Se volete quando finite il video potreste recuperare uno dei 4 video che ho citato: Il video sui Koala: ruclips.net/video/NxKN42uw4mY/видео.html La questione ecologica dei Gatti: ruclips.net/video/r7VR9REROMg/видео.html La questione ecologica dello Scoiattolo Grigio: ruclips.net/video/8EUtHzr-Maw/видео.html Il video in cui vi racconto quando sono stato complottista: ruclips.net/video/5NhJYJrYSlo/видео.html
Ciao, considerando le tue capacità divulgative, ti vorrei chiedere come mai gli europei non si ammalarono una volta sbarcati in america, ho provato a cercare ma per ora mi appaiono solo cose inerenti al coronavirus.
Volutamente a rischio, direi. In natura tutto ciò che è selvatico è libero, gratuito. Ciò che è allevato, coltivato, viene reso oggetto di commercio. Chiaro perché questa crociata per le api che APPARTENGONO agli apicoltori ma totale menefreghismo per le altre specie libere e in pericolo? Stessa cosa per le piante, frutta, ortaggi ecc..
Lo scrivo perché non voglio essere travisato: fare l'apicoltore è un casino. Un sacco di problemi. I costi per via di tutti i vari problemi, soprattutto per colpa di Varroa sono lievitati negli ultimi anni. Sono problemi economici che hanno molti allevatori di animali e vanno compresi e non negati ovviamente. L'allevamento delle api diventa sempre di più un fatto che possono permettersi che riesce a fare grandi investimenti. Quello però è il piano economico, qui stiamo parlando del piano ecologico.
@Entropy for Life Salve Giacomo seguo con piacere i suoi video ma ritengo che questa volta abbia toppato alla grande. Sono un piccolo apicoltore e mi ritengo OFFESO dal testo da lei scritto. Per quanto possa essere vero che la popolazione di api non sia scesa lei ci fa passare tacitamente per dei ladri. La questione economica NON è distinta dalla questione ecologica perché ciò che è sparito negli ultimi anni è la proliferazione di api selvatiche: l'ape da sola non è più in grado di aumentare di numero. Lo sciame selvatico nel corso di qualche anno tende ad indebolirsi sempre di più ed a morire (causa squilibri climatici che impattano sulla presenza di covata, parassiti o momenti di mancanza di cibo). Le api a differenza di qualche anno fa (agli anni novanta per esempio) tendono ad essere sempre più concentrate laddove ci siano apicoltori. Noi le sosteniamo e le curiamo; chi piu' onestamente, chi meno, sosteniamo la popolazione di api che altrimenti esposta alle schifezze dell uomo non avrebbe certo mantenuto questi numeri. Un motivo valido alla stabilita' della popolazione di api potrebbe tranquillamente essere la necessita' di un maggior numero di apiari per apicoltore per sostenersi. Visti i problemi ad affrontare la questione ecologica da parte degli stati del mondo e viste le reticenze di noi esseri umani a cambiare i nostri comportamenti in modo che siano ecocompatibili (es. bandire i condizionatori in favore di centri urbani con minori densita' abitative, utilizzare auto con forme di gas naturale anziche' elettriche, ibride o a benzina, incentivare forme di mobilita' sostenibile privata o pubblica) NOI ESSERI UMANI NON SIAMO SUFFICIENTEMENTE INTELLIGENTI DA PORLA IN ALTRA MANIERA. Pensi a cosa succederebbe se ci fossero davvero dei sussidi per gli apicultori: sarebbe una corsa a fare questo mestiere con le peggiori porcherie. Certo al memento sono incentivati troppo gli impianti di grosse dimensioni mentre dovrebbero essere disincentivati in favore di forme di lavoro ibride con altri mestieri ed impianti di api piu' piccoli (quindi che praticano le migliori tecniche possibili dal punto di vista della salute dell animale) Se i molti piccoli apicoltori smettessero di tenere qualche arnia per passione anche le api finirebbero ben presto. Se il numero di api e' costante e' grazie alla fatica degli apicoltori. Quindi, si, le api sono in pericolo perche' se io mi stanco di sostenerle voi alle api "gli fate ciao" . Mi ha deluso Poteva fare un bel video sui tipi di apidi, sulla utilita' specifica di quelli meno noti e gentilmente spiegarci che "nonostante quello che pensiamo le api ci sono perche' c'e' stata una forte risposta da chi le allevava mentre sono in difficolta' le famiglie selvatiche" Aspetto le sue pubbliche scuse ed auspico la rimozione di questo video in favore di uno maggiormente informativo, non e' alla sua altezza Grazie Francesco
Preciso: e' certo possibile che la questione della difficolta' delle api sia spinta dai consorzi di apicoltori ma non per questo e' necessariamente il male o completamente falsa/sbagliata. Per questo gridare alla falsita' dei problemi delle api non e' il modo giusto di affrontare la questione
@@Egidiusdehammo ma infatti ha parlato della specifica ape "commerciale", perché la gente pensa che stiano morendo TUTTE le api e che quindi si rischi di restare senza impollinatori. Forse hai frainteso il focus del video e sei rimasto troppo triggerato dal fatto che ha nominato gli apicoltori
Ciao Giacomo! Intanto complimenti per la tua opera di divulgazione, ti seguo da parecchio e sei sempre fonte di interessantissimi spunti. Da veterinario che si occupa principalmente di api combatto anche io giornalmente questa battaglia, cercando non di debunkare, ma quantomeno di ridimensionare un certo allarmismo riguardo gli animali di cui mi curo. Concordo pienamente con te: Apis mellifera non è a rischio di estinzione. Vorrei però porre l'accento sul fatto che questo non significa che le sue popolazioni allevate non siano soggette a grandissimi fattori stressogeni come le malattie, il cambiamento climatico e del paesaggio e gli agrofarmaci usati in agricoltura. Da questo punto di vista, le statistiche riguardanti il numero di colonie della FAO, hanno insito un bias potentissimo. Tali statistiche infatti non tengono conto della capacità degli apicoltori di moltiplicare facilmente le colonie, semplicemente suddividendole, per colmare le perdite. Da una sola colonia superstite posso ottenere anche quattro colonie figlie, a spese però della numerosità della famiglia stessa e quindi della sua capacità produttiva e di sostenere esternalità positive (impollinazione su tutte). Per questo motivo il dato sul numero di colonie va a mio parere integrato con il dato delle perdite invernali che, per mantenere sostenibile economicamente l'attività di apicoltura, non dovrebbe (secondo alcune stime) superare il 10%. Questo per rimarcare come non siano in pericolo le api, semmai gli apicoltori! Vista l'opera di protezione che svolgono sulle colonie, in particolare nella difesa dall'acaro Varroa destructor, credo che sia un problema dell'intera comunità assicurarsi che la loro attività continui ad essere possibile e sufficientemente profittevole. Da consumatori ciò si può riflettere nel sostenere il loro operato acquistando i prodotti dell'alveare mentre, a livello politico, nel pretendere una regolamentazione della registrazione degli agrofarmaci che contempli i numerosissimi effetti sub letali. Infine sebbene a mio parere l'evidenza non sia ancora schiacciante, vale sicuramente la pena cominciare ad interrogarsi sull'effetto delle popolazioni allevate su quelle selvatiche (di api mellifere e non). Lo slogan di una nota cooperativa di apicoltori è "Coltiviamo biodiversità", se si vuole continuare a rendere fede a questo proclama è necessaria sicuramente una riflessione a questo proposito. Scusa se mi sono dilungato, ma come avrai inteso, l'argomento mi appassiona notevolmente oltre ad essere il mio lavoro! Continua così! Riccardo
Ciao Riccardo! Ti va di contattarmi in privato e ci sentiamo? Magari facciamo due chiacchiere e registriamo qualcosa insieme. giacomomoromauretto@gmail.com
Sottoscrivo l'intervento di Riccardo, stavo per scrivere qualche cosa sullo stesso tono. Tra l'altro, certo che in primavera le colonie superstiti si riproducono (in realtà per mantenere o aumentare il numero , come detto, vanno riprodotte artificialmente), ma quando una colonia si divide è a rischio la sopravvivenza di entrambe, sia quella sciamante che quella che resta in arnia, a meno che, di nuovo non intervenga l'uomo. Senza intervento umano, il trend è molto, ma molto differente. Popolazioni selvatiche di A. mellifera ligustica, specie autoctona italiana (al netto dei grandissimi danni che abbiamo causato con le ibridazioni sconsiderate) sono piuttosto rare. Ti riporto un paper - non recentissimo - che forse troverai interessante: repository.up.ac.za/bitstream/handle/2263/17033/Jaffe_Estimating(2010).pdf;jsessionid=9F21AC3B2614A73E625D46DDEADF3F0D?sequence=1 L' A. mellifera sicula non ne parliamo, quella rischia di essere spacciata, nonostante il tentativo di conservazione. D'altronde, abbiamo un problema analogo con i bombi da impollinazione: Inquinamento dei pool genetici di popolazioni selvatiche (adattate al loro ecotipo) e diffusione di patogeni.
@@MsClaudia2 prendendo parole presenti nel dizionario, la traduzione migliore credo sia sbugiardare/smascherare, ma per coglierne appieno il significato, cioè l'atto di dimostrare che una cosa è falsa con metodo scientifico o giornalistico, bisognerebbe coniare un neologismo o prendendolo dall'inglese quindi debunkare (che poi non sarebbe una novità, monitorare deriva dall'inglese e parecchie parole inglesi derivano dall'italiano) o facendo una versione italiana tipo sbufalare.
Grazie Giacomo, sono un giardiniere libero professionista molto attento alla biodiversità, alla lotta alle neofite invasive e quella all'abuso di pesticidi. Sempre molto utile e interessante questo genere di video. Grazie ancora! Amedeo
Sei semplicemente un grande. La chiarezza portata dai dati ha il potere di scacciare ogni timore, teoria del complotto o chiacchiere (almeno per chi non sia un membro della specie Equus Africanus Asinus)
Sono apicoltore e ti do' pienamente ragione, ma io lo faccio per passione e senza eccessive pretese ( e spese) economiche e per questo non giudico i grandi apicoltori che investono e rischiano nella loro attività. Chi mi ha insegnato mi raccontava di un'età dell'oro dell'apicoltura prima degli anni '80 in cui le api facevano tutto da sole...Poi è arrivata la Varroa e tutto è cambiato. Potremmo dire più correttamente che per chi produce miele e vive di apicoltura il problema non è l'estinzione dell'ape, ma la mortalità dell'insetto, soprattutto nel periodo precedente alla raccolta del miele. Invece per chi come me si nutre soprattutto del ronzio e della bellezza dell'alveare, il problema è relativo . Per farla breve : essermi avvicinato all'apicoltura ha espanso la mia sintonia vitale al mondo degli insetti in genere come dici tu, mi stupisco della gente che non vede " gli alieni " fra noi, o li vede e li vorrebbe sterminare! Certo combattere la battaglia per la sopravvivenza del Panda è più semplice che battersi per la sopravvivenza degli aracnidi! Ciao
Grazie Giacomo per il tuo video. Il mio lavoro è la salvaguardia delle api e degli insetti impollinatori. Qui le miei referenze -> www.linkedin.com/in/niccol%C3%B2-calandri-b00bb75a/ Ovviamente sono in disaccordo su molte cose. Mi han sconvolto non le affermazioni che ovviamente sono viste secondo una tua ottica personale, ma il perchè lo hai fatto. Per entrare in un trend topic usando il classico metodo della dissonanza per creare commenti e discussione. Danneggiando il lavoro di tanti apicoltori. Qui i dati che mancano e non sono stati detti nel video: Dato Mancante 1 La mortalità delle api è 1000 volte maggiore dei maiali. L'unico motivo per cui abbiamo ancora la food supply chain è perchè ci sono gli apicoltori che le sostengono e permettono di generare Impollinazione. Il sostegno quindi deve essere dato all'apicoltore! Lui è a rischio "estinzione". Dato mancante 2 Le colonie, non le api, che non superano l'inverno vanno dal 15 al 30% circa. Dipende dall'anno. La mortalità dei maiali si assesta attorno al 2%. Le colonie di api sono tuttavia in crescita. Come mai? Si replicano da sole le api? NO! Assolutamente NO! Se le lasciassimo da sole collasserebbero tutte. Grazie a dio esistono gli apicoltori, che devono viverci di api, quindi replicano quelle perse. Senza gli apicoltori, avremmo un danno materiale, non solo sul miele, ma su l'intera catena alimentare. Certo dopo qualche decennio avremmo un assestamento e riequilibrio naturale. Nel mentre si impiccano in italia : Apicoltori (100 mila persone), agricoltori, produttori di bestiame (perchè il foraggio è impollinato), la GDO, fabbriche di confezionamento, etc etc etc. Direi qualche milione di persone. Rimarrebbero quelli che han partecipato a Nudi e Crudi. Dato mancante 3 La diminuzione della produzione di miele nel 2019 è stata del 30%. Dato oltremodo allarmante. Non tanto perchè gli apicoltori muoino di fame, vedo che a nessuno frega questo piccolo dettaglio, ma perchè abbiamo impollinato il 30% in meno. Dato Mancante 4 il collasso delle colonie avviene in Inverno, ma anche in primavere come è successo nel 2019. Causa allucinanti variazioni climatiche. Dato Mancante 5: La Varroa ha iniziato a devastare le api nel 1990. Nel 2000 invece l'uso massivo di pesticidi e i primi sintomi delle variazioni climatiche hanno dato una mano ad aumentare la mortalità. Falsità: Le colonie NON SI ripopolano da sole. Se muoiono, muoiono. Non resuscitano, non c'è la pasqua delle api. Ci sono gli apicoltori. Considerazione finale: Da non vegeriano, io farei anche fortissime politiche di sostegno a Maiali, Mucche, Capre e cavoli. Magari ci stanno sul cxxxo perchè sono sporchi e creano Co2. Ma qualcuno si mette in testa che noi viviamo grazie a quello? Le politiche devono andare a difendere l'allevamento e salvaguardare il benessere animale, nonchè ridurre l'impatto ambientale. Quindi è ancora peggio di estinzione della specie animali, qui parliamo di sopravvivenza dell'uomo. Vorrei che non si confondano le priorità, cosa che accade ascoltando questo video. Le api come si evince dall'articolo di Alfredo Valido entrano in competizione con altri impollinatori. Qui la domanda da porci è: Quindi diamo fuoco alle api? No, dovremmo attivarci per difendere le api E GLI impollinatori in parallelo. Non sminuire le api, sviluppare un ecosistema in coesistenza, come sta dimostrando neururale a Pavia. Se invece il discorso è su: dobbiamo assolutamente riequilibrare la natura come se non ci fosse l'uomo. Credo che la risposta sia semplice, dovremmo vivere di raccolta delle mele che cadono dagli alberi. Ti vederemo a Nudi e Crudi? Vi lascio questo bellissimo spot -> ruclips.net/video/IJNR2EpS0jw/видео.html Difendete le api!
Devo ammettere che avevo dei dubbi su questo video, stavo per chiuderlo, ma per caso non lo ho chiuso e ho scoperto un sacco di cose! Le ho pure verificate e hai ragione ! Grazie mille, mi sono iscritto
Ti stimo! Finalmente qualcuno che ha affrontato seriamente il problema. Da quando sento notizie allarmistiche, più o meno veritiere, mi sono sempre chiesto se veramente Apis mellifica fosse la specie minacciata e non invece tutte le api selvatiche (Anthrena, Bombus), i ditteri impollinatori o i lepidotteri. Ricordo quando ero piccolo l'enorme quantità di lepidotteri che popolavano i nostri campi, ora le densità sono diminuite considerevolmente.
Da apicoltore ma da amante della natura ti dico grazie per questo video 👌🐝 quando si parla di api in estinzione si parla di api solitarie che non si caga nessuno perché giustamente non alimenta interessi 😉
Maddai, ogni volta che vedo quella pubblicità delle api che stanno morendo mi viene il voltastomaco, strumentalizzate per ottenere soldi. Ma perchè non si preoccupano dei prati "umidi" montani che qui da me sono quasi scomparsi con grandi conseguenze per la fauna entomologica legata ad ambienti umidi?
Video splendido e illuminante! Sei davvero bravo. Avevo già visto il video della ‘tua vita precedente’ quando usci’ e davvero si fa fatica a pensare che sei la stessa persona. E poi che onesta’ e che percorso hai fatto! Wow complimenti. Io complottista non sono mai stata ma non ho nemmeno mai avuto la tua lucidità e il tuo acume. Bravo. Ti stimo molto
Bel video, l'oggettività in questi casi é sempre apprezzata. Non ho trovato tuoi vecchi video a riguardo, e mi piacerebbe affrontassi un giorno il tema "grindadrap", su cui secondo me c'è pochissima chiarezza e oggettività.
Grande Giacomo!!! 👏👏👏 Bravissimo! Hai analizzato la questione benissimo! Io sono un’apicoltrice hobbista e adoro le mie bestiole! ma ho sempre saputo che non sono affatto in pericolo, le ho sempre viste come vedo le mie galline, invece delle uova fanno il miele. È imbarazzante quando dico alle persone che ho le api e mi guardano come un’eroina 😬
@@maridacorradetti862 Ti pare poco per una specie che non si può nemmeno definire domesticata? Non lo dico io, eh, ci mancherebbe, ma lo sostiene tra gli altri Alberto Contessi che considerare l'ape mellifera domestica è improprio: nonostante interagisca con l'uomo da millenni, fino ad ora ha sempre mantenuto la sua indipendenza biologica, perché non ha subito modificazioni tali da non riuscire a vivere in natura e che la differenziano dalle popolazioni selvatiche (cosa che per esempio non è vera per il mais, come giustamente dici). Il problema è proprio che sta perdendo la capacità di sopravvivere in natura, ma non per problemi suoi, ma per gli stessi problemi che abbiamo creato noi, ANCHE agli altri insetti, impollinatori e non. E non parliamo di posti dove è stata introdotta, eh, ma dell'Europa e dell'Italia, che è il suo areale di diffusione naturale, al quale era adattata. Pensa alle tigri: ce ne sono più esemplari in cattività nei soli USA che in natura nel mondo. Perché ovviamente hanno tutta una serie di problemi (bracconaggio, riduzione habitat, cambiamenti climatici, frammentazione dell'areale, isolamento ecc). Ammesso che morissero pure quelle poche migliaia di tigri in natura, tu diresti che in fondo la tigre è un animale domestico? Questi sono problemi ecologici, non economici.
Meraviglioso 😍 Non solo per l’argomento trattato benissimo ma anche per come parli dello storytelling e di come alcune fallacie argomentative inquinino molti dibattiti. Sei bravissimo!
Io sono un apicoltore dilettante. Anzitutto ti faccio i complimenti per l'ottimo video. Ho sempre storto la bocca ogniqualvolta ho sentito parlare di api a rischio di estinzione, intuendo quello che tu hai esposto con i dati alla mano. Faccio solo alcuni appunti: la nascita di nuove regine è essenzialmente legata alla mano dell'uomo (innesti o sciami artificiali, eventualmente posso anche spiegare meglio). La sciamatura naturale, al contrario, è un fenomeno che ogni apicoltore ha tutto l'interesse nel combattere, altrimenti si perderebbero buona parte delle api e quindi del raccolto. (Magari sono cose che sai e che per brevità non hai inserito nel video...) Seconda cosa. In riferimento al complessivo aumento delle api su scala globale e della contemporanea diminuzione di apis mellifera negli USA. Faccio una supposizione: varroa destructor è endemica del sud est asiatico; le api di quelle località sono capaci di combatterla, diversamente da mellifera che a lungo andare soccomberebbe durante l'inverno. I grafici si riferiscono esclusivamente a mellifera? Perché non sarebbe così illogico pensare ad un aumento totale dovuto proprio all'adozione di quelle determinate categorie resistenti a varroa. Concludo aggiungendo una cosa. Un aspetto che vorrei approfondire ma sul quale non credo di parlare a caso: il fatto che in natura non esistano più o quasi famiglie di apis mellifera. Vero, è una razza da allevamento, ma il fenomeno della sciamatura (non sempre si riesce a prevenire) portava alla formazione di famiglie che poi continuavano a proliferare in natura. Dai racconti dei miei vecchi (abito in montagna), non era difficile trovare famiglie in tronchi perforati o anfratti da cui si poteva andare a prelevare il miele quando il periodo lo consentiva. Oggi tutto ciò è impensabile e la famiglia che sciama sottraendosi alle cure dell'apicoltore è destinata a morire col primo inverno a seguito dell'indebolimento dovuto a varroa. Qualsiasi apicoltore con esperienza potrà confermarti ciò che dico: sono cambiate molte cose negli ultimi venti anni. Prima il miele era un raccolto sicuro, potevi farne di più o di meno a seconda della qualità del tuo lavoro. Anche in natura le api ne producevano. Adesso invece sono necessarie molte cure affinché le famiglie siano in grado di produrne. Mentre in natura non è neanche possibile che sopravvivano. Penso che la differenza sia sostanziale. Siamo passati dal miele come prodotto "naturale" a prodotto "eccezionale" frutto della dedizione dell'apicoltore. (È chiaro che il rapporto tra miele prodotto e quantitativo di api nell'alveare è direttamente proporzionale). In pratica sto dicendo che apis mellifera senza cure da parte dell'uomo sarebbe probabilmente destinata ad una drastica decimazione se non ad una vera estinzione...e questo, in un certo senso, riesce a giustificare il discorso "le api si stanno estinguendo".
Da piccolo apicoltore concordo! Credo che giacomo questa volta debba modificare il video: ci facciamo una figura di m***a ed e' fuorviante per l'ascoltatore medio oltre che clickbait
Ma no, cioè, io alla fine sono d'accordo col senso generale del video! Spero solo di aver aggiunto qualcosa alla discussione... In effetti le api non è che se la passano benone, nonostante l'aumento generale riportato da Giacomo
@@EntropyforLife ma perché Greenpeace non "conosce" qual è la realtà del problema? Oppure la conosce? Non voglio fare il complottista, ma solo cercare di capire perché si investano soldi su una boiata del genere. A che serve essere ambientalisti se non si sa cosa proteggere?
Greenpeace è un associazione che si occupa di divulgazione. Non opera nella pratica. Questo porta spesso ad azioni di marketing più che di reali questioni ambientali
@Entropy for Life . Buon video ma con qualche difetto, da Entomologo posso criticare un poco l'utilizzo del termine Ape (Bee) alla sola Apis mellifera, solo per il fatto che può risultare poco chiaro per chi guarda il video e non conosce bene la divisione tassonomica degli imenotteri e chiama tutti gli apoidei Ape. Si che più volte ti riferisci ad Ape come specie, infatti è solo una piccola critica puntigliosa. Molte delle cosidette Api selvatiche sono effettivamente a rischio e molti dei progetti di salvaguardia sulle Api parlano anche di quelle api e le citi sono in descrizione video (tranne il bombo). Inoltre potevi dire che le api domestiche essendo molto studiate vengono spesso utilizzate come Indicatori Biologici (Apis mellifera lingustica soprattutto) soprattutto in Europa. Inoltre ci sarebbe da precisare che l'Apis mellifera si può considerare "alloctona" in America e l'impatto di competizione preponderante è avvenuto lì, ci sono proprio sottospecie a volte ibride indesiderate che causano danni agli stessi apicoltori, invece essendo autoctona nel bacino mediterraneo alcuni focus di salvaguardia europei sono dovuti anche all'arrivo di specie alloctone come la famigerata Vespa velutina, anche se è innegabile un'influenza sulle api solitarie causata dalla presenza degli alveari. Inoltre le problematiche alle Apis mellifera non colpisce solo gli apicoltori ma anche le monoculture il che amplia la questione economica di cui hai parlato rendendola molto più complessa. La questione è molto più ramificata e merita secondo me ulteriore approfondimento ;)
Bel commento! difatti credo che bisogna far notare che solo alcune "specie" di api sono invia di estinzione! Lo stesso discorso vale anche per l'esempio di Maiali, la popolazione mondiale è in costante crescita, ma quante razze di maiale sono in via di estinzione o sono già esiste! la lista è abbastanza lunga
@@eliastefano3463 l'ho visto tutto il video. Parla dei bombi e dice anche apoidei, ma secondo il mio avviso non è chiaro e rimane incompleto come discorso, visto che il termine api (o meglio bees) viene usato spesso in documenti e articoli non necessariamente rivolgendosi alla sola Apis mellifera. La cosa che gli ho contestato é la poca chiarezza essendo un video rivolto specialmente a chi di insetti non ne sa molto e che definisce con un solo termine anche gruppi di insetti che non appartengono a volte manco allo stesso genere. Per altro lo ha semplificato molto causando anche una corrente "e ma le Api non sono da proteggere" che ho letto sfortunatamente in vari forum e progetti che mettevano il link a questo video e a cui non interessava il progetto in se (manco lo leggevano) ma reagendon solo al termine Api . La questione economica degli insetti da come la riferisce lui sembra solo rivolta agli apicoltori rivelando una reale ignoranza (non prenderla sul personale) per tutto ciò che c'è dietro i vari progetti di "protezione delle api" (Raccolta fondi per progetti di protezione per la biodiversità, creazione di corridoi ecologici, ecc) anche perchè spesso non si protegge l'ape in se ma l'ambiente in cui vive (Vedila come specie bandiera, perchè conosciuta e che attrae gente estranea al mondo insetti, dubito che con un dittero si otterrebbe la stessa attenzione ), quindi anche lì bisognerebbe analizzare i vari progetti (tipo non mettere allo stesso livello quelli " adotta un alveare " a quelli "limitiamo i pesticidi di un certo tipo " o "creiamo nei campi agricoli delle macchie erbacee per favorire gli impollinatori"). Quello che dice è vero, le api domestiche sono un reale problema per la competizione con le selvatiche (non ovunque e alcune sottospecie di Apis mellifera peggio di altre ), il fatto che siano allevate non è manco troppo un vantaggio a volte perchè possono essere immunodeficienti a causa di nutrimenti artificiali troppo zuccherini e cose simili e portare malattie tra le selvatiche. Per questo ho detto che il video è fin troppo poco preciso, lo vedo orientato a giustificarsi più che informare realmente sulla questione Api e, per quanto ho capito più o meno il suo obbiettivo, non è una questione che si può archiviare in questo modo se si vuole realmente informare sull'argomento. (PS: la risposta alla sua domanda del video è SI , alcune api sono in pericolo e ti posso anche dire le specie www.iucn.it/pdf/Comitato_IUCN_Lista_Rossa_delle_Api_italiane_minacciate.pdf , e questa è una conferma che la parola Api è molto generale ;) )
@@Destiny13Raven inoltre (perdonami se sbaglio), credo che le api allevate, seppur in grandissimo numero, non possano espletare la stessa funzione ecologica di una popolazione di api selvatiche, per una questione riferita allo spazio. Un apicoltore può avere anche moltissime colonie, ma saranno tutte concentrate in uno spazio limitato, di conseguenza l'ambiente sul quale le api possono agire è molto ristretto. Quindi le api possono anche continuare a crescere come numero, ma se nel frattempo il numero di tutti gli altri impollinatori è in costante discesa più o meno in ogni ambiente la situazione può solo peggiorare.
L'apicoltura specie dalla crisi del 2008 in poi ha decollato.In certi areali siamo a concentrazioni assurde. Le associazioni evitano l'argomento.Bravo che ne hai parlato ,anche se da neofita ,hai fatto centro.
Ciao Giacomo gli alveari che ospitò in un ambiente senza pesticidi sono aumentati negli anni. Quindi mi torna la tua spiegazione, in alcuni periodi x alimentare le api l’apicoltore è andato a glucosio e fruttosio. Per fortuna qui tra farfalle bombì & c proviamo di difenderci ma non escludo che alcune specie abbiamo sofferto più delle api. Conta che ho acquistato l’albero del miele che sosterrà le ragazze in autunno, appena diverrà tale. Ora ho 12 arnie. Forse serve una foresta! Sei un grande!
Ciao Giacomo. Innanzitutto complimenti come sempre per il lavoro che fai, seguo sempre il tuo canale e apprezzo il tuo stile. La questione delle api è molto interessante e mi ha ricordato un video di kurzgesagt in a nutshell, uno dei principali canali di divulgazione scientifica su RUclips. La differenza è che in quel video di 4 anni fa si segnala l’allarmante calo delle api mellifere. Posso chiederti una tua valutazione e se secondo te quel video andrebbe aggiornato? Grazie
Ottimo video Giacomo, sicuramente chiarirà le idee a molti. Fra i problemi delle api ci sono anche un certo tipo di apicoltori che combinano veri e propri disastri, in maniera più o meno cosciente. Marciare sullo slogan ambiguo delle api che stanno scomparendo è controproducente e toglie credibilità a tutto il settore. Grazie mille per aver dato voce al problema!
Ciao Giacomo complimenti ti seguo dall'inizio sempre con grande interesse. Oggi hai toccato un argomento che conosco perché io sono anche apicoltore Sono completamente d'accordo con te Quando senti parlare una persona Con tutta questa competenza di un argomento che conosci ti convinci che anche tutte le altre volte ha usato lo stesso approccio grazie per i tuoi video
Ennesimo video per fare commenti e views senza la benché minima conoscenza di tecnica apistica ne dei fondamenti dell' apicoltura. Legga le Api di Contessi perché ha molto da imparare.
La mia mente aveva automaticamente bypassato la manipolazione di notizie: quando sento dire "le api sono in pericolo" traduco "gli impollinatori sono in pericolo" e davo per scontato che fosse così per tutti. Comunque è un motivo in più per mettersi a allevare insetti, anche se decisamente non ne avevo bisogno... Anche se forse l'ambiente sì, ne avrebbe.
@@78gibo Infatti, ho riflettuto davvero e ho cominciato guardare la questione da un punto di vista diverso. Non essendo esperta di apicoltura e sentendo certe notizie mi ero fatta un idea superficiale e forse errata. Questo video è solo uno spunto per approfondire l'argomento molto complesso.
Michela, puoi rispondere a una mia domanda? come è possibile che per es. esiste il miele di castagno che è solo fiori di castagno? le api vengono addestrate ad andare solo sul castagno piuttosto che solo su fiori di acacia? io immagino che le api vanno nello stesso giorno su qualunque tipo di fiore senza selezionare una pianta specifica.
@@guidoguidis1269 Semplicemente in determinati periodi dell'anno fioriscono determinati tipi piante, dipende molto anche dal luogo, è difficile trovare boschi di robinia, castagni e tigli in pochi chilometri di raggio. Poi ovviamente il miele di castagno non sarà mai 100% castagno, ma la percentuale di questo è talmente considerevole da essere considerato tale. Se in alcuni periodi e luoghi è presente una grande varietà di fiori nettariferi allora il miele prodotto viene chiamato millefiori o melata, e anche parlando di questo ogni posto ha il suo, da un apicoltore del varesotto non troverai mai il millefiori che hai assaggiato in Toscana per esempio. Mi sono dilungato abbastanza per un discorso di per se semplice spero di essere stato chiaro
Pochi parlano della competizione con gli altri impollinatori, complimenti! Molto interessante. Sarebbe stato bello se avessi parlato però anche del trend delle api che non vengono allevate, penso sia molto diverso e molto simile a quello di tanti altri impollinatori
Wow Giacomo, complimenti per l'editing del Video, hai fatto un lavoro superlativo, non ci sono pause, ci riempie di nozioni, e inserisci nei momenti opportuni immagini e diagrammi. Davvero un ottimo lavoro, bravo 👏
Io penso che il vero problema non sia il numero di alveari di per sè, ma il fatto che tali alveari, visto il declino delle popolazioni selvatiche, siano concentrate in "pochi" punti, rispetto alla vastità delle aree coltivate, in corrispondenza di apiari dove tra l'altro si cerca appunto di fornire alle api tutto ciò di cui hanno bisogno, non solo nei tempi di magra, ma anche circondandoli con un "pascolo per le api" scegliendo specie vegetali in modo da avere nettare lungo tutta la bella stagione.E questo va benissimo per le api come specie, ma é molto problematico per l'agricoltura, che con il calo delle popolazioni selvatiche, a meno che non vicine alla sede di qualche apicoltore, si ritrovano ( per colpa loro, sia chiaro: utilizzo di pesticidi sopra tutto) senza impollinatori, con cali della produzione o necessità di varare su altre culture, impoverendo ancora la varietà delle specie coltivate. Possono si affittare arnie da apicoltori, ma questo aumenta molto i costi e ovviamente ad esserne danneggiati di più sono i piccoli agricoltori. E danneggia anche gli apicoltori, infatti alle api non fa bene trovarsi in mezzo a una sola cultura , con a disposizione un solo nettare ( variano molto da pianta a pianta le composizioni del nettare) così come ad un uomo fa male mangiare solo un alimento. (Senza contare che tali arnie finita la fioritura di una cultura devono essere spostate in un altro luogo, altrimenti morirebbero di fame, con ulteriore impiego di soldi e stress per le api ).
Parto dicendoti che ti adoro, per le spiegazioni e il modo di porle, ma ti prego, nella bibliografia a proposito del libro di Rosling, correggi la svista o eccesso di enfasi che volevi attribuire all’espressione “ molto piu pessimo della realtà’ “ (pleonasmo, pessimo è già superlativo). Sei un mito👍👍👍😍😍
Ciao Giacomo! Ho una domanda: la stessa narrazione che viene creata dietro la questione delle api, c'è anche per il piantare alberi? Faccio riferimento al fatto che oltre al problema della deforestazione, c'è anche quello che vede gli alberi come i "migliori amici" del pianeta per poter combattere l'eccessiva emissione di CO2. Vedo sempre più spesso siti che propongono di "adottare un albero" e non so più se anche questa è una una narrazione costruita su dati di problemi letti in maniera sbagliata, o se invece ho fatto la scelta giusta a comprare un albero in Africa :') Ti andrebbe di fare un video a riguardo? Magari anche una collaborazione con GeoPop, canale che ogni tanto si interessa di spiegare meglio anche questi fenomeni, ma da un punto di vista geologico. Grazie comunque per questi video, ascoltarti è sempre illuminante!
Eh, ma in effetti io pensavo che con la frase "le api sono in pericolo" si volesse intendere gli apidea in generale fossero in pericolo, non che la lo fosse l'ape mellifera in particolare... Comunque grazie per aver chiarito. Ottimo video, come al solito.
Video molto ben fatto e chiaro, vorrei fare però una domanda: quello che dici riguardo alle api (cioè che sono dei competitori "sleali" per gli altri insetti impollinatori) non è più vero per le regioni del "nuovo mondo", America e Oceania, piuttosto che per le nostre zone? Dopotutto da noi, Europa, Asia e Africa sono specie autoctone che l'uomo sfrutta ormai da 10mila anni e che hanno molti predatori naturali (vespidi e uccelli). Spero tu mi risponda, ancora complimenti per il canale.
Concordo su tutto, tuttavia è più complicato di così, l'apicoltura sta diventando veramente qualcosa di impossibile, la varroa non è l'unico problema, abbiamo sempre più malattie e sempre più difficoltà ambientali. aethina tumida, la vespa velutina, peste europea e americana, tutte le varie virosi, micosi eccc siamo ad una quindicina di patologie ben note e chi sa quante da scoprire, e poi tutti i problemi legati alla uso di pesticidi, all'inquinamento ecc. Con questo non voglio dire che ad oggi l'ape mellifera sia a rischio estinzione ma di sicuro sta subendo come tutti gli altri impollinatori ed insetti in generale una forte pressione, contrastata per ora da noi apicoltori. Tuttavia se si arrivasse al punto in cui allevare api diventi antieconomico e quindi l'uomo non difendesse più le api, di sicuro ci sarebbe un crollo repentino ed importantissimo del loro numero (sinceramente posso garantire che se abbandonassi i miei alveari non vivrebbero più di due anni e le loro discendenti non arriverebbero a 4 anni dal mio abbandono, tant'è vero che ormai gli alveari naturali di apis mellifera sono veramente molto rari) Per cui ben venga la sensibilizzazione sulla crisi di tutti gli impollinatori, sono il primo a dire che non c'è solo apis mellifera, però neanche è vero che le cose stanno migliorando per le api anzi. Per il discorso di concorrenza sleale delle api verso gli altri impollinatori sono consapevole che il mio lavoro ha un impatto, come quello di ognuno di noi, per minimizzarlo cerco di avere apiari piccoli con una decina di arnie e lontani da altri apicoltori. Questo comporta un lavoro maggiore per me ma spero riesca a ridurre almeno in parte la pressione che le mie api fanno verso gli altri insetti. Se hai altri suggerimenti per ridurre l'impatto ambientale del mio lavoro sarei ben felice di metterli in atto. In definitiva se si andrà avanti con questo aumento di complicazione si estingueranno gli apicoltori e forse dopo qualche tempo le api saranno veramente a rischio, almeno le nostre di api (apis mellifera ligustica) e prenderanno il sopravvento apis ceranea o altre varietà che meglio si sapranno adattare alle nuove patologie, ma questa è un'altra storia.
Domanda da ignorante in materia: in caso dovesse esserci davvero un collasso di apis mellifera saremmo in grado di sostituirla velocemente con altri impollinatori senza affrontare un drastico calo della produzione alimentare? Perché se la risposta è no penso che si troverà comunque un modo di tenerla in vita “”artificialmente””
@@lucastudios86 le alternative ci sono, si allevano anche i bombi e comunque se solo l'apis mellifera sparisse verrebbe comunque "sostituita" da altri apoidei, non so in che tempi ma succederebbe. Il problema è che tutti gli insetti sono in declino pesante, basta ricordare quanti se ne schiantavano sui fari delle auto qualche lustro fa'. Oggi non se ne vedono molti neanche attorno ai lampioni. La sola apis mellifera non sarebbe un vero problema il problema è il totale. Che poi alla fine tolto lo scopo di lucro illecito, combattere l'inquinamento o lo si fa' per le api o lo si fa per le farfalle, basta che si faccia.
C'è una cosa di cui non tieni conto ed è molto importante, l'importanza delle Api come specie "bandiera" per ottenere fondi e chiedere l'abolizione di metodi (es alcuni pesticidi) che stanno veramente mettendo a rischio gli impollinatori. È una polemica un po' sterile perché spesso non si protegge la specie ma l'habitat, se si usa l'ape domestica per ottenere meno pesticidi, corridoi ecologici per l'impollinazione e finanziamenti per studi per la conservazione della biodiversità ben venga. Il tuo video pecca molto di semplicismo e manda un messaggio incompleto e ignorante su come funziona realmente la conservazione faunistica. A parole dire di proteggere gli altri impollinatori è facile ma senza fondi derivanti da l'attrattiva dell'ape non so quanto puoi fare, negli spot utilizzano l'ape spesso come mezzo per far interessare le persone al problema, se ci metti un Antomide non so quanta attenzione ricevi.
Ho scoperto un pò tardi questo video. A prescindere da quale specie precisa sia in pericolo, cosa si può fare nel piccolo del nostro giardino per aiutare gli impollinatori selvatici e non? Basta piantare i fiori che attirano gli impollinatori oppure ci sono cose particolari da fare per gli insetti che non siano api mellifere? Grazie in anticipo!
Avanti così !! Senti lo fai un video dove dici come combattere con i gesti quotidiani il surriscaldamento globale ? e uno dove favorire la biodiversità ? grazie
"La vita ideale é quella ispirata dall´amore e guidata dalla conoscenza". Grazie per questo video interessantissimo. Domanda: le api contate riguardano una specie o tutte le specie di api?
Bel video Giacomo; anche io pensavo che le api fossero in pericolo....certo dopo l'affeire gatti e cani, ora le api..... ti manca di dire che i ragni sono utili e carini e diventi il nemico pubblico numero 1! 😂😂😁😁 (Per inciso non ti azzardare a fare quella cosa con i ragni perché ne ho la fobia!!)
Ciao, sono un giovane apicoltore professionista, ho 35 anni e sono 18 anni che ho a che fare con api. Ho iniziato con un paio di sciami da ragazzino e nel corso degli anni sono arrivato a gestire da solo un centinaio di alveari. Tutto quello che so sulle api l'ho imparato da solo sul campo e una cosa dopo 18 anni l'ho capita, che con le api non smetti mai di imparare. Sentire una persona che cerca di analizzare una questione così complessa senza avere esperienza diretta in merito fa quasi incazzare sinceramente...(per cosa poi?per fare un video e un po' di visualizzazioni?) Ognuno è libero di dire quello che vuole, ma penso sia giusto che prima di aprire bocca su un argomento si debba essere informati, onde evitare di diffondere false informazioni che alle orecchie dei "non addetti ai lavori" possano passare come legge. I dati che porti sul numero di colonie, sebbene veritieri, sono fuorvianti. Questo perchè, a fronte di una costante moria di colonie di api dovute a più fattori (varrora, insetticidi, patologie, cambiamenti climatici...), ci sono apicoltori che riescono con tanto lavoro e fatica a mantenere alveari sani e a crearne di nuovi, mantenendo così il numero di alveari registrati in aumento. Parlo di alveari registrati perchè è ovvio che i dati che riporti facciano riferimento a colonie di api registrate ai servizi veterinari nel mondo, non di quelli selvatici presenti in natura. Perchè non pubblichi i dati della mortalità delle colonie? Mi dispiace renderti partecipe del fatto che oggi come oggi, senza il lavoro degli apicoltori, colonie di api mellifere non durerebbero a lungo lasciate a sè e diventerebbero focolai di malattie per altre colonie. Dal mio punto di vista, da apicoltore, ti dico informati, fai esperienza e poi se vuoi dai un'opinione, ma non rovinare ancora di più un settore già apiamente in crisi con la malainformazione (ce n'è già davvero troppa sul miele e sulle api). Credimi che in gioco c'è la nostra sopravvivenza oltre a quella delle api. Spero di non essere stato offensivo, un saluto
Caro Entropy for Life, mi dispiace farlo, ma va detto che il tuo video è impreciso e superficiale, ergo controproducente nei confronti di battaglie di sensibilizzazione che da anni vengono fatte e di cui solo ora si stanno a fatica raccogliendo i frutti. Per quanto tu ti sia sforzato di presentare dati validi a sostegno della tua tesi, già dopo il quinto minuto di video è inevitabile notare come una tematica così ampia sia stata trattata parzialmente, generando così un profondissimo conflitto di interessi tra la tua premessa in cui avanzi di essere un forte sostenitore della battaglia per la conservazione della biodiversità e la non necessità di salvaguardare l'ape come principale insetto impollinatore. Ma andiamo con ordine: 1) I grafici della FAO (per quanto bellissimi da analizzare nei dettagli) peccano di una gravissima mancanza: ammesso e non concesso che si tratti di alveari riempiti nella loro interezza con A. Mellifera ed escludendo quindi a priori di trovarci dentro un'Apis Cerana o un'Apis Koschevnikovi (entrambe specie tipiche dell'Asia orientale e sud-orientale produttrici di miele e lì allevate), non viene specificata alcuna sottospecie, dato fondamentale per un apicoltore (e un biologo preoccupato per la biodiversità)! Sei a conoscenza del declino che l'ecotipo italiano (Apis Mellifera sottospecie ligustica) ha avuto nel corso degli anni passati? Purtroppo per la biodiversità, la maggioranza degli apicoltori, vuoi per convenienza o per ignoranza, nel tempo ha operato nel seguente modo: per anni, falle nel sistema legislativo italiano circa la regolamentazione dell'attività apistica hanno permesso l'importazione di regine vergini provenienti da paesi esteri come il Brasile o dall'Argentina, che essendo particolarmente prolifiche erano in grado di stabilire famiglie forti in poco tempo, rendendo quasi sicura una produzione sostanziosa per quella stagione apistica. Così facendo (e viene fatto tutt'ora) nel processo di fondazione di una nuova colonia, la regina dovendosi necessariamente accoppiare con i fuchi per iniziare a deporre, troverà solamente compagni di razza Ligustica arrivando così a generare una colonia frutto di una regina con corredo genetico ibridato. Da biologo saprai benissimo cosa può comportare una mescolanza di questo tipo. Oltre all'elevatissimo rischio di importazione di microrganismi (e magari patogeni) alieni all'areale italiano, le caratteristiche positive della nostra Apis mellifera Ligustica, frutto di secoli di selezionamento genetico, vengono "inquinate" da un corredo specializzatosi per un areale del tutto diverso, andando così a indebolire sistematicamente quelli che sono i punti di forza dell'ape italiana stessa. La necessità di proteggere l'ecotipo italiano e possibili proposte per poterlo fare sono presentati nel seguente articolo: openpub.fmach.it/retrieve/handle/10449/53488/87823/vol71-2018-257-271fontana.pdf 2) Come tu hai raccontato, l'arrivo dell'acaro Varroa Destructor in Italia ha accelerato quello che col tempo è stato definito C.C.D. (Colony Collapse Disorder) generando così un'ecatombe improvvisa che si è abbattuta su tutto il paese, cogliendo centinaia di apicoltori alla sprovvista, costretti ad osservare scenari raccapriccianti davanti ai loro apiari svuotati. Ne parli come se fosse il normale corso degli eventi: non vuol dire che siccome le colonie sono in grado di replicarsi allora la loro perdita non debba generare allarmismo, soprattutto se le colonie che non riescono a superare l'inverno sono quelle che 35 anni fa lo avrebbero fatto tranquillamente. Questo NON è il normale corso degli eventi. Non lo è se vede una specie alla mercé di un antagonista incontrastato come la varroa. Inoltre, hai mostrato un bel grafico che riporta come le colonie produttive tra il '95 e il 2017 rimangano circa costanti arrivando a dedurre (a parer mio grossolanamente) come semplicemente il tasso di fondazione riesca a sopperire alle perdite invernali. Non pensi che quella linea sia stata mantenuta quasi "parallela" all'asse delle ascisse solo grazie all'intervento dell'uomo? Io penso di si. Se non ci fosse stato l'essere umano, le api in Europa e Nord America non esisterebbero più, puoi starne certo. L'Apis Mellifera sp. non ha alcuna strategia di difesa contro la varroa, servirebbero i secoli di coevoluzione che altre api (come l'Apis cerana) hanno avuto a disposizione, riuscendo infatti a non ritrovarsi assoggettate alla varroa. In Asia la varroa non è un problema: ci vogliamo ancora domandare come mai sia lei a trainare il trend positivo della popolazione mondiale? Solo perché quelle tabelle riportano un trend positivo, non vuol dire affatto che le sottospecie (se non addirittura specie) all'interno di esse siano ugualmente rappresentate. Il "numero di alveari nel mondo" non è un dato affidabile per affermare quello che tu affermi nel video. 3) L'ape è l'impollinatore garante della biodiversità per eccellenza. Non è perfetto, è vero (ci sono specie vegetali non impollinate dalle api, basti pensare al pomodoro, il quale invece viene impollinato egregiamente dai bombi), ma non esiste altro pronubo in grado di svolgere questo lavoro in maniera così precisa e su una scala generale così vasta. Una famiglia d'api forte può arrivare anche a contare 100.000 individui, di cui almeno 85.000 operaie. Grazie al loro lavoro giornaliero e alla loro diffusione, un sacco di specie selvatiche vengono impollinate e perciò ne è permessa la riproduzione e diffusione. L'ape è semplicemente l'insetto migliore per svolgere questo lavoro (con questo non voglio dire che debba necessariamente essere l'unico). Oltre ad un aspetto economico da te riportato, penso ci sia un bel vantaggio anche dal punto di vista ecologico. 4)I bombi non se li fila nessuno? FALSO! Per fortuna vengono commercializzati e diffusi anche loro ( www.verdepieno.com/bombi ), come esempio di "insetto bistrattato" non potevi sceglierne uno peggiore. Probabilmente le nere Api Legnaiole (Xylocopa Violacea) sarebbero state un esempio molto più calzante (sono ottimi impollinatori solitari molto docili, ma per le loro dimensioni e il loro colore scuro vengono continuamente scambiate per dei "calabroni", creando allarmismi inutili). Spero di essere stato chiaro in tutto, purtroppo a parer mio hai voluto generalizzare molto e generalizzare su argomenti così ampi non paga mai molto, anzi casomai fa impennare il rischio di dare informazioni imprecise e sbagliate, cosa che a mio avviso il tuo video fa. Spero tu possa trovare il tempo e la voglia di rispondermi così da spiegarmi cosa ne pensi al riguardo alla luce di queste parole, magari sarai anche in grado di farmi notare di esser stato impreciso a mia volta, in tal caso vorrai scusarmi.
Salvo imprecisioni e probabili errori, infondo, anche lei sarà d'accordo che l'ape, in quanto insetto, non é in pericolo e tantomeno in via di estinzione come qualche ente propaga da qualche anno.
@@mementomaggioriano155 sulla base degli studi universitari completati e delle mie umilissime esperienze personali (sono un apicoltore dilettante) mi permetto di dissentire. La situazione sarà anche stabile momentaneamente, ma a che costo? Quanti alveari si perdono all'anno? E quante risorse (monetarie e non) vengono impiegate per far sì che ciò non accada? L'ape sarà fuori pericolo quando essa autonomamente sarà in grado di ripopolare foreste e areali di sua competenza senza l'aiuto dell'essere umano (che malauguratamente sa essere sia suo salvatore che carnefice). Generalizzare quando si parla di insetti (probabilmente la classe più biodiversa del pianeta) equivale automaticamente a commettere imprecisioni colossali, a tratti offensive nei confronti degli insetti stessi (parafrasando il suddetto video). Rispondere ad un commento facendo marcia indietro, poi, è doppiamente grave.
È come per la salute e la sanità: il problema di mezzo sono sempre i soldi, la redditività, il consumo, la produzione e via discorrendo. Là dove c'è speculazione, nel senso più ampio del termine, non possono che sorgere problemi, prima o poi.
Il mio dubbio sui rischi per gli animali d'allevamento: sono numerosi e _cosmopolìti_ ma anche privi di un "piano B". Cioè, che alternativa avrebbero per esempio le vacche che alleviamo oggi se per un qualsiasi motivo un domani dovessimo decidere che non sono più utili?
Se volete quando finite il video potreste recuperare uno dei 4 video che ho citato:
Il video sui Koala: ruclips.net/video/NxKN42uw4mY/видео.html
La questione ecologica dei Gatti: ruclips.net/video/r7VR9REROMg/видео.html
La questione ecologica dello Scoiattolo Grigio: ruclips.net/video/8EUtHzr-Maw/видео.html
Il video in cui vi racconto quando sono stato complottista: ruclips.net/video/5NhJYJrYSlo/видео.html
Cosa pensi del video sulle api di Kurzsgesagt?
Bellissimo video, ci voleva! Grazie 😊
Pollice su gia' solo per la maglietta di Wall-e.
Ciao, considerando le tue capacità divulgative, ti vorrei chiedere come mai gli europei non si ammalarono una volta sbarcati in america, ho provato a cercare ma per ora mi appaiono solo cose inerenti al coronavirus.
Se ci facessi un video sugli altri impollinatori sarebbe davvero molto interessante!
*IL BOMBO E' CICCIOTTISSIMO E BELLISSIMO!*
È il chiappone che ci meritiamo. Concordo.
aspetto un video di scuse o tolgo il follow
BOMBIII
Come si faccia a pensare male di un essere grassottello, gaio e pucciosissimo come il bombo io proprio non lo so... indinniatah!11!1!!
E poi non ha neanche il pungiglione.
“Im not in danger, im The danger” CIT APE da miele
"I am the one who Bzzzz"
Serpe parla come mangi
@@pietrodurso211 parli?
@@smellingmeerkat7225 ahahah numero 1
"se venisse una pandemia nei maiali, ci muoveremmo subito'
Ti prego Giacomo, non anche sta volta. Ti prego 😂😂😂
#sischerza
Ho pensato la stessa cosa: NO GIACOMO NO, NON DIRLO ahahahah
è SUCCESSO VERAMENTE HAHAHA
Finalmente l'argomento Apis mellifera sviscerato correttamente.
Bravissimo. Gli impollinatori selvatici sono tutti a rischio e nessuno ne parla.
Io nella mia umile tesi si
@@MARA-yz3oy si può leggere?
@@gianandreapignoni certo! Anzi mi fa piacere che possa interessare qualcuno oltre che a me e alla mia relatrice =)
Volutamente a rischio, direi. In natura tutto ciò che è selvatico è libero, gratuito. Ciò che è allevato, coltivato, viene reso oggetto di commercio. Chiaro perché questa crociata per le api che APPARTENGONO agli apicoltori ma totale menefreghismo per le altre specie libere e in pericolo? Stessa cosa per le piante, frutta, ortaggi ecc..
@@MARA-yz3oy potresti passarmela anche a me? te ne sarei grato 🙏🏻
Lo scrivo perché non voglio essere travisato: fare l'apicoltore è un casino. Un sacco di problemi. I costi per via di tutti i vari problemi, soprattutto per colpa di Varroa sono lievitati negli ultimi anni. Sono problemi economici che hanno molti allevatori di animali e vanno compresi e non negati ovviamente. L'allevamento delle api diventa sempre di più un fatto che possono permettersi che riesce a fare grandi investimenti. Quello però è il piano economico, qui stiamo parlando del piano ecologico.
Ma i pesticidi usati in agricoltura che uccidono le api sono realmente una minaccia? Sono ancora scioccata
@Entropy for Life
Salve Giacomo seguo con piacere i suoi video ma ritengo che questa volta abbia toppato alla grande. Sono un piccolo apicoltore e mi ritengo OFFESO dal testo da lei scritto.
Per quanto possa essere vero che la popolazione di api non sia scesa lei ci fa passare tacitamente per dei ladri. La questione economica NON è distinta dalla questione ecologica perché ciò che è sparito negli ultimi anni è la proliferazione di api selvatiche: l'ape da sola non è più in grado di aumentare di numero. Lo sciame selvatico nel corso di qualche anno tende ad indebolirsi sempre di più ed a morire (causa squilibri climatici che impattano sulla presenza di covata, parassiti o momenti di mancanza di cibo).
Le api a differenza di qualche anno fa (agli anni novanta per esempio) tendono ad essere sempre più concentrate laddove ci siano apicoltori. Noi le sosteniamo e le curiamo; chi piu' onestamente, chi meno, sosteniamo la popolazione di api che altrimenti esposta alle schifezze dell uomo non avrebbe certo mantenuto questi numeri.
Un motivo valido alla stabilita' della popolazione di api potrebbe tranquillamente essere la necessita' di un maggior numero di apiari per apicoltore per sostenersi.
Visti i problemi ad affrontare la questione ecologica da parte degli stati del mondo e viste le reticenze di noi esseri umani a cambiare i nostri comportamenti in modo che siano ecocompatibili (es. bandire i condizionatori in favore di centri urbani con minori densita' abitative, utilizzare auto con forme di gas naturale anziche' elettriche, ibride o a benzina, incentivare forme di mobilita' sostenibile privata o pubblica) NOI ESSERI UMANI NON SIAMO SUFFICIENTEMENTE INTELLIGENTI DA PORLA IN ALTRA MANIERA. Pensi a cosa succederebbe se ci fossero davvero dei sussidi per gli apicultori: sarebbe una corsa a fare questo mestiere con le peggiori porcherie. Certo al memento sono incentivati troppo gli impianti di grosse dimensioni mentre dovrebbero essere disincentivati in favore di forme di lavoro ibride con altri mestieri ed impianti di api piu' piccoli (quindi che praticano le migliori tecniche possibili dal punto di vista della salute dell animale)
Se i molti piccoli apicoltori smettessero di tenere qualche arnia per passione anche le api finirebbero ben presto. Se il numero di api e' costante e' grazie alla fatica degli apicoltori.
Quindi, si, le api sono in pericolo perche' se io mi stanco di sostenerle voi alle api "gli fate ciao" .
Mi ha deluso
Poteva fare un bel video sui tipi di apidi, sulla utilita' specifica di quelli meno noti e gentilmente spiegarci che "nonostante quello che pensiamo le api ci sono perche' c'e' stata una forte risposta da chi le allevava mentre sono in difficolta' le famiglie selvatiche"
Aspetto le sue pubbliche scuse ed auspico la rimozione di questo video in favore di uno maggiormente informativo, non e' alla sua altezza
Grazie
Francesco
Preciso: e' certo possibile che la questione della difficolta' delle api sia spinta dai consorzi di apicoltori ma non per questo e' necessariamente il male o completamente falsa/sbagliata. Per questo gridare alla falsita' dei problemi delle api non e' il modo giusto di affrontare la questione
@@wasabicaos si, cerchi il commento del veterinario più sotto nei commenti
@@Egidiusdehammo ma infatti ha parlato della specifica ape "commerciale", perché la gente pensa che stiano morendo TUTTE le api e che quindi si rischi di restare senza impollinatori. Forse hai frainteso il focus del video e sei rimasto troppo triggerato dal fatto che ha nominato gli apicoltori
Ciao Giacomo! Intanto complimenti per la tua opera di divulgazione, ti seguo da parecchio e sei sempre fonte di interessantissimi spunti. Da veterinario che si occupa principalmente di api combatto anche io giornalmente questa battaglia, cercando non di debunkare, ma quantomeno di ridimensionare un certo allarmismo riguardo gli animali di cui mi curo. Concordo pienamente con te: Apis mellifera non è a rischio di estinzione. Vorrei però porre l'accento sul fatto che questo non significa che le sue popolazioni allevate non siano soggette a grandissimi fattori stressogeni come le malattie, il cambiamento climatico e del paesaggio e gli agrofarmaci usati in agricoltura. Da questo punto di vista, le statistiche riguardanti il numero di colonie della FAO, hanno insito un bias potentissimo. Tali statistiche infatti non tengono conto della capacità degli apicoltori di moltiplicare facilmente le colonie, semplicemente suddividendole, per colmare le perdite. Da una sola colonia superstite posso ottenere anche quattro colonie figlie, a spese però della numerosità della famiglia stessa e quindi della sua capacità produttiva e di sostenere esternalità positive (impollinazione su tutte). Per questo motivo il dato sul numero di colonie va a mio parere integrato con il dato delle perdite invernali che, per mantenere sostenibile economicamente l'attività di apicoltura, non dovrebbe (secondo alcune stime) superare il 10%. Questo per rimarcare come non siano in pericolo le api, semmai gli apicoltori! Vista l'opera di protezione che svolgono sulle colonie, in particolare nella difesa dall'acaro Varroa destructor, credo che sia un problema dell'intera comunità assicurarsi che la loro attività continui ad essere possibile e sufficientemente profittevole. Da consumatori ciò si può riflettere nel sostenere il loro operato acquistando i prodotti dell'alveare mentre, a livello politico, nel pretendere una regolamentazione della registrazione degli agrofarmaci che contempli i numerosissimi effetti sub letali. Infine sebbene a mio parere l'evidenza non sia ancora schiacciante, vale sicuramente la pena cominciare ad interrogarsi sull'effetto delle popolazioni allevate su quelle selvatiche (di api mellifere e non). Lo slogan di una nota cooperativa di apicoltori è "Coltiviamo biodiversità", se si vuole continuare a rendere fede a questo proclama è necessaria sicuramente una riflessione a questo proposito. Scusa se mi sono dilungato, ma come avrai inteso, l'argomento mi appassiona notevolmente oltre ad essere il mio lavoro! Continua così! Riccardo
Ciao Riccardo! Ti va di contattarmi in privato e ci sentiamo? Magari facciamo due chiacchiere e registriamo qualcosa insieme.
giacomomoromauretto@gmail.com
@@EntropyforLife certo, volentieri! Domani ti scrivo.
Sottoscrivo l'intervento di Riccardo, stavo per scrivere qualche cosa sullo stesso tono.
Tra l'altro, certo che in primavera le colonie superstiti si riproducono (in realtà per mantenere o aumentare il numero , come detto, vanno riprodotte artificialmente), ma quando una colonia si divide è a rischio la sopravvivenza di entrambe, sia quella sciamante che quella che resta in arnia, a meno che, di nuovo non intervenga l'uomo.
Senza intervento umano, il trend è molto, ma molto differente.
Popolazioni selvatiche di A. mellifera ligustica, specie autoctona italiana (al netto dei grandissimi danni che abbiamo causato con le ibridazioni sconsiderate) sono piuttosto rare.
Ti riporto un paper - non recentissimo - che forse troverai interessante:
repository.up.ac.za/bitstream/handle/2263/17033/Jaffe_Estimating(2010).pdf;jsessionid=9F21AC3B2614A73E625D46DDEADF3F0D?sequence=1
L' A. mellifera sicula non ne parliamo, quella rischia di essere spacciata, nonostante il tentativo di conservazione.
D'altronde, abbiamo un problema analogo con i bombi da impollinazione: Inquinamento dei pool genetici di popolazioni selvatiche (adattate al loro ecotipo) e diffusione di patogeni.
Debunkare? Non c'è una parola italiana che faccia comprendere?
@@MsClaudia2 prendendo parole presenti nel dizionario, la traduzione migliore credo sia sbugiardare/smascherare, ma per coglierne appieno il significato, cioè l'atto di dimostrare che una cosa è falsa con metodo scientifico o giornalistico, bisognerebbe coniare un neologismo o prendendolo dall'inglese quindi debunkare (che poi non sarebbe una novità, monitorare deriva dall'inglese e parecchie parole inglesi derivano dall'italiano) o facendo una versione italiana tipo sbufalare.
Grazie Giacomo, sono un giardiniere libero professionista molto attento alla biodiversità, alla lotta alle neofite invasive e quella all'abuso di pesticidi. Sempre molto utile e interessante questo genere di video. Grazie ancora! Amedeo
Grandissimo Giacomo,la qualità visiva è aumentata notevolmente
è diventato più bello
Hai confermato quella che è sempre stata la mia impressione generale, grazie. Sei sempre molto chiaro e preciso ed è un piacere ascoltarti.
Ti seguo da quando avevi 1k iscritti. WoW stai crescendo tanto, e meriti di più! Grazie per portare il tuo contenuto gratuitamente!
Sei semplicemente un grande. La chiarezza portata dai dati ha il potere di scacciare ogni timore, teoria del complotto o chiacchiere (almeno per chi non sia un membro della specie Equus Africanus Asinus)
Sono apicoltore e ti do' pienamente ragione, ma io lo faccio per passione e senza eccessive pretese ( e spese) economiche e per questo non giudico i grandi apicoltori che investono e rischiano nella loro attività. Chi mi ha insegnato mi raccontava di un'età dell'oro dell'apicoltura prima degli anni '80 in cui le api facevano tutto da sole...Poi è arrivata la Varroa e tutto è cambiato.
Potremmo dire più correttamente che per chi produce miele e vive di apicoltura il problema non è l'estinzione dell'ape, ma la mortalità dell'insetto, soprattutto nel periodo precedente alla raccolta del miele. Invece per chi come me si nutre soprattutto del ronzio e della bellezza dell'alveare, il problema è relativo . Per farla breve : essermi avvicinato all'apicoltura ha espanso la mia sintonia vitale al mondo degli insetti in genere come dici tu, mi stupisco della gente che non vede " gli alieni " fra noi, o li vede e li vorrebbe sterminare! Certo combattere la battaglia per la sopravvivenza del Panda è più semplice che battersi per la sopravvivenza degli aracnidi! Ciao
Poveri bombi, non è vero che sono brutti. Sono simpatici così rotondi, pelosi e molto rilassati per come ronzano tranquilli :)
Gran bel video, la qualità e la ricchezza di contenuti al top👍
Grazie Giacomo per il tuo video. Il mio lavoro è la salvaguardia delle api e degli insetti impollinatori. Qui le miei referenze -> www.linkedin.com/in/niccol%C3%B2-calandri-b00bb75a/
Ovviamente sono in disaccordo su molte cose. Mi han sconvolto non le affermazioni che ovviamente sono viste secondo una tua ottica personale, ma il perchè lo hai fatto. Per entrare in un trend topic usando il classico metodo della dissonanza per creare commenti e discussione. Danneggiando il lavoro di tanti apicoltori.
Qui i dati che mancano e non sono stati detti nel video:
Dato Mancante 1
La mortalità delle api è 1000 volte maggiore dei maiali. L'unico motivo per cui abbiamo ancora la food supply chain è perchè ci sono gli apicoltori che le sostengono e permettono di generare Impollinazione. Il sostegno quindi deve essere dato all'apicoltore! Lui è a rischio "estinzione".
Dato mancante 2
Le colonie, non le api, che non superano l'inverno vanno dal 15 al 30% circa. Dipende dall'anno. La mortalità dei maiali si assesta attorno al 2%.
Le colonie di api sono tuttavia in crescita. Come mai? Si replicano da sole le api? NO! Assolutamente NO! Se le lasciassimo da sole collasserebbero tutte. Grazie a dio esistono gli apicoltori, che devono viverci di api, quindi replicano quelle perse. Senza gli apicoltori, avremmo un danno materiale, non solo sul miele, ma su l'intera catena alimentare. Certo dopo qualche decennio avremmo un assestamento e riequilibrio naturale. Nel mentre si impiccano in italia : Apicoltori (100 mila persone), agricoltori, produttori di bestiame (perchè il foraggio è impollinato), la GDO, fabbriche di confezionamento, etc etc etc. Direi qualche milione di persone. Rimarrebbero quelli che han partecipato a Nudi e Crudi.
Dato mancante 3
La diminuzione della produzione di miele nel 2019 è stata del 30%. Dato oltremodo allarmante. Non tanto perchè gli apicoltori muoino di fame, vedo che a nessuno frega questo piccolo dettaglio, ma perchè abbiamo impollinato il 30% in meno.
Dato Mancante 4
il collasso delle colonie avviene in Inverno, ma anche in primavere come è successo nel 2019. Causa allucinanti variazioni climatiche.
Dato Mancante 5: La Varroa ha iniziato a devastare le api nel 1990. Nel 2000 invece l'uso massivo di pesticidi e i primi sintomi delle variazioni climatiche hanno dato una mano ad aumentare la mortalità.
Falsità:
Le colonie NON SI ripopolano da sole. Se muoiono, muoiono. Non resuscitano, non c'è la pasqua delle api. Ci sono gli apicoltori.
Considerazione finale: Da non vegeriano, io farei anche fortissime politiche di sostegno a Maiali, Mucche, Capre e cavoli. Magari ci stanno sul cxxxo perchè sono sporchi e creano Co2. Ma qualcuno si mette in testa che noi viviamo grazie a quello? Le politiche devono andare a difendere l'allevamento e salvaguardare il benessere animale, nonchè ridurre l'impatto ambientale. Quindi è ancora peggio di estinzione della specie animali, qui parliamo di sopravvivenza dell'uomo. Vorrei che non si confondano le priorità, cosa che accade ascoltando questo video.
Le api come si evince dall'articolo di Alfredo Valido entrano in competizione con altri impollinatori. Qui la domanda da porci è: Quindi diamo fuoco alle api? No, dovremmo attivarci per difendere le api E GLI impollinatori in parallelo. Non sminuire le api, sviluppare un ecosistema in coesistenza, come sta dimostrando neururale a Pavia.
Se invece il discorso è su: dobbiamo assolutamente riequilibrare la natura come se non ci fosse l'uomo. Credo che la risposta sia semplice, dovremmo vivere di raccolta delle mele che cadono dagli alberi. Ti vederemo a Nudi e Crudi?
Vi lascio questo bellissimo spot -> ruclips.net/video/IJNR2EpS0jw/видео.html
Difendete le api!
Commento col quale mi trovo molto d'accordo.
Devo ammettere che avevo dei dubbi su questo video, stavo per chiuderlo, ma per caso non lo ho chiuso e ho scoperto un sacco di cose! Le ho pure verificate e hai ragione !
Grazie mille, mi sono iscritto
Com'è che un biologo ha quelle braccia da taglia legna?!
Stima e interesse per i tuoi video comunque!
Infatti! 😂Era più secco mesi fá.
Allora non mi sbaglio, ho notato la stessa cosa😜
Ti stimo! Finalmente qualcuno che ha affrontato seriamente il problema. Da quando sento notizie allarmistiche, più o meno veritiere, mi sono sempre chiesto se veramente Apis mellifica fosse la specie minacciata e non invece tutte le api selvatiche (Anthrena, Bombus), i ditteri impollinatori o i lepidotteri. Ricordo quando ero piccolo l'enorme quantità di lepidotteri che popolavano i nostri campi, ora le densità sono diminuite considerevolmente.
Da apicoltore ma da amante della natura ti dico grazie per questo video 👌🐝 quando si parla di api in estinzione si parla di api solitarie che non si caga nessuno perché giustamente non alimenta interessi 😉
Maddai, ogni volta che vedo quella pubblicità delle api che stanno morendo mi viene il voltastomaco, strumentalizzate per ottenere soldi. Ma perchè non si preoccupano dei prati "umidi" montani che qui da me sono quasi scomparsi con grandi conseguenze per la fauna entomologica legata ad ambienti umidi?
Sposami
Spiegate anche a noi comuni mortali :) ?
@@EntropyforLife sei troppo giovane per me🤣
Tirate fuori il miele dai prati umidi e vedrai che si muoveranno tutti
Beh', dai... Da me stanno proprio scomparendo le montagne XD
Wow grazie! Questo video mi ha dato un sacco di informazioni e ha cambiato la mia visione sul tema!
Grazie mille, quando ho iniziato a vedere le pubblicità su youtube, e delle mail sull’estinzione delle api mi sono preoccupata
Io non ho paura dell'estinzione delle Api, io ho paura di Giacomo se mi tira un destro.
La regina: "facciamo fuchi fuchi?"
Bravissimo. Sempre chiaro, preciso e illuminante.
Grande mi piace molto anche l autocritica costruttiva. Grazie per lo studio e i dati che riporti.
Video splendido e illuminante! Sei davvero bravo. Avevo già visto il video della ‘tua vita precedente’ quando usci’ e davvero si fa fatica a pensare che sei la stessa persona. E poi che onesta’ e che percorso hai fatto! Wow complimenti. Io complottista non sono mai stata ma non ho nemmeno mai avuto la tua lucidità e il tuo acume. Bravo. Ti stimo molto
Bravissimo,come sempre riesci a vedere certe cose dal punto di vista il più ampio possibile.
Bel video, l'oggettività in questi casi é sempre apprezzata. Non ho trovato tuoi vecchi video a riguardo, e mi piacerebbe affrontassi un giorno il tema "grindadrap", su cui secondo me c'è pochissima chiarezza e oggettività.
I miei complimenti. Gran video. Sei uno dei migliori divulgatori scientifici di nuova generazione su youtube.
Grande Giacomo!!! 👏👏👏 Bravissimo! Hai analizzato la questione benissimo! Io sono un’apicoltrice hobbista e adoro le mie bestiole! ma ho sempre saputo che non sono affatto in pericolo, le ho sempre viste come vedo le mie galline, invece delle uova fanno il miele.
È imbarazzante quando dico alle persone che ho le api e mi guardano come un’eroina 😬
Ma le api sono in pericolo: sopravvivono solo se allevate, moltiplicate e curate da noi apicoltori
Egidiusdehammo Come le galline, i bovini, gli ovini, i suini, il mais, il grano, il riso, il pesco, la vite...
@@maridacorradetti862 Ti pare poco per una specie che non si può nemmeno definire domesticata?
Non lo dico io, eh, ci mancherebbe, ma lo sostiene tra gli altri Alberto Contessi che considerare l'ape mellifera domestica è improprio: nonostante interagisca con l'uomo da millenni, fino ad ora ha sempre mantenuto la sua indipendenza biologica, perché non ha subito modificazioni tali da non riuscire a vivere in natura e che la differenziano dalle popolazioni selvatiche (cosa che per esempio non è vera per il mais, come giustamente dici).
Il problema è proprio che sta perdendo la capacità di sopravvivere in natura, ma non per problemi suoi, ma per gli stessi problemi che abbiamo creato noi, ANCHE agli altri insetti, impollinatori e non.
E non parliamo di posti dove è stata introdotta, eh, ma dell'Europa e dell'Italia, che è il suo areale di diffusione naturale, al quale era adattata.
Pensa alle tigri: ce ne sono più esemplari in cattività nei soli USA che in natura nel mondo. Perché ovviamente hanno tutta una serie di problemi (bracconaggio, riduzione habitat, cambiamenti climatici, frammentazione dell'areale, isolamento ecc).
Ammesso che morissero pure quelle poche migliaia di tigri in natura, tu diresti che in fondo la tigre è un animale domestico?
Questi sono problemi ecologici, non economici.
Meraviglioso 😍 Non solo per l’argomento trattato benissimo ma anche per come parli dello storytelling e di come alcune fallacie argomentative inquinino molti dibattiti. Sei bravissimo!
Io sono un apicoltore dilettante. Anzitutto ti faccio i complimenti per l'ottimo video. Ho sempre storto la bocca ogniqualvolta ho sentito parlare di api a rischio di estinzione, intuendo quello che tu hai esposto con i dati alla mano. Faccio solo alcuni appunti: la nascita di nuove regine è essenzialmente legata alla mano dell'uomo (innesti o sciami artificiali, eventualmente posso anche spiegare meglio). La sciamatura naturale, al contrario, è un fenomeno che ogni apicoltore ha tutto l'interesse nel combattere, altrimenti si perderebbero buona parte delle api e quindi del raccolto. (Magari sono cose che sai e che per brevità non hai inserito nel video...)
Seconda cosa. In riferimento al complessivo aumento delle api su scala globale e della contemporanea diminuzione di apis mellifera negli USA. Faccio una supposizione: varroa destructor è endemica del sud est asiatico; le api di quelle località sono capaci di combatterla, diversamente da mellifera che a lungo andare soccomberebbe durante l'inverno. I grafici si riferiscono esclusivamente a mellifera? Perché non sarebbe così illogico pensare ad un aumento totale dovuto proprio all'adozione di quelle determinate categorie resistenti a varroa.
Concludo aggiungendo una cosa. Un aspetto che vorrei approfondire ma sul quale non credo di parlare a caso: il fatto che in natura non esistano più o quasi famiglie di apis mellifera. Vero, è una razza da allevamento, ma il fenomeno della sciamatura (non sempre si riesce a prevenire) portava alla formazione di famiglie che poi continuavano a proliferare in natura. Dai racconti dei miei vecchi (abito in montagna), non era difficile trovare famiglie in tronchi perforati o anfratti da cui si poteva andare a prelevare il miele quando il periodo lo consentiva. Oggi tutto ciò è impensabile e la famiglia che sciama sottraendosi alle cure dell'apicoltore è destinata a morire col primo inverno a seguito dell'indebolimento dovuto a varroa. Qualsiasi apicoltore con esperienza potrà confermarti ciò che dico: sono cambiate molte cose negli ultimi venti anni. Prima il miele era un raccolto sicuro, potevi farne di più o di meno a seconda della qualità del tuo lavoro. Anche in natura le api ne producevano. Adesso invece sono necessarie molte cure affinché le famiglie siano in grado di produrne. Mentre in natura non è neanche possibile che sopravvivano. Penso che la differenza sia sostanziale. Siamo passati dal miele come prodotto "naturale" a prodotto "eccezionale" frutto della dedizione dell'apicoltore. (È chiaro che il rapporto tra miele prodotto e quantitativo di api nell'alveare è direttamente proporzionale). In pratica sto dicendo che apis mellifera senza cure da parte dell'uomo sarebbe probabilmente destinata ad una drastica decimazione se non ad una vera estinzione...e questo, in un certo senso, riesce a giustificare il discorso "le api si stanno estinguendo".
Da piccolo apicoltore concordo! Credo che giacomo questa volta debba modificare il video: ci facciamo una figura di m***a ed e' fuorviante per l'ascoltatore medio oltre che clickbait
Ma no, cioè, io alla fine sono d'accordo col senso generale del video! Spero solo di aver aggiunto qualcosa alla discussione... In effetti le api non è che se la passano benone, nonostante l'aumento generale riportato da Giacomo
drive.google.com/file/d/1cemXlv7izKdq7dICOIjyIIoOmvpbDzh5/view
Avete una bella responsabilità ma la Passione Vi supporta!Grazie e Buon Natale!
Bell'appassionato! Buon Natale!
Complimenti per la qualità dell’argomentare!
Mentro lo guardavo mi è partita la pubblicità di greenpeace sulle api XD
Anche a me ieri
A me no. Che ha detto? Solo boiate o qualcosa di concreto?
@@EntropyforLife ma perché Greenpeace non "conosce" qual è la realtà del problema? Oppure la conosce? Non voglio fare il complottista, ma solo cercare di capire perché si investano soldi su una boiata del genere. A che serve essere ambientalisti se non si sa cosa proteggere?
Greenpeace è un associazione che si occupa di divulgazione. Non opera nella pratica. Questo porta spesso ad azioni di marketing più che di reali questioni ambientali
@@leggendario2185 ah, non sapevo
Sconvolgente. Grazie.
@Entropy for Life . Buon video ma con qualche difetto, da Entomologo posso criticare un poco l'utilizzo del termine Ape (Bee) alla sola Apis mellifera, solo per il fatto che può risultare poco chiaro per chi guarda il video e non conosce bene la divisione tassonomica degli imenotteri e chiama tutti gli apoidei Ape. Si che più volte ti riferisci ad Ape come specie, infatti è solo una piccola critica puntigliosa. Molte delle cosidette Api selvatiche sono effettivamente a rischio e molti dei progetti di salvaguardia sulle Api parlano anche di quelle api e le citi sono in descrizione video (tranne il bombo). Inoltre potevi dire che le api domestiche essendo molto studiate vengono spesso utilizzate come Indicatori Biologici (Apis mellifera lingustica soprattutto) soprattutto in Europa. Inoltre ci sarebbe da precisare che l'Apis mellifera si può considerare "alloctona" in America e l'impatto di competizione preponderante è avvenuto lì, ci sono proprio sottospecie a volte ibride indesiderate che causano danni agli stessi apicoltori, invece essendo autoctona nel bacino mediterraneo alcuni focus di salvaguardia europei sono dovuti anche all'arrivo di specie alloctone come la famigerata Vespa velutina, anche se è innegabile un'influenza sulle api solitarie causata dalla presenza degli alveari. Inoltre le problematiche alle Apis mellifera non colpisce solo gli apicoltori ma anche le monoculture il che amplia la questione economica di cui hai parlato rendendola molto più complessa. La questione è molto più ramificata e merita secondo me ulteriore approfondimento ;)
Bel commento! difatti credo che bisogna far notare che solo alcune "specie" di api sono invia di estinzione! Lo stesso discorso vale anche per l'esempio di Maiali, la popolazione mondiale è in costante crescita, ma quante razze di maiale sono in via di estinzione o sono già esiste! la lista è abbastanza lunga
Prova a sentire il video fino alla fine e vedrai che di altri Apoidei ne parla ;)
@@eliastefano3463 l'ho visto tutto il video. Parla dei bombi e dice anche apoidei, ma secondo il mio avviso non è chiaro e rimane incompleto come discorso, visto che il termine api (o meglio bees) viene usato spesso in documenti e articoli non necessariamente rivolgendosi alla sola Apis mellifera. La cosa che gli ho contestato é la poca chiarezza essendo un video rivolto specialmente a chi di insetti non ne sa molto e che definisce con un solo termine anche gruppi di insetti che non appartengono a volte manco allo stesso genere. Per altro lo ha semplificato molto causando anche una corrente "e ma le Api non sono da proteggere" che ho letto sfortunatamente in vari forum e progetti che mettevano il link a questo video e a cui non interessava il progetto in se (manco lo leggevano) ma reagendon solo al termine Api . La questione economica degli insetti da come la riferisce lui sembra solo rivolta agli apicoltori rivelando una reale ignoranza (non prenderla sul personale) per tutto ciò che c'è dietro i vari progetti di "protezione delle api" (Raccolta fondi per progetti di protezione per la biodiversità, creazione di corridoi ecologici, ecc) anche perchè spesso non si protegge l'ape in se ma l'ambiente in cui vive (Vedila come specie bandiera, perchè conosciuta e che attrae gente estranea al mondo insetti, dubito che con un dittero si otterrebbe la stessa attenzione ), quindi anche lì bisognerebbe analizzare i vari progetti (tipo non mettere allo stesso livello quelli " adotta un alveare " a quelli "limitiamo i pesticidi di un certo tipo " o "creiamo nei campi agricoli delle macchie erbacee per favorire gli impollinatori"). Quello che dice è vero, le api domestiche sono un reale problema per la competizione con le selvatiche (non ovunque e alcune sottospecie di Apis mellifera peggio di altre ), il fatto che siano allevate non è manco troppo un vantaggio a volte perchè possono essere immunodeficienti a causa di nutrimenti artificiali troppo zuccherini e cose simili e portare malattie tra le selvatiche. Per questo ho detto che il video è fin troppo poco preciso, lo vedo orientato a giustificarsi più che informare realmente sulla questione Api e, per quanto ho capito più o meno il suo obbiettivo, non è una questione che si può archiviare in questo modo se si vuole realmente informare sull'argomento. (PS: la risposta alla sua domanda del video è SI , alcune api sono in pericolo e ti posso anche dire le specie www.iucn.it/pdf/Comitato_IUCN_Lista_Rossa_delle_Api_italiane_minacciate.pdf , e questa è una conferma che la parola Api è molto generale ;) )
@@Destiny13Raven perfettamente d'accordo.
@@Destiny13Raven inoltre (perdonami se sbaglio), credo che le api allevate, seppur in grandissimo numero, non possano espletare la stessa funzione ecologica di una popolazione di api selvatiche, per una questione riferita allo spazio. Un apicoltore può avere anche moltissime colonie, ma saranno tutte concentrate in uno spazio limitato, di conseguenza l'ambiente sul quale le api possono agire è molto ristretto. Quindi le api possono anche continuare a crescere come numero, ma se nel frattempo il numero di tutti gli altri impollinatori è in costante discesa più o meno in ogni ambiente la situazione può solo peggiorare.
Che video meraviglioso! Vorrei farlo vedere a tutti!!!
Argomento che mi interessa parecchio, ricondivido prontamente!
Grazie anche per le fonti.
L'apicoltura specie dalla crisi del 2008 in poi ha decollato.In certi areali siamo a concentrazioni assurde.
Le associazioni evitano l'argomento.Bravo che ne hai parlato ,anche se da neofita ,hai fatto centro.
Grande Giacomo il tuo canale è sempre super interessante e istruttivo
I’m non in danger, I AM the danger
Come ho fatto a non pensare a questa citazione?
Entropy for Life ❤️
Fran Cesco WW
I am the one who BZZ
Ciao Giacomo gli alveari che ospitò in un ambiente senza pesticidi sono aumentati negli anni. Quindi mi torna la tua spiegazione, in alcuni periodi x alimentare le api l’apicoltore è andato a glucosio e fruttosio.
Per fortuna qui tra farfalle bombì & c proviamo di difenderci ma non escludo che alcune specie abbiamo sofferto più delle api.
Conta che ho acquistato l’albero del miele che sosterrà le ragazze in autunno, appena diverrà tale.
Ora ho 12 arnie.
Forse serve una foresta!
Sei un grande!
Ciao Giacomo. Innanzitutto complimenti come sempre per il lavoro che fai, seguo sempre il tuo canale e apprezzo il tuo stile.
La questione delle api è molto interessante e mi ha ricordato un video di kurzgesagt in a nutshell, uno dei principali canali di divulgazione scientifica su RUclips. La differenza è che in quel video di 4 anni fa si segnala l’allarmante calo delle api mellifere. Posso chiederti una tua valutazione e se secondo te quel video andrebbe aggiornato? Grazie
Ottimo video Giacomo, sicuramente chiarirà le idee a molti. Fra i problemi delle api ci sono anche un certo tipo di apicoltori che combinano veri e propri disastri, in maniera più o meno cosciente.
Marciare sullo slogan ambiguo delle api che stanno scomparendo è controproducente e toglie credibilità a tutto il settore.
Grazie mille per aver dato voce al problema!
Grande Giacomo! bellissimo video e molto utili le fonti che usi e fornisci!
Grande Giacomo, ci hai fatto imparare un sacco di cose!! E comunque bombo batte ape a mani basse. Grazie :)
Ciao Giacomo complimenti ti seguo dall'inizio sempre con grande interesse.
Oggi hai toccato un argomento che conosco perché io sono anche apicoltore Sono completamente d'accordo con te
Quando senti parlare una persona Con tutta questa competenza di un argomento che conosci ti convinci che anche tutte le altre volte ha usato lo stesso approccio
grazie per i tuoi video
Ennesimo video per fare commenti e views senza la benché minima conoscenza di tecnica apistica ne dei fondamenti dell' apicoltura. Legga le Api di Contessi perché ha molto da imparare.
Gran bel video, complimenti Giacomo!
Video super interessante e anche molto utile. Un punto in più per l'ambientazione stupenda
Video super interessante e anche super rilassante grazie alla location bellissima. 👍🔝😊
Condividerò il tuo video nel mio gruppo FB. Vorrei sapere se le api selvatiche, nel loro ambiente naturale, hanno problemi o se la cavano bene?
Grazie, ogni volta spiegare perché l'Apis mellifera non sia in pericolo è estremamente difficile. Inizierò a linkare il tuo video
La mia mente aveva automaticamente bypassato la manipolazione di notizie: quando sento dire "le api sono in pericolo" traduco "gli impollinatori sono in pericolo" e davo per scontato che fosse così per tutti. Comunque è un motivo in più per mettersi a allevare insetti, anche se decisamente non ne avevo bisogno... Anche se forse l'ambiente sì, ne avrebbe.
Quando sei un programmatore e leggi Ei-Pi-Ai
Mi hai fatto ricordare perché sono iscritto al canale. Comunque il bombo è troppo simpatico. Vorrei saperne di più e se è in pericolo di estinzione.
Gran bel video, grazie Giacomo!
Nessuno:
Entropy for Life: i maiali sono api e il vostro gatto è drogato
scherzo, bel video man
Vogliamo sempre questa location😂🙏
E' un posto segretissimo, uno dei pochi senza cani ne decespugliatori.
E' dentro un acquario brutto.
Davvero molto interessante. Fa riflettere molto.
@@78gibo Infatti, ho riflettuto davvero e ho cominciato guardare la questione da un punto di vista diverso. Non essendo esperta di apicoltura e sentendo certe notizie mi ero fatta un idea superficiale e forse errata. Questo video è solo uno spunto per approfondire l'argomento molto complesso.
Io ho le api. Avrò una cinquantina di arnie. Faccio il miele di ogni qualità, soprattutto al corbezzolo. W le api.
buono il miele di corbezzolo! è tra i miei preferiti! lo vendi? Spedisci?
Michela, puoi rispondere a una mia domanda? come è possibile che per es. esiste il miele di castagno che è solo fiori di castagno? le api vengono addestrate ad andare solo sul castagno piuttosto che solo su fiori di acacia? io immagino che le api vanno nello stesso giorno su qualunque tipo di fiore senza selezionare una pianta specifica.
@@guidoguidis1269 Semplicemente in determinati periodi dell'anno fioriscono determinati tipi piante, dipende molto anche dal luogo, è difficile trovare boschi di robinia, castagni e tigli in pochi chilometri di raggio. Poi ovviamente il miele di castagno non sarà mai 100% castagno, ma la percentuale di questo è talmente considerevole da essere considerato tale. Se in alcuni periodi e luoghi è presente una grande varietà di fiori nettariferi allora il miele prodotto viene chiamato millefiori o melata, e anche parlando di questo ogni posto ha il suo, da un apicoltore del varesotto non troverai mai il millefiori che hai assaggiato in Toscana per esempio. Mi sono dilungato abbastanza per un discorso di per se semplice spero di essere stato chiaro
Mi sa che siamo tutti in pericolo di estinzione
Pochi parlano della competizione con gli altri impollinatori, complimenti! Molto interessante. Sarebbe stato bello se avessi parlato però anche del trend delle api che non vengono allevate, penso sia molto diverso e molto simile a quello di tanti altri impollinatori
Wow Giacomo, complimenti per l'editing del Video, hai fatto un lavoro superlativo, non ci sono pause, ci riempie di nozioni, e inserisci nei momenti opportuni immagini e diagrammi. Davvero un ottimo lavoro, bravo 👏
Io penso che il vero problema non sia il numero di alveari di per sè, ma il fatto che tali alveari, visto il declino delle popolazioni selvatiche, siano concentrate in "pochi" punti, rispetto alla vastità delle aree coltivate, in corrispondenza di apiari dove tra l'altro si cerca appunto di fornire alle api tutto ciò di cui hanno bisogno, non solo nei tempi di magra, ma anche circondandoli con un "pascolo per le api" scegliendo specie vegetali in modo da avere nettare lungo tutta la bella stagione.E questo va benissimo per le api come specie, ma é molto problematico per l'agricoltura, che con il calo delle popolazioni selvatiche, a meno che non vicine alla sede di qualche apicoltore, si ritrovano ( per colpa loro, sia chiaro: utilizzo di pesticidi sopra tutto) senza impollinatori, con cali della produzione o necessità di varare su altre culture, impoverendo ancora la varietà delle specie coltivate. Possono si affittare arnie da apicoltori, ma questo aumenta molto i costi e ovviamente ad esserne danneggiati di più sono i piccoli agricoltori. E danneggia anche gli apicoltori, infatti alle api non fa bene trovarsi in mezzo a una sola cultura , con a disposizione un solo nettare ( variano molto da pianta a pianta le composizioni del nettare) così come ad un uomo fa male mangiare solo un alimento. (Senza contare che tali arnie finita la fioritura di una cultura devono essere spostate in un altro luogo, altrimenti morirebbero di fame, con ulteriore impiego di soldi e stress per le api ).
Parto dicendoti che ti adoro, per le spiegazioni e il modo di porle, ma ti prego, nella bibliografia a proposito del libro di Rosling, correggi la svista o eccesso di enfasi che volevi attribuire all’espressione “ molto piu pessimo della realtà’ “ (pleonasmo, pessimo è già superlativo).
Sei un mito👍👍👍😍😍
Che bei video!! Ti seguo sempre! Troppo interessante. Grazie 😁
Ciao Giacomo! Ho una domanda: la stessa narrazione che viene creata dietro la questione delle api, c'è anche per il piantare alberi? Faccio riferimento al fatto che oltre al problema della deforestazione, c'è anche quello che vede gli alberi come i "migliori amici" del pianeta per poter combattere l'eccessiva emissione di CO2. Vedo sempre più spesso siti che propongono di "adottare un albero" e non so più se anche questa è una una narrazione costruita su dati di problemi letti in maniera sbagliata, o se invece ho fatto la scelta giusta a comprare un albero in Africa :') Ti andrebbe di fare un video a riguardo? Magari anche una collaborazione con GeoPop, canale che ogni tanto si interessa di spiegare meglio anche questi fenomeni, ma da un punto di vista geologico. Grazie comunque per questi video, ascoltarti è sempre illuminante!
GRAZIE MILLE. Questi sono i video che mi piacciono di più!
Eh, ma in effetti io pensavo che con la frase "le api sono in pericolo" si volesse intendere gli apidea in generale fossero in pericolo, non che la lo fosse l'ape mellifera in particolare... Comunque grazie per aver chiarito. Ottimo video, come al solito.
Video molto ben fatto e chiaro, vorrei fare però una domanda: quello che dici riguardo alle api (cioè che sono dei competitori "sleali" per gli altri insetti impollinatori) non è più vero per le regioni del "nuovo mondo", America e Oceania, piuttosto che per le nostre zone? Dopotutto da noi, Europa, Asia e Africa sono specie autoctone che l'uomo sfrutta ormai da 10mila anni e che hanno molti predatori naturali (vespidi e uccelli). Spero tu mi risponda, ancora complimenti per il canale.
Concordo su tutto, tuttavia è più complicato di così, l'apicoltura sta diventando veramente qualcosa di impossibile, la varroa non è l'unico problema, abbiamo sempre più malattie e sempre più difficoltà ambientali. aethina tumida, la vespa velutina, peste europea e americana, tutte le varie virosi, micosi eccc siamo ad una quindicina di patologie ben note e chi sa quante da scoprire, e poi tutti i problemi legati alla uso di pesticidi, all'inquinamento ecc. Con questo non voglio dire che ad oggi l'ape mellifera sia a rischio estinzione ma di sicuro sta subendo come tutti gli altri impollinatori ed insetti in generale una forte pressione, contrastata per ora da noi apicoltori. Tuttavia se si arrivasse al punto in cui allevare api diventi antieconomico e quindi l'uomo non difendesse più le api, di sicuro ci sarebbe un crollo repentino ed importantissimo del loro numero (sinceramente posso garantire che se abbandonassi i miei alveari non vivrebbero più di due anni e le loro discendenti non arriverebbero a 4 anni dal mio abbandono, tant'è vero che ormai gli alveari naturali di apis mellifera sono veramente molto rari) Per cui ben venga la sensibilizzazione sulla crisi di tutti gli impollinatori, sono il primo a dire che non c'è solo apis mellifera, però neanche è vero che le cose stanno migliorando per le api anzi. Per il discorso di concorrenza sleale delle api verso gli altri impollinatori sono consapevole che il mio lavoro ha un impatto, come quello di ognuno di noi, per minimizzarlo cerco di avere apiari piccoli con una decina di arnie e lontani da altri apicoltori. Questo comporta un lavoro maggiore per me ma spero riesca a ridurre almeno in parte la pressione che le mie api fanno verso gli altri insetti. Se hai altri suggerimenti per ridurre l'impatto ambientale del mio lavoro sarei ben felice di metterli in atto. In definitiva se si andrà avanti con questo aumento di complicazione si estingueranno gli apicoltori e forse dopo qualche tempo le api saranno veramente a rischio, almeno le nostre di api (apis mellifera ligustica) e prenderanno il sopravvento apis ceranea o altre varietà che meglio si sapranno adattare alle nuove patologie, ma questa è un'altra storia.
Domanda da ignorante in materia: in caso dovesse esserci davvero un collasso di apis mellifera saremmo in grado di sostituirla velocemente con altri impollinatori senza affrontare un drastico calo della produzione alimentare? Perché se la risposta è no penso che si troverà comunque un modo di tenerla in vita “”artificialmente””
@@lucastudios86 le alternative ci sono, si allevano anche i bombi e comunque se solo l'apis mellifera sparisse verrebbe comunque "sostituita" da altri apoidei, non so in che tempi ma succederebbe. Il problema è che tutti gli insetti sono in declino pesante, basta ricordare quanti se ne schiantavano sui fari delle auto qualche lustro fa'. Oggi non se ne vedono molti neanche attorno ai lampioni. La sola apis mellifera non sarebbe un vero problema il problema è il totale. Che poi alla fine tolto lo scopo di lucro illecito, combattere l'inquinamento o lo si fa' per le api o lo si fa per le farfalle, basta che si faccia.
Interessante. Potresti fare un video sulle mosche? Sono insetti che detesto come le zanzare e i calabroni. Che funzione hanno nell'ecosistema?
Hanno un ruolo importantissimo nei processi di decomposizione del materiale organico.
Grande divulgazione come sempre 💪
C'è una cosa di cui non tieni conto ed è molto importante, l'importanza delle Api come specie "bandiera" per ottenere fondi e chiedere l'abolizione di metodi (es alcuni pesticidi) che stanno veramente mettendo a rischio gli impollinatori. È una polemica un po' sterile perché spesso non si protegge la specie ma l'habitat, se si usa l'ape domestica per ottenere meno pesticidi, corridoi ecologici per l'impollinazione e finanziamenti per studi per la conservazione della biodiversità ben venga. Il tuo video pecca molto di semplicismo e manda un messaggio incompleto e ignorante su come funziona realmente la conservazione faunistica. A parole dire di proteggere gli altri impollinatori è facile ma senza fondi derivanti da l'attrattiva dell'ape non so quanto puoi fare, negli spot utilizzano l'ape spesso come mezzo per far interessare le persone al problema, se ci metti un Antomide non so quanta attenzione ricevi.
Complimenti ottimo video. Hai spiegato molto bene un fenomeno poco conosciuto.
I tuoi video mi distendono il cervello
Ho scoperto un pò tardi questo video. A prescindere da quale specie precisa sia in pericolo, cosa si può fare nel piccolo del nostro giardino per aiutare gli impollinatori selvatici e non? Basta piantare i fiori che attirano gli impollinatori oppure ci sono cose particolari da fare per gli insetti che non siano api mellifere? Grazie in anticipo!
Avanti così !! Senti lo fai un video dove dici come combattere con i gesti quotidiani il surriscaldamento globale ? e uno dove favorire la biodiversità ? grazie
Congratulazioni!! Un video così apre il cono mentale.👍👍👍👍👍👍👍👍👍🙋♂️
Ho guardato tutte le pubblicità che sono uscite e ci ho pure cliccato sopra, un bacio!
"La vita ideale é quella ispirata dall´amore e guidata dalla conoscenza". Grazie per questo video interessantissimo. Domanda: le api contate riguardano una specie o tutte le specie di api?
Giacomo: le api non sono a rischio di estinzione
Essere umano: ah... Allora le mangio
Ciao sei bravissimo, mi é piaciuto tantissimo il video sulle volpi, potresti farne uno dove parli dei procioni?
Complimenti per la divulgazione. Il prossimo passo potrebbe essere quello di non usare Amazon come fonte per l'acquisto dei libri ; )
Molto interessante complimenti, se le persone guardessero le statistiche e non la TV avrebbero sicuramente una visione più realistica di cosa succede
Ok, mi hai appena distrutto un mito 😂 ora, ti prego, dimmi che almeno le coccinelle servono davvero!
Quanto amo il tuo canale!
Bellissimo video davvero interessante! Complimenti!
Bel video Giacomo; anche io pensavo che le api fossero in pericolo....certo dopo l'affeire gatti e cani, ora le api..... ti manca di dire che i ragni sono utili e carini e diventi il nemico pubblico numero 1! 😂😂😁😁 (Per inciso non ti azzardare a fare quella cosa con i ragni perché ne ho la fobia!!)
I ragni SONO utili e carini
Ciao, sono un giovane apicoltore professionista, ho 35 anni e sono 18 anni che ho a che fare con api.
Ho iniziato con un paio di sciami da ragazzino e nel corso degli anni sono arrivato a gestire da solo un centinaio di alveari.
Tutto quello che so sulle api l'ho imparato da solo sul campo e una cosa dopo 18 anni l'ho capita, che con le api non smetti mai di imparare.
Sentire una persona che cerca di analizzare una questione così complessa senza avere esperienza diretta in merito fa quasi incazzare sinceramente...(per cosa poi?per fare un video e un po' di visualizzazioni?)
Ognuno è libero di dire quello che vuole, ma penso sia giusto che prima di aprire bocca su un argomento si debba essere informati, onde evitare di diffondere false informazioni che alle orecchie dei "non addetti ai lavori" possano passare come legge.
I dati che porti sul numero di colonie, sebbene veritieri, sono fuorvianti.
Questo perchè, a fronte di una costante moria di colonie di api dovute a più fattori (varrora, insetticidi, patologie, cambiamenti climatici...), ci sono apicoltori che riescono con tanto lavoro e fatica a mantenere alveari sani e a crearne di nuovi, mantenendo così il numero di alveari registrati in aumento.
Parlo di alveari registrati perchè è ovvio che i dati che riporti facciano riferimento a colonie di api registrate ai servizi veterinari nel mondo, non di quelli selvatici presenti in natura.
Perchè non pubblichi i dati della mortalità delle colonie?
Mi dispiace renderti partecipe del fatto che oggi come oggi, senza il lavoro degli apicoltori, colonie di api mellifere non durerebbero a lungo lasciate a sè e diventerebbero focolai di malattie per altre colonie.
Dal mio punto di vista, da apicoltore, ti dico informati, fai esperienza e poi se vuoi dai un'opinione, ma non rovinare ancora di più un settore già apiamente in crisi con la malainformazione (ce n'è già davvero troppa sul miele e sulle api).
Credimi che in gioco c'è la nostra sopravvivenza oltre a quella delle api.
Spero di non essere stato offensivo, un saluto
Debanking con classe!!! Complimenti Giacomo!!!
al minuto 10:18 stava per dire: Mi hanno fatto 2 palle così sulla varroa :-)
Infatti è riuscito a controllare solo le parole, lo spontaneo gesticolare non ha lasciato dubbi d'interpretazione😂
Grazie mille,questi video mi ha fatto bene ,al cuore😊
Video veramente interessante, anche io ero convinto di questa diminuzione delle api. Ottimo contenuto!!!
Caro Entropy for Life, mi dispiace farlo, ma va detto che il tuo video è impreciso e superficiale, ergo controproducente nei confronti di battaglie di sensibilizzazione che da anni vengono fatte e di cui solo ora si stanno a fatica raccogliendo i frutti. Per quanto tu ti sia sforzato di presentare dati validi a sostegno della tua tesi, già dopo il quinto minuto di video è inevitabile notare come una tematica così ampia sia stata trattata parzialmente, generando così un profondissimo conflitto di interessi tra la tua premessa in cui avanzi di essere un forte sostenitore della battaglia per la conservazione della biodiversità e la non necessità di salvaguardare l'ape come principale insetto impollinatore. Ma andiamo con ordine:
1) I grafici della FAO (per quanto bellissimi da analizzare nei dettagli) peccano di una gravissima mancanza: ammesso e non concesso che si tratti di alveari riempiti nella loro interezza con A. Mellifera ed escludendo quindi a priori di trovarci dentro un'Apis Cerana o un'Apis Koschevnikovi (entrambe specie tipiche dell'Asia orientale e sud-orientale produttrici di miele e lì allevate), non viene specificata alcuna sottospecie, dato fondamentale per un apicoltore (e un biologo preoccupato per la biodiversità)! Sei a conoscenza del declino che l'ecotipo italiano (Apis Mellifera sottospecie ligustica) ha avuto nel corso degli anni passati? Purtroppo per la biodiversità, la maggioranza degli apicoltori, vuoi per convenienza o per ignoranza, nel tempo ha operato nel seguente modo: per anni, falle nel sistema legislativo italiano circa la regolamentazione dell'attività apistica hanno permesso l'importazione di regine vergini provenienti da paesi esteri come il Brasile o dall'Argentina, che essendo particolarmente prolifiche erano in grado di stabilire famiglie forti in poco tempo, rendendo quasi sicura una produzione sostanziosa per quella stagione apistica. Così facendo (e viene fatto tutt'ora) nel processo di fondazione di una nuova colonia, la regina dovendosi necessariamente accoppiare con i fuchi per iniziare a deporre, troverà solamente compagni di razza Ligustica arrivando così a generare una colonia frutto di una regina con corredo genetico ibridato. Da biologo saprai benissimo cosa può comportare una mescolanza di questo tipo. Oltre all'elevatissimo rischio di importazione di microrganismi (e magari patogeni) alieni all'areale italiano, le caratteristiche positive della nostra Apis mellifera Ligustica, frutto di secoli di selezionamento genetico, vengono "inquinate" da un corredo specializzatosi per un areale del tutto diverso, andando così a indebolire sistematicamente quelli che sono i punti di forza dell'ape italiana stessa. La necessità di proteggere l'ecotipo italiano e possibili proposte per poterlo fare sono presentati nel seguente articolo: openpub.fmach.it/retrieve/handle/10449/53488/87823/vol71-2018-257-271fontana.pdf
2) Come tu hai raccontato, l'arrivo dell'acaro Varroa Destructor in Italia ha accelerato quello che col tempo è stato definito C.C.D. (Colony Collapse Disorder) generando così un'ecatombe improvvisa che si è abbattuta su tutto il paese, cogliendo centinaia di apicoltori alla sprovvista, costretti ad osservare scenari raccapriccianti davanti ai loro apiari svuotati. Ne parli come se fosse il normale corso degli eventi: non vuol dire che siccome le colonie sono in grado di replicarsi allora la loro perdita non debba generare allarmismo, soprattutto se le colonie che non riescono a superare l'inverno sono quelle che 35 anni fa lo avrebbero fatto tranquillamente. Questo NON è il normale corso degli eventi. Non lo è se vede una specie alla mercé di un antagonista incontrastato come la varroa. Inoltre, hai mostrato un bel grafico che riporta come le colonie produttive tra il '95 e il 2017 rimangano circa costanti arrivando a dedurre (a parer mio grossolanamente) come semplicemente il tasso di fondazione riesca a sopperire alle perdite invernali. Non pensi che quella linea sia stata mantenuta quasi "parallela" all'asse delle ascisse solo grazie all'intervento dell'uomo? Io penso di si. Se non ci fosse stato l'essere umano, le api in Europa e Nord America non esisterebbero più, puoi starne certo. L'Apis Mellifera sp. non ha alcuna strategia di difesa contro la varroa, servirebbero i secoli di coevoluzione che altre api (come l'Apis cerana) hanno avuto a disposizione, riuscendo infatti a non ritrovarsi assoggettate alla varroa. In Asia la varroa non è un problema: ci vogliamo ancora domandare come mai sia lei a trainare il trend positivo della popolazione mondiale? Solo perché quelle tabelle riportano un trend positivo, non vuol dire affatto che le sottospecie (se non addirittura specie) all'interno di esse siano ugualmente rappresentate. Il "numero di alveari nel mondo" non è un dato affidabile per affermare quello che tu affermi nel video.
3) L'ape è l'impollinatore garante della biodiversità per eccellenza. Non è perfetto, è vero (ci sono specie vegetali non impollinate dalle api, basti pensare al pomodoro, il quale invece viene impollinato egregiamente dai bombi), ma non esiste altro pronubo in grado di svolgere questo lavoro in maniera così precisa e su una scala generale così vasta. Una famiglia d'api forte può arrivare anche a contare 100.000 individui, di cui almeno 85.000 operaie. Grazie al loro lavoro giornaliero e alla loro diffusione, un sacco di specie selvatiche vengono impollinate e perciò ne è permessa la riproduzione e diffusione. L'ape è semplicemente l'insetto migliore per svolgere questo lavoro (con questo non voglio dire che debba necessariamente essere l'unico). Oltre ad un aspetto economico da te riportato, penso ci sia un bel vantaggio anche dal punto di vista ecologico.
4)I bombi non se li fila nessuno? FALSO! Per fortuna vengono commercializzati e diffusi anche loro ( www.verdepieno.com/bombi ), come esempio di "insetto bistrattato" non potevi sceglierne uno peggiore. Probabilmente le nere Api Legnaiole (Xylocopa Violacea) sarebbero state un esempio molto più calzante (sono ottimi impollinatori solitari molto docili, ma per le loro dimensioni e il loro colore scuro vengono continuamente scambiate per dei "calabroni", creando allarmismi inutili).
Spero di essere stato chiaro in tutto, purtroppo a parer mio hai voluto generalizzare molto e generalizzare su argomenti così ampi non paga mai molto, anzi casomai fa impennare il rischio di dare informazioni imprecise e sbagliate, cosa che a mio avviso il tuo video fa. Spero tu possa trovare il tempo e la voglia di rispondermi così da spiegarmi cosa ne pensi al riguardo alla luce di queste parole, magari sarai anche in grado di farmi notare di esser stato impreciso a mia volta, in tal caso vorrai scusarmi.
Salvo imprecisioni e probabili errori, infondo, anche lei sarà d'accordo che l'ape, in quanto insetto, non é in pericolo e tantomeno in via di estinzione come qualche ente propaga da qualche anno.
@@mementomaggioriano155 sulla base degli studi universitari completati e delle mie umilissime esperienze personali (sono un apicoltore dilettante) mi permetto di dissentire. La situazione sarà anche stabile momentaneamente, ma a che costo? Quanti alveari si perdono all'anno? E quante risorse (monetarie e non) vengono impiegate per far sì che ciò non accada? L'ape sarà fuori pericolo quando essa autonomamente sarà in grado di ripopolare foreste e areali di sua competenza senza l'aiuto dell'essere umano (che malauguratamente sa essere sia suo salvatore che carnefice). Generalizzare quando si parla di insetti (probabilmente la classe più biodiversa del pianeta) equivale automaticamente a commettere imprecisioni colossali, a tratti offensive nei confronti degli insetti stessi (parafrasando il suddetto video). Rispondere ad un commento facendo marcia indietro, poi, è doppiamente grave.
È come per la salute e la sanità: il problema di mezzo sono sempre i soldi, la redditività, il consumo, la produzione e via discorrendo. Là dove c'è speculazione, nel senso più ampio del termine, non possono che sorgere problemi, prima o poi.
Finalmente! Grazie per questo video ❤️
Il mio dubbio sui rischi per gli animali d'allevamento: sono numerosi e _cosmopolìti_ ma anche privi di un "piano B". Cioè, che alternativa avrebbero per esempio le vacche che alleviamo oggi se per un qualsiasi motivo un domani dovessimo decidere che non sono più utili?