Girovolando Belcastro (CZ) - Calabria - Italia - Vista Drone

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  • Опубликовано: 6 сен 2024
  • Traccia: Indomitable
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    Foto: di Ezio Rotundo.
    Storia: Di origine neolitica (5000 a.C.), poi enotrica e magnogreca (Kone, 1100 a.C.), quindi romana (Paleocastrum, 300 d.C.) e bizantina (Geniocastrum, 900 d.C.) fino all'odierna Belcastro (Bellicastrum, 1300), si espande dalle falde sud-orientali della Sila Piccola fino alla costa del Medioionio, giusto a metà strada tra Crotone e Catanzaro al di qua del Fiume Tacina, dove il suo territorio, tra i più vasti della provincia, s'affaccia sul mare per un lembo di terra lungo appena tre chilometri (Belcastro Marina) L'abitato di Belcastro sorge su uno sperone roccioso, alla cui sommità si staglia il castello medievale, in stile normanno, dei conti d'Aquino (restaurato tra il 2006 e il 2012), che secondo alcuni storici locali sarebbe il luogo di nascita di san Tommaso d'Aquino (1226). Ma assai interessanti sono anche la Chiesa di S. Maria della Pietà e i monumentali ruderi della Chiesa della SS. Annunziata, ambedue restaurate dal 2004 al 2010 e restituite al culto e al turismo. Dopo essere stato a lungo feudo dei d'Aquino (Geneocastren) nei primi secoli del secondo millennio, Roberto d'Angiò nel 1300 le cambiò il nome in Bellocastrum (Bellicastren) per l'assoluta amenità del luogo, godendo successivamente del titolo di città per privilegio concesso da Alfonso V d'Aragona e poi dal figlio Ferrante I (XV secolo). Nel 1500 Federico d'Aragona la dava a Costanza d'Avalos d'Aquino, duchessa di Francavilla, ed in tale periodo conobbe grande fulgore, contando 7000 fuochi circa. Nel 1575 veniva infeudata dai duchi Sersale, quindi dai Caracciolo di Forino ed in ultimo, dal'8 aprile 1715, dai baroni Poerio, che ebbero la baronia fino al 1806 (quando si estinse la feudalità), salvo una breve parentesi (1803-1809) durante la quale la baronia fu data in affitto ad Antonio Cirillo di Taverna. Nel 1926 moriva a soli 56 anni il farmacista Luigi Ciacci, nominato primo podestà da appena un mese, dopo essere stato sindaco del paese per tutto il primo quarto del secolo, suscitando enorme commozione nella popolazione. Il nipote, comm. Vittorio Ciacci, divenne nell'aprile 1947 primo sindaco dell'attuale era repubblicana e a distanza di un anno circa dal Referendum, il cui risultato però fu a Belcastro nettamente a favore della Monarchia (817 v.) sulla Repubblica . Belcastro fu anche sede vescovile dal IX secolo fino al 1818. Chiesa dell'Annunziata: Dopo le prime case del paese si incontra sulla destra la Chiesa della SS. Annunziata edificata secondo alcune fonti già nella prima metà del XV, ma ricostruita ed ampliata dal 1607 al 1622 (Platea della SS. Annunciata, Arch. di Stato CZ) su inspirazione dei fratelli Giambattista, Francesco e Lucio d'Orsi, quest'ultimo storiografo e consigliere regio in Sicilia nel 1642. I suoi antichi ruderi monumentali sono stati restaurati tra il 2005 e il 2009 dal Comune (PIT 15-POR Calabria 2000/06). Al turista essa è facilmente visibile per il suo alto campanile in stile romanico. Originariamente la chiesa era a tre navate e costituiva un complesso abbastanza imponente, cui era annesso un ospizio per i pellegrini ed un Monte dei maritaggi per le fanciulle povere (Mons Urso). Distrutta dai numerosi sismi succedutisi nel corso XVII e successivo, fu ridotta già agli inizi del XVIII sec. alla chiesetta oggi visibile, che racchiude e custodisce l'abside, con fastigio architettonico in tufo, dove si trova l'originale soluzione dell'altare maggiore, realizzato nel fondo del presbiterio, in tufo profilato e decorato, scolpito dal maestro scalpellino Antonio Nicoletta da Rogliano (1610). L'importanza di questo altare, unico in Calabria, è costituita dallo stile architettonico che segna il passaggio dall'architettura religiosa a quella civile (Rinascimento Calabrese). Per la sua singolarità l'altare è stato oggetto di molti ed approfonditi studi, specie durante il recente restauro. Chiesa della Pietà: Procedendo per la strada principale del paese si arriva alla Chiesa di S. Maria della Pietà, anch'essa restaurata dal Comune tra il 2005 e il 2007 e restituita integralmente al culto (vicaria parrocchiale), nella quale sono custodite un'icona di Madonna col Bambino, Madonna Greca di Belcastro, di fattura bizantina (XI-XII secolo) e collegata alla sua origine basiliana, e tre sculture barocche, attribuite a G.B. Mazzolo (XVI secolo), che un tempo adornavano la chiesa dell'Annunziata e costituenti appunto il Gruppo dell'Annunciazione, cioè Maria Vergine Annunziata, l'Angelo Nunziante ed il Padre Eterno che regge il mondo. Di notevole interesse sono i diversi motivi orientali della struttura, quali la cupola in stile basiliano, che richiama quella del battistero di Santa Severina, e l'arco in pietra con fregi bizantini che delinea oggi il presbiterio, ma che in origine ornava la facciata della chiesa, opera di maestranze locali del XV secolo.

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