La seguo da pochi giorni, ma le sue “ lezioni” sono affascinanti da ogni punto di vista, artistico, psicologico e filosofico…… seguo l’arte da molto tempo, sono stato spesso in contatto personale con Pistoletto, Sgarbi con il quale ho partecipato a vari eventi su Leonardo , Caravaggio etc…ma Le assicuro che le sue “ qualche parola su……” entrano veramente nel cuore! Complimenti
Affascinante, ma personalmente credo le sedie degli artisti per il disegno, i colori, la personalita e il protagonismo, alla fine si voltino sempre le spalle. Sei meravigliosa, grazie.
Buongiorno Professoressa... Quanta empatia! È uno dei suoi video più emozionanti. Si ha l'impressione che i temi trattati (e la loro lettura) facciano vibrare in lei, per "simpatia", corde importanti e personalissime. Lei ha una schiettezza emozionale davvero contagiosa... Le confesso che ho finito di ascoltarla con un groppo in gola... 😇 Che fortuna i suoi ragazzi!
Un'analisi molto toccante. Mi piace pensarle una di fronte all'altra, con Vincent che ammira Paul (quanta devozione e ammirazione che trasmette questo "ritratto"). E quella scatola in fondo con quei girasoli ormai spenti, morti, come probabilmente erano ormai spente la sua felicità e gioia di vivere. Grazie professoressa...
Guardando questi due dipinti, non vedo solamente delle sedie, ma anche una delle più affascinanti interpretazioni di ritratto mai realizzate da un artista. Vincent e Paul rappresentano due mondi diametralmente opposti, che l'artista è riuscito a rappresentare attraverso una netta contrapposizione di forme, colori e composizione. L'immagine solare e semplice di Vincent è messa in netto contrasto con le tonalità scure e l'estrema raffinatezza di Paul, evidenziando la diversità dei due personaggi. La pipa e il tabacco, immancabili compagni di Vincent nei momenti di gioia, si oppongono a un paio di libri, simboli di una cultura ricercata. La semplicità estrema di una stanza contadina viene messa in contrasto con un raffinato salotto, completo di tappeto e parete decorata. La luce calda e sincera del sole viene sostituita dal flebile bagliore di una piccola candela. Le spalliere delle sedie sembrano essere come spalle voltate, a significare l'acquisita e dolorosa consapevolezza da parte dell'artista. Le sedie, su cui i due amici avevano affrontato numerose discussioni, ora sono trasformate in silenti testimoni che Vincent ha voluto ritrarre con profondo rispetto. Una metafora della vita e delle relazioni umane, uniche e irripetibili, proprio come Vincent e Paul.
Sono certo che le sedie fossero rivolte una verso l'altra.... perché mi fa stare bene immaginarle così...almeno...nella mia testa la unicità di Vincent e Paul continuano e continueranno per sempre a dialogare. Che male faccio a pensarle cosi?...Devo ammettere che sono due autoritratti pazzeschi. Pensare che un oggetto riveli così tanto di una persona...La candela che accende la pipa?... perché no??? La candela serve per leggere i libri di notte ma anche per accendere la pipa!!! con queste premesse le sedie vuote non sono più sinonimo di assenza ma presenza e condivisione per l'eternità! Grazie professoressa...le sue riflessioni offrono sempre spunti e desiderio di non fermarsi alla superficie. Alessandro Caputi
Ciao professoressa Che bello ascoltarti. Hai mai pensato di fare teatro? Scrivere romanzi, poesie? Ci metti l’anima e trascini dentro chi ti ascolta. Mi sono molto emozionato perché non sono indifferente all’esistenza di questo grande uomo che oltre a lasciarci dei gioielli di grande bellezza “mi” ha lasciato un grande amore per la pittura e una forte sensazione di tristezza. Un amico, penso, così l’ho sentito attraverso le sue parole colte e umili degne di un grande genio. Considero Vincent un amico caro dei miei sogni e ti ringrazio per avermi accompagnato con tenerezza 🌺
@corrispondente, grazie per aver colto la tenerezza nella meravigliosa storia di Van Gogh. E grazie che ti piace ascoltarmi. In effetti ci metto l'anima nelle parole che impiego per raccontare l'arte. E scoprirai tra un po' che ne uscirà qualcosa… ;-) Grazie davvero!
Ero a conoscenza del fatto che fosse stato solo il lobo, ad essersi tagliato, anche perché tutto l'orecchio sarebbe stato troppo impegnativo da tagliare (oltre che rischiare un infezione importante)...
@Anpi-xx6my si pensava solo il lobo, finché non è stato ritrovato il referto del medico che l’ha visitato dopo il taglio, con schemi e disegni. Pare confermato quindi il taglio di una parte importante dell’orecchio, non tutto.
Bellissima analisi artistica, psicologica e filosofica, la sedia, oggetto apparentemente banale, diviene simbolo del nostro essere, ad ognuno la propria. La storia dell’arte ci ha proposto spesso la seggiola, sia come oggetto di uso quotidiano sia come specchio che riflette l’anima dell’artista ma anche di chi si pone senza preconcetti davanti all’opera. Dalla “Madonna della seggiola” di Raffaello, dove la sedia è solo “accennata”, al collage di Picasso, fino all’opera di Kosut sulla realtà e l’illusione. La seggiola fa discutere nella complessa opera di De Dominicis e fa storcere il naso a molti nella performance di Marina Abramovic in “The Artist is Present”, ma si potrebbe andare avanti all’infinito … o quasi. Tornando alla sua affascinante lezione vorrei sottolineare il mio disagio davanti alla sedia di Gauguin mentre nell’autoritratto (in sedia) di Vincent vedo tanta tristezza ma al contempo mi trasmette una certa serenità data dalla genuinità del pensiero che ne scaturisce, Van Gogh vede l’amico migliore di lui ma la sedia non ci dice tutta la verità, forse inconsciamente Vincent ne aveva il sentore. Grazie Raffaella per il meraviglioso spunto.
@Romualdo Roggeri, grazie perché sei sempre così attento e recettivo. E capisco anche la tua riflessione a proposito della seggiola di Van Gogh: molto più luminosa e apparentemente serena! ❤️
@Fabio Mastrapasqua, immagino tu ti riferisca al modo meraviglioso in cui l'ha fatto Van Gogh e non alla mia semplice "traduzione in parole". :-) Grazie!
Appena visto il video e osservati meglio i quadri , le loro immagini mi hanno suggerito: 1) nella camera dell’artista il letto sembrerebbe quasi una culla a richiamare il desiderio di tornare bambino, chiedere aiuto e trovarlo assumendo una posizione fetale; 2) sedia di Gauguin con due libri appoggiati ad evocare due storie e una candela accesa sopra che fa luce su di essi, come ad illuminare la speranza di un riavvicinamento; 3) nella “sedia di Vincent”, senza Vincent pare voglia richiamare il senso di vuoto per la mancanza dell’amico e , la firma invece, col solo nome, là, sotto un contenitore posto sul retro come di chi si percepisce messo da parte, inferiore. Questo è ciò che mi suggeriscono questi magnifici dipinti. Grazie per la sua appassionata e intensa analisi , professoressa. Buona giornata
La seguo da pochi giorni, ma le sue “ lezioni” sono affascinanti da ogni punto di vista, artistico, psicologico e filosofico…… seguo l’arte da molto tempo, sono stato spesso in contatto personale con Pistoletto, Sgarbi con il quale ho partecipato a vari eventi su Leonardo , Caravaggio etc…ma Le assicuro che le sue “ qualche parola su……” entrano veramente nel cuore!
Complimenti
@brunocolomboserramanuello6589, grazie davvero di queste bellissime parole. ❤️
Affascinante, ma personalmente credo le sedie degli artisti per il disegno, i colori, la personalita e il protagonismo, alla fine si voltino sempre le spalle. Sei meravigliosa, grazie.
@fiorenzobegali4132 hai ragione, il protagonismo è un tratto caratteristico degli artisti… E grazie del tuo commento più che spropositato! ❤️
Buongiorno Professoressa...
Quanta empatia! È uno dei suoi video più emozionanti. Si ha l'impressione che i temi trattati (e la loro lettura) facciano vibrare in lei, per "simpatia", corde importanti e personalissime. Lei ha una schiettezza emozionale davvero contagiosa... Le confesso che ho finito di ascoltarla con un groppo in gola... 😇
Che fortuna i suoi ragazzi!
Grazie per aver colto il trasporto. In realtà sono fortunata io a poter fare una cosa che mi riempie di gioia. ❤️
Un'analisi molto toccante. Mi piace pensarle una di fronte all'altra, con Vincent che ammira Paul (quanta devozione e ammirazione che trasmette questo "ritratto").
E quella scatola in fondo con quei girasoli ormai spenti, morti, come probabilmente erano ormai spente la sua felicità e gioia di vivere.
Grazie professoressa...
@maddalena buccolieri, è un’immagine struggente e bellissima. ❤️
@@RaffaellaArpiani ❤️
bel video
@user-tp4xe1wd2d grazie mille!
Guardando questi due dipinti, non vedo solamente delle sedie, ma anche una delle più affascinanti interpretazioni di ritratto mai realizzate da un artista. Vincent e Paul rappresentano due mondi diametralmente opposti, che l'artista è riuscito a rappresentare attraverso una netta contrapposizione di forme, colori e composizione. L'immagine solare e semplice di Vincent è messa in netto contrasto con le tonalità scure e l'estrema raffinatezza di Paul, evidenziando la diversità dei due personaggi.
La pipa e il tabacco, immancabili compagni di Vincent nei momenti di gioia, si oppongono a un paio di libri, simboli di una cultura ricercata. La semplicità estrema di una stanza contadina viene messa in contrasto con un raffinato salotto, completo di tappeto e parete decorata. La luce calda e sincera del sole viene sostituita dal flebile bagliore di una piccola candela. Le spalliere delle sedie sembrano essere come spalle voltate, a significare l'acquisita e dolorosa consapevolezza da parte dell'artista. Le sedie, su cui i due amici avevano affrontato numerose discussioni, ora sono trasformate in silenti testimoni che Vincent ha voluto ritrarre con profondo rispetto. Una metafora della vita e delle relazioni umane, uniche e irripetibili, proprio come Vincent e Paul.
@Giancarlo Dell’Ernia, grazie di questa tua bellissima lettura! ❤️
Sono certo che le sedie fossero rivolte una verso l'altra.... perché mi fa stare bene immaginarle così...almeno...nella mia testa la unicità di Vincent e Paul continuano e continueranno per sempre a dialogare. Che male faccio a pensarle cosi?...Devo ammettere che sono due autoritratti pazzeschi. Pensare che un oggetto riveli così tanto di una persona...La candela che accende la pipa?... perché no??? La candela serve per leggere i libri di notte ma anche per accendere la pipa!!! con queste premesse le sedie vuote non sono più sinonimo di assenza ma presenza e condivisione per l'eternità! Grazie professoressa...le sue riflessioni offrono sempre spunti e desiderio di non fermarsi alla superficie. Alessandro Caputi
@Alessandro Caputi, grazie a te che dedichi sempre così tanta attenzione all’ascolto delle mie suggestioni.
Grazie❤
@Valeria Ramistella, grazie a te! ❤️
Complimenti per l'analisi e la profondità delle tue lezioni. Grazie di ❤
@cinzia ferretti, grazie a te per aver avuto voglia di ascoltarmi!
GRAZIE!!
@Candida Riva, grazie a te! ❤️
Ciao professoressa
Che bello ascoltarti. Hai mai pensato di fare teatro? Scrivere romanzi, poesie?
Ci metti l’anima e trascini dentro chi ti ascolta.
Mi sono molto emozionato perché non sono indifferente all’esistenza di questo grande uomo che oltre a lasciarci dei gioielli di grande bellezza “mi” ha lasciato un grande amore per la pittura e una forte sensazione di tristezza. Un amico, penso, così l’ho sentito attraverso le sue parole colte e umili degne di un grande genio.
Considero Vincent un amico caro dei miei sogni e ti ringrazio per avermi accompagnato con tenerezza 🌺
@corrispondente, grazie per aver colto la tenerezza nella meravigliosa storia di Van Gogh. E grazie che ti piace ascoltarmi. In effetti ci metto l'anima nelle parole che impiego per raccontare l'arte. E scoprirai tra un po' che ne uscirà qualcosa… ;-) Grazie davvero!
Ero a conoscenza del fatto che fosse stato solo il lobo, ad essersi tagliato, anche perché tutto l'orecchio sarebbe stato troppo impegnativo da tagliare (oltre che rischiare un infezione importante)...
@Anpi-xx6my si pensava solo il lobo, finché non è stato ritrovato il referto del medico che l’ha visitato dopo il taglio, con schemi e disegni. Pare confermato quindi il taglio di una parte importante dell’orecchio, non tutto.
Bellissima analisi artistica, psicologica e filosofica, la sedia, oggetto apparentemente banale, diviene simbolo del nostro essere, ad ognuno la propria.
La storia dell’arte ci ha proposto spesso la seggiola, sia come oggetto di uso quotidiano sia come specchio che riflette l’anima dell’artista ma anche di chi si pone senza preconcetti davanti all’opera.
Dalla “Madonna della seggiola” di Raffaello, dove la sedia è solo “accennata”, al collage di Picasso, fino all’opera di Kosut sulla realtà e l’illusione.
La seggiola fa discutere nella complessa opera di De Dominicis e fa storcere il naso a molti nella performance di Marina Abramovic in “The Artist is Present”, ma si potrebbe andare avanti all’infinito … o quasi.
Tornando alla sua affascinante lezione vorrei sottolineare il mio disagio davanti alla sedia di Gauguin mentre nell’autoritratto (in sedia) di Vincent vedo tanta tristezza ma al contempo mi trasmette una certa serenità data dalla genuinità del pensiero che ne scaturisce, Van Gogh vede l’amico migliore di lui ma la sedia non ci dice tutta la verità, forse inconsciamente Vincent ne aveva il sentore.
Grazie Raffaella per il meraviglioso spunto.
@Romualdo Roggeri, grazie perché sei sempre così attento e recettivo. E capisco anche la tua riflessione a proposito della seggiola di Van Gogh: molto più luminosa e apparentemente serena! ❤️
Come si possono descrivere due seggiole in maniera piu coinvogente ?
@Fabio Mastrapasqua, immagino tu ti riferisca al modo meraviglioso in cui l'ha fatto Van Gogh e non alla mia semplice "traduzione in parole". :-) Grazie!
La nostra docente di pittura come primo esercizio ci fece proprio dipingere una sedia...
@Simona Anderlini, un esercizio introspettivo che può rivelarsi molto interessante!
Appena visto il video e osservati meglio i quadri , le loro immagini mi hanno suggerito:
1) nella camera dell’artista il letto sembrerebbe quasi una culla a richiamare il desiderio di tornare bambino, chiedere aiuto e trovarlo assumendo una posizione fetale;
2) sedia di Gauguin con due libri appoggiati ad evocare due storie e una candela accesa sopra che fa luce su di essi, come ad illuminare la speranza di un riavvicinamento;
3) nella “sedia di Vincent”, senza Vincent pare voglia richiamare il senso di vuoto per la mancanza dell’amico e , la firma invece, col solo nome, là, sotto un contenitore posto sul retro come di chi si percepisce messo da parte, inferiore.
Questo è ciò che mi suggeriscono questi magnifici dipinti.
Grazie per la sua appassionata e intensa analisi , professoressa.
Buona giornata
@vitolamonica6573, che begli spunti che mi hai fornito! Grazie!
@@RaffaellaArpianigrazie a lei, (o te) che ci fa(i) entrare nella vita degli artisti e delle loro rappresentazioni con descrizioni così appassionate.
@@vitolamonica6573 da assiduo frequentatore puoi darmi del tu!