Grande rispetto per questa persona, dovrebbe essere una cosa gia' messa in vigore. Ricordo come fosse ieri quando compagne e compagni di classe chiedevano a gran voce i voti delle varie verifiche ai professori; l'unica cosa importante era quel punteggio che determinava automaticamente uno "status" all'interno della classe. Non fregava nulla a nessuno di quanti e quali errori erano stati fatti, solo il punteggio finale per portarlo sorridenti, o meno, ai genitori.
Questo significa solo che non importa quanto bravo tu sia, non ti fa migliorare perché ti tranquillizzi che non sarai bocciato. È un po' triste come cosa, sono solo dei numeri alla fine, quello che dovrebbe importare è migliorarsi.
Non so che scuole tu abbia frequentato ma nelle mie chi prendeva voti più alti otteneva solo le "antipatie" della classe, a volte c'erano professori che provavano addirittura antipatia per quelli troppo bravi. Personalmente non ho mai avuto rischio di debiti/bocciatura, dopo ogni compito c'era sempre il confronto con i compagni per la verifica delle risposte (quindi anche senza voto potevi benissimo prevedere il risultato e capire i tuoi errori). Probabilmente avrei studiato anche senza voti, però è un modo per confrontarsi con la media della classe e capire su quale ambito migliorare, sicuramente la maggioranza delle persone non sarà d'accordo con me, ma a cambiare secondo me dovrebbero essere proprio i metodi di giudizio: basta compiti in cui devi solo copiare le definizioni dei libri, o esercizi in cui devi solo ricordarti le formule per svolgerli, facessero dei compiti in classe in cui si debba ragionare mettendo alla prova le conoscenze apprese in un esercizio "insolito" o in un ragionamento teorico. Poche volte mi è capitato davvero di ragionare in un compito, e quelle poche volte si è dimostrato che la maggioranza dei compagni con i voti alti avevano grandi difficoltà ad applicare ciò che avevano memorizzato (citerei come esempio alcuni problemi d'esame di matematica degli anni 2010-2017).
@@SpaceV1k Ricorda anche che ogni classe e scuola è diversa. Ma penso che possiamo tutti dire che il sistema dei voti in un modo o in un altro non è il migliore.
@@ruisluis Se vuoi la verità credo che certe persone abbiano bisogno di semplificare tutto con dei voti, lo si fa coi film,videogiochi,app e tanto altro, da una parte è molto comodo e immediato, però secondo me sotto qualsiasi voto ci deve stare almeno un commento di 5-6 righe che descrive pregi e difetti di quello specifico lavoro. Messa in quest'ottica e sommato alle mie proposte sui compiti in classe io sarei favorevole a continuare ad usarli (perché poi diciamoci la verità, psicologicamente certe persone vedono un voto basso come qualcosa di ben più grave rispetto ad un ammonimento da parte di un prof).
Questo insegnante, così giovane eppure così illuminato, ben rappresenta un concetto fondamentale: l’insegnante può far fiorire una persona oppure la può far avvizzire , probabilmente per sempre. Chi insegna ha un potere enorme, senza entrare troppo nel dettaglio, valorizzando un bambino oppure ignorandolo o peggio anche solo velatamente disprezzandolo, può cambiargli la vita. Un potere così grande non si dovrebbe lasciare nelle mani del primo che passa, concordo pienamente, queste persone vanno formate e selezionate ancor più severamente di un medico. se un dottore ignorante può farti morire, un insegnante inadatto può rovinare la vita di un essere umano, e non so cosa sia peggio. Il problema poi sarà stabilire i criteri e i valori su cui si baserà la selezione.... l’insegnamento è una missione, oserei dire sacra , non la si può più improvvisare come si è fatto con noi.
Secondo me invece la speranza è proprio nelle nuove generazioni. Secondo me è così illuminato proprio perché è giovane. L'insegnamento è un mestiere che logora: non credo sia facile trovare molta luce nei professori più anziani.
Ho trovato complessivamente la discussione molto interessante, tant'é che l'ho condivisa con diversi colleghi insegnanti. Vorrei però sottilineare un fatto, legato a un argomento che salta fuori verso la fine del video, perché ritengo che ci sia un problema nella concezione di ambito umanistico, come contrapposto a quello scientifico. Avete portato come esempio l'arte insegnata allo scientifico contrapposta alla matematica, inoltre avete parlato di approccio scientifico "positivistico"; tuttavia mi trovo profondamente in disaccordo con questo modo di vedere la cosa (anche dovuto, probabilmente, al poco tempo a disposizione o al numero limitato di esempio avanzati). Il vero problema, secondo me, non è tanto il fatto di dare precedenza alle materie scientifiche (in un liceo scientifico la cosa è abbastanza auspicabile), ma il modo in cui queste vengono affrontate. Cioè materie profonde ed estramemente formative, anche da un punto di vista umano, come la matematica e la fisica, vengono rese estremamente fredde e didascaliche, improntate sulla risoluzione meccanica di esercizi, ed è questo il vero problema. Le scienze potrebbero costituire un'occasione formativa a 360 gradi, stimolando i ragionamenti, le discussioni, i lavori di gruppo, in modo che i loro aspetti strettamente oggettivi e quelli più legati alle opinioni (o alle emozioni) possano trovare un loro equilibrio e un loro spazio in ciascuno studente. La cosa poi è reciproca, alla storia si potrebbe accompagnare il metodo scientifico alla base della ricerca delle fonti storiche, nei programmi di filosofia si potrebbe parlare di più di filosofia della scienza, ecc. Sono solo i primi esempi che mi sono venuti in mente. Tutto questo per ribadire che il problema, a mio avviso, non è tanto quello della precedenza dell'ambito scientifico rispetto a quello umanistico, ma di vedere tali ambiti come due cose completamente staccate, in cui la parte scientifica si riduce a una serie di procedure meccaniche e di nozioni tecniche, la parte umanistica sembra solo fatta di chiacchiere che non portano a nulla.
Il problema di fondo è l'approccio individualistico che entrambi hanno espresso nelle loro posizioni, come se lo studio servisse solamente allo studente. NON È COSÌ. Studiare è una responsabilità che ogni ragazzo ha nei confronti della collettività: la scienza, la matematica, la fisica, DEVE studiarle anche se non gli piacciono, se lo annoiano, se preferirebbe uscire con la ragazza, perchè gli servono per capire il mondo in cui vive, per distinguere un ciarlatano da uno scienziato, per votare responsabilmente.
Da tre anni mi sento fregato dalla mia insegnante, che non è minimamente preparata nella materia che insegna (tedesco). Lei padroneggia il tedesco come io parlo il sumero. Mi sento fregato perché è qui che devo riconoscere che la scuola non funziona. Mi sento deluso, sconcertato da questa "professoressa" che ha passato il concorso copiando (ce l'ha detto lei stessa) e che continuerà a fare danni nella scuola italiana per almeno altri 15 anni...
Caspita, mi dispiace moltissimo. Ne avete parlato con il/la coordinatore/-trice? È fondamentale combattere le ingiustizie dall'interno. Allo stesso tempo, se riesci ad andare oltre a quel comportamento autoritario e poco illuminato di questa insegnante, troverai di certo un essere umano che ha (avuto) delle grandi sofferenze. Chi si comporta in maniera irrispettosa e totalitaria è spesso insicura e sofferente. Purtroppo, nel sopperire alle proprie mancanze, questo tipo di persone, proprio per il ruolo che hanno, rischiano di fare danni incommensurabili. Quindi, per il bene tuo, del tuo percorso e persona, per il bene d tutti i tuoi compagni di classe e di tutti i prossimi studenti che passeranno da lei, agisci tu per far sì che la situazione cambi. Io, ai tempi del liceo, feci lo stesso con una prof e dopo poco tempo ce ne venne assegnata un'altra. Sono certa che quella azione audace (non condotta dalla cecità della rabbia e della frustrazione, si farebbero solo cazzate) abbia creato valore sia per noi studenti, che per la prof "diversamente illuminata" ed infine anche per l'opportunità apertasi per la nuova insegnante. Coraggio, prendi l'iniziativa e vedrai che bella svolta! :)
@@evelynleveghi4969 grazie mille per il consiglio, grazie per esserti presa il tempo di scrivermi. Ci proverò, te lo prometto, e me l'ero già promesso l'anno scorso. Ad ogni modo il problema rimane. Perché se ci venisse assegnata una nuova professoressa.. questa qui che abbiamo adesso che fine farebbe? Non insegnerrebbe più nella nostra classe, certo. Ma siamo sicuri che lei rivedrebbe i suoi metodi, si metterebbe a studiare per bene la sua materia (prima di pretendere di insegnarla a qualcun altro), etc.? Il problema è che molto probabilmente lei verrebbe assegnata ad un'altra classe, magari pure nella stessa scuola, occupando sempre la sua cattedra... non cambierebbe niente! Ad ogni modo, sono deciso a fare il possibile perché la situazione migliori...
@@marto_sauce ciao! scusami tanto per il ritardo con cui ti rispondo (mi ero persa questa tua risposta) :) Comunque grande, bravissimo per questa tua determinazione nel rilanciare nel mettere questa azione da fare. Capisco bene quello che dici, è un rischio quello che delinei, certo, però, sarà sulla base di quanto e come porterai alla luce questa situazione inaccettabile che si determineranno degli esiti più o meno impattanti (su di te e tutti gli studenti). Proporzionalmente a quanto saprai parlare con saggezza ed incisività al coordinatore e al preside, si otterranno degli effetti (provvedimenti disciplinari) nei confronti della professoressa in questione. Fidati davvero che questa è una causa (nel senso di azione-premessa) importante e positiva che, come un semino, metti ora e che porterà i suoi benefici nel tempo a tutte le persone coinvolte direttamente ed indirettamente. Sarà importante anche per questa prof.ssa frustrata ed impreparata: così facendo dovrà cambiare, per forza in meglio, aggiustando il tiro, cambiando il suo metodo e preparazione. Le farai pure un gran favore, alla sua vita e a quella delle persone attorno a lei che sta "intossicando". Capito quanto può essere l'impatto positivo generale e quanti benefici può portare a tua azione che ti sembra ora inutile/vana e piccola? ;) Agire per la giustizia individuale e collettiva è una delle azioni più nobili che possiamo fare come esseri umani. Possiamo/dobbiamo (in senso civico ed etico). Io tifo per te!
@@darkopeth1574 condivido. Me l'ha detto lei: davanti a tutta la classe, ridendo e scherzando, ha dichiarato di aver copiato al concorso con un orologio falso
secondo me si dovrebbe costringere gli insegnanti a fare un pochino (tanto in realtà) di psicologia dell'infanzia dei ragazzi in via di sviluppo,, io ho avuto un insegnante di matematica che diceva di essere una professoressa e non un educatrice lei doveva insegnare matematica mica pensare ai problemi dei ragazzi o del perchè non riuscivano nella sua materia. Vi dico solo che nella mia classe con questa prof solo 2 persone andavano bene su 23
Nel corso di scienze della formazione primaria, che prepara i maestri e le maestre delle primarie(elementari) e della scuola dell'infanzia, affrontiamo spesso psicologia dello sviluppo e pedagogia. Questo non vale però per i professori della scuola secondaria anche se servirebbe anche a loro.
@@matteopeca8702 magari in questi ultimi anni si fa così ma chi lo sa quanti anni abbia il prof in questione e se durante i suoi studi abbia avuto l'obbligo di studiare pedagogia
@@matteopeca8702 trattati ma forse non studiati fino in fondo secondo me, come dice anche l'insegnante nel video ci sono troppi secondo me la maggior parte insegnanti che o non sono adatti all'insegnamento o lo odiano proprio come lavoro e visto che la scuola si trova a contatto con i ragazzi nei periodi più delicati della loro vita lo trovò estremamente deleterio. Io non sono un hikikkomori ne ho mai avuto problemi a relazionarmi con la società nonostante abbia subito anch'io bullismo ma la scuola proprio a causa degli insegnanti l'ho sempre odiata (anche un po a causa di mia madre che mi colpevolizzava anche se palesemente la colpa era dell'insegnante) e ancora oggi se ci pensò mi sale rabbia e odio
è quasi sempre così. Io non sono stata un'insegnante, ma ho dato molte ripetizioni private, e i ragazzi sempre lo stesso mi dicevano: "al mio prof non interessa che noi capiamo o meno, hanno tutti l'insufficienza tranne un paio di persone". Raramente chi mi chiedeva ripetizioni era una persona pigra che proprio non apriva i libri per tutto l'anno. Tanto che con le ripetizioni private tutti poi passavano le verifiche
Quanta bellezza...mi sono venute le lacrime a pensare al mio percorso scolastico travagliato, passato a pensare di essere sbagliata perché poco attratta dallo studio e più dal disegno e alla musica. Oggi a ventitre anni sto riprovando il piacere di studiare per me stessa, per elevarmi come persona e per coltivare il mio "motivo di svolta" (come dice Davide nell'intervista). Completamente d'accordo sul discorso "selezione in entrata". Sto diventando io in prima persona insegnante nelle scuole private di musica e mi rendo conto di quanto bene e quanto danno ho il potere di fare nello stesso momento. Ho avuto la fortuna di avere due genitori presenti, ma penso alle persone che oltre ad avere un percorso scolastico travagliato hanno anche problemi in famiglia...è tragico.
Questa intervista sarebbe potuta durare sei ore, e io l'avrei ascoltata tutta in un colpo lo stesso. Grazie per portare avanti il tema dell'istruzione: la scuola, per come l'ho vissuta io, non aiuta a preparare per il dopo, sia esso lavorativo o universitario: io, che ero una brava studente, ho sofferto tanto, e sto ancora soffrendo, all'università. Anni buttati, bruciati, perché mi sono mancati troppi strumenti per capire me stessa e quello che stavo vivendo. L'istruzione, la scuola, è IL tema centrale su cui la società si dovrebbe interrogare. E concordo tantissimo sulla necessità di educare alla "riflessione": nessuno riflette oggi, è sempre una guerra a chi ha più ragione.
E poi, a 20 anni, ci ritroviamo a dover rivalutare tutto ciò in cui abbiamo creduto fino a quel momento perché hey, citando direttamente il professore dell'intervista, io non ho mai vissuto in un mondo in cui si vinceva tutti, ed io non volevo rimanere indietro.
Per la scuola si scende in piazza solo per parlare delle esigenze degli insegnanti ma non dell'educazione, l'ho semore riscontrato. Sembra quasi che la scuola sia nata per dare un'occupazione alle persone
@@r.f.680 Generalizzazione, forse vera in molti casi, ma che da fastidio a molti (tra cui me) che fanno bene (o farebbero nel mio caso) il loro mestiere con voglia e dedizione nettamente (NETTAMENTE, ne conosco molti) superiore a quelle di un dipendente privato medio.
Questo non è vero. Ogni volta che c'è stata una riforma ci sono state proteste per contestarle nel merito. Poi per me la cura delle esigenze dell'insegnante è centrale: se si vuole attrarre il meglio nell'ambito dell'insegnamento bisogna sganciare i soldi e anche tanti, non possiamo contare sempre sui martiri.
Sono insegnante di scuola primaria e odio i voti, specialmente quelli numerici. Quando un bambino svolge un'attività, in essa ci sono tutte le sfumature della sua personalità: il modo in cui i contenuti appresi si incastrano meravigliosamente con il mondo che già è in loro, la loro motivazione, le difficoltà incontrate... preferisco i giudizi ai voti numerici, per esempio una descrizione di ciò che hanno fatto, sottolineare come si sono impegnati e lodarli per questo. Un numero non restituisce tutto questo. Purtroppo le famiglie spesso ne sono ossessionate... dovrebbe davvero cambiare tutto.
I genitori di quei bambini sono condizionati dal sistema in cui sono cresciuti: hanno bisogno di essere pazientemente accompagnati nel cambiamento di aspettative. In attesa che maturino la necessaria consapevolezza, la ringrazio io.
Dipende tutto dalla scuola però... questo ragionamento ha assolutamente senso se è fatto per medie e elementari ma alle superiori ahimè no... e poi onestamente il voto (e lo dico da studente che a scuola si è sempre fatto un mazzo tanto) è utile in quanto da un obiettivo concreto (a mio parere e per quanto mi riguarda). Poi non so... non sono un educatore... ma quando al liceo sentivo dire (guarda a caso da quelli che non studiavano nulla, copiavano ecc...) che i voti sono inutili e non valutano tutta la tua persona... (che è vero eh, ma non sono i voti sbagliati di loro, è che a volte alcuni non li sanno dare) mi saliva il crimine ecco...
Non so come verrà questo commento, spero bene ma in caso chiunque può tranquillamente correggermi. Io da studente delle superiori posso dire, nel mio piccolo, che il voto conti troppo e che tale valutazione abbia un impatto più grande, non solo sulla media, ma anche sul carattere di uno studente, di quello che dovrebbe avere. Io stesso questo metodo di giudizio lo trovo approssimativo perché non ti da, come avete meglio di me detto voi, un idea chiara di cosa tu abbia sbagliato nel tuo percorso; mi risulta quindi opprimente e confesso che, ancora oggi, seppur mitigata dall'esperienza acquisita, do una rilevanza troppo alta a quest'ultimo. È difficile, anche, che io sia motivato dai voti che ricevo: tutti per la maggiorparte buoni, ma che inevitabilmente mi spingono ad allentare la presa, a impegnarmi di meno, cosa che faccio del mio meglio perché non succeda. Viceversa, quando ricevo una valutazione negativa, tento, ma questo succede a prescindere, di autovalutarmi considerando tutti i possibili fattori che mi vengono in mente che mi hanno portato a quel voto. Capite bene che trattandosi di analizzare un qualcosa che è limitato alla quella specifica valutazione, per niente omnicomprensivo, trovi non poche difficoltà e occasioni di sconforto.
Io amo questo tema, ho 18 anni ed essendo appassionato di miglioramento e psicologia, ho approfondito il lato psicologico di un voto basso o di un parere negativo che un insegnante ha su di te. La nostra autostima e mentalità influisce in maniera enorme nella nostra vita, forse è l'unica cosa che determina il successo (non intendo solo in termini pecuniari, ma intendo in termini di sicurezza personale, amor proprio, auto-efficacia percepita e oserei dire anche felicità). Da piccoli siamo come "spugne" assorbiamo qualunque cosa e la memorizziamo, diventa un programma e viviamo la vita secondo quest'ultimo. Immagina quindi a 5 anni di sentirti dire sei inutile o sei stupido... I gesuiti dicevano datemi un bambino da 0 a 7 anni e ti mostrerò l'uomo. Ovviamente si continua a formare il nostro carattere anche dopo i 7 anni e quindi durante tutta la nostra carriera scolastica la nostra autostima viene modellata da voti e pareri di insegnanti e genitori. Riguardo al fatto di "senza i voti non studia nessuno" io amo studiare, adoro leggere e informarmi sul miglioramento personale, amo la storia, il latino mi sta piacendo tanto (faccio il quinto scientifico) ecc. da 5 anni invece vado male in matematica (dopo essere uscito con 10 in matematica dalla terza media) per un periodo ho iniziato a credere di non essere capace di apprendere matematica, cosa non vera visto che più o meno apprendiamo tutti nello stesso modo, semplicemente non sono stati capaci a farmi vedere la bellezza e la logica della matematica. Come lo hanno fatto? A suon di "è così, lo dimostreremo dopo" oppure farmi memorizzare formule piuttosto di farmele capire... Detto questo spero di non aver detto scemenze (Marco se leggi e vuoi correggermi fai pure, sono aperto a correzioni!) e spero di essere stato chiaro. Auguro a tutti una buona giornata!
La cosa dello studio mnemonico è verissima. Io a scuola andavo benissimo, ma di tutto quello che ho studiato non mi è rimasto nulla, perché non mi importava di nulla.
Voti significa logica della ricompensa/punizione; significa logica dell'autorità che decide cosa sia giusto e cosa sia sbagliato; logica del pensare che "io non conto nulla se tu non decidi cosa veramente conto"; logica del bisogno di qualcuno esterno a me che mi dica che vado bene o che vado male; logica della cattura del risultato a scapito della meraviglia della scoperta; logica della separazione tra me e te, tra me e i miei compagni di viaggio. Questo mantiene l'insicurezza relazionale ed un senso di incompletezza. Imparo a pensare che ci sia qualcosa di sbagliato in me.
Claudio Proietti o magari imparo a pensare che si possa sempre fare di più e meglio e che non sono un microcosmo perfetto da solo, ma con di migliaia di lacune che non colmerò in una vita ma devo provarci. Dipende dai punti di vista. Bisogna insegnare che un voto ha il valore di una valutazione di completezza e comprensione di una serie di informazioni molto importanti e non la valutazione di una persona. Se si insegnasse questo concetto non andrebbero eliminati i voti.
@@mariachiaramas6527 il numero è sempre riduttivo, è un'etichettatura banale di un percorso e non aiuta, come invece potrebbe, un sano dialogo ed un'autovalutazione ragionata insieme agli altri. La scuola è una comunità, dove esiste una compartecipazione di energie e di comprensioni. Nell'apprendimento esiste una componente che viene spesso mortificata dal voto: la bellezza della ricerca e della scoperta. Si può imparare ad amare la vita nella sua ricchezza e bellezza, così com'è, solo se non gli imponi una scala di valori e di giudizi. La scuola con la logica del giudizio, nega di fatto questo atteggiamento naturale del ragazzo, che finirà per prediligere la prestazione a scapito dell'esperienza. Al meglio non c'è mai fine, come se il qui ed ora non valga mai la pena di essere apprezzato ed accolto così com'è. Quante volte abbiamo sentito dire: "avresti potuto fare di meglio"? Questo è proprio il simbolo di questa nostra società che non ama ciò che è e che vive nella costante ansia di raggiungere qualcosa di più che non arriverà mai perché la mente resta proiettata in qualcosa che non é. E' così che abbiamo imparato a vivere nell'eterna insoddisfazione e nella ricerca di qualcosa che non è presente qui ed ora.
Sono una giovane insegnante (alle prime armi, ma con tanta voglia di imparare e migliorarmi), sono d'accordo sulla maggior parte delle cose dette. Sto per approcciarmi al concorso ordinario e sono estremamente d'accordo sul fatto che ci sia un grosso problema di selezione e scelta del personale e questo problema è connesso all'altro problema (di cui si è parlato) che è quello della formazione. Finché i concorsi sono basati sulla pura conoscenza mnemonica di informazioni non credo si possa avere personale realmente formato. Sarebbe necessario costruire appositi percorsi di formazione del personale docente che preparino realmente l'aspirante insegnante ad entrare in classe... questo non si ottiene con test a crocette!
Infatti, almeno per la secondaria, il test a crocette è preselettivo. Poi ci sono due scritti a risposta aperta che includono anche conoscenze sulla didattica e una prova orale. Senza considerare che bisogna avere i 24 CFU in materie molto trascurate in passato, ma che servono molto per l'insegnamento. Certo, c'è il problema che questi 24 CFU vengono spesso rilasciati anche se non si è preparati, ma questo è un altro problema. Questo chiaramente non sostituisce la prova nella scuola che è rappresentata dall'anno di prova, però, a livello formale, volendo fare le cose per bene, non si può dire che non venga richiesto nulla a parte le crocette. Il problema è che queste richieste vengono raggirate pur di entrare, perciò bisogna farsi un esame di coscienza a livello di società e non puntare sempre il dito altrove
@@josk6666 certo! Non intendevo dire che c'è solo il test a crocette (anche se questo è comunque vero per il concorso straordinario!!), ma essendo questo un test preselettivo escluderà dalla partecipazione chi non abbastanza fortunato o veloce nonostante magari abbia conoscenze (pedagogiche e/o di materia) migliori di altri. È ovvio che una selezione da qualche parte va fatta, ma, a mio parere, corsi abilitanti con esami (anche duri) in itinere sarebbero molto più formativi e porterebbero a una migliore selezione del personale, giudicato per quello che veramente sa fare e non per la sua performatività in un singolo momento :)
@@barbaraschiaffonati9083 il fatto è che ormai, con tutte le richieste che arrivano, ci sono test d'ingresso anche per i percorsi abilitanti :D Sono d'accordo riguardo al concorso straordinario, e secondo me è uguale al problema delle graduatorie che vengono create senza nessun esame (se ne parla anche nel video). Soprattutto all'inizio si lanciano persone nel mondo della scuola che non sono preparate, poi ci sono quelle che si impegnano magari anche più dei colleghi di ruolo e sono più aggiornati, però un sistema non si può reggere nella speranza della dedizione e buona volontà, perché purtroppo scarseggiano e i casi di docenti appena entrati che si impegnano sono troppo pochi, ed è comunque ingiusto nei loro confronti non dargli almeno una formazione di base all'insegnamento. Credo che proprio la questione della graduatoria, ovvero l'inserimento per titoli senza altri requisiti, sia il punto più debole del sistema :(
I tuoi video dedicati alla scuola e all'istruzione in generale restano i miei preferiti, Marco. Oggi poi, ospite eccezionale! Sono cresciuta in una famiglia costellata di insegnanti, a cominciare naturalmente dai miei genitori, il che credo mi porti ad avere una visione del sistema scolastico e dei meccanismi che lo regolano molto più dettagliata di tante altre persone. Sia sentire le persone che intervisti che te parlare di questi argomenti riconferma e ridefinisce molte convinzioni che già mi ero fatta da tempo e molto spesso non posso che dirmi assolutamente d'accordo. Ammetto anche che probabilmente questi sono i video che più contribuiscono ai miei malumori da quarantena rivangando traumi vecchi di anni se non decenni, ma sapere che c'è qualcuno che cerca di migliorare le cose mi da un senso di speranza che non so nemmeno descrivere. Continua così!
Andare a scuola per l'effettivo piacere di imparare e costruirsi il futuro con la propria creativà, e non per avere il mal di pancia per l'interrogazione nazista di turno? Nooo, sia mai
Bella intervista! In generale sono d’accordo con ciò che dite, anche se secondo me la cosa più importante in assoluto per la scuola è l’insegnamento di educazione civica, educazione affettiva/sessuale, ed educazione digitale. Il riferimento di Davide alla filosofia può essere sensato, ma secondo me più che studiare la filosofia in senso tipico, sarebbe più funzionale accennare dei concetti di filosofia, e di psicologia, proprio all’interno di queste materie (educazione civica, affettiva/sessuale, digitale), perché altrimenti fisiologia e simili rischiano comunque di essere troppo nozionistiche e “astratte” rispetto alla vita reale di un soggetto. Tra l’altro, queste materie sono essenziali propri o alle elementari, perché è lì che si formano le principali strutture di pensieri in un bambino. Queste sono cose fondamentali perché purtroppo oggi la gente non riesce a comprendere le proprie emozioni, non riesce a fare introspezione, non conosce la sessualità, non è preparata a risolvere in modo resiliente e costruttivo dei problemi di vita, ma soprattutto, come dice Galimberti, non è educata ai sentimenti, all’armonia sociale, è per questo che stiamo andando man mano verso una società più individualista. Inoltre, personalmente, nel mio percorso scolastico, non solo non sono stato educato in questi comparti che ho citato, ma non sono stato formato neanche sul lavoro! Quanti di voi dopo un diploma avevano già tutte le capacità per mettersi a lavorare? Suppongo nessuno... Non mi hanno mai davvero messo in condizione di sviluppare competenze fortemente lavorative e tecniche. Per me la scuola è stata nozionismo, stop, nozioni culturali, storiche, formule matematiche, stop, sicuramente cose importanti da sapere come base culturale, ma ripeto nel mio caso non mi ha formato neanche alla “guerra del lavoro”. Ultima cosa importantissima, è il ruolo di tutor/insegnante di sostegno, che dovrebbe essere rivisto e riadattato per tutti gli studenti (in numero molto maggiore rispetto a quelli presenti adesso), come garante del benessere degli studenti e controllo delle dinamiche relazionali e funzionali nelle classi. Quindi deve fare anche da psicologo, da consulente, da controllo, da sostegno ai disabili ecc... deve avere la responsabilità e il potere legale sui fenomeni di bullismo e di abbandono scolastico, e deve essere il volto “umano” della scuola. Insegnante = volto tecnico Tutor = volto umano E nelle classi devono essere presenti entrambi. Chissà se arriveremo prima o poi a cambiarla la scuola...
Intervista illuminante, pensavo non fosse fattibile mettere in pratica un metodo del genere! Ero convinta violasse una delle tante normative dell'istituzione Scuola in Italia.
GTT great teacher tamagnini. Spero si riformi profondamente il nostro sistema scolastico. Fatemi tirate fuori la polemica: per fare ciò però ci vogliono competenze, e gli insegnanti sono i primi a non averne, spesso.
Davide mi sembra veramente una persona competente che ama quello che fa, servirebbero migliaia di insegnanti così innamorati della scuola ed innamorati degli studenti. Non mi sento di condividere in toto la sua visione ma mi ha aperto un mondo che non conoscevo. Grande Marco, ottimi contenuti come sempre
La scuola mi ha sempre fatto schifo, spreco inutilee di forze, dove ci si impegnava solo per non sentirle su dai genitori. Si aggiunga poi il fatto di sentirsi dare dello stupido, del poco intelligente, che doveva fare il professionale e che non sarebbe mai stato capace di portare a termine una qualsiasi università. Fortunatamente i miei genitori mi hanno spronato, fortunatamente l'università mi ha dato qualcosa che la scuola non si sarebbe mai potuta permettere: possibilità di scelta, responsabilità, stimoli continui. Molte volte i ragazzi/e definiti stupidi, sono solo persone che non hanno ancora trovato qualcuno capaci di guidarli, qualcuno che creda in loro, nonostante tutto.
È tutto un sistema che non funziona bene.. Dovrebbero fare meglio la selezione, ma dovrebbero anche pagare molto meglio le persone e valorizzare chi si fa in 4
Meravigliosa intervista! Grazie, davvero, di cuore. Valutando tutto, non c'è stato un solo punto che non abbia condiviso. Che meraviglia trovarsi tra simili! Questo video non giunge a caso, era proprio il momento opportuno (kairos!). Grazie infinite a Davide e grazie, ancora una volta, a Marco. Entrambi i vostri percorsi professionali evidenziano un meraviglioso senso di missione. Impegnamoci a creare ogni giorno il massimo valore, ognuno sulla propria rotta. Un carissimo saluto :)
Da docente di scuola superiore, riscontro un problema di fondo nel modo di intendere il voto, sia da parte di docenti, sia da parte degli studenti. L'idea diffusa è proprio che il voto di un test sia un obiettivo da raggiungere, quando dovrebbe essere solo un feedback su come è andata la prova (motivo per cui il voto va argomentato e non lasciato così nell'aria). Mi rendo conto, però, che far cambiare punto di vista anche agli studenti è molto faticoso ad una certa età. Ormai sono anni e anni che raccontano loro la storia che "bisogna prendere il voto alto", mentre lo studente dovrebbe dimostrare di aver assimilato determinate conoscenze, addirittura oserei dire che dovrebbe avere come obiettivo quello di trasformarle in competenze! L'esempio più immediato che mi viene in mente, e che tutti abbiamo presente, è la scena in cui il docente spiega le correzioni alla classe. Quello che noto è che, una volta saputi i diversi voti, sono veramente pochi gli studenti che si interessano a seguire la correzione. Questo perché per loro non è importante correggersi e notare spunti di miglioramento, tanto hanno già ottenuto quello che volevano: il voto.
Quanta verità e saggezza nelle parole di questo docente. Magari fossero tutti così gli insegnanti. Nella scuola di mio figlio per mia esperienza la cosa che conta di più per i professori è la valutazione. Della persona non importa nulla
Penso che sia stata un' intervista moooolto interessante. Ciò che, tuttavia, vorrei sottolineare è che esistono professori e professoresse che tendono ad avere atteggiamenti DOGMATICI e assoluti e, in quanto tali, non sono per nulla aperti alle discussioni, nemmeno a dialoghi nei quali poter capire se, ad esempio, il loro approccio, nei confronti dei loro studenti, sia giusto o sbagliato (parlo di un approccio relazionale, interpersonale, che, secondo me, dovrebbe essere alla base dell'insegnamento). Naturalmente, sto parlando della mia esperienza, dei miei 13 anni passati in questo contesto, quindi non voglio credere che non esistano scuole nelle quali si è sempre, o il più delle volte, aperti al dialogo. Ritornando, però, a ciò che dicevo prima, questi professori penso che siano più attaccati grettamente alla materia, ovvero al modo con il quale la propongono a noi studenti, che al modo con cui si relazionano con noi... Io, francamente, non vedo l'ora che finisca quest'ultimo anno scolastico, perché sembra come se fossi stato uno spettatore, non potendo rispondere a frasi come "abbiamo il coltello dalla parte del manico", e, se mai avessi reagito, molto pacatamente e con discrezione, forse avrei pagato le conseguenze in un modo, più che in un altro (che sia il peggiore o migliore). Va be', concludo dicendo che, in questa maniera, la scuola (che poi siano i professori o qualcun altro, non saprei, ma resto sul vago) credo inibisca lo spirito critico, atrofizzando il pensiero, se non l'individualità stessa, di ogni studente. Vorrei tantissimo che venga promosso e concretizzato un nuovo modello scolastico che educhi veramente (nel senso etimologico, e-ducere "condurre fuori, tirare fuori"). Spero che il tuo progetto possa continuare ad espandersi e raggiungere il numero più ampio di persone possibile. Ciao Marco, e buona fortuna! :)
Mi ricordo ancora quanto ho pianto prima degli esami del quinto. Davvero troppo stress, ossessionato così tanto da quel numero che poi avrebbe rappresentato la mia valutazione finale, qualcosa che mi sono portato dietro anche negli anni successivi, insieme alla prima ed unica delusione amorosa della mia vita. Si ha come la sensazione che tutto quello che si è fatto durante gli anni sia stato inutile, ti chiedi che senso abbiano avuto tutti i tuoi sforzi se poi l'amico che ha fatto 1/10 del tuo lavoro raggiunge quasi il tuo "numero". I voti credo facciano più male che bene.
Bellissimo quello che dice sul lavoro e la preparazione degli insegnanti. Standing ovation per quello che ha detto su punteggiatura, filosofia, pensiero e percorso storico. Lo adoro!!! Ragazzi questa conversazione meriterebbe un pubblico più vasto❤️
Veramente un video spettacolare, si percepisce tantissimo la passione che anima Davide mentre parla di scuola e di didattica ed è stata veramente un'intervista ricchissima di spunti...Unica piccola cosa per Marco, secondo me dovresti goderti di più le interviste che fai, non pensare unicamente alla prossima domanda fare, ma partecipa attivamente al dibattito insieme al tuo ospite, secondo me potrebbero venire fuori discorsi super interessanti. Ancora complimenti ♥️
Grazie Marco perché ogni volta porti a galla falle enormi del sistema società. Volevo condividere con voi la mia esperienza, che si riassume molto semplicemente in: ho sempre dato attenzione ai voti, come è stato detto nel video, non per miglioramento personale, ma perché rappresentavano a pieno la mia persona in un'età in cui la scuola è tutto ciò di cui una persona ha esperienza. Sono uscita dal liceo con un 92, immotivata e assolutamente non pronta per affrontare una vita privata improvvisamente delle barriere del sistema della vita a scuola, e dopo un anno sabbatico ancora non so cosa fare della mia vita. Se è vero che sono una persona indecisa, è anche vero che la mia indecisione è il frutto di un overthinking costante dovuto al tentare di bilanciare le aspettative che nella mia micro-società familiare hanno sempre avuto di me, gli interessi che non ho mai coltivato perché i voti erano più importanti, ed il desiderio di indipendenza insoddisfacibile se non attraverso l'insoddisfazione di un posto fisso. Va da sé che non volevo flexare il voto, ma mostrare una piccola parte di come la concezione del voto sia tossica per il singolo nonostante rappresenti il fulcro della "scolarizzazione" - parola che oggi mi dà i brividi -, sostituto economico dell'insegnamento alla self-discipline. Grazie dell'attenzione baci
Una sola parola volutamente sgrammaticata: UAO. Quest’uomo è l’incarnazione di ciò che nel mio immaginario è l’ideale del bravo insegnante, del VERO insegnante. Sarò cinica e ignorante, ma onestamente non pensavo ci fosse qualcuno che mette in atto un simile tipo di didattica. Scoprire che nelle scuole italiane c’è gente come Davide mi ha dato sollievo... Ma siccome, mio malgrado, temo che siano ancora una netta minoranza, il mio più sentito augurio per la nostra scuola è che si vada riempiendo sempre di più di persone eccezionali come lui e come i tanti colleghi di cui ha parlato a fine video. 🍀🤞🏻 Complimenti davvero a tutti voi!
secondo me la scuola ti porta anche ad avere paura di sbagliare! che in realtà forse è l'unico modo più veloce per imparare.. successivamente questa concezione la si porta anche fuori dalla scuola, i giovani a quel punto hanno paura di buttarsi e rischiare per quello che amano..
Il metodo che usa l'ospite per mettere i voti lo trovo tanto semplice quanto geniale ed efficace! Sarei contenta di avere lui come insegnante per i miei futuri figli
Ormai la vita non ha senso. Continuare a rimanere in camera a giocare a videogiochi,leggendo manga,guardando anime. Mentre a scuola i prof si incazzano perché faccio molte assenze. Cosa dovrei fare? Non mi aiutano,hanno capito che ho bisogno di aiuto per imparare qualcosa. Ma i compagni,loro mi fanno rimanere a casa,o alcuni prof che sono ignoranti è non capiscono. Poi arrivò la DaD,la mia gioia. La mia regione oramai ha messo la DaD fino al 21 febbraio sono felicissimo! Per me basterebbe che i compagni non mi rompano il cazzo è potrei imparare in pace.
Io sono all'ultimo anno di liceo classico. Nella mia esperienza ho sempre riscontrato questi problemi e li ho condivisi anche con compagni e, in rare occasioni, con i docenti. Onestamente non credo che ci siano molti studenti in Italia che difendono la scuola così com'è, ma come si fa a cambiare le cose? Non esiste davvero un modo per fare pressione politica a riguardo?
Si stanno affacciando a poco a poco le scuole con metodo Montessori, che hanno un approccio completamente diverso alla didattica, più paritario e creativo, nel rispetto delle inclinazioni di ogni bambino. Per ora sono asili e elementari, ma spero che nel giro di qualche anno si allarghino alle medie e alle superiori.
@@immagranata6567 Ne esistono sia privati che pubblici, solo che ovviamente i pubblici non sono ancora diffusi sul territorio nazionale quanto i privati
Bravoooo!!!! Ci vuole una selezione accurata degli insegnanti.... è fondamentale ,mi sono trovata con insegnanti con pregiudizi verso l'alunno e quindi quest'ultimo etichettato senza via di uscita , insegnanti che a macchinetta spiegavano e se avevi capito bene altrimenti problema tuo e ci vuole un minimo di psicologia per capire i ragazzi
Sono davvero molto d'accordo con i punti di vista emersi, tuttavia provo una grande tristezza. Io ricordo che a scuola fino alla terza media non c'erano voti con i numeri (come poi al liceo) ma i giudizi (buono, discreto, ottimo, sufficiente, insufficiente etc...) seguiti da righe di spiegazioni su cosa significasse, che aiutavano l'alunno ed il genitore a capire, senza 120 semafori (non è da pazzi passare da un solo numero de-personificante ad una cosa simile, un casino, ci vuole un corso solo per imparare a leggere la pagella di un figlio?!). Elementari (come si chiamavano una volta) e medie devono servire a formare la persona più che a fornire nozioni. Il liceo è un po' diverso. Al centro devono esserci sempre l'educazione e la persona, ma bisogna anche abituare gli individui a rapportarsi con dati oggettivi, con i giudizi oggettivi e puntuali che li attendono nella vita reale e non facilitata che verrà dopo e con il concetto di responsabilità - cosa fondamentale per diventare esseri umani adulti. Attenzione a non passare da un limite all'altro. Il problema non è il voto, che è solo un'etichetta e ha poca importanza come sia fatta ai fini della sostanza, può averne solo ai fini della comunicazione. Il problema è cosa c'è dietro. Se educo un ragazzo a capire ed apprendere, valorizzando la sua persona attraverso l'insegnamento traendo talenti dalle diversità, costui saprà da solo che valore dare al voto classico piuttosto che ad altro tipo di giudizio. Guardate il dito, ma il problema è la luna. Se vogliamo formare degli adulti capaci di vivere nel reale e nelle sue sfide e non solo attrarre l'interesse di eterni bambini che non capiscono che ai diritti corrispondono pari doveri ci vuole qualcosa di più significativo. È così importante il voto o il non voto o è tutto il discorso che lo precede a doverci interessare?! Attenzione perché chi parte con certe proposte lo fa allo scopo di modificare la sostanza del problema educativo, ma quanti recepiscono le eventuali riforme senza esserne parte propositiva finiscono per cambiare etichetta senza mutare il contenuto del vasetto.
12:00 giustissimo Inoltre il fatto che se togli il voto, gli studenti non studiano più non è vero. Anche perchè se si utilizza l'altro metodo dei colori per ogni argomento, alla fine dovranno studiare tutti gli argomenti finchè non diventino o gialli o verdi. Invece con il metodo dei voti basta che ti studi benissimo un argomento e l'altro invece magari non lo sai, però nella media stai apposto.
Complimenti Davide, ti auguro un buon lavoro. Mi è piaciuta la domanda di Marco legata alla possibilità di applicazione del metodo anche nei gradi superiori, e penso che in parte la risposta l'abbiamo sotto i nostri occhi. Vediamo come stanno gestendo attualmente la faccenda degli esami di Stato per i ragazzi delle scuole superiori, ragazzi che pensano già oltre, agli esami di ammissione all'Università, e che si trovano limitati a dover rincorrere voti astratti e obiettivi nella maggioranza inutili, almeno dal punto di vista didattico a lungo termine. Sono nozioni che non serviranno per affrontare test specifici universitari, per i quali i ragazzi rischiano di non avere il tempo materiale per prepararsi.
Frequento il quinto anno del liceo linguistico, l'unico insegnante che non dà voti è il nostro insegnante madrelingua di inglese. Paradossalmente letteratura inglese è diventata la mia materia preferita e quella che più studio volentieri, questo perché con lui tutti noi siamo molto più tranquilli e socievoli. Mentre spiega siamo in grado di scambiare opinioni senza sentire la pressione di essere giudicati o di essere valutati. Mi ricordo molto di più quello che ho studiato a settembre di inglese piuttosto che di una qualsiasi altra materia dove vengo valutata costantemente.
Grazie marco per la valenza di questo bellissimo video con due persone che stimo tantissimo... Da diffonderlo ovunque.. Una conferma al mio modo di pensare che accende in me la strada da percorrere come insegnante e come genitore. 🙏 Grazie
Video fantastico. Durante il mio percorso nelle scuole superiori ho maturato l'idea che a scuola non ci debbano essere voti, ma ci si debba basare su un'attenta analisi autovalutativa. Quasi tutti i professori spiegano in modo tale che lo studente abbia come unico fine il voto, lo studio è totalmente finalizzato a quello; poi, se prendi un bel 9, la volta dopo sono bello tranquillo e magari evito di studiare o lo faccio molto blandamente. Invece l'obiettivo deve essere tutt'altro: in primis, in particolar modo per i ragazzi più piccoli (elementari e medie), evitare di creare condizionamenti psicologici nel ragazzo ed evitare di affibbiare etichette inutili (tu vali 7, il tuo amico 9, quello all'ultimo banco 5). Video stupendo e speriamo ci siano sempre più professori simili!
Si vede che è un insegnante. Quando ha chiesto a crepaldi la media tra 6 e 8 ahahahah. Ha trasformato un discorso in una interazione mirata ad ottenere un riscontro sull'attenzione .
Il voto dovrebbe definire un percorso? Secondo me un percorso é qualcosa di così soggettivo, specifico e univoco che non può essere giudicato da un punteggio numerico. La qualità della persona all'interno di una società non é definita un numero ma dal valore etico e professionale che si trasmette
tantissimi complimenti per il video e per gli approfondimenti che portate, devo dire che se avessi avuto insegnanti come lui, sia al maschile che al femminile, probabilmente tutti quanti ne gioveremmo. Non che gli insegnati o professori non ci mettano della lato umano nel loro lavoro, solo che la parte più austera a volte predomina sul lato più umano
Togliere i voti alla primaria é un discorso (di fatto é già cosí). Negli altri cicli non é cosí semplice, anche perché la scuola riproduce a suo modo la realtà. I voti meritati non sono mai troppo bassi, sono utili a valutare le proprie capacità e spronano a migliorarle. Certo non c'é solo il voto, ma toglierlo é solo uno slogan il cui risultato finale e deresponsabilizzare insegnanti e studenti.
Ma si parla sempre di aggiungere qualcosa, una o più materie (giustissime) quando quello che mi è sempre sembrato di notare a scuola sono le troppe materie, la troppa roba da fare (probabilmente fatta male ma è un'altro discorso). Come si può parlare di educazione sessuale, educazione civica, educazione alimentare, filosofia in tutte le scuole... ecc ecc quando in molte scuole non si riesce a fare più materie come geografia? Ogni materia ha la sua importanza ma sarebbe bene selezionare quali sono quelle prioritarie per ogni grado ed avere un modello ben definito ed efficiente per valutare se è effettivamente possibile inserire tutte queste materie.
Il punto è che in un mondo come il nostro in cui l'informazione si moltiplica anno per anno le cose importanti da imparare sarebbero tantissime, ma il punto è che volendo su internet ottengo benissimo queste risposte, a cosa mi servirebbe la geografia se ho Google Maps ed al nome di ogni città che non conosco posso fare una ricerca in pochi secondi? In realtà alla base si dovrebbe capire COME imparare(insieme all'italiano e alla matematica) perché le cose da imparare sono troppe, trovo che tutte le "educazioni" citate da Marco potrebbero essere materie molto più importanti della singola geografia o scienza ecc... (Alle elementari, poi decido io crescendo come indirizzarmi), un educazione di tipo pedagogico è sicuramente più importante nell'infanzia di un educazione basata quasi solo sulla memoria...
@@oliverenfyus6054 si si su quello che scrivi sono d'accordo, specie nell'ultima parte. Quello che dovrebbe esserci però è un modello scolastico ben definito ed organizzato, cosa che adesso non c'è più di tanto.
@@oliverenfyus6054 ritengo comunque la geografia una materia valida che non si basa solo sulla conoscenza delle città di un territorio e basta ma sulla sua morfologia e sulla sua influenza nella storia dei popoli. Insomma se ci basassimo solo su internet che senso avrebbero i libri di scuola?
Basti pensare che sono stati eliminati i temi soggettivi in molte scuole, le istituzioni dovrebbero capire cosa vogliono trasmettere agli studenti, non si è efficaci né nel preparare le persone al mondo del lavoro né alla società.
Io sono uno studente che fa il terso superiore in un liceo artistico, in tutti questi anni ho trovato il 90% di insegnanti impreparati al mio problema, (in prima e seconda elementare le maestre dicevano a mia madre di punirmi essendo che davo l’idea di essere un bambino intelligente che non aveva intenzione di studiare), verso metà 2 dicono di aver finalmente capito dopo che andarono dalla specialista che mi ha cresciuto ma furono rare le volte in cui mi applicarono il PDP. Per accorciare vi dico che più o meno sono successe le stesse cose alle medie; Alle superiori dopo 2 anni e mezzo alcuni professori hanno detto finalmente che sanno come applicare il mio PDP ma viene applicato solo da 1 insegnante. Questo per far capire il grado di preparazione e di volersi prepare degli insegnanti ( scusatemi per gli orrori grammaticali che ci saranno sicuramente 😅)
La scuola è davvero deludente, a partire dalla primaria. Mia figlia al momento si trova in questa fascia di età, subisce lo stigma del voto basso perché non le si accende proprio nessuna luce. Potrebbe fare molto, ha tutte le capacità ma è come se "in casa non ci fosse nessuno", non viene per nulla catturata o stimolata. Mi domando, anzi domando all insegnante intervistato, se la scuola fallisce un genitore cosa può fare per cercare di "rimediare"?
Io da studente delle medie che ha detestato le elementari, Il tipico a cui dicono “se si applicasse avrebbe tutti dieci” per intendersi, ero interessato solo alle 2 ore ogni anno che avevamo di informatica. A tua figlia dico solo di fare il minimo indispensabile e di coltivare le sue passioni fuori dalla scuola come ho fatto io ho imparato a programmare in 3 linguaggi diversi. Dopo che avrà una passione semplicemente dille che se non va bene a scuola non la potrà praticare, e così si impegnerá. È ovvio che se stai a guardare ogni minuto il suo diario per vedere che compiti ha se li ha fatti e se li ha fatti bene avrà 10, ma i genitori elicottero sono il peggio. Non indirizzare troppo tua figlia per la scelta di delle scuole superiori prestigiose, falle fare quello che le piace Alle elementari/medie anche se prende qualche insufficenza non è un problema quindi invece di andare in una scuola privata in cui compri la promozione per poi avere le duplici mazzate al liceo anche no, piuttosto segui i primi punti per farla migliorare. E niente spero di essere stato di aiuto ho solo descritto come vorrei che fossero i miei
@@bulug5421 bella risposta! La più intelligente letta fino ad ora! Spero che un giorno tu abbia dei figli, sei un bambino molto sensibile e intelligenze e saresti un ottimo padre!
Bravissimi concordo pienamente voi inoltre i togli note persone un studente perché con note un non impara vera un esempio da una nota al bambino perché a fatto rabbia in classe il bambino non impara che non bisogna fare arrabbia perché non rispettoso verso gli altri ma solo per non aver nota. Comunque voi siete bravissimi
Sono una studentessa non più giovanissima di didattica dell'italiano agli stranieri e ho ascoltato con molto interesse la discussione. Sono contenta che ci siano insegnanti anche in Italia che hanno voglia di cambiare le cose. Ed è vero che ci sono tante persone che accendono all'insegnamento senza abilitazione ma non sarebbe più giusto pensare a dei metodi per insegnare ad insegnare già all'università? Diventare insegnanti abilitati mi sembra sia diventato sempre più complicato, un labirinto che cambia costantemente e in cui è facile sentirsi persi. È così sbagliato che un neolaureato con la voglia di insegnare desideri immediatamente inserirsi nell'elenco delle MAD?
Gli insegnanti: la categoria che più odio al mondo (più dei politici). Gente che non fa un'emerita minchia (eccetto casi eccezionali) ma che si lamenta dalla mattina alla sera. Messi lì a dire quattro parole in croce e fottersi lo stipendio ogni 27.
infatti io che non me la cavo bene a memorizzare informazioni ed eventi prendevo 6 o 7 al massimo, tuttavia se tu mi insegni la logica dietro a qualcosa riesco a farla bene (di solito) cosa che i miei professori facevano solo in rari casi.
Volete oggettivamente troppo dalla scuola, inserendola in un discorso generale e statale. La scuola non è necessariamente un sistema educativo talmente a tutto tondo da plasmare in toto le persone fino all'ultimo. La scuola è uno strumento per dare delle competenze alle persone perché possano interfacciarsi con gli strumenti giusti alla vita. Ma non si può chiederle la luna, oggettivamente. Non possiamo dire per sempre a tutti che sono stelline speciali della conoscenza teoria (perché tant'è). E' una triste verità che non siamo tutti uguali, perché cercare sempre di livellare il tutto o peggio di far capire a tutti che nella vita tutti possiamo fare tutto? Non è vero, solo che troviamo questo metro accettabile per esempio in ambito sportivo ma non in ambito intellettivo. Faccio un esempio parlando di ciò che un po' conosco: la danza. Per essere un'ottima ballerina classica devi avere determinate caratteristiche fisiche e una dedizione spaventosa (fino alla sopportazione di dolori fisici notevolissimi), per poter performare al meglio gli esercizi più difficili e non ci sono santi. Vogliamo far finta che tutti possano essere bravissimi ballerini ultra espressivi e che abbiano qualcosa da dire col loro corpo, ma il risultato sarebbe spesso e volentieri grottesco e nessuno pagherebbe più per vedere il balletto. Bisognerebbe dimensionare la scuola a ciò che è: un luogo dove apprendere alcune conoscenze fondamentali. C'è chi si scoprirà portato per il lavoro in ambito più mentale per talento e dedizione e chi no. Ma perché sentirsene offesi? Magari oltre alle competenze di base matematiche un ragazzo dopo le elementari-medie non ne vorrà assolutamente sapere di matematica e connessi vari, perciò prenderà dei voti bassi: magari quel ragazzo potrebbe essere un ottimo artigiano del legno e porterà al suo ex-compagno di scuola portato per la matematica tutte le sue fatture perché l'altro sarà il suo commercialista. Per le elementari posso anche capire un metro di valutazione più coinvolgente per genitori (per me vero problema della società) e figli, ma dopo di che bisogna iniziare a fare delle differenze, ma perché queste esistono e non è un male, è solo la complessità dell'essere umano e le sue infinite varianti. Per me gli interventi maggiori servono sulla genitorialità a livello culturale, perché fintanto che un commercialista sarà riconosciuto più degno di un falegname dai genitori, ci saranno hikikomori e insoddisfatti. Arriva un punto nella vita in cui probabilmente si capisce per esempio se un figlio è portato o no per l'università e se non la si fa VA BENE COSI'. Preferirei parlassimo di più di riattivare l'ascensore sociale non solo in salita ma anche in discesa, perché sono stufa che attorno a me sia concepito il "gene dentista" o "il gene avvocato" e di migliorare la meritocrazia in questo paese a tutti i livelli, smettendo di essere protagonisti in prima persona di una serie di piccoli scempi che visti in un quadro più ampio hanno creato le fratture attuali del paese economiche e anche sociali. Non serve eliminare i voti da scuola se non per lenire delle insicurezze che non vengono assolutamente da essa come strumento, ma dall'esterno.
Più che altro secondo me sarebbe utile avere dei club post scuola come in Giappone ed in generale cercare di aumentare la spinta su più fronti e smettere di avere professori che hanno meno degli studenti di stare in aula
@@mirylnorvaarbalest3189 certo si potrebbe fare una scuola media e superiore all'americana, con diciamo mattinate con le materie fondamentali e la possibilità di scelta di corsi avanzati accademici (matematica avanzata, fisica avanzata, lingue aggiuntive, lingue classiche, approfondimenti storici o artistici etc.) e/o corsi aggiuntivi che divergono dalla concezione di scuola classica (quindi corsi di strumento, attività sportive, disegno, artigianato di vario tipo, cucina, cucito etc). A me questa prospettiva non dispiace, ma riconosco che per la struttura attuale della scuola italiana e i soldi di cui oggettivamente lo stato dispone è difficile e costosissimo e provocherebbe la rivolta di migliaia di persone che privatamente organizzano tutti questi corsi. E' molto difficile ma è una proposta MOLTO più seria che eliminare i voti perché ti senti giudicati come persona da questi, quando non è quello il loro scopo.
@@mariachiaramas6527 Boh, i miei non hanno mai preteso che prendessi un voto alto, ma che imparassi, su questa base, effettivamente i voti sono inutili... Poi va bè, le valutazioni devono avere un senso... Non mi puoi giudicare per una data o un nome in letteratura, Arte e Filosofia... Non è storia, non sono fatti, bisogna sviluppare un senso critico, non sapere tutto😅 Poi va bè, la partenza deve essere avere un professore che insegni... Puoi anche mettermi un nobel alla fisica, ma se mi spiega tutto, Relatività e fisica Quantistica compresi facendo leggere un compagno e nel mentre ti vai a prendere un caffè... Mi hai messo un coglione come insegnante
Arbalest Arx-7 certo, la selezione degli insegnanti è importante di sicuro e tu sei stato fortunato con i tuoi genitori, fortuna che non hanno tutti. In generale richiedere una maggiore vocazione nei confronti dell’insegnamento è importante e quella è una riforma fattibile, per avere insegnanti più preparati 👌🏻
@@mariachiaramas6527 Poi va bè, io odio abbastanza i prof a priori... Anche solo perché fanno metà delle mie ore, hanno il doppio delle ferie e beh, tantissime brutte esperienze... Tra le quali l'aver detto ai miei genitori che da grandi, bambini come me, diventano delinquenti😅 O l'avermi dato pubblicamente una colpa, per poi non ritirarla dopo aver scoperto che non c'entravo... E comunque a 21 anni, posso dire di essere tutto meno che un deliquente😂
siete consci che volendo aggiungere le materie , sacrosante, delle quali parlate significherebbe rendere necessario un tempo scuola che comprenda anche il pomeriggio? Questo soprattutto nei professionali dove le materie di laboratorio già li costringono a stare a scuola molte più ore dei privilegiati dei licei. Teoricamente è tutto bello, io personalmente ci starei anche a scuola nel pomeriggio, ma i ragazzi? Chi lavora (e non sono pochi), i disabili sarebbero svantaggiati e allora addio inclusività.
L'unico insegnate a cui sono grata è la mia maestra di italiano delle elemtari. Possiamo dire che è stata lei a indirizzarmi verso quello che sono ora (anche se sono passati solo una manciata di anni). Spesso alle elemtari i primi giorni di scuola ti dicono di portare quello e quell'altro e suboto mi aveva colpito la prima voce della lista che ci aveva consegnato la maestra di italiano: un cuscino. Io non capivo, ma l'ho portato comunque a scuola e quando tutti avevano portato questi cuscini andammo in cortile e ci seddmmo in centro su questi cuscini. La maestra si allontanò da noi e tornò con una pila di libri. "Bambini, c'è qualcuno che sa leggere?" una mia comoagna alzò la mano e lesse qualche pagina di un classico (credo Peter Pan). Quando questa compagna finì di leggere, la maestra si alzò e disse: "Sapete cosa sono questi?" rispondrmmo in coro "Libri" "No, avete sbagliato. Questi non sono libri, ma saranno le vostre ali e i vostri tesori. Teneteli stretti e vi faranno vedere la strada" Grazie a questi discorsi io ho imparato a leggere, ma non a leggere nel vero senso della parola, la mia maestra mi ha insegnato ad amare i libri, ad entrare nei libri. Ora faccio la seconda media e i libri mi hanno cambiato la vita, però non vi annoierò con la mia storia, ma sappiate che nei momenti difficili avvenuti in quella stessa classe, i libri mi hanno aiutato.
io penso cje per migliorare la selezione dei docenti, chi insegna non dovrebbe solo avere la laurea della materia che insegna (esempio: studio lettere antiche -> insegno greco e latino) ma dovrebbe avere anche una certificazione delle competenze all'insegnamento, come questo maestro, così ci sarebbero insegnanti veramente appassionati al loro lavoro (perché il percorso sarebbe più lungo e quindi disincentivante per chi si ritrova a fare il professore solo perché non sa cos'altro fare), che quindi saprebbero anche rendere più "appetibile la carota", rendendo possibile l'eliminazione dei voti; e naturalmente avrebbe le competenze adatte, saprebbe ckme funziona l'apprendimento, che io penso che sia fondamentale per questo lavoro
Ma poi da studentessa posso dire che anche se sei un individuo che prende tutti voti alti, devi costantemente essere al meglio della tua forma: se ad un compito in classe il docente decide di partire da 9 come voto massimo e non da 10 o addirittura di partire da 8 come voto massimo (cosa non rara e totalmente ingiusta e ingiustificata, piuttosto fammelo più difficile e parti da 10) basta una risposta sbagliata per abbassare la media anche se sei preparato e studi sempre. Inoltre veramente troppo spesso i docenti prendono davvero alla leggera le valutazioni e se chiedi troppe spiegazioni o insisti per fare un'ulteriore interrogazione per un voto più alto, si irritano anche! Dicendo che non dovremmo studiare per il voto ma per passione e io sono d'accordissimo, ma allora perché queste affermazioni le fate solo quando fa comodo a voi, quando non ci volete dare le dovute spiegazioni e poi nella pratica vi basate rigidamente ed esclusivamente su quelli (talvolta messi anche con tanta superficialità)? Quanta ipocrisia
Condivido sul fatto che molte cattedre continuano ad essere occupate da persone che hanno scelto l'insegnamento come ripiego e non per vero interesse, e che questo sia molto dannoso. Sono però convinto che la situazione stia man mano migliorando, dato che sta diventando sempre più difficile intraprendere questo percorso, che richiede quindi un preciso interesse in tal senso fin dall'università. Sono infatti richiesti cfu in ambito psico-pedagogico e una notevole preparazione in tali materie ai fini del concorso, per qualunque materia di insegnamento. L'idea di cambiare metodo di valutazione potrei condividerla, ma resto forse un po' più convinto di voi che a volte sia difficile che alcuni ragazzi trovino la giusta motivazione allo studio se non sono in qualche modo costretti. Quindi un po' capisco gli insegnanti che dicono che il voto li aiuta molto nel loro lavoro. Parlo in particolare della scuola secondaria, dato che alla primaria la mole di lavoro richiesta ai bambini è chiaramente minore. Sicuramente l'insegnante deve stimolare, catturare l'attenzione, far appassionare alla materia. Resta il fatto che se finita la lezione lo studente non apre un libro perché, e mi pare anche comprensibile, a quell'età ha altro per la testa e non ne ha voglia, non raggiungerà comunque buoni risultati. Il voto numerico può non essere la soluzione migliore, ma una valutazione è indispensabile, per riconoscere le capacità, ma anche per dare un riscontro immediato concreto all'impegno del ragazzo e per responsabilizzarlo.
Se questo video lo vedesse la mia prof sarebbe in completo disaccordo. Io (da studente) sono molto d'accordo perché la scuola serve per imparare e non per essere classificati non solo tra gli studenti ma anche per i professori che si basano sui voti per individuare gli studenti. Esempio: Sono un alunno del 2 liceo e faccio scienze applicate non per le scienze, ma per l'informatica. Informatica è la cosa che sto studiando di meno perché alcuni miei professori mettono ansia, pressione e voti bassi e da alunno nonostante odio questa classificazione mi devo adeguare perché (ovviamente) non è una mia decisione. Secondo me licei diventano molto meno stressanti, e più interessanti e divertenti con delle interazioni tra lo studente e l'insegnante, sarebbe una vera e propria rivoluzione che potrebbe arrivare da un momento all'altro. Basta pensare ad esempio che all'inizio della scuola si davano le "bacchettate" sulle mani che sono state abolite quindi tutto è possibile.
Se non ci fossero voti quasi nessuno studierebbe. I voti, belli o brutti che siano, non sono una cosa negativa. Non indicano quanto vale una persona, non indicano un mero obiettivo da raggiungere. Indicano un riconoscimento (in caso di voti positivi) o un modo per dire che quello che è stato fatto non è sufficiente e dovrebbero spronare a fare di più la prossima volta.
Davide è pagato da Rick Dufer e dalla lobby dei filosofi. Meravigliosa intervista che condivido subito. Secondo me, comunque, non è che non ci sia spazio per le materie umanistiche: è che vengono affrontate principalmente come storia delle varie discipline, come materie in cui memorizzare dati, mentre lo scopo primario dovrebbe essere la produzione di filosofia, letteratura, arte, lo sviluppo un pensiero personale e critico. E a questo punto, tra l'altro, non ha senso l'assenza della storia della musica, del teatro e del cinema in questo quadro di storia delle discipline, perché sarebbero tasselli fondamentali per la ricostruzione storica. Le materie scientifiche hanno lo stesso problema, secondo me: si tratta di memorizzare regole e applicarle in contesti predisposti appositamente, mentre sarebbe urgente imparare ad esercitare il pensiero scientifico, e a farlo anche nella vita quotidiana. Per questo lamento il poco spazio assegnato in tutti i gradi di scuola alla fisica, alla chimica, all'economia e all'informatica.
Parliamo dei programmi scolastici? Perchè io che ho scelto il liceo d’arte devo avere quasi lo stesso programma di chi fa il linguistico o il classico? Fisica, chimica, matematica
@@claudioproietti9233 io sono mega pro a togliere i voti a scuola pero' mi sembrava giusto ricordare che siamo un paese retrogrado ai livelli massimi e figurati se toglieranno mai il voto prima dei prossimi 50 anni
@@matteocercaci5320 il livello di un paese lo crea le persone che lo contengono e, secondo le leggi dell'attrazione, se coltivi i tuoi pensieri verso un certo benessere, quello aggrega persone e condizioni per realizzarlo. Non so quanto tempo ci vorrà, ma non serve aspettare che altri ci mettano le loro energie, se non cominciamo noi a fare la nostra parte.
@@claudioproietti9233 infatti il problema sono le persone che in questo paese ci vivono, finché alle critiche ci viene risposto a noi ragazzi di lamentarci meno perché "prima si stava peggio" o "devi solo studiare di più" ci sentiremo sempre più delegittimati nella nostra voglia di cambiamento. La cosa ancora più agghiacciante è il terrore da parte dei ragazzi nel criticare l'operato dei professori rivolgendosi direttamente a loro, terrore dovuto ad eventuali ripercussioni che ci si potrebbe trovare a subire, creando un clima di continua omertà tra gli studenti per colpa della figura del professore spesso vista come dispotica.
Silver Skull conosco bene quella sensazione di impotenza e repressione... Il mio invito è di frequentare persone libere e ricche di umanità e capacità di comprensione, che amino la ricerca e la scoperta, capaci di vedere i vari aspetti di una stessa questione e di accogliere ogni diversità come una ricchezza e integrazione. Ciascuno di noi è speciale, se sappiamo accoglierlo e valorizzarlo. È il cambio di paradigma a questo sistema oppressivo dominante.
Mi piacciono i video portati sul canale perché danno tanti spunti di riflessione, ma poi guardo i commenti che sono sempre d'accordo al 100% e mi sento un po' una voce fuori dal coro. La scuola dovrebbe senz'altro insegnare la bellezza di imparare cose nuove e l'amore per la cultura. Inoltre è senz'altro uno dei primi campi di battaglia su cui ci si fa le ossa, si fatica e si fanno dei sacrifici, perché così è la vita. Mai bisognerebbe mortificare gli studenti e sempre trattare tutti con rispetto, tenere a mente che un voto basso oggi non ti preclude di eccellere domani. A me i voti sono serviti come stimolante, non mi sono mai sentita un numero perché io riconoscevo che su quel foglio c'era SOLO il numero. Capire che non si è quel che si sa deve venire da dentro e anche un po' da fuori tramite l'insegnante che ti deve ricordare che la conoscenza è importante, ma la tua persona di più. Molto spesso sento dire da studenti "per lui sono solo un numero, solo un voto, qualunque cosa faccia prendo 4", e lì ci sono due strade percorribili: stai effettivamente facendo il massimo? Sì ->allora l'insegnante è indegno del suo ruolo. No-> faccio di più, se il risultato non cambia ritorno alla domanda iniziale. Se togliamo i voti alle elementari poi saremo costretti a toglierli alle medie, al liceo e all'università, per evitare l'ancora più brusco passaggio fra non avere voti e averli. E cosa succederà quando non si potrà constatare quanto, che ne so, un medico ad esempio, sappia quando esce dall'università? Anche dopo la scuola saremo sempre sottoposti a giudizi, ma se la scuola non ci rende forti davanti a questi e non ci insegna a migliorarci, per me non sarebbe più la stessa cosa.
Secondo me alcuni insegnanti non sanno dare i voti, infatti una valutazione esprime quanto una persona sia in grado di utilizzare certe competenze e conoscenze, almeno così è come è scritto nella scheda di descrizione dei vari voti della mia scuola superiore. Ora a conoscenza di questo, come può qualcuno dimostrare ciò in un test a crocette o peggio ancora in un vero o falso? Non mi piace dirlo ma purtroppo è così.
Certo ci vuole del gran coraggio a dire che nella scuola italiana ci sono troppe materie scientifiche e troppe poche materie umanistiche. Un saluto alla grande massa di studenti che non conosce le basi della teoria della relatività generale e di quella dell'evoluzione per selezione naturale, ma sa vita morte e miracoli di Dante, letto e riletto Divina commedia e Promessi sposi, studiato 3 volte il Medioevo e imparato gli autori Rinascimentali uno per uno.
Non sono d'accordo sulla parte delle materie umanistiche... Premetto che io ho fatto un ITIS e ora ingegneria. Ci sono troppe cose importanti da sapere per essere un minimo autosufficienti e per capire come funziona questo mondo e purtroppo non c'è tempo di studiare bene cose come latino/filosofia/... Forse non ce n'è per nulla. La scuola DELL'OBBLIGO ha tempi limitati su cui può agire e deve agire anche su coloro che si fermeranno all'obbligo. Sono dell'opinione che queste materie potrebberero piuttosto essere integrate nei corsi universitari anche scientifici... Sarebbe più sensato... Anche se francamente io non ne sento il bisogno.
@@ziobonfa96 io ne avevo una inetta, ma la materia era interessante in se. I miei allievi scelgono l'artistico solo ed esclusivamente perché pensano di non fare un cazzo. E ti costringono a sbraitare perché non hanno rispetto né per la mia salute né per la loro. 3 anni d'insegnamento e sto diventando sorda. L'interesse e la passione x l'arte è pari a zero già al momento dell'iscrizione e se gli dico che a me del voto non interessa una fava, loro continuano a sbavare per i voti come cani di Pavlov! Per non parlare del fatto che il 6 in una materia d'indirizzo è una vergogna.
E aggiungo.. sai quando arriva il maggior interesse? Quando all'insegnante parte una parolaccia.. lì hai il picco d'attenzione, quando gli racconti cagate se le ricordano dopo anni... perché sono trattati da bambini e tali rimangono, puoi ottenere impegno e interesse solo da chi ha avuto bastonate tali dalla vita che capisce la contingenza dell'apprendere anche se il prof ti sta sul cazzo. Detto ciò è vero che molti colleghi sono osceni, ma ci vuole anche varietà negli approcci.
@@ingridprestopino6441 dove andavo io nelle prime e seconde scappavano perché rischiavano la salute, ma poi anche nelle classi successive non andavamo meglio, e ormai gli studenti non erano più dei bambini casinisti
Se voleste discuterne insieme seguitemi su Twitch (ogni giorno, dal lunedì al venerdì alle 17:30): www.twitch.tv/marcocrepaldi
Grande rispetto per questa persona, dovrebbe essere una cosa gia' messa in vigore. Ricordo come fosse ieri quando compagne e compagni di classe chiedevano a gran voce i voti delle varie verifiche ai professori; l'unica cosa importante era quel punteggio che determinava automaticamente uno "status" all'interno della classe. Non fregava nulla a nessuno di quanti e quali errori erano stati fatti, solo il punteggio finale per portarlo sorridenti, o meno, ai genitori.
Questo significa solo che non importa quanto bravo tu sia, non ti fa migliorare perché ti tranquillizzi che non sarai bocciato. È un po' triste come cosa, sono solo dei numeri alla fine, quello che dovrebbe importare è migliorarsi.
Non so che scuole tu abbia frequentato ma nelle mie chi prendeva voti più alti otteneva solo le "antipatie" della classe, a volte c'erano professori che provavano addirittura antipatia per quelli troppo bravi. Personalmente non ho mai avuto rischio di debiti/bocciatura, dopo ogni compito c'era sempre il confronto con i compagni per la verifica delle risposte (quindi anche senza voto potevi benissimo prevedere il risultato e capire i tuoi errori). Probabilmente avrei studiato anche senza voti, però è un modo per confrontarsi con la media della classe e capire su quale ambito migliorare, sicuramente la maggioranza delle persone non sarà d'accordo con me, ma a cambiare secondo me dovrebbero essere proprio i metodi di giudizio: basta compiti in cui devi solo copiare le definizioni dei libri, o esercizi in cui devi solo ricordarti le formule per svolgerli, facessero dei compiti in classe in cui si debba ragionare mettendo alla prova le conoscenze apprese in un esercizio "insolito" o in un ragionamento teorico. Poche volte mi è capitato davvero di ragionare in un compito, e quelle poche volte si è dimostrato che la maggioranza dei compagni con i voti alti avevano grandi difficoltà ad applicare ciò che avevano memorizzato (citerei come esempio alcuni problemi d'esame di matematica degli anni 2010-2017).
@@SpaceV1k Ricorda anche che ogni classe e scuola è diversa. Ma penso che possiamo tutti dire che il sistema dei voti in un modo o in un altro non è il migliore.
@@ruisluis Se vuoi la verità credo che certe persone abbiano bisogno di semplificare tutto con dei voti, lo si fa coi film,videogiochi,app e tanto altro, da una parte è molto comodo e immediato, però secondo me sotto qualsiasi voto ci deve stare almeno un commento di 5-6 righe che descrive pregi e difetti di quello specifico lavoro. Messa in quest'ottica e sommato alle mie proposte sui compiti in classe io sarei favorevole a continuare ad usarli (perché poi diciamoci la verità, psicologicamente certe persone vedono un voto basso come qualcosa di ben più grave rispetto ad un ammonimento da parte di un prof).
Lizard Skin io sono in terza superiore e succede ancora adesso purtroppo
Questo insegnante, così giovane eppure così illuminato, ben rappresenta un concetto fondamentale: l’insegnante può far fiorire una persona oppure la può far avvizzire , probabilmente per sempre. Chi insegna ha un potere enorme, senza entrare troppo nel dettaglio, valorizzando un bambino oppure ignorandolo o peggio anche solo velatamente disprezzandolo, può cambiargli la vita. Un potere così grande non si dovrebbe lasciare nelle mani del primo che passa, concordo pienamente, queste persone vanno formate e selezionate ancor più severamente di un medico. se un dottore ignorante può farti morire, un insegnante inadatto può rovinare la vita di un essere umano, e non so cosa sia peggio. Il problema poi sarà stabilire i criteri e i valori su cui si baserà la selezione....
l’insegnamento è una missione, oserei dire sacra , non la si può più improvvisare come si è fatto con noi.
Secondo me invece la speranza è proprio nelle nuove generazioni. Secondo me è così illuminato proprio perché è giovane.
L'insegnamento è un mestiere che logora: non credo sia facile trovare molta luce nei professori più anziani.
Ho trovato complessivamente la discussione molto interessante, tant'é che l'ho condivisa con diversi colleghi insegnanti. Vorrei però sottilineare un fatto, legato a un argomento che salta fuori verso la fine del video, perché ritengo che ci sia un problema nella concezione di ambito umanistico, come contrapposto a quello scientifico. Avete portato come esempio l'arte insegnata allo scientifico contrapposta alla matematica, inoltre avete parlato di approccio scientifico "positivistico"; tuttavia mi trovo profondamente in disaccordo con questo modo di vedere la cosa (anche dovuto, probabilmente, al poco tempo a disposizione o al numero limitato di esempio avanzati).
Il vero problema, secondo me, non è tanto il fatto di dare precedenza alle materie scientifiche (in un liceo scientifico la cosa è abbastanza auspicabile), ma il modo in cui queste vengono affrontate. Cioè materie profonde ed estramemente formative, anche da un punto di vista umano, come la matematica e la fisica, vengono rese estremamente fredde e didascaliche, improntate sulla risoluzione meccanica di esercizi, ed è questo il vero problema. Le scienze potrebbero costituire un'occasione formativa a 360 gradi, stimolando i ragionamenti, le discussioni, i lavori di gruppo, in modo che i loro aspetti strettamente oggettivi e quelli più legati alle opinioni (o alle emozioni) possano trovare un loro equilibrio e un loro spazio in ciascuno studente.
La cosa poi è reciproca, alla storia si potrebbe accompagnare il metodo scientifico alla base della ricerca delle fonti storiche, nei programmi di filosofia si potrebbe parlare di più di filosofia della scienza, ecc. Sono solo i primi esempi che mi sono venuti in mente.
Tutto questo per ribadire che il problema, a mio avviso, non è tanto quello della precedenza dell'ambito scientifico rispetto a quello umanistico, ma di vedere tali ambiti come due cose completamente staccate, in cui la parte scientifica si riduce a una serie di procedure meccaniche e di nozioni tecniche, la parte umanistica sembra solo fatta di chiacchiere che non portano a nulla.
Il problema di fondo è l'approccio individualistico che entrambi hanno espresso nelle loro posizioni, come se lo studio servisse solamente allo studente. NON È COSÌ. Studiare è una responsabilità che ogni ragazzo ha nei confronti della collettività: la scienza, la matematica, la fisica, DEVE studiarle anche se non gli piacciono, se lo annoiano, se preferirebbe uscire con la ragazza, perchè gli servono per capire il mondo in cui vive, per distinguere un ciarlatano da uno scienziato, per votare responsabilmente.
Da tre anni mi sento fregato dalla mia insegnante, che non è minimamente preparata nella materia che insegna (tedesco). Lei padroneggia il tedesco come io parlo il sumero. Mi sento fregato perché è qui che devo riconoscere che la scuola non funziona. Mi sento deluso, sconcertato da questa "professoressa" che ha passato il concorso copiando (ce l'ha detto lei stessa) e che continuerà a fare danni nella scuola italiana per almeno altri 15 anni...
Caspita, mi dispiace moltissimo.
Ne avete parlato con il/la coordinatore/-trice?
È fondamentale combattere le ingiustizie dall'interno.
Allo stesso tempo, se riesci ad andare oltre a quel comportamento autoritario e poco illuminato di questa insegnante, troverai di certo un essere umano che ha (avuto) delle grandi sofferenze. Chi si comporta in maniera irrispettosa e totalitaria è spesso insicura e sofferente. Purtroppo, nel sopperire alle proprie mancanze, questo tipo di persone, proprio per il ruolo che hanno, rischiano di fare danni incommensurabili.
Quindi, per il bene tuo, del tuo percorso e persona, per il bene d tutti i tuoi compagni di classe e di tutti i prossimi studenti che passeranno da lei, agisci tu per far sì che la situazione cambi.
Io, ai tempi del liceo, feci lo stesso con una prof e dopo poco tempo ce ne venne assegnata un'altra.
Sono certa che quella azione audace (non condotta dalla cecità della rabbia e della frustrazione, si farebbero solo cazzate) abbia creato valore sia per noi studenti, che per la prof "diversamente illuminata" ed infine anche per l'opportunità apertasi per la nuova insegnante. Coraggio, prendi l'iniziativa e vedrai che bella svolta! :)
@@evelynleveghi4969 grazie mille per il consiglio, grazie per esserti presa il tempo di scrivermi. Ci proverò, te lo prometto, e me l'ero già promesso l'anno scorso. Ad ogni modo il problema rimane. Perché se ci venisse assegnata una nuova professoressa.. questa qui che abbiamo adesso che fine farebbe? Non insegnerrebbe più nella nostra classe, certo. Ma siamo sicuri che lei rivedrebbe i suoi metodi, si metterebbe a studiare per bene la sua materia (prima di pretendere di insegnarla a qualcun altro), etc.? Il problema è che molto probabilmente lei verrebbe assegnata ad un'altra classe, magari pure nella stessa scuola, occupando sempre la sua cattedra... non cambierebbe niente!
Ad ogni modo, sono deciso a fare il possibile perché la situazione migliori...
@@marto_sauce ciao! scusami tanto per il ritardo con cui ti rispondo (mi ero persa questa tua risposta) :) Comunque grande, bravissimo per questa tua determinazione nel rilanciare nel mettere questa azione da fare.
Capisco bene quello che dici, è un rischio quello che delinei, certo, però, sarà sulla base di quanto e come porterai alla luce questa situazione inaccettabile che si determineranno degli esiti più o meno impattanti (su di te e tutti gli studenti). Proporzionalmente a quanto saprai parlare con saggezza ed incisività al coordinatore e al preside, si otterranno degli effetti (provvedimenti disciplinari) nei confronti della professoressa in questione.
Fidati davvero che questa è una causa (nel senso di azione-premessa) importante e positiva che, come un semino, metti ora e che porterà i suoi benefici nel tempo a tutte le persone coinvolte direttamente ed indirettamente. Sarà importante anche per questa prof.ssa frustrata ed impreparata: così facendo dovrà cambiare, per forza in meglio, aggiustando il tiro, cambiando il suo metodo e preparazione. Le farai pure un gran favore, alla sua vita e a quella delle persone attorno a lei che sta "intossicando".
Capito quanto può essere l'impatto positivo generale e quanti benefici può portare a tua azione che ti sembra ora inutile/vana e piccola? ;)
Agire per la giustizia individuale e collettiva è una delle azioni più nobili che possiamo fare come esseri umani. Possiamo/dobbiamo (in senso civico ed etico). Io tifo per te!
Come fai a sapere che ha vinto il concorso copiando?
Te l'ha detto lei?
Non diamo sempre le colpe ad altri per le nostre mancanze.
@@darkopeth1574 condivido. Me l'ha detto lei: davanti a tutta la classe, ridendo e scherzando, ha dichiarato di aver copiato al concorso con un orologio falso
secondo me si dovrebbe costringere gli insegnanti a fare un pochino (tanto in realtà) di psicologia dell'infanzia dei ragazzi in via di sviluppo,, io ho avuto un insegnante di matematica che diceva di essere una professoressa e non un educatrice lei doveva insegnare matematica mica pensare ai problemi dei ragazzi o del perchè non riuscivano nella sua materia. Vi dico solo che nella mia classe con questa prof solo 2 persone andavano bene su 23
Nel corso di scienze della formazione primaria, che prepara i maestri e le maestre delle primarie(elementari) e della scuola dell'infanzia, affrontiamo spesso psicologia dello sviluppo e pedagogia. Questo non vale però per i professori della scuola secondaria anche se servirebbe anche a loro.
@@Jason-hk6fx C'è da dire però che per la preparazione del concorso i temi della psicologia e della pedagogia sono trattati
@@matteopeca8702 magari in questi ultimi anni si fa così ma chi lo sa quanti anni abbia il prof in questione e se durante i suoi studi abbia avuto l'obbligo di studiare pedagogia
@@matteopeca8702 trattati ma forse non studiati fino in fondo secondo me, come dice anche l'insegnante nel video ci sono troppi secondo me la maggior parte insegnanti che o non sono adatti all'insegnamento o lo odiano proprio come lavoro e visto che la scuola si trova a contatto con i ragazzi nei periodi più delicati della loro vita lo trovò estremamente deleterio. Io non sono un hikikkomori ne ho mai avuto problemi a relazionarmi con la società nonostante abbia subito anch'io bullismo ma la scuola proprio a causa degli insegnanti l'ho sempre odiata (anche un po a causa di mia madre che mi colpevolizzava anche se palesemente la colpa era dell'insegnante) e ancora oggi se ci pensò mi sale rabbia e odio
è quasi sempre così. Io non sono stata un'insegnante, ma ho dato molte ripetizioni private, e i ragazzi sempre lo stesso mi dicevano: "al mio prof non interessa che noi capiamo o meno, hanno tutti l'insufficienza tranne un paio di persone". Raramente chi mi chiedeva ripetizioni era una persona pigra che proprio non apriva i libri per tutto l'anno. Tanto che con le ripetizioni private tutti poi passavano le verifiche
Quanta bellezza...mi sono venute le lacrime a pensare al mio percorso scolastico travagliato, passato a pensare di essere sbagliata perché poco attratta dallo studio e più dal disegno e alla musica. Oggi a ventitre anni sto riprovando il piacere di studiare per me stessa, per elevarmi come persona e per coltivare il mio "motivo di svolta" (come dice Davide nell'intervista). Completamente d'accordo sul discorso "selezione in entrata".
Sto diventando io in prima persona insegnante nelle scuole private di musica e mi rendo conto di quanto bene e quanto danno ho il potere di fare nello stesso momento. Ho avuto la fortuna di avere due genitori presenti, ma penso alle persone che oltre ad avere un percorso scolastico travagliato hanno anche problemi in famiglia...è tragico.
Questa intervista sarebbe potuta durare sei ore, e io l'avrei ascoltata tutta in un colpo lo stesso.
Grazie per portare avanti il tema dell'istruzione: la scuola, per come l'ho vissuta io, non aiuta a preparare per il dopo, sia esso lavorativo o universitario: io, che ero una brava studente, ho sofferto tanto, e sto ancora soffrendo, all'università.
Anni buttati, bruciati, perché mi sono mancati troppi strumenti per capire me stessa e quello che stavo vivendo.
L'istruzione, la scuola, è IL tema centrale su cui la società si dovrebbe interrogare.
E concordo tantissimo sulla necessità di educare alla "riflessione": nessuno riflette oggi, è sempre una guerra a chi ha più ragione.
Purtroppo finché avremo una politica che campa di ignoranza, l'obiettivo sarà sempre quello di lasciarla morire l'istruzione.
E poi, a 20 anni, ci ritroviamo a dover rivalutare tutto ciò in cui abbiamo creduto fino a quel momento perché hey, citando direttamente il professore dell'intervista, io non ho mai vissuto in un mondo in cui si vinceva tutti, ed io non volevo rimanere indietro.
Per la scuola si scende in piazza solo per parlare delle esigenze degli insegnanti ma non dell'educazione, l'ho semore riscontrato. Sembra quasi che la scuola sia nata per dare un'occupazione alle persone
La scuola è nata per altro ma purtroppo è evidente che ormai hai ragione. È diventato un posto di lavoro e nulla più.
Magari fosse solo la scuola in realtà tutti i lavori statali sono sfruttati in quel modo
@@r.f.680 Generalizzazione, forse vera in molti casi, ma che da fastidio a molti (tra cui me) che fanno bene (o farebbero nel mio caso) il loro mestiere con voglia e dedizione nettamente (NETTAMENTE, ne conosco molti) superiore a quelle di un dipendente privato medio.
Questo non è vero. Ogni volta che c'è stata una riforma ci sono state proteste per contestarle nel merito. Poi per me la cura delle esigenze dell'insegnante è centrale: se si vuole attrarre il meglio nell'ambito dell'insegnamento bisogna sganciare i soldi e anche tanti, non possiamo contare sempre sui martiri.
@@ultracritical2997 martiri? Essendo dipendenti pubblici sono tra i lavoratori più privilegiati in Italia.
Sono insegnante di scuola primaria e odio i voti, specialmente quelli numerici.
Quando un bambino svolge un'attività, in essa ci sono tutte le sfumature della sua personalità: il modo in cui i contenuti appresi si incastrano meravigliosamente con il mondo che già è in loro, la loro motivazione, le difficoltà incontrate... preferisco i giudizi ai voti numerici, per esempio una descrizione di ciò che hanno fatto, sottolineare come si sono impegnati e lodarli per questo. Un numero non restituisce tutto questo. Purtroppo le famiglie spesso ne sono ossessionate... dovrebbe davvero cambiare tutto.
I genitori di quei bambini sono condizionati dal sistema in cui sono cresciuti: hanno bisogno di essere pazientemente accompagnati nel cambiamento di aspettative.
In attesa che maturino la necessaria consapevolezza, la ringrazio io.
@@anairoanairo per fortuna non tutti i genitori, ma molti sì.
Dipende tutto dalla scuola però... questo ragionamento ha assolutamente senso se è fatto per medie e elementari ma alle superiori ahimè no... e poi onestamente il voto (e lo dico da studente che a scuola si è sempre fatto un mazzo tanto) è utile in quanto da un obiettivo concreto (a mio parere e per quanto mi riguarda). Poi non so... non sono un educatore... ma quando al liceo sentivo dire (guarda a caso da quelli che non studiavano nulla, copiavano ecc...) che i voti sono inutili e non valutano tutta la tua persona... (che è vero eh, ma non sono i voti sbagliati di loro, è che a volte alcuni non li sanno dare) mi saliva il crimine ecco...
Non so come verrà questo commento, spero bene ma in caso chiunque può tranquillamente correggermi.
Io da studente delle superiori posso dire, nel mio piccolo, che il voto conti troppo e che tale valutazione abbia un impatto più grande, non solo sulla media, ma anche sul carattere di uno studente, di quello che dovrebbe avere.
Io stesso questo metodo di giudizio lo trovo approssimativo perché non ti da, come avete meglio di me detto voi, un idea chiara di cosa tu abbia sbagliato nel tuo percorso; mi risulta quindi opprimente e confesso che, ancora oggi, seppur mitigata dall'esperienza acquisita, do una rilevanza troppo alta a quest'ultimo.
È difficile, anche, che io sia motivato dai voti che ricevo: tutti per la maggiorparte buoni, ma che inevitabilmente mi spingono ad allentare la presa, a impegnarmi di meno, cosa che faccio del mio meglio perché non succeda.
Viceversa, quando ricevo una valutazione negativa, tento, ma questo succede a prescindere, di autovalutarmi considerando tutti i possibili fattori che mi vengono in mente che mi hanno portato a quel voto.
Capite bene che trattandosi di analizzare un qualcosa che è limitato alla quella specifica valutazione, per niente omnicomprensivo, trovi non poche difficoltà e occasioni di sconforto.
Io amo questo tema, ho 18 anni ed essendo appassionato di miglioramento e psicologia, ho approfondito il lato psicologico di un voto basso o di un parere negativo che un insegnante ha su di te. La nostra autostima e mentalità influisce in maniera enorme nella nostra vita, forse è l'unica cosa che determina il successo (non intendo solo in termini pecuniari, ma intendo in termini di sicurezza personale, amor proprio, auto-efficacia percepita e oserei dire anche felicità).
Da piccoli siamo come "spugne" assorbiamo qualunque cosa e la memorizziamo, diventa un programma e viviamo la vita secondo quest'ultimo. Immagina quindi a 5 anni di sentirti dire sei inutile o sei stupido... I gesuiti dicevano datemi un bambino da 0 a 7 anni e ti mostrerò l'uomo. Ovviamente si continua a formare il nostro carattere anche dopo i 7 anni e quindi durante tutta la nostra carriera scolastica la nostra autostima viene modellata da voti e pareri di insegnanti e genitori.
Riguardo al fatto di "senza i voti non studia nessuno" io amo studiare, adoro leggere e informarmi sul miglioramento personale, amo la storia, il latino mi sta piacendo tanto (faccio il quinto scientifico) ecc. da 5 anni invece vado male in matematica (dopo essere uscito con 10 in matematica dalla terza media) per un periodo ho iniziato a credere di non essere capace di apprendere matematica, cosa non vera visto che più o meno apprendiamo tutti nello stesso modo, semplicemente non sono stati capaci a farmi vedere la bellezza e la logica della matematica. Come lo hanno fatto? A suon di "è così, lo dimostreremo dopo" oppure farmi memorizzare formule piuttosto di farmele capire...
Detto questo spero di non aver detto scemenze (Marco se leggi e vuoi correggermi fai pure, sono aperto a correzioni!) e spero di essere stato chiaro. Auguro a tutti una buona giornata!
La cosa dello studio mnemonico è verissima. Io a scuola andavo benissimo, ma di tutto quello che ho studiato non mi è rimasto nulla, perché non mi importava di nulla.
Voti significa logica della ricompensa/punizione; significa logica dell'autorità che decide cosa sia giusto e cosa sia sbagliato; logica del pensare che "io non conto nulla se tu non decidi cosa veramente conto"; logica del bisogno di qualcuno esterno a me che mi dica che vado bene o che vado male; logica della cattura del risultato a scapito della meraviglia della scoperta; logica della separazione tra me e te, tra me e i miei compagni di viaggio.
Questo mantiene l'insicurezza relazionale ed un senso di incompletezza.
Imparo a pensare che ci sia qualcosa di sbagliato in me.
Claudio Proietti o magari imparo a pensare che si possa sempre fare di più e meglio e che non sono un microcosmo perfetto da solo, ma con di migliaia di lacune che non colmerò in una vita ma devo provarci. Dipende dai punti di vista. Bisogna insegnare che un voto ha il valore di una valutazione di completezza e comprensione di una serie di informazioni molto importanti e non la valutazione di una persona. Se si insegnasse questo concetto non andrebbero eliminati i voti.
Claudio Proietti hai descritto perfettamente , mi sento come sulle montagne russe
@@mariachiaramas6527 il numero è sempre riduttivo, è un'etichettatura banale di un percorso e non aiuta, come invece potrebbe, un sano dialogo ed un'autovalutazione ragionata insieme agli altri. La scuola è una comunità, dove esiste una compartecipazione di energie e di comprensioni. Nell'apprendimento esiste una componente che viene spesso mortificata dal voto: la bellezza della ricerca e della scoperta.
Si può imparare ad amare la vita nella sua ricchezza e bellezza, così com'è, solo se non gli imponi una scala di valori e di giudizi. La scuola con la logica del giudizio, nega di fatto questo atteggiamento naturale del ragazzo, che finirà per prediligere la prestazione a scapito dell'esperienza. Al meglio non c'è mai fine, come se il qui ed ora non valga mai la pena di essere apprezzato ed accolto così com'è.
Quante volte abbiamo sentito dire: "avresti potuto fare di meglio"? Questo è proprio il simbolo di questa nostra società che non ama ciò che è e che vive nella costante ansia di raggiungere qualcosa di più che non arriverà mai perché la mente resta proiettata in qualcosa che non é.
E' così che abbiamo imparato a vivere nell'eterna insoddisfazione e nella ricerca di qualcosa che non è presente qui ed ora.
Sono una giovane insegnante (alle prime armi, ma con tanta voglia di imparare e migliorarmi), sono d'accordo sulla maggior parte delle cose dette. Sto per approcciarmi al concorso ordinario e sono estremamente d'accordo sul fatto che ci sia un grosso problema di selezione e scelta del personale e questo problema è connesso all'altro problema (di cui si è parlato) che è quello della formazione. Finché i concorsi sono basati sulla pura conoscenza mnemonica di informazioni non credo si possa avere personale realmente formato. Sarebbe necessario costruire appositi percorsi di formazione del personale docente che preparino realmente l'aspirante insegnante ad entrare in classe... questo non si ottiene con test a crocette!
Barbara Schiaffonati In bocca al lupo
Infatti, almeno per la secondaria, il test a crocette è preselettivo. Poi ci sono due scritti a risposta aperta che includono anche conoscenze sulla didattica e una prova orale. Senza considerare che bisogna avere i 24 CFU in materie molto trascurate in passato, ma che servono molto per l'insegnamento. Certo, c'è il problema che questi 24 CFU vengono spesso rilasciati anche se non si è preparati, ma questo è un altro problema. Questo chiaramente non sostituisce la prova nella scuola che è rappresentata dall'anno di prova, però, a livello formale, volendo fare le cose per bene, non si può dire che non venga richiesto nulla a parte le crocette. Il problema è che queste richieste vengono raggirate pur di entrare, perciò bisogna farsi un esame di coscienza a livello di società e non puntare sempre il dito altrove
@@josk6666 certo! Non intendevo dire che c'è solo il test a crocette (anche se questo è comunque vero per il concorso straordinario!!), ma essendo questo un test preselettivo escluderà dalla partecipazione chi non abbastanza fortunato o veloce nonostante magari abbia conoscenze (pedagogiche e/o di materia) migliori di altri. È ovvio che una selezione da qualche parte va fatta, ma, a mio parere, corsi abilitanti con esami (anche duri) in itinere sarebbero molto più formativi e porterebbero a una migliore selezione del personale, giudicato per quello che veramente sa fare e non per la sua performatività in un singolo momento :)
@@barbaraschiaffonati9083 il fatto è che ormai, con tutte le richieste che arrivano, ci sono test d'ingresso anche per i percorsi abilitanti :D
Sono d'accordo riguardo al concorso straordinario, e secondo me è uguale al problema delle graduatorie che vengono create senza nessun esame (se ne parla anche nel video). Soprattutto all'inizio si lanciano persone nel mondo della scuola che non sono preparate, poi ci sono quelle che si impegnano magari anche più dei colleghi di ruolo e sono più aggiornati, però un sistema non si può reggere nella speranza della dedizione e buona volontà, perché purtroppo scarseggiano e i casi di docenti appena entrati che si impegnano sono troppo pochi, ed è comunque ingiusto nei loro confronti non dargli almeno una formazione di base all'insegnamento. Credo che proprio la questione della graduatoria, ovvero l'inserimento per titoli senza altri requisiti, sia il punto più debole del sistema :(
Marco questo è un contenuto davvero di altissimo livello, complimenti! E un grazie a Davide per aver raccontato la sua esperienza con sincerità!
I tuoi video dedicati alla scuola e all'istruzione in generale restano i miei preferiti, Marco. Oggi poi, ospite eccezionale!
Sono cresciuta in una famiglia costellata di insegnanti, a cominciare naturalmente dai miei genitori, il che credo mi porti ad avere una visione del sistema scolastico e dei meccanismi che lo regolano molto più dettagliata di tante altre persone. Sia sentire le persone che intervisti che te parlare di questi argomenti riconferma e ridefinisce molte convinzioni che già mi ero fatta da tempo e molto spesso non posso che dirmi assolutamente d'accordo. Ammetto anche che probabilmente questi sono i video che più contribuiscono ai miei malumori da quarantena rivangando traumi vecchi di anni se non decenni, ma sapere che c'è qualcuno che cerca di migliorare le cose mi da un senso di speranza che non so nemmeno descrivere.
Continua così!
Sicuramente senza voti la scuola sarebbe MOOOLTO più piacevole
Andare a scuola per l'effettivo piacere di imparare e costruirsi il futuro con la propria creativà, e non per avere il mal di pancia per l'interrogazione nazista di turno? Nooo, sia mai
Meno utile, sarebbe a livello di un oratorio
Bella intervista! In generale sono d’accordo con ciò che dite, anche se secondo me la cosa più importante in assoluto per la scuola è l’insegnamento di educazione civica, educazione affettiva/sessuale, ed educazione digitale.
Il riferimento di Davide alla filosofia può essere sensato, ma secondo me più che studiare la filosofia in senso tipico, sarebbe più funzionale accennare dei concetti di filosofia, e di psicologia, proprio all’interno di queste materie (educazione civica, affettiva/sessuale, digitale), perché altrimenti fisiologia e simili rischiano comunque di essere troppo nozionistiche e “astratte” rispetto alla vita reale di un soggetto.
Tra l’altro, queste materie sono essenziali propri o alle elementari, perché è lì che si formano le principali strutture di pensieri in un bambino.
Queste sono cose fondamentali perché purtroppo oggi la gente non riesce a comprendere le proprie emozioni, non riesce a fare introspezione, non conosce la sessualità, non è preparata a risolvere in modo resiliente e costruttivo dei problemi di vita, ma soprattutto, come dice Galimberti, non è educata ai sentimenti, all’armonia sociale, è per questo che stiamo andando man mano verso una società più individualista.
Inoltre, personalmente, nel mio percorso scolastico, non solo non sono stato educato in questi comparti che ho citato, ma non sono stato formato neanche sul lavoro! Quanti di voi dopo un diploma avevano già tutte le capacità per mettersi a lavorare? Suppongo nessuno...
Non mi hanno mai davvero messo in condizione di sviluppare competenze fortemente lavorative e tecniche.
Per me la scuola è stata nozionismo, stop, nozioni culturali, storiche, formule matematiche, stop, sicuramente cose importanti da sapere come base culturale, ma ripeto nel mio caso non mi ha formato neanche alla “guerra del lavoro”.
Ultima cosa importantissima, è il ruolo di tutor/insegnante di sostegno, che dovrebbe essere rivisto e riadattato per tutti gli studenti (in numero molto maggiore rispetto a quelli presenti adesso), come garante del benessere degli studenti e controllo delle dinamiche relazionali e funzionali nelle classi.
Quindi deve fare anche da psicologo, da consulente, da controllo, da sostegno ai disabili ecc... deve avere la responsabilità e il potere legale sui fenomeni di bullismo e di abbandono scolastico, e deve essere il volto “umano” della scuola.
Insegnante = volto tecnico
Tutor = volto umano
E nelle classi devono essere presenti entrambi.
Chissà se arriveremo prima o poi a cambiarla la scuola...
Mi si apre il cuore nel sentire certe parole da un insegnante! Grazie!
Intervista illuminante, pensavo non fosse fattibile mettere in pratica un metodo del genere! Ero convinta violasse una delle tante normative dell'istituzione Scuola in Italia.
GTT great teacher tamagnini. Spero si riformi profondamente il nostro sistema scolastico.
Fatemi tirate fuori la polemica: per fare ciò però ci vogliono competenze, e gli insegnanti sono i primi a non averne, spesso.
La reference ad Onizuka😍
Alessio intenditore
"Anche se mi assento lo stato mi pagherà ugualmente".
-cit. Un prof qualunque
Davide mi sembra veramente una persona competente che ama quello che fa, servirebbero migliaia di insegnanti così innamorati della scuola ed innamorati degli studenti.
Non mi sento di condividere in toto la sua visione ma mi ha aperto un mondo che non conoscevo.
Grande Marco, ottimi contenuti come sempre
Ti ho trovato qui percaso ;). Cmq quando trovi professori che ci tengono veramente cambia tutto e ti appassioni a quello che studi.
La scuola mi ha sempre fatto schifo, spreco inutilee di forze, dove ci si impegnava solo per non sentirle su dai genitori. Si aggiunga poi il fatto di sentirsi dare dello stupido, del poco intelligente, che doveva fare il professionale e che non sarebbe mai stato capace di portare a termine una qualsiasi università. Fortunatamente i miei genitori mi hanno spronato, fortunatamente l'università mi ha dato qualcosa che la scuola non si sarebbe mai potuta permettere: possibilità di scelta, responsabilità, stimoli continui. Molte volte i ragazzi/e definiti stupidi, sono solo persone che non hanno ancora trovato qualcuno capaci di guidarli, qualcuno che creda in loro, nonostante tutto.
bell intervista!! complimenti all insegnate, si vede che ama il suo lavoro e ci mette passione... dovrebbero essere tutti così!!
È tutto un sistema che non funziona bene.. Dovrebbero fare meglio la selezione, ma dovrebbero anche pagare molto meglio le persone e valorizzare chi si fa in 4
Meravigliosa intervista! Grazie, davvero, di cuore. Valutando tutto, non c'è stato un solo punto che non abbia condiviso. Che meraviglia trovarsi tra simili! Questo video non giunge a caso, era proprio il momento opportuno (kairos!). Grazie infinite a Davide e grazie, ancora una volta, a Marco. Entrambi i vostri percorsi professionali evidenziano un meraviglioso senso di missione. Impegnamoci a creare ogni giorno il massimo valore, ognuno sulla propria rotta. Un carissimo saluto :)
Da docente di scuola superiore, riscontro un problema di fondo nel modo di intendere il voto, sia da parte di docenti, sia da parte degli studenti. L'idea diffusa è proprio che il voto di un test sia un obiettivo da raggiungere, quando dovrebbe essere solo un feedback su come è andata la prova (motivo per cui il voto va argomentato e non lasciato così nell'aria).
Mi rendo conto, però, che far cambiare punto di vista anche agli studenti è molto faticoso ad una certa età. Ormai sono anni e anni che raccontano loro la storia che "bisogna prendere il voto alto", mentre lo studente dovrebbe dimostrare di aver assimilato determinate conoscenze, addirittura oserei dire che dovrebbe avere come obiettivo quello di trasformarle in competenze!
L'esempio più immediato che mi viene in mente, e che tutti abbiamo presente, è la scena in cui il docente spiega le correzioni alla classe. Quello che noto è che, una volta saputi i diversi voti, sono veramente pochi gli studenti che si interessano a seguire la correzione. Questo perché per loro non è importante correggersi e notare spunti di miglioramento, tanto hanno già ottenuto quello che volevano: il voto.
Cosa insegni?
Comunque è bellissimo che sotto questo video siano intervenuti nei commenti tantissimi insegnanti. Di cui alcuni giovanissimi.
Quanta verità e saggezza nelle parole di questo docente. Magari fossero tutti così gli insegnanti. Nella scuola di mio figlio per mia esperienza la cosa che conta di più per i professori è la valutazione. Della persona non importa nulla
Penso che sia stata un' intervista moooolto interessante.
Ciò che, tuttavia, vorrei sottolineare è che esistono professori e professoresse che tendono ad avere atteggiamenti DOGMATICI e assoluti e, in quanto tali, non sono per nulla aperti alle discussioni, nemmeno a dialoghi nei quali poter capire se, ad esempio, il loro approccio, nei confronti dei loro studenti, sia giusto o sbagliato (parlo di un approccio relazionale, interpersonale, che, secondo me, dovrebbe essere alla base dell'insegnamento). Naturalmente, sto parlando della mia esperienza, dei miei 13 anni passati in questo contesto, quindi non voglio credere che non esistano scuole nelle quali si è sempre, o il più delle volte, aperti al dialogo. Ritornando, però, a ciò che dicevo prima, questi professori penso che siano più attaccati grettamente alla materia, ovvero al modo con il quale la propongono a noi studenti, che al modo con cui si relazionano con noi...
Io, francamente, non vedo l'ora che finisca quest'ultimo anno scolastico, perché sembra come se fossi stato uno spettatore, non potendo rispondere a frasi come "abbiamo il coltello dalla parte del manico", e, se mai avessi reagito, molto pacatamente e con discrezione, forse avrei pagato le conseguenze in un modo, più che in un altro (che sia il peggiore o migliore).
Va be', concludo dicendo che, in questa maniera, la scuola (che poi siano i professori o qualcun altro, non saprei, ma resto sul vago) credo inibisca lo spirito critico, atrofizzando il pensiero, se non l'individualità stessa, di ogni studente.
Vorrei tantissimo che venga promosso e concretizzato un nuovo modello scolastico che educhi veramente (nel senso etimologico, e-ducere "condurre fuori, tirare fuori").
Spero che il tuo progetto possa continuare ad espandersi e raggiungere il numero più ampio di persone possibile. Ciao Marco, e buona fortuna! :)
Mi ricordo ancora quanto ho pianto prima degli esami del quinto. Davvero troppo stress, ossessionato così tanto da quel numero che poi avrebbe rappresentato la mia valutazione finale, qualcosa che mi sono portato dietro anche negli anni successivi, insieme alla prima ed unica delusione amorosa della mia vita. Si ha come la sensazione che tutto quello che si è fatto durante gli anni sia stato inutile, ti chiedi che senso abbiano avuto tutti i tuoi sforzi se poi l'amico che ha fatto 1/10 del tuo lavoro raggiunge quasi il tuo "numero". I voti credo facciano più male che bene.
Bellissimo quello che dice sul lavoro e la preparazione degli insegnanti. Standing ovation per quello che ha detto su punteggiatura, filosofia, pensiero e percorso storico. Lo adoro!!! Ragazzi questa conversazione meriterebbe un pubblico più vasto❤️
Veramente un video spettacolare, si percepisce tantissimo la passione che anima Davide mentre parla di scuola e di didattica ed è stata veramente un'intervista ricchissima di spunti...Unica piccola cosa per Marco, secondo me dovresti goderti di più le interviste che fai, non pensare unicamente alla prossima domanda fare, ma partecipa attivamente al dibattito insieme al tuo ospite, secondo me potrebbero venire fuori discorsi super interessanti. Ancora complimenti ♥️
Chiacchierata dai contenuti stupendi, grazie ☺️
Sono pienamente d'accordo con questo insegnante, parecchi docenti non hanno voglia di insegnare.
Grazie Marco perché ogni volta porti a galla falle enormi del sistema società.
Volevo condividere con voi la mia esperienza, che si riassume molto semplicemente in: ho sempre dato attenzione ai voti, come è stato detto nel video, non per miglioramento personale, ma perché rappresentavano a pieno la mia persona in un'età in cui la scuola è tutto ciò di cui una persona ha esperienza. Sono uscita dal liceo con un 92, immotivata e assolutamente non pronta per affrontare una vita privata improvvisamente delle barriere del sistema della vita a scuola, e dopo un anno sabbatico ancora non so cosa fare della mia vita. Se è vero che sono una persona indecisa, è anche vero che la mia indecisione è il frutto di un overthinking costante dovuto al tentare di bilanciare le aspettative che nella mia micro-società familiare hanno sempre avuto di me, gli interessi che non ho mai coltivato perché i voti erano più importanti, ed il desiderio di indipendenza insoddisfacibile se non attraverso l'insoddisfazione di un posto fisso.
Va da sé che non volevo flexare il voto, ma mostrare una piccola parte di come la concezione del voto sia tossica per il singolo nonostante rappresenti il fulcro della "scolarizzazione" - parola che oggi mi dà i brividi -, sostituto economico dell'insegnamento alla self-discipline.
Grazie dell'attenzione baci
Una sola parola volutamente sgrammaticata: UAO. Quest’uomo è l’incarnazione di ciò che nel mio immaginario è l’ideale del bravo insegnante, del VERO insegnante. Sarò cinica e ignorante, ma onestamente non pensavo ci fosse qualcuno che mette in atto un simile tipo di didattica. Scoprire che nelle scuole italiane c’è gente come Davide mi ha dato sollievo... Ma siccome, mio malgrado, temo che siano ancora una netta minoranza, il mio più sentito augurio per la nostra scuola è che si vada riempiendo sempre di più di persone eccezionali come lui e come i tanti colleghi di cui ha parlato a fine video. 🍀🤞🏻 Complimenti davvero a tutti voi!
secondo me la scuola ti porta anche ad avere paura di sbagliare! che in realtà forse è l'unico modo più veloce per imparare.. successivamente questa concezione la si porta anche fuori dalla scuola, i giovani a quel punto hanno paura di buttarsi e rischiare per quello che amano..
Il metodo che usa l'ospite per mettere i voti lo trovo tanto semplice quanto geniale ed efficace! Sarei contenta di avere lui come insegnante per i miei futuri figli
Ormai la vita non ha senso.
Continuare a rimanere in camera a giocare a videogiochi,leggendo manga,guardando anime.
Mentre a scuola i prof si incazzano perché faccio molte assenze.
Cosa dovrei fare? Non mi aiutano,hanno capito che ho bisogno di aiuto per imparare qualcosa.
Ma i compagni,loro mi fanno rimanere a casa,o alcuni prof che sono ignoranti è non capiscono.
Poi arrivò la DaD,la mia gioia.
La mia regione oramai ha messo la DaD fino al 21 febbraio sono felicissimo!
Per me basterebbe che i compagni non mi rompano il cazzo è potrei imparare in pace.
Io sono all'ultimo anno di liceo classico. Nella mia esperienza ho sempre riscontrato questi problemi e li ho condivisi anche con compagni e, in rare occasioni, con i docenti. Onestamente non credo che ci siano molti studenti in Italia che difendono la scuola così com'è, ma come si fa a cambiare le cose? Non esiste davvero un modo per fare pressione politica a riguardo?
Si stanno affacciando a poco a poco le scuole con metodo Montessori, che hanno un approccio completamente diverso alla didattica, più paritario e creativo, nel rispetto delle inclinazioni di ogni bambino. Per ora sono asili e elementari, ma spero che nel giro di qualche anno si allarghino alle medie e alle superiori.
@@dropocean sono istituiti privati o pubblici?
@@immagranata6567 Ne esistono sia privati che pubblici, solo che ovviamente i pubblici non sono ancora diffusi sul territorio nazionale quanto i privati
Bravoooo!!!! Ci vuole una selezione accurata degli insegnanti.... è fondamentale ,mi sono trovata con insegnanti con pregiudizi verso l'alunno e quindi quest'ultimo etichettato senza via di uscita , insegnanti che a macchinetta spiegavano e se avevi capito bene altrimenti problema tuo e ci vuole un minimo di psicologia per capire i ragazzi
Un insegnante non è qualcuno che sa. Ma qialcuno che sa spiegare. Molti insegnanti sono svogliati e non trasmettono nulla.
Sono davvero molto d'accordo con i punti di vista emersi, tuttavia provo una grande tristezza. Io ricordo che a scuola fino alla terza media non c'erano voti con i numeri (come poi al liceo) ma i giudizi (buono, discreto, ottimo, sufficiente, insufficiente etc...) seguiti da righe di spiegazioni su cosa significasse, che aiutavano l'alunno ed il genitore a capire, senza 120 semafori (non è da pazzi passare da un solo numero de-personificante ad una cosa simile, un casino, ci vuole un corso solo per imparare a leggere la pagella di un figlio?!). Elementari (come si chiamavano una volta) e medie devono servire a formare la persona più che a fornire nozioni. Il liceo è un po' diverso. Al centro devono esserci sempre l'educazione e la persona, ma bisogna anche abituare gli individui a rapportarsi con dati oggettivi, con i giudizi oggettivi e puntuali che li attendono nella vita reale e non facilitata che verrà dopo e con il concetto di responsabilità - cosa fondamentale per diventare esseri umani adulti. Attenzione a non passare da un limite all'altro. Il problema non è il voto, che è solo un'etichetta e ha poca importanza come sia fatta ai fini della sostanza, può averne solo ai fini della comunicazione.
Il problema è cosa c'è dietro. Se educo un ragazzo a capire ed apprendere, valorizzando la sua persona attraverso l'insegnamento traendo talenti dalle diversità, costui saprà da solo che valore dare al voto classico piuttosto che ad altro tipo di giudizio. Guardate il dito, ma il problema è la luna. Se vogliamo formare degli adulti capaci di vivere nel reale e nelle sue sfide e non solo attrarre l'interesse di eterni bambini che non capiscono che ai diritti corrispondono pari doveri ci vuole qualcosa di più significativo. È così importante il voto o il non voto o è tutto il discorso che lo precede a doverci interessare?! Attenzione perché chi parte con certe proposte lo fa allo scopo di modificare la sostanza del problema educativo, ma quanti recepiscono le eventuali riforme senza esserne parte propositiva finiscono per cambiare etichetta senza mutare il contenuto del vasetto.
12:00 giustissimo
Inoltre il fatto che se togli il voto, gli studenti non studiano più non è vero. Anche perchè se si utilizza l'altro metodo dei colori per ogni argomento, alla fine dovranno studiare tutti gli argomenti finchè non diventino o gialli o verdi.
Invece con il metodo dei voti basta che ti studi benissimo un argomento e l'altro invece magari non lo sai, però nella media stai apposto.
Complimenti Davide, ti auguro un buon lavoro. Mi è piaciuta la domanda di Marco legata alla possibilità di applicazione del metodo anche nei gradi superiori, e penso che in parte la risposta l'abbiamo sotto i nostri occhi. Vediamo come stanno gestendo attualmente la faccenda degli esami di Stato per i ragazzi delle scuole superiori, ragazzi che pensano già oltre, agli esami di ammissione all'Università, e che si trovano limitati a dover rincorrere voti astratti e obiettivi nella maggioranza inutili, almeno dal punto di vista didattico a lungo termine. Sono nozioni che non serviranno per affrontare test specifici universitari, per i quali i ragazzi rischiano di non avere il tempo materiale per prepararsi.
Frequento il quinto anno del liceo linguistico, l'unico insegnante che non dà voti è il nostro insegnante madrelingua di inglese. Paradossalmente letteratura inglese è diventata la mia materia preferita e quella che più studio volentieri, questo perché con lui tutti noi siamo molto più tranquilli e socievoli. Mentre spiega siamo in grado di scambiare opinioni senza sentire la pressione di essere giudicati o di essere valutati. Mi ricordo molto di più quello che ho studiato a settembre di inglese piuttosto che di una qualsiasi altra materia dove vengo valutata costantemente.
Grazie marco per la valenza di questo bellissimo video con due persone che stimo tantissimo... Da diffonderlo ovunque.. Una conferma al mio modo di pensare che accende in me la strada da percorrere come insegnante e come genitore. 🙏 Grazie
Video fantastico. Durante il mio percorso nelle scuole superiori ho maturato l'idea che a scuola non ci debbano essere voti, ma ci si debba basare su un'attenta analisi autovalutativa. Quasi tutti i professori spiegano in modo tale che lo studente abbia come unico fine il voto, lo studio è totalmente finalizzato a quello; poi, se prendi un bel 9, la volta dopo sono bello tranquillo e magari evito di studiare o lo faccio molto blandamente. Invece l'obiettivo deve essere tutt'altro: in primis, in particolar modo per i ragazzi più piccoli (elementari e medie), evitare di creare condizionamenti psicologici nel ragazzo ed evitare di affibbiare etichette inutili (tu vali 7, il tuo amico 9, quello all'ultimo banco 5). Video stupendo e speriamo ci siano sempre più professori simili!
Si vede che è un insegnante. Quando ha chiesto a crepaldi la media tra 6 e 8 ahahahah. Ha trasformato un discorso in una interazione mirata ad ottenere un riscontro sull'attenzione .
Non ho visto neanche un minuto di video ma il mi piace parte solo per la maglietta arcobaleno
Un pensiero rivelatorio, che apre gli occhi. Sarebbe un sogno stupendo avere una scuola senza voti e gli incasellamenti degli studenti.
Questione interessantissima. Per me l'obiettivo sarebbe arrivare a un insegnante ogni cinque studenti: lì sì che puoi veramente fregartene dei voti.
Domani ho l’esame di didattica generale e c’è anche il suo libro in bibliografia, la lezione che ha tenuto è troppo breve e quindi eccomi qua.
Il voto dovrebbe definire un percorso? Secondo me un percorso é qualcosa di così soggettivo, specifico e univoco che non può essere giudicato da un punteggio numerico. La qualità della persona all'interno di una società non é definita un numero ma dal valore etico e professionale che si trasmette
tantissimi complimenti per il video e per gli approfondimenti che portate, devo dire che se avessi avuto insegnanti come lui, sia al maschile che al femminile, probabilmente tutti quanti ne gioveremmo. Non che gli insegnati o professori non ci mettano della lato umano nel loro lavoro, solo che la parte più austera a volte predomina sul lato più umano
ottimo video! bravi entrambi
Togliere i voti alla primaria é un discorso (di fatto é già cosí). Negli altri cicli non é cosí semplice, anche perché la scuola riproduce a suo modo la realtà.
I voti meritati non sono mai troppo bassi, sono utili a valutare le proprie capacità e spronano a migliorarle. Certo non c'é solo il voto, ma toglierlo é solo uno slogan il cui risultato finale e deresponsabilizzare insegnanti e studenti.
Bellissimo contenuto e interessanti considerazioni
Grande video!!
Mi sono emozionato
Ma si parla sempre di aggiungere qualcosa, una o più materie (giustissime) quando quello che mi è sempre sembrato di notare a scuola sono le troppe materie, la troppa roba da fare (probabilmente fatta male ma è un'altro discorso). Come si può parlare di educazione sessuale, educazione civica, educazione alimentare, filosofia in tutte le scuole... ecc ecc quando in molte scuole non si riesce a fare più materie come geografia? Ogni materia ha la sua importanza ma sarebbe bene selezionare quali sono quelle prioritarie per ogni grado ed avere un modello ben definito ed efficiente per valutare se è effettivamente possibile inserire tutte queste materie.
Il punto è che in un mondo come il nostro in cui l'informazione si moltiplica anno per anno le cose importanti da imparare sarebbero tantissime, ma il punto è che volendo su internet ottengo benissimo queste risposte, a cosa mi servirebbe la geografia se ho Google Maps ed al nome di ogni città che non conosco posso fare una ricerca in pochi secondi? In realtà alla base si dovrebbe capire COME imparare(insieme all'italiano e alla matematica) perché le cose da imparare sono troppe, trovo che tutte le "educazioni" citate da Marco potrebbero essere materie molto più importanti della singola geografia o scienza ecc... (Alle elementari, poi decido io crescendo come indirizzarmi), un educazione di tipo pedagogico è sicuramente più importante nell'infanzia di un educazione basata quasi solo sulla memoria...
@@oliverenfyus6054 si si su quello che scrivi sono d'accordo, specie nell'ultima parte. Quello che dovrebbe esserci però è un modello scolastico ben definito ed organizzato, cosa che adesso non c'è più di tanto.
@@oliverenfyus6054 ritengo comunque la geografia una materia valida che non si basa solo sulla conoscenza delle città di un territorio e basta ma sulla sua morfologia e sulla sua influenza nella storia dei popoli. Insomma se ci basassimo solo su internet che senso avrebbero i libri di scuola?
@@oliverenfyus6054 su internet trovi anche i terrapiattisti ...
Basti pensare che sono stati eliminati i temi soggettivi in molte scuole, le istituzioni dovrebbero capire cosa vogliono trasmettere agli studenti, non si è efficaci né nel preparare le persone al mondo del lavoro né alla società.
Bellissimo video!
Bellissima intervista
Assolutamente d'accordo sulla questione filosofia
Due super persone
Io sono uno studente che fa il terso superiore in un liceo artistico, in tutti questi anni ho trovato il 90% di insegnanti impreparati al mio problema, (in prima e seconda elementare le maestre dicevano a mia madre di punirmi essendo che davo l’idea di essere un bambino intelligente che non aveva intenzione di studiare), verso metà 2 dicono di aver finalmente capito dopo che andarono dalla specialista che mi ha cresciuto ma furono rare le volte in cui mi applicarono il PDP. Per accorciare vi dico che più o meno sono successe le stesse cose alle medie; Alle superiori dopo 2 anni e mezzo alcuni professori hanno detto finalmente che sanno come applicare il mio PDP ma viene applicato solo da 1 insegnante. Questo per far capire il grado di preparazione e di volersi prepare degli insegnanti ( scusatemi per gli orrori grammaticali che ci saranno sicuramente 😅)
La scuola è davvero deludente, a partire dalla primaria. Mia figlia al momento si trova in questa fascia di età, subisce lo stigma del voto basso perché non le si accende proprio nessuna luce. Potrebbe fare molto, ha tutte le capacità ma è come se "in casa non ci fosse nessuno", non viene per nulla catturata o stimolata. Mi domando, anzi domando all insegnante intervistato, se la scuola fallisce un genitore cosa può fare per cercare di "rimediare"?
Io da studente delle medie che ha detestato le elementari,
Il tipico a cui dicono “se si applicasse avrebbe tutti dieci” per intendersi, ero interessato solo alle 2 ore ogni anno che avevamo di informatica.
A tua figlia dico solo di fare il minimo indispensabile e di coltivare le sue passioni fuori dalla scuola come ho fatto io ho imparato a programmare in 3 linguaggi diversi.
Dopo che avrà una passione semplicemente dille che se non va bene a scuola non la potrà praticare, e così si impegnerá.
È ovvio che se stai a guardare ogni minuto il suo diario per vedere che compiti ha se li ha fatti e se li ha fatti bene avrà 10, ma i genitori elicottero sono il peggio.
Non indirizzare troppo tua figlia per la scelta di delle scuole superiori prestigiose, falle fare quello che le piace
Alle elementari/medie anche se prende qualche insufficenza non è un problema quindi invece di andare in una scuola privata in cui compri la promozione per poi avere le duplici mazzate al liceo anche no, piuttosto segui i primi punti per farla migliorare.
E niente spero di essere stato di aiuto ho solo descritto come vorrei che fossero i miei
@@bulug5421 Ti auguro di riuscire al meglio in ciò che ti appassiona e spero lo stesso valga mia figlia, grazie mille per la tua risposta sincera
@@bulug5421 bella risposta! La più intelligente letta fino ad ora! Spero che un giorno tu abbia dei figli, sei un bambino molto sensibile e intelligenze e saresti un ottimo padre!
Bravissimi concordo pienamente voi inoltre i togli note persone un studente perché con note un non impara vera un esempio da una nota al bambino perché a fatto rabbia in classe il bambino non impara che non bisogna fare arrabbia perché non rispettoso verso gli altri ma solo per non aver nota. Comunque voi siete bravissimi
Sono una studentessa non più giovanissima di didattica dell'italiano agli stranieri e ho ascoltato con molto interesse la discussione. Sono contenta che ci siano insegnanti anche in Italia che hanno voglia di cambiare le cose. Ed è vero che ci sono tante persone che accendono all'insegnamento senza abilitazione ma non sarebbe più giusto pensare a dei metodi per insegnare ad insegnare già all'università? Diventare insegnanti abilitati mi sembra sia diventato sempre più complicato, un labirinto che cambia costantemente e in cui è facile sentirsi persi. È così sbagliato che un neolaureato con la voglia di insegnare desideri immediatamente inserirsi nell'elenco delle MAD?
Gli insegnanti: la categoria che più odio al mondo (più dei politici). Gente che non fa un'emerita minchia (eccetto casi eccezionali) ma che si lamenta dalla mattina alla sera. Messi lì a dire quattro parole in croce e fottersi lo stipendio ogni 27.
infatti io che non me la cavo bene a memorizzare informazioni ed eventi prendevo 6 o 7 al massimo, tuttavia se tu mi insegni la logica dietro a qualcosa riesco a farla bene (di solito) cosa che i miei professori facevano solo in rari casi.
Volete oggettivamente troppo dalla scuola, inserendola in un discorso generale e statale. La scuola non è necessariamente un sistema educativo talmente a tutto tondo da plasmare in toto le persone fino all'ultimo. La scuola è uno strumento per dare delle competenze alle persone perché possano interfacciarsi con gli strumenti giusti alla vita. Ma non si può chiederle la luna, oggettivamente. Non possiamo dire per sempre a tutti che sono stelline speciali della conoscenza teoria (perché tant'è). E' una triste verità che non siamo tutti uguali, perché cercare sempre di livellare il tutto o peggio di far capire a tutti che nella vita tutti possiamo fare tutto? Non è vero, solo che troviamo questo metro accettabile per esempio in ambito sportivo ma non in ambito intellettivo. Faccio un esempio parlando di ciò che un po' conosco: la danza. Per essere un'ottima ballerina classica devi avere determinate caratteristiche fisiche e una dedizione spaventosa (fino alla sopportazione di dolori fisici notevolissimi), per poter performare al meglio gli esercizi più difficili e non ci sono santi. Vogliamo far finta che tutti possano essere bravissimi ballerini ultra espressivi e che abbiano qualcosa da dire col loro corpo, ma il risultato sarebbe spesso e volentieri grottesco e nessuno pagherebbe più per vedere il balletto. Bisognerebbe dimensionare la scuola a ciò che è: un luogo dove apprendere alcune conoscenze fondamentali. C'è chi si scoprirà portato per il lavoro in ambito più mentale per talento e dedizione e chi no. Ma perché sentirsene offesi? Magari oltre alle competenze di base matematiche un ragazzo dopo le elementari-medie non ne vorrà assolutamente sapere di matematica e connessi vari, perciò prenderà dei voti bassi: magari quel ragazzo potrebbe essere un ottimo artigiano del legno e porterà al suo ex-compagno di scuola portato per la matematica tutte le sue fatture perché l'altro sarà il suo commercialista. Per le elementari posso anche capire un metro di valutazione più coinvolgente per genitori (per me vero problema della società) e figli, ma dopo di che bisogna iniziare a fare delle differenze, ma perché queste esistono e non è un male, è solo la complessità dell'essere umano e le sue infinite varianti. Per me gli interventi maggiori servono sulla genitorialità a livello culturale, perché fintanto che un commercialista sarà riconosciuto più degno di un falegname dai genitori, ci saranno hikikomori e insoddisfatti. Arriva un punto nella vita in cui probabilmente si capisce per esempio se un figlio è portato o no per l'università e se non la si fa VA BENE COSI'. Preferirei parlassimo di più di riattivare l'ascensore sociale non solo in salita ma anche in discesa, perché sono stufa che attorno a me sia concepito il "gene dentista" o "il gene avvocato" e di migliorare la meritocrazia in questo paese a tutti i livelli, smettendo di essere protagonisti in prima persona di una serie di piccoli scempi che visti in un quadro più ampio hanno creato le fratture attuali del paese economiche e anche sociali. Non serve eliminare i voti da scuola se non per lenire delle insicurezze che non vengono assolutamente da essa come strumento, ma dall'esterno.
Più che altro secondo me sarebbe utile avere dei club post scuola come in Giappone ed in generale cercare di aumentare la spinta su più fronti e smettere di avere professori che hanno meno degli studenti di stare in aula
@@mirylnorvaarbalest3189 certo si potrebbe fare una scuola media e superiore all'americana, con diciamo mattinate con le materie fondamentali e la possibilità di scelta di corsi avanzati accademici (matematica avanzata, fisica avanzata, lingue aggiuntive, lingue classiche, approfondimenti storici o artistici etc.) e/o corsi aggiuntivi che divergono dalla concezione di scuola classica (quindi corsi di strumento, attività sportive, disegno, artigianato di vario tipo, cucina, cucito etc). A me questa prospettiva non dispiace, ma riconosco che per la struttura attuale della scuola italiana e i soldi di cui oggettivamente lo stato dispone è difficile e costosissimo e provocherebbe la rivolta di migliaia di persone che privatamente organizzano tutti questi corsi. E' molto difficile ma è una proposta MOLTO più seria che eliminare i voti perché ti senti giudicati come persona da questi, quando non è quello il loro scopo.
@@mariachiaramas6527 Boh, i miei non hanno mai preteso che prendessi un voto alto, ma che imparassi, su questa base, effettivamente i voti sono inutili... Poi va bè, le valutazioni devono avere un senso...
Non mi puoi giudicare per una data o un nome in letteratura, Arte e Filosofia... Non è storia, non sono fatti, bisogna sviluppare un senso critico, non sapere tutto😅
Poi va bè, la partenza deve essere avere un professore che insegni... Puoi anche mettermi un nobel alla fisica, ma se mi spiega tutto, Relatività e fisica Quantistica compresi facendo leggere un compagno e nel mentre ti vai a prendere un caffè... Mi hai messo un coglione come insegnante
Arbalest Arx-7 certo, la selezione degli insegnanti è importante di sicuro e tu sei stato fortunato con i tuoi genitori, fortuna che non hanno tutti. In generale richiedere una maggiore vocazione nei confronti dell’insegnamento è importante e quella è una riforma fattibile, per avere insegnanti più preparati 👌🏻
@@mariachiaramas6527 Poi va bè, io odio abbastanza i prof a priori... Anche solo perché fanno metà delle mie ore, hanno il doppio delle ferie e beh, tantissime brutte esperienze... Tra le quali l'aver detto ai miei genitori che da grandi, bambini come me, diventano delinquenti😅
O l'avermi dato pubblicamente una colpa, per poi non ritirarla dopo aver scoperto che non c'entravo...
E comunque a 21 anni, posso dire di essere tutto meno che un deliquente😂
siete consci che volendo aggiungere le materie , sacrosante, delle quali parlate significherebbe rendere necessario un tempo scuola che comprenda anche il pomeriggio? Questo soprattutto nei professionali dove le materie di laboratorio già li costringono a stare a scuola molte più ore dei privilegiati dei licei. Teoricamente è tutto bello, io personalmente ci starei anche a scuola nel pomeriggio, ma i ragazzi? Chi lavora (e non sono pochi), i disabili sarebbero svantaggiati e allora addio inclusività.
Chi lavora, chi fa sport ma anche il tempo libero. Tutto è importante. Non si possono passare tutte le ore del giorno a scuola.
L'unico insegnate a cui sono grata è la mia maestra di italiano delle elemtari. Possiamo dire che è stata lei a indirizzarmi verso quello che sono ora (anche se sono passati solo una manciata di anni). Spesso alle elemtari i primi giorni di scuola ti dicono di portare quello e quell'altro e suboto mi aveva colpito la prima voce della lista che ci aveva consegnato la maestra di italiano: un cuscino. Io non capivo, ma l'ho portato comunque a scuola e quando tutti avevano portato questi cuscini andammo in cortile e ci seddmmo in centro su questi cuscini. La maestra si allontanò da noi e tornò con una pila di libri. "Bambini, c'è qualcuno che sa leggere?" una mia comoagna alzò la mano e lesse qualche pagina di un classico (credo Peter Pan). Quando questa compagna finì di leggere, la maestra si alzò e disse: "Sapete cosa sono questi?" rispondrmmo in coro "Libri" "No, avete sbagliato. Questi non sono libri, ma saranno le vostre ali e i vostri tesori. Teneteli stretti e vi faranno vedere la strada"
Grazie a questi discorsi io ho imparato a leggere, ma non a leggere nel vero senso della parola, la mia maestra mi ha insegnato ad amare i libri, ad entrare nei libri. Ora faccio la seconda media e i libri mi hanno cambiato la vita, però non vi annoierò con la mia storia, ma sappiate che nei momenti difficili avvenuti in quella stessa classe, i libri mi hanno aiutato.
io penso cje per migliorare la selezione dei docenti, chi insegna non dovrebbe solo avere la laurea della materia che insegna (esempio: studio lettere antiche -> insegno greco e latino) ma dovrebbe avere anche una certificazione delle competenze all'insegnamento, come questo maestro, così ci sarebbero insegnanti veramente appassionati al loro lavoro (perché il percorso sarebbe più lungo e quindi disincentivante per chi si ritrova a fare il professore solo perché non sa cos'altro fare), che quindi saprebbero anche rendere più "appetibile la carota", rendendo possibile l'eliminazione dei voti; e naturalmente avrebbe le competenze adatte, saprebbe ckme funziona l'apprendimento, che io penso che sia fondamentale per questo lavoro
Ma poi da studentessa posso dire che anche se sei un individuo che prende tutti voti alti, devi costantemente essere al meglio della tua forma: se ad un compito in classe il docente decide di partire da 9 come voto massimo e non da 10 o addirittura di partire da 8 come voto massimo (cosa non rara e totalmente ingiusta e ingiustificata, piuttosto fammelo più difficile e parti da 10) basta una risposta sbagliata per abbassare la media anche se sei preparato e studi sempre.
Inoltre veramente troppo spesso i docenti prendono davvero alla leggera le valutazioni e se chiedi troppe spiegazioni o insisti per fare un'ulteriore interrogazione per un voto più alto, si irritano anche! Dicendo che non dovremmo studiare per il voto ma per passione e io sono d'accordissimo, ma allora perché queste affermazioni le fate solo quando fa comodo a voi, quando non ci volete dare le dovute spiegazioni e poi nella pratica vi basate rigidamente ed esclusivamente su quelli (talvolta messi anche con tanta superficialità)?
Quanta ipocrisia
Video interessantissimo
Condivido sul fatto che molte cattedre continuano ad essere occupate da persone che hanno scelto l'insegnamento come ripiego e non per vero interesse, e che questo sia molto dannoso. Sono però convinto che la situazione stia man mano migliorando, dato che sta diventando sempre più difficile intraprendere questo percorso, che richiede quindi un preciso interesse in tal senso fin dall'università. Sono infatti richiesti cfu in ambito psico-pedagogico e una notevole preparazione in tali materie ai fini del concorso, per qualunque materia di insegnamento.
L'idea di cambiare metodo di valutazione potrei condividerla, ma resto forse un po' più convinto di voi che a volte sia difficile che alcuni ragazzi trovino la giusta motivazione allo studio se non sono in qualche modo costretti. Quindi un po' capisco gli insegnanti che dicono che il voto li aiuta molto nel loro lavoro. Parlo in particolare della scuola secondaria, dato che alla primaria la mole di lavoro richiesta ai bambini è chiaramente minore. Sicuramente l'insegnante deve stimolare, catturare l'attenzione, far appassionare alla materia. Resta il fatto che se finita la lezione lo studente non apre un libro perché, e mi pare anche comprensibile, a quell'età ha altro per la testa e non ne ha voglia, non raggiungerà comunque buoni risultati. Il voto numerico può non essere la soluzione migliore, ma una valutazione è indispensabile, per riconoscere le capacità, ma anche per dare un riscontro immediato concreto all'impegno del ragazzo e per responsabilizzarlo.
il problema è insegnare filosofia o storia della filosofia
Se questo video lo vedesse la mia prof sarebbe in completo disaccordo. Io (da studente) sono molto d'accordo perché la scuola serve per imparare e non per essere classificati non solo tra gli studenti ma anche per i professori che si basano sui voti per individuare gli studenti.
Esempio:
Sono un alunno del 2 liceo e faccio scienze applicate non per le scienze, ma per l'informatica. Informatica è la cosa che sto studiando di meno perché alcuni miei professori mettono ansia, pressione e voti bassi e da alunno nonostante odio questa classificazione mi devo adeguare perché (ovviamente) non è una mia decisione. Secondo me licei diventano molto meno stressanti, e più interessanti e divertenti con delle interazioni tra lo studente e l'insegnante, sarebbe una vera e propria rivoluzione che potrebbe arrivare da un momento all'altro. Basta pensare ad esempio che all'inizio della scuola si davano le "bacchettate" sulle mani che sono state abolite quindi tutto è possibile.
Se non ci fossero voti quasi nessuno studierebbe. I voti, belli o brutti che siano, non sono una cosa negativa. Non indicano quanto vale una persona, non indicano un mero obiettivo da raggiungere. Indicano un riconoscimento (in caso di voti positivi) o un modo per dire che quello che è stato fatto non è sufficiente e dovrebbero spronare a fare di più la prossima volta.
@@Sere92lily per quanto non possano indicare ció, il messaggio compreso è proprio questo
@@dinkleberg9682 Allora ciò che è da cambiare è il messaggio che danno, non cancellare la loro esistenza.
@@Sere92lily per me sarebbe inutile, alla fine sperimentare non fa male si potrebbe provare. Un voto non può essere cambiato di significato.
Davide è pagato da Rick Dufer e dalla lobby dei filosofi.
Meravigliosa intervista che condivido subito.
Secondo me, comunque, non è che non ci sia spazio per le materie umanistiche: è che vengono affrontate principalmente come storia delle varie discipline, come materie in cui memorizzare dati, mentre lo scopo primario dovrebbe essere la produzione di filosofia, letteratura, arte, lo sviluppo un pensiero personale e critico. E a questo punto, tra l'altro, non ha senso l'assenza della storia della musica, del teatro e del cinema in questo quadro di storia delle discipline, perché sarebbero tasselli fondamentali per la ricostruzione storica.
Le materie scientifiche hanno lo stesso problema, secondo me: si tratta di memorizzare regole e applicarle in contesti predisposti appositamente, mentre sarebbe urgente imparare ad esercitare il pensiero scientifico, e a farlo anche nella vita quotidiana. Per questo lamento il poco spazio assegnato in tutti i gradi di scuola alla fisica, alla chimica, all'economia e all'informatica.
Capite adesso perché il paese va in rovina ?
Parliamo dei programmi scolastici? Perchè io che ho scelto il liceo d’arte devo avere quasi lo stesso programma di chi fa il linguistico o il classico? Fisica, chimica, matematica
Perchè la fisica, la chimica, la matematica ti servono a capire il mondo e ad essere un cittadino responsabile.
Ma se nel video una delle cose piú importanti dette é che non deve esistere una gerarchia nelle materie.
Ciao Marco vorrei che tu vedessi un video
....come fiamma s'accende da fuoco che balza...
Qui c'è bisogno di una Rivoluzione studentesca. Non si può andare avanti così
siamo un paese troppo retrogrado per attuare questi tipi di cambiamenti fondamentali....
Sono proprio i sognatori che tracciano i progetti per concretizzare il cambiamento. Qui abbiamo un ottimo esempio di "tracciatura" sul campo
@@claudioproietti9233 io sono mega pro a togliere i voti a scuola pero' mi sembrava giusto ricordare che siamo un paese retrogrado ai livelli massimi e figurati se toglieranno mai il voto prima dei prossimi 50 anni
@@matteocercaci5320 il livello di un paese lo crea le persone che lo contengono e, secondo le leggi dell'attrazione, se coltivi i tuoi pensieri verso un certo benessere, quello aggrega persone e condizioni per realizzarlo. Non so quanto tempo ci vorrà, ma non serve aspettare che altri ci mettano le loro energie, se non cominciamo noi a fare la nostra parte.
@@claudioproietti9233 infatti il problema sono le persone che in questo paese ci vivono, finché alle critiche ci viene risposto a noi ragazzi di lamentarci meno perché "prima si stava peggio" o "devi solo studiare di più" ci sentiremo sempre più delegittimati nella nostra voglia di cambiamento. La cosa ancora più agghiacciante è il terrore da parte dei ragazzi nel criticare l'operato dei professori rivolgendosi direttamente a loro, terrore dovuto ad eventuali ripercussioni che ci si potrebbe trovare a subire, creando un clima di continua omertà tra gli studenti per colpa della figura del professore spesso vista come dispotica.
Silver Skull conosco bene quella sensazione di impotenza e repressione...
Il mio invito è di frequentare persone libere e ricche di umanità e capacità di comprensione, che amino la ricerca e la scoperta, capaci di vedere i vari aspetti di una stessa questione e di accogliere ogni diversità come una ricchezza e integrazione. Ciascuno di noi è speciale, se sappiamo accoglierlo e valorizzarlo.
È il cambio di paradigma a questo sistema oppressivo dominante.
Nella mia scuola non davano voti.
È Tedua se fosse un prof
perché in parlamento non ci sono persone del genere?
da quando nasci, i voti servono a collocarti sul mercato
Mi piacciono i video portati sul canale perché danno tanti spunti di riflessione, ma poi guardo i commenti che sono sempre d'accordo al 100% e mi sento un po' una voce fuori dal coro. La scuola dovrebbe senz'altro insegnare la bellezza di imparare cose nuove e l'amore per la cultura. Inoltre è senz'altro uno dei primi campi di battaglia su cui ci si fa le ossa, si fatica e si fanno dei sacrifici, perché così è la vita. Mai bisognerebbe mortificare gli studenti e sempre trattare tutti con rispetto, tenere a mente che un voto basso oggi non ti preclude di eccellere domani. A me i voti sono serviti come stimolante, non mi sono mai sentita un numero perché io riconoscevo che su quel foglio c'era SOLO il numero. Capire che non si è quel che si sa deve venire da dentro e anche un po' da fuori tramite l'insegnante che ti deve ricordare che la conoscenza è importante, ma la tua persona di più. Molto spesso sento dire da studenti "per lui sono solo un numero, solo un voto, qualunque cosa faccia prendo 4", e lì ci sono due strade percorribili: stai effettivamente facendo il massimo? Sì ->allora l'insegnante è indegno del suo ruolo. No-> faccio di più, se il risultato non cambia ritorno alla domanda iniziale. Se togliamo i voti alle elementari poi saremo costretti a toglierli alle medie, al liceo e all'università, per evitare l'ancora più brusco passaggio fra non avere voti e averli. E cosa succederà quando non si potrà constatare quanto, che ne so, un medico ad esempio, sappia quando esce dall'università? Anche dopo la scuola saremo sempre sottoposti a giudizi, ma se la scuola non ci rende forti davanti a questi e non ci insegna a migliorarci, per me non sarebbe più la stessa cosa.
Secondo me alcuni insegnanti non sanno dare i voti, infatti una valutazione esprime quanto una persona sia in grado di utilizzare certe competenze e conoscenze, almeno così è come è scritto nella scheda di descrizione dei vari voti della mia scuola superiore.
Ora a conoscenza di questo, come può qualcuno dimostrare ciò in un test a crocette o peggio ancora in un vero o falso?
Non mi piace dirlo ma purtroppo è così.
Certo ci vuole del gran coraggio a dire che nella scuola italiana ci sono troppe materie scientifiche e troppe poche materie umanistiche.
Un saluto alla grande massa di studenti che non conosce le basi della teoria della relatività generale e di quella dell'evoluzione per selezione naturale, ma sa vita morte e miracoli di Dante, letto e riletto Divina commedia e Promessi sposi, studiato 3 volte il Medioevo e imparato gli autori Rinascimentali uno per uno.
Finché ci saranno i voti ci sarà anche lo studio mnemonico, correggetemi se sbaglio
Non sbagli. Oppure teniamoli ma usiamoli come fanno in Finlandia
@@Luca-gm3pn come li usano ?
@@pietroferramola5969 ad esempio la anche se hai fatto 4 esercizi su 10 puoi comunque prendere 8, perché per loro conta anche l'impegno
Non sono d'accordo sulla parte delle materie umanistiche...
Premetto che io ho fatto un ITIS e ora ingegneria.
Ci sono troppe cose importanti da sapere per essere un minimo autosufficienti e per capire come funziona questo mondo e purtroppo non c'è tempo di studiare bene cose come latino/filosofia/... Forse non ce n'è per nulla.
La scuola DELL'OBBLIGO ha tempi limitati su cui può agire e deve agire anche su coloro che si fermeranno all'obbligo.
Sono dell'opinione che queste materie potrebberero piuttosto essere integrate nei corsi universitari anche scientifici... Sarebbe più sensato... Anche se francamente io non ne sento il bisogno.
Voti senza scuola sarebbe meglio🤣🤣... Ovviamente la mia è una battuta 😁
Ahahahah rido da due settimane
@@ludovicaobb9754 mi fa piacere :-)
perchè alle medie in mate riuscivo ad andare dal 7 al 10 e alle superiori non arrivavo al 6???
Io il contrario. Perché ho scelto una scuola che mi piaceva e non potevo permettermi (economicamente) di perdere un anno.
@@ingridprestopino6441 i miei prof delle superiori tranne un raro caso sbraitavano e scleravano, cosa si può apprendere?
@@ziobonfa96 io ne avevo una inetta, ma la materia era interessante in se. I miei allievi scelgono l'artistico solo ed esclusivamente perché pensano di non fare un cazzo. E ti costringono a sbraitare perché non hanno rispetto né per la mia salute né per la loro. 3 anni d'insegnamento e sto diventando sorda. L'interesse e la passione x l'arte è pari a zero già al momento dell'iscrizione e se gli dico che a me del voto non interessa una fava, loro continuano a sbavare per i voti come cani di Pavlov! Per non parlare del fatto che il 6 in una materia d'indirizzo è una vergogna.
E aggiungo.. sai quando arriva il maggior interesse? Quando all'insegnante parte una parolaccia.. lì hai il picco d'attenzione, quando gli racconti cagate se le ricordano dopo anni... perché sono trattati da bambini e tali rimangono, puoi ottenere impegno e interesse solo da chi ha avuto bastonate tali dalla vita che capisce la contingenza dell'apprendere anche se il prof ti sta sul cazzo. Detto ciò è vero che molti colleghi sono osceni, ma ci vuole anche varietà negli approcci.
@@ingridprestopino6441 dove andavo io nelle prime e seconde scappavano perché rischiavano la salute, ma poi anche nelle classi successive non andavamo meglio, e ormai gli studenti non erano più dei bambini casinisti