Che bèl sentir! Gràssie par la spiegassion. Me ciamo Leonardo, son bresilian, nassù al Brasil, magari i miei antenati i é vegnui de le regione del Veneto e del Trentino. Noantri qua parlon 'na léngoa che l'é na mescolansa de 'na sbranca de dialeti portadi par i imigranti, squasi tuti del nord de la Itàlia, e ghe ciamon de Talian. La nostra léngoa qua l'é stata anca riconossuda par el goerno brasilian come "léngoa de imigrassion". Mi, ognitant, vardo ai to vìdii qua e i me piaz gran tant, me toca solche ringrassiarte. Mi son capasse da capir squasi tuto del italiano gramatical, magari son mìa bon da parlarlo gnanca più scrìverlo. Fào lora la tradussion in bresilian/portughese.
Que bom ouvir! Obrigado pela explicação. Chamo-me Leonardo, sou brasileiro, nascido no Brasil, embora os meus antepassados são vindos das regiões do Veneto e do Trentino. Nós aqui falamos uma língua que é uma mistura de vários dialetos trazidos pelos imigrantes, quase todos do norte da Itália, e a chamamos de Talian. A nossa língua foi até reconhecida pelo governo brasileiro como "língua de imigração". Eu, de vez em quando, assisto aos teus vídeos e gosto bastante, devo apenas agradecer. Eu sou capaz de entender quase tudo do italiano gramatical, embora não o consiga falar nem menos escrever. Faço então a tradução em português.
Ho sentito parlare questa cosa per la prima volta solo alcuni mesi fa. È abbastanza bizzarro a pensarci. Quanti saranno a parlare questa lingua? E in che posto?
Ciao, ho 15 anni più di te e vivo in Piemonte. I miei genitori, tra loro, parlavano in dialetto. La perdita del dialetto tra i giovani la vivo come la perdita di un nonno saggio e affettuoso: mi addolora.
@@PodcastItaliano lo parlo talvolta e lo capisco perfettamente ma non lo uso nel quotidiano, non come un'abitudine quantomeno, (lo si usa più per scherzare tra amici), e di conseguenza non lo trasmetto alle mie figlie. Peccato.
@@francescoguerra7787 ciao, se non è naturale per te una certa lingua o un certo dialetto, che magari comprendi perfettamente ma che i tuoi genitori non ti hanno mai incoraggiato ad usare nel quotidiano, probabilmente non lo userai con i tuoi figli. Sbaglio mio sì. Sai quanti sbagli faccio come mamma!
Parlo spagnolo con una varietà che si mescola con la quichua. Ho trovato il tuo video molto interessante e sei davvero un bravissimo linguista, mi congratulo con te e ti ringrazio molto per il tuo lavoro.
Sono brasiliano e mio nonno era veneto. Quando sono stato in Veneto, ho cominciato a capire il dialetto e mi è piacuto tantissimo. Purtroppo non sono stato tempo suficiente per impararlo veramente.
Ma qui 'nte'l Braxil ghe xe xente che lo parla. Me nono el parla el véneto, e 'ntele colònie ghe xe 'ncora pì parlanti che qui, Passo Fundo, che no la xe na sità de baxe 'taliana. Da dove sito ti?
Io non sono cresciuto parlando alcun dialetto. Ma per passione ho deciso di imparare sia il dialetto di mia madre, che quello di mio padre, che quello della mia città adottiva.
Questo video è molto interessante ! Grazie ! La mia lingua madre è un dialetto svizzero tedesco. In Svizzera di lingua tedesca tutti parlano il loro diletto. Il tedesco standard è utilizzato soltanto per scrivere, a scuola (per imparare), al telegiornale e per comunicare con le persone straniere o i svizzeri di lingua francese e italiana.
Ich dachte immer, dass schweizer deutsch dem Hochdeutsch sehr ähnelt, bis ich letztes Jahr das erste mal in der Schweiz war. Es ist wirklich eine ganz anderw Sprache
Qui in Ticino sono in pochi quelli che parlano il tedesco. Io l’ho studiato alle scuole medie e alle superiori ottenendo un B1. Ovviamente mi sono dimenticato quasi tutto visto che non lo usiamo praticamente mai. Quando vado in Svizzera tedesca sono obbligato a parlare inglese. Saluti
@@Nede- Sì questo è sfortunatamente vero. I svizzeri parlano sempre di più in inglese tra di loro. Questo è, secondo me, un problema. È importante parlare e capire la lingua degli altri e anche conoscere la cultura degli altri. Non è soltanto importante per i svizzeri di lingua italiana o francese a imparare il tedesco ma anche per i svizzeri di lingua tedesca a imparare l'italiano e il francese. Penso che l'inglese rappresenta per questo aspetto un po' una minaccia per la coesione nazionale del nostro paese. Siamo molto fortunati ad avere così tante lingue in Svizzera ma non siamo sempre consapevoli della nostra ricchezza in questo ambito. Il plurilinguismo è una delle più grande sforze del nostro paese. 😀 È il dialetto ancora molto parlato dai giovani in Ticino? PS: Mi dispiace. Non ho mai avuto una lezione di italiano in tutta la mia vita quindi le miei conoscenze di grammatica italiana sono terribile. Espero che il mio messaggio è comprensibile. 😅
Ciao! Sono Azerbaigiana. Ho 18 anni. Sto studiando presso la facoltà di traduzione Azerbaigin-Italia presso l'Università di lingue dell'Azerbaijan. Sto guardando i tuoi video per imparare la lingua. Grazie🇦🇿🇮🇹💞
Sono brasiliano e mi piace molto questa rica diversitá linguística italiana. L'italiano ho imparato di modo autodidata, per scrivere non sono molto preciso, e con i dialetti sempre mi sorprende molto. Quando sono stato in Puglia, in molti conversazzioni dialetalli riusciva a capire molte cose, mi sentivo cosi piu entusiasta. Quando ho conosciuto i libri di Andrea Camilleri sono molto contente di capire molto bene il siciliano dei suoi belli personaggi. E a vedere queste vídeo vedo una buona oportunitá per discutere e capire meglio questa temática. Bravo Davide, sei molto potente!
Mia madre, mio padre ed io parliamo 2 lingue: il Sardo e l'italiano. Abbiamo sempre considerato una ricchezza parlare il Sardo. Mio padre ha pubblicato nella lingua della nostra regione. Non abbiamo mai temuto gli ipergrammatismi. Ho potuto tradurre dal latino all'italiano (quando frequentavo il liceo classico) con una certa comodità: sia per le assonanze che per la sintassi. Non sono sicura nello scritto giacché, essendo nata nel 1979, fino al conseguimento della maturità era preclusa la possibilità di studiare il Sardo a scuola.
@@prominent.quasar "Deu, babbu et mamma, emmus sempri chistionau duas limbas: sardu et italianu. Emmus sempri pensau chi chistionai su sardu fiat una grandu ricchesa et no emmus timmius is erroris grammaticalis. Babbu hadi iscrittu librus in sa limba 'e sa Sardigna. Candu femmu a su liceu classicu est stettiu commodu po mei tradurri de su latinu a s' italianu: po is sonus ca s'assimillant et po is regolas. No seu sigura candu iscribbu poitta, cummenti seu nascia in su 1979, finzas a candu mi seu diplomara no fiat possibili istudiai su sardu a iscola" Grazie di esserti interessato alla nostra lingua. La capacità di scrivere è quella che ho più debole. Inoltre il mio lessico è comunque meno variegato di quello della generazione nata nel secondo dopo guerra perché per 50 anni, varie autorità, si sono adoperate per cancellare la lingua pertanto ho avuto meno occasioni di parlarla.
@@noemimarcialis1249 Per me, che non sono italiano e parlo spagnolo come lingua madre, il sardo suona come il portoghese, e sembra essere più lontano dall'italiano rispetto ai dialetti della penisola e più vicino al latino.
@@jorgeseifert estoy bastante de acuerdo contigo. Con respecto al ser lejano estoy de acuerdo al 100% efectivamente la distancia fue enorme en época medieval por ejemplo. Y más que nada cuando se eligió el "volgare" como idioma no fue eligido mi idioma si no decimos el "toscano". Con respecto a lo que comentas de ser parecido al portugués no tengo bastante conocimiento para expresarme pero si por supuesto unas palabras suenan! Gracias por haber expresado tu opinión 🙏🏻
Ciao Davide, vivo in sud del Brasile e qui ci sono molti discendenti italiano. Nella regione in cui vivo parlano principalmente dialetto veneto, bergamasco, trentino, lombardo e alcuni altri. Alcuni anni fa, hanno diventato uficiali lo TALIAN, una mescola di vari dialeto. (mi dispiace per gli errore , sto imparando l'italiano)
Sono dalla Russia. Ma non sono russo, sono ciuvascio. Ciuvascia è una piccola regione a est di Mosca. I miei genitori entrambi sono ciuvasci e abitavano nel villaggio, solo dopo la scuola si sono trasferiti in un città a studiare. Infatti i miei nonni parlavano russo molto male perché usavano solo la lingua ciuvascia per tutta la loro vita. Purtroppo adesso i giovani non usano molto la lingua ciuvascia, per esempio, tra i miei cugini quasi nessuno parla ciuvascio. Fortunatamente parlo ciuvascio perché sono cresciuto in campagna con i miei nonni. È per me questa lingua è madrelingua. Oggi uso ciuvascio in conversazione con i miei genitori e quando torno al mio villaggio materno. Questo un esempio di frase in ciuvascia. "Эпӗ питӗ юрататӑп Итали ҫавӑнпа питӗ вӗренешӗн калаҫма итали чӗлхипе. Халхи вӑхӑтра эпӗ питӗ тунсӑхланатӑп Италине кайма май ҫукипе."
Grazie mille per questo video! 😊 Il concetto italiano di "dialetto" è molto interessante a differenza di altre lingue 😃. Ad esempio, in spagnolo ci si può capire anche se si parla un dialetto diverso. Certo, ci sono differenze e parole che non si conoscono, ma la comunicazione è possibile senza problemi. Ma naturalmente i "dialetti" dell'italiano non vengono dall'italiano, ma dal latino direttamente... Come dici tu, in realtà sono lingue diverse. È davvero interessante!
I have listened to your podcast while walking and love it. The quality of the content and the audio is excellent! In addition to liking the authentic content, I find your voice and pronunciation easy to follow (livello intermedio). Podcast Italiano is the best I have found! Now I will check out the content on RUclips. Thank you!
Cuando se pierde un dialecto se pierde una parte de la cultura. Una forma particular de expresión. Las nuevas generaciones italianas no tienen ideas de esta parte tan importante
Yo soy italiana, tengo 22 años y hablo 5 idiomas (incluido el dialetto)..entiendo lo que dicen mis padres (no solo ellos) cuando hablan en "dialetto calabrese" porque siempre he hablado tanto en italiano como en dialecto...con mis amigos y mis familiares El dialetto es una parte importante de nuestra cultura ... no es un obstáculo ni un signo de "ignorancia", ¡todo lo contrario! Espero que las nuevas generaciones no lo olviden..
@@mariajk975 Io sono venezuelano di genitori siciliani. Da piccolo avevo imparato il siciliano insieme Allo spagnolo.. di fatto parlava così sempre con i miei nonni. Luego aprendí Italiano , portugués y francés.
Yo soy napolitana y hablo italiano, inglés, francés, español, catalán y napolitano. Por suerte en Nápoles el idioma no se pierde y la gente es cada vez más consciente del valor de nuestro idioma y de nuestra literatura.
Yo soy italiana y hablo italiano, alemán, inglés, bresciano (mi dialecto) y también un poco de russo. Ahora soy en Alemania y estudio también español, hablo solo un poquito. Pero puedo comprender y pienso también que el dialecto es muy importante
Auguri Hagay. Lui è un membro attivissimo sul Telegram e ci aiuta a capire un sacco di cose riguardo alla lingua italiana. Grazie a Davide per questo nuovo video, un vero incentivo alla preservazione culturale.
Ciao Davide, siccome tempo fa anche a me fu rivolta la domanda "perché preservare i dialetti", mi ero segnato un po' cose velocemente. Per prima cosa come dici anche tu, al primo punto metterei: "perché rappresenta la storia di un popolo ed un popolo senza la conoscenza della propria storia, origine e cultura, è come un albero senza radici (sappiamo che fine fa)." Secondo punto: La diversità delle lingue e delle culture, oserei dire come nel caso della biodiversità, è già di per se un valore. Se così non fosse, e con lo stesso metro di giudizio, potremmo chiederci perché conservare qualsiasi documento, opera d'arte o architettonica. Terzo punto (legato ai primi due): per il valore filologico della diversità linguistica, cioè l'aiuto che possono dare le lingue parlate ancora oggi ad una corretta interpretazione e comprensione nel ricostruire dei documenti storici. Ricordiamoci che gli studiosi storici apporfondiscono la conoscenza di civiltà e culture, anche andate perse, attraverso i documenti scritti. Saluti.
Auguri Hagay! Anch'io non parlo dialetto, ma solo italiano! Sono nata e vivo in Valle d'Aosta , per cui ti chiedo, se lo ritieni opportuno tra i tuoi approfondimenti, di narrare la storia interessantissima del franco-provenzale parlato qui...In ogni vallata diverso! Te lo dico perché in città, soprattutto, i valdostani sono pochissimi e il dialetto non si sente mai, ma basta spostarsi un po' in montagna, che subito si entra in un altra dimensione! Questa realtà mi ha sempre affascinata...Mio nonno era Genovese, mia nonna di Venezia, mia mamma è nata a Belluno, mio papà a Torino e i suoi fratelli a Milano e Saint Vincent...Tutti gli altri miei nonni e zii sono veneti...Quindi, per i valdostani sono veneta e per i veneti sono valdostana...🤔🤗😂Grazie per i tuoi video...Li guardo sempre volentieri!!!
Davide, en México aún se habla el Veneto en un pueblo, esa lengua tuvo su propia evolución y se creo el dialecto "chipileño", un dialecto del Veneto originado en México. Creo que sería muy interesante que hicieras un vídeo hablando de esto 🥰🥰 o de otros dialectos del italiano que evolucionaron de distintas maneras en América Latina por la inmigración, o un vídeo de las características particulares que tomó el español argentino del italiano. Sería demasiado interesante
Penso che il dialetto sia un valore aggiunto da preservare e tramandare. Ho 20 anni, sono figlio di una famiglia di agricoltori e sono tra i pochi della mia età che parla fluentemente il dialetto (bresciano) perché con mio papà e con mia nonna lo uso sempre
Io parlo il franconese superiore (un dialetto del nord della Bavaria). Ma anche in Germania i dialetti si perdono. Per esempio mio fratello già non parla il dialetto, solamente tedesco standard con accento regionale. Una frase di esempio, con un solo vocale: "A Marmaladnaamala hamma aa dahaam." (Un secchino per la mermelata anche abbiamo a casa.) Nel tedesco standard sarebbe: "Ein Marmeladeneimerchen haben wir auch zu Hause."
@frank lapidus Nella Svizzera la situazione è completamente diversa rispetto anche alla Germania meridionale: il "dialetto" non è per niente stigmatizzato. Lì la diglossia è nazionale e la conoscenza del tedesco svizzero (meglio: della sua variante locale) è, per così dire, una cosa senza la quale semre si rimarrà uno "straniero":
Interessantissimo video. Il dialetto, che io parlo, è la lingua del cuore che ci lega ai conterranei, che fa uscire fuori e fa esprimere la nostra anima. Da me ancora a scuola a Natale si recitano poesie o si fanno piccole recite in dialetto... Certo I giovani lo parlano meno. Viene spontaneo usare un dialetto più o meno stretto a seconda dell'interlocutore per passare all'italiano con chi non è della zona. Da me in 3 km cambia molto più che qualche parola... In molti casi parlato stretto a 30km si fa fatica a capire.
Ciao Davide, sono una torinese (come te) che vive negli Stati Uniti da sedici anni e insegno italiano all'università. I tuoi video sono sempre molto ben fatti ed interessanti e li uso spesso con i miei studenti. Questo sui dialetti è chiarissimo: hai fatto un bellissimo lavoro!
Sono campana. Quando iniziai ad andare a scuola le maestre cercavano di inculcare nella mente il pensiero che il dialetto fosse da "cafoni" e ora sono felice di non averlo perso e di riuscire a riconoscere quanto sia prezioso. Sono d'accordo con te, Davide, sul fatto che si debba incentivare gli studenti a parlarlo (anche se non a scuola) e non frenarlo
@Podcast Italiano, nulla ti vieta di cimentarti nell'apprendimento del piemontese. Io sono cresciuto in un ambiente totalmente bilingue (Lombardo-Italiano), ma la mia competenza in lombardo è rimasta passiva fino ai miei 17/18 anni. Dai miei 18 anni, la mia passione per la linguistica, che intravedo molto anche in te, mi ha spinto a voler studiare la mia lingua, a voler cominciare a usarla e a dargli prestigio d'uso. Oggi, a quasi 28 anni, parlo per la maggior parte del tempo in lombardo con una parte della mia famiglia. Sono arrivato addirittura a non sentire piú i miei nonni dirmi "non parlare dialetto", ma a complimentarsi con me. I cambiamenti sociali dipendono dall'impegno di tutti, anche nostro. Ed io, nel mio piccolo, sto salvando la lingua lombarda. ❤ Comunque sono partito prevenuto con il tuo video, ma alla fine ho capito di stimarti: sei molto bravo e preparato.
Ciao Davide! Sono spagnolo e sono innamorato di la vostra lingua! Mi sembra un video molto interessante!!! Ho visuto 2 anni al Regno Unito e ho conosciuto a ragazzi siciliani molto bravi. E loro mi hanno spiegato i diversi dialetti che avete. Penso che è un po triste che molti dialetti stanno murendo... Loro parlano più siciliano che italiano e mi hanno detto che qualcuna gente pensa che questo è di essere ignorante. Io penso che è bello parlare il tuo dialetto. Tutte le lingue sono bellissimi e si devono essere rispettati! Sono catalano e anche noi parliamo un'altra lingua a parte lo spagnolo, e dentro di Catalugna abbiamo dialetti catalani. Mi piace molto i tuoi video, continua così!! Scusa se mi sono sbagliato con qualcuna frase. Saludos desde España! 🇪🇸
Auguri Hagay! Davide, sei un bravo dotto. Io sono un italoamericano da parenti napoletani. Ho 61 anni e mi sforzo di studiare "il vero italiano" ogni giorno. Nondimeno, il mio cuore si scoglie con il dialetto napoletano. Crescevo con le canzoni e le poesie napoletano, e me rendo conto che davvero studio due lingue diverse. Purtroppo, noi accademici chi stimiamo le sfumature delle lingue siamo una minoranza....
@@Serena-yf4tn Grazie mille per l'ispirazione. Da recente sono andato in pensione con il sogno di diventare fluente in italiano, e due anni fa sono andato in Italia con la famiglia per ottenere la nostra doppia cittadinanza. La passione e' proprio irrefrenabile!
Complimenti e bellissimo video. Io sono nato vent'anni prima di te, ho sempre vissuto a Milano e ho vissuto una situazione "metà e metà". Mi spiego: mio padre è di Milano, mia madre del bresciano, in casa non si è mai parlato dialetto. Mio padre ha perso i genitori giovane e comunque con il resto della sua famiglia ho sempre sentito parlare italiano, solo alcuni suoi zii anziani mettevano qualche frase in milanese ogni tanto nei discorsi. Mia madre invece nacque in un ambiente contadino e ovviamente lì l'italiano non esisteva, si parlava solo bresciano. Questo ha fatto sì che, quando ero bambino e mi trovavo da mia nonna, ascoltassi spesso parlare il bresciano tra di loro (ovviamente a noi bambini parlavano sempre in italiano). Non parlo bresciano perché non ce n'è mai stato bisogno, tuttavia penso di capirlo meglio del milanese (ci sono comunque dei punti di contatto tra milanese e bresciano). Ora mia nonna ha 96 anni e fa fatica a parlare italiano, anche a me ora parla spesso bresciano, ma a me fa piacere. Il discorso sull'immigrazione è la chiave. Anni fa vidi un filmato di fine anni 60, dove un intervistatore per strada chiedeva ai milanesi in che occasioni parlassero dialetto. Una donna rispose che ormai più nessuno parlava il milanese (ripeto: a fine anni 60!!) La ragione era ovviamente il fatto che, essendo Milano città di immigrazione da varie parti d'Italia, l'unico modo per comunicare era la lingua comune, ovvero l'italiano. Sempre in quel filmato, alla fine, questo concetto fu ribadito dal mitico e famoso linguista Giacomo Devoto in un'altra intervista. Non solo: fece anche un confronto col dialetto veneto. Disse che un motivo per cui il dialetto veneto si continuava a parlare e il milanese no era in primo luogo per il discorso dell'immigrazione (all'epoca dal sud non c'erano grandi flussi migratori verso il Veneto) e anche per il fatto che il veneto è un dialetto facile mentre il milanese è più difficile. Un'ultima cosa: sono completamente d'accordo quando dici che in alcuni ambiti il dialetto è più espressivo: pensa a una barzelletta. Secondo me la stessa barzelletta raccontata in italiano o raccontata (quando possibile) in dialetto ha tutto un altro effetto: in dialetto funziona di più.
Avevo sempre pensato che in Spagna noi avevamo delle lingue e in Italia soltanto ci erano dialetti. Poi sono cresciuto e mi sono reso conto che "i dialetti" dall'Italia erano anche lingue como noi le conosciamo in Spagna. Nel mio caso ho imparato Valenciano (che e basicamente la stessa lingua che il catalano e il balear) all'università. Per me è stato facile perché ci sono un saco di mezzi per impararlo sull'internet. Un altro video fantastico, congratulazioni!
Vivo nel basso Piemonte, al confine con la Liguria. Qui il dialetto locale e un mix fra piemontese e ligure ed è parlato prevalentemente dalle persone più grandi, meno dai giovani. Mio padre è originario del posto mentre mia madre era della provincia di Napoli e tra loro, come dici nel video, non potevano quindi parlare in dialetto. Comprendo quasi perfettamente la parlata locale anche perché l'ho sempre sentita parlare dai nonni paterni, da mio padre e altri parenti. Non ho mai imparato a parlarlo proprio perché sia i genitori, i nonni e i parenti in genere si rivolgevano a noi più giovani esclusivamente in italiano. Tranne qualche espressione tipica ho difficoltà a pronunciarlo ma è una cosa comune fra noi delle generazioni più recenti (diciamo i nati dagli anni '70/'80 in avanti). Aggiungo che riesco a comprendere un pochino anche il napoletano (a meno non sia parlato molto "stretto") e anche abbastanza i testi delle canzoni partenopee, sebbene l'abbia sentito pochissime volte da mia madre... Quasi l'avessi imparato per "imprinting" naturale, innato 😅 Condivido pienamente il tuo pensiero Davide, i dialetti regionali sono una grande ricchezza, una parte essenziale della cultura popolare italiana ed è un vero peccato che si stiano perdendo. È giusto saper parlare correttamente l'italiano ma è altrettanto bello e utile il nostro patrimonio dialettale... Mi scuso per essermi dilungata nel commento ma ho apprezzato davvero tanto questo video. Come sempre grazie Davide per i tuoi contenuti interessanti e spiegati con la tua consueta chiarezza e semplicità!! 👏👏😊
Sono piemontese, sono di Torino è ho 14 anni, so parlare e capisco benissimo il piemontese perché mia nonna mia ha sempre quasi parlato in dialetto, la ringrazio perché molta gente che conosco lo parla è io li capisco
Ciao Davide, ti seguo e sono iscritto al tuo canale. I miei contenuti sono le mie canzoni principalmente in dialèt. Sono uno dei rarissimi rapper dialettali in Lombardia, forse l'unico. Lo faccio perché l'ho imparato in famiglia e lo reputo un patrimonio culturale della mia terra che va custodito e tramandato. Ciò nonostante capisco l'importanza e la difesa della lingua italiana, ma infondo anche i "dialetti" sono tutto sommato figli di una grande madre. Il bello della nostra grande nazione è anche questo, la varietà e la "biodiversità" di ognuno di noi. Viva l'italiano ma viva anche a tutti i dialetti d'italia! 🇮🇹
@@PodcastItaliano Ciao Davide, grazie per avermi risposto. Se vuoi mi puoi mandare una mail che ti giro (gratuitamente) i miei brani più rappresentativi. Ciao!
Ti faccio i miei più vivi complimenti per la dizione! C'è gente che ha la pretesa di insegnare italiano qui e fa veramente piangere. Poveri stranieri!!!!
Sono nato a Barcellona e questo ha contribuito al fatto che io sia un appassionato di lingue regionali italiane, ho comprato su Amazon e letto più grammatiche dei dialetti più prestigiosi a livello letterario (dialetto di Genova, koiné piemontese e friulana, veneto centrale, dialetto di Napoli, lombardo milanese, etc). Ma non si può paragonare lo status sociale delle lingue italiane con quelle spagnole ed è il caso di dirlo: in Catalogna è normalissimo rivolgersi in catalano a qualsiasi persona e in qualsiasi ambiente e circostanza, anche quando si parla con stranieri e sconosciuti; invece in Italia chi parla in dialetto può essere guardato come fosse un pazzo. Mi pare davvero sgradevole questa situazione.
Dipende molto dalla zona in cui sei in Italia. Io sono di vicino a Trieste e tra amici, genitori, parenti, nei negozi di fiducia che si conosce, si parla praticamente sempre in dialetto. L'Italiano si parla in classe a scuola, a lavoro e con Italiani non del luogo.
@@FabioPoianMusic Sono veramente contento che a Trieste si parli in dialetto, io ho acquistato su Amazon una grammatica del dialetto triestino scritta da Nereo Zeper ma non l’ho ancora letta. Comunque la mia esperienza è stata diversa, cinque anni fa sono stato a Trieste per tre giorni e non ho nemmeno sentito una persona che parlasse in dialetto per strada. Forse succede come dappertutto, cioè che nelle grandi città il dialetto sta svanendo e quindi è meglio allontanarsi dalla città e andare in provincia per poter sentire spesso il dialetto. D'altronde non so se il dialetto della città differisca molto da quello della provincia e per tanto se parlando il dialetto cittadino è possibile comunicare con qualsiasi triestino (anche se ovviamente posso intuire che quando un triestino esce dalla città in cui vive preferisce sempre parlare in italiano per comunicare, anche quando si sposta in un'altra città della stessa regione).
Caro Davide, Vivo in Brasile e sono cresciuta in una famiglia piemontese. Non parlo il dialetto ma lo capisco benissimo! Tutti parlavano, papà, nonni, zii. Loro in Piemontese e io in italiano come i tuoi genitori. Penso sia importante coltivare la storia e il dialetto fa parte di questo.Complimenti per i tuoi video Arveddse! Bugia nen!
Ciao, Davide! Grazie per questo video. Mi chiamo Justyna, sono di Polonia. Ho scritto una e-mail a te ed anche ho ricevuto la tua risposta. Grazie mille! Adesso capisco perché non parli dialetto. Sono d'accordo con tutto quello che hai detto nel video. In Polonia non abbiamo dei dialetti come in Italia ma per esempio in montagna ed al nord di Polonia la gente usa la lingua regionale. Io non so parlare nessun dialetto perché vivo al sud e qui non lo parliamo. Ti auguro una buona giornata!
credo che in Polonia sono i dialetti e anche molta gente usa dialetto . W Podhalie jest mowa krajowa bardzo piękna .Beskydy a iny Anche in Slovacchia da dove io sono usano le persone dialetto.I jązyk polski bardzo pękny.
Sono d'accordissimo con te Davide! Sei molto preparato..è un piacere ascoltarti. Sono sarda, quando ero piccola venivo sempre sgridata se mi sfuggiva qualche parola in sardo..questo perché quando i miei genitori erano piccoli venivano sgridato a loro volta, visto che negli anni '50 si doveva imparare l'italiano a scuola, quasi come se fosse una lingua straniera. Io adoro la mia "lingua" e ora ai miei figli cerco di insegnare il più possibile. Anche se ormai il sardo anche qui fra i giovani non si parla più
L'idea di avere canali RUclips interamente o parzialmente in dialetto é tanto affascinante quanto difficile da attuare.spero davvero che qualcuno prima o poi riesca a farlo .
Sono un insegnante di lettere antiche, appassionato di lingue e linguistica. Dico a scuola le stesse cose che hai detto nel video, mi riconosco parola per parola, e ritengo l'analisi puntuale che conduci molto utile. Grazie del video.
Sono totalmente d'acordo con te. Io sono catalano, la mia lingua è considerata minoritaria, ma la usiamo di solito tra noi. Il catalano è una bella lingua. A Catalunya no tothom parla català, hi ha molta gent que només parla castellà. Questo è: Non tutto parlano catalano in Catalunya, ci sono molte persone che parlano solo spagnolo. Ma Io penso che la lingua è anche un sentimento, nel senso familiar tra i parenti. Non so. Grazie per leggerme.
Il Catalano non è insegnato anche nelle scuole? Ho visitato Barcellona e ricordo che i nomi delle istituzioni e di ogni altro luogo pubblico erano indicati in Catalano.
Ero a nord di Alghero e c'erano queste donne in spiaggia così diverse dalle sarde, capelli rossi o castani. Parlavano una lingua diversa, ma se si ascolta con attenzione si capisce. Il catalano è una delle 12 lingue ufficiali in Italia!
Ben fatto! Suggerirei di aggiungere un sottotitolo: "... e me ne rammarico". Il titolo potrebbe essere male interpretato, quasi una rivendicazione orgogliosa (e me ne guardo bene).
Boh, io non lo parlo e non me ne rammarico affatto. Se uno vuole imparare il dialetto si mette a studiare e se lo impara in 6 mesi senza rompere le balle agli altri
Questo canali mi ayuta molto per imparare l'italiano. Parla molto chira e lentemente. Usa parole simplice e comprensibile per uno studente di livello intermedio. I temi che scegli sempre sono molto interessante. Grazie per tutti. Disfortunatamente non parlo lingua minoritario. Parlo tre lengue come mi madre lingua - Hindi, Tamil e English e nessun di queste e un dialetto. Parlo standard in tutti. (mi dispiace per i errori in il testo) Finalmente "Auguri Hagay"!!
Se non esistessero i dialetti non avrei scelto imparare l'italiano. Penso che alla fine sia stato questo quello che mi ha convinto di farlo. Perciò direi agli italiani che se continuate a trasmittere i vostri dialetti, non solo questi rimarranno tra noi, anche la lingua italiana crescerà. Saluti dalla Argentina.
Ciao Davide, ti seguo da poco, ma altrettanto intensamente. Al di là del grande valore delle tue informazioni, mi colpisce molto il tuo valore umano. Questo video mi ha molto emozionato e mi ha fatto venire gli occhi lucidi. Sono un ragazzo salentino che da ben 7 anni vive all'estero. Sentire persone che difendono il valore del dialetto mi emoziona, perché io sono fortemente legato alla mia identità salentina e meridionale. E per me il mio dialetto è parte integrante di questo senso di appartenenza. Parlando di dialetti, mi hai riportato alla mente immagini e suoni di casa. Il dialetto è una lingua di una potenza emotiva impressionante, che è anche difficile da spiegare se non lo vivi. In un periodo dove il mondo diventa sempre più globalizzato, preferendo l'uniformità e appiattendo le differenze, difendere il proprio dialetto è un inno all'unicità. Oserei dire un atto imprescindibile volto alla difesa del proprio patrimonio culturale! P.s. mi hai anche fatto scrivere un messaggio ai miei genitori, ringraziandoli per avermi tramandato questa ricchezza che mi fa sentire unico! Grazie.
Io sono originaria di Bergamo (nella nostra lingua, Berghem). I miei genitori sono madrelingua bergamasca e parlano l'italiano come se fosse la loro seconda lingua, imparata a scuola e attraverso i media. Io ho sempre parlato italiano, ma capisco bene il bergamasco. Vivo in Veneto da quasi 20 anni e un po' mi dispiace che i miei figli non parlino alcun dialetto (anche mio marito non sa il veneto). Col tempo ho maturato un accento ibrido... A Bergamo dicono che sono veneta e a Padova che sono bresciana 😂 A proposito della perdita e ripresa del dialetto, in provincia di Bergamo sono stati italianizzati tutti i toponimi, ma negli ultimi decenni molti sindaci hanno fatto cambiare la segnaletica mettendo il toponimo in dialetto accanto a quello italiano (es. Bergamo/Berghem, Lallio/Lai, torrente Lesina/Lesna, fiume Serio/Sère e così via). C'è poi il canale RUclips "Vava77" che fa parodie in lingua bergamasca, molto divertenti 😂 la serie più popolare è quella della "Pota Pig".
Caro Davide, questo e'propio il tuo migliore podcast ! Buon idea da fare ai piedi anche ...trattenghi rispetto a noi! Mi piace molto il tuo modo di parlare, a fare podcast! Grazie, grazie,grazie ! Sei proprio un vero tesoro fra insegnante di italiano ! Complimenti infinite⚘🌹🌷♥️🇦🇹⚘👍Vai avanti cosi'!
Gracias por tus vídeos, son muy interesantes, realmente. Yo estoy aprendiendo italiano, y tus vídeos me han servido mucho para mejorar. Escribo en español para variar en los comentarios ja ja. Saludos desde Costa Rica.
Ciao Davide. Vedo che il tuo video è ormai di 10 mesi fa, non so quindi se leggerai questo mio commento. Sono di Alessandria ed appartengo alla generazione dei tuoi genitori. Conosco il mio dialetto esattamente come l'italiano, avendolo imparato da bambino nella casa dove vivevo assieme ai miei nonni paterni (mia madre è siciliana ma è venuta su molto giovane; in casa quindi si parlava italiano o dialetto alessandrino, mamma compresa). Da quando ero ragazzo ho sempre conservato una certa passione per l'inglese che parlo "cavandomela benino" ma, detto da brits madrelingua, più con un buon accento che fluentemente (non usandolo). Quindi, italiano al 100%, dialetto al 100%, inglese al 30-40%. Rimanendo al dialetto, questo era appunto "la lingua familiare", la "lingua degli affetti", finchè ho avuto modo di parlarla, ad esempio, con mio padre. Con lui comunicavo prevalentemente in dialetto (pur essendo mio padre un ottimo conoscitore dell'italiano). Mio padre però è morto nel 2017 e, pensavo, era l'unica persona con la quale potevo ancora interloquire utilizzando il dialetto anche senza soluzione di continuità. La particolarità dell'alessandrino è di essere intersezione tra dialetti piemontesi lombardi e liguri, con una giustapposizione ravvicinata che renderebbe un'eventuale cartina colorata come il vestito di Arlecchino (😅) e a soli 20 km di distanza può capitare che cambino termini, grammatica e quant'altro. Il mio quindi è un dialetto piemontese ma diverso da quello che parlano i tuoi nonni (nel medioevo Alessandria è stata del Granducato di Milano per, credo di non sbagliarmi, 400 anni; i termini simili con la vicina provincia di Pavia sono molti, così come una certa similitudine nell'accento). Il dialetto qua da noi è già morto. Se vai a leggere la pagina "dialetto alessandrino wikipedia" troverai versi scritti che fanno accapponare la pelle (ripeto, lo dico da "bilingue"), segno che anche chi ha redatto quella pagina aveva nozioni comunque molto lacunose. Sopravvive una commedia interamente dialettale che viene rappresentata nel periodo natalizio (da piccoli il nonno ci portava sempre). Sino a qualche anno fa uno degli attori era un mio collega di lavoro più giovane di me ma.. anche lì.. alcuni termini fuori luogo e accento italianizzato come se piovesse.. Alla fine, che tutto questo sia già di fatto completamente perso mi dispiace.. Mi scuso per la lunghezza di questo mio post, ciao!! 🙂
In Argentina si usabanno molto i dialetti italiani (genovese, calabrese, siciliano) ma ancora oggi le persone che lo usavano o già sono morte, o sono grandi e non hanno con qui parlare il dialetti
Ciao Davide, complimenti per questo bellisimo video in cui hai avuto la delicatezza di parlare di un tema che potrebbe anche ferire speciali sensibilità. Secondo me, e per esprienza propria, la presenza dei nonni (almeno uno/a) è fondamentale per poter trasmettere un "dialetto". Io sono nato in Cile (1954, la migliore annata!), da mamma genovese (classe 1920 , che capiva, ma non parlava il "zeneise") e padre laziale (classe 1911), quindi si parlava l'italiano standard. Ma poiché con noi c'era anche mia nonna materna ( classe 1894), spesso sentivamo il zeneise, specie attraverso le fiabe che lei mi raccontava prima di addormentarmi, oppure con le famose filastrocche genovesi, che tuttora ricordo. Naturalmente non riesco a parlare in zeneise, ma lo capisco e ricordo parecchio lessico, quindi per trasmettere un determinato concetto, coi mie fatelli (nati a Zena 1947 e 1949) "sento" che devo usare le parole che ci ha lasciato la nostra carissima nonna. Esempio: per dire che le cose non si devono fare "in fretta e furia", mia nonna dixeiva che nun se deven fa cou "stragugiun" (una parola!!)... chiedo scusa per la grafia, ma ahimè non so scrivere in zeneise. Se qualcuno volesse scrivermi per approfondire su questo tema, lo può fare a etosti@gmail.com. L'altra curiosità linguistica è che io ho fatto un post grado in Scienze Biologiche presso la UNITO, quindi residente a Torino a metà degli anni '80. Per tutto il periodo che sono stato un "torinese", non sono mai riuscito a capire il piemontese quando lo sentivo parlare, malgrado essere madrelingua castigliano (spagnolo, sensu lato) e capisco abbastanza il francese. Complimenti ancora e rimango in attesa della prossima puntata. Un caro saluto da Temuco (Cile).
Io aggjo crĕscjuto cu ll’italjano e~cô nnapulitano, ma songo l’únīco dâ famijjā mea ca parla ll'italjano comme lengũā prĭncipale. Chisto ca vĕdite è ‘nu tĕntativo dô mio ‘ē scrive ‘o nnapulitano, ca purtroppo fin’a~mo nu’ ll’hanno ancora standardizzato. A~me mĭ pjace assaje 'sta lengũa. Cumm'a~sempe, 'nu bellū vídjo! Io sono cresciuto con l'italiano e col napoletano, ma sono l'unico della mia famiglia che parla l'italiano come lingua principale. Questo che vedete è un mio tentativo di scrivere il napoletano, che purtroppo finora non è ancora stato standardizzato. A me piace molto questa lingua. Come sempre, un bel video!
Ciao Davide, sono una tedesca e sono qui a Torino per studiare un anno. Al momento mi sto preparando all'esame di Dialettologia e i tuoi video mi aiutano molto a capire, grazie! 😊
Da amante delle lingue, penso che la perdita dei dialetti sia la perdita di secoli e secoli di miscugli di culture diverse. Con i dialetti si possono spiegare mille cose, magari anche la storia si potrebbe spiegare meglio. Ogni civiltà che è passata per i confini di ogni paese, ogni lingua che si è affacciata sulle nostre terre ha apportato con sé anche un po' di storia linguistica. Ci farebbe capire che siamo i figli di qualcosa che oggi, con l'italiano unico e standard si perderà per sempre. Come dicevo, da amante delle lingue, farei di tutto per salvare i dialetti, magari anche insegnandoli nelle scuole, perché perdere un dialetto è perdere quel progenitore che ci ha messi al mondo. Il mio modesto parere
Io sono dall'Argentina, è mi piace moltissimo l'italiano e come e naturalmente lo studio molto spesso. Dire anche mentre cucino ascolto i tuoi video per imparare un po' meglio l'italiano. Un bacio di saluto dall'Argentina bro😚.
Mi hai fatto venire in mente una frase in siciliano piuttosto ambigua: "Si voi, vivi; si un vivi, vivi chiossai. Va vivi si vo' viviri, un viviri si vo' viviri". "Viviri" significa sia vivere che bere. Quindi "se non bevi vivi di più" ma anche "se non vivi bevi di più". Alla fine è "non bere se vuoi vivere" ma anche "non vivere se vuoi bere".
Ciao Davide! Ho trovato il suo canale ieri e lo trovo molto divertente e educativo. Sono in Canada ed ho 51 anni e imparo di nuovo italiano. Io ho avuto l'esperienza opposta da te. I miei mi hanno insegnato il dialetto di Lettomanoppello (lettesse), un piccolo paese in Abruzzo. Non c'è nessuno con né posso usare la lingua altre alla mia famiglia. Ho sempre pensato che il dialetto ero bello di sapere ma inutile. Sarebbe stato più facile se i miei mi hanno insegnato italiano. Ora che sono più vecchio e più saggio, sono contento di sapere una lingua speciale. Ma, ho difficoltà con italiano! Fortunatamente ho trovato i suoi videos! Spero che mi aiutano perché i corsi tradizionali sono noiosi.
Ciao, la mia storia può essere interessante in questo contesto. Sono nato nel 1985 ad Asti, città in cui vivo ancora oggi, da genitori siciliani immigrati qui da molto piccoli. La famiglia di mia madre era a Palermo quando negli anni 60 decise di abbandonare la Sicilia per motivi di lavoro, stesso motivo ovviamente per la famiglia di mio padre che però è di Milena (Caltanissetta) e si è trasferita poco dopo, negli anni 70. Due famiglie, seppur entrambe siciliane, molto diverse: quella palermitana decisamente più "cittadina", proveniente proprio dal centro storico del capoluogo, mentre quella milocchese letteralmente contadina, sperduta in un villaggio dell'entroterra, e questo spiega perché mia nonna materna impose fin da subito ai suoi figli l'italiano, anche perché il più grande faticava a scuola col suo marcato accento palermitano, mentre mia nonna paterna ha vissuto fino all'estate scorsa senza aver MAI parlato italiano in vita sua. Mia madre quando è arrivata in Piemonte era piccolissima, non ha mai parlato o sentito parlare siciliano se non qualche sporadica volta tramite i suoi genitori, più che altro con espressioni idiomatiche, mentre mio padre poverino era già più grandicello e qui ha dovuto imparare l'italiano, mentre in famiglia hanno sempre continuato a parlare siciliano. La generazione dei miei nonni è quella quindi che ha vissuto da protagonista il fenomeno migratorio nazionale più importante, quello del boom economico, mentre quella dei miei genitori è quella che ne ha subito maggiormente le conseguenze con la discriminazione linguistica, con pesanti sfottò per l'uso del "dialetto", delle espressioni idiomatiche regionali aliene o anche solo per l'accento, con biasimo e rimproveri razzisti anche da parte di taluni insegnanti. Cresciuti in questo contesto, anche loro hanno voluto evitarci l'apprendimento diretto della lingua siciliana, pur non rinnegandola e continuando a tenerla viva in famiglia (chi con la parola proprio, chi solo con gli usi e i costumi) e questo mi ha permesso di non perdere completamente contatto con le miei origini. Qui però c'è poi la mia generazione, che corrisponde circa alla tua, ovvero quella con i figli o i nipoti degli immigrati, con ancora a scuola il concetto del dialetto visto come lingua bifolca, ma non tanto quella degli immigrati, che ormai erano di seconda generazione, quanto piuttosto quella degli autoctoni (piemontese), perché comunque i ragazzini che arrivavano dai paesi in provincia parlavano piemontese o usavano espressioni marcatamente dialettali. Tutti comunque fortemente ostacolati e biasimati dagli insegnanti che però al contempo si permettevano i più classici "solo più" e "non mi oso", per usare un paio di espressioni classiche dell'italiano bagnacaudico, che però a dirla tutta facevano ormai parte del bagaglio linguistico popolare anche nostro. Posso dire quindi di avere avuto la fortuna di vivere contemporaneamente i due contesti più legati alle mie origini e al mio luogo di nascita: da un lato con le famiglie ho vissuto il contesto siciliano e ho imparato un po' la lingua grazie ai nonni (su mia richiesta), e fuori dal contesto familiare ero invece immerso in una piccola città piemontese, molto diversa dalla "metropoli" torinese e quindi legata ancora ad un barlume di lingua autoctona. Quando da ragazzino ho iniziato a lavoricchiare con mio padre in estate, ho scoperto che il piemontese, soprattutto in provincia, era (ed è tuttora) molto importante, soprattutto per capire se ci si può fidare di una persona: mi stupiva sentire i clienti cambiare con un "clic" la parlata, per vedere la reazione di mio padre, tuttavia conscio di questo "codice" e quindi sempre pronto a rispondere, seppur in italiano, con prontezza per dimostrare di essere "uno dei vostri". Crescendo e prendendo la mia strada lavorativa, mi sono reso conto sempre più della presenza del piemontese, soprattutto in quei contesti in cui non vi era "influenza" meridionale e, appassionato di lingue quale sono, mi sono adoperato per poter assimilare il più possibile. Oggi lavoro in un'azienda cittadina abbastanza importante dove l'uso del piemontese è quasi paritetico all'italiano, sia tra di noi, sia coi clienti, sia coi fornitori, insomma con chiunque sia in grado di comprenderlo e parlarlo, non solo quindi con una connotazione confidenziale, ma proprio come forma di comunicazione, e io mi considero a tutti gli effetti un parlante autoctono, pur avendo chiare e innegabili origini siciliane e infatti sento che mi manca la cosa fondamentale, ovvero crescere ascoltando e vivendo la lingua. Concludo dicendo che sì, è vero: la lingua regionale arricchisce enormemente il linguaggio, avvicina le persone, fa diventare tutto più scorrevole e sarebbe un vero peccato perdere queste caratteristiche, anche se oggi, coi fenomeni migratori transnazionali, fa diventare ancora più difficile preservarle e dare loro la dignità che meritano. Mi i son piemonteis, ma sugnu puru sicilianu!
Mi fa molto piacere che tu abbia parlato degli emigrati ed il dialetto 👏👏👏 Io sono discendente di torinesi (bardonecchia) e piacentini (val tidone) emigrati in Sudamerica (bisnonni) e ho imparato l'italiano all'istituto come chiunque altro. I miei nonni nessuno parlava l'italiano appunto perché i loro genitori italiani non parlavano l'italiano e preferivano che i figli parlassero la lingua locale. Quando sono venuta in Italia tutti mi chiedevano come mai non parlavo "benissimo" l'italiano (😑 parlo con accento spagnoleggiante ovviamente). Io cerco di spiegare il discorso dialetto ma cmq la gente mi guarda con diffidenza 🥴.
Wow davide più o meno è accaduto lo stesso con i miei genitori e il quechua, una lingua (non dialetto) ufficiale del mio paese. Praticamente i miei bisnonni si sono trasferiti dagli Andes, dove è più comune sentire le persone parlare in quechua, alla capitale del Perù-dove tutti parlavano lo spagnolo con un accento più neutro di quello delle altri regioni-per lavorare e poi ai suoi figli cioè i miei nonni non gli hanno fatto imparare la loro lingua, alcuni vivendo nella capitale da piccoli si sono dimenticati il quechua oppure solo lo capivano a tratti e non lo parlavano, credo proprio come te. E beh questo lo facevano per proteggere i miei nonni dalla discriminazione che esisteva in confronto all'origine di provenienza pur essendo tutti peruviani alla fine. Un abbraccio, grazie per i tuoi video😍
Grazie Davide, penso che i dialetti siano ancora vivi, giacché fino a oggi vengono parlati da tantissimi anziani. Complimenti del tuo canale è straordinario, ti seguo sempre e sono anche una inscritta.
Come lingua farsi che parliamo in più 20 dialetti in Afghanistan, Iran e Tajikistan . Per via del politico e ... Che si chiamano in Afghanistan farsi dari, in Iran irani o Persian e in Tajikistan e Tajiki. E poi nella lingua Pashto ci abbiamo più di 10 dialetti in Afghanistan e Pakistan . Io credo chi dialetti sia una ricchezza di una lingua . Ma io sempre preferisco standard .
Io vengo dal confine tra provincia di Pavia (Lombardia) e provincia di Alessandria (Piemonte), piccolo paese chiamato Volpedo. E laggiù la situazione dialettale è un macello. Il nostro dialetto, che capisco ma che parlo con difficoltà, è detto avere una base emiliana ma con forti influenze piemontesi, lombarde e liguri, il che lo rende una lingua a se e fortemente mescolata tra le quattro regioni confinanti. Oltre a questo, è incredibile come basti passare di paesino in paesino per sentire già leggere differenze linguistiche. Io amo utilizzarlo, specialmente per imprecare, ma mi rendo conto che non sia fattibile l’insegnamento generalizzato perché ci sono troppe differenze e si finirebbe per normalizzare i dialetti per regione, trascurando comunque le differenze e peggiorando la situazione dello studio, ad esempio, dell’inglese, già pessima, nel paese.
Ti ringrazio per i tuoi video. Le tue spiegazione della lengua italiano sono interessanti. Non solo mi aiuta imparare italiano ma anche ho la opportunità per esplorare un argomento che mi piace molto.
Ciao Davide!!!! Voglio lasciarti centi likes per questo video!!! I miei nonni hanno venuto dal Piemonte, di Chieri all'Argentina. Mia mamma e i miei zii sono nati anche la. Tra loro hanno sempre parlato il piemontese e per quello lo capisco abastanza, ma non riesco a parlarlo. Auguri e grazie mile!!
I was born and raised in germany but my parents and all my relatives are from Sicily. I didnt even realize my family spoke a dialect, and not standard Italian, until I studied Italian in school and realized that Catanese is like a whole different language😅 I do understand everything in italian and Catanese but I'm really bad at speaking it eventhough I hear my parents speak the language everyday. Love theses videos 👆🏻
Ciao, anche io come tanti Torinesi ho origini geografiche diverse dal Piemonte. I miei bisnonni materni erano Toscani, sono emigrati prima della Seconda Guerra Mondiale e hanno obbligato i figli a imparare il Torinese (che si usava anche a scuola) per inserirsi meglio. La famiglia di mio padre proviene dal Veneto, si sono trasferiti in una zona più rurale intorno a Torino e hanno abolito il dialetto Veneto. Entrambi i miei genitori parlano benissimo il Piemontese perché, socialmente, è utile a dimostrare la voglia di integrarsi. In certi ambiti lavorativi è veramente molto utile, in edilizia, ad esempio, si inizia parlando italiano e poi, per capirsi (veramente), si conclude parlando in Piemontese. Mi dispiace dirlo, ma è anche un carattere distintivo, cioè "non sei un meridionale", cosa che qui è ancora vista come un disvalore. Io capisco il Piemontese ma non lo parlo, credo che in un paese tutti dovrebbero parlare la lingua ufficiale e non sono contenta dell'abuso di dialetto che viene fatto in televisione (soprattutto col Romano o il Napoletano). La cosa strana però è che, avendo avuto più contatti coi nonni materni e avendo passato molte estati in Toscana, io e mia mamma qualche volta parliamo Toscano tra di noi, come facevano mia mamma e mia nonna. È curioso perché parliamo un dialetto che è in disuso, non è il Toscano che parlano adesso nella zona di Livorno. Quindi per me è la " lingua dell'affetto" dell'infanzia. Trovo però interessante che i dialetti non siano cristallizzati ad un periodo ma stiano continuando ad evolversi oltre che ad esistere. Grazie per il bellissimo lavoro che stai facendo.
Hauguri Hagay PS: scrivendo "Hauguri" la mia tastiera ha suggerito un termine Lombardo ('naügüràt, che significa, come si può immaginare, "inaugurato"). Piacevole coincidenza
Condivido in pieno. Prima di tutto bisogna insegnare il valore del dialetto. La soluzione per me è insegnarlo nelle scuole, ogni città e paese il suo dialetto ovviamente, perché è qualcosa che riguarda la comunità di un determinato centro abitato. Io sono pugliese e il dialetto lo conoscevo in maniera frammentaria fino ai 16 anni. Poi mi sono imposto di impararlo e mi sono sforzato sentendolo attentamente, studiandolo per conto mio e cercando di memorizzare ogni parola che sentivo. Adesso lo parlo in maniera discreta, ma sento che mi mancano ancora parecchie cose da imparare. Purtroppo i miei genitori parlano dialetto ma confrontato con quello dei miei nonni è già molto semplificato. Praticamente i dialetti muoiono perché si stanno impoverendo di termini e semplificando sempre più, rendendoli poco efficaci in una comunicazione più complessa. I giuvene de mu parlene xchitte italiène oramè. Pure è buéne cô parlene angore, ca fra picche onne a pparlè tutte nglése. I giovani di adesso parlano solo italiano ormai. Menomale che ancora lo parlano, perché fra poco parleranno tutti inglese.
Sui dialetti ci pensò Antonio Gramsci nel suo Diario, era nell'idea di unire in Regione per rappresentare parte dell'Italia e facilitare l'unione italiana.
Ciao Davide. Grazie per tutte queste spiegazione con cui sono totalmente d'accordo. Come tè, io sono appassionato de l'apprendimento delle lingue. Ogni lingua, maggioritaria o non, è un tesoro che deve essere guardato gelosamente. Sono madrelingua spagnolo nel Messico, ma ho anche imparato qualsiasi altre lingue e m'interessano le lingue regionali del mio paese.
Molto interessante. Volevo portare alla sua attenzione la situazione del Friulano, lingua minoritaria del Friuli Venezia Giulia, che a quanto ricordo al suo interno ha 33 varianti dialettali. Purtroppo, nonostante io sia cresciuta parlando in Friulano in famiglia, ho sempre notato come pochissimi, veramente un numero esiguo di miei coetanei lo parli. A me il Friulano piace molto (al di là del fatto che a me piacciono tutte le lingue e i dialetti) per il suo valore affettivo, le sue sfumature, oltre al fascino della fonetica, della fonologia, delle sue particolarità linguistiche dovute, come anche in altri casi, al fatto che in Friuli si sono succedute e incontrate varie popolazioni(abbiamo parole di matrice slava, latina, germanica...). Anche per questo, l'indifferenza se non addirittura antipatia dei più, da me sempre avvertite nei confronti del Friulano, mi addolorano. Inoltre, noto un certo impoverimento nella lingua friulana parlata dalle persone, in quanto la letteratura(che, nonostante stiamo parlando di una lingua minoritaria, è alquanto ricca) non é studiata a scuola e ci sono molte poche persone che leggono in Friulano, senza poi tener conto dell'influenza preponderante dell'Italiano. Detto ciò, io sono favorevole all'insegnamento del Friulano a scuola come materia a tutti gli effetti, anche se, ahimé, penso sia destinato a rimanere un'utopia. Ho inoltre sviluppato un progetto che unisce la mia passione per le lingue a quella per il teatro, che spero di realizzare anche con il sostegno dell'ARLeF(Agjenzie Regjonal pe Lenghe Furlane). Per finire, sono fermamente convinta che la dimensione di appartenente ad un posto specifico possa coesistere tranquillamente con la dimensione allargata di cittadino del mondo, e quindi che l'una non escluda l'altra ma anzi, possano arricchirsi e arricchire colui che le sa conciliare. Mandi a duuc e grassie pe atenssion
Salve a tutti... Sono italo brasiliano, nato in Brasile (per questo la C nel mio nome lol), appassionato dell'italiano ed anche un grande ammiratore del tuo lavoro, caro Davide. Qui in Brasile non ci sono dialetti, ma abbiamo dei regionalismi. Comunque, ho vissuto in Calabria (Lamezia Terme) per qualche mese e poi mi sono trasferito a Milano, dove ho passato altri 4 anni. Questo cambiamento mi ha permesso di sentire la differenza tra i due dialetti. Al sud, le persone più anziane parlavano sempre in dialetto tra di loro, mentre a Milano l'ho ascoltato di meno, ma comunque ho percepito il contrasto ed anche il modo in cui ogni dialetto ha influenzato l'italiano delle due regioni. Sarebbe bellissimo poter imparare un po' del dialetto calabrese dei miei nonni, ma purtroppo non gli ho conosciuto in vita. Vi saluto, scusandomi per questo mio italiano poverissimo... un abbraccio dal Brasile!
Grazie ai magnifici membri del Club per il sostegno! A proposito, ecco i materiali bonus per questo video: - audio e PDF (con trascrizione e lessico difficile): www.patreon.com/posts/44378875 - approfondimento nel mio podcast esclusivo "Tre Parole" www.patreon.com/posts/44432683
@frank lapidus Sì, quattro nonni piemontesi. E se saliamo di un gradino, sette bisnonni piemontesi. E ciò rende ancora più triste la mia ignoranza del dialetto :(
A mio avviso non abbiamo dialetti in Brasile. Variazioni linguistiche del portoghese "brasiliano" ci sono e tante, però puoi viaggiare tutto il Paese, nord sud est ovest, senza preoccuparsi di farsi capire, capirà e sarà capito ovunque. Ma se andate in Portogallo la storia può essere molto diversa.
La difficoltà nel capire gli altri qua in Brasile abita forse nell'accento e negli slang ed espressioni regionali (che comunque si diffondono in tutto il Paese grazie alla grande migrazione interna). Ma, davvero, tutti ci capiamo senza grossi problemi. Ovviamente ci sono degli indiani che parlano le loro proprie lingue (ma anche il pt-br) che esistono credo da più tempo della nostra. Ma qualche dialetto ce ne deve essere.
Ciao a tucc! Se ciami Luca, a gh'hoo sedes agn, stoo de cà in de la provinscia de Milan e son 'dree a parlà in lengua lombarda (scrivi in grafia NOL, o ben "noeuva ortografia lombarda", ca l'è una grafia unifegada per tute i varietà de la lengua). Son maderlengua talian, de fat el mè pader e la mè mama inn milanes, ma me parlaven poch in lombard, donca mi el capivi e savevi dì un quaicoss, ma ciarament seri minga bon de parlà inscì coma son 'dree a fà adess. Squas un ann indree hoo tacad a imprender quella lengua chì e a fà di contegnud in lombard (soratut in de l'instagram, de fat gestissi, cont un amis, una pagina per la lengua lombarda che de fat se ciama "lengualombarda", ma poeu hoo anca tacad a scriver in su la Wikipedia in lengua lombarda e seguti ancamò). Vorevi anca dì che ciami mai el lombard "dialet", ma semper e domà lengua (regionala) e proeuvi a spantegà quella idea chì di lengov regionai taiane. (IT) Ciao a tutti! Mi chiamo Luca, ho sedici anni, abito in provincia di Milano e sto parlando in lingua lombarda (scrivo in grafia NOL, ossia "nuova ortografia lombarda", che è una grafia unificata per tutte le varietà della lingua). Sono madrelingua italiano, infatti mio padre e mia mamma sono milanesi, ma mi parlavano poco in lombardo, quindi io lo capivo e savevo dire qualcosa, ma chiaramente non ero in grado di parlare così come sto facendo ora. Quasi un anno fa ho iniziato a imparare questa lingua e a fare dei contenuti in lombardo (soprattutto in instagram, infatti gestisco, con un amico, una pagina per la lingua lombarda che di fatti si chiama "lengualombarda", ma poi ho anche iniziato a scrivere su Wikipedia in lingua lombarda e continuo ancora). Volevo anche dire che non chiamo mai il lombardo "dialetto", ma sempre e solo lingua (regionale) e provo a diffondere questa idea delle lingue regionali italiane.
Incredibile che leggendolo mi immaginavo anche l'accento milanese, per qualche motivo che non conosco viene spontaneo pensare al suono di un accento quando si legge la lingua di quell'accento.
Luca, bravissimo!! Così giovane ed interessato alla lingua dei tuoi avi. Non ho scritto lingua lombarda perché una lingua lombarda ( unica) non esiste. La lingua che si parla per esempio in val Camonica ( Brescia) è molto diversa da quella che si parla nel basso Mantovano od a Pavia.....
@@mcroma65 Ciao, grazie innanzitutto. Per quanto riguarda la lingua lombarda, ti assicuro che esiste eccome (e l'UNESCO la riconosce e cataloga con codice ISO tra le lingue a rischio di estinzione, purtroppo). La lingua lombarda va da Milano a Brescia, da Pavia al Trentino occidentale, da Novara a Lugano, da Mantova a Sondrio. Insomma, viene parlata in tutta la lombardia, nel Piemonte orientale, nel Trentino occidentale e nella Svizzera meridionale (canton Ticino e parte del Grigioni). Tra tutte queste varie parlate, o dialetti della lingua lombarda, c'è grande comprensibilità, è chiaro però che bisogna essere madrelingua lombardi o conoscere bene la lingua, ti faccio un esempio: se uno straniero impara l'italiano standard (per intenderci quello che si parla dal centro al nord) e poi va a Palermo, probabilmente non capirà niente! Invece se una persona, madrelingua lombarda, mettiamo di Milano, andasse a Bergamo per esempio, capirebbe moltissimo (se non tutto), magari qualche parola gli sfuggirà, ma è normale, come un italiano che va a Bologna e sente dire la parola "sportina" al posto di sacchetto per la spesa... Il problema è che noi lombardi non siamo più abituati a conoscere i sinonimi delle nostre parole. La diversità in una lingua è un pregio, non un difetto, pensa alla parola "bambino/ragazzo", quanti modi ci sono per dirlo in italiano... partendo da questi due e arrivando a "creatura, infante, pischello, fanciullo, bambolo, bimbo, monello, marmocchio, moccioso, pargolo, pupo, piccirillo, ragazzino, piccolo, bardasso, caruso, fio, garzone, guaglione, picciotto, quatrano, toso ecc. Ognuno con una connotazione più o meno regionale, formale o informale. Ovviamente quando un Milanese va a Torino capirà come un italiano con uno spagnolo, perché si tratta di un'altra lingua: quella piemontese. Ci sono dei video (anche qui su YT) e degli studi che dimostrano questa intercomprensione lombarda, ma pure io ho potuto constatarla, infatti, in queste sere (il sabato alle 21.30), stiamo organizzando delle "ciciarade" con gente da tutta la Lombardia su zoom, ti assicuro che c'è una comprensione piena tra tutti i parlanti. Se volessi constatare tu stesso ti consiglio di visionare su instagram o Facebook la pagina "lengualombarda", avrai modo di avere la conferma e se fossi lombardo potresti anche partecipare a uno di questi meeting 👍.
A scuola la soluzione sarebbe insegnare il dialetto della città dove la scuola si trova, sebbene sia molto complicato impararlo a scuola, pertanto non saprei se sconsigliarla, oggi l' utilità del dialetto è marginale, basta l'italiano per comunicare in tutta Italia. Il vero rischio è quello che i dialetti possano estinguersi e l'estinzione di una diversità è sempre un dolore. Alcuni dialetti sono già quasi estinti ormai, come il griko calabrese (una lingua derivata dal greco), che nel prossimo futuro sarà conservata solo nei libri e non più in forma orale. Questo è il rischio di tutti i dialetti. Si potrebbe incentivare la trasmissione del dialetto con degli spot in cui si mostri che parlare il dialetto non significa essere inferiori o di basso grado sociale, ma anzi una ricchezza culturale (ovviamente va parlato correttamente anche l'italiano).
I so crisciutə perlennə gliu dialettə “broccolino”, che fu nna minestrə fattə dagli dialettə della sud Italia, l’italianə, e qualch’ parulə ‘murrəcan’ - la linghə che sə perlevə a Brocculin e Quinsə Nivviorcə (Brooklyn e Queens, New York). Ognə famiglə lə perlevə a nnu modə nnu pocə differendə. Nu eravemmə d’originə Abruzzesə, quində gliu broccolinə nustrə evə chiu abruzzesə chə sicilianə. Gliu vicinə nustrə, nnu Sicilianə, lə parlevə co’ nnu pochə chiu sapurə sicilianə. Ma tuttə nu cə capəvemmə, picchí, cumə pu vidè, la linghə erə chiu italianə che dialettə. OK, mo smettə... :D C’era un vocabolario conosciuto da tutti, ad esempio “il mio lavoro” = “la giobbə me” (da la parola inglese, “job”), “la machina” = “gliu carrə". Nota che uso la schwa (ə) per rendere il suono del vocale finale, che veniva, per lo più, “mangiata". Così, tante volte, si perdeva il concetto di genere, in particolare nella seconda generazione di parlanti. Siccome noi eravamo di origine Abruzzese, il nostro broccolino seguiva le regole grammaticali dell'abruzzese, principalmente nella scelta dell’ausiliare nei tempi composti. Per lo più, direi che la grammatica seguiva le regole del napoletano o del siciliano, a seconda del gruppo di immigrati dominante in un particolare quartiere, Non so se broccolino si qualifica come un dialetto autentico, o se era più di un creolo. (Uso un tempo passato perché questa lingua, parlata da tanti nel secolo scorso, è quasi scomparsa ora.)
Io sono siciliana e ho vissuto per un periodo nella zona di Detroit (Michigan), e ho conosciuto discendenti di emigranti siciliani che parlavano il dialetto del paese dei genitori mischiato con parole derivate dall’inglese. Era molto simile a quest variante parlata a New York ed era molto difficile da seguire ma anche molto interessante.
Ciao Davide, bellissimo video, davvero. Mi ha colpito molto la parte in cui parli delle lingue regionali, cosa di cui ha parlato anche Dante nel De Vulgari Eloquentia. Io comunque ho 18 anni e e sono nato come te a Torino da genitori lucani e ho avuto la fortuna di essere diglotta, quindi di saper parlare (almeno in una conversazione base) in dialetto della Basilicata, dialetto che quando vado giù in vacanza è usato da tutti, giovani compresi (cosa che a Torino non accade con il piemontese) e che è tutelato da iniziative quali commedie recitate interamente in dialetto. Lascio a tutti una frase nel dialetto del mio paese di giù (che è molto piccolo che percepisce variazioni rispetto agli altri paesini limitrofi). Megl n’ov goi ca na gallin craj: meglio un uovo oggi che una gallina domani.
Curioso che il termine goi= oggi sia molto simile a ncoi, usato in Veneto e zone limitrofe, mentre craj0domani, è molto simile alla parola latina cras.
Davide, tu sei più di un insegnante di italiano, sei un linguista e uno storico delle lingue
Grazie, anche se non sono né l'una, né l'altra cosa. Però sono argomenti che mi interessano molto e che mi piace approfondire :)
ha ragione abbiamo lo stesso pensiero
Molto interessante. Mi piace molto la storia della lingua.
Se via va passate a vedere questo video ruclips.net/video/tg0IwYbGRLI/видео.html
@@PodcastItaliano sei molto buono, sto imparando l'italiano e sei il megliore da RUclips.
Che bèl sentir! Gràssie par la spiegassion. Me ciamo Leonardo, son bresilian, nassù al Brasil, magari i miei antenati i é vegnui de le regione del Veneto e del Trentino. Noantri qua parlon 'na léngoa che l'é na mescolansa de 'na sbranca de dialeti portadi par i imigranti, squasi tuti del nord de la Itàlia, e ghe ciamon de Talian. La nostra léngoa qua l'é stata anca riconossuda par el goerno brasilian come "léngoa de imigrassion". Mi, ognitant, vardo ai to vìdii qua e i me piaz gran tant, me toca solche ringrassiarte. Mi son capasse da capir squasi tuto del italiano gramatical, magari son mìa bon da parlarlo gnanca più scrìverlo. Fào lora la tradussion in bresilian/portughese.
Que bom ouvir! Obrigado pela explicação. Chamo-me Leonardo, sou brasileiro, nascido no Brasil, embora os meus antepassados são vindos das regiões do Veneto e do Trentino. Nós aqui falamos uma língua que é uma mistura de vários dialetos trazidos pelos imigrantes, quase todos do norte da Itália, e a chamamos de Talian. A nossa língua foi até reconhecida pelo governo brasileiro como "língua de imigração". Eu, de vez em quando, assisto aos teus vídeos e gosto bastante, devo apenas agradecer. Eu sou capaz de entender quase tudo do italiano gramatical, embora não o consiga falar nem menos escrever. Faço então a tradução em português.
@@andrea7351, gràssie! La maiorànsa dei miei antenati i é vegnui dal Veneto: Padova, Belun ecc. Qua se ga svilupada na parlada massa someiante.
Ostregheta che bell! Mi a parli in lengua lombarda e gh'hoo de dì che inn do parlade compagne!
Spettacolo
Ho sentito parlare questa cosa per la prima volta solo alcuni mesi fa. È abbastanza bizzarro a pensarci. Quanti saranno a parlare questa lingua? E in che posto?
Ciao, ho 15 anni più di te e vivo in Piemonte. I miei genitori, tra loro, parlavano in dialetto. La perdita del dialetto tra i giovani la vivo come la perdita di un nonno saggio e affettuoso: mi addolora.
Addolora anche me :( Neanche tu lo parli?
@@PodcastItaliano lo parlo talvolta e lo capisco perfettamente ma non lo uso nel quotidiano, non come un'abitudine quantomeno, (lo si usa più per scherzare tra amici), e di conseguenza non lo trasmetto alle mie figlie. Peccato.
@@michelamarcellino4029 sbaglio tuo
@@francescoguerra7787 ciao, se non è naturale per te una certa lingua o un certo dialetto, che magari comprendi perfettamente ma che i tuoi genitori non ti hanno mai incoraggiato ad usare nel quotidiano, probabilmente non lo userai con i tuoi figli. Sbaglio mio sì. Sai quanti sbagli faccio come mamma!
"Si parla più l'inglese che i dialetti nostri"
Thank you for the excellent audio quality. I’m learning Italian and this helped me understand so much better.
Wow you’re interested in Italian too? Cool! Also I love your videos.
Johnny make a video speaking italian!
I adore your videos! I have been a lowyal subscriber since Vox, nice seeing you interested in Italiano.
@@jenemeneghe please do
@Malisa Tenuta bruh let your girlfriend do her thing, there is no need to spy on her
Parlo spagnolo con una varietà che si mescola con la quichua. Ho trovato il tuo video molto interessante e sei davvero un bravissimo linguista, mi congratulo con te e ti ringrazio molto per il tuo lavoro.
Sono brasiliano e mio nonno era veneto. Quando sono stato in Veneto, ho cominciato a capire il dialetto e mi è piacuto tantissimo. Purtroppo non sono stato tempo suficiente per impararlo veramente.
Ma qui 'nte'l Braxil ghe xe xente che lo parla. Me nono el parla el véneto, e 'ntele colònie ghe xe 'ncora pì parlanti che qui, Passo Fundo, che no la xe na sità de baxe 'taliana. Da dove sito ti?
@@KaspiNinja Passos, MG. Mio nonno è venuto da solo nel 1950 quando aveva 20 anni e ha lavorato in vari posti in tutto il Paese
Che tipo di orecchi si deve avere per dire che il dialetto veneto è bello ahahahah
@@matuweb nessun ha detto "bello", però ;)
@@luigilemos Hai ragione. Fra "mi è piaciuto" e "bello" c'è una differenza da non traslucare;-)
Io non sono cresciuto parlando alcun dialetto. Ma per passione ho deciso di imparare sia il dialetto di mia madre, che quello di mio padre, che quello della mia città adottiva.
E cioè ??
Ottima scelta!
E che dialetti sono?
Mi associo alle domande degli altri: quali?
Questo video è molto interessante ! Grazie !
La mia lingua madre è un dialetto svizzero tedesco. In Svizzera di lingua tedesca tutti parlano il loro diletto. Il tedesco standard è utilizzato soltanto per scrivere, a scuola (per imparare), al telegiornale e per comunicare con le persone straniere o i svizzeri di lingua francese e italiana.
Ich dachte immer, dass schweizer deutsch dem Hochdeutsch sehr ähnelt, bis ich letztes Jahr das erste mal in der Schweiz war. Es ist wirklich eine ganz anderw Sprache
Qui in Ticino sono in pochi quelli che parlano il tedesco. Io l’ho studiato alle scuole medie e alle superiori ottenendo un B1. Ovviamente mi sono dimenticato quasi tutto visto che non lo usiamo praticamente mai. Quando vado in Svizzera tedesca sono obbligato a parlare inglese. Saluti
@@Nede- Sì questo è sfortunatamente vero. I svizzeri parlano sempre di più in inglese tra di loro. Questo è, secondo me, un problema. È importante parlare e capire la lingua degli altri e anche conoscere la cultura degli altri. Non è soltanto importante per i svizzeri di lingua italiana o francese a imparare il tedesco ma anche per i svizzeri di lingua tedesca a imparare l'italiano e il francese. Penso che l'inglese rappresenta per questo aspetto un po' una minaccia per la coesione nazionale del nostro paese. Siamo molto fortunati ad avere così tante lingue in Svizzera ma non siamo sempre consapevoli della nostra ricchezza in questo ambito. Il plurilinguismo è una delle più grande sforze del nostro paese. 😀
È il dialetto ancora molto parlato dai giovani in Ticino?
PS: Mi dispiace. Non ho mai avuto una lezione di italiano in tutta la mia vita quindi le miei conoscenze di grammatica italiana sono terribile. Espero che il mio messaggio è comprensibile. 😅
Interessante. Sono inglese e parlo bene tedesco ma quando sono andata in Svizzera nessuno voleva parlarmi in Hoch Deutsch e ho dovuto parlare inglese.
@@davidhuber1135 Mamma mia non hai mai avuto una lezione di italiano e scrivi cosi?????? wow... complimenti per il tuo italiano, notevole
Ciao! Sono Azerbaigiana. Ho 18 anni. Sto studiando presso la facoltà di traduzione Azerbaigin-Italia presso l'Università di lingue dell'Azerbaijan. Sto guardando i tuoi video per imparare la lingua. Grazie🇦🇿🇮🇹💞
Burada azərbaycanlı görmək xoşdu 🫡
Sono brasiliano e mi piace molto questa rica diversitá linguística italiana. L'italiano ho imparato di modo autodidata, per scrivere non sono molto preciso, e con i dialetti sempre mi sorprende molto. Quando sono stato in Puglia, in molti conversazzioni dialetalli riusciva a capire molte cose, mi sentivo cosi piu entusiasta. Quando ho conosciuto i libri di Andrea Camilleri sono molto contente di capire molto bene il siciliano dei suoi belli personaggi. E a vedere queste vídeo vedo una buona oportunitá per discutere e capire meglio questa temática. Bravo Davide, sei molto potente!
Davide, sei bravissimo! Sei giovane e competente. Hai una parlata soave,musicale,bellissima, è un piacere sentirti.
Complimenti !
Complimenti!!!
Mia madre, mio padre ed io parliamo 2 lingue: il Sardo e l'italiano. Abbiamo sempre considerato una ricchezza parlare il Sardo. Mio padre ha pubblicato nella lingua della nostra regione. Non abbiamo mai temuto gli ipergrammatismi. Ho potuto tradurre dal latino all'italiano (quando frequentavo il liceo classico) con una certa comodità: sia per le assonanze che per la sintassi. Non sono sicura nello scritto giacché, essendo nata nel 1979, fino al conseguimento della maturità era preclusa la possibilità di studiare il Sardo a scuola.
Se ti va e hai il tempo, potresti tradurre questo commento in Sardo? Mi affascina molto come lingua.
@@prominent.quasar "Deu, babbu et mamma, emmus sempri chistionau duas limbas: sardu et italianu. Emmus sempri pensau chi chistionai su sardu fiat una grandu ricchesa et no emmus timmius is erroris grammaticalis. Babbu hadi iscrittu librus in sa limba 'e sa Sardigna. Candu femmu a su liceu classicu est stettiu commodu po mei tradurri de su latinu a s' italianu: po is sonus ca s'assimillant et po is regolas. No seu sigura candu iscribbu poitta, cummenti seu nascia in su 1979, finzas a candu mi seu diplomara no fiat possibili istudiai su sardu a iscola" Grazie di esserti interessato alla nostra lingua. La capacità di scrivere è quella che ho più debole. Inoltre il mio lessico è comunque meno variegato di quello della generazione nata nel secondo dopo guerra perché per 50 anni, varie autorità, si sono adoperate per cancellare la lingua pertanto ho avuto meno occasioni di parlarla.
@@noemimarcialis1249 Per me, che non sono italiano e parlo spagnolo come lingua madre, il sardo suona come il portoghese, e sembra essere più lontano dall'italiano rispetto ai dialetti della penisola e più vicino al latino.
@@jorgeseifert estoy bastante de acuerdo contigo. Con respecto al ser lejano estoy de acuerdo al 100% efectivamente la distancia fue enorme en época medieval por ejemplo. Y más que nada cuando se eligió el "volgare" como idioma no fue eligido mi idioma si no decimos el "toscano". Con respecto a lo que comentas de ser parecido al portugués no tengo bastante conocimiento para expresarme pero si por supuesto unas palabras suenan! Gracias por haber expresado tu opinión 🙏🏻
@@noemimarcialis1249 Buen español!
Davide, sei un ragazzo brillante, complimenti. I tuoi studenti sono fortunati.
Grazie di cuore!
@@PodcastItaliano posso dire che e absolutamente vero, sei incredibile.
Ciao Davide, vivo in sud del Brasile e qui ci sono molti discendenti italiano. Nella regione in cui vivo parlano principalmente dialetto veneto, bergamasco, trentino, lombardo e alcuni altri. Alcuni anni fa, hanno diventato uficiali lo TALIAN, una mescola di vari dialeto. (mi dispiace per gli errore , sto imparando l'italiano)
Sono spagnola, sto imparando l'italiano mi piace un sacco la tua lingua. Grazie ti capisco tutto
ho capito tutto e non ti capisco tutto, spero di averti aiutato :).
Sono dalla Russia. Ma non sono russo, sono ciuvascio. Ciuvascia è una piccola regione a est di Mosca. I miei genitori entrambi sono ciuvasci e abitavano nel villaggio, solo dopo la scuola si sono trasferiti in un città a studiare. Infatti i miei nonni parlavano russo molto male perché usavano solo la lingua ciuvascia per tutta la loro vita. Purtroppo adesso i giovani non usano molto la lingua ciuvascia, per esempio, tra i miei cugini quasi nessuno parla ciuvascio. Fortunatamente parlo ciuvascio perché sono cresciuto in campagna con i miei nonni. È per me questa lingua è madrelingua. Oggi uso ciuvascio in conversazione con i miei genitori e quando torno al mio villaggio materno. Questo un esempio di frase in ciuvascia.
"Эпӗ питӗ юрататӑп Итали ҫавӑнпа питӗ вӗренешӗн калаҫма итали чӗлхипе. Халхи вӑхӑтра эпӗ питӗ тунсӑхланатӑп Италине кайма май ҫукипе."
Grazie mille per questo video! 😊
Il concetto italiano di "dialetto" è molto interessante a differenza di altre lingue 😃. Ad esempio, in spagnolo ci si può capire anche se si parla un dialetto diverso. Certo, ci sono differenze e parole che non si conoscono, ma la comunicazione è possibile senza problemi.
Ma naturalmente i "dialetti" dell'italiano non vengono dall'italiano, ma dal latino direttamente... Come dici tu, in realtà sono lingue diverse. È davvero interessante!
I have listened to your podcast while walking and love it. The quality of the content and the audio is excellent! In addition to liking the authentic content, I find your voice and pronunciation easy to follow (livello intermedio). Podcast Italiano is the best I have found! Now I will check out the content on RUclips. Thank you!
Cuando se pierde un dialecto se pierde una parte de la cultura. Una forma particular de expresión. Las nuevas generaciones italianas no tienen ideas de esta parte tan importante
Yo soy italiana, tengo 22 años y hablo 5 idiomas (incluido el dialetto)..entiendo lo que dicen mis padres (no solo ellos) cuando hablan en "dialetto calabrese" porque siempre he hablado tanto en italiano como en dialecto...con mis amigos y mis familiares El dialetto es una parte importante de nuestra cultura ... no es un obstáculo ni un signo de "ignorancia", ¡todo lo contrario! Espero que las nuevas generaciones no lo olviden..
@@mariajk975 Io sono venezuelano di genitori siciliani. Da piccolo avevo imparato il siciliano insieme Allo spagnolo.. di fatto parlava così sempre con i miei nonni.
Luego aprendí Italiano , portugués y francés.
Yo soy napolitana y hablo italiano, inglés, francés, español, catalán y napolitano. Por suerte en Nápoles el idioma no se pierde y la gente es cada vez más consciente del valor de nuestro idioma y de nuestra literatura.
Yo soy italiana y hablo italiano, alemán, inglés, bresciano (mi dialecto) y también un poco de russo. Ahora soy en Alemania y estudio también español, hablo solo un poquito. Pero puedo comprender y pienso también que el dialecto es muy importante
@@biabarcelona A Napoli avete una cultura talmente forte che neanche le bombe vi smuoverebbero 😂❤️
Auguri Hagay. Lui è un membro attivissimo sul Telegram e ci aiuta a capire un sacco di cose riguardo alla lingua italiana.
Grazie a Davide per questo nuovo video, un vero incentivo alla preservazione culturale.
The audio quality is superb. Might be the reason I listen most. The audio is perfect. Grazie Mille!
Ciao Davide, siccome tempo fa anche a me fu rivolta la domanda "perché preservare i dialetti", mi ero segnato un po' cose velocemente. Per prima cosa come dici anche tu, al primo punto metterei:
"perché rappresenta la storia di un popolo ed un popolo senza la conoscenza della propria storia, origine e cultura, è come un albero senza radici (sappiamo che fine fa)."
Secondo punto: La diversità delle lingue e delle culture, oserei dire come nel caso della biodiversità, è già di per se un valore. Se così non fosse, e con lo stesso metro di giudizio, potremmo chiederci perché conservare qualsiasi documento, opera d'arte o architettonica.
Terzo punto (legato ai primi due): per il valore filologico della diversità linguistica, cioè l'aiuto che possono dare le lingue parlate ancora oggi ad una corretta interpretazione e comprensione nel ricostruire dei documenti storici. Ricordiamoci che gli studiosi storici apporfondiscono la conoscenza di civiltà e culture, anche andate perse, attraverso i documenti scritti.
Saluti.
Auguri Hagay!
Anch'io non parlo dialetto, ma solo italiano! Sono nata e vivo in Valle d'Aosta , per cui ti chiedo, se lo ritieni opportuno tra i tuoi approfondimenti, di narrare la storia interessantissima del franco-provenzale parlato qui...In ogni vallata diverso! Te lo dico perché in città, soprattutto, i valdostani sono pochissimi e il dialetto non si sente mai, ma basta spostarsi un po' in montagna, che subito si entra in un altra dimensione! Questa realtà mi ha sempre affascinata...Mio nonno era Genovese, mia nonna di Venezia, mia mamma è nata a Belluno, mio papà a Torino e i suoi fratelli a Milano e Saint Vincent...Tutti gli altri miei nonni e zii sono veneti...Quindi, per i valdostani sono veneta e per i veneti sono valdostana...🤔🤗😂Grazie per i tuoi video...Li guardo sempre volentieri!!!
Davide, en México aún se habla el Veneto en un pueblo, esa lengua tuvo su propia evolución y se creo el dialecto "chipileño", un dialecto del Veneto originado en México. Creo que sería muy interesante que hicieras un vídeo hablando de esto 🥰🥰 o de otros dialectos del italiano que evolucionaron de distintas maneras en América Latina por la inmigración, o un vídeo de las características particulares que tomó el español argentino del italiano. Sería demasiado interesante
En Argentina el lombardo aportó léxico al llamado "lunfardo", que es una jerga asociada con el habla urbana de Buenos Aires a comienzos del s. XX.
Sarebbe interessante, si, ma Davide non parla il dialetto. Dovrebbe chiedere a qualcun altro per parlare qui sul canale. Mi piace quest'idea.
Los de Chipilo llegaron de Segusino, verdad? Mis padres viven cerca de Segusino :)
@@enriqueceretti1826 que chulo 😍
En Brasil también sucede algo similar donde en alguna región hablan el Talian que proviene del Veneto
Penso che il dialetto sia un valore aggiunto da preservare e tramandare. Ho 20 anni, sono figlio di una famiglia di agricoltori e sono tra i pochi della mia età che parla fluentemente il dialetto (bresciano) perché con mio papà e con mia nonna lo uso sempre
Io parlo il franconese superiore (un dialetto del nord della Bavaria). Ma anche in Germania i dialetti si perdono. Per esempio mio fratello già non parla il dialetto, solamente tedesco standard con accento regionale.
Una frase di esempio, con un solo vocale:
"A Marmaladnaamala hamma aa dahaam."
(Un secchino per la mermelata anche abbiamo a casa.)
Nel tedesco standard sarebbe:
"Ein Marmeladeneimerchen haben wir auch zu Hause."
Interessante che in franconia la parola casa sia dahaam, che assomiglia al latino domus, invece che al termine germanico Hause (Inglese home) .
@frank lapidus Nella Svizzera la situazione è completamente diversa rispetto anche alla Germania meridionale: il "dialetto" non è per niente stigmatizzato. Lì la diglossia è nazionale e la conoscenza del tedesco svizzero (meglio: della sua variante locale) è, per così dire, una cosa senza la quale semre si rimarrà uno "straniero":
@@enzocazzanelli5101 E invece "dahaam" è una parola composta di due: "da" (lì, là) e "haam" (come Heim nel tedesco standard e "hoam" nell'inglese).
Interessantissimo video. Il dialetto, che io parlo, è la lingua del cuore che ci lega ai conterranei, che fa uscire fuori e fa esprimere la nostra anima. Da me ancora a scuola a Natale si recitano poesie o si fanno piccole recite in dialetto... Certo I giovani lo parlano meno.
Viene spontaneo usare un dialetto più o meno stretto a seconda dell'interlocutore per passare all'italiano con chi non è della zona.
Da me in 3 km cambia molto più che qualche parola... In molti casi parlato stretto a 30km si fa fatica a capire.
Bellissima spiegazione!
Moltissime persone nel Nord Italia, me compreso, hanno un rapporto con il dialetto molto simile al tuo.
Ciao Davide, sono una torinese (come te) che vive negli Stati Uniti da sedici anni e insegno italiano all'università. I tuoi video sono sempre molto ben fatti ed interessanti e li uso spesso con i miei studenti. Questo sui dialetti è chiarissimo: hai fatto un bellissimo lavoro!
Sono campana. Quando iniziai ad andare a scuola le maestre cercavano di inculcare nella mente il pensiero che il dialetto fosse da "cafoni" e ora sono felice di non averlo perso e di riuscire a riconoscere quanto sia prezioso. Sono d'accordo con te, Davide, sul fatto che si debba incentivare gli studenti a parlarlo (anche se non a scuola) e non frenarlo
@Podcast Italiano, nulla ti vieta di cimentarti nell'apprendimento del piemontese. Io sono cresciuto in un ambiente totalmente bilingue (Lombardo-Italiano), ma la mia competenza in lombardo è rimasta passiva fino ai miei 17/18 anni. Dai miei 18 anni, la mia passione per la linguistica, che intravedo molto anche in te, mi ha spinto a voler studiare la mia lingua, a voler cominciare a usarla e a dargli prestigio d'uso. Oggi, a quasi 28 anni, parlo per la maggior parte del tempo in lombardo con una parte della mia famiglia. Sono arrivato addirittura a non sentire piú i miei nonni dirmi "non parlare dialetto", ma a complimentarsi con me.
I cambiamenti sociali dipendono dall'impegno di tutti, anche nostro. Ed io, nel mio piccolo, sto salvando la lingua lombarda. ❤
Comunque sono partito prevenuto con il tuo video, ma alla fine ho capito di stimarti: sei molto bravo e preparato.
Caro, Davide. Amo i tuoi podcast soprattutto quando parli di dialettologia. Complimenti!
Ciao Davide!
Sono spagnolo e sono innamorato di la vostra lingua!
Mi sembra un video molto interessante!!!
Ho visuto 2 anni al Regno Unito e ho conosciuto a ragazzi siciliani molto bravi.
E loro mi hanno spiegato i diversi dialetti che avete.
Penso che è un po triste che molti dialetti stanno murendo... Loro parlano più siciliano che italiano e mi hanno detto che qualcuna gente pensa che questo è di essere ignorante. Io penso che è bello parlare il tuo dialetto.
Tutte le lingue sono bellissimi e si devono essere rispettati!
Sono catalano e anche noi parliamo un'altra lingua a parte lo spagnolo, e dentro di Catalugna abbiamo dialetti catalani.
Mi piace molto i tuoi video, continua così!!
Scusa se mi sono sbagliato con qualcuna frase.
Saludos desde España! 🇪🇸
Auguri Hagay!
Davide, sei un bravo dotto. Io sono un italoamericano da parenti napoletani. Ho 61 anni e mi sforzo di studiare "il vero italiano" ogni giorno. Nondimeno, il mio cuore si scoglie con il dialetto napoletano. Crescevo con le canzoni e le poesie napoletano, e me rendo conto che davvero studio due lingue diverse. Purtroppo, noi accademici chi stimiamo le sfumature delle lingue siamo una minoranza....
Continua così, io sono napoletana e posso dirti che sei una meravigliosa minoranza
@@Serena-yf4tn Grazie mille per l'ispirazione. Da recente sono andato in pensione con il sogno di diventare fluente in italiano, e due anni fa sono andato in Italia con la famiglia per ottenere la nostra doppia cittadinanza. La passione e' proprio irrefrenabile!
@@vincentbeltrani9551 se ti piace il napoletano posso consigliarti l'ascolto di un cantante napoletano: Pino Daniele. Try and let me know💙
@@Serena-yf4tn grazie mille. Lo conosco....anche ascolto Gigi D'Alessio.
Complimenti e bellissimo video. Io sono nato vent'anni prima di te, ho sempre vissuto a Milano e ho vissuto una situazione "metà e metà". Mi spiego: mio padre è di Milano, mia madre del bresciano, in casa non si è mai parlato dialetto. Mio padre ha perso i genitori giovane e comunque con il resto della sua famiglia ho sempre sentito parlare italiano, solo alcuni suoi zii anziani mettevano qualche frase in milanese ogni tanto nei discorsi. Mia madre invece nacque in un ambiente contadino e ovviamente lì l'italiano non esisteva, si parlava solo bresciano. Questo ha fatto sì che, quando ero bambino e mi trovavo da mia nonna, ascoltassi spesso parlare il bresciano tra di loro (ovviamente a noi bambini parlavano sempre in italiano). Non parlo bresciano perché non ce n'è mai stato bisogno, tuttavia penso di capirlo meglio del milanese (ci sono comunque dei punti di contatto tra milanese e bresciano). Ora mia nonna ha 96 anni e fa fatica a parlare italiano, anche a me ora parla spesso bresciano, ma a me fa piacere. Il discorso sull'immigrazione è la chiave. Anni fa vidi un filmato di fine anni 60, dove un intervistatore per strada chiedeva ai milanesi in che occasioni parlassero dialetto. Una donna rispose che ormai più nessuno parlava il milanese (ripeto: a fine anni 60!!) La ragione era ovviamente il fatto che, essendo Milano città di immigrazione da varie parti d'Italia, l'unico modo per comunicare era la lingua comune, ovvero l'italiano. Sempre in quel filmato, alla fine, questo concetto fu ribadito dal mitico e famoso linguista Giacomo Devoto in un'altra intervista. Non solo: fece anche un confronto col dialetto veneto. Disse che un motivo per cui il dialetto veneto si continuava a parlare e il milanese no era in primo luogo per il discorso dell'immigrazione (all'epoca dal sud non c'erano grandi flussi migratori verso il Veneto) e anche per il fatto che il veneto è un dialetto facile mentre il milanese è più difficile. Un'ultima cosa: sono completamente d'accordo quando dici che in alcuni ambiti il dialetto è più espressivo: pensa a una barzelletta. Secondo me la stessa barzelletta raccontata in italiano o raccontata (quando possibile) in dialetto ha tutto un altro effetto: in dialetto funziona di più.
Avevo sempre pensato che in Spagna noi avevamo delle lingue e in Italia soltanto ci erano dialetti. Poi sono cresciuto e mi sono reso conto che "i dialetti" dall'Italia erano anche lingue como noi le conosciamo in Spagna. Nel mio caso ho imparato Valenciano (che e basicamente la stessa lingua che il catalano e il balear) all'università. Per me è stato facile perché ci sono un saco di mezzi per impararlo sull'internet. Un altro video fantastico, congratulazioni!
Vivo nel basso Piemonte, al confine con la Liguria.
Qui il dialetto locale e un mix fra piemontese e ligure ed è parlato prevalentemente dalle persone più grandi, meno dai giovani.
Mio padre è originario del posto mentre mia madre era della provincia di Napoli e tra loro, come dici nel video, non potevano quindi parlare in dialetto.
Comprendo quasi perfettamente la parlata locale anche perché l'ho sempre sentita parlare dai nonni paterni, da mio padre e altri parenti.
Non ho mai imparato a parlarlo proprio perché sia i genitori, i nonni e i parenti in genere si rivolgevano a noi più giovani esclusivamente in italiano.
Tranne qualche espressione tipica ho difficoltà a pronunciarlo ma è una cosa comune fra noi delle generazioni più recenti (diciamo i nati dagli anni '70/'80 in avanti).
Aggiungo che riesco a comprendere un pochino anche il napoletano (a meno non sia parlato molto "stretto") e anche abbastanza i testi delle canzoni partenopee, sebbene l'abbia sentito pochissime volte da mia madre... Quasi l'avessi imparato per "imprinting" naturale, innato 😅
Condivido pienamente il tuo pensiero Davide, i dialetti regionali sono una grande ricchezza, una parte essenziale della cultura popolare italiana ed è un vero peccato che si stiano perdendo.
È giusto saper parlare correttamente l'italiano ma è altrettanto bello e utile il nostro patrimonio dialettale...
Mi scuso per essermi dilungata nel commento ma ho apprezzato davvero tanto questo video.
Come sempre grazie Davide per i tuoi contenuti interessanti e spiegati con la tua consueta chiarezza e semplicità!! 👏👏😊
Sono piemontese, sono di Torino è ho 14 anni, so parlare e capisco benissimo il piemontese perché mia nonna mia ha sempre quasi parlato in dialetto, la ringrazio perché molta gente che conosco lo parla è io li capisco
Ciao Davide, ti seguo e sono iscritto al tuo canale. I miei contenuti sono le mie canzoni principalmente in dialèt. Sono uno dei rarissimi rapper dialettali in Lombardia, forse l'unico. Lo faccio perché l'ho imparato in famiglia e lo reputo un patrimonio culturale della mia terra che va custodito e tramandato. Ciò nonostante capisco l'importanza e la difesa della lingua italiana, ma infondo anche i "dialetti" sono tutto sommato figli di una grande madre. Il bello della nostra grande nazione è anche questo, la varietà e la "biodiversità" di ognuno di noi. Viva l'italiano ma viva anche a tutti i dialetti d'italia! 🇮🇹
Grande! Ascolterò le tue canzoni :)
@@PodcastItaliano Ciao Davide, grazie per avermi risposto. Se vuoi mi puoi mandare una mail che ti giro (gratuitamente) i miei brani più rappresentativi. Ciao!
Ci vorrebbe a scuola un'ora a settimana di cultura regionale, con canzoni, poesie, storia locale ecc...
Sono d’accordo!
Concordo pienamente
Si ma gli alunni non apprezzerebbero
Ma perché? Perché piace a te?
@@Erik-uj9zt è l'insegnante che deve far apprezzare. Se tutti apprezzassero da soli non ci sarebbe nemmeno bisogno della scuola
Ti faccio i miei più vivi complimenti per la dizione! C'è gente che ha la pretesa di insegnare italiano qui e fa veramente piangere. Poveri stranieri!!!!
Sono nato a Barcellona e questo ha contribuito al fatto che io sia un appassionato di lingue regionali italiane, ho comprato su Amazon e letto più grammatiche dei dialetti più prestigiosi a livello letterario (dialetto di Genova, koiné piemontese e friulana, veneto centrale, dialetto di Napoli, lombardo milanese, etc). Ma non si può paragonare lo status sociale delle lingue italiane con quelle spagnole ed è il caso di dirlo: in Catalogna è normalissimo rivolgersi in catalano a qualsiasi persona e in qualsiasi ambiente e circostanza, anche quando si parla con stranieri e sconosciuti; invece in Italia chi parla in dialetto può essere guardato come fosse un pazzo. Mi pare davvero sgradevole questa situazione.
Dipende molto dalla zona in cui sei in Italia. Io sono di vicino a Trieste e tra amici, genitori, parenti, nei negozi di fiducia che si conosce, si parla praticamente sempre in dialetto. L'Italiano si parla in classe a scuola, a lavoro e con Italiani non del luogo.
@@FabioPoianMusic Sono veramente contento che a Trieste si parli in dialetto, io ho acquistato su Amazon una grammatica del dialetto triestino scritta da Nereo Zeper ma non l’ho ancora letta. Comunque la mia esperienza è stata diversa, cinque anni fa sono stato a Trieste per tre giorni e non ho nemmeno sentito una persona che parlasse in dialetto per strada. Forse succede come dappertutto, cioè che nelle grandi città il dialetto sta svanendo e quindi è meglio allontanarsi dalla città e andare in provincia per poter sentire spesso il dialetto. D'altronde non so se il dialetto della città differisca molto da quello della provincia e per tanto se parlando il dialetto cittadino è possibile comunicare con qualsiasi triestino (anche se ovviamente posso intuire che quando un triestino esce dalla città in cui vive preferisce sempre parlare in italiano per comunicare, anche quando si sposta in un'altra città della stessa regione).
Caro Davide, Vivo in Brasile e sono cresciuta in una famiglia piemontese. Non parlo il dialetto ma lo capisco benissimo! Tutti parlavano, papà, nonni, zii. Loro in Piemontese e io in italiano come i tuoi genitori. Penso sia importante coltivare la storia e il dialetto fa parte di questo.Complimenti per i tuoi video Arveddse! Bugia nen!
Ciao, Davide! Grazie per questo video. Mi chiamo Justyna, sono di Polonia. Ho scritto una e-mail a te ed anche ho ricevuto la tua risposta. Grazie mille! Adesso capisco perché non parli dialetto. Sono d'accordo con tutto quello che hai detto nel video. In Polonia non abbiamo dei dialetti come in Italia ma per esempio in montagna ed al nord di Polonia la gente usa la lingua regionale. Io non so parlare nessun dialetto perché vivo al sud e qui non lo parliamo.
Ti auguro una buona giornata!
credo che in Polonia sono i dialetti e anche molta gente usa dialetto . W Podhalie jest mowa krajowa bardzo piękna .Beskydy a iny Anche in Slovacchia da dove io sono usano le persone dialetto.I jązyk polski bardzo pękny.
Sono d'accordissimo con te Davide! Sei molto preparato..è un piacere ascoltarti. Sono sarda, quando ero piccola venivo sempre sgridata se mi sfuggiva qualche parola in sardo..questo perché quando i miei genitori erano piccoli venivano sgridato a loro volta, visto che negli anni '50 si doveva imparare l'italiano a scuola, quasi come se fosse una lingua straniera. Io adoro la mia "lingua" e ora ai miei figli cerco di insegnare il più possibile. Anche se ormai il sardo anche qui fra i giovani non si parla più
L'idea di avere canali RUclips interamente o parzialmente in dialetto é tanto affascinante quanto difficile da attuare.spero davvero che qualcuno prima o poi riesca a farlo .
Sono un insegnante di lettere antiche, appassionato di lingue e linguistica. Dico a scuola le stesse cose che hai detto nel video, mi riconosco parola per parola, e ritengo l'analisi puntuale che conduci molto utile. Grazie del video.
Sono totalmente d'acordo con te. Io sono catalano, la mia lingua è considerata minoritaria, ma la usiamo di solito tra noi. Il catalano è una bella lingua. A Catalunya no tothom parla català, hi ha molta gent que només parla castellà. Questo è: Non tutto parlano catalano in Catalunya, ci sono molte persone che parlano solo spagnolo. Ma Io penso che la lingua è anche un sentimento, nel senso familiar tra i parenti. Non so. Grazie per leggerme.
Il Catalano non è insegnato anche nelle scuole? Ho visitato Barcellona e ricordo che i nomi delle istituzioni e di ogni altro luogo pubblico erano indicati in Catalano.
Hola! Jo soc Italià però puc parlar català... una mica! ;) I m’agrada moltissim
Da adolescente ero molto appassionato di metal catalano, i sangtrait prima di tutto 👍
Benvengut 🌟💘🌹
Ero a nord di Alghero e c'erano queste donne in spiaggia così diverse dalle sarde, capelli rossi o castani.
Parlavano una lingua diversa, ma se si ascolta con attenzione si capisce.
Il catalano è una delle 12 lingue ufficiali in Italia!
E comunque complimenti ai tuoi video.
Da come ti esprimi si evince tutta la passione che hai della lingua italiana o meglio della cultura italiana.
Ben fatto! Suggerirei di aggiungere un sottotitolo: "... e me ne rammarico".
Il titolo potrebbe essere male interpretato, quasi una rivendicazione orgogliosa (e me ne guardo bene).
Completamente d'accordo!!!
Boh, io non lo parlo e non me ne rammarico affatto. Se uno vuole imparare il dialetto si mette a studiare e se lo impara in 6 mesi senza rompere le balle agli altri
Questo canali mi ayuta molto per imparare l'italiano. Parla molto chira e lentemente. Usa parole simplice e comprensibile per uno studente di livello intermedio. I temi che scegli sempre sono molto interessante. Grazie per tutti.
Disfortunatamente non parlo lingua minoritario. Parlo tre lengue come mi madre lingua - Hindi, Tamil e English e nessun di queste e un dialetto. Parlo standard in tutti.
(mi dispiace per i errori in il testo)
Finalmente "Auguri Hagay"!!
Se non esistessero i dialetti non avrei scelto imparare l'italiano. Penso che alla fine sia stato questo quello che mi ha convinto di farlo. Perciò direi agli italiani che se continuate a trasmittere i vostri dialetti, non solo questi rimarranno tra noi, anche la lingua italiana crescerà. Saluti dalla Argentina.
Congratulazioni per i tuoi vídeo! Sono brasiliana e ha tante cose bella per imparare e scobrire in questo canale RUclips 😊👏
Auguri, Hagay!😁
Ciao Davide, ti seguo da poco, ma altrettanto intensamente. Al di là del grande valore delle tue informazioni, mi colpisce molto il tuo valore umano. Questo video mi ha molto emozionato e mi ha fatto venire gli occhi lucidi. Sono un ragazzo salentino che da ben 7 anni vive all'estero. Sentire persone che difendono il valore del dialetto mi emoziona, perché io sono fortemente legato alla mia identità salentina e meridionale. E per me il mio dialetto è parte integrante di questo senso di appartenenza. Parlando di dialetti, mi hai riportato alla mente immagini e suoni di casa. Il dialetto è una lingua di una potenza emotiva impressionante, che è anche difficile da spiegare se non lo vivi. In un periodo dove il mondo diventa sempre più globalizzato, preferendo l'uniformità e appiattendo le differenze, difendere il proprio dialetto è un inno all'unicità. Oserei dire un atto imprescindibile volto alla difesa del proprio patrimonio culturale!
P.s. mi hai anche fatto scrivere un messaggio ai miei genitori, ringraziandoli per avermi tramandato questa ricchezza che mi fa sentire unico! Grazie.
Io sono originaria di Bergamo (nella nostra lingua, Berghem). I miei genitori sono madrelingua bergamasca e parlano l'italiano come se fosse la loro seconda lingua, imparata a scuola e attraverso i media. Io ho sempre parlato italiano, ma capisco bene il bergamasco. Vivo in Veneto da quasi 20 anni e un po' mi dispiace che i miei figli non parlino alcun dialetto (anche mio marito non sa il veneto). Col tempo ho maturato un accento ibrido... A Bergamo dicono che sono veneta e a Padova che sono bresciana 😂
A proposito della perdita e ripresa del dialetto, in provincia di Bergamo sono stati italianizzati tutti i toponimi, ma negli ultimi decenni molti sindaci hanno fatto cambiare la segnaletica mettendo il toponimo in dialetto accanto a quello italiano (es. Bergamo/Berghem, Lallio/Lai, torrente Lesina/Lesna, fiume Serio/Sère e così via).
C'è poi il canale RUclips "Vava77" che fa parodie in lingua bergamasca, molto divertenti 😂 la serie più popolare è quella della "Pota Pig".
Caro Davide, questo e'propio il tuo migliore podcast ! Buon idea da fare ai piedi anche ...trattenghi rispetto a noi! Mi piace molto il tuo modo di parlare, a fare podcast!
Grazie, grazie,grazie ! Sei proprio un vero tesoro fra insegnante di italiano ! Complimenti infinite⚘🌹🌷♥️🇦🇹⚘👍Vai avanti cosi'!
Gracias por tus vídeos, son muy interesantes, realmente. Yo estoy aprendiendo italiano, y tus vídeos me han servido mucho para mejorar. Escribo en español para variar en los comentarios ja ja. Saludos desde Costa Rica.
Ciao Davide.
Vedo che il tuo video è ormai di 10 mesi fa, non so quindi se leggerai questo mio commento.
Sono di Alessandria ed appartengo alla generazione dei tuoi genitori. Conosco il mio dialetto esattamente come l'italiano, avendolo imparato da bambino nella casa dove vivevo assieme ai miei nonni paterni (mia madre è siciliana ma è venuta su molto giovane; in casa quindi si parlava italiano o dialetto alessandrino, mamma compresa). Da quando ero ragazzo ho sempre conservato una certa passione per l'inglese che parlo "cavandomela benino" ma, detto da brits madrelingua, più con un buon accento che fluentemente (non usandolo). Quindi, italiano al 100%, dialetto al 100%, inglese al 30-40%.
Rimanendo al dialetto, questo era appunto "la lingua familiare", la "lingua degli affetti", finchè ho avuto modo di parlarla, ad esempio, con mio padre. Con lui comunicavo prevalentemente in dialetto (pur essendo mio padre un ottimo conoscitore dell'italiano).
Mio padre però è morto nel 2017 e, pensavo, era l'unica persona con la quale potevo ancora interloquire utilizzando il dialetto anche senza soluzione di continuità.
La particolarità dell'alessandrino è di essere intersezione tra dialetti piemontesi lombardi e liguri, con una giustapposizione ravvicinata che renderebbe un'eventuale cartina colorata come il vestito di Arlecchino (😅) e a soli 20 km di distanza può capitare che cambino termini, grammatica e quant'altro.
Il mio quindi è un dialetto piemontese ma diverso da quello che parlano i tuoi nonni (nel medioevo Alessandria è stata del Granducato di Milano per, credo di non sbagliarmi, 400 anni; i termini simili con la vicina provincia di Pavia sono molti, così come una certa similitudine nell'accento).
Il dialetto qua da noi è già morto. Se vai a leggere la pagina "dialetto alessandrino wikipedia" troverai versi scritti che fanno accapponare la pelle (ripeto, lo dico da "bilingue"), segno che anche chi ha redatto quella pagina aveva nozioni comunque molto lacunose.
Sopravvive una commedia interamente dialettale che viene rappresentata nel periodo natalizio (da piccoli il nonno ci portava sempre). Sino a qualche anno fa uno degli attori era un mio collega di lavoro più giovane di me ma.. anche lì.. alcuni termini fuori luogo e accento italianizzato come se piovesse..
Alla fine, che tutto questo sia già di fatto completamente perso mi dispiace..
Mi scuso per la lunghezza di questo mio post, ciao!! 🙂
In Argentina si usabanno molto i dialetti italiani (genovese, calabrese, siciliano) ma ancora oggi le persone che lo usavano o già sono morte, o sono grandi e non hanno con qui parlare il dialetti
Che tu sappia c'è qualche iniziativa per salvaguardarli?
Ciao Davide, complimenti per questo bellisimo video in cui hai avuto la delicatezza di parlare di un tema che potrebbe anche ferire speciali sensibilità. Secondo me, e per esprienza propria, la presenza dei nonni (almeno uno/a) è fondamentale per poter trasmettere un "dialetto".
Io sono nato in Cile (1954, la migliore annata!), da mamma genovese (classe 1920 , che capiva, ma non parlava il "zeneise") e padre laziale (classe 1911), quindi si parlava l'italiano standard.
Ma poiché con noi c'era anche mia nonna materna ( classe 1894), spesso sentivamo il zeneise, specie attraverso le fiabe che lei mi raccontava prima di addormentarmi, oppure con le famose filastrocche genovesi, che tuttora ricordo. Naturalmente non riesco a parlare in zeneise, ma lo capisco e ricordo parecchio lessico, quindi per trasmettere un determinato concetto, coi mie fatelli (nati a Zena 1947 e 1949) "sento" che devo usare le parole che ci ha lasciato la nostra carissima nonna. Esempio: per dire che le cose non si devono fare "in fretta e furia", mia nonna dixeiva che nun se deven fa cou "stragugiun" (una parola!!)... chiedo scusa per la grafia, ma ahimè non so scrivere in zeneise.
Se qualcuno volesse scrivermi per approfondire su questo tema, lo può fare a etosti@gmail.com.
L'altra curiosità linguistica è che io ho fatto un post grado in Scienze Biologiche presso la UNITO, quindi residente a Torino a metà degli anni '80. Per tutto il periodo che sono stato un "torinese", non sono mai riuscito a capire il piemontese quando lo sentivo parlare, malgrado essere madrelingua castigliano (spagnolo, sensu lato) e capisco abbastanza il francese.
Complimenti ancora e rimango in attesa della prossima puntata. Un caro saluto da Temuco (Cile).
Grazzii assai pi stu videu!! Salutamu d’America!! Accussì parramu a lingua siciliana 😁😁 Puru mi vogghiu nzignari u napulitanu!
Io aggjo crĕscjuto cu ll’italjano e~cô nnapulitano, ma songo l’únīco dâ famijjā mea ca parla ll'italjano comme lengũā prĭncipale. Chisto ca vĕdite è ‘nu tĕntativo dô mio ‘ē scrive ‘o nnapulitano, ca purtroppo fin’a~mo nu’ ll’hanno ancora standardizzato. A~me mĭ pjace assaje 'sta lengũa. Cumm'a~sempe, 'nu bellū vídjo!
Io sono cresciuto con l'italiano e col napoletano, ma sono l'unico della mia famiglia che parla l'italiano come lingua principale. Questo che vedete è un mio tentativo di scrivere il napoletano, che purtroppo finora non è ancora stato standardizzato. A me piace molto questa lingua. Come sempre, un bel video!
52 anni al estero ma ho sempre parlato li dialetto comasco. Mi dispiace che quando rientro tanti giovani non lo parlano.
pensa che bèl quant che 'ndo in Sguzera, e parli ol lumbart, toeucc i mè capèss. ciao, da Beghèmm
Ciao Davide, sono una tedesca e sono qui a Torino per studiare un anno. Al momento mi sto preparando all'esame di Dialettologia e i tuoi video mi aiutano molto a capire, grazie! 😊
Da amante delle lingue, penso che la perdita dei dialetti sia la perdita di secoli e secoli di miscugli di culture diverse. Con i dialetti si possono spiegare mille cose, magari anche la storia si potrebbe spiegare meglio. Ogni civiltà che è passata per i confini di ogni paese, ogni lingua che si è affacciata sulle nostre terre ha apportato con sé anche un po' di storia linguistica. Ci farebbe capire che siamo i figli di qualcosa che oggi, con l'italiano unico e standard si perderà per sempre.
Come dicevo, da amante delle lingue, farei di tutto per salvare i dialetti, magari anche insegnandoli nelle scuole, perché perdere un dialetto è perdere quel progenitore che ci ha messi al mondo.
Il mio modesto parere
Io sono dall'Argentina, è mi piace moltissimo l'italiano e come e naturalmente lo studio molto spesso. Dire anche mentre cucino ascolto i tuoi video per imparare un po' meglio l'italiano. Un bacio di saluto dall'Argentina bro😚.
Se bbò bbé, bbi, se non bò bbé, bba bbè.
Tradotto: se vuoi bere, bevi, se non vuoi bere, va bene
Che dialetto è? 😂
Anche tu di Rieti e dintorni?
@@Poklaz1 Per quanto ne so io, si dice nella zona di Rieti e in quella dell'Aquila, anche se con le dovute differenze
Mi hai fatto venire in mente una frase in siciliano piuttosto ambigua: "Si voi, vivi; si un vivi, vivi chiossai. Va vivi si vo' viviri, un viviri si vo' viviri".
"Viviri" significa sia vivere che bere. Quindi "se non bevi vivi di più" ma anche "se non vivi bevi di più". Alla fine è "non bere se vuoi vivere" ma anche "non vivere se vuoi bere".
È da gì giù per do è git giù lu, e pu nì su per do è nit su lu
Ciao Davide! Ho trovato il suo canale ieri e lo trovo molto divertente e educativo. Sono in Canada ed ho 51 anni e imparo di nuovo italiano. Io ho avuto l'esperienza opposta da te. I miei mi hanno insegnato il dialetto di Lettomanoppello (lettesse), un piccolo paese in Abruzzo. Non c'è nessuno con né posso usare la lingua altre alla mia famiglia. Ho sempre pensato che il dialetto ero bello di sapere ma inutile. Sarebbe stato più facile se i miei mi hanno insegnato italiano. Ora che sono più vecchio e più saggio, sono contento di sapere una lingua speciale. Ma, ho difficoltà con italiano! Fortunatamente ho trovato i suoi videos! Spero che mi aiutano perché i corsi tradizionali sono noiosi.
Ciao, la mia storia può essere interessante in questo contesto. Sono nato nel 1985 ad Asti, città in cui vivo ancora oggi, da genitori siciliani immigrati qui da molto piccoli. La famiglia di mia madre era a Palermo quando negli anni 60 decise di abbandonare la Sicilia per motivi di lavoro, stesso motivo ovviamente per la famiglia di mio padre che però è di Milena (Caltanissetta) e si è trasferita poco dopo, negli anni 70.
Due famiglie, seppur entrambe siciliane, molto diverse: quella palermitana decisamente più "cittadina", proveniente proprio dal centro storico del capoluogo, mentre quella milocchese letteralmente contadina, sperduta in un villaggio dell'entroterra, e questo spiega perché mia nonna materna impose fin da subito ai suoi figli l'italiano, anche perché il più grande faticava a scuola col suo marcato accento palermitano, mentre mia nonna paterna ha vissuto fino all'estate scorsa senza aver MAI parlato italiano in vita sua.
Mia madre quando è arrivata in Piemonte era piccolissima, non ha mai parlato o sentito parlare siciliano se non qualche sporadica volta tramite i suoi genitori, più che altro con espressioni idiomatiche, mentre mio padre poverino era già più grandicello e qui ha dovuto imparare l'italiano, mentre in famiglia hanno sempre continuato a parlare siciliano. La generazione dei miei nonni è quella quindi che ha vissuto da protagonista il fenomeno migratorio nazionale più importante, quello del boom economico, mentre quella dei miei genitori è quella che ne ha subito maggiormente le conseguenze con la discriminazione linguistica, con pesanti sfottò per l'uso del "dialetto", delle espressioni idiomatiche regionali aliene o anche solo per l'accento, con biasimo e rimproveri razzisti anche da parte di taluni insegnanti.
Cresciuti in questo contesto, anche loro hanno voluto evitarci l'apprendimento diretto della lingua siciliana, pur non rinnegandola e continuando a tenerla viva in famiglia (chi con la parola proprio, chi solo con gli usi e i costumi) e questo mi ha permesso di non perdere completamente contatto con le miei origini. Qui però c'è poi la mia generazione, che corrisponde circa alla tua, ovvero quella con i figli o i nipoti degli immigrati, con ancora a scuola il concetto del dialetto visto come lingua bifolca, ma non tanto quella degli immigrati, che ormai erano di seconda generazione, quanto piuttosto quella degli autoctoni (piemontese), perché comunque i ragazzini che arrivavano dai paesi in provincia parlavano piemontese o usavano espressioni marcatamente dialettali. Tutti comunque fortemente ostacolati e biasimati dagli insegnanti che però al contempo si permettevano i più classici "solo più" e "non mi oso", per usare un paio di espressioni classiche dell'italiano bagnacaudico, che però a dirla tutta facevano ormai parte del bagaglio linguistico popolare anche nostro.
Posso dire quindi di avere avuto la fortuna di vivere contemporaneamente i due contesti più legati alle mie origini e al mio luogo di nascita: da un lato con le famiglie ho vissuto il contesto siciliano e ho imparato un po' la lingua grazie ai nonni (su mia richiesta), e fuori dal contesto familiare ero invece immerso in una piccola città piemontese, molto diversa dalla "metropoli" torinese e quindi legata ancora ad un barlume di lingua autoctona. Quando da ragazzino ho iniziato a lavoricchiare con mio padre in estate, ho scoperto che il piemontese, soprattutto in provincia, era (ed è tuttora) molto importante, soprattutto per capire se ci si può fidare di una persona: mi stupiva sentire i clienti cambiare con un "clic" la parlata, per vedere la reazione di mio padre, tuttavia conscio di questo "codice" e quindi sempre pronto a rispondere, seppur in italiano, con prontezza per dimostrare di essere "uno dei vostri".
Crescendo e prendendo la mia strada lavorativa, mi sono reso conto sempre più della presenza del piemontese, soprattutto in quei contesti in cui non vi era "influenza" meridionale e, appassionato di lingue quale sono, mi sono adoperato per poter assimilare il più possibile. Oggi lavoro in un'azienda cittadina abbastanza importante dove l'uso del piemontese è quasi paritetico all'italiano, sia tra di noi, sia coi clienti, sia coi fornitori, insomma con chiunque sia in grado di comprenderlo e parlarlo, non solo quindi con una connotazione confidenziale, ma proprio come forma di comunicazione, e io mi considero a tutti gli effetti un parlante autoctono, pur avendo chiare e innegabili origini siciliane e infatti sento che mi manca la cosa fondamentale, ovvero crescere ascoltando e vivendo la lingua.
Concludo dicendo che sì, è vero: la lingua regionale arricchisce enormemente il linguaggio, avvicina le persone, fa diventare tutto più scorrevole e sarebbe un vero peccato perdere queste caratteristiche, anche se oggi, coi fenomeni migratori transnazionali, fa diventare ancora più difficile preservarle e dare loro la dignità che meritano. Mi i son piemonteis, ma sugnu puru sicilianu!
che bella storia, grazie
Mi fa molto piacere che tu abbia parlato degli emigrati ed il dialetto 👏👏👏 Io sono discendente di torinesi (bardonecchia) e piacentini (val tidone) emigrati in Sudamerica (bisnonni) e ho imparato l'italiano all'istituto come chiunque altro. I miei nonni nessuno parlava l'italiano appunto perché i loro genitori italiani non parlavano l'italiano e preferivano che i figli parlassero la lingua locale. Quando sono venuta in Italia tutti mi chiedevano come mai non parlavo "benissimo" l'italiano (😑 parlo con accento spagnoleggiante ovviamente). Io cerco di spiegare il discorso dialetto ma cmq la gente mi guarda con diffidenza 🥴.
Wow davide più o meno è accaduto lo stesso con i miei genitori e il quechua, una lingua (non dialetto) ufficiale del mio paese. Praticamente i miei bisnonni si sono trasferiti dagli Andes, dove è più comune sentire le persone parlare in quechua, alla capitale del Perù-dove tutti parlavano lo spagnolo con un accento più neutro di quello delle altri regioni-per lavorare e poi ai suoi figli cioè i miei nonni non gli hanno fatto imparare la loro lingua, alcuni vivendo nella capitale da piccoli si sono dimenticati il quechua oppure solo lo capivano a tratti e non lo parlavano, credo proprio come te.
E beh questo lo facevano per proteggere i miei nonni dalla discriminazione che esisteva in confronto all'origine di provenienza pur essendo tutti peruviani alla fine.
Un abbraccio, grazie per i tuoi video😍
Pur essendo tutti umani direi anche
@@Poklaz1 è vero, grazie 😊
In che situazione vive oggi il quechua? Online ho visto che lo parlano ben 7 milioni di persone. È vero? È ancora insegnato ai bimbi?
Grazie Davide, penso che i dialetti siano ancora vivi, giacché fino a oggi vengono parlati da tantissimi anziani. Complimenti del tuo canale è straordinario, ti seguo sempre e sono anche una inscritta.
Come lingua farsi che parliamo in più 20 dialetti in Afghanistan, Iran e Tajikistan . Per via del politico e ... Che si chiamano in Afghanistan farsi dari, in Iran irani o Persian e in Tajikistan e Tajiki.
E poi nella lingua Pashto ci abbiamo più di 10 dialetti in Afghanistan e Pakistan . Io credo chi dialetti sia una ricchezza di una lingua . Ma io sempre preferisco standard .
Qui in italia è molto popolare la parodia di una canzone farsi, la versione modificata si chiama "esce ma non mi rosica" 😀
Io vengo dal confine tra provincia di Pavia (Lombardia) e provincia di Alessandria (Piemonte), piccolo paese chiamato Volpedo. E laggiù la situazione dialettale è un macello. Il nostro dialetto, che capisco ma che parlo con difficoltà, è detto avere una base emiliana ma con forti influenze piemontesi, lombarde e liguri, il che lo rende una lingua a se e fortemente mescolata tra le quattro regioni confinanti. Oltre a questo, è incredibile come basti passare di paesino in paesino per sentire già leggere differenze linguistiche. Io amo utilizzarlo, specialmente per imprecare, ma mi rendo conto che non sia fattibile l’insegnamento generalizzato perché ci sono troppe differenze e si finirebbe per normalizzare i dialetti per regione, trascurando comunque le differenze e peggiorando la situazione dello studio, ad esempio, dell’inglese, già pessima, nel paese.
Ciao io sono della Liguria, quindi siamo vicini.
Ti ringrazio per i tuoi video. Le tue spiegazione della lengua italiano sono interessanti. Non solo mi aiuta imparare italiano ma anche ho la opportunità per esplorare un argomento che mi piace molto.
1995? Giovanissimo bambino! 👶
Ottimo video!
Il punto di vista di Davide è un giusto complemento al tuo video sui dialetti (Dialect VS. Language sul canale polyMathy per chi volesse vederlo).
anche tu Luca, ci sono tanti giovani come te e Davide su internet che sono poliglotti e con una padronanza tecnica incredibile
@@massimolisoni4990 Esatto, consiglio molto anche il video di Luke! ruclips.net/video/zUlNhs8rJ_g/видео.html&ab_channel=pol%C3%BDMATHY
Ciao Davide!!!! Voglio lasciarti centi likes per questo video!!! I miei nonni hanno venuto dal Piemonte, di Chieri all'Argentina. Mia mamma e i miei zii sono nati anche la. Tra loro hanno sempre parlato il piemontese e per quello lo capisco abastanza, ma non riesco a parlarlo. Auguri e grazie mile!!
I was born and raised in germany but my parents and all my relatives are from Sicily. I didnt even realize my family spoke a dialect, and not standard Italian, until I studied Italian in school and realized that Catanese is like a whole different language😅 I do understand everything in italian and Catanese but I'm really bad at speaking it eventhough I hear my parents speak the language everyday. Love theses videos 👆🏻
Ciao, anche io come tanti Torinesi ho origini geografiche diverse dal Piemonte. I miei bisnonni materni erano Toscani, sono emigrati prima della Seconda Guerra Mondiale e hanno obbligato i figli a imparare il Torinese (che si usava anche a scuola) per inserirsi meglio. La famiglia di mio padre proviene dal Veneto, si sono trasferiti in una zona più rurale intorno a Torino e hanno abolito il dialetto Veneto. Entrambi i miei genitori parlano benissimo il Piemontese perché, socialmente, è utile a dimostrare la voglia di integrarsi. In certi ambiti lavorativi è veramente molto utile, in edilizia, ad esempio, si inizia parlando italiano e poi, per capirsi (veramente), si conclude parlando in Piemontese. Mi dispiace dirlo, ma è anche un carattere distintivo, cioè "non sei un meridionale", cosa che qui è ancora vista come un disvalore. Io capisco il Piemontese ma non lo parlo, credo che in un paese tutti dovrebbero parlare la lingua ufficiale e non sono contenta dell'abuso di dialetto che viene fatto in televisione (soprattutto col Romano o il Napoletano). La cosa strana però è che, avendo avuto più contatti coi nonni materni e avendo passato molte estati in Toscana, io e mia mamma qualche volta parliamo Toscano tra di noi, come facevano mia mamma e mia nonna. È curioso perché parliamo un dialetto che è in disuso, non è il Toscano che parlano adesso nella zona di Livorno. Quindi per me è la " lingua dell'affetto" dell'infanzia. Trovo però interessante che i dialetti non siano cristallizzati ad un periodo ma stiano continuando ad evolversi oltre che ad esistere. Grazie per il bellissimo lavoro che stai facendo.
Hauguri Hagay
PS: scrivendo "Hauguri" la mia tastiera ha suggerito un termine Lombardo ('naügüràt, che significa, come si può immaginare, "inaugurato").
Piacevole coincidenza
Condivido in pieno. Prima di tutto bisogna insegnare il valore del dialetto. La soluzione per me è insegnarlo nelle scuole, ogni città e paese il suo dialetto ovviamente, perché è qualcosa che riguarda la comunità di un determinato centro abitato.
Io sono pugliese e il dialetto lo conoscevo in maniera frammentaria fino ai 16 anni. Poi mi sono imposto di impararlo e mi sono sforzato sentendolo attentamente, studiandolo per conto mio e cercando di memorizzare ogni parola che sentivo. Adesso lo parlo in maniera discreta, ma sento che mi mancano ancora parecchie cose da imparare. Purtroppo i miei genitori parlano dialetto ma confrontato con quello dei miei nonni è già molto semplificato. Praticamente i dialetti muoiono perché si stanno impoverendo di termini e semplificando sempre più, rendendoli poco efficaci in una comunicazione più complessa.
I giuvene de mu parlene xchitte italiène oramè. Pure è buéne cô parlene angore, ca fra picche onne a pparlè tutte nglése.
I giovani di adesso parlano solo italiano ormai. Menomale che ancora lo parlano, perché fra poco parleranno tutti inglese.
Si spera che a breve sparisca pure l'italiano. Sara un'atto di giustizia nei confronti di tutte le lingue che ha soppresso.
Sui dialetti ci pensò Antonio Gramsci nel suo Diario, era nell'idea di unire in Regione per rappresentare parte dell'Italia e facilitare l'unione italiana.
Ciao Davide. Grazie per tutte queste spiegazione con cui sono totalmente d'accordo. Come tè, io sono appassionato de l'apprendimento delle lingue. Ogni lingua, maggioritaria o non, è un tesoro che deve essere guardato gelosamente. Sono madrelingua spagnolo nel Messico, ma ho anche imparato qualsiasi altre lingue e m'interessano le lingue regionali del mio paese.
Molto interessante. Volevo portare alla sua attenzione la situazione del Friulano, lingua minoritaria del Friuli Venezia Giulia, che a quanto ricordo al suo interno ha 33 varianti dialettali. Purtroppo, nonostante io sia cresciuta parlando in Friulano in famiglia, ho sempre notato come pochissimi, veramente un numero esiguo di miei coetanei lo parli. A me il Friulano piace molto (al di là del fatto che a me piacciono tutte le lingue e i dialetti) per il suo valore affettivo, le sue sfumature, oltre al fascino della fonetica, della fonologia, delle sue particolarità linguistiche dovute, come anche in altri casi, al fatto che in Friuli si sono succedute e incontrate varie popolazioni(abbiamo parole di matrice slava, latina, germanica...). Anche per questo, l'indifferenza se non addirittura antipatia dei più, da me sempre avvertite nei confronti del Friulano, mi addolorano. Inoltre, noto un certo impoverimento nella lingua friulana parlata dalle persone, in quanto la letteratura(che, nonostante stiamo parlando di una lingua minoritaria, è alquanto ricca) non é studiata a scuola e ci sono molte poche persone che leggono in Friulano, senza poi tener conto dell'influenza preponderante dell'Italiano. Detto ciò, io sono favorevole all'insegnamento del Friulano a scuola come materia a tutti gli effetti, anche se, ahimé, penso sia destinato a rimanere un'utopia.
Ho inoltre sviluppato un progetto che unisce la mia passione per le lingue a quella per il teatro, che spero di realizzare anche con il sostegno dell'ARLeF(Agjenzie Regjonal pe Lenghe Furlane).
Per finire, sono fermamente convinta che la dimensione di appartenente ad un posto specifico possa coesistere tranquillamente con la dimensione allargata di cittadino del mondo, e quindi che l'una non escluda l'altra ma anzi, possano arricchirsi e arricchire colui che le sa conciliare.
Mandi a duuc e grassie pe atenssion
Salve a tutti... Sono italo brasiliano, nato in Brasile (per questo la C nel mio nome lol), appassionato dell'italiano ed anche un grande ammiratore del tuo lavoro, caro Davide. Qui in Brasile non ci sono dialetti, ma abbiamo dei regionalismi. Comunque, ho vissuto in Calabria (Lamezia Terme) per qualche mese e poi mi sono trasferito a Milano, dove ho passato altri 4 anni. Questo cambiamento mi ha permesso di sentire la differenza tra i due dialetti. Al sud, le persone più anziane parlavano sempre in dialetto tra di loro, mentre a Milano l'ho ascoltato di meno, ma comunque ho percepito il contrasto ed anche il modo in cui ogni dialetto ha influenzato l'italiano delle due regioni. Sarebbe bellissimo poter imparare un po' del dialetto calabrese dei miei nonni, ma purtroppo non gli ho conosciuto in vita. Vi saluto, scusandomi per questo mio italiano poverissimo... un abbraccio dal Brasile!
Mi ha fatto piacere vedere nella mappa zone a lingua Arbereshe 😁
Auguri Hagai! Grazie Davide. Molto interessante il video
Grazie ai magnifici membri del Club per il sostegno! A proposito, ecco i materiali bonus per questo video:
- audio e PDF (con trascrizione e lessico difficile): www.patreon.com/posts/44378875
- approfondimento nel mio podcast esclusivo "Tre Parole" www.patreon.com/posts/44432683
@frank lapidus Sì, quattro nonni piemontesi. E se saliamo di un gradino, sette bisnonni piemontesi. E ciò rende ancora più triste la mia ignoranza del dialetto :(
Vivevo a Río Cuarto, in Argentina e ascoltarti mi fa ricordare il mio tempo lì. Grazie per i ricordi!
A mio avviso non abbiamo dialetti in Brasile. Variazioni linguistiche del portoghese "brasiliano" ci sono e tante, però puoi viaggiare tutto il Paese, nord sud est ovest, senza preoccuparsi di farsi capire, capirà e sarà capito ovunque. Ma se andate in Portogallo la storia può essere molto diversa.
La difficoltà nel capire gli altri qua in Brasile abita forse nell'accento e negli slang ed espressioni regionali (che comunque si diffondono in tutto il Paese grazie alla grande migrazione interna). Ma, davvero, tutti ci capiamo senza grossi problemi.
Ovviamente ci sono degli indiani che parlano le loro proprie lingue (ma anche il pt-br) che esistono credo da più tempo della nostra. Ma qualche dialetto ce ne deve essere.
Penso sia una cosa comune a tutte le nazioni "giovani" delle Americhe.
Auguri Hagay. Un saluto da São Paulo, Brasil.🇧🇷
Ciao a tucc! Se ciami Luca, a gh'hoo sedes agn, stoo de cà in de la provinscia de Milan e son 'dree a parlà in lengua lombarda (scrivi in grafia NOL, o ben "noeuva ortografia lombarda", ca l'è una grafia unifegada per tute i varietà de la lengua). Son maderlengua talian, de fat el mè pader e la mè mama inn milanes, ma me parlaven poch in lombard, donca mi el capivi e savevi dì un quaicoss, ma ciarament seri minga bon de parlà inscì coma son 'dree a fà adess. Squas un ann indree hoo tacad a imprender quella lengua chì e a fà di contegnud in lombard (soratut in de l'instagram, de fat gestissi, cont un amis, una pagina per la lengua lombarda che de fat se ciama "lengualombarda", ma poeu hoo anca tacad a scriver in su la Wikipedia in lengua lombarda e seguti ancamò). Vorevi anca dì che ciami mai el lombard "dialet", ma semper e domà lengua (regionala) e proeuvi a spantegà quella idea chì di lengov regionai taiane.
(IT) Ciao a tutti! Mi chiamo Luca, ho sedici anni, abito in provincia di Milano e sto parlando in lingua lombarda (scrivo in grafia NOL, ossia "nuova ortografia lombarda", che è una grafia unificata per tutte le varietà della lingua). Sono madrelingua italiano, infatti mio padre e mia mamma sono milanesi, ma mi parlavano poco in lombardo, quindi io lo capivo e savevo dire qualcosa, ma chiaramente non ero in grado di parlare così come sto facendo ora. Quasi un anno fa ho iniziato a imparare questa lingua e a fare dei contenuti in lombardo (soprattutto in instagram, infatti gestisco, con un amico, una pagina per la lingua lombarda che di fatti si chiama "lengualombarda", ma poi ho anche iniziato a scrivere su Wikipedia in lingua lombarda e continuo ancora). Volevo anche dire che non chiamo mai il lombardo "dialetto", ma sempre e solo lingua (regionale) e provo a diffondere questa idea delle lingue regionali italiane.
Incredibile che leggendolo mi immaginavo anche l'accento milanese, per qualche motivo che non conosco viene spontaneo pensare al suono di un accento quando si legge la lingua di quell'accento.
bravissimo, complimenti!!!
@@luckyluckydog123 grazie! : )
Luca, bravissimo!!
Così giovane ed interessato alla lingua dei tuoi avi.
Non ho scritto lingua lombarda perché una lingua lombarda ( unica) non esiste.
La lingua che si parla per esempio in val Camonica ( Brescia) è molto diversa da quella che si parla nel basso Mantovano od a Pavia.....
@@mcroma65 Ciao, grazie innanzitutto. Per quanto riguarda la lingua lombarda, ti assicuro che esiste eccome (e l'UNESCO la riconosce e cataloga con codice ISO tra le lingue a rischio di estinzione, purtroppo). La lingua lombarda va da Milano a Brescia, da Pavia al Trentino occidentale, da Novara a Lugano, da Mantova a Sondrio. Insomma, viene parlata in tutta la lombardia, nel Piemonte orientale, nel Trentino occidentale e nella Svizzera meridionale (canton Ticino e parte del Grigioni). Tra tutte queste varie parlate, o dialetti della lingua lombarda, c'è grande comprensibilità, è chiaro però che bisogna essere madrelingua lombardi o conoscere bene la lingua, ti faccio un esempio: se uno straniero impara l'italiano standard (per intenderci quello che si parla dal centro al nord) e poi va a Palermo, probabilmente non capirà niente! Invece se una persona, madrelingua lombarda, mettiamo di Milano, andasse a Bergamo per esempio, capirebbe moltissimo (se non tutto), magari qualche parola gli sfuggirà, ma è normale, come un italiano che va a Bologna e sente dire la parola "sportina" al posto di sacchetto per la spesa... Il problema è che noi lombardi non siamo più abituati a conoscere i sinonimi delle nostre parole. La diversità in una lingua è un pregio, non un difetto, pensa alla parola "bambino/ragazzo", quanti modi ci sono per dirlo in italiano... partendo da questi due e arrivando a "creatura, infante, pischello, fanciullo, bambolo, bimbo, monello, marmocchio, moccioso, pargolo, pupo, piccirillo, ragazzino, piccolo, bardasso, caruso, fio, garzone, guaglione, picciotto, quatrano, toso ecc. Ognuno con una connotazione più o meno regionale, formale o informale. Ovviamente quando un Milanese va a Torino capirà come un italiano con uno spagnolo, perché si tratta di un'altra lingua: quella piemontese.
Ci sono dei video (anche qui su YT) e degli studi che dimostrano questa intercomprensione lombarda, ma pure io ho potuto constatarla, infatti, in queste sere (il sabato alle 21.30), stiamo organizzando delle "ciciarade" con gente da tutta la Lombardia su zoom, ti assicuro che c'è una comprensione piena tra tutti i parlanti. Se volessi constatare tu stesso ti consiglio di visionare su instagram o Facebook la pagina "lengualombarda", avrai modo di avere la conferma e se fossi lombardo potresti anche partecipare a uno di questi meeting 👍.
Sei brillante, Davide! Sempre imparo cose nuove con te 😁
Boh io sono un’incrocio di piemontesi e lucani e conosco entrambi i dialetti, generalmente vengono sempre fuori quando mi incazzo ahahah
Nooo ahaha anch’io ho i genitori lucani e sono nato a Torino
@@mariofarina7600beh il dialetto si sta estinguendo nel nord Italia anche per tante coppie miste sai?
Hai detto una cosa importante: Motivazione. Bravissimo!
A scuola la soluzione sarebbe insegnare il dialetto della città dove la scuola si trova, sebbene sia molto complicato impararlo a scuola, pertanto non saprei se sconsigliarla, oggi l' utilità del dialetto è marginale, basta l'italiano per comunicare in tutta Italia. Il vero rischio è quello che i dialetti possano estinguersi e l'estinzione di una diversità è sempre un dolore. Alcuni dialetti sono già quasi estinti ormai, come il griko calabrese (una lingua derivata dal greco), che nel prossimo futuro sarà conservata solo nei libri e non più in forma orale. Questo è il rischio di tutti i dialetti. Si potrebbe incentivare la trasmissione del dialetto con degli spot in cui si mostri che parlare il dialetto non significa essere inferiori o di basso grado sociale, ma anzi una ricchezza culturale (ovviamente va parlato correttamente anche l'italiano).
I norvegesi hanno due varianti standard e parlano sempre importanti dialetto.
Il piemonte sarà sempre il cuore d'Italia, grazie Vittorio Emanuele di aver unificato l'Italia, grazie stato sabaudo. AVANTI SAVOIAAAAAAAAAAA 🇮🇹
Il nano macellaio
I so crisciutə perlennə gliu dialettə “broccolino”, che fu nna minestrə fattə dagli dialettə della sud Italia, l’italianə, e qualch’ parulə ‘murrəcan’ - la linghə che sə perlevə a Brocculin e Quinsə Nivviorcə (Brooklyn e Queens, New York). Ognə famiglə lə perlevə a nnu modə nnu pocə differendə. Nu eravemmə d’originə Abruzzesə, quində gliu broccolinə nustrə evə chiu abruzzesə chə sicilianə. Gliu vicinə nustrə, nnu Sicilianə, lə parlevə co’ nnu pochə chiu sapurə sicilianə. Ma tuttə nu cə capəvemmə, picchí, cumə pu vidè, la linghə erə chiu italianə che dialettə. OK, mo smettə... :D C’era un vocabolario conosciuto da tutti, ad esempio “il mio lavoro” = “la giobbə me” (da la parola inglese, “job”), “la machina” = “gliu carrə". Nota che uso la schwa (ə) per rendere il suono del vocale finale, che veniva, per lo più, “mangiata". Così, tante volte, si perdeva il concetto di genere, in particolare nella seconda generazione di parlanti. Siccome noi eravamo di origine Abruzzese, il nostro broccolino seguiva le regole grammaticali dell'abruzzese, principalmente nella scelta dell’ausiliare nei tempi composti. Per lo più, direi che la grammatica seguiva le regole del napoletano o del siciliano, a seconda del gruppo di immigrati dominante in un particolare quartiere, Non so se broccolino si qualifica come un dialetto autentico, o se era più di un creolo. (Uso un tempo passato perché questa lingua, parlata da tanti nel secolo scorso, è quasi scomparsa ora.)
Broccolino ➡ Brocculin ➡ Brooklyn
Ahhh, forte!! All'inizio pensavo fosse una sorta di dispregiativo derivato da "broccolo" 😂
Sono veramente stupito da sentire che infatti c'era un dialetto italiano parlato a Brooklyn prodotto dall'immigrazione italiana. 😄
Molto interessante.
Io sono siciliana e ho vissuto per un periodo nella zona di Detroit (Michigan), e ho conosciuto discendenti di emigranti siciliani che parlavano il dialetto del paese dei genitori mischiato con parole derivate dall’inglese. Era molto simile a quest variante parlata a New York ed era molto difficile da seguire ma anche molto interessante.
Wow! I understood everything. Da Siciliano leggo un po di Siciliano mescolato con abbruzese e napoletano.
Ciao Davide, bellissimo video, davvero. Mi ha colpito molto la parte in cui parli delle lingue regionali, cosa di cui ha parlato anche Dante nel De Vulgari Eloquentia. Io comunque ho 18 anni e e sono nato come te a Torino da genitori lucani e ho avuto la fortuna di essere diglotta, quindi di saper parlare (almeno in una conversazione base) in dialetto della Basilicata, dialetto che quando vado giù in vacanza è usato da tutti, giovani compresi (cosa che a Torino non accade con il piemontese) e che è tutelato da iniziative quali commedie recitate interamente in dialetto. Lascio a tutti una frase nel dialetto del mio paese di giù (che è molto piccolo che percepisce variazioni rispetto agli altri paesini limitrofi). Megl n’ov goi ca na gallin craj: meglio un uovo oggi che una gallina domani.
Curioso che il termine goi= oggi sia molto simile a ncoi, usato in Veneto e zone limitrofe, mentre craj0domani, è molto simile alla parola latina cras.