Buongiorno, ascolto sempre con piacere i podcast dei tuoi video quando vado a lavorare, ma questa volta ho voluto commentare qui sotto perché la vostra discussione mi ha lasciato molto perplesso. Sono un professore delle medie, questo è il mio quinto anno a scuola, quindi diciamo che ho avuto modo più volte di confrontarmi con vari istituti e vari professori. Quello che avete detto sulle prove invalsi denota molta disinformazione, almeno per la scuola secondaria di primo grado (medie). Infatti le invalsi vengono somministrate ai ragazzi al computer e non le correggiamo noi! I risultati si sanno spesso l'anno scolastico successivo quando i ragazzi sono già alle superiori e quindi a loro non cambia nulla. Non diamo un voto, anzi le invalsi hanno proprio la funzione che auspicate voi! Quella di farci interrogare sul nostro operato! E abbiamo anche una commissione che si occupa di questo! Ovviamente questo resta invisibile a chi non è all'interno della scuola. Inoltre dalla vostra chiacchierata emerge come i professori lascino copiare o addirittura suggeriscano agli studenti! Cosa che non ho mai visto fare e nemmeno mai sentito. Quindi, questo generalizzare è molto sterile e si denota più volte, come quando De Concini parla che viene valorizzato solo il modo in cui uno espone le proprie conoscenze. Cosa ovviamente non vera, si valuta ANCHE la competenza nel saper esporre, ma ti assicuro che riconosciamo quando uno studente si sta "arrampicando sugli specchi". È come dire che tutta le forze dell'ordine sono da cambiare perché sono tutti corrotti o che gli youtuber non svolgano un vero lavoro. Inutile nascondersi dietro alla frase: "Ovviamente esistono delle eccezioni..." I problemi della scuola sono tantissimi, esistono e questo è indiscutibile. I professori hanno le loro colpe, ma ci sono ben altri problemi che non vengono minimamente analizzati. Gli stipendi sono tra i più bassi d'Europa, i budget con cui lavorare vengono ridotti di anno in anno, i docenti di sostegno sono sempre di meno, le classi sono spesso di oltre 24 ragazzi con all'interno molti alunni con BES (bisogni educativi speciali). Inoltre, soprattutto alle medie, vi assicuro che per molti ragazzi la scuola è l'ultimo dei problemi. Probabilmente non ricordate più le vostre priorità di quando eravate ragazzi ma gli alunni di oggi alle medie hanno a che fare con problemi come fumo, alcool, droga, separazioni dei genitori, permessi di soggiorno, povertà, perdite... Tutti avvenimenti che nella vita di un ragazzo sconvolgono enormemente la vita. E in tutto ciò la scuola cerca di metterci una pezza! Non possiamo pensare solamente di insegnare quando abbiamo a che fare con dei ragazzi di 11/12 anni o un po' più grandi. C'è un punto di vista umano che molto spesso è più importante e mette in secondo piano tutte le altre cose... Senza contare l'avvento degli Smartphone e dei social network che hanno minato la loro concentrazione e li espongono ad argomenti spesso non adatti, spiegati male o non sufficientemente. (Ovviamente qua va fatto un grande applauso a te per la qualità dei tuoi contenuti, anche se devo osservare che nella monografia dell'Odissea dici che anche Menelao è morto nel suo nostos, cosa non vera visto che Telemaco va da lui per chiedere informazioni sul padre!)
Ho trovato in questa discussione vari ottimi spunti di riflessione molto interessanti, per cui ringrazio. Anche se un po' mi provocano tristezza, in quanto mi rendo conto, io per primo, di essere figlio di questa scadente scuola italiana (e direi della società italiana in generale). Vado per i 50 e solo negli ultimi anni ho davvero iniziato ad usare il cervello, con la conseguenza di aver cambiato punto di vista su tantissime cose e di aver trovato la passione per lo studio. Ma ho molta strada da recuperare. Grazie anche per l'ennesima doccia fredda
Io ho 34 anni, sono un pelo più giovane ma capisco benissimo la tua tristezza, e la condivido pure. Anche io da giovane avessi avuto la consapevolezza di oggi avrei cercato di ottenere più di ciò che il sistema scolastico da, e quindi sto cercando di recuperare studiando adesso, anche se mi sento frustrato dal fatto che ho la percezione di stare sempre indietro.
Quando presentai il corso magistrale a quelli del primo anno dissi una cosa del tipo "studiare per voi stessi, per conoscere cose nuove ed essere persone intereassanti, non solo per passare l'esame...quelli li passerete di conseguenza e con molto meno stress". Alcuni prof mi guardarono come se fossi un alieno (anche giovani), mentre altri concordavano. Ma pochi pochi...
Riguardo l'apparente dicotomia tra il valorizzare la competenza e il "tu non sei Xologo quindi non puoi parlare" secondo me è rilevante una frase molto bella di un, non prendetemi in giro, film della Pixar. In Ratatouille, il critico culinario avverso al motto "chiunque può cucinare" (che somiglia tanto a uno vale uno) afferma alla fine del film di averne capito il vero significato: "Non tutti possono diventare dei grandi artisti, ma un grande artista può celarsi in chiunque". Ecco per me questo vale anche per le cosiddette competenze: non tutti abbiamo le conoscenze e gli strumenti per disquisire sullo stesso livello di economia, virologia, strategia militare o fisica quantistica, ma in condizioni normali non ci sono fattori che ci impediscono a priori di acquisire tali strumenti e di poter argomentare le nostre posizioni.
Il paradosso di questo "trialogo" è sconcertante. Si attribuisce al personaggismo la svalutazione delle competenze per finire a far critica spicciola sul nome dei personaggi anziché sul merito dei loro errori argomentativi. Fioi, per lo meno vi ringrazio di esser testimonianza di quanto il letargo dell'istruzione sia pienamente sufficiente a generare mostri anche quando praticato tra coloro che, non senza ragione ma pure con pessimo tempismo, si interrogano sul declino in atto.
Grazie una trasmissione veramente educativa relativamente ai pericoli di io strabordanti di persone competenti in qualche settore ma che vogliono pontificare su tutto e tutti. Non tanto per i personaggi citati, Rovelli, Barbero, Odifreddi ecc.; che io non mi sento in grado di giudicare ma sopratutto con l" esempio concreto e plastico di 3 personaggi sicuramente informate e competenti nei loro mondi, che si spalleggiano nel giudicare l" universo mondo e le persone che vogliono esprimersi su problematiche che coinvolgono tutti e sulle quali puo esprimersi anche l' ultimo dei cittadini "della strada". Mi spiace particolarmente per Boldrin che seguo regolarmente e di cui non condivido sempre le opinioni ma che trovo molto divertente il mofo di esprimerle. Saluti a tutti gli italiani da un emigrato in Thailandia.
Grazie sinceramente per parlare di questi temi! Concordo totalmente con molti dei concetti che avete espresso. Sono un'insegnante delle secondarie di secondo grado (nello specifico attualmente un liceo), precaria da 7 anni e credo che il grosso problema sia a monte e vada ben oltre la questione "Invalsi". Le prove Invalsi e il dibattito che c'è intorno sono solo un esempio di un sistema che non vuole davvero cambiare, al netto di tutti i tentativi di riforme che poi vengono messe in pratica solo in parte e sempre stando molto attenti a rimanere entro gli obblighi burocratici ma senza modificare realmente lo stato delle cose. Basta pensare ai sistemi di reclutamento: in Italia per alcune discipline non esistono da anni percorsi abilitanti, per cui o si va all'estero (io ho fatto così, con mille sacrifici me ne sono andata in Svizzera, perchè ci tenevo ad una formazione pedagogica seria per la mia disciplina e con 2 anni di corsi, tirocinio ed esami e millemila scleri col Ministero dell'Istruzione per avere un riconoscimento, finalmente ho potuto iniziare a insegnare) o, come sta accadendo negli ultimi anni, si va con "rattoppi" facendo concorsi in cui, con test a crocetta o 5 domande aperte, si prende il titolo abilitante. Da questo punto di vista il Concorsone 2016 della Buona Scuola di Renzi era stato rivoluzionario. Mi viene quasi l'orticaria a dirlo, ma parlo con cognizione di causa perchè ho sostenuto quello un altro successivo, oltre aver esuito gli accadimenti delle ultime procedure concorsuali: e anche se 7 anni dopo averlo passato sono ancora precaria, mi sembrava un concorso sensato, perchè contrariamente ad altre procedure bandite successivamente i requisiti di accesso e la struttura delle prove, con tutti i limiti e problemi del caso, palesemente era pensato per cercare di capire "che tipo di docenti sarebero stati i candidati" e non quali fossero quelli "con maggiore memoria a livello di nozioni"). Gli ultimi concorsi (in particolare quelli riservati a chi già aveva 3 anni di supplenza alle spalle) sono stati caratterizzati da domande assolutamente nozionistiche in cui l'aspetto pedagogico è stato pressochè nullo. E poi fanno le prove Invalsi....?? Ma con quale coerenza, se si vuole misurare un qualcosa che in primo luogo il Ministero dell'Istruzione non dimostra di cercare davvero nei docenti? Altra cosa: come ha detto Boldrin, le prove Invalsi dovrebbero servire a capire "come lavora una scuola". Ma al lato pratico le scuole in primis non leggono i dati con quell'ottica. Quando si parla degli esiti delle scuole Invalsi nei collegi docenti, spesso si sentono discorsi tipo "questo dimostra che sempre di più alle medie promuovono persone che andrebbero bocciate", da quando c'è stato il Covid OVVIAMENTE la pandemia è diventato il capro espiatorio di un calo generale nel livello di competenze, ma di base non si sente mai un serio discorso su cosa concretamente si dovrebbe fare per migliorare la situazione, senza dare responsabilità a fattori esterni. Io son relativamente fortunata perchè sto in una scuola con un buon profilo, ma confrontandomi con colleghi che insegnano altrove l'andazzo è quello. Troppe delle persone che stanno nel mondo della scuola (non tutte, ovvio!), forti di avere le chiappe parate da un sistema che tanto non le manderà mai a casa, non se lo pone proprio il problema "di come potrebbe fare meglio il proprio lavoro", delle competenze e capacità che dovrebbero avere i docenti prima ancora degli studenti. E, ultimo ma non ultimo, avendo cmq girato un po' di scuole nel mio precariato mi sono convinta di una cosa: uno dei problemi più grossi della scuola è "il posto fisso incondizionato". Eliminando questo principio e rimettendo in discussione l'intoccabilità dei docenti anche quando palesemente non sono in grado di trasmettere conoscenze e competenze ai ragazzi, si potrebbe davvero pensare a un cambiamento, con o senza Invalsi.
Concordo pienamente con ciò che hai scritto, personalmente non ho fatto un'esperienza paragonabile alla tua però ho visto l'esperienza di altri e ho constatato lo stesso problema, al netto del fatto che ora i concorsi pubblici sono praticamente ingolfati. Detto questo mi intristisce il pensiero che anche qualora ci fosse un governo volenteroso ( e non c'è ) a togliere il principio del contratto a tempo indeterminato, si scatenerebbe un putiferio così poi amplificato dall'opinione pubblica che probabilmente il governo, senza un appoggio così solido ( che tendenzialmente in Italia non c'è mai), cadrebbe e la caduta del governo porterebbe alla dissoluzione del tentativo di riforma. Ricordo ciò che successe sia durante i tentativi di riforma della germini, sia durante quelli di Renzi, che per carità seppur tentativi con enormi criticità, erano pur sempre dei modi per cercare di ammodernare la scuola. Secondo me sarebbe più facile in Italia instaurare una dittatura che rimuovere il posto fisso, le persone tengono più a quello che alla democrazia, al pil o alla tenuta dello stato
il vero grande problema della scuola italiana sono gli insegnanti che provengono dalle facolta' di pedagogia , ecco dove parte il problema , dalla qualita' degli insegnanti
@@fatoturchino7028 anche quelli che provengono da altre facoltà, magari un ragazzo o una ragazza possono essere bravissimi all'università, eccellere nella loro materia, ma non è detto che sappiano insegnarla, farebbero meglio a dedicarsi nella ricerca, invece attratti dal posto fisso o spaventati dal mondo della ricerca, cercano di insegnare senza avere né talento né passione e proprio perché sono eccellenti passano dei test in cui si richiede la nozione ma non si verifica la capacità di insegnamento. A ben guardare secondo me in Italia non saprebbero neanche misurare la capacità di insegnamento ma vabbè questo è un altro problema
@@daniloingusci8483 mah , dubito fortemente che chi eccelle in qualche materia sia attratto dall'andare ad insegnare in un istituto superiore , forse questa cosa vale per chi ha studiato lettere o filosofia , non certo per matematici , fisici , chimici o ingegneri ho avuto la sfortuna di seguire dei corsi di pedagogia , il problema della scuola parte proprio da chi studia pedagogia , pretendiamo persone che non hanno nulla da insegnare possano essere buoni insegnanti , che non ha senso ho avuto la fortuna di avere alcuni buoni insegnanti , nessuno di loro fu bravo grazie alla pedagogia
@@fatoturchino7028 ah non sapevo di questa cosa della pedagogia nello specifico perché non mi sono mai approcciato a questa disciplina. Si ovviamente nel mio discorso parlavo di materie umanistiche, pensavo soprattutto a lettere, storia e filosofia, anche se nella mia vita nella scuola ho constatato che ci fossero prof di matematica capaci di risolvere problemi molto complessi abbastanza velocemente però poi incapaci di suscitare una qualunque passione per la loro materia. Comunque nonostante le loro competenze erano lì al liceo
A parte il fatto che la puntata è stata veramente interessante, volevo dire che una lezione importante che ho appreso da questo Dufer&Boldrin, in particolare sulla parte finale in cui Boldrin porta l'esempio degli americani che lo bacchettavano su i suoi discorsi privi di un fine, che mi ha fatto riflettere sul fatto che nei nostri discorsi sia a livello pubblico che privato( con le dovute eccezioni, naturalmente) c'è una mancanza lampante di pragmatismo.Mi spiego meglio: ho notato sia in me che nelle persone che incontro e che ho intorno come molto spesso i discorsi non siano destinati a trovare una soluzione effettiva o la ricerca della "verità", bensì sono finalizzati solo sul affermare le proprie posizione e, tramite un buon uso del linguaggio, renderle la posizione della verità. In poche parole mi sembra che la retorica, nella sua accezione più negativa, la faccia sempre di piu da padrone sia nelle discussioni politiche (visto l'argomento della puntata) sia quelle più particolari fra le persone, mettendo così nel dimenticaio il valore pratico dei discorsi . Detto ciò, grazie duferone per la bella puntata
Da noi rimane ancora ben salda la convinzione contadina e analfabeta che la cultura è quella cosa incomprensibile. E più è incomprensibile più è cultura alta. Quindi più uno spara supercazzole forbite ma senza senso più è geniale.
Ennesima live che riesce a farmi ragionare su argomenti a riguardo dei quali pensavo di avere le idee abbastanza chiare. Temi interessantissimi e trattati in un modo che non impone dogmi ma sfida... a ragionare. Meritereste molto più seguito secondo me. ❤
Spunti sempre interessanti. Mi piacerebbe rivedere una puntata simile magari con Barbasophia o comunque qualcuno che combatte con la realtà che è INVALSI magari in un professionale. Sottolineo solamente che gli studenti possono visualizzare i risultati della propria prova attraverso l'accesso alla piattaforma dedicata a partire da giugno.
ora mi recupero questa trasmissione, visti Ale e Michele come ospiti promette bene per una mattinata ad ascoltare ragionamenti costruttivi grazie a tutti. e aboliamo il classico😂 Ho seguito questra trasmissione con immenso piacere, andrebbe propiettata almeno una volta in tutte le aule delle scuole superiori
A me fa riderissimo che nel calcio, e nello sport in genere, siamo tutti i per competitivi e valutiamo gli atleti spietatamente sui risultati nelle competizioni con gli altri....e nel discorso pubblico, invece, ci facciamo andare bene il "sono professore su X, quindi su X ho ragione io". A pensarci bene, alla fine il principio di autorità che c'è in Italia si può vedere come una difesa corporativa, di intellettuali deboli e insicuri; la difesa di una posizione di piccolo privilegio.
@Borlumi a me sembra curioso che tu abbia portato proprio l'esempio del calcio, in un Paese dove ci sono 60 milioni di CT della nazionale, che, avendo giocato al massimo nell'oratorio del paese, si sentono in diritto di dire che il tale allenatore non capisce una cippa di calcio o che critica la tecnica di giocatori che calcano i campi da calcio fin da quando erano ragazzini....Come disse il compianto Vicini, "Io sono fortunato perché sono l'unico ad avere 60 milioni di colleghi"....Ad ogni modo, il principio di autorità è una aberrazione e antiscientifico, però a me sembra, che soprattutto con l'avvento dei social (che rimangono una ottima cosa di base), chiunque ormai si sente autorizzato a discutere alla pari su argomenti di cui non sa nulla con persone che hanno dedicato la vita a quegli stessi argomenti. Anche grazie all'"uno vale uno" dei grillini. Quindi, almeno in parte, potrebbe essere che qualcuno reagisca facendo valere questo maledetto principio di autorità. D'altronde, quando c'è un politico che denigra gli esperti chiamandoli "professoroni" non credo si vada nella direzione giusta. Una volta, il maestro era una autorità, oggi l'autorità è l'influencer, che arriva a guadagnare anche 10 volte almeno un maestro elementare. Io sento più spesso dire "Io guadagno tot" quindi valgo rispetto a "Io ho studiato, quindi sono", oppure quelli che si vantano di essere laureati all'università della vita. Basta accendere la tv, tra GF, Isola dei famosi ma anche i dibattiti italiani, per vedere una marmaglia di gente che non sa nulla di nulla e che fa a chi urla più forte al posto del "principio di autorità". Mai nessuno che si degni di portare un dato, delle statistiche o che faccia fact checking. Si è passato almeno una settimana a parlare dell'opinione di un residuato bellico degli anni '80, tale Ezio Greggio, sulla donna che aveva lasciato il bimbo appena nato in ospedale. Poi dipende dagli ambienti, ma in un Paese dove la percentuale di chi legge almeno un libro al mese è imbarazzante, non so fino a che punto il problema vero sia questo "principio di autorità".
@lucat5479 a parte che io ho sì ho citato il calcio, ma come esempio dello sport in generale (come ho scritto, tra l'altro), ma non ti seguo, mi dispiace. Credo che se vogliamo essere seri, dobbiamo considerare l' "uno vale uno" di chi parla senza sapere e il "non parlo con te di X perché non sei professore di X" come due facce della stessa stupidità e insicurezza e slogan delle due parti della stessa lotta fra gruppi d'interesse (da una parte gli intellettuali di poco peso - i titolari della categoria dei "professoroni" in cui Salvini gettava chiunque - e il popolino) Ad ogni modo, secondo me, fra persone serie dovrebbe fare da regola il dibattito onesto in cui si vede chi ne sa davvero di più al di là del titolo di studio oppure emerge chi ha l'argomento migliore, al di là del titolo di studio.
@@borlumi4664 sì sì, certo, ma infatti l'avevo buttata lì come riflessione mia perché il calcio era proprio l'esempio di sport popolare dove si dice la qualunque. Sulla seconda parte di questa tua replica, comunque, sono totalmente d'accordo, sono due facce della stessa medagli, sono intervenuto perché percepivo, nel dibattito in realtà non tanto in te che non ti conosco, ho preso te perché ne parlavi, non era nulla di personale, come uno sbilanciamento, perché secondo me c'era da tenere conto anche di quello che dicevo. Ma certamente la cosa importante e l'onestà e la serietà nell'affrontare una discussione, purtroppo in giro ci sono troppi malati di mania di protagonismo che magari per difendersi, pongono la barriera dell'autorità. Tra l'altro, avessimo dei veri intellettuali, spesso vanno in tv giusto perché poi possono parlare del loro ultimo libro, ormai ho imparato a sgamarli... Ciao.
Forse gli invalsi dovrebbero essere considerati e strutturati maggiormente come un test attitudinale. In questo modo la motivazione intrinseca degli studenti sarebbe più stimolata e nel frattempo potrebbe essere una fotografia dell'istruzione costante.
La scuola italiana non è una scuola basata sulle conoscenze, non è una scuola basata sulle competenze e non è basata sul merito, è una scuola basata sulla fatica Allo scientifico io sono stato da un lato fortunato con gli insegnanti di italiano e filosofia, dall'altro sfortunato con quelli delle materie scientifiche. In letteratura e filosofia avevo due insegnanti che mi hanno insegnato un sacco di cose, severissimi ma giusti ed esattamente quel tipo di persone che avete descritto, quando facevano una domanda se si partiva con la supercazzola dopo un minuto ti interrompevano: "non ti ho chiesto questo, rispondi alla domanda" dicevano, poi in caso si poteva approfondire, partendo dal principio che "se hai davvero capito qualcosa sai spiegarla nel modo più semplice possibile" e lo studio di queste materie non era limitato alla storia della filosofia e la letteratura, ma all'acquisizione delle competenze utili. Dall'altro lato avevo il paradosso, insegnati di matematica e fisico che detestavano il concetto di "se il ragionamento è giusto e il risultato anche allora va bene", dovevamo applicare il loro metodo e fare come dicevano loro, io non ero un grande studioso anzi, non avevo proprio voglia e facevo il minimo indispensabile a casa, solo che nelle materie umanitarie andavo abbastanza bene, avevo una media tra il 7 e l'8, la matematica invece, essendo logica, per i pigri è in realtà una manna dal cielo e per me era come una seconda lingua, così come la fisica, ma dato il carattere degli insegnanti non ho mai superato il 6 ma detto anche in maniera dichiarata il motivo, in quinto anno mi sono avvicinato dopo una simulazione di seconda prova all'insegnante chiedendo "ma se è tutto giusto perchè ho preso 6?", la risposta è stata "perchè studi poco". Il risultato è stato che nonostante alle invalsi io abbia sempre preso quasi il massimo in tutte le prove e che successivamente abbia superato i test di ingegneria con il punteggio massimo e dato tutti gli esami del primo anno al primo tentativo sono uscito dal liceo con 60, perchè gli insegnati di lettere e filosofia erano esterne e si sono accodate al giudizio di quelli di matematica e fisica che invece erano del loro pensiero. Per me questa è anche una conseguenza dell'idealizzazione del sacrificio, si vede anche nella vita di tutti i giorni, se c'è qualcuno che ha una vita agiata o che semplicemente spende i suoi soldi un pò come cazzo gli pare, o dall'altro lato un giovane che rifiuta un lavoro perchè non ha voglia di essere sottopagato e sfruttato c'è la grande maggioranza di gente che dirà "io per campare faccio mille mila sacrifici e invece questi non sanno neanche cosa significa", che a parte che non è vero, perchè se io rifiuto un lavoro perchè non ho voglia di essere uno schiavo sto evidentemente sacrificando tutto ciò che con quei soldi potrei farci, ma è l'ennesima riprova che per l'italiano non è importante arrivare al risultato, non è importante arrivarci in modo smart, ma è importante dimostrare fatica e sacrificio come se fossimo l'eroe di qualche tragedia.
Fossi in te rivaluterei i docenti di Matematica e Fisica, se hai passato il primo anno di ingegneria con facilità, parte del merito e' sicuramente loro A dir la verità, da come scrivi avrei più dubbi sulla qualità del docente di lettere che su quello di matematica
@@babbo9881 non mi pare di aver commesso grossi errori, illuminami su perchè il modo in cui scrivo è così scandaloso. Ho superato quei test e quegli esami perchè erano argomenti che mi piacevano e studiavo per i fatti miei, la mia insegnante di fisica dopo che sono uscito da scuola e in seguito alle enormi lamentele di diversi corsi perchè non sapeva evidentemente fare l'insegnante è stata trasferita in un altro liceo in seguito di un'indagine ministeriale, la mia insegnate di matematica ti dico solo che ha suggerito tutta la seconda prova sbagliata agli esami di maturità e abbiamo dovuto darle noi gli esercizi corretti così che potesse andare da tutti quelli a cui aveva suggerito per rimediare, quindi no, se sono andato bene a ingegneria non è per merito loro. anche perchè chiunque abbia fatto ingegneria sa che in analisi e in fisica si riparte dalle basi, quindi è proprio grazie alla mentalità logica che le ho superate, non grazie ai miei insegnanti. PS: fatto interessante, anni dopo abbiamo scoperto che la mia insegnante ha iniziato a prendere ripetizioni di matematica con un'insegnate privato perchè il caso dei miei esami di maturità non è stato isolato
@@pietroventimiglia5269 tra tutte scelgo : "materie umanitarie"... Ma in generale ho trovato un po' difficile seguire il tuo discorso, posso capire che sia dovuto ad un tono colloquiale tenuto su un commento su utube Guarda, io non conosco i tuoi insegnanti quindi non posso dire nulla a riguardo Però ti garantisco che se hai passato tutti i test/esami di ingegneria molto più probabile ciò sia dovuto al lavoro dei tuoi vecchi docenti di mate/fisica che alla "mentalità logica" che nemmeno sappiamo devinire Svolgere correttamente limiti/derivate o integrali non ha nulla a che fare con questa presunta "mentalità logica"
La cosa principale da fare nella scuola oggi, anche immediatamente, è togliere ai docenti la capacità di esprimere giudizi sui propri studenti, visto che in massima parte è un potere che non meritano e non sanno usare. Insegnare e giudicare sono due compiti che vanno separati quanto prima perché sono la radice primaria delle perversioni scolastiche. Al docente che fa bello e cattivo tempo credendosi Dio della sua piccola isola, vanno strappati gli artigli con tenaglie infuocate. Al docente che sa fare il suo lavoro non serve GIUDICARE COSTANTEMENTE uno studente che dopo massimo 5 anni non vedrà più, né rincoglionirlo di interrogazioni e compiti in classe senza nemmeno prendersi la briga di verificare le sovrapposizioni con altri docenti. Chi insegna deve insegnare e soprattutto creare curiosità negli studenti. L'insegnante è il cazzo di allenatore, e deve allenare lo studente, non fare giudice giuria e boia. Troppi magistrati mancanti nella scuola, e troppo pochi insegnanti.
@@babbo9881 ah va be si per errori come quelli lo ammetto: dato che siamo sul tubo prendo per buono il primo suggerimento della scrittura automatica del telefono senza troppa attenzione. Però si appunto è più una conseguenza del tono utilizzato sulla piattaforma in cui ci troviamo. Guarda onestamente ripeto che in analisi e in fisica si ricomincia letteralmente dalle basi, ovviamente fatte in maniera molto veloce. Quindi non è che sono arrivato a limiti e integrali che non li avevo mai fatti e per magia grazie alla logica li sapevo fare, l'insegnante di analisi li ha spiegati da 0. Oltretutto limiti e integrali si fanno al liceo quindi si fanno già prima e se hai un insegnante capra impari a studiare da solo ad un certo punto, e come già detto all'esame di maturità abbiamo dovuto correggere l'insegnate su questi argomenti. Poi non voglio dire che sono un genio eh, ho avuto la fortuna di avere mio padre che da ingegnerie mi ha potuto aiutare quando di matematica non ne sapevo un cazzo, ma appunto lui non partiva dal principio dell'imparare a memoria i teoremi e le regole, ma mi spiegava il concetto di base e tramite la logica mi faceva ricavare tutto il resto, che è esattamente l'opposto di quel che facevano i miei insegnati. Però appunto applicando questo metodo che chiamo "mentalità logica" non ho avuto difficoltà neanche all'università, perchè capendo il concetto base di un determinato argomento il resto è logicamente ricavabile. Ce per rendere chiara e inequivocabile la situazione dei miei insegnanti di matematica e fisica: Quella di matematica in un problema che non riusciva a risolvere ha lasciato per buono come risultato la radice quadrata di -1 nell'insieme dei numeri naturali. l'altra ha ucciso tutta la fisica moderna non trovando la correlazione tra massa ed energia. Tra l'altro forse appunto non sono stato chiaro io ma nel mio commento originale non parlavo delle capacità degli insegnati, ma del metodo utilizzato. Il problema era appunto che io non meritavo un voto alto perchè non seguivo il loro metodo e il loro procedimento. E questa cosa un pò penalizza, al di là dei banali crediti per gli esami, io ho avuto ad esempio un compagno che aveva più o meno i miei stessi voti in tutto tranne che in matematica e fisica in cui aveva voti più alti perchè invece lui faceva pari passo ciò che gli insegnanti gli dicevano (non che sia sbagliato, sono semplicemente metodi diversi, lui si trovava comodo con quel metodo ed io invece no) e quindi aveva una media molto alta e agli esami ha ottenuto un voto molto alto, ottenendo anche lui il massimo nei test e dati i suoi risultati passati ha potuto fare richiesta all'università per il percorso giovani talenti e anche richiedere il posto letto in una struttura con determinati vantaggi, seguire un percorso formativo leggermente diverso eccetera, cose che io non ho potuto fare non perchè ne sapessi meno di lui ma semplicemente perchè ai miei insegnanti non andava a genio il fatto che io seguissi altri passaggi.
Minuto 22.20 . Boldrin comincia a parlare di quella cosa lì. Dufer abbassa lo sguardo e si pulisce le unghie, a De Concini gli si gela lo sguardo e cerca (inutilmente) di ribattere. Per me il video può finire qui, vado a dormire sereno. Grazie.
Concordo su quasi tutto, solo una cosa: Rovelli ha detto oggettivamnete stronzate sulla guerra. Tuttavia mi pare un po' riduttivo dire che è 'bravino' in fisica. È un fisico serio, in effetti ha sviluppato la loop quantum gravity. Non è l'Odifreddi della fisica.
56:00 sarei curioso di sapere dove ha parlato in precedenza il professor Boldrin di questa polemica perché a me non risulta che Beniamino Placido abbia mai scritto un articolo contro Robert Fogel. A parte che Beniamino Placido è morto nel 2010 e il professor Boldrin ne parla al presente dicendo che gode della fama di essere un Leonardo da Vinci, definizione che non ho mai sentito e che non c'entra molto con il profilo di Placido. Beniamino Placido è stato un politico, inizialmente nel Ministero dell'Agricoltura, ma soprattutto, a partire dagli anni 70, un giornalista, critico letterario e conduttore televisivo, autore di numerosi programmi televisivi, tra cui "Serata Garibaldi", " Serata Marx", "Serata Manzoni", " Eppur si muove" con Montanelli, istituí il famoso processo a Rambo nel 1985 insieme ad Eco e ad altri, programmi innovativi con cui cercava di svecchiare la tv italiana, unendo la cultura popolare a quella elitaria. Era un uomo di grande cultura. Per Repubblica curò la rubrica di critica televisiva " A parer mio". Studiò negli USA e divenne un profondo conoscitore della storia e della letteratura americana. Vero che si occupò di razzismo ma non riesco a trovare nessun articolo. Robert Fogel scrisse "Time on the cross" nel 1974 e nel 1993 vinse il Nobel ma giá quando pubblicò "Time on the cross" fu travolto dalle polemiche, da molti fu accusato di razzismo perché dimostrava, numeri alla mano, che la schiavitù non era stata inefficiente e sul punto di scomparire ma anzi, era molto efficiente e in alcune condizioni, anche piu efficiente della produzione libera. Era conscio delle polemiche tanto che nel 1989 scrisse: "Without consent of contract: the rise and fall of American slavery" e condannò, più volte, apertamente da un punto di vista morale, la schiavitù.
Se deve essere una fotografia della scuola italiana e deve essere un giudizio verso la scuola e verso gli insegnanti , forse e giusto che i ragazzi sbaglino e potrebbe essere e lo e l unico modo che hanno di dimostrare che la scuola non va ha bisogno di cambiamento , vogliamo che vadano bene ..pero non accettiamo che vengano sbagliati per usarli come mezzo di cambiamento nella scuola
Un vecchio esperimento di psicologia sociale prevedeva L uso di corrente elettrica a voltaggi crescenti su persone gestito da soggetti anonimi rispetto alla vittima…. Il camice da dottore degli assistenti al progetto venne identificato come “coadiuvante” al sadismo individuale dei carnefici
@Rick DuFer l'ho fatto, ecco il risultato: Certamente, posso provare a descriverti la situazione politica attuale utilizzando uno stile simile a quello di Gramellini. Ecco una possibile descrizione: Siamo di fronte a una situazione politica che lascia l'amaro in bocca, come una tazza di caffè troppo amara servita al mattino presto. La politica italiana sembra essere in balia di interessi contrapposti, come onde che si infrangono sulle rocce della democrazia. I partiti, ognuno con le proprie ragioni, si confrontano in un gioco di potere che sembra non avere fine. Ma non solo: la situazione sembra essere complicata anche dalla presenza di fenomeni esterni, come la pandemia che ha colpito il mondo intero come un fulmine a ciel sereno. Questo ha creato un'ulteriore complicazione per una politica che già faticava a trovare un equilibrio, come una bilancia che vacilla sotto il peso delle scelte difficili da prendere. In tutto ciò, l'opinione pubblica appare stanca e delusa, come un vecchio libro che ha visto troppe vicende e che ormai si spegne tra le pagine ingiallite. Ma non tutto è perduto, perché la speranza è l'ultima a morire e ci sono ancora coloro che credono in una politica più responsabile e attenta alle esigenze della collettività. Speriamo che queste voci si facciano sempre più forti, come un coro che si leva potente nell'aria tersa della speranza.
io la roba del titolo di studio la vedo come uno che ha voluto diventare esperto e dedicare tutta la vita in quel campo di studi e quindi avrebbe "più" ragione. Il problema del mio ragionamento è la gente che ha preso la laurea col culo e quindi si dovrebbe dibattere su qualcosa di certo cioè i numeri, dati e fatti con ragionamenti per collegarli ma questi laureati sono poco preparati realmente
46:00 io ho letto un manuale tecnico degli anni 70 e un altro sullo stesso argomento degli anni 2010. Quello degli anni 70 era limpido, quello del 2010 si nascondeva nelle tenebre del non essere.
"la qualità media dell'insegnamento a scuola è vergognoso"; "la scuola stessa non vuole riformarsi"; Son affermazioni un po' Biased ad essere generosi. Una conversazione a tratti interessante, ma, come spesso accade, gli insegnanti appaiono come scansafatiche, mediamente ignoranti, tendenzialmente attaccati al Posto Fisso, ed estremamente legati al proprio status (di "pezzenti"). Probabilmente indagando si potrebbe trovare insegnanti talvolta demotivati e spesso oberati da incarichi che poco hanno a che fare con la didattica. Perché il sistema scuola è un vincolo enorme per chi insegna e per chi dirige. La burocrazia è molto ingombrante e la "didattica-difensiva" sta diventando una sana abitudine per chi non voglia aspettare gli avvocati sulla porta. La scuola inoltre è parte del "Ministero del MERITO e del non ricordo cosa"; Ogni ministro che arriva, dopo proclami altisonanti, riesce solo a cambiare l'aspetto di qualcosa che resta sempre uguale, possibilmente creando caos. Il reclutamento ad esempio è una lotteria. Ogni concorso bandito ha criteri differenti, solitamente poco basati sulle competenze, quasi sempre sulle conoscenze, quasi mai sulle skills realmente necessarie per gestire studenti sempre più problematici e sempre meno motivati. Probabilmente a questo dobbiamo la reputazione dei docenti che, in certi casi, sono davvero inadatti al ruolo, perché magari sono stati bravi studenti, ma non hanno idea di come rapportarsi con le persone. La casistica è però veramente ampia e non siamo in grado di produrre statistiche che vadano oltre gli INVALSI. Un test per cui gli studenti non hanno alcuna motivazione e da cui non nasce mai un reale mutamento, come evidenziato nel video. La scuola quindi dovrebbe cambiare, ma ai governi del consenso perché dovrebbe interessare? La scuola è parte del disegno sociale. Venendo meno questo, non so se abbia senso parlare di cambiamenti nella scuola...
Quest'anno ho svolto le prove invalsi, non ho trovato alcuna difficoltà, ed il punteggio era anche sufficientemente, il problema è che tale risultato non è da attribuirsi alla scuola italiana, ma grazie ad un corso privato che svolgo per poter accedere al test di medicina. Questo è il problema grave... Noi ragazzi non credimi più nell'istituzione poiché nel momento in cui un ragazzo acquisisce più conoscenze da un corso privato che dura 3 (9 ore settimanali) anni rispetto ad un servizio statale , pensa semplicemente a cosa mi serve venire a scuola se sostanzialmente posso rimanere a casa, evitare scocciature , apprendere in piena comodità e avere anche risultati di ciò che svolgo ?
Questo mi fa anche riflettere su quanti ragazzi potrebbero essere qualificati , ma a causa di situazioni precarie o comunque non disponibilità economica non possono avere la mia fortuna ... Provo un misto di dispiacere e incazzatura
Mi sembra ci sia una petizione di principio sulla validità dei Test INVALSI quale strumento di valutazione degli studenti. Secondo me prima bisognerebbe stabilire la finalità e la direzione dell'insegnamento (risultato-obbiettivo) e poi valutare il metodo di valutazione. Magari i parametri valutati dall'INVALSI sono in parte corrispondenti a quelli che emergono dal test di medicina oggetto del corso di cui parla. Per quanto mi riguarda non ho mai conosciuto un medico che non fosse ignorante in tutto tranne che in medicina (e va bene così, in fondo).
le invalsi dovevano valutare il sistema di insegnamento, non gli alunni. Le scuole hanno deviato il tutto, non volevano essere giudicate, tantomeno i professori; anche perché si sarebbero dovuti prendere provvedimenti in caso di scarso rendimento del corpo docente, con conseguente cattiva pubblicità per l’istituto. Al solito in Italia si vuole mantenere il privilegio con il minimo sforzo.
@@lillibi6486 Io penso alla primaria, medie, professionali in cui quasi la metà degli alunni ha certificazioni varie. È ovvio che in classi con uno o due disabili, cinque o sei dsa, un paio di stranieri non si possa fare chissà che cosa e ci sono giornate in cui si fa babysitteraggio.... Certo, se per noi scuola è il liceo in della città, il discorso cambia radicalmente.
E comumque non ha senso. Un docente di Italiano è matematicamente nullo ma il contrario non è per niente vero. Un prof. di matematica può suggerire (come successe a me) serenamente durante la "prova di italiano".
Da studente che ha affrontato le prove invalsi posso dirti che se tu non suggerisci non vuol dire che sia impossibile, e se lo credi, in quanto docente, forse c'è un problema
Oddio, cioè dipende dal grado di istruzione perché insomma un insegnante di italiano delle medie o delle elementari le competenze per risolvere un'equazione e un quiz di logica potrebbe averle. Ma aldilà di questo ci sono tanti modi utilizzati per falsare i risultati o aiutare gli studenti, si può suggerire magari la risposta data da quello notoriamente più bravo in quella materia ( anche se questo non è garanzia di buon esito) oppure chiudere un occhio o due se i ragazzi suggeriscono e così via. A me è capitato che i docenti volessero che alle prove in valsi i risultati fossero positivi per aumentare il prestigio della scuola, perché poi sui giornali locali si sarebbero vantati dei risultati.
@@giuliopaparelli7389 ma non è detto, se ha fatto il liceo scientifico o altre scuole simili ricorda abbastanza da poter tranquillamente suggerire anche in matematica.
Gentile Prof. Boldrin, è sicuro che, soprattutto nel primissimo periodo covid (primi 6 mesi), sia stato un errore avere tutte quelle precauzioni (blocchi, chiusure, mascherine etc..)? Come spiega i tanti morti nelle RSA e negli ospedali? Come spiega la seconda ondata e poi la terza? I camion con le bare sopra erano una messainscena? Per tutte le altre cose sono perfettamente daccordo con lei.
Ma siamo ancora a questi ragionamenti? 1. Il piano pandemico italiano era vecchio, aggiornato al 2006, e questo fatto è stato insabbiato dall'OMS tramite Ranieri Guerra con Tedros a conoscenza dei fatti; Il rapporto indipendente di Pierpaolo Lunelli (ex comandante della scuola di Difesa Nucleare Batteriologica e Chimica) dimostra che se avessimo avuto un piano pandemico aggiornato avremmo potuto salvare almeno 10'000 persone durante la prima ondata; 2. A INIZIO FEBBRAIO 2020 il dott. Stefano Merler ha studiato la diffusione del virus in Cina ed ha elaborato uno scenario per l'Italia: dai 35'000 ai 70'000 decessi. Il documento è stato subito consegnato a ISS e CTS che su quella base ha elaborato un nuovo piano pandemico a INIZIO MARZO 2020. Ma visto che per far fronte a quelle previsioni il nostro sistema sanitario non avrebbe retto, si è deciso di metterlo da parte e secretarlo facendo finta di niente; 3. Il documento "una sfida senza precedenti", redatto dai ricercatori dell'OMS Europa di Venezia, descriveva le criticità e le lacune da colmare durante l'inizio della pandemia da parte del governo e regioni a causa del piano pandemico non aggiornato (risposta sanitaria caotica/improvvisata/creativa, mancanza di DPI stoccati in magazzino, medici e sanitari contagiati in ospedale, scarsi test di screening, lunghi tempi di reazione delle autorità sanitarie nazionali e regionali sul fornire indicazioni e linee guida, ecc.), documento che è stato fatto ritirare dall'OMS dopo 1 giorno, sotto minacce di vario tipo agli autori. Con ISS e Speranza a conoscenza dei fatti; 4. Sono stati il governo e le regioni a inviare i pazienti covid nelle RSA, sarebbe come mandare un alcolizzato a disintossicarsi in una enoteca; 5. Nell'estate 2020 (ed anche in quella 2021) nulla è stato fatto per ripensare al trasporto pubblico, fattore fondamentale per il contagio; 6. Nelle stesse estati nulla è stato fatto nemmeno per ripensare al servizio di medicina territoriale, cioè l'organizzazione dei medici di base, in ottica anticovid sia per sgravare gli ospedali sia per rallentare il contagio. Tutte queste scelte scellerate hanno avuto un loro peso sull'andamento della pandemia e quindi anche sul numero di persone decedute. Inoltre, se vogliamo parlare di FIDUCIA nelle istituzioni e nella scienza, ricordo che: 1. è stato il governo Conte a secretare i rapporti del CTS per poi desecretarli a metà; 2. qualsiasi voce ponesse/ponga un minimo dubbio nei confronti sulla sicurezza del vaccino è stata/è brutalmente censurata, dimenticando il principio di precauzionalità da sempre esistente in medicina, principio ritornato ad essere importantissimo ogniqualvolta ci fosse una possibile terapia anticovid; 3. i contratti case farmaceutiche-EMA sono stati nerettati fin dall'inizio anche per la visione da parte degli eurodeputati; 4. gli anticorpi da guarigione, da sempre in medicina e nella comunità scientifica ritenuti essere migliori di quelli da vaccino, sono stati considerati sin dall'inizio non dico alla pari ma persino peggiori di quelli indotti da vaccino, contro imponenti evidenze scientifiche a smentire tale decisione; 5. gli effetti avversi furono ipotizzati e quindi anche noti o quantomeno sospettati (altrimenti non li avrebbero inseriti in una slide nel consenus online dell'FDA per i vaccini anticovid) almeno sin dall'ottobre 2020, e clinicamente sono stati inizialmente negati se non proprio taciuti ai cittadini (atteggiamento unicamente italiota), salvo poi essere confermati ufficialmente, per la gioia di chi si è fidato della scienza e si è beccato trombosi o tante belle miocarditi, se non peggio (tralasciando l'enorme elefante nella stanza rappresentato dalla discrepanza tra dati forniti tramite sistemi di farmacovigilanza attiva contro la nostra farmacovigilanza passiva); 6. I dati israeliani sulla protezione offerta dal vaccino anticipavano di svariati mesi gli andamenti epidemiologici italiani: ad inizio estate 2021 era chiaro a chiunque avesse una infarinatura di EBM che la protezione anticorpale diminuisse drasticamente dopo 5-6 mesi dalla vaccinazione. Perché la durata del Green Pass è rimasta inalterata (1 anno) fino ad autunno inoltrato, permettendo a falsi cittadini protetti di circolare liberamente senza alcun tampone, infettando il prossimo?
@@enricomassignani no, intendo che se ho avuto la malattia (per sfiga, ovviamente, ma ormai l'ho contratta) e l'ho superata, ho già quella protezione che si intende dare tramite il vaccino.
Beh, se alle intelligenze artificiali si può chiedere di produrre un dipinto in "stile Klimt", si potrà pur chiedere di rispondere a una domanda in "stile Gramellini", senza bisogno di moddare
Liberi oltre la bestemmia 🫀🫀🫀🫀🫀🫀🫀🫀 2 delle cose che amo di più insieme (P.S. veneti e toscani vanno forti a moccoli, ma tutti si dimenticano della vocazione blasfema Marchigiana)
La cosa principale da fare nella scuola oggi, anche immediatamente, è togliere ai docenti la capacità di esprimere giudizi sui propri studenti, visto che in massima parte è un potere che non meritano e non sanno usare. Insegnare e giudicare sono due compiti che vanno separati quanto prima perché sono la radice primaria delle perversioni scolastiche. Come sostituire le valutazioni attuali? istituendo strumenti valutativi generali e periodici, ma soprattutto impersonali(come gli invalsi) come metro generale di valutazione del docente e delle sue capacità di insegnamento. Strumenti che d'altro canto espongano le mancanze dello studente senza mortificarlo. Pensare di aiutare gli studenti dando brutti voti è come pensare di avere grandi atleti inseguendoli a frustate Al docente che fa bello e cattivo tempo credendosi Dio della sua piccola isola, vanno strappati gli artigli con tenaglie infuocate. Al docente che sa fare il suo lavoro non serve GIUDICARE COSTANTEMENTE uno studente che dopo massimo 5 anni non vedrà più, né rincoglionirlo di interrogazioni e compiti in classe senza nemmeno prendersi la briga di verificare le sovrapposizioni con altri docenti. Chi insegna deve insegnare e soprattutto creare curiosità negli studenti. L'insegnante è il cazzo di allenatore, non giudice giuria e boia. Troppi magistrati mancanti nella scuola, e troppo pochi insegnanti.
Non entro nel merito perché non è il mio campo e mi guardo bene dal provare a parlarne senza cognizione di causa, ma l'idea di separare chi insegna da chi valuta mi sembra un intuizione molto interessante, potrebbe essere molto efficace se si decidesse di farlo.
@@samyismail9144 grazie. È interessante perché sposta il focus e i rapporti di forza/personali. L'insegnante non è l'addestratore cinofilo che da premi e punizioni, è l'allenatore che ti prepara su certi argomenti. Poi, vuoi correre o meno, fatti tuoi. Ma deve essere qualcuno che prima di tutto è li per insegnare, farti capire e crearti curiosità. E togliere le valutazioni non vuol dire abolire verifiche o interrogazioni. Come dice bene De Concini, quello che si ricorda di più della sua insegnate è il "basta dire stronzate" non il voto. Si può interrogare benissimo anche senza voti, anzi è molto più utile per lo studente doversi confrontare con le proprie mancanze senza la minaccia del voto immediato ma solo confrontandosi con la realtà di non essere preparato o di non aver capito un certo argomento. È molto meglio che il giudizio sia interno, che lo studente realizzi di essere un cazzaro buono a nulla, al posto di avete un estraneo che ti prende costantemente frustate.
guarda che mediamente gli insegnanti odiano giudicare quanto gli alunni odiano essere giudicati e' l'istituzione scolastica ad imporre interrogazioni , test e giudizi , non il corpo docente ps : gli invalsi sono una "cagata pazzesca" , non a caso ricordano i quiz per la patente piu' che un qualsiasi compito in classe
@@fatoturchino7028 se gli insegnanti fossero davvero così poco interessati a giudicare e valutare sceglierebbero e chiederebbero di implementare sistemi ed esami esterni, standardizzati e oggettivi. E invece...
@@hobbes1887 te lo ripeto, gli insegnanti odiano interrogazioni e compiti in classe quanto è più degli alunni Credi sia divertente passare il tempo a correggere un compito? Te lo dimostro facilmente : se fai lezioni private saprai che il tuo docente privato non ti interroga mai col fine di darti un voto Il voto è il giudizio sono ossessioni dei politici che le scuole le organizzano, non dei docenti
quale sarebbe il collegamento tra degli invalsi anonimi che registrano le competenze medie degli studenti di una nazione, e un singolo docente odiato? appunto perchè sono anonimi non si sa nè chi sia il docente nè chi sia lo studente, è utile a giudicare il sistema scolastico nel suo insieme, non c'è nessun motivo per cui uno studente dovrebbe fare una cosa del genere, davvero, il tuo commento manca completamente di logica
@@LorEnzo-pk4hz come per l'esempio delle agenzie delle entrate, se deve essere uno strumento per valutare (in modo più o meno blando) la qualità dell'insegnamento del docente Mario Rossi, deve essere oscurata l'identità dello studente, ma non la relazione con il docente. Non avrai più i test fatti da Lor Enzo e Virgilio Lattanzi. Saranno S1 ed S2 che quando sono entrati avevano un invalsi Y1 e Y2 e quando sono usciti, grazie anche al lavoro del docente Rossi, hanno un Invalsi Z1 e Z2. Aggreghi ed analizzi i dati e vedi che il docente Rossi fa mediamente cacare perché i suoi studenti non migliorano. Invece il docente Verdi presenta risultati migliori. Cosa farne di questi dati lo decide la politica (premi in denaro per il docente Verdi, pubblica umiliazione per il docente Rossi, corsi di aggiornamento, nulla...), ma è chiaro come dice @Slavian Albanovic che dal momento che introduci una qualche relazione di causa effetto per il docente e nessun effetto per lo studente, si potrebbe verificare il sabotaggio paventato. E' però interessante l'impostazione di De Concini che tende a relativizzare l'entità di fenomeni simili. E' vero che ci sarà sempre lo studente teppista che potrebbe alterare il risultato del test, perché il docente tifa Lazio e lui Roma, però non stiamo cercando la verità assoluta. Stiamo cercando una stima spannometrica della qualità dell'insegnamento, soprattutto in alternativa al nulla attuale. Ci possiamo aggiungere l'estrazione a sorte di una vacanza per i migliori Nmila studenti (ma senza esagerare con gli incentivi per non cadere nell'eccesso opposto, cioè copiare), lavorare di lima, copiare quello che si fa negli altri Paesi, ma per implementare una riforma non è che per forza debba essere perfetta sulla carta al primo colpo. Esistono le revisioni periodiche. Meglio 10 revisioni in 10 anni che il nulla per decenni.
Però abolendolo si elimina una scelta. Si dovrebbe fare come oltralpe, Germania, Svizzera: liceo con materie umanistiche e scientifiche i primi anni, per tutti, e poi gli ultimi anni si sceglie la direzione classica o scientifica, linguistica, economica o artistica. Anche perché nei primi anni di liceo si sviluppa la passione, tendenza personale dello/a studente.
@@alinguanti È esattamente quello che ha detto Boldrin svariate volte sul suo canale, cioè creare un percorso più generalizzato nei primi anni della media superiore per dare il tempo ai ragazzi di formarsi sui concetti generali e nel contempo avere più chiara la scelta o direzione che voglio prendere.
"abolire il classico" è lo slogan di un pensiero che vorrebbe cambiare la scuola italiana e renderla meno "classicocenteica". La retorica secondo cui chi è bravo va al classico è fallace perché non tiene conto dei diversi tipi di intelligenza e le varie applicazioni di essa. Invece il fatto che tutta la scuola italiana sia strutturata sul concetto che i più bravi fanno il classico è uno dei problemi fondamentali per cui noi a livello scolastico siamo messi molto male rispetto agli altri paesi evoluti
Io andavo in un liceo scientifico, e io come i miei compagni di classe e indirizzo abbiamo sempre trovato le invalsi delle prove estremamente semplici, tanto che in quelle di seconda superiore ero rimasto perplesso poiché mi avevano semplicemente chiesto di prendere un dato da una tabella e di riportarlo pari pari. Però d'altro canto è ovvio che sia così. Se a uno scientifico chiedi di fare una prova di matematica e italiano bene o male sono argomenti abbastanza centrali della sua formazione, se invece fai fare la stessa prova ad un itis è ovvio che se gli fai fare la stessa prova di uno scientifico non si raccapezzi molto. Ma allora la domanda sorge spontanea non è che bisognerebbe fare prove invalsi o di difficoltà differenti o di materie differenti in base all'indirizzo che si sceglie?
la prova di italiano è uguale per tutti. Quella di matematica invece ha tre diversi livelli: istituti tecnici e professionali; licei non scientifici; licei scientifici. Ora, tu magari avendo fatto lo scientifico trovavi comunque facili le prove di matematica perchè tra i licei "scientifici" ci sono anche quelli versione BES (sportivo e scienze applicate) che hanno livelli molto più bassi in generale
Considera anche che quello che per il tuo istituto era banale, potrebbe non esserlo per un istituto di pari livello ma situato in un'area disagiata. Gli invalsi si concentrano su "abilità di base" e non a caso mostrano sempre disparità regionali pazzesche.
@@sitoni01 scienze applicate è il corso con piu ore di matematica almeno 4/5 anni fa quando lo scelti proprio per quello😅. Al massimo scienze umane ha oca matematica
Questo astio verso il liceo classico non ha molto senso, premetto che non l' ho frequentato, ma lo frequentano in pochi e mi sembra che siano in costante diminuzione. Se il problema e' che molti personaggi di potere vengono da li' forse pero' non da' poi quella cattiva preparazione che dicono.
@Paolo Volpi concordo: posto che io sono contrario a eliminare il classico (io ho fatto lo scientifico), però sul fatto che le eccellenze vengano dal classico, bisognerebbe capire se davvero dipende dal classico o anche da altri fattori. Al Politecnico di Milano, dove mi sono laureato nel 1999, diversi miei amici diplomati all'ITIS, che erano considerate scuole per asini, si laurearono in 5 anni ben prima di tanti liceali. In terza media, ricordo che i professori indirizzavano quelli bravi, figli di persone facoltose, al classico, quelli un pò meno bravi, allo scientifico (che era considerato un surrogato del classico), gli asini poveri all'Itis o a ragioneria. Chiaro che se mandi i migliori nelle scuole più prestigiose, dove insegnano i professori migliori, è più probabile che escano da lì le eccellenze. E' vero che quelli del classico che facevano ingegneria andavano bene, ma all'inizio fecero molta fatica e comunque, se uno che ha fatto il classico fa poi ingegneria, sarà davvero una elite, infatti la percentuale rispetto al totale dei diplomati al classico era piccolissima, perché deve essere davvero convinto di farlo: non è che uno si iscrive a ingegneria perché non sa che facoltà fare. Sono dell'idea che molto dipenda dalla scuola e dai professori, più che dall'indirizzo in sé (o meglio, non solo). Basta vedere le statistiche dal sito Almadiploma, che qui non posso riportare perché youtube mi banna, per vedere che esiste una strettissima correlazione tra ceto sociale e titolo di studio della famiglia e il titolo di studio del figlio: il 61,2% dei diplomati al classico ha alle spalle dei genitori laureati, rispetto al 16,5% dei tecnici e al 9% degli istituti professionali. Con riferimento al contesto socio-economico, i diplomati appartenenti alla classe elevata (ossia i figli di liberi professionisti, dirigenti e imprenditori) sono il 23,3% del collettivo analizzato; il 28,3% afferisce alla classe media impiegatizia, il 22,1% alla media autonoma e il 23,3% alla classe del lavoro esecutivo. Analogamente al contesto culturale, le differenze tra gli indirizzi di studio sono profonde: i diplomati delle classi più avvantaggiate sono il 30,5% nei licei (raggiungono il 49,0% nei percorsi classici), il 15,4% nei tecnici e il 10,9% nei professionali. Insomma, al di là di tutto, mi sembra che la scuola in questo Paese sia ancora profondamente classista, a discapito del famoso "ascensore sociale".
@@lucat5479 se vuoi fare economia , meglio fare ragioneria , se vuoi essere un ingegnere , meglio fare l'itis il problema non e' il programma , semmai il problema e' l'ambiente scuola , ma ripeto , per essere un ingegnere e' molto piu' formate un itisi che un liceo , scientifico o meno che sia
@@fatoturchino7028 sono assolutamente d'accordo, ma il punto che sollevavo non era questo, anzi, lo condividevo, probabilmente, scrivendo in fretta, ho fatto casino. Quello che volevo dire, è che, almeno ai miei tempi, si diceva che il classico era il top e il resto veniva molto dopo. E si indirizzavano i ragazzi seguendo quello schema. Così, chi faceva l'Itis era considerato nella migliore delle ipotesi un ignorante. Invece, proprio facendo ingegneria, ho constatato che non era così, o almeno, era una generalizzazione che risentiva di un bias. E che magari teneva lontani dei ragazzi che avevano una passione, per cui quello che aveva fatto l'Itis era considerato inadatto a fare ingegneria, mentre era più indicato un liceale. Invece, giustamente, se uno aveva studiato all'Itis, facendo ingegneria meccanica, elettrica, o elettronica non solo era adatto, ma era pure più avvantaggiato rispetto a un liceale. Ovviamente, se uno era davvero un asino, non c'era scuola che teneva. Così come se uno del classico andava bene a ingegneria, era perché era già stato selezionato alla fonte: probabilmente sarebbe andato bene ovunque. Ed è in questo che mi ricollegavo a quello che dicevi. Questa mentalità classista, chiamiamola così, per me era dannosa. Forse adesso è meno presente, però, rimane sempre il fatto che se uno ha genitori con una certa cultura, più probabilmente farà il liceo. Come dai dati che ho riportato.
@@lucat5479 il problema quindi non e' della scuola, ma sociale Si tende a ghettiazare certe classi sociali in certi istituti Ma gli istituti di per se' non sono "peggiori" degli altri
In base ai vostri discorsi il manifesto Russell-Einstein sarebbe un pezzo di carta insignificante.. Sento molto qualunquismo di parte in quello che dite.
Le famiglie non sono parte del problema-scuola secondo voi? Avete idea di che cosa siano le chat dei genitori? I ricorsi al tar quando il pargolo viene bocciato? Genitori che si trasformano in avvocati dei figli? Avete idea che alla primaria e alle medie in una classe di 20 alunni, e sono pochi, tra disabili, dsa e bes, rimangono sì e no dieci normodotati e che per forza va tutto a rilento? Provate a fare lezione con l'adhd che esce fuori di testa...
@@MrSeanma Scusami, ho usato "normodotato" per brevità e anche per prenderci un po' tutti in giro, noi che crediamo di essere normali o che esista una norma...
@@MrSeanma peccato che tutti gli studi internazionali (visto che qui su questo canale si parla di "metodo scientifico") dicano che la scelta italiana sia la migliore, dato che di fatto non viene limitato l'apprendimento né della classe né del ragazzo disabile (che procede in linea con le proprie capacità cognitive) e invece entrambi godono di tutti gli apprendimenti di tipo sociale e di convivenza civile. Non a caso l'Italia, nonostante ultimamente abbia fatto qualche passo falso per colpa di una legislazione fatta da gente che non sa niente di scuola, rimane uno dei rari esempi di come si faccia inclusione!
Gramellini non va bene perche parla di tutto senza sapere niente. Boldrin invece sa tutto di tutto quindi può parlare di tutto a ragion veduta sì sì 😂😂😂
Ha parlato bene del bias dell'autorità, che è molto diffuso specialmente in Italia, ma avendo studiato arte mi viene da ridere perchè lavoro nell'unico campo dove tutti rifiutano il pirncipio di autorità. Mi è successo di dover discutere con persone che non sapevano neppure chi fosse Monet, spiegarmi cos'è l'arte e la teoria. Ci sono molte persone che grazie al Dunnig Kruger sono convinte di sapere tutto, ma in particolare l'arte ispira la gente a pensare di esserne esperti per qualche motivo.
@@madameversiera ah, credevo intendessi che Boldrin fosse uno di quelli convinti di sapere tutto Virologo, esperto militare filosofo etc etc... C'e' un campo dello scibile umano in cui boldrin non affermi di eccellere?
D'accordo con Boldrin: si scambia il titolo con la competenza...ma tutti abbiamo la competenza/dovere di "pensare", c'è troppa compartimentazione del sapere. Comunque, l'amigdala che supera la corteccia frontale è quello che capita, in generale, più o meno a tutti 😂
Oddio la specializzazione del sapere credo sia inevitabile frutto dell'approfondimento della conoscenza. Basta essere consapevoli che di per sè il principio di autorità non basti.
Domanda provocatoria, ma non è che c'è la volontà per precisa per tenere la scuola e l'insegnamento a questo livello? Meglio tenere il popolo ignorante e quindi piu semplice da governare? Perchè cambiare e provare ad usare il sistema per esempio del Nord Europa? Il popolo poi mi diventa troppo intelligente e il potere potrebbe rovesciarsi
è un peccato vedere 3 persone intelligenti parlare un'ora "di scuola" senza avere cognizione chiara dell'argomento: ci sono alcune riflessioni sensate che possono essere colte, ma niente che abbia un senso pratico al di fuori dell'Invalsi, che è più una bandiera politica (la politica o non segue i risultati che ne vengono fuori o cambia aspetti senza avere cognizione davvero di cosa faccia). Non è invece stato toccato il nodo delle policies scolastiche, sia per quanto riguarda le scelte disastrose sul piano didattico, sia per quanto riguarda gli aspetti organizzativi, tipo le modalità di reclutamento degli insegnanti: forse sarebbe stato opportuno invitare un insegnante o qualcuno di più esperto da questo punto di vista, altrimenti si ricade nella vuota retorica che tanto si condanna. Faccio anche notare che il continuo riferirsi agli insegnanti nullafacenti o incapaci come minimo è un'incertezza del ragionamento o addirittura una fallacia logica, almeno fino a quando non si mostra che la quota di questo gruppo non sia davvero preponderante, ma questo si può fare solo numeri alla mano.
Detesto radicalmente Boldrin, ma ha espresso finalmente una verità che in Italia è (ahimé) rivoluzionaria: dobbiamo finirla con questo mito assurdo del titolo di studio!. Ci sono autodidatti con una cultura mostruosa (per dirla con Paolo Villaggio), che studiano per passione e approfondiscono argomenti e laureati che hanno raggiunto il titolo senza mai leggere un libro per intero e che non hanno alcuna passione per lo studio e la conoscenza.
@Valentino Sossella siamo il Paese in Europa che ha una tra le piu alte percentuali di persone che hanno solo la terza media, con il 21℅ di laureati contro una media europea di 32℅, il 6% di laureati nell'area STEM contro il 12,8% della media europea, 61℅ di diplomati contro il 79℅ della media europea, un tasso di abbandono scolastico pari al 12,8%, superati solo dalla Spagna, contro una media europea pari al 9%. Il titolo di studio in Italia è proprio un mito....Il problema è che in Italia in effetti c'è ancora molto provincialismo, si ha il mito del "Dottò", per cui c'è Landini, che forse soffre di complesso di inferiorità, che dà del dottore a tutti, si chiama Gianni Agnelli "Avvocato" nonostante non avesse mai esercitato, perché una leccatina ai potenti in Italia la si dà sempre, si appella con "l'ingegnere", Carlo De Benedetti, come fosse l'unico in Italia, uno che ha fatto più danni della grandine, oppure, quando Galliani era AD del Milan, trovavi giornalisti che lo chiamavano "Dottore" nonostante sia un geometra...
Veramente questo mito del titolo di studio non è una roba che viene dall'italia, paese in cui ai tempi dei nostri genitori era molto più difficile laurearsi di oggi. È un mito che viene dall'estero, in particolare dai paesi anglosassoni, cui l'Italia si sta adeguando. Ti invito a notare che i titoli di studio vengono richiesti da circa 20 anni per entrare in azienda, soprattutto nelle aziende internazionali. Boldrin su questo aspetto ha ragione ma come al solito si contraddice perché il mondo che piace a lui, quello anglosassone, pretende il "pezzo di carta" tanto e di più che qui in Italia.
@@andreapepato6473 il fatto è che nel mondo anglosassone si valuta chi ha rilasciato il titolo. Il successo (anche economico) di un soggetto certificatore è legato alla validità/attendibilità del suo giudizio. Non è un sistema perfetto e a volte a incontro a corti circuiti
L'argomento del titolo di studio arriva al paradosso quando si parla della Costituzione. Secondo molti, sulla regola fondamentale della convivenza, che quindi riguarda tutti i cittadini, possono esprimersi solo in costituzionalisti. Argomento ridicolo
Abbia pazienza, secondo me la costituzione si presta a diversi livelli di lettura. Fin dai principi fondamentali, pensi solo all'art. 3, che contiene il cd. principio di uguaglianza. In realtà ha un contenuto altamente tecnico e non a caso è spesso invocato laddove (a torto o a ragione) si sollevi la questione di legittimità costituzionale di una norma. L'art. 3 impone anche di trattare in modo diversi situazioni diverse, lo sapeva?
@@francescoporcari8597 e quindi a partire da quale titolo di studio un cittadino sarebbe legittimato a discutere di diritti, libertà e doveri che lo riguardano e delle istituzioni create per realizzarli?
@@danio2401 non ne faccio una questione nominalistica, non intendo dire che ci voglia un titolo di studio. Tuttavia è evidente che chi non abbia mai studiato e approfondito la costituzione a livello accademico o professionale non abbia tutti gli strumenti per interpretarla. La costituzione non è stata redatta per essere compresa da tutti, ma per regolare il funzionamento dello stato, ma purtroppo ne parlano come di una poesia o di un romanzo. Per inciso i diritti e doveri sono 99% previsti da leggi ordinarie e regolamenti attuativi.
I voti vanno eliminati, bisognerebbe fare come in un video game dove c'è una barra dei progressi, e si deve andare avanti e passare degli achivment, con dei test, lavori di gruppo, lavori fuori corso qualsiasi cosa. Ma che sia un progresso, che si va avanti e mai indietro, chi più veloce e chi meno ovviamente
Le universitá funzionano più o meno cosí. Hai una serie di esami che puoi ripetere tutte le volte che vuoi, e devi accumulari un certo numero di "punti" (crediti) per arrivare alla prova finale. L'ordine in cui superi gli esami e il tempo che ci metti sono affari tuoi.
Basta essere in grado di costruire un discorso per parlare di Covid e questioni mediche in generale con cognizione di causa? Boh, mi pare un'altra fallacia fra le tante...
come i comunisti o le persone di sinistra, specie quelli che si considera intellettuale: una sequela di paroloni uno dietro l'altro ma io non ho mai capito niente di quello che dicono
Non è il mio campo ma a fronte degli ultimi sviluppi tecnologici mi chiedo, sperando possa essere uno spunto per qualcuno, come si evolverà la scuola italiana in questo secolo. La scuola nel 1900 era diversa da quella di oggi, possiamo presumere che nel 2100 sarà ancora diversa, sono davvero curioso di scoprire come si evolverà a fronte delle nuove rivoluzioni tecnologiche, gli insegnanti "sopravvivranno" alle AI? Tra cinquant'anni, quando il mondo starà andando letteralmente a fuoco (intendo il cambiamento climatico, sulla guerra non mi esprimo) e l'inverno demografico avrà fatto saltare le pensioni e i conti dello Stato, come verranno ripensati i servizi pubblici? L'Italia diventerà un paese con un’istruzione, mi si perdoni la formula, "da terzo mondo"? Riusciremo a sfruttare le nuove tecnologie per ottimizzare i costi e i processi? Gli insegnanti come corpo professionale sono pronti, tra qualche decennio, ad essere colpiti da ciò che riusciamo a far fare alle intelligenze artificiali? Messa così è impossibile rispondere per certo perché non sappiamo neanche quali saranno le legislazioni che regolamenteranno e probabilmente limiteranno le nuove generazioni di queste tecnologie. Ma come i computer hanno cambiato il modo con cui si fa lezione a scuola, così anche l'IA dovrebbe entrare nella scuola. Sono affascinato dai possibili sviluppi in questo senso.
Le uscite di Rovelli sono un misto di qualunquismo e banalità. Giusto l'altro giorno, in occasione dell'anniversario della nascita di Marco Pannella, mi sono riletto l'intervista che fece in merito al pacifismo da mettere al bando: illuminante. Manca uno come lui oggi a riempire il dibattito pubblico.
Oddio Pannella è forse stato uno dei primi sintomi del "personaggismo". Tra l'altro i radicali tra la teoria complottista del "grande vecchio", l'abolizione del nucleare e altri episodi meno rilevanti, pur senza negare il loro contributo alla società italiana, credo al giorno d'oggi senza l'evoluzione che hanno avuto sarebbero semplicemente considerati dei grillini e si macchierebbero proprio dello stesso qualunquismo di cui accusi Rovelli
@@Davide6898 concordo. Aggiungo che, pur riconoscendo la centralità di certe battaglie civili, l'appoggio dato a Tortora (ma nel contempo salvarono Toni Negri), ecc., a partire dagli anni '80, hanno contribuito ad inflazionare lo strumento referendario e di fatto mi sembra che abbiano esaurito la loro spinta rivoluzionaria, arrivando anche ad allearsi con Berlusconi. All'inizio poi, era anche un po' comodo fare le battaglie da fuori il Parlamento per non sporcarsi le mani. Pannella è stato un bel furbo secondo me, un "personaggio" sicuramente. Almeno credo fosse onesto.
È impressionante come in una live di un'ora ci sia più qualità che in settimane di palinsesti in tv.
Le TV sono un magna magna. I loro giornalisti sono solo schiavi
Propongo l'obbligo di mandare questa puntata in onda in tutte le scuole Italiane.
@Il Cavalluccio Marino si
@Il Cavalluccio Marino meglio trasmettere questo, che le boiate di Limes.
Quali sarebbero le boiate di Limes, pirlone?
Buongiorno, ascolto sempre con piacere i podcast dei tuoi video quando vado a lavorare, ma questa volta ho voluto commentare qui sotto perché la vostra discussione mi ha lasciato molto perplesso.
Sono un professore delle medie, questo è il mio quinto anno a scuola, quindi diciamo che ho avuto modo più volte di confrontarmi con vari istituti e vari professori.
Quello che avete detto sulle prove invalsi denota molta disinformazione, almeno per la scuola secondaria di primo grado (medie). Infatti le invalsi vengono somministrate ai ragazzi al computer e non le correggiamo noi! I risultati si sanno spesso l'anno scolastico successivo quando i ragazzi sono già alle superiori e quindi a loro non cambia nulla. Non diamo un voto, anzi le invalsi hanno proprio la funzione che auspicate voi! Quella di farci interrogare sul nostro operato! E abbiamo anche una commissione che si occupa di questo! Ovviamente questo resta invisibile a chi non è all'interno della scuola.
Inoltre dalla vostra chiacchierata emerge come i professori lascino copiare o addirittura suggeriscano agli studenti! Cosa che non ho mai visto fare e nemmeno mai sentito. Quindi, questo generalizzare è molto sterile e si denota più volte, come quando De Concini parla che viene valorizzato solo il modo in cui uno espone le proprie conoscenze. Cosa ovviamente non vera, si valuta ANCHE la competenza nel saper esporre, ma ti assicuro che riconosciamo quando uno studente si sta "arrampicando sugli specchi". È come dire che tutta le forze dell'ordine sono da cambiare perché sono tutti corrotti o che gli youtuber non svolgano un vero lavoro. Inutile nascondersi dietro alla frase: "Ovviamente esistono delle eccezioni..."
I problemi della scuola sono tantissimi, esistono e questo è indiscutibile. I professori hanno le loro colpe, ma ci sono ben altri problemi che non vengono minimamente analizzati. Gli stipendi sono tra i più bassi d'Europa, i budget con cui lavorare vengono ridotti di anno in anno, i docenti di sostegno sono sempre di meno, le classi sono spesso di oltre 24 ragazzi con all'interno molti alunni con BES (bisogni educativi speciali). Inoltre, soprattutto alle medie, vi assicuro che per molti ragazzi la scuola è l'ultimo dei problemi. Probabilmente non ricordate più le vostre priorità di quando eravate ragazzi ma gli alunni di oggi alle medie hanno a che fare con problemi come fumo, alcool, droga, separazioni dei genitori, permessi di soggiorno, povertà, perdite... Tutti avvenimenti che nella vita di un ragazzo sconvolgono enormemente la vita. E in tutto ciò la scuola cerca di metterci una pezza! Non possiamo pensare solamente di insegnare quando abbiamo a che fare con dei ragazzi di 11/12 anni o un po' più grandi. C'è un punto di vista umano che molto spesso è più importante e mette in secondo piano tutte le altre cose...
Senza contare l'avvento degli Smartphone e dei social network che hanno minato la loro concentrazione e li espongono ad argomenti spesso non adatti, spiegati male o non sufficientemente. (Ovviamente qua va fatto un grande applauso a te per la qualità dei tuoi contenuti, anche se devo osservare che nella monografia dell'Odissea dici che anche Menelao è morto nel suo nostos, cosa non vera visto che Telemaco va da lui per chiedere informazioni sul padre!)
@@auroramancinelli2102 Vero. Io sono uscito dalle medie 8 anni fa e il metodo di valutazione era il medesimo.
Ho trovato in questa discussione vari ottimi spunti di riflessione molto interessanti, per cui ringrazio. Anche se un po' mi provocano tristezza, in quanto mi rendo conto, io per primo, di essere figlio di questa scadente scuola italiana (e direi della società italiana in generale). Vado per i 50 e solo negli ultimi anni ho davvero iniziato ad usare il cervello, con la conseguenza di aver cambiato punto di vista su tantissime cose e di aver trovato la passione per lo studio. Ma ho molta strada da recuperare.
Grazie anche per l'ennesima doccia fredda
Io ho 34 anni, sono un pelo più giovane ma capisco benissimo la tua tristezza, e la condivido pure. Anche io da giovane avessi avuto la consapevolezza di oggi avrei cercato di ottenere più di ciò che il sistema scolastico da, e quindi sto cercando di recuperare studiando adesso, anche se mi sento frustrato dal fatto che ho la percezione di stare sempre indietro.
Spiace deluderti ma se sei qua vuol dire che non hai cambiato abitudine rispetto ai passati 50 anni
@@fatoturchino7028 mo me lo segno
@@fatoturchino7028 perchè
@@nicolalai6355 chiedi a boldrin cosa vuol dire "se e solo se" e avrai la risposta
Quando presentai il corso magistrale a quelli del primo anno dissi una cosa del tipo "studiare per voi stessi, per conoscere cose nuove ed essere persone intereassanti, non solo per passare l'esame...quelli li passerete di conseguenza e con molto meno stress".
Alcuni prof mi guardarono come se fossi un alieno (anche giovani), mentre altri concordavano. Ma pochi pochi...
Riguardo l'apparente dicotomia tra il valorizzare la competenza e il "tu non sei Xologo quindi non puoi parlare" secondo me è rilevante una frase molto bella di un, non prendetemi in giro, film della Pixar.
In Ratatouille, il critico culinario avverso al motto "chiunque può cucinare" (che somiglia tanto a uno vale uno) afferma alla fine del film di averne capito il vero significato: "Non tutti possono diventare dei grandi artisti, ma un grande artista può celarsi in chiunque".
Ecco per me questo vale anche per le cosiddette competenze: non tutti abbiamo le conoscenze e gli strumenti per disquisire sullo stesso livello di economia, virologia, strategia militare o fisica quantistica, ma in condizioni normali non ci sono fattori che ci impediscono a priori di acquisire tali strumenti e di poter argomentare le nostre posizioni.
Il paradosso di questo "trialogo" è sconcertante.
Si attribuisce al personaggismo la svalutazione delle competenze per finire a far critica spicciola sul nome dei personaggi anziché sul merito dei loro errori argomentativi.
Fioi, per lo meno vi ringrazio di esser testimonianza di quanto il letargo dell'istruzione sia pienamente sufficiente a generare mostri anche quando praticato tra coloro che, non senza ragione ma pure con pessimo tempismo, si interrogano sul declino in atto.
Questi video sono il motivo per il quale ti meriti tutto il supporto possibile.
Grazie una trasmissione veramente educativa relativamente ai pericoli di io strabordanti di persone competenti in qualche settore ma che vogliono pontificare su tutto e tutti.
Non tanto per i personaggi citati, Rovelli, Barbero, Odifreddi ecc.; che io non mi sento in grado di giudicare ma sopratutto con l" esempio concreto e plastico di 3 personaggi sicuramente informate e competenti nei loro mondi, che si spalleggiano nel giudicare l" universo mondo e le persone che vogliono esprimersi su problematiche che coinvolgono tutti e sulle quali puo esprimersi anche l' ultimo dei cittadini "della strada".
Mi spiace particolarmente per Boldrin che seguo regolarmente e di cui non condivido sempre le opinioni ma che trovo molto divertente il mofo di esprimerle.
Saluti a tutti gli italiani da un emigrato in Thailandia.
Obbligo di ascolto. Grazie di esserci.
seguivo su spotify e sono venuto qua apposta per mettere like. interessante contributo di Concini, bella per Dufer e Boldrin
Grazie sinceramente per parlare di questi temi! Concordo totalmente con molti dei concetti che avete espresso.
Sono un'insegnante delle secondarie di secondo grado (nello specifico attualmente un liceo), precaria da 7 anni e credo che il grosso problema sia a monte e vada ben oltre la questione "Invalsi".
Le prove Invalsi e il dibattito che c'è intorno sono solo un esempio di un sistema che non vuole davvero cambiare, al netto di tutti i tentativi di riforme che poi vengono messe in pratica solo in parte e sempre stando molto attenti a rimanere entro gli obblighi burocratici ma senza modificare realmente lo stato delle cose.
Basta pensare ai sistemi di reclutamento: in Italia per alcune discipline non esistono da anni percorsi abilitanti, per cui o si va all'estero (io ho fatto così, con mille sacrifici me ne sono andata in Svizzera, perchè ci tenevo ad una formazione pedagogica seria per la mia disciplina e con 2 anni di corsi, tirocinio ed esami e millemila scleri col Ministero dell'Istruzione per avere un riconoscimento, finalmente ho potuto iniziare a insegnare) o, come sta accadendo negli ultimi anni, si va con "rattoppi" facendo concorsi in cui, con test a crocetta o 5 domande aperte, si prende il titolo abilitante. Da questo punto di vista il Concorsone 2016 della Buona Scuola di Renzi era stato rivoluzionario. Mi viene quasi l'orticaria a dirlo, ma parlo con cognizione di causa perchè ho sostenuto quello un altro successivo, oltre aver esuito gli accadimenti delle ultime procedure concorsuali: e anche se 7 anni dopo averlo passato sono ancora precaria, mi sembrava un concorso sensato, perchè contrariamente ad altre procedure bandite successivamente i requisiti di accesso e la struttura delle prove, con tutti i limiti e problemi del caso, palesemente era pensato per cercare di capire "che tipo di docenti sarebero stati i candidati" e non quali fossero quelli "con maggiore memoria a livello di nozioni"). Gli ultimi concorsi (in particolare quelli riservati a chi già aveva 3 anni di supplenza alle spalle) sono stati caratterizzati da domande assolutamente nozionistiche in cui l'aspetto pedagogico è stato pressochè nullo. E poi fanno le prove Invalsi....?? Ma con quale coerenza, se si vuole misurare un qualcosa che in primo luogo il Ministero dell'Istruzione non dimostra di cercare davvero nei docenti?
Altra cosa: come ha detto Boldrin, le prove Invalsi dovrebbero servire a capire "come lavora una scuola".
Ma al lato pratico le scuole in primis non leggono i dati con quell'ottica. Quando si parla degli esiti delle scuole Invalsi nei collegi docenti, spesso si sentono discorsi tipo "questo dimostra che sempre di più alle medie promuovono persone che andrebbero bocciate", da quando c'è stato il Covid OVVIAMENTE la pandemia è diventato il capro espiatorio di un calo generale nel livello di competenze, ma di base non si sente mai un serio discorso su cosa concretamente si dovrebbe fare per migliorare la situazione, senza dare responsabilità a fattori esterni. Io son relativamente fortunata perchè sto in una scuola con un buon profilo, ma confrontandomi con colleghi che insegnano altrove l'andazzo è quello. Troppe delle persone che stanno nel mondo della scuola (non tutte, ovvio!), forti di avere le chiappe parate da un sistema che tanto non le manderà mai a casa, non se lo pone proprio il problema "di come potrebbe fare meglio il proprio lavoro", delle competenze e capacità che dovrebbero avere i docenti prima ancora degli studenti.
E, ultimo ma non ultimo, avendo cmq girato un po' di scuole nel mio precariato mi sono convinta di una cosa: uno dei problemi più grossi della scuola è "il posto fisso incondizionato". Eliminando questo principio e rimettendo in discussione l'intoccabilità dei docenti anche quando palesemente non sono in grado di trasmettere conoscenze e competenze ai ragazzi, si potrebbe davvero pensare a un cambiamento, con o senza Invalsi.
Concordo pienamente con ciò che hai scritto, personalmente non ho fatto un'esperienza paragonabile alla tua però ho visto l'esperienza di altri e ho constatato lo stesso problema, al netto del fatto che ora i concorsi pubblici sono praticamente ingolfati. Detto questo mi intristisce il pensiero che anche qualora ci fosse un governo volenteroso ( e non c'è ) a togliere il principio del contratto a tempo indeterminato, si scatenerebbe un putiferio così poi amplificato dall'opinione pubblica che probabilmente il governo, senza un appoggio così solido ( che tendenzialmente in Italia non c'è mai), cadrebbe e la caduta del governo porterebbe alla dissoluzione del tentativo di riforma. Ricordo ciò che successe sia durante i tentativi di riforma della germini, sia durante quelli di Renzi, che per carità seppur tentativi con enormi criticità, erano pur sempre dei modi per cercare di ammodernare la scuola. Secondo me sarebbe più facile in Italia instaurare una dittatura che rimuovere il posto fisso, le persone tengono più a quello che alla democrazia, al pil o alla tenuta dello stato
il vero grande problema della scuola italiana sono gli insegnanti che provengono dalle facolta' di pedagogia , ecco dove parte il problema , dalla qualita' degli insegnanti
@@fatoturchino7028 anche quelli che provengono da altre facoltà, magari un ragazzo o una ragazza possono essere bravissimi all'università, eccellere nella loro materia, ma non è detto che sappiano insegnarla, farebbero meglio a dedicarsi nella ricerca, invece attratti dal posto fisso o spaventati dal mondo della ricerca, cercano di insegnare senza avere né talento né passione e proprio perché sono eccellenti passano dei test in cui si richiede la nozione ma non si verifica la capacità di insegnamento. A ben guardare secondo me in Italia non saprebbero neanche misurare la capacità di insegnamento ma vabbè questo è un altro problema
@@daniloingusci8483 mah , dubito fortemente che chi eccelle in qualche materia sia attratto dall'andare ad insegnare in un istituto superiore , forse questa cosa vale per chi ha studiato lettere o filosofia , non certo per matematici , fisici , chimici o ingegneri
ho avuto la sfortuna di seguire dei corsi di pedagogia , il problema della scuola parte proprio da chi studia pedagogia , pretendiamo persone che non hanno nulla da insegnare possano essere buoni insegnanti , che non ha senso
ho avuto la fortuna di avere alcuni buoni insegnanti , nessuno di loro fu bravo grazie alla pedagogia
@@fatoturchino7028 ah non sapevo di questa cosa della pedagogia nello specifico perché non mi sono mai approcciato a questa disciplina. Si ovviamente nel mio discorso parlavo di materie umanistiche, pensavo soprattutto a lettere, storia e filosofia, anche se nella mia vita nella scuola ho constatato che ci fossero prof di matematica capaci di risolvere problemi molto complessi abbastanza velocemente però poi incapaci di suscitare una qualunque passione per la loro materia. Comunque nonostante le loro competenze erano lì al liceo
È veramente un piacere ascoltarvi..👏👏👏👏👍👍
A parte il fatto che la puntata è stata veramente interessante, volevo dire che una lezione importante che ho appreso da questo Dufer&Boldrin, in particolare sulla parte finale in cui Boldrin porta l'esempio degli americani che lo bacchettavano su i suoi discorsi privi di un fine, che mi ha fatto riflettere sul fatto che nei nostri discorsi sia a livello pubblico che privato( con le dovute eccezioni, naturalmente) c'è una mancanza lampante di pragmatismo.Mi spiego meglio: ho notato sia in me che nelle persone che incontro e che ho intorno come molto spesso i discorsi non siano destinati a trovare una soluzione effettiva o la ricerca della "verità", bensì sono finalizzati solo sul affermare le proprie posizione e, tramite un buon uso del linguaggio, renderle la posizione della verità. In poche parole mi sembra che la retorica, nella sua accezione più negativa, la faccia sempre di piu da padrone sia nelle discussioni politiche (visto l'argomento della puntata) sia quelle più particolari fra le persone, mettendo così nel dimenticaio il valore pratico dei discorsi .
Detto ciò, grazie duferone per la bella puntata
direi che boldrin nonostante la permanenza in usa non abbia perso l'abitudine alla retorica vuota
Da noi rimane ancora ben salda la convinzione contadina e analfabeta che la cultura è quella cosa incomprensibile. E più è incomprensibile più è cultura alta. Quindi più uno spara supercazzole forbite ma senza senso più è geniale.
@@fatoturchino7028 cioè?
@@zackhassi non saprei cone riscriverlo in modo più semplice ma provo : boldrin fa vuota retorica, del resto e' un economista
@@fatoturchino7028 ok, quindi chi è economista è retorico, giusto ?
Ennesima live che riesce a farmi ragionare su argomenti a riguardo dei quali pensavo di avere le idee abbastanza chiare. Temi interessantissimi e trattati in un modo che non impone dogmi ma sfida... a ragionare. Meritereste molto più seguito secondo me. ❤
Hai scritto un commento veramente di valore. È questo il senso.... Discutere per far venire dubbi e avere un quadro completo. Brava
44:00 Galileo diceva "parlare oscuramente lo sa fare ognuno, chiaro pochissimi"
Spunti sempre interessanti. Mi piacerebbe rivedere una puntata simile magari con Barbasophia o comunque qualcuno che combatte con la realtà che è INVALSI magari in un professionale. Sottolineo solamente che gli studenti possono visualizzare i risultati della propria prova attraverso l'accesso alla piattaforma dedicata a partire da giugno.
Min. 30. Applicano il principio IPSE DIXIT basato sul titolo.
Imperdibile trio, grande video, sono interessata, confronto molto intelligente. Sulla fiducia Grazie
ora mi recupero questa trasmissione, visti Ale e Michele come ospiti promette bene per una mattinata ad ascoltare ragionamenti costruttivi grazie a tutti. e aboliamo il classico😂
Ho seguito questra trasmissione con immenso piacere, andrebbe propiettata almeno una volta in tutte le aule delle scuole superiori
Ringrazio il cielo di aver portato i bimbi in Inghilterra, dove una scuola non eccelsa ma moderna evita tragedie.
Per chiudere il cerchio. La mia prof di italiano al liceo ci faceva leggere il buongiorno di Gramellini, perché era "un capolavoro di retorica"
ma infatti spesso lo sono, un esercizio di retorica perfetto. Questo non significa che il contenuto sia altrettanto sensato o buono
Grazie
stupendo, grazie carissimi
A me fa riderissimo che nel calcio, e nello sport in genere, siamo tutti i per competitivi e valutiamo gli atleti spietatamente sui risultati nelle competizioni con gli altri....e nel discorso pubblico, invece, ci facciamo andare bene il "sono professore su X, quindi su X ho ragione io".
A pensarci bene, alla fine il principio di autorità che c'è in Italia si può vedere come una difesa corporativa, di intellettuali deboli e insicuri; la difesa di una posizione di piccolo privilegio.
@Borlumi a me sembra curioso che tu abbia portato proprio l'esempio del calcio, in un Paese dove ci sono 60 milioni di CT della nazionale, che, avendo giocato al massimo nell'oratorio del paese, si sentono in diritto di dire che il tale allenatore non capisce una cippa di calcio o che critica la tecnica di giocatori che calcano i campi da calcio fin da quando erano ragazzini....Come disse il compianto Vicini, "Io sono fortunato perché sono l'unico ad avere 60 milioni di colleghi"....Ad ogni modo, il principio di autorità è una aberrazione e antiscientifico, però a me sembra, che soprattutto con l'avvento dei social (che rimangono una ottima cosa di base), chiunque ormai si sente autorizzato a discutere alla pari su argomenti di cui non sa nulla con persone che hanno dedicato la vita a quegli stessi argomenti. Anche grazie all'"uno vale uno" dei grillini. Quindi, almeno in parte, potrebbe essere che qualcuno reagisca facendo valere questo maledetto principio di autorità. D'altronde, quando c'è un politico che denigra gli esperti chiamandoli "professoroni" non credo si vada nella direzione giusta. Una volta, il maestro era una autorità, oggi l'autorità è l'influencer, che arriva a guadagnare anche 10 volte almeno un maestro elementare. Io sento più spesso dire "Io guadagno tot" quindi valgo rispetto a "Io ho studiato, quindi sono", oppure quelli che si vantano di essere laureati all'università della vita. Basta accendere la tv, tra GF, Isola dei famosi ma anche i dibattiti italiani, per vedere una marmaglia di gente che non sa nulla di nulla e che fa a chi urla più forte al posto del "principio di autorità". Mai nessuno che si degni di portare un dato, delle statistiche o che faccia fact checking. Si è passato almeno una settimana a parlare dell'opinione di un residuato bellico degli anni '80, tale Ezio Greggio, sulla donna che aveva lasciato il bimbo appena nato in ospedale. Poi dipende dagli ambienti, ma in un Paese dove la percentuale di chi legge almeno un libro al mese è imbarazzante, non so fino a che punto il problema vero sia questo "principio di autorità".
@lucat5479 a parte che io ho sì ho citato il calcio, ma come esempio dello sport in generale (come ho scritto, tra l'altro), ma non ti seguo, mi dispiace. Credo che se vogliamo essere seri, dobbiamo considerare l' "uno vale uno" di chi parla senza sapere e il "non parlo con te di X perché non sei professore di X" come due facce della stessa stupidità e insicurezza e slogan delle due parti della stessa lotta fra gruppi d'interesse (da una parte gli intellettuali di poco peso - i titolari della categoria dei "professoroni" in cui Salvini gettava chiunque - e il popolino)
Ad ogni modo, secondo me, fra persone serie dovrebbe fare da regola il dibattito onesto in cui si vede chi ne sa davvero di più al di là del titolo di studio oppure emerge chi ha l'argomento migliore, al di là del titolo di studio.
@@borlumi4664 sì sì, certo, ma infatti l'avevo buttata lì come riflessione mia perché il calcio era proprio l'esempio di sport popolare dove si dice la qualunque. Sulla seconda parte di questa tua replica, comunque, sono totalmente d'accordo, sono due facce della stessa medagli, sono intervenuto perché percepivo, nel dibattito in realtà non tanto in te che non ti conosco, ho preso te perché ne parlavi, non era nulla di personale, come uno sbilanciamento, perché secondo me c'era da tenere conto anche di quello che dicevo. Ma certamente la cosa importante e l'onestà e la serietà nell'affrontare una discussione, purtroppo in giro ci sono troppi malati di mania di protagonismo che magari per difendersi, pongono la barriera dell'autorità. Tra l'altro, avessimo dei veri intellettuali, spesso vanno in tv giusto perché poi possono parlare del loro ultimo libro, ormai ho imparato a sgamarli... Ciao.
Forse gli invalsi dovrebbero essere considerati e strutturati maggiormente come un test attitudinale. In questo modo la motivazione intrinseca degli studenti sarebbe più stimolata e nel frattempo potrebbe essere una fotografia dell'istruzione costante.
Comunque alba Parietti che parlava di Geopolitica mi ha spaccato in due. Boldrin sei un grande
wow, video ricco di spunti mega interessanti!
Trio strepitoso e argomento scuola interessantissimo
La scuola italiana non è una scuola basata sulle conoscenze, non è una scuola basata sulle competenze e non è basata sul merito, è una scuola basata sulla fatica
Allo scientifico io sono stato da un lato fortunato con gli insegnanti di italiano e filosofia, dall'altro sfortunato con quelli delle materie scientifiche.
In letteratura e filosofia avevo due insegnanti che mi hanno insegnato un sacco di cose, severissimi ma giusti ed esattamente quel tipo di persone che avete descritto, quando facevano una domanda se si partiva con la supercazzola dopo un minuto ti interrompevano: "non ti ho chiesto questo, rispondi alla domanda" dicevano, poi in caso si poteva approfondire, partendo dal principio che "se hai davvero capito qualcosa sai spiegarla nel modo più semplice possibile" e lo studio di queste materie non era limitato alla storia della filosofia e la letteratura, ma all'acquisizione delle competenze utili.
Dall'altro lato avevo il paradosso, insegnati di matematica e fisico che detestavano il concetto di "se il ragionamento è giusto e il risultato anche allora va bene", dovevamo applicare il loro metodo e fare come dicevano loro, io non ero un grande studioso anzi, non avevo proprio voglia e facevo il minimo indispensabile a casa, solo che nelle materie umanitarie andavo abbastanza bene, avevo una media tra il 7 e l'8, la matematica invece, essendo logica, per i pigri è in realtà una manna dal cielo e per me era come una seconda lingua, così come la fisica, ma dato il carattere degli insegnanti non ho mai superato il 6 ma detto anche in maniera dichiarata il motivo, in quinto anno mi sono avvicinato dopo una simulazione di seconda prova all'insegnante chiedendo "ma se è tutto giusto perchè ho preso 6?", la risposta è stata "perchè studi poco".
Il risultato è stato che nonostante alle invalsi io abbia sempre preso quasi il massimo in tutte le prove e che successivamente abbia superato i test di ingegneria con il punteggio massimo e dato tutti gli esami del primo anno al primo tentativo sono uscito dal liceo con 60, perchè gli insegnati di lettere e filosofia erano esterne e si sono accodate al giudizio di quelli di matematica e fisica che invece erano del loro pensiero.
Per me questa è anche una conseguenza dell'idealizzazione del sacrificio, si vede anche nella vita di tutti i giorni, se c'è qualcuno che ha una vita agiata o che semplicemente spende i suoi soldi un pò come cazzo gli pare, o dall'altro lato un giovane che rifiuta un lavoro perchè non ha voglia di essere sottopagato e sfruttato c'è la grande maggioranza di gente che dirà "io per campare faccio mille mila sacrifici e invece questi non sanno neanche cosa significa", che a parte che non è vero, perchè se io rifiuto un lavoro perchè non ho voglia di essere uno schiavo sto evidentemente sacrificando tutto ciò che con quei soldi potrei farci, ma è l'ennesima riprova che per l'italiano non è importante arrivare al risultato, non è importante arrivarci in modo smart, ma è importante dimostrare fatica e sacrificio come se fossimo l'eroe di qualche tragedia.
Fossi in te rivaluterei i docenti di Matematica e Fisica, se hai passato il primo anno di ingegneria con facilità, parte del merito e' sicuramente loro
A dir la verità, da come scrivi avrei più dubbi sulla qualità del docente di lettere che su quello di matematica
@@babbo9881 non mi pare di aver commesso grossi errori, illuminami su perchè il modo in cui scrivo è così scandaloso.
Ho superato quei test e quegli esami perchè erano argomenti che mi piacevano e studiavo per i fatti miei, la mia insegnante di fisica dopo che sono uscito da scuola e in seguito alle enormi lamentele di diversi corsi perchè non sapeva evidentemente fare l'insegnante è stata trasferita in un altro liceo in seguito di un'indagine ministeriale, la mia insegnate di matematica ti dico solo che ha suggerito tutta la seconda prova sbagliata agli esami di maturità e abbiamo dovuto darle noi gli esercizi corretti così che potesse andare da tutti quelli a cui aveva suggerito per rimediare, quindi no, se sono andato bene a ingegneria non è per merito loro. anche perchè chiunque abbia fatto ingegneria sa che in analisi e in fisica si riparte dalle basi, quindi è proprio grazie alla mentalità logica che le ho superate, non grazie ai miei insegnanti.
PS: fatto interessante, anni dopo abbiamo scoperto che la mia insegnante ha iniziato a prendere ripetizioni di matematica con un'insegnate privato perchè il caso dei miei esami di maturità non è stato isolato
@@pietroventimiglia5269 tra tutte scelgo : "materie umanitarie"... Ma in generale ho trovato un po' difficile seguire il tuo discorso, posso capire che sia dovuto ad un tono colloquiale tenuto su un commento su utube
Guarda, io non conosco i tuoi insegnanti quindi non posso dire nulla a riguardo
Però ti garantisco che se hai passato tutti i test/esami di ingegneria molto più probabile ciò sia dovuto al lavoro dei tuoi vecchi docenti di mate/fisica che alla "mentalità logica" che nemmeno sappiamo devinire
Svolgere correttamente limiti/derivate o integrali non ha nulla a che fare con questa presunta "mentalità logica"
La cosa principale da fare nella scuola oggi, anche immediatamente, è togliere ai docenti la capacità di esprimere giudizi sui propri studenti, visto che in massima parte è un potere che non meritano e non sanno usare. Insegnare e giudicare sono due compiti che vanno separati quanto prima perché sono la radice primaria delle perversioni scolastiche.
Al docente che fa bello e cattivo tempo credendosi Dio della sua piccola isola, vanno strappati gli artigli con tenaglie infuocate. Al docente che sa fare il suo lavoro non serve GIUDICARE COSTANTEMENTE uno studente che dopo massimo 5 anni non vedrà più, né rincoglionirlo di interrogazioni e compiti in classe senza nemmeno prendersi la briga di verificare le sovrapposizioni con altri docenti. Chi insegna deve insegnare e soprattutto creare curiosità negli studenti. L'insegnante è il cazzo di allenatore, e deve allenare lo studente, non fare giudice giuria e boia.
Troppi magistrati mancanti nella scuola, e troppo pochi insegnanti.
@@babbo9881 ah va be si per errori come quelli lo ammetto: dato che siamo sul tubo prendo per buono il primo suggerimento della scrittura automatica del telefono senza troppa attenzione. Però si appunto è più una conseguenza del tono utilizzato sulla piattaforma in cui ci troviamo.
Guarda onestamente ripeto che in analisi e in fisica si ricomincia letteralmente dalle basi, ovviamente fatte in maniera molto veloce. Quindi non è che sono arrivato a limiti e integrali che non li avevo mai fatti e per magia grazie alla logica li sapevo fare, l'insegnante di analisi li ha spiegati da 0.
Oltretutto limiti e integrali si fanno al liceo quindi si fanno già prima e se hai un insegnante capra impari a studiare da solo ad un certo punto, e come già detto all'esame di maturità abbiamo dovuto correggere l'insegnate su questi argomenti.
Poi non voglio dire che sono un genio eh, ho avuto la fortuna di avere mio padre che da ingegnerie mi ha potuto aiutare quando di matematica non ne sapevo un cazzo, ma appunto lui non partiva dal principio dell'imparare a memoria i teoremi e le regole, ma mi spiegava il concetto di base e tramite la logica mi faceva ricavare tutto il resto, che è esattamente l'opposto di quel che facevano i miei insegnati.
Però appunto applicando questo metodo che chiamo "mentalità logica" non ho avuto difficoltà neanche all'università, perchè capendo il concetto base di un determinato argomento il resto è logicamente ricavabile.
Ce per rendere chiara e inequivocabile la situazione dei miei insegnanti di matematica e fisica:
Quella di matematica in un problema che non riusciva a risolvere ha lasciato per buono come risultato la radice quadrata di -1 nell'insieme dei numeri naturali.
l'altra ha ucciso tutta la fisica moderna non trovando la correlazione tra massa ed energia.
Tra l'altro forse appunto non sono stato chiaro io ma nel mio commento originale non parlavo delle capacità degli insegnati, ma del metodo utilizzato. Il problema era appunto che io non meritavo un voto alto perchè non seguivo il loro metodo e il loro procedimento. E questa cosa un pò penalizza, al di là dei banali crediti per gli esami, io ho avuto ad esempio un compagno che aveva più o meno i miei stessi voti in tutto tranne che in matematica e fisica in cui aveva voti più alti perchè invece lui faceva pari passo ciò che gli insegnanti gli dicevano (non che sia sbagliato, sono semplicemente metodi diversi, lui si trovava comodo con quel metodo ed io invece no) e quindi aveva una media molto alta e agli esami ha ottenuto un voto molto alto, ottenendo anche lui il massimo nei test e dati i suoi risultati passati ha potuto fare richiesta all'università per il percorso giovani talenti e anche richiedere il posto letto in una struttura con determinati vantaggi, seguire un percorso formativo leggermente diverso eccetera, cose che io non ho potuto fare non perchè ne sapessi meno di lui ma semplicemente perchè ai miei insegnanti non andava a genio il fatto che io seguissi altri passaggi.
Minuto 22.20 . Boldrin comincia a parlare di quella cosa lì. Dufer abbassa lo sguardo e si pulisce le unghie, a De Concini gli si gela lo sguardo e cerca (inutilmente) di ribattere. Per me il video può finire qui, vado a dormire sereno. Grazie.
Siete un cielo con nuvole lontano dai camini e aria fresca…ma non nel mio mondo li il cielo sono degli occhi🤍
Gramellini dopo le superiori è andato da nessuna parte e PONTIFICA!
Ottimo ospite!
Concordo su quasi tutto, solo una cosa: Rovelli ha detto oggettivamnete stronzate sulla guerra. Tuttavia mi pare un po' riduttivo dire che è 'bravino' in fisica. È un fisico serio, in effetti ha sviluppato la loop quantum gravity. Non è l'Odifreddi della fisica.
Un'offesa che non mi sentirei di rivolgere a nessuno.
Quand'è la parte su Rovelli?
Liberi oltra la bestemmia bellissimo
Il famosissimo intellettuale William J. Ampio è in disaccordo con l'ultima affermazione fatta da Alessandro!
56:00 sarei curioso di sapere dove ha parlato in precedenza il professor Boldrin di questa polemica perché a me non risulta che Beniamino Placido abbia mai scritto un articolo contro Robert Fogel. A parte che Beniamino Placido è morto nel 2010 e il professor Boldrin ne parla al presente dicendo che gode della fama di essere un Leonardo da Vinci, definizione che non ho mai sentito e che non c'entra molto con il profilo di Placido. Beniamino Placido è stato un politico, inizialmente nel Ministero dell'Agricoltura, ma soprattutto, a partire dagli anni 70, un giornalista, critico letterario e conduttore televisivo, autore di numerosi programmi televisivi, tra cui "Serata Garibaldi", " Serata Marx", "Serata Manzoni", " Eppur si muove" con Montanelli, istituí il famoso processo a Rambo nel 1985 insieme ad Eco e ad altri, programmi innovativi con cui cercava di svecchiare la tv italiana, unendo la cultura popolare a quella elitaria. Era un uomo di grande cultura. Per Repubblica curò la rubrica di critica televisiva " A parer mio". Studiò negli USA e divenne un profondo conoscitore della storia e della letteratura americana. Vero che si occupò di razzismo ma non riesco a trovare nessun articolo. Robert Fogel scrisse "Time on the cross" nel 1974 e nel 1993 vinse il Nobel ma giá quando pubblicò "Time on the cross" fu travolto dalle polemiche, da molti fu accusato di razzismo perché dimostrava, numeri alla mano, che la schiavitù non era stata inefficiente e sul punto di scomparire ma anzi, era molto efficiente e in alcune condizioni, anche piu efficiente della produzione libera. Era conscio delle polemiche tanto che nel 1989 scrisse: "Without consent of contract: the rise and fall of American slavery" e condannò, più volte, apertamente da un punto di vista morale, la schiavitù.
I libri di Rovelli sono pieni di refusi.
De Concini mia nuova crush❤
Se deve essere una fotografia della scuola italiana e deve essere un giudizio verso la scuola e verso gli insegnanti , forse e giusto che i ragazzi sbaglino e potrebbe essere e lo e l unico modo che hanno di dimostrare che la scuola non va ha bisogno di cambiamento , vogliamo che vadano bene ..pero non accettiamo che vengano sbagliati per usarli come mezzo di cambiamento nella scuola
Un vecchio esperimento di psicologia sociale prevedeva L uso di corrente elettrica a voltaggi crescenti su persone gestito da soggetti anonimi rispetto alla vittima…. Il camice da dottore degli assistenti al progetto venne identificato come “coadiuvante” al sadismo individuale dei carnefici
@Rick DuFer l'ho fatto, ecco il risultato:
Certamente, posso provare a descriverti la situazione politica attuale utilizzando uno stile simile a quello di Gramellini. Ecco una possibile descrizione:
Siamo di fronte a una situazione politica che lascia l'amaro in bocca, come una tazza di caffè troppo amara servita al mattino presto. La politica italiana sembra essere in balia di interessi contrapposti, come onde che si infrangono sulle rocce della democrazia. I partiti, ognuno con le proprie ragioni, si confrontano in un gioco di potere che sembra non avere fine.
Ma non solo: la situazione sembra essere complicata anche dalla presenza di fenomeni esterni, come la pandemia che ha colpito il mondo intero come un fulmine a ciel sereno. Questo ha creato un'ulteriore complicazione per una politica che già faticava a trovare un equilibrio, come una bilancia che vacilla sotto il peso delle scelte difficili da prendere.
In tutto ciò, l'opinione pubblica appare stanca e delusa, come un vecchio libro che ha visto troppe vicende e che ormai si spegne tra le pagine ingiallite. Ma non tutto è perduto, perché la speranza è l'ultima a morire e ci sono ancora coloro che credono in una politica più responsabile e attenta alle esigenze della collettività. Speriamo che queste voci si facciano sempre più forti, come un coro che si leva potente nell'aria tersa della speranza.
Avete ragione, ma Michele ha PIÙ ragione.
Il "tal Corlazzoli" è un insegnante, qui tutti parlano di scuola e l'hanno vissuta solo da studenti.
io la roba del titolo di studio la vedo come uno che ha voluto diventare esperto e dedicare tutta la vita in quel campo di studi e quindi avrebbe "più" ragione. Il problema del mio ragionamento è la gente che ha preso la laurea col culo e quindi si dovrebbe dibattere su qualcosa di certo cioè i numeri, dati e fatti con ragionamenti per collegarli ma questi laureati sono poco preparati realmente
46:00 io ho letto un manuale tecnico degli anni 70 e un altro sullo stesso argomento degli anni 2010. Quello degli anni 70 era limpido, quello del 2010 si nascondeva nelle tenebre del non essere.
Io ho studiato sui libri di mia madre. Senza fronzoli. Avevo tempo per leggere cose extra scolastiche. Non parliamo dei prezzi dei libri....
Tre persone che discutono di scuola e come al solito nessuno dei tre lavora a scuola.
"la qualità media dell'insegnamento a scuola è vergognoso"; "la scuola stessa non vuole riformarsi"; Son affermazioni un po' Biased ad essere generosi. Una conversazione a tratti interessante, ma, come spesso accade, gli insegnanti appaiono come scansafatiche, mediamente ignoranti, tendenzialmente attaccati al Posto Fisso, ed estremamente legati al proprio status (di "pezzenti"). Probabilmente indagando si potrebbe trovare insegnanti talvolta demotivati e spesso oberati da incarichi che poco hanno a che fare con la didattica. Perché il sistema scuola è un vincolo enorme per chi insegna e per chi dirige. La burocrazia è molto ingombrante e la "didattica-difensiva" sta diventando una sana abitudine per chi non voglia aspettare gli avvocati sulla porta. La scuola inoltre è parte del "Ministero del MERITO e del non ricordo cosa"; Ogni ministro che arriva, dopo proclami altisonanti, riesce solo a cambiare l'aspetto di qualcosa che resta sempre uguale, possibilmente creando caos. Il reclutamento ad esempio è una lotteria. Ogni concorso bandito ha criteri differenti, solitamente poco basati sulle competenze, quasi sempre sulle conoscenze, quasi mai sulle skills realmente necessarie per gestire studenti sempre più problematici e sempre meno motivati. Probabilmente a questo dobbiamo la reputazione dei docenti che, in certi casi, sono davvero inadatti al ruolo, perché magari sono stati bravi studenti, ma non hanno idea di come rapportarsi con le persone. La casistica è però veramente ampia e non siamo in grado di produrre statistiche che vadano oltre gli INVALSI. Un test per cui gli studenti non hanno alcuna motivazione e da cui non nasce mai un reale mutamento, come evidenziato nel video. La scuola quindi dovrebbe cambiare, ma ai governi del consenso perché dovrebbe interessare? La scuola è parte del disegno sociale. Venendo meno questo, non so se abbia senso parlare di cambiamenti nella scuola...
👏
Quest'anno ho svolto le prove invalsi, non ho trovato alcuna difficoltà, ed il punteggio era anche sufficientemente, il problema è che tale risultato non è da attribuirsi alla scuola italiana, ma grazie ad un corso privato che svolgo per poter accedere al test di medicina. Questo è il problema grave... Noi ragazzi non credimi più nell'istituzione poiché nel momento in cui un ragazzo acquisisce più conoscenze da un corso privato che dura 3 (9 ore settimanali) anni rispetto ad un servizio statale , pensa semplicemente a cosa mi serve venire a scuola se sostanzialmente posso rimanere a casa, evitare scocciature , apprendere in piena comodità e avere anche risultati di ciò che svolgo ?
Questo mi fa anche riflettere su quanti ragazzi potrebbero essere qualificati , ma a causa di situazioni precarie o comunque non disponibilità economica non possono avere la mia fortuna ... Provo un misto di dispiacere e incazzatura
Mi sembra ci sia una petizione di principio sulla validità dei Test INVALSI quale strumento di valutazione degli studenti.
Secondo me prima bisognerebbe stabilire la finalità e la direzione dell'insegnamento (risultato-obbiettivo) e poi valutare il metodo di valutazione.
Magari i parametri valutati dall'INVALSI sono in parte corrispondenti a quelli che emergono dal test di medicina oggetto del corso di cui parla.
Per quanto mi riguarda non ho mai conosciuto un medico che non fosse ignorante in tutto tranne che in medicina (e va bene così, in fondo).
57:17
le invalsi dovevano valutare il sistema di insegnamento, non gli alunni.
Le scuole hanno deviato il tutto, non volevano essere giudicate, tantomeno i professori; anche perché si sarebbero dovuti prendere provvedimenti in caso di scarso rendimento del corpo docente, con conseguente cattiva pubblicità per l’istituto. Al solito in Italia si vuole mantenere il privilegio con il minimo sforzo.
Secondo te lo scarso rendimento di un alunno è imputabile in toto all'insegnante?
@@irene-zo4qd per esperienza se su una classe di 20. 22 ragazzi , 10 o 15 non capiscono e fanno fatica ti dico che probabilmente si, c’è un problema
@@lillibi6486 Io penso alla primaria, medie, professionali in cui quasi la metà degli alunni ha certificazioni varie. È ovvio che in classi con uno o due disabili, cinque o sei dsa, un paio di stranieri non si possa fare chissà che cosa e ci sono giornate in cui si fa babysitteraggio.... Certo, se per noi scuola è il liceo in della città, il discorso cambia radicalmente.
ma sopratutto : secondo te gli invalsi sono in grado di valutare la qualita' dell'insegnamento?
In realtà da docente di lettere vi informo che mi fanno assistere alle prove di matematica invalsi, pertanto mi è impossibile suggerire
ascolta meglio, mica abbiamo detto che AGLI INVALSI si suggeriscono le risposte :)
E comumque non ha senso.
Un docente di Italiano è matematicamente nullo ma il contrario non è per niente vero.
Un prof. di matematica può suggerire (come successe a me) serenamente durante la "prova di italiano".
Da studente che ha affrontato le prove invalsi posso dirti che se tu non suggerisci non vuol dire che sia impossibile, e se lo credi, in quanto docente, forse c'è un problema
Oddio, cioè dipende dal grado di istruzione perché insomma un insegnante di italiano delle medie o delle elementari le competenze per risolvere un'equazione e un quiz di logica potrebbe averle. Ma aldilà di questo ci sono tanti modi utilizzati per falsare i risultati o aiutare gli studenti, si può suggerire magari la risposta data da quello notoriamente più bravo in quella materia ( anche se questo non è garanzia di buon esito) oppure chiudere un occhio o due se i ragazzi suggeriscono e così via. A me è capitato che i docenti volessero che alle prove in valsi i risultati fossero positivi per aumentare il prestigio della scuola, perché poi sui giornali locali si sarebbero vantati dei risultati.
@@giuliopaparelli7389 ma non è detto, se ha fatto il liceo scientifico o altre scuole simili ricorda abbastanza da poter tranquillamente suggerire anche in matematica.
de concini in modalità boldrin
- 32:00 ho sputato un polmone🤣
Gentile Prof. Boldrin, è sicuro che, soprattutto nel primissimo periodo covid (primi 6 mesi), sia stato un errore avere tutte quelle precauzioni (blocchi, chiusure, mascherine etc..)? Come spiega i tanti morti nelle RSA e negli ospedali? Come spiega la seconda ondata e poi la terza? I camion con le bare sopra erano una messainscena? Per tutte le altre cose sono perfettamente daccordo con lei.
Ma siamo ancora a questi ragionamenti?
1. Il piano pandemico italiano era vecchio, aggiornato al 2006, e questo fatto è stato insabbiato dall'OMS tramite Ranieri Guerra con Tedros a conoscenza dei fatti;
Il rapporto indipendente di Pierpaolo Lunelli (ex comandante della scuola di Difesa Nucleare Batteriologica e Chimica) dimostra che se avessimo avuto un piano pandemico aggiornato avremmo potuto salvare almeno 10'000 persone durante la prima ondata;
2. A INIZIO FEBBRAIO 2020 il dott. Stefano Merler ha studiato la diffusione del virus in Cina ed ha elaborato uno scenario per l'Italia: dai 35'000 ai 70'000 decessi. Il documento è stato subito consegnato a ISS e CTS che su quella base ha elaborato un nuovo piano pandemico a INIZIO MARZO 2020.
Ma visto che per far fronte a quelle previsioni il nostro sistema sanitario non avrebbe retto, si è deciso di metterlo da parte e secretarlo facendo finta di niente;
3. Il documento "una sfida senza precedenti", redatto dai ricercatori dell'OMS Europa di Venezia, descriveva le criticità e le lacune da colmare durante l'inizio della pandemia da parte del governo e regioni a causa del piano pandemico non aggiornato (risposta sanitaria caotica/improvvisata/creativa, mancanza di DPI stoccati in magazzino, medici e sanitari contagiati in ospedale, scarsi test di screening, lunghi tempi di reazione delle autorità sanitarie nazionali e regionali sul fornire indicazioni e linee guida, ecc.), documento che è stato fatto ritirare dall'OMS dopo 1 giorno, sotto minacce di vario tipo agli autori. Con ISS e Speranza a conoscenza dei fatti;
4. Sono stati il governo e le regioni a inviare i pazienti covid nelle RSA, sarebbe come mandare un alcolizzato a disintossicarsi in una enoteca;
5. Nell'estate 2020 (ed anche in quella 2021) nulla è stato fatto per ripensare al trasporto pubblico, fattore fondamentale per il contagio;
6. Nelle stesse estati nulla è stato fatto nemmeno per ripensare al servizio di medicina territoriale, cioè l'organizzazione dei medici di base, in ottica anticovid sia per sgravare gli ospedali sia per rallentare il contagio.
Tutte queste scelte scellerate hanno avuto un loro peso sull'andamento della pandemia e quindi anche sul numero di persone decedute.
Inoltre, se vogliamo parlare di FIDUCIA nelle istituzioni e nella scienza, ricordo che:
1. è stato il governo Conte a secretare i rapporti del CTS per poi desecretarli a metà;
2. qualsiasi voce ponesse/ponga un minimo dubbio nei confronti sulla sicurezza del vaccino è stata/è brutalmente censurata, dimenticando il principio di precauzionalità da sempre esistente in medicina, principio ritornato ad essere importantissimo ogniqualvolta ci fosse una possibile terapia anticovid;
3. i contratti case farmaceutiche-EMA sono stati nerettati fin dall'inizio anche per la visione da parte degli eurodeputati;
4. gli anticorpi da guarigione, da sempre in medicina e nella comunità scientifica ritenuti essere migliori di quelli da vaccino, sono stati considerati sin dall'inizio non dico alla pari ma persino peggiori di quelli indotti da vaccino, contro imponenti evidenze scientifiche a smentire tale decisione;
5. gli effetti avversi furono ipotizzati e quindi anche noti o quantomeno sospettati (altrimenti non li avrebbero inseriti in una slide nel consenus online dell'FDA per i vaccini anticovid) almeno sin dall'ottobre 2020, e clinicamente sono stati inizialmente negati se non proprio taciuti ai cittadini (atteggiamento unicamente italiota), salvo poi essere confermati ufficialmente, per la gioia di chi si è fidato della scienza e si è beccato trombosi o tante belle miocarditi, se non peggio (tralasciando l'enorme elefante nella stanza rappresentato dalla discrepanza tra dati forniti tramite sistemi di farmacovigilanza attiva contro la nostra farmacovigilanza passiva);
6. I dati israeliani sulla protezione offerta dal vaccino anticipavano di svariati mesi gli andamenti epidemiologici italiani: ad inizio estate 2021 era chiaro a chiunque avesse una infarinatura di EBM che la protezione anticorpale diminuisse drasticamente dopo 5-6 mesi dalla vaccinazione.
Perché la durata del Green Pass è rimasta inalterata (1 anno) fino ad autunno inoltrato, permettendo a falsi cittadini protetti di circolare liberamente senza alcun tampone, infettando il prossimo?
Sulla "messainscena" nemmeno rispondo...
Boldrin non si può "revisionare"! Lui è la somma autorità su tutto lo scibile umano.
@@SoretaSoreta per anticorpi da guarigione intendi il siero iperimmune?
@@enricomassignani no, intendo che se ho avuto la malattia (per sfiga, ovviamente, ma ormai l'ho contratta) e l'ho superata, ho già quella protezione che si intende dare tramite il vaccino.
Beh, se alle intelligenze artificiali si può chiedere di produrre un dipinto in "stile Klimt", si potrà pur chiedere di rispondere a una domanda in "stile Gramellini", senza bisogno di moddare
👏👏👏👏👏
Liberi oltre la bestemmia 🫀🫀🫀🫀🫀🫀🫀🫀 2 delle cose che amo di più insieme (P.S. veneti e toscani vanno forti a moccoli, ma tutti si dimenticano della vocazione blasfema Marchigiana)
Bravi bravi bravi...3 veneti e un gramellini
La cosa principale da fare nella scuola oggi, anche immediatamente, è togliere ai docenti la capacità di esprimere giudizi sui propri studenti, visto che in massima parte è un potere che non meritano e non sanno usare. Insegnare e giudicare sono due compiti che vanno separati quanto prima perché sono la radice primaria delle perversioni scolastiche.
Come sostituire le valutazioni attuali? istituendo strumenti valutativi generali e periodici, ma soprattutto impersonali(come gli invalsi) come metro generale di valutazione del docente e delle sue capacità di insegnamento. Strumenti che d'altro canto espongano le mancanze dello studente senza mortificarlo. Pensare di aiutare gli studenti dando brutti voti è come pensare di avere grandi atleti inseguendoli a frustate
Al docente che fa bello e cattivo tempo credendosi Dio della sua piccola isola, vanno strappati gli artigli con tenaglie infuocate. Al docente che sa fare il suo lavoro non serve GIUDICARE COSTANTEMENTE uno studente che dopo massimo 5 anni non vedrà più, né rincoglionirlo di interrogazioni e compiti in classe senza nemmeno prendersi la briga di verificare le sovrapposizioni con altri docenti. Chi insegna deve insegnare e soprattutto creare curiosità negli studenti. L'insegnante è il cazzo di allenatore, non giudice giuria e boia.
Troppi magistrati mancanti nella scuola, e troppo pochi insegnanti.
Non entro nel merito perché non è il mio campo e mi guardo bene dal provare a parlarne senza cognizione di causa, ma l'idea di separare chi insegna da chi valuta mi sembra un intuizione molto interessante, potrebbe essere molto efficace se si decidesse di farlo.
@@samyismail9144 grazie. È interessante perché sposta il focus e i rapporti di forza/personali. L'insegnante non è l'addestratore cinofilo che da premi e punizioni, è l'allenatore che ti prepara su certi argomenti. Poi, vuoi correre o meno, fatti tuoi. Ma deve essere qualcuno che prima di tutto è li per insegnare, farti capire e crearti curiosità. E togliere le valutazioni non vuol dire abolire verifiche o interrogazioni. Come dice bene De Concini, quello che si ricorda di più della sua insegnate è il "basta dire stronzate" non il voto. Si può interrogare benissimo anche senza voti, anzi è molto più utile per lo studente doversi confrontare con le proprie mancanze senza la minaccia del voto immediato ma solo confrontandosi con la realtà di non essere preparato o di non aver capito un certo argomento.
È molto meglio che il giudizio sia interno, che lo studente realizzi di essere un cazzaro buono a nulla, al posto di avete un estraneo che ti prende costantemente frustate.
guarda che mediamente gli insegnanti odiano giudicare quanto gli alunni odiano essere giudicati
e' l'istituzione scolastica ad imporre interrogazioni , test e giudizi , non il corpo docente
ps : gli invalsi sono una "cagata pazzesca" , non a caso ricordano i quiz per la patente piu' che un qualsiasi compito in classe
@@fatoturchino7028 se gli insegnanti fossero davvero così poco interessati a giudicare e valutare sceglierebbero e chiederebbero di implementare sistemi ed esami esterni, standardizzati e oggettivi. E invece...
@@hobbes1887 te lo ripeto, gli insegnanti odiano interrogazioni e compiti in classe quanto è più degli alunni
Credi sia divertente passare il tempo a correggere un compito?
Te lo dimostro facilmente : se fai lezioni private saprai che il tuo docente privato non ti interroga mai col fine di darti un voto
Il voto è il giudizio sono ossessioni dei politici che le scuole le organizzano, non dei docenti
le invalsi non sono valutate, dunque nessuno si impegna o ha interesse a farlo.
Abbiamo il miglior corpo docente al mondo. Credo che questa cazzata l'abbia detta il ministro dell'Istruzione. Immaginate come siamo messi.
Se gli invalsi fossero anonimi e senza voto, molti studenti li sbaglierebbero di proposito per rovinare il docente che odiano
quale sarebbe il collegamento tra degli invalsi anonimi che registrano le competenze medie degli studenti di una nazione, e un singolo docente odiato? appunto perchè sono anonimi non si sa nè chi sia il docente nè chi sia lo studente, è utile a giudicare il sistema scolastico nel suo insieme, non c'è nessun motivo per cui uno studente dovrebbe fare una cosa del genere, davvero, il tuo commento manca completamente di logica
@@LorEnzo-pk4hz non servono anche per verificare le competenze del docente?
@@slavianalbanovich9025 no, se è anonimo non puoi ovviamente, come fai a sapere di quale docente si tratta se non si sa chi è l'alunno?
@@LorEnzo-pk4hz come per l'esempio delle agenzie delle entrate, se deve essere uno strumento per valutare (in modo più o meno blando) la qualità dell'insegnamento del docente Mario Rossi, deve essere oscurata l'identità dello studente, ma non la relazione con il docente. Non avrai più i test fatti da Lor Enzo e Virgilio Lattanzi. Saranno S1 ed S2 che quando sono entrati avevano un invalsi Y1 e Y2 e quando sono usciti, grazie anche al lavoro del docente Rossi, hanno un Invalsi Z1 e Z2. Aggreghi ed analizzi i dati e vedi che il docente Rossi fa mediamente cacare perché i suoi studenti non migliorano. Invece il docente Verdi presenta risultati migliori.
Cosa farne di questi dati lo decide la politica (premi in denaro per il docente Verdi, pubblica umiliazione per il docente Rossi, corsi di aggiornamento, nulla...), ma è chiaro come dice @Slavian Albanovic che dal momento che introduci una qualche relazione di causa effetto per il docente e nessun effetto per lo studente, si potrebbe verificare il sabotaggio paventato.
E' però interessante l'impostazione di De Concini che tende a relativizzare l'entità di fenomeni simili. E' vero che ci sarà sempre lo studente teppista che potrebbe alterare il risultato del test, perché il docente tifa Lazio e lui Roma, però non stiamo cercando la verità assoluta. Stiamo cercando una stima spannometrica della qualità dell'insegnamento, soprattutto in alternativa al nulla attuale. Ci possiamo aggiungere l'estrazione a sorte di una vacanza per i migliori Nmila studenti (ma senza esagerare con gli incentivi per non cadere nell'eccesso opposto, cioè copiare), lavorare di lima, copiare quello che si fa negli altri Paesi, ma per implementare una riforma non è che per forza debba essere perfetta sulla carta al primo colpo. Esistono le revisioni periodiche. Meglio 10 revisioni in 10 anni che il nulla per decenni.
Perché abolire il liceo Classico?
Perché è un costrutto sociale
Però abolendolo si elimina una scelta. Si dovrebbe fare come oltralpe, Germania, Svizzera: liceo con materie umanistiche e scientifiche i primi anni, per tutti, e poi gli ultimi anni si sceglie la direzione classica o scientifica, linguistica, economica o artistica. Anche perché nei primi anni di liceo si sviluppa la passione, tendenza personale dello/a studente.
@@alinguanti È esattamente quello che ha detto Boldrin svariate volte sul suo canale, cioè creare un percorso più generalizzato nei primi anni della media superiore per dare il tempo ai ragazzi di formarsi sui concetti generali e nel contempo avere più chiara la scelta o direzione che voglio prendere.
Hanno fatto un dibattito in cui parlano di questo mi pare 3/4 settimane fa
"abolire il classico" è lo slogan di un pensiero che vorrebbe cambiare la scuola italiana e renderla meno "classicocenteica".
La retorica secondo cui chi è bravo va al classico è fallace perché non tiene conto dei diversi tipi di intelligenza e le varie applicazioni di essa.
Invece il fatto che tutta la scuola italiana sia strutturata sul concetto che i più bravi fanno il classico è uno dei problemi fondamentali per cui noi a livello scolastico siamo messi molto male rispetto agli altri paesi evoluti
Io andavo in un liceo scientifico, e io come i miei compagni di classe e indirizzo abbiamo sempre trovato le invalsi delle prove estremamente semplici, tanto che in quelle di seconda superiore ero rimasto perplesso poiché mi avevano semplicemente chiesto di prendere un dato da una tabella e di riportarlo pari pari. Però d'altro canto è ovvio che sia così. Se a uno scientifico chiedi di fare una prova di matematica e italiano bene o male sono argomenti abbastanza centrali della sua formazione, se invece fai fare la stessa prova ad un itis è ovvio che se gli fai fare la stessa prova di uno scientifico non si raccapezzi molto. Ma allora la domanda sorge spontanea non è che bisognerebbe fare prove invalsi o di difficoltà differenti o di materie differenti in base all'indirizzo che si sceglie?
la prova di italiano è uguale per tutti. Quella di matematica invece ha tre diversi livelli: istituti tecnici e professionali; licei non scientifici; licei scientifici. Ora, tu magari avendo fatto lo scientifico trovavi comunque facili le prove di matematica perchè tra i licei "scientifici" ci sono anche quelli versione BES (sportivo e scienze applicate) che hanno livelli molto più bassi in generale
Considera anche che quello che per il tuo istituto era banale, potrebbe non esserlo per un istituto di pari livello ma situato in un'area disagiata. Gli invalsi si concentrano su "abilità di base" e non a caso mostrano sempre disparità regionali pazzesche.
@@sitoni01 scienze applicate è il corso con piu ore di matematica almeno 4/5 anni fa quando lo scelti proprio per quello😅. Al massimo scienze umane ha oca matematica
Questo astio verso il liceo classico non ha molto senso, premetto che non l' ho frequentato, ma lo frequentano in pochi e mi sembra che siano in costante diminuzione. Se il problema e' che molti personaggi di potere vengono da li' forse pero' non da' poi quella cattiva preparazione che dicono.
boldrin e' rimasto agli anni 70 e alla lotta di classe , tutto qua
@Paolo Volpi concordo: posto che io sono contrario a eliminare il classico (io ho fatto lo scientifico), però sul fatto che le eccellenze vengano dal classico, bisognerebbe capire se davvero dipende dal classico o anche da altri fattori. Al Politecnico di Milano, dove mi sono laureato nel 1999, diversi miei amici diplomati all'ITIS, che erano considerate scuole per asini, si laurearono in 5 anni ben prima di tanti liceali. In terza media, ricordo che i professori indirizzavano quelli bravi, figli di persone facoltose, al classico, quelli un pò meno bravi, allo scientifico (che era considerato un surrogato del classico), gli asini poveri all'Itis o a ragioneria. Chiaro che se mandi i migliori nelle scuole più prestigiose, dove insegnano i professori migliori, è più probabile che escano da lì le eccellenze. E' vero che quelli del classico che facevano ingegneria andavano bene, ma all'inizio fecero molta fatica e comunque, se uno che ha fatto il classico fa poi ingegneria, sarà davvero una elite, infatti la percentuale rispetto al totale dei diplomati al classico era piccolissima, perché deve essere davvero convinto di farlo: non è che uno si iscrive a ingegneria perché non sa che facoltà fare. Sono dell'idea che molto dipenda dalla scuola e dai professori, più che dall'indirizzo in sé (o meglio, non solo). Basta vedere le statistiche dal sito Almadiploma, che qui non posso riportare perché youtube mi banna, per vedere che esiste una strettissima correlazione tra ceto sociale e titolo di studio della famiglia e il titolo di studio del figlio: il 61,2% dei diplomati al classico ha alle spalle dei genitori laureati, rispetto al 16,5% dei tecnici e al 9% degli istituti professionali. Con riferimento al contesto socio-economico, i diplomati appartenenti alla classe elevata (ossia i figli di liberi professionisti, dirigenti e imprenditori) sono il 23,3% del collettivo analizzato; il 28,3% afferisce alla classe media impiegatizia, il 22,1% alla media autonoma e il 23,3% alla classe del lavoro esecutivo. Analogamente al contesto culturale, le differenze tra gli indirizzi di studio sono profonde: i diplomati delle classi più avvantaggiate sono il 30,5% nei licei (raggiungono il 49,0% nei percorsi classici), il 15,4% nei tecnici e il 10,9% nei professionali. Insomma, al di là di tutto, mi sembra che la scuola in questo Paese sia ancora profondamente classista, a discapito del famoso "ascensore sociale".
@@lucat5479 se vuoi fare economia , meglio fare ragioneria , se vuoi essere un ingegnere , meglio fare l'itis
il problema non e' il programma , semmai il problema e' l'ambiente scuola , ma ripeto , per essere un ingegnere e' molto piu' formate un itisi che un liceo , scientifico o meno che sia
@@fatoturchino7028 sono assolutamente d'accordo, ma il punto che sollevavo non era questo, anzi, lo condividevo, probabilmente, scrivendo in fretta, ho fatto casino. Quello che volevo dire, è che, almeno ai miei tempi, si diceva che il classico era il top e il resto veniva molto dopo. E si indirizzavano i ragazzi seguendo quello schema. Così, chi faceva l'Itis era considerato nella migliore delle ipotesi un ignorante. Invece, proprio facendo ingegneria, ho constatato che non era così, o almeno, era una generalizzazione che risentiva di un bias. E che magari teneva lontani dei ragazzi che avevano una passione, per cui quello che aveva fatto l'Itis era considerato inadatto a fare ingegneria, mentre era più indicato un liceale. Invece, giustamente, se uno aveva studiato all'Itis, facendo ingegneria meccanica, elettrica, o elettronica non solo era adatto, ma era pure più avvantaggiato rispetto a un liceale. Ovviamente, se uno era davvero un asino, non c'era scuola che teneva. Così come se uno del classico andava bene a ingegneria, era perché era già stato selezionato alla fonte: probabilmente sarebbe andato bene ovunque. Ed è in questo che mi ricollegavo a quello che dicevi. Questa mentalità classista, chiamiamola così, per me era dannosa. Forse adesso è meno presente, però, rimane sempre il fatto che se uno ha genitori con una certa cultura, più probabilmente farà il liceo. Come dai dati che ho riportato.
@@lucat5479 il problema quindi non e' della scuola, ma sociale
Si tende a ghettiazare certe classi sociali in certi istituti
Ma gli istituti di per se' non sono "peggiori" degli altri
Cruciani evidentemente è il yerzo incomodo ideale
Sbaglio o a metà live ADC diventa Wittgenstein?
In base ai vostri discorsi il manifesto Russell-Einstein sarebbe un pezzo di carta insignificante.. Sento molto qualunquismo di parte in quello che dite.
ma di cosa diavolo vai farneticando?
Le famiglie non sono parte del problema-scuola secondo voi? Avete idea di che cosa siano le chat dei genitori? I ricorsi al tar quando il pargolo viene bocciato? Genitori che si trasformano in avvocati dei figli? Avete idea che alla primaria e alle medie in una classe di 20 alunni, e sono pochi, tra disabili, dsa e bes, rimangono sì e no dieci normodotati e che per forza va tutto a rilento? Provate a fare lezione con l'adhd che esce fuori di testa...
@@MrSeanma Scusami, ho usato "normodotato" per brevità e anche per prenderci un po' tutti in giro, noi che crediamo di essere normali o che esista una norma...
@@MrSeanma peccato che tutti gli studi internazionali (visto che qui su questo canale si parla di "metodo scientifico") dicano che la scelta italiana sia la migliore, dato che di fatto non viene limitato l'apprendimento né della classe né del ragazzo disabile (che procede in linea con le proprie capacità cognitive) e invece entrambi godono di tutti gli apprendimenti di tipo sociale e di convivenza civile. Non a caso l'Italia, nonostante ultimamente abbia fatto qualche passo falso per colpa di una legislazione fatta da gente che non sa niente di scuola, rimane uno dei rari esempi di come si faccia inclusione!
Gramellini non va bene perche parla di tutto senza sapere niente. Boldrin invece sa tutto di tutto quindi può parlare di tutto a ragion veduta sì sì 😂😂😂
Professore, dove aveva ragione con OpenAI? Quali sono i dati che ora le danno ragione?
La domanda è sincera, perché io non ne vedo.
Ha parlato bene del bias dell'autorità, che è molto diffuso specialmente in Italia, ma avendo studiato arte mi viene da ridere perchè lavoro nell'unico campo dove tutti rifiutano il pirncipio di autorità. Mi è successo di dover discutere con persone che non sapevano neppure chi fosse Monet, spiegarmi cos'è l'arte e la teoria. Ci sono molte persone che grazie al Dunnig Kruger sono convinte di sapere tutto, ma in particolare l'arte ispira la gente a pensare di esserne esperti per qualche motivo.
stai dissando boldrin?
@@fatoturchino7028 mah, io ho scritto che ha ragione veramente
@@madameversiera ah, credevo intendessi che Boldrin fosse uno di quelli convinti di sapere tutto
Virologo, esperto militare filosofo etc etc... C'e' un campo dello scibile umano in cui boldrin non affermi di eccellere?
😂like sulla fiducia
Boldrin e l'audio peggiore di sempre, comprate un microfono a quell'uomo 😂
D'accordo con Boldrin: si scambia il titolo con la competenza...ma tutti abbiamo la competenza/dovere di "pensare", c'è troppa compartimentazione del sapere. Comunque, l'amigdala che supera la corteccia frontale è quello che capita, in generale, più o meno a tutti 😂
Oddio la specializzazione del sapere credo sia inevitabile frutto dell'approfondimento della conoscenza.
Basta essere consapevoli che di per sè il principio di autorità non basti.
Santainchè? 😂😂😂😂😂😂😂😂
De Concini: "Noi viviamo nella convinzione che la maggior parte della gente non abbia voglia di fare un c."
I liberali: fischiettano.
Che dire di un... Fusaro?
Ma le prove Invalsi si fanno sul computer, non cartacei.
Non si ritira nulla, appena finita la prova si invia.
Domanda provocatoria, ma non è che c'è la volontà per precisa per tenere la scuola e l'insegnamento a questo livello? Meglio tenere il popolo ignorante e quindi piu semplice da governare? Perchè cambiare e provare ad usare il sistema per esempio del Nord Europa? Il popolo poi mi diventa troppo intelligente e il potere potrebbe rovesciarsi
A me piace chiamare l'Italia "il paese delle Eminenze", con lettera maiuscola denigratoria
Applausi per ADC!! Discorso di ego controllo e argomentazioni, perfetto!
Come rovinare un DuFerr e Boldrin? Invitare De Concini!! 😂 si scherza! Top puntata! 😎
è un peccato vedere 3 persone intelligenti parlare un'ora "di scuola" senza avere cognizione chiara dell'argomento: ci sono alcune riflessioni sensate che possono essere colte, ma niente che abbia un senso pratico al di fuori dell'Invalsi, che è più una bandiera politica (la politica o non segue i risultati che ne vengono fuori o cambia aspetti senza avere cognizione davvero di cosa faccia). Non è invece stato toccato il nodo delle policies scolastiche, sia per quanto riguarda le scelte disastrose sul piano didattico, sia per quanto riguarda gli aspetti organizzativi, tipo le modalità di reclutamento degli insegnanti: forse sarebbe stato opportuno invitare un insegnante o qualcuno di più esperto da questo punto di vista, altrimenti si ricade nella vuota retorica che tanto si condanna.
Faccio anche notare che il continuo riferirsi agli insegnanti nullafacenti o incapaci come minimo è un'incertezza del ragionamento o addirittura una fallacia logica, almeno fino a quando non si mostra che la quota di questo gruppo non sia davvero preponderante, ma questo si può fare solo numeri alla mano.
Ottimo commento
@@francescoporcari8597 grazie
A quale minuto parlano di Rovelli?
Mah…
Detesto radicalmente Boldrin, ma ha espresso finalmente una verità che in Italia è (ahimé) rivoluzionaria: dobbiamo finirla con questo mito assurdo del titolo di studio!. Ci sono autodidatti con una cultura mostruosa (per dirla con Paolo Villaggio), che studiano per passione e approfondiscono argomenti e laureati che hanno raggiunto il titolo senza mai leggere un libro per intero e che non hanno alcuna passione per lo studio e la conoscenza.
@Valentino Sossella siamo il Paese in Europa che ha una tra le piu alte percentuali di persone che hanno solo la terza media, con il 21℅ di laureati contro una media europea di 32℅, il 6% di laureati nell'area STEM contro il 12,8% della media europea, 61℅ di diplomati contro il 79℅ della media europea, un tasso di abbandono scolastico pari al 12,8%, superati solo dalla Spagna, contro una media europea pari al 9%. Il titolo di studio in Italia è proprio un mito....Il problema è che in Italia in effetti c'è ancora molto provincialismo, si ha il mito del "Dottò", per cui c'è Landini, che forse soffre di complesso di inferiorità, che dà del dottore a tutti, si chiama Gianni Agnelli "Avvocato" nonostante non avesse mai esercitato, perché una leccatina ai potenti in Italia la si dà sempre, si appella con "l'ingegnere", Carlo De Benedetti, come fosse l'unico in Italia, uno che ha fatto più danni della grandine, oppure, quando Galliani era AD del Milan, trovavi giornalisti che lo chiamavano "Dottore" nonostante sia un geometra...
Veramente questo mito del titolo di studio non è una roba che viene dall'italia, paese in cui ai tempi dei nostri genitori era molto più difficile laurearsi di oggi. È un mito che viene dall'estero, in particolare dai paesi anglosassoni, cui l'Italia si sta adeguando. Ti invito a notare che i titoli di studio vengono richiesti da circa 20 anni per entrare in azienda, soprattutto nelle aziende internazionali. Boldrin su questo aspetto ha ragione ma come al solito si contraddice perché il mondo che piace a lui, quello anglosassone, pretende il "pezzo di carta" tanto e di più che qui in Italia.
@@andreapepato6473 il fatto è che nel mondo anglosassone si valuta chi ha rilasciato il titolo.
Il successo (anche economico) di un soggetto certificatore è legato alla validità/attendibilità del suo giudizio.
Non è un sistema perfetto e a volte a incontro a corti circuiti
L'argomento del titolo di studio arriva al paradosso quando si parla della Costituzione. Secondo molti, sulla regola fondamentale della convivenza, che quindi riguarda tutti i cittadini, possono esprimersi solo in costituzionalisti. Argomento ridicolo
Abbia pazienza, secondo me la costituzione si presta a diversi livelli di lettura.
Fin dai principi fondamentali, pensi solo all'art. 3, che contiene il cd. principio di uguaglianza.
In realtà ha un contenuto altamente tecnico e non a caso è spesso invocato laddove (a torto o a ragione) si sollevi la questione di legittimità costituzionale di una norma.
L'art. 3 impone anche di trattare in modo diversi situazioni diverse, lo sapeva?
@@francescoporcari8597 e quindi a partire da quale titolo di studio un cittadino sarebbe legittimato a discutere di diritti, libertà e doveri che lo riguardano e delle istituzioni create per realizzarli?
@@danio2401 non ne faccio una questione nominalistica, non intendo dire che ci voglia un titolo di studio.
Tuttavia è evidente che chi non abbia mai studiato e approfondito la costituzione a livello accademico o professionale non abbia tutti gli strumenti per interpretarla.
La costituzione non è stata redatta per essere compresa da tutti, ma per regolare il funzionamento dello stato, ma purtroppo ne parlano come di una poesia o di un romanzo.
Per inciso i diritti e doveri sono 99% previsti da leggi ordinarie e regolamenti attuativi.
I voti vanno eliminati, bisognerebbe fare come in un video game dove c'è una barra dei progressi, e si deve andare avanti e passare degli achivment, con dei test, lavori di gruppo, lavori fuori corso qualsiasi cosa. Ma che sia un progresso, che si va avanti e mai indietro, chi più veloce e chi meno ovviamente
Le universitá funzionano più o meno cosí.
Hai una serie di esami che puoi ripetere tutte le volte che vuoi, e devi accumulari un certo numero di "punti" (crediti) per arrivare alla prova finale.
L'ordine in cui superi gli esami e il tempo che ci metti sono affari tuoi.
I genitori e gli alunni vogliono i voti perché questi si trasformano, attraverso le borse di studio, in soldi.
@@enricomassignani tranne quando analisi matematica e meccanica razionale sono propedeutici per scienza delle costruzioni
Brr.
Devo dire Rick che oggi hai un outfit perfetto. Hai mica usato l armocromista della schlein?
Basta essere in grado di costruire un discorso per parlare di Covid e questioni mediche in generale con cognizione di causa? Boh, mi pare un'altra fallacia fra le tante...
...troppo cazzeggio...circolo degli snob
come i comunisti o le persone di sinistra, specie quelli che si considera intellettuale: una sequela di paroloni uno dietro l'altro ma io non ho mai capito niente di quello che dicono
Non è il mio campo ma a fronte degli ultimi sviluppi tecnologici mi chiedo, sperando possa essere uno spunto per qualcuno, come si evolverà la scuola italiana in questo secolo. La scuola nel 1900 era diversa da quella di oggi, possiamo presumere che nel 2100 sarà ancora diversa, sono davvero curioso di scoprire come si evolverà a fronte delle nuove rivoluzioni tecnologiche, gli insegnanti "sopravvivranno" alle AI? Tra cinquant'anni, quando il mondo starà andando letteralmente a fuoco (intendo il cambiamento climatico, sulla guerra non mi esprimo) e l'inverno demografico avrà fatto saltare le pensioni e i conti dello Stato, come verranno ripensati i servizi pubblici? L'Italia diventerà un paese con un’istruzione, mi si perdoni la formula, "da terzo mondo"? Riusciremo a sfruttare le nuove tecnologie per ottimizzare i costi e i processi? Gli insegnanti come corpo professionale sono pronti, tra qualche decennio, ad essere colpiti da ciò che riusciamo a far fare alle intelligenze artificiali? Messa così è impossibile rispondere per certo perché non sappiamo neanche quali saranno le legislazioni che regolamenteranno e probabilmente limiteranno le nuove generazioni di queste tecnologie. Ma come i computer hanno cambiato il modo con cui si fa lezione a scuola, così anche l'IA dovrebbe entrare nella scuola. Sono affascinato dai possibili sviluppi in questo senso.
Piero Angela diceva che più aumenta l'intelligenza artificiale più diminuisce quella naturale...
Ottimo commento.
Le uscite di Rovelli sono un misto di qualunquismo e banalità. Giusto l'altro giorno, in occasione dell'anniversario della nascita di Marco Pannella, mi sono riletto l'intervista che fece in merito al pacifismo da mettere al bando: illuminante. Manca uno come lui oggi a riempire il dibattito pubblico.
Oddio Pannella è forse stato uno dei primi sintomi del "personaggismo".
Tra l'altro i radicali tra la teoria complottista del "grande vecchio", l'abolizione del nucleare e altri episodi meno rilevanti, pur senza negare il loro contributo alla società italiana, credo al giorno d'oggi senza l'evoluzione che hanno avuto sarebbero semplicemente considerati dei grillini e si macchierebbero proprio dello stesso qualunquismo di cui accusi Rovelli
@@Davide6898 concordo. Aggiungo che, pur riconoscendo la centralità di certe battaglie civili, l'appoggio dato a Tortora (ma nel contempo salvarono Toni Negri), ecc., a partire dagli anni '80, hanno contribuito ad inflazionare lo strumento referendario e di fatto mi sembra che abbiano esaurito la loro spinta rivoluzionaria, arrivando anche ad allearsi con Berlusconi. All'inizio poi, era anche un po' comodo fare le battaglie da fuori il Parlamento per non sporcarsi le mani. Pannella è stato un bel furbo secondo me, un "personaggio" sicuramente. Almeno credo fosse onesto.