Gian Mario Anselmi - Machiavelli e la forza della giovinezza - 20 febbraio 2014

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  • Опубликовано: 10 мар 2014
  • Lezione di Gian Mario Anselmi al Dipartimento di Scienze umanistiche dell'Università di Catania (20 febbraio 2014)
    Il video propone un ampio estratto della lezione su "Machiavelli e Il Principe" tenuta il 20 febbraio 2014 presso il Dipartimento di Scienze Umanistiche dell'Università di Catania. Gian Mario Anselmi insegna Letteratura italiana nell'Università di Bologna, ha collaborato alla Letteratura italiana Einaudi e coordinato per l'Edizione Nazionale delle Opere di Machiavelli, presso la casa editrice Salerno, i volumi dedicati alle Istorie Fiorentine e agli scritti storici di Machiavelli, di cui ha curato anche, con Carlo Varotti, Le grandi opere politiche (Bollati Boringhieri, 1992-93). Tra i suoi libri, nella collana "Per leggere i classici italiani" della Le Monnier, si segnala in particolare il volumetto su Niccolò Machiavelli, scritto assieme a Nicola Bonazzi. La lezione è imperniata su due celebri capitoli de Il Principe: il XVIII (In che modo i principi abbiano a mantenere la fede) e il XXV (Quanto possa la fortuna nelle cose umane, e in che modo se gli abbia a resistere). La chiave di lettura di Gian Mario Anselmi propone un Machiavelli che continua a parlare alla nostra modernità, inquieta e lacerata, perché ha intuito per primo, con una lucidità sconcertante, la radice anche ferina dell'uomo, l'atavica pulsione animale che ne guida azioni e comportamenti. Ma ha altresì compreso che tale pulsione può essere una risorsa di cui vanno sfruttati tutti gli aspetti positivi nella costruzione di uno spazio privilegiatamente politico, dove forza, intuito e istintiva capacità decisionale sono gli elementi in grado di determinare la sopravvivenza di uno Stato. Percorrere l'opera di Machiavelli, a partire dai testi fondativi della moderna arte politica come il Principe o i Discorsi, fino alla caustica corrosività della Mandragola o dell'Asino, significa fare i conti con una materia magmatica e incandescente, capace di restituire alla parola una dimensione di fisica evidenza, se non addirittura quella tensione agonistica e conflittuale entro cui si sono andate progressivamente consolidando (e non paia un paradosso per l'autore del Principe) le basi delle moderne democrazie occidentali

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