliabilità fra il vivere e l'analizzare, il comprendere da un punto di vista profondo, e quindi il descrivere in chiave artistica la propria esperienza, mi ha provocato molte notti insonni. Non l'ho mai riletto, forse dovrei. Forse la me adulta avrebbe una visione diversa e ne sarebbe meno turbata, anche se francamente ne dubito, dal momento che non ho mai risolto quel fondamentale dilemma. In generale, guardare i tuoi video mi sta facendo tornare la voglia di leggere, cosa che purtroppo non riesco più a fare da molto tempo per una lunga serie di ragioni, quantomeno non con quella modalità immersiva del passato...
Io sono una grande sostenitrice delle riletture a distanza di anni! Le trovo sempre rivelatorie
Il mio trauma è stato con “la nausea” di Sartre, avevo 16 anni e non ero mai stato un grande lettore, attraverso il video di un divulgatore o forse con un film avevo sentito citare questo libro, era un periodo molto particolare della mia vita, vivevo nel mezzo di grandi contraddizioni del mio essere e del mio agire che auto-giustificavo con una visione del mondo piuttosto nichilistica, fatto sta che presa visione della trama e di certi commenti, anche negativi, sotto questo libro, decido di leggerlo. Posso solamente dire che per me è stato come essere travolti da una tempesta, ero convinto che l’uomo che avesse scritto quel libro avesse tutta la verità in mano e che quella verità era esattamente quella che avevo dentro ma a cui non riuscivo ad attribuire le parole giuste, lessi il il libro in neanche 2 giorni, e, ripeto, non ero mai stato un grande lettore, anzi, non avevo mai letto un libro intero in vita mia… quel giorno capii che non potevo più vivere come avevo fatto fino a quel momento, ero molto triste per via delle solite cose che la vita ti offre, ma sarà stato il mio grande ego o la mia voglia di rivalsa che mi misi a mangiare ogni sorta di libro di ogni sorta di autore, filosofia, scienze, storia e tra gli alti e bassi della mia vita posso solamente dire grazie a tutti i miei fraintendimenti, alle male-interpretazioni e alle devianze mentali che ogni volta che aprivo un nuovo libro mi portavano un po’ più distante da me stesso e un po’ più vicino a me stesso. Bisogna scoprire cazzo, ma soprattutto bisogna contraddirsi, non devo capire devo ancora scoprire!
Brava...mi piace sempre molto ascoltarti quando parli di letteratura e mi dispiace il fatto di non amare ..o capire le poesie, forse non sono abbastanza sensibile, e non mi piace nemmeno la letteratura classica, ma non ostante ciò sono un appassionato lettore ed alcuni libri anche per me, sono stati molto formativi...comunque brava..brava davvero..
Purtroppo ho letto solo pochi libri a causa del pessimo insegnamento datomi dai miei professori, più interessati a impartirmi lezioni nozionistiche.
I libri che mi vengono in mente che più mi hanno segnato sono stati:
- Moby Dick: l'ossessione non porta mai a nulla
- Cuore di Tenebra: Nessuno ha coraggio di conoscersi
- la Fattoria degli animali: alcune persone non sono cattive solo perché non ne hanno possibilità
- Addio alle armi: una vita di sofferenza non viene sempre ricompensata.
Avrai anche letto poco, ma conta la qualità Nonno! Che libri ❤️
@@guerriero_shardana Grazie.
sono bei libri e nemmeno troppo indigesti. Ti consiglio di leggerti Calvino, in particolare le storie brevi come il Visconte Dimezzato, che sono storie semplicissime, ma efficaci proprio per la propria semplicità o anche i libri di Pirandello.
@@alessiodaini7907 La trilogia araldica l'ho letta e riletta, amo follemente il visconte dimezzato mi ricorda tantissimo uno dei miei altri libri preferiti: "Le avventure del barone Münchhausen" di Raspe. Grazie per il consiglio comunque.
Non è semplice scrivere tutto in un post. Per me a 12 anni fu determinante l'Iliade e Pirandello. Passai un'estate folle a fantasticare sui guerrieri omerici e ad osservare tutte le mie maschere, Pirandello mi svelò tutta la scissione che in qualche modo ero anch'io costretta vivere e poi amavo la sua prosa dialogica, accattivante. Verso i 30 anni Proust mi aprì un mondo di sottigliezza, profondità, eleganza, ma anche di verità opposta a tutte le apparenze superficiali che lasciano trasparire ad un osservatore attento la realtà dell'essere che spesso è meno brillante di quanto si vorrebbe, con la consapevolezza che l'unica cosa che conta sia l'Arte ed il mistero di chi sa di essere un 'gigante immerso nel tempo' (Proust in due righe e mezzo :DD). La severità dei Ricordi di Marco Aurelio, la magia delle Memorie di Adriano. L'inquitudine di Pessoa che oggi preferisco non leggere più (con la tendenza alla depressione è meglio non esagerare). I filosofi del sufismo e Plotino. E per quella che era la mia materia, storia dell'arte, il grande Cesare Brandi, probabilmente poco conosciuto per chi non ha seguito certi studi ma sicuramente un grande. Amo Umberto Eco, devo dire che spesso anche questi grandi studiosi e ricercatori, non propriamente artisti, sono tuttavia riusciti a commuovermi. Meno male che ci sono loro. Ah, dimenticavo Montale, forse l'unico poeta a parte Omero, che mi abbia preso. Spero prima di non esserci più di poter leggere la Commedia come si deve perché sento che Dante deve dirmi ancora molto. Grazie per i tuoi video frizzanti e sinceri. Elena
Ben rientrata prof! ❤️
Per me è Fenoglio tutto. A 15 anni mi ha esaltato raccontandomi di un ragazzo con un fucile sulle spalle che cammina sul profilo di una collina. A 25 mi ha insegnato che diventare adulti significa scegliere e scegliere significa rinunciare a qualcosa. A 30, rileggendo e rileggendo, mi ricorda che la parte giusta è sempre quella degli sconfitti e degli ultimi, sempre dalla parte di Ettore, mai da quella di Achille. Immenso e, secondo me, sempre posto ingiustamente in coda ai grandi.
Mi hai fatto venire voglia di rileggere Svevo, grazie!
Fenoglio, non abbastanza celebrato!
ti sono estremamente solidale, oltre che grato per i tuoi contenuti che sto davvero apprezzando moltissimo
per chiarezza: "solidale" nel senso di enpaticamente affine alle problematiche che affronti, sia personali che legate alla meravigliosa lingua che condividiamo
Grazie mille
Anch'io che sono cresciuta a "castagne ed erba spagna" , in un ambiente provinciale in cui la vita non scorreva mai (e oggi ringrazio), ho trovato ciò che sentivo nelle opere che citi. Quasi tutte. E rinforzavo il mio sentire. Oggi sono aperta ad altre possibilità.
Il giovane Holden su tutti, è il primo libro che dopo averlo letto ho ricomprato in inglese per leggere l'originale (sono un talebano della lingua originale, sia per i libri che per i film, almeno per quelle che mastico). E poi Asimov, la Fondazione, ma lì è un discorso diverso.
Libro molto importante, è vero
Asimov in lingua è fantastico , quasi come Conrad, uno slavo che scrive in inglese ha un vocabolario limitato e adopera pochi idioms. Con Crumley è uno dei pochi autori che capisco in lingua originale
Grazie per questo video: offre tanti spunti di riflessione.
BRAVISSIMA, come sempre. ❤
A me l'universo di Wilde, Borges, Yourcenar, Musil, Moravia, Pasolini, Bataille, Camus, Morin, mi hanno tanto influenzato, nel pensiero e nel modo di scrivere; per i poeti, Eluard, Borges, Valduga, Baudelaire...
Complimenti.
Anche io adoro King.
Stavo appunto cercando di leggere i titoli dietro di te.😊
Il primo libro che ho letto è stato 'cara famiglia' di Guglielmo Zucconi, forse a 12 anni, poi mi piaceva la fantascienza e quindi asimov e relative raccolte, bradbury... molto descrittivo bradbury, mi ha creato delle immagini mentali che sono rimaste con me tutta la vita. Poi vabe' leopardi top, ho ancora un libricino nel comodino anche se all'epoca lo capivo relativamente. Di cavalcanti copiavo le poesie che mandavo alla prima fidanzata tramite sms. Piu recentemente leggicchio poco per problemi di vista, ascolto molto i podcast, stranamente mi paice hegel, spinoza, cartesio, schopenhauer... poi ascolto te ed improvvisamente vedo benissimo 😍
Nei libri e nei poeti cerchi te,
ma il tuo poeta muore e l'alba non vedrà...
E il tempo andato non ritornerà
Vita è arte dell' incontro
Leggendo non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma. Ci colpiscono degli altri le parole che risuonano in una zona già nostra - che già viviamo - e facendola vibrare ci permettono di cogliere nuovi spunti dentro di noi. (Pavese)
Grazie per aver raccontato la tua esperienza, penso che la conoscenza comunque ti cambia sempre la vita, perche' cambia il tuo modo di vedere le cose, in quanto al sentirti attratta da alcuni autori credo che succede proprio perche' riescono a riflettere quella parte di te che ha bisogno di emergere e che magari e' stata soffocata o repressa dagli schemi della societa'. Io non saprei dire se c'e' stato qualche autore che mi ha cambiato la vita, ci sono stati sicuramente autori che mi sono piaciuti, ho fatto le scuole negli anni 80 e purtroppo non ho avuto insegnanti che mi hanno fatto amare quello che leggevo. L'unico autore verso il quale mi sento particolarmente attratta e' Giovanni Pascoli; alle scuole superiori, mi pare al secondo liceo, ci fu un supplente per 15 giorni che ci spiego' due poesie, il lampo e la tovaglia, e da li, con la spiegazione molto chiara e approfondita e soprattutto sentita di questo prof anziano, ho voluto approfondire di mio, ma probabilmente anche questo prof rispecchiava qualche mia proiezione siccome pare non interessasse a nessuno :D poi mi sono piaciuti Stephen King e Oscar Wilde, pero' non posso dire che mi hanno cambiato la vita, semmai mi hanno fatto riflettere, questo sicuramente, in generale mi piace riflettere su alcuni pensieri di autori vari, ritrovarmi e poi mettere tutto in discussione ^^
Immagino che Pasolini sarà tra i protagonisti del prossimo video, quello dedicato alla formazione politica! Io sono stato folgorato dalla lettura delle sue opere; l'effetto è stato quello di una droga.
Un altro romanzo che mi ha irrimediabilmente cambiato è "Le Meteore" di Michel Tournier. Purtroppo quasi introvabile in Italia.
Definisco ciò di cui hai parlato "Momento di Verità", cioè istanti in cui realizzi qualcosa su di te che fino a quel momento non vedevi, rompendo una sorta di di velo sulla tua realtà personale. Ovviamente anche questa nuova verità può essere temporanea, e venire superata da una nuova consapevolezza. Per quanto spesso facciano male, sono momento preziosissimi dal mio punto di vista, perchè ti permettono di conoscerti meglio e affrontare la tua realtà con una benda sugli occhi meno spessa. Ciò che confonde, che spiazza, che deprime ha una potenzialità enorme di migliorare la nostra vita, perchè se affrontato ci porta ad una maggiore lucidità, secondo me almeno. Poi sempre dal mio punto di vista, fai benissimo a staccartene quando diventa un'ossessione, o semplicemente "troppo". A volte queste scoperte possono essere travolgenti e risucchiarti nell'abisso, lo capiscono benissimo essendoci passato io stesso. Leggere ha anche questo "potere", permetterti di venire a contatto con tutto ciò in maniera a volte dirompente, rapida, cosa che magari la vita ti avremmo messo davanti in decenni.
Per quanto riguarda i testi che hanno cambiato la mia vita, diciamo che contrariamente a molti qui temo di aver letto pochissimi classici, e in generale le mie letture siano di basso livello letterario. D'altro canto son sempre stato più interessato alle materie scientifiche, e ho rivalutato quelle umanistiche solo all'università e soprattutto dopo, superati i 30 anni. I miei momenti di verità sono passati più che attraverso testi completi, da singole frasi o dialoghi, presi da film, fumetti o libri. Forse perchè appunto non sono opere letterarie.
Faccio un paio di esempi:
"Io non voglio tutto ciò che desidero. Nessuno lo vuole. Non veramente. Che divertimento sarebbe, se potessi avere tutto ciò che desidero, senza problemi? Non avrebbe nessun valore. E poi che succederebbe?” (Coraline)
“ I pirati sono il male? E la Marina è la giustizia? Bene e male non sono che colori sulla tela, i cui nomi cambiano di continuo! I bambini che non conoscono la pace e quelli che non conoscono la guerra vedono il mondo con occhi molto diversi! Solo chi è al potere può stabilire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato! E questo luogo proprio ora si trova a metà strada tra le due possibilità! "La giustizia vincerà"?! Ovvio! Perché sono i vincitori a essere nel giusto! ” (One Piece)
Bel video e soprattutto ottimo spunto di riflessione. Tre nomi nell'ordine cronologico in cui li ho letti e me li sono fatti un po' amici (perché, come raccontavi tu, ci restano accanto nei pensieri e nella rilettura delle pagine): Pirandello, in particolare la cosiddetta trilogia del metateatro (il mio preferito è "Questa sera si recita a soggetto") - pensa che la mia prima psicoterapeuta, avevo poco più di vent'anni, sviluppò un intero filone del nostro percorso insieme sulla tematica pirandelliana; Virginia Woolf, ancora oggi per me voce della pienezza del momento e insieme della leggerezza del tempo e delle cose, il mio libro della vita è forse proprio "Le Onde"; infine Kafka, intorno ai 27, 28 anni: l'opposto, l'immoto, la forza, la ripetizione priva di contatto - il mio preferito resta "Il Processo".
Ed è questa la cosa bella dei libri che restano importanti nel tempo secondo me: rappresentano parti di noi, illuminano aspetti del nostro vissuto e ci rendono consapevoli di come, per quanto diverse, tutte queste sensibilità possano convivere e rinnovarsi.
Grazie di questa condivisione 🙂
Tra i libri letti nel periodo in cui ci si forma sicuramente tra i primissimi c'è stata la trilogia dei nostri antenati di Calvino. Subito dopo ne lessi vari di Kafka, i due che più mi influenzarono furono "Siddartha" e "Narciso e Boccadoro". Un'altra opera che mi è rimasta impressa sono stati "I sepolcri" di Foscolo, c'è stato un periodo che volevo farne anche una versione a fumetti, mai conclusa, e pertanto la prima parte la conosco pure a memoria. Un altro autore a cui devo tanto è Kurt Vonneghut e la sua fantascienza "umanista" sui generis, piena di ironia e situazioni assurde. Un'altro libro che ancora mi fa star male per le riflessioni sull'esistenza e sul suo senso (o non senso) è stato "Non lasciarmi" di Kazuo Ishiguro.
Tutto finisce...ma ti rimane la malinconia.
Sei meravigliosa Yasmin.
Leggere un libro é penetrare l'animo di una persona, l'autore.
É scoprire, spogliare il suo mondo, possederlo facendosi possedere.
Alcuni autori sono affini. Altri tossici ( Svevo pare lo sia stato con te ).
Tutti, però, hanno la loro "utilità"
Di King sei una fan, il senso critico con lui scompare, é ovvio che lo sopravvaluti ❤️
Quando leggiamo un libro é come se lo mangiassimo.
L'uomo é ciò che mangia.
I libri diventano noi.
Noi siamo i libri che leggiamo, anche quelli che non ci sono piaciuti per niente.
Per questo motivo citerò "va dove ti porta il cuore", quel coso della Tamaro, orribile, odioso, melenso, lontano mille anni luce da ciò che cercavo e volevo.
Ma non avevo un cazzo da leggere, ero affamato il giorno, avevo una fame bestia e lessi.
Per il concetto Feurbachiano sopraesposto, da quel giorno sono un altro, purtroppo.
Ci sarà qualche seme venefico nel mio animo, qualche germoglio magro, ossuto ed occhialuto, simile ad Harry Potter... simile a lei... quella terribile scrittrice.
Piango ripensando a quel pomeriggio.
É come se avessero abusato di me, mi sento, tutt'oggi, brutalizzato.
Nulla valse una doccia di Poe e Baudelaire, mi sentii sporco anche dopo Dick, Calvino e Buzzati, Kafka fu inutile, Lovecraft non copri l'olezzo.
Fate attenzione quando leggete un libro, non si può tornare indietro.
Diffidate da chi vi propone Volo Fabio. Diffidate dal "ma prova almeno a leggerlo!
Diffidate.
A me diverte sempre notare come Fabio Volo (citato in senso inverso alla giapponese per una strana forma di detorsio in comicum?) sia diventato una sorta di meme vivente per simboleggiare la cattiva scrittura, nonostante esistano centinaia di scrittori contemporanei che riescono ad essere perfino più vuoti, insignificanti e stilisticamente osceni di lui; la stessa Tamaro citata in questo commento, o Erin Doom (autrice più venduta dell'anno in Italia nel 2022, sigh), o Mazzariol, o la Meyer, o la Miller sono peggiori del già mediocre Volo, però ormai il meme è consolidato e non si può usarne un altro. Ciò detto, a me risulta che quello che l'organismo ingerisce possa sempre essere espulso dallo stesso senza troppi impedimenti, quindi anche i problemi gastrointestinali dovuti a un pasto cattivo dopo un paio di giorni dovrebbero cessare...
@@alessandro65384 dici che sono ancora in tempo per rimettere quel libraccio? 😂 Troppo tempo passò. Ahimè .
Grazie per l'elenco dei veleni. Cercherò di evitarli.
Beh Volo é l'emblema, é lo scrittoraccio per antonomasia. A me é davvero capitato che un caro amico, suo lettore, mi invitasse a dargli una possibilità. Mi astengo, come per le farine di insetti, mi basta la semola rimacinata, la farina tipo 2, ma anche la crusca ... Meglio, molto meglio.
@@alessandro65384 Fabio Volo è "L'Uomo senza qualità" della letteratura italiana, di una banalità lancinante, non solo e non tanto quando scrive, ma ogni volta che apre bocca: è inquietante la sequela di cazzate, banalità, qualunquismo come piovesse, che riesce a fare a sgorgare dalle sue labbra. Eppure lo invitano e gli chiedono pure un parere. Poi da un po' di tempo, è stato preso da questo virus che sembra avere colpito diversi vip, i quali sentono l'irrefrenabile istinto di spiegare come da giovani fossero i più sfigati e poveri dalla Genesi ai giorni nostri....e giù con racconti che "Senza famiglia", al secolo Remì, che vedevo da piccolo, era spensierato...forse sono i sensi di colpa per essere straricchi per un colpo di c....Ad ogni modo, almeno stando ai rigidi criteri assolutamente personali, quindi discutibilissimi, in realtà, credo che, rispetto alla fama che hanno, alcuni tra gli autori per me rappresentano il trionfo della banalità, citerei Coehlo e l'Hermann Hesse di Siddartha. Credo che i prodromi del diabete che ho da qualche anno, siano da ricercare lì...stavo pensando di chiedere i danni....
@@guerriero_shardana a parte gli scherzi, per formarsi un gusto personale e una capacità critica credo sia necessario leggere anche libri (se così possono essere definiti) di quel tipo, proprio perché non si può comprendere cosa abbia valore e cosa no leggendo solo testi di un certo spessore (come da piccoli non si capisce cosa sia il bene finché non si entra in contatto col male)
@@lucat5479 "non tanto quando scrive" ma io di quello parlavo, figurati se leggo/ascolto sue interviste!
Molte volte ho studiato
la lapide che mi hanno scolpito:
una barca con vele ammainate, in un porto.
In realtà non è questa la mia destinazione
ma la mia vita.
"Figli e amanti", avevo 15 anni.. sono uscito devastato.
Brava, Yasmina. Faccio i miei complimenti ai suoi genitori, che hanno sviluppato il suo Daimon letterario. Ritengo che lei sia una ragazza molto brillante e debba continuare ad espandere le proprie conoscenze.
Daimon letterario...mi fa tornare in mente il grande Harold Bloom il quale ci aveva messo in guardia dai nuovi barbari del politicamente corretto.
Ripartiamo dai classici.
Complimenti per questo video e per quelli sulla linguistica. Le mie preferenze non nascono da un approfondimento letterario, ma riguardano campi eterogenei di interessi, o per dirla come a volte capita anche a lei "a la cazzo". Estraendoda questo lntruglio cito lucrezio, gli essays di Montaigne, la peste di camus e l'opera di un uomo orrendo, da umanamente lontano(spero), parlo di "un viaggio al termine della notte", di Celine.