Cheratocono: vi spiego il CROSSLINKING e ANELLI INTRASTROMALI

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  • Опубликовано: 17 ноя 2018
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    Il Cheratocono è una patologia che colpisce la cornea, che è questa lente, la prima dell'occhio e anche la più potente (ha una potenza media di 43-44 diottrie); ha una forma asferica, cioè più curva al centro e più piatta in periferia.
    Una cornea normale deve possedere doti di curvatura il più possibile simili nelle varie parti, almeno nel centro; nel Cheratocono la cornea assume un aspetto conoide, il che significa che diventa più sottile e più curva solitamente nella parte inferiore e temporale.
    Questo si ripercuote, per il paziente, in una diminuzione della capacità visiva: aloni intorno alle luci, astigmatismo e miopia.
    Di solito il paziente con il Cheratocono si presenta all'oculista perché ha una diminuzione della vista ed esso colpisce soprattutto i giovani, magari ragazzi in età adolescenziale, prepuberale e puberale; fino ai 30-40 anni si può fare la diagnosi del Cheratocono, malattia nella quale la cornea diventa sempre più curva e sempre più sottile, quindi ci dobbiamo concentrare su questa parte dell'occhio e dobbiamo cercare di fare dei trattamenti per fermare l'evoluzione della malattia.
    La cornea inesorabilmente diventa sempre più curva e sempre più sottile, quindi fondamentalmente abbiamo due metodiche che consentono di fermare la malattia e sono il Crosslinking: trattamento chimico in cui si fa assorbire una sostanza che è la riboflavina, quindi la vitamina B2, una sostanza che si trova in natura e viene fatta penetrare all'interno della cornea con metodiche transepiteliali o asportando l'epitelio corneale e la nostra preferita è la transepiteliale mediante iontoforesi che è una specie di miracolo in cui la riboflavina, la vitamina B2, viene fatta assorbire dagli strati corneali veicolata da una corrente elettrica; questo è uno dei pochissimi casi in cui un farmaco, una sostanza, viene portato all'interno del tessuto senza doverlo iniettare, assumere per bocca o senza doversi infilare una supposta.
    La riboflavina viene fatta assorbire almeno nei primi 200-300 micron della porzione più esterna della corna mediante una carica elettrica; ecco quindi che viene imbibita e si espone la cornea piena di riboflavina al raggio ultravioletto per un tempo variabile dagli 8-9-10 minuti ai 30 minuti a seconda delle macchine.
    Il risultato è che la riboflavina, assorbita e attivata dall'ultravioletto, crea una cascata di reazioni chimiche in cui il finale è la morte dei cheratociti, quindi la popolazione di quest'ultimi all'interno della cornea viene azzerata, si formano poi dei cheratociti nuovi che si mettono a sintetizzare le cordicelle di collagene che formano la cornea e quindi una cornea nuova; questo stabilizza la malattia ed è un trattamento a bassissimo rischio e con la iontoforesi a rischio zero, della durata di un quarto d'ora, che si può fare in ambulatorio.
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    Laureatosi in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Torino nel 1996 si è specializzato presso la medesima Università in Oftalmologia nel 2000. È tra i migliori e più affermati chirurghi refrattivi italiani e si occupa in particolare di:
    ► Chirurgia della cataratta con impianto di I.O.L. ad alta tecnologia
    - Ha eseguito i primi interventi di impianto di lenti trifocali Panoptix
    - Ha acquisito anche una grande esperienza nella gestione delle I.O.L. multifocali e toriche
    - Ha impiantato centinaia di lenti I.O.L. multifocali
    ► Chirurgia conservativa del cheratocono mediante cross-linking corneale e inserimento di anelli corneali intrastromali
    ► Chirurgia con Laser ad eccimeri
    ► Impianto di I.O.L. fachiche: è chirurgo certificato dall’azienda statunitense Staar
    ► Nel giugno 2016 ha impiantato la prima lente ICL Evo+ v5 in Italia
    Chirurgo vitreo-retinico affermato, esegue di routine vitrectomie mini-invasive ed ha ad oggi eseguito oltre 350 vitrectomia 27 gauge.
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Комментарии • 1

  • @mariarosariavenafro2599
    @mariarosariavenafro2599 4 года назад +7

    Speriamo che la ricerca possa individuare delle tecnologie sempre più avanzate e per questo si deve donare per poter permettere alla ricerca di far guarire chi soffre