La cosa davvero triste e che nessuno dell'ambiente riesce davvero a capire, nemmeno i professionisti, è che la recitazione italiana non ha nulla a che vedere con quella di hollywood. E non perchè questi ultimi siano migliori, anzi tutt'altro, ma perchè si portano in scena, in automatico, culture diverse. Bisognerebbe smetterla di pensare agli attori di hollywood come un punto di riferimento. Sono solo commercialmente più diffusi, ma non hanno quella grandezza che forzatamente viene attribuita!
Un parere: il metodo di Harold Guskin che prevede di vedere delle immagini nella propria mente non pensi possa portare ad estraniarsi dalla scena? Sto sperimentando e l'impressione è che percorrendo nel dialogo le immagini create nella testa ci si distacchi dalla relazione con l'altro, al contrario per esempio di ciò che sostiene Meisner spostando l'attenzione sul partner. Che ne pensi?
Si tratta di un metodo per provare, non tanto da mettere in scena. Attraverso la prova puoi trovare con, questo metodo, "agganci" a qualcosa che potrebbero esserti utili nella messa in scena. Non sono da confondere i metodi di analisi (quindi i "non metodi") con quelli della messa in scena.
No, no, no. Sono metodi estemporanei come le diete dei divi di Hollywood... chissà quale metodo usa G. Paltrow...Un allievo deve formarsi seguendo un metodo tradizionale. É come pretendere di insegnar a dipingere cominciando dal dripping di Pollock.
Chi ha detto che bisogna iniziare dai non metodi? Ho semplicemente fatto presente che non esiste solo Stanislavskij ( per citarne uno). E non sono per niente esterofila, semplicemente in Italia arrivano molto in ritardo metodi innovativi che rispecchiano la richiesta del mercato attoriale odierno e ancora si insegnano solo memorie sensoriali e riminiscenze emozionali ( da sperimentare e conoscere, ma assolutamente da NON ritenere le uniche tecniche esistenti!). Tutto questo esiste e ci si può informare, ci si deve informare, soprattutto per non rimanere attaccati a concetti ormai superati. Leggere, chiedere, viaggiare, fanno parte di una ricerca. Non ci sono imposizioni di linea di pensiero. Ognuno è libero di fare e studiare ciò che vuole. E' mio dovere, in quanto punto di riferimento per diversi attori, fare presente che esistono approcci diversi. Perché é anche sbagliato, dopo aver studiato i metodi tradizionali, pensare di sapere tutto sulla recitazione! O, ancor peggio, leggere un libro e dire di saper utilizzare un metodo. Recitazione è anche e soprattutto curiosità, esplorazione, osservazione, pratica.
@@MartaGervasutti scusa ma non è chiara la tua affermazione: "(...)per non rimanere attaccati a concetti ormai superati (...)". Lasci intendere che almeno 2500 anni di teatro siano paccottiglia. Gli attori del passato imbottiti di "concetti ormai superati" sono imparagonabili a quelli odierni, up to date, che girano, viaggiano, fanno cose, guardano le figure e studiano lo Stop Acting!..
@@marck625 Il concetto che volevo far intendere è che in Italia si sperimentano e si insegnano molto poco nuove concezioni legate all'interpretazione. Nessuno vuole cancellare anni di teatro e metodi affermati ma anche il linguaggio è cambiato, come la preparazione di ciascun attore. Stimolare alla ricerca e non rimanere legati a concetti del passato fa parte del mestiere dell'attore. Poi, ci metto la faccia dicendo che i metodi basati sulla memoria emotiva e su esperienze traumatiche del proprio vissuto, alla lunga, possono essere dannosi per la psiche dell'individuo. Nessun regista o coach, anche se rinomato, è uno psicologo o uno psichiatra e trovo ingiusto che, solo per ottenere una buona perfromance, si vadano ad aprire dei cassetti mentali rischiosi da manipolare. Esiste altro e ritengo giusto che si sappia. Tutto qua. Siamo arrivati al punto che gli stessi registi, inconsapevoli dei rischi, quando non sanno come dirigere domandino: " pensa a una situazione analoga, pensa ad un tuo avvenimento che ti fa provare questa emozione" e ti ritrovi a dover scoperchiare TU la tua mente, i tuoi ricordi, le tue esperienze, a favore di chi ? IO lo trovo irrispettoso, ma è il mio punto di vista. Esclusivamente perché so che si possono ottenere risultati molto buoni, senza traumatizzare nessuno. Tutto qua. Poi chiunque è libero di fare ciò che vuole.
Io non perderei tempo in non metodi. Tutti i grandi indimenticabili attori italiani e hollywoodiani sono precedenti agli anni 70. La coach é esterofila non ama la propria grande Scuola italiana...
Grazie Marta per i tuoi preziosi insegnamenti
Di sicuro hai incuriosito! Tutti a studiare!
Esposizione chiara e godibile. Se i tanti nomi enunciati fossero anche scritti si agevolerebbe l' approfondimento.
Ora li scrivo in descrizione!
La cosa davvero triste e che nessuno dell'ambiente riesce davvero a capire, nemmeno i professionisti, è che la recitazione italiana non ha nulla a che vedere con quella di hollywood. E non perchè questi ultimi siano migliori, anzi tutt'altro, ma perchè si portano in scena, in automatico, culture diverse. Bisognerebbe smetterla di pensare agli attori di hollywood come un punto di riferimento. Sono solo commercialmente più diffusi, ma non hanno quella grandezza che forzatamente viene attribuita!
Un parere: il metodo di Harold Guskin che prevede di vedere delle immagini nella propria mente non pensi possa portare ad estraniarsi dalla scena? Sto sperimentando e l'impressione è che percorrendo nel dialogo le immagini create nella testa ci si distacchi dalla relazione con l'altro, al contrario per esempio di ciò che sostiene Meisner spostando l'attenzione sul partner. Che ne pensi?
Si tratta di un metodo per provare, non tanto da mettere in scena. Attraverso la prova puoi trovare con, questo metodo, "agganci" a qualcosa che potrebbero esserti utili nella messa in scena. Non sono da confondere i metodi di analisi (quindi i "non metodi") con quelli della messa in scena.
Riguardo Moreno?
certo che questi continui jumpcut infastidiscono non poco. Ormai li fanno tutti, lo so, ma come sempre, un'esagerazione ottiene effetti contrari.
Il jumpcut è un non metodo per render non piacevoli i video. Peccato
@@preab Anche per renderli più corti. I primi tutorial duravano 20 minuti...dopo un po' smaronavo! ahahaha! :-D
@@MartaGervasutti ok, ma non ogni 5/7 secondi! Comunque i suoi occhi compensano... :-P
No, no, no. Sono metodi estemporanei come le diete dei divi di Hollywood... chissà quale metodo usa G. Paltrow...Un allievo deve formarsi seguendo un metodo tradizionale. É come pretendere di insegnar a dipingere cominciando dal dripping di Pollock.
Chi ha detto che bisogna iniziare dai non metodi? Ho semplicemente fatto presente che non esiste solo Stanislavskij ( per citarne uno). E non sono per niente esterofila, semplicemente in Italia arrivano molto in ritardo metodi innovativi che rispecchiano la richiesta del mercato attoriale odierno e ancora si insegnano solo memorie sensoriali e riminiscenze emozionali ( da sperimentare e conoscere, ma assolutamente da NON ritenere le uniche tecniche esistenti!). Tutto questo esiste e ci si può informare, ci si deve informare, soprattutto per non rimanere attaccati a concetti ormai superati. Leggere, chiedere, viaggiare, fanno parte di una ricerca. Non ci sono imposizioni di linea di pensiero. Ognuno è libero di fare e studiare ciò che vuole. E' mio dovere, in quanto punto di riferimento per diversi attori, fare presente che esistono approcci diversi. Perché é anche sbagliato, dopo aver studiato i metodi tradizionali, pensare di sapere tutto sulla recitazione! O, ancor peggio, leggere un libro e dire di saper utilizzare un metodo. Recitazione è anche e soprattutto curiosità, esplorazione, osservazione, pratica.
@@MartaGervasutti scusa ma non è chiara la tua affermazione: "(...)per non rimanere attaccati a concetti ormai superati (...)". Lasci intendere che almeno 2500 anni di teatro siano paccottiglia. Gli attori del passato imbottiti di "concetti ormai superati" sono imparagonabili a quelli odierni, up to date, che girano, viaggiano, fanno cose, guardano le figure e studiano lo Stop Acting!..
@@marck625 Il concetto che volevo far intendere è che in Italia si sperimentano e si insegnano molto poco nuove concezioni legate all'interpretazione. Nessuno vuole cancellare anni di teatro e metodi affermati ma anche il linguaggio è cambiato, come la preparazione di ciascun attore. Stimolare alla ricerca e non rimanere legati a concetti del passato fa parte del mestiere dell'attore. Poi, ci metto la faccia dicendo che i metodi basati sulla memoria emotiva e su esperienze traumatiche del proprio vissuto, alla lunga, possono essere dannosi per la psiche dell'individuo. Nessun regista o coach, anche se rinomato, è uno psicologo o uno psichiatra e trovo ingiusto che, solo per ottenere una buona perfromance, si vadano ad aprire dei cassetti mentali rischiosi da manipolare. Esiste altro e ritengo giusto che si sappia. Tutto qua. Siamo arrivati al punto che gli stessi registi, inconsapevoli dei rischi, quando non sanno come dirigere domandino: " pensa a una situazione analoga, pensa ad un tuo avvenimento che ti fa provare questa emozione" e ti ritrovi a dover scoperchiare TU la tua mente, i tuoi ricordi, le tue esperienze, a favore di chi ? IO lo trovo irrispettoso, ma è il mio punto di vista. Esclusivamente perché so che si possono ottenere risultati molto buoni, senza traumatizzare nessuno. Tutto qua. Poi chiunque è libero di fare ciò che vuole.
Avevo letto il manuale dell' attore di Dario Fo...per me fu inutile
Io non perderei tempo in non metodi. Tutti i grandi indimenticabili attori italiani e hollywoodiani sono precedenti agli anni 70. La coach é esterofila non ama la propria grande Scuola italiana...
Se si parla di METODO, di italiano non è mai esistito nulla!