Di ogni intervento che fate insieme mi piace il ritmo con cui vi date la parola, siete aperti e coesi, vi lasciate reciprocamente spazio senza interrompervi a vicenda. Entrambi così avete modo e tempo di esporre un ragionamento e vi si segue con maggiore attenzione. Diventa proprio piacevole ascoltarvi. Grazie!
Sono d'accordo con quello che dite salvo l'affermazione "al di là che c'è un dittatore che ha invaso un altro Paese..." una frase che ti fa tornare al punto di partenza.
Lo stesso disagio che ho vissuto anche io in questi ultimi anni....non riesco più a guardare la tv e stare sui social, soffro per la divisione che si è creata tra le persone e tra gli amici che si trovano su posizioni diverse. Vedo un'aggressività che mi inquieta parecchio. Abbiamo perso il rispetto e l'empatia?
"Se parli con un uomo in una lingua a lui comprensibile, arriverai alla sua testa. Se gli parli nella sua lingua, arriverai al suo cuore” (Nelson Mandela)
Ho ascoltato il podcast di Tlon che parla di classismo e meritocrazia. Non l'ho trovato qui su RUclips, quindi commento sotto questo video, che è di due mesi fa e che mi era piaciuto molto, anche per sottolineare l'immensa contraddizione tra l'episodio del podcast (tremendo) e quello che è il vostro pensiero, così come emerge da questo video pacato e razionale (tutto il contrario dell'episodio sul classismo). Sono nata in una famiglia benestante, ma ESTREMAMENTE disfunzionale. E sono nata a Napoli, un posto altrettanto disfunzionale che non solo non mi ha aiutata, ma mi ha anche creato ancora più problemi ad emanciparmi da quella famiglia disfunzionale. In questo posto del sud, privo di opportunità, mi vedo continuamente messa in discussione e costantemente mi sento ricordare, come una colpa immodificabile, quello che agli occhi degli altri è stato un immenso privilegio: nascere in una famiglia ricca, benestante. I miei concittadini non si preoccupano di ferire gli altri, ma fanno molta attenzione a non essere feriti, e per farlo arriverebbero a distruggere chi non la pensa come loro, ATTACCANDOLO SUL PERSONALE. Io ho subito e subisco, nella bella città di Napoli, continui, meschini attacchi a me come persona, e visto che sono arrabbiata attacco a mia volta, sottolineando la verità: che qui a Napoli (e probabilmente in tutto il sud) per le brave persone non c'è posto e non c'è futuro, e che se non sei pazzo qui ti ci fanno diventare. Sto generalizzando? Certo che sto generalizzando. È retorica? Certo, come la vostra, secondo la quale se hai talento e hai soldi vai avanti a lavorare nel mondo della cultura, altrimenti no. La mia famiglia non mi ha mai supportato nelle mie reali aspirazioni o nel desiderare che io fossi una persona libera, mentre molte persone nate in un contesto più povero hanno avuto magari, a differenza mia, questo privilegio. Vi invito a fare in futuro queste distinzioni e a non mettere tutto quell'impegno a difendere una classe (quella operaia) a discapito di un'altra che secondo voi ha tutti i privilegi, perché non è così.
Elogio del conflitto nel dialogo autentico con l'Altro. Sostenere il conflitto anche a livello delle emozioni, nella pienezza dell'autoconsapevolezza, è l'arte del dialogo. Se non si conosce la portata della propria violenza non si può avere un dialogo non violento. A livello di comunicazione siamo immersi nella propanda e nelle polarizzazzioni, riusciamo a collocare le nostre menti pensanti nella sospensione dell'incertezza? Poter sostenere questo richiede grande saldezza interiore e ci apre all'ascolto. Smantellare la guerra a partire dalla decolonizzazione del nostro pensiero e del nostro sentire è l'unica via possibile per superare l'urgenza della scelta dettata dall'angoscia dell'impotenza. Quanto ego nel desiderio di prevalere! Non c'è alcun arricchimento né possibilità di essere fecondati e fecondare.
L'urgenza delle prese di posizione nasce dall'insostenibilità dell'angoscia di fronte all'ignoto, non siamo educati a reggere le nostre stesse emozioni. Abbiamo urgenza di proiezioni e di espellere il "male" al di fuori di noi.
la complessità fa paura perchè l'ego dovrebbe rinnunciare a una parte della sua identità e questo singifica la morte per lui. Allora il lavoro è di costruire un ego che sia poliedrico, che abbia al suo fondamento la convinzione che complessità è giusto e buono. Chi si apre alla complessità, avvia un processo di evoluzione dell'ego atrofizzato sulle proprie posizioni. Parlaimo di evoluzione dell'essere umano, ecco perchè è difficile e non per tutti, non ancora.
Grazie per il lavoro che fate è di grandissimo aiuto per riuscire a districarsi in questo mondo in cui i confini tra mondo analogico e mondo digitale sono sempre più confusi..nel video avete accennato al tema della spiritualità (che è sempre più individualistica) e vorrei molto approfondire questo tema. Dove posso trovare vostri approfondimenti? Grazie in anticipo. Paola
Non credo ci siano giustificazioni alla guerra ma non possiamo non tenere conto del fallimento della diplomazia e di come essa si pone e continua a porsi. Purtroppo l’analisi condotta da Franco Fracassi sia nel suo libro che nell’intervista che ho inserito, non viene mai analizzata da nessun altro giornalista informativo.
Comprendo le vostre ragioni ma mi sono chiesta cosa ne fosse stato di voi, forse la vostra riflessione avreste potuto, intanto, annunciarla? Vi seguo con interesse
La razionalità aiuta a comprendere le cose (solo alla fine di un processo-Hegel docet), ma non può fare nulla per cambiarle mentre il processo avviene. Abbiamo tutti molta paura dell'impensabile. E andrebbe riletto (o forse letto) Günter Anders, L'uomo antiquato vol 1. Di fronte al pericolo atomico (alla "ragione atomica", il conflitto è solo un accidente. Forse ce ne siamo dimenticati, perché dagli anni 80 non se ne parla più. Ma siamo pieni, in Europa e nel mondo, di testate nucleari. E l'Italia è la maggiore base nato d'Europa. Il non detto che tutti ci attanaglia è la paura (razionalmente fondata) della fine della vita sulla terra.
Se fosse un discorso "neutrale" sarebbe corretto. Il problema è che, non essendoci discorsi neutrali, questi inviti alla complessità, all'erudizione, all'esitare prima di esprimersi assomigliano molto a quelli fatti da chi, dall'alto della sua conoscenza, dice con tono sacerdotale al popolo di non immischiarsi in faccende che non lo riguardano, qualora naturalmente l'opinione del popolo non coincidesse con quella desiderata. Certo, argomenti complessi necessitano di approfondimenti. Peró chissà perché questi discorsi servono sempre a legittimare determinate posizioni e non altre. Si nota bene come tra un invito allo specialismo e un invito all'apertura, ci sia sempre, in questi discorsi, l'emergere dello stesso punto di vista in tutte le questioni. Curiosamente, questo punto di vista è quello che emerge guardando una qualsiasi trasmissione televisiva o leggendo uno dei giornali. Per quanti limiti possa avere il termine "pensiero unico", spiega molto bene questo fenomeno.
Bei discorsi che condivido in larga parte. Continuo a soffrire della propaganda e della dicotomizzazione di ogni argomento nella mia vita quotidiana. Aspetto ancora che vi dichiarate contro ogni discriminazione, inclusa quella delle persone non vaccinate, e una condanna senza sé e sanza ma del green pass. Non c'è stato fino ad ora e non credo arriverà prossimamente. Fare discorsi complessi è fondamentale, vero - ci sarebbe servito un vostro discorso complesso su questo tema. Ci fu una diretta in agosto ma poi il nulla - le restrizioni sono aumentate, la gente ha perso il posto di lavoro. La riflessione ancora non c'è più stata, TLON. Spero non per opportunità.
Quanta ignoranza! Una volta le persone ignoranti avevano la dignità di stare zitte, mentre adesso si prendono seriamente e parlano come se avessero qualcosa di importante da dire.
Di ogni intervento che fate insieme mi piace il ritmo con cui vi date la parola, siete aperti e coesi, vi lasciate reciprocamente spazio senza interrompervi a vicenda. Entrambi così avete modo e tempo di esporre un ragionamento e vi si segue con maggiore attenzione. Diventa proprio piacevole ascoltarvi.
Grazie!
Sono d'accordo con quello che dite salvo l'affermazione "al di là che c'è un dittatore che ha invaso un altro Paese..." una frase che ti fa tornare al punto di partenza.
Lo stesso disagio che ho vissuto anche io in questi ultimi anni....non riesco più a guardare la tv e stare sui social, soffro per la divisione che si è creata tra le persone e tra gli amici che si trovano su posizioni diverse. Vedo un'aggressività che mi inquieta parecchio. Abbiamo perso il rispetto e l'empatia?
"Se parli con un uomo in una lingua a lui comprensibile, arriverai alla sua testa. Se gli parli nella sua lingua, arriverai al suo cuore” (Nelson Mandela)
Grazie siete "Una luce sul sentiero"
Ho ascoltato il podcast di Tlon che parla di classismo e meritocrazia. Non l'ho trovato qui su RUclips, quindi commento sotto questo video, che è di due mesi fa e che mi era piaciuto molto, anche per sottolineare l'immensa contraddizione tra l'episodio del podcast (tremendo) e quello che è il vostro pensiero, così come emerge da questo video pacato e razionale (tutto il contrario dell'episodio sul classismo).
Sono nata in una famiglia benestante, ma ESTREMAMENTE disfunzionale. E sono nata a Napoli, un posto altrettanto disfunzionale che non solo non mi ha aiutata, ma mi ha anche creato ancora più problemi ad emanciparmi da quella famiglia disfunzionale. In questo posto del sud, privo di opportunità, mi vedo continuamente messa in discussione e costantemente mi sento ricordare, come una colpa immodificabile, quello che agli occhi degli altri è stato un immenso privilegio: nascere in una famiglia ricca, benestante. I miei concittadini non si preoccupano di ferire gli altri, ma fanno molta attenzione a non essere feriti, e per farlo arriverebbero a distruggere chi non la pensa come loro, ATTACCANDOLO SUL PERSONALE.
Io ho subito e subisco, nella bella città di Napoli, continui, meschini attacchi a me come persona, e visto che sono arrabbiata attacco a mia volta, sottolineando la verità: che qui a Napoli (e probabilmente in tutto il sud) per le brave persone non c'è posto e non c'è futuro, e che se non sei pazzo qui ti ci fanno diventare. Sto generalizzando? Certo che sto generalizzando. È retorica? Certo, come la vostra, secondo la quale se hai talento e hai soldi vai avanti a lavorare nel mondo della cultura, altrimenti no. La mia famiglia non mi ha mai supportato nelle mie reali aspirazioni o nel desiderare che io fossi una persona libera, mentre molte persone nate in un contesto più povero hanno avuto magari, a differenza mia, questo privilegio. Vi invito a fare in futuro queste distinzioni e a non mettere tutto quell'impegno a difendere una classe (quella operaia) a discapito di un'altra che secondo voi ha tutti i privilegi, perché non è così.
Cresco tantissimo quando vi ascolto . Un caro saluto dalla tua Mazara del Vallo. Alberto Gancitano.
Elogio del conflitto nel dialogo autentico con l'Altro. Sostenere il conflitto anche a livello delle emozioni, nella pienezza dell'autoconsapevolezza, è l'arte del dialogo. Se non si conosce la portata della propria violenza non si può avere un dialogo non violento. A livello di comunicazione siamo immersi nella propanda e nelle polarizzazzioni, riusciamo a collocare le nostre menti pensanti nella sospensione dell'incertezza? Poter sostenere questo richiede grande saldezza interiore e ci apre all'ascolto. Smantellare la guerra a partire dalla decolonizzazione del nostro pensiero e del nostro sentire è l'unica via possibile per superare l'urgenza della scelta dettata dall'angoscia dell'impotenza. Quanto ego nel desiderio di prevalere! Non c'è alcun arricchimento né possibilità di essere fecondati e fecondare.
Maura bellissime parole e condivido ciò che dite… Ci sono comunque già scelte fatte con dominanza assoluta sul aggiungere conflitto al conflitto.
L'urgenza delle prese di posizione nasce dall'insostenibilità dell'angoscia di fronte all'ignoto, non siamo educati a reggere le nostre stesse emozioni. Abbiamo urgenza di proiezioni e di espellere il "male" al di fuori di noi.
Molto Interessante il discorso su lettura, empatia, perdita della capacità di confliggere e guerra digitale.
la complessità fa paura perchè l'ego dovrebbe rinnunciare a una parte della sua identità e questo singifica la morte per lui. Allora il lavoro è di costruire un ego che sia poliedrico, che abbia al suo fondamento la convinzione che complessità è giusto e buono. Chi si apre alla complessità, avvia un processo di evoluzione dell'ego atrofizzato sulle proprie posizioni. Parlaimo di evoluzione dell'essere umano, ecco perchè è difficile e non per tutti, non ancora.
Pensare la pace
Grandi! 🙏❤️🙏❤️🌟
Grazie per il lavoro che fate è di grandissimo aiuto per riuscire a districarsi in questo mondo in cui i confini tra mondo analogico e mondo digitale sono sempre più confusi..nel video avete accennato al tema della spiritualità (che è sempre più individualistica) e vorrei molto approfondire questo tema. Dove posso trovare vostri approfondimenti? Grazie in anticipo. Paola
Non credo ci siano giustificazioni alla guerra ma non possiamo non tenere conto del fallimento della diplomazia e di come essa si pone e continua a porsi.
Purtroppo l’analisi condotta da Franco Fracassi sia nel suo libro che nell’intervista che ho inserito, non viene mai analizzata da nessun altro giornalista informativo.
Comprendo le vostre ragioni ma mi sono chiesta cosa ne fosse stato di voi, forse la vostra riflessione avreste potuto, intanto, annunciarla?
Vi seguo con interesse
La razionalità aiuta a comprendere le cose (solo alla fine di un processo-Hegel docet), ma non può fare nulla per cambiarle mentre il processo avviene. Abbiamo tutti molta paura dell'impensabile. E andrebbe riletto (o forse letto) Günter Anders, L'uomo antiquato vol 1. Di fronte al pericolo atomico (alla "ragione atomica", il conflitto è solo un accidente. Forse ce ne siamo dimenticati, perché dagli anni 80 non se ne parla più. Ma siamo pieni, in Europa e nel mondo, di testate nucleari. E l'Italia è la maggiore base nato d'Europa. Il non detto che tutti ci attanaglia è la paura (razionalmente fondata) della fine della vita sulla terra.
Favorevole alle autosanzioni, contraria all'invio di armi.
Se fosse un discorso "neutrale" sarebbe corretto. Il problema è che, non essendoci discorsi neutrali, questi inviti alla complessità, all'erudizione, all'esitare prima di esprimersi assomigliano molto a quelli fatti da chi, dall'alto della sua conoscenza, dice con tono sacerdotale al popolo di non immischiarsi in faccende che non lo riguardano, qualora naturalmente l'opinione del popolo non coincidesse con quella desiderata. Certo, argomenti complessi necessitano di approfondimenti. Peró chissà perché questi discorsi servono sempre a legittimare determinate posizioni e non altre. Si nota bene come tra un invito allo specialismo e un invito all'apertura, ci sia sempre, in questi discorsi, l'emergere dello stesso punto di vista in tutte le questioni. Curiosamente, questo punto di vista è quello che emerge guardando una qualsiasi trasmissione televisiva o leggendo uno dei giornali. Per quanti limiti possa avere il termine "pensiero unico", spiega molto bene questo fenomeno.
Bei discorsi che condivido in larga parte. Continuo a soffrire della propaganda e della dicotomizzazione di ogni argomento nella mia vita quotidiana. Aspetto ancora che vi dichiarate contro ogni discriminazione, inclusa quella delle persone non vaccinate, e una condanna senza sé e sanza ma del green pass. Non c'è stato fino ad ora e non credo arriverà prossimamente. Fare discorsi complessi è fondamentale, vero - ci sarebbe servito un vostro discorso complesso su questo tema. Ci fu una diretta in agosto ma poi il nulla - le restrizioni sono aumentate, la gente ha perso il posto di lavoro. La riflessione ancora non c'è più stata, TLON. Spero non per opportunità.
Per favore potreste scrivere i titoli e le autrici/autori dei libri che citate?
Cia vi invito a visionare il video di Sudino (Barbasofia) su Alexander Dugin. Vorrei sapere cosa ne pensate.
La verità nn si saprà mai....
Siamo canali di energia pensiero cosmico costante e giocoso ,la firma di Osho gioco senza frontiere evolutivo per nazioni credo, sanscho
Quanta ignoranza! Una volta le persone ignoranti avevano la dignità di stare zitte, mentre adesso si prendono seriamente e parlano come se avessero qualcosa di importante da dire.
A proposito di complessità, ho trovato interessante questo contributo: ruclips.net/video/k0Fx6igxRv8/видео.html
Consiglio il libro Dianetics 😭