Buongiorno Maestro, la mia opinione è che l'agonismo sia ottimo per la crescita di un praticante, in quanto ci porta a confrontarci con gli altri e a migliorare sempre di più. Ciò premesso, andrebbe comunque migliorato: il kumite per esempio, si discosta molto da ciò che bisognerebbe fare in un combattimento reale, contesto in cui sarebbe controproducente, ad esempio, dare un pugno "da punto" con un affondo delle gambe esagerato come nelle nostre gare. In quest'ottica, se da un lato il kumite è utile per migliorare riflessi e tempismo, dall'altro può essere un ostacolo all'apprendimento della tecnica pura, ovvero di ciò che potrebbe realmente salvarci la vita in caso di aggressione. Per risolvere il problema, vedrei volentieri un kumite più vicino alla tecnica pura, ad esempio tenendo i talloni saldamente a terra invece di fare quegli assurdi gyaku-tzuki in allungo, ma il discorso è molto più lungo e complesso di così. Per quanto riguarda il kata, stesso discorso: si studia il kata nell'ottica della massima resa estetica per la gara, trascurando lo studio dell'effettiva utilità delle tecniche. Nella migliore delle ipotesi, si eseguono i bunkai basilari, o se ne inventano di acrobatici e, dal punto di vista dell'efficacia, decisamente improbabili. Non si studiano quasi mai le prese, gli atterramenti e tutta la ricchezza nascosta nei kata. In conclusione: agonismo sì, ma rendiamolo più vicino alla realtà! Mi scuso per la lunghezza del mio commento, un caro saluto a tutti. OSS!
Caro Maestro sto vedendo tutti i tuoi video anche se come ti ho detto altre volte pratico un'altra arte marziale. Personalmente ti posso dire che il mio Maestro non era molto a favore dell'agonismo, che ti premetto essendo un Americano di origine cinese, era una cosa un po fuori dall'ordinario. Lui credeva fermamente nei valori piu' puri ed importanti della disciplina marziale, ma comunque lasciava a chi voleva la scelta se intraprendere l'agonismo oppure no. Io personalmente sono un tradizionalista , non ho mai gareggiato, e comunque ti posso dire che la fine delle gare per molti e' una condizione un po traumatica, che non tutti affrontano bene. Infatti conosco alcuni amici del wado-ryu della palestra in cui mi allenavo anni fa, che dopo l'agonismo hanno abbandonato la pratica del karate. Adesso mi alleno nella palestra dove insegnano alcuni allievi del M°Kamoara dello Shito-Ryu e vedo che lui incita molto i propri allievi all'agonismo. Credo che comunque l'agonismo debba essere un percorso, nella carriera marziale di un praticante da affrontare pero' con la consapevolezza che finira' e quindi pensare anche al dopo, senza abbandonare tutto. Penso anche che purtroppo con l'avanzare dell'eta' (io sono arrivato a 63) la pratica di ogni arte deve necessariamente subire qualche modifica, ma senza snaturarne l'essenza. Un Caro Saluto
Dopo l'agonismo, l'agonia. Considerati gli esempi riportati nel video le possibilità per continuare ad essere visibili sono predestinate a pochi. Restare, rafforzando ciò che amiamo veramente, resta la scelta più sensata.
L'agonismo in sé non è niente se non l'appagamento dell'egocentrismo federale e del singolo atleta. Finita la carriera da agonista, restano tre strade: 1 - restare a far parte dell'organico come politico/allenatore; 2 - avere la forza d'animo e l'umiltà di rimettersi in discussione e riprendere a studiare seriamente per approfondire l'arte per poi insegnare come un vero maestro e non semplice istruttore/allenatore; 3 - cambiare completamente la propria vita e ricominciare. Naturalmente si parla di un agonismo ad altissimi livelli che impegna come professione, non di agonismo amatoriale anche se talvolta con ottimi risultati.
Io ho visto campioni pluripremiati, in allenamento con Kase sembravano delle cinture bianche. Per me tanto khion,tanta respirazione per il tandem,tanto condizionamento e tantissimi Kata. Anche da soli.
Oh Maestro! Lieto di risentirti. Agonismo... che dire... Ho saputo di diversi atleti considerati campioni di diverse scuole e stili che ad un certo punto hanno appeso le medaglie al chiodo e si sono dedicati a cercare - l'elemento comune mi ha messo in sospetto - "la vera essenza del karate". Sono usciti dalla zona riflettori passando per lo piu all'insegnamento ma con l'idea di trasmettere cio' che avevano imparato pur continuando a cercare, individualmente e senza clamori, lo spirito dell'eterno studente, per dirla con Ryu del gioco Street Fighter, consapevoli che di imparare non si finisce mai. Personalmente, continuo a vedere l'agonismo come un mezzo piu che un fine, un modo per testare le mie capacita e vedere se invecchiando riesco a sostituire la potenza e la velocita fisiche con qualcosa di piu elevato come la lettura e l'anticipazione dei movimenti dell'avversario, sempre alla ricerca della reale efficacia nel karate che di base e' qualcosa che in competizione agonistica non e' permessa.
Ciao Massimo . Un abbraccio a te e auguri per la crescita agonistica di tuo figlio . Nella mia zona che e' Vercellli si' e' in lutto per la morte improvvisa e incredibile nonche' inspiegabile di Marco Mazzarda campione agonista di livello mondiale del mondo del Karate di Hiroshi Shirai ed e' figlio di genitori specializzati nel Karate e altamente qualificati insegnanti di Karate con due palestre a Vercelli . Non lo conoscevo ma il mio karate antico del 1972 al 1978 svolto agonisticamente in modo costante ma poi concluso a causa di motivi familiari e di studio e di altri motivi di cui una buona parte e' il mondo delle ragazze che nel periodo di Grease ebbi un' ondata di fidanzate anche se non ero come Jonh Travolta che pero' a quanto pare ero gettonato percio' molti e molte del Karate sanno chi sono e l' argomento che tratti e' interessante . Nel Karate ci vuole una famiglia benestante alle spalle che sproni il proprio figlio e figlia a non lavorare ma a fare il karate e io appunto studiavo e facevo il karate e le mie esigenze le pagavano i miei genitori percio' non sapevo il valore dei soldi e non mi interessava la fidanzata e avevo solo il karate e il Maestro e i compagni di palestra ........poi crescendo e andando in citta ' dalla campagna e a contatto con paccate di ragazze come ero io alle magistrali la mia storia e' cambiata e peggiorata e conclusasi fuori dal Magistrale e gettato nel mondo della musica visto che appunto non mi restava altro da fare essendo appunto troppo richiesto dal pubblico femminile . La mia personale opinione e che nell' agonismo bisogna essere poco dotati e non molto intelligenti ma bisogna essere mostruosamente colpevoli di volere a tutti i costi essere piu' forti degli altri e a tutti i costi non si deve mai perdere e tutti i giorni ci si alza pensando al kumite e di notte si deve sognate di essere in gara come dal vero e bisogna amare pochissimo i kata ma essere assolutamente pazzi o pazze per il kumite . Nel migliore dei paragoni posso dirti che l' atleta agonista deve volere scalare una montagna e piu' la montagna e' alta e deve pensare di arrivare alla cima e poi se deve scendere lo deve fare con l' intenzione di riscalare tutto e sempre arrivando alla cima per ripetere la discesa per poi risalire a costo che passino gli anni e inspiegabilmente malgrado l' eta ' e gli acciacchi questo tipo di atleti o atlete scalano e riscalano la montagna magari meno velocemente ma in tutti i casi lo fanno e rifanno come se fosse una cosa normale e in piu' non devono mai pensare alla morte ma solo a vivere col Karate e qui ' arriva purtroppo il problema dei problemi . Il problema dei problemi e' quello che il karate non e' uno sport popolare come il calcio ......non e' uno sport che ti arrichisce a meno che ci siano o i soldi di famiglia o dei soldi presi da altre attivita' parallele allo sport come essere proprietari di una catena di negozi sportivi ma si rientra nella categoria di essere persone facoltose percio' il karate ha reso ricchi pochissimi e pochissime . Non ci si puo' permettere di saltare un giorno di allenamento perche' nel karate le parole non bastano ma bisogna praticare e dimostrare di essere bravi e brave e se possibile cattivi e cattive ma in tutti i casi non e' uno sport che arrichisce e non si viene fermati per strada per autografi e anzi il piu' delle volte si viene o sfidati o presi magari in giro perche' come sport non tutti lo capiscono . C' e' da dire che nell'' ambiente ci si rispetta ....ci si conosce .....ci si valuta per quello che si e' ..... esiste tra atleti e atlete l' invidia ma anche la consapevolezza di praticare uno sport molto difficile e alla fine cio' genera vicinanza . Nel combattimento del kumite bisogna essere molto molto molto cattivi o cattive fino all' uscita del sangue e cosi' si arriva al punto di non voler piu' ritornare mai indietro perche' solo il prestigio della vittoria sazia la voglia di essere vivi e vive nel karate e se per caso si smette conviene stare anni e anni e anni senza piu' pensarci e poi se ci si ritorna come sto' facendo io da un po' non si e' piu' pericolosi tranne che ci si alleni tutti i giorni a patellare le piante a mani nude e allora dopo un po' sale il bollore nel sangue e si rischia di voler rifare i kumite pero' bisogna essere sotto controllo medico molte volte e tra l' altro io lo faccio ma la motivazione deve essere la cattiveria e io alterno la dolcezza con la cattiveria percio' vado bene fino a un certo punto ma almeno mi diverto . Complimenti .
@@IlTempioMassimoKARATE c' e' molto dolore .....era un ragazzo d' oro e lascia tanti amici e amiche increduli nonche' lo sgomento di Vercelli che nel Karate ci sono tanti e tante che lo studiano e praticano .......poi la sua famiglia e' molto conosciuta e stimata ............
Rinnovando a mia volta il cordoglio per la scomparsa del ragazzo, la risposta data COMUNQUE esprime un pensiero secondo il quale il Karate è "solo" uno sport da accostare al calcio o a qualsiasi altra disciplina sportiva (tutte nobilissime) ... MA si dà il caso che per molti sia importante la pratica di un'ARTE MARZIALE ... L'aspetto sportivo/agonistico (che personalmente a me NON è mai piaciuto molto ma lo rispetto, sia chiaro) può essere una fase che contribuisce alla crescita di un praticante ... in quest'ottica io rimpiango di NON aver mai provato quell'esperienza : NON mi piace, ma ritengo giusto conoscerla. Tuttavia il Karate è e resta un'arte marziale, lo ripeto; anche chi si dedica intensamente all'agonismo dovrebbe sempre tenere a mente che si tratta di un aspetto "marginale" della pratica e comunque di una parentesi ....
@@MagDiSante il karate non e' da accostare al calcio ...........e' uno sport marziale e pure sportivo e sopratutto spirituale percio' accende la luce per entrare in un mondo non reale che potrebbe materializzarsi ......chi prega in convento tutte le ore comprese quelle notturne sa' che prima o poi a forza di pregare e chiedere a Dio delle grazie o delle risposte e' possibile che arrivi o la grazia o la risposta percio' e' questione di grande pratica e di convinzione e di non smettere mai di pensare che con la mente si possono compiere molte cose che sembrano impossibili ............il karate e' uso del corpo e della mente .............e' uso tecnico e anche fantasioso .......ci sono individui che nascono con la matematica in testa e la scienza della realta' come parametro assoluto e invece altri o altre nascono con una fantasia pazzesca ............il kumite e' realta' e il kata e' fantasia .........il kata accende nell' atleta la convinzione con la mente di poter fare di tutto e chi pratica il kumite pensa di essere fortissimo col proprio corpo se vince spesso nelle gare ............pero' il calcio e il karate sono due cose diverse .............purtroppo un campione di karate non guadagnera' mai le cifre dei calciatori e non ci saranno casi di gente che impazzisca a chiedere l' autografo a un atleta di karate perche' rispetto al calcio non e' uno sport popolare anche se di praticanti ce ne sono molti .......aggiungiamo che esistono diversi stili e scuole di karate e infine il karate e' un MIRACOLO ASSOLUTO perche' avvicina le persone malgrado la loro provenienza e la violenza e' l' ultima a esistere tra atleti che si rispettano anche se io da ragazzo ho subito molti calci e pugni dagli anziani ma li assorbivo ........faccio pero' una considerazione a titolo personale e opinabile ......quando smisi .......io smisi col punto e col basta pero' non potevo scordarmi di averlo praticato percio' mi fluiva nel sangue e nella mente anche se mi occupavo di altro ma non mi sono mai sognato di essere meglio di un ' altro o di un' altra anche se vincevo e la cosa che piu' mi dava da pensare ...era che non capivo come mai i giapponesi pur piccolini fossero cosi' forti grazie al karate degli uomini alti e grossi percio' mi sembrava un paradosso ......poi col tempo ho smesso di pensare al karate e due anni e mezzo fa' dopo aver per caso riaperto l' armadio con le cose del karate' e ' come che un qualcosa mi sia entrato dentro e mi abbia obbligato di nuovo a rivedere la mia vita fino al momento della mia giovinezza e fanciullezza e ho capito che stavo esaminando la mia vita come se fosse un libro e poi con you tube ho compreso del karate cio' che non sapevo quando lo praticavo ed ero uno molto attento e volenteroso e ubbidiente ma ci fu' l' episodio che mi costrinse ad allontanarmi e poi ci fu' lo studio in citta' e l' inizio di una vita sociale che prima non avevo e fino a quando le donne erano delle bambine che praticavano il karate io ero in pace con me stesso ma con l' inizio delle superiori e' scattato il meccanismo che non ero piu' un fanciullo e alla fine mi sono ritrovato ora come se fossi un fanciullo ma non ho rimpianti .......l' ipotesi del suicidio l' ho accarezzato in certi periodi ma non l' ho mai messo in pratica e sono guarito dalla depressione che puo' cogliere tutti e tutte pero' e' importante essere consci di cio' che si e' ......e io in casi del tutto inaspettati ......se vengo attaccato potrei essere in grado di difendermi anche contro due persone piu' alte di me ......e cio' e ' successo e ho capito che devo controllarmi molto per non dare spazio a questi eventi e il karate e' il controllo assoluto che una persona puo' ottenere se ne resta coinvolto con l' allenamento e la passione e poi se uno o una decide di compiere un' azione vuol dire che la compie da convinto e io nelle mie cose sono sempre stato un convinto .
Vorrei aggiungere che l'agonismo purtroppo crea anche due illusioni molto pericolise: 1 - fa pensare di essere degli dei insostituibili della disciplina, però la carriera è breve poi si cade nell'oblio; 2 - fa credere di conoscere il Karate mentre di esso si è capito molto poco e trasmesso un messaggio completamente sbagliato.
Una volta mi raccontarono di un commento di Suzuki del Wado Ryu. I veri karateka hanno una crescita costante durante tutta la loro vita, mentre molti grandi agonisti ad un certo punto subiscono un crollo verticale dopo una crescita fulminea. Aggiungo che ricordo che i grandi agonisti (di kumite) erano persone allenate a fare 100000 gyaku tsuki al giorno. 3 tecniche allenate alla perfezione e amen. Questo dura finché sei giovane, poi quando non serve più rischi di aver perso di vista il karate nella sua interezza.
Io allievo da giovane fine anni 70 del grande Maestro Lino LaCassia penso che la agonismo sia indispensabile per avere esperienza nel combattimento e conseguentemente nella difesa personale perché bisogna combattere contro tante persone diverse nello sport per non incorrere nell' errore di praticare un karate monotematico! Terminata la attività agonistica si deve continuare a fare i Kata e il kion e soprattutto il kumite dichiarato che è la chiave di tutto in una prospettiva escatologica per essere ancora più efficace da anziano con la differenza che bisogna combattere da fermo senza saltellare perché i polmoni non c'è la fanno più: un altro grande Maestro che ho conosciuto ma di cui non posso fare il nome disse che il massimo della efficacia ad alto livello la si ha quando si ha qualche linea di febbre perché si è più sciolti cosa che da giovane non si ha per fortuna quasi mai nel senso che la poca tecnica in gioventù fa si che il praticante seppur bravo con la stoffa del campione è sempre leggermente rigido anche perché da giovane si ha molto la tensione addosso accompagnata dalla paura di perdere mentre un anziano se ne frega dunque se ha anni di shotokan alle spalle è molto più pericoloso!
Ciao maestro! Proprio su questi argomenti col comitato CSEN di Pisa organizziamo a ottobre una giornata di seminario col maestro Fasulo. È un'occasione per discutere dell'antica diatriba tra tradizionale e sportivo, della storia del karate in Italia e in Europa, e sull'essenza delle arti marziali. Se vuoi venire, sarai ospite d'onore! 😉 Osu
Secondo un mio modestissimo parere l'agonismo nelle arti marziali è fine a se stesso, specialmente nel Karate. Cerco di argomentare: mentre ci sono degli sport da combattimento o delle arti marziali che sono finalizzati all'incontro sul ring o sul tatami (boxe, kickboxing, Muay thai,) e dove quindi la parte agonistica è fondamentale, in altri tipi di stili come il Karatè, il Wing Chun, il judo il discorso agonistico si presenta in una veste marginale in quanto le sopracitate non sono nate con il fine dello scontro, ma di un miglioramento interiore innanzitutto.
Agonismo e fantastico bella Realtà Si fa gruppo però sante parolo Dopo Agonismo si finisce nel dimenticatoio restano i ricordi Le coppe Putroppo e così almeno x mè..
Anche per questo l'ARTE MARZIALE dovrebbe essere qualcosa di più rispetto ad una "semplice" (sia detto pure con enorme rispetto) disciplina sportiva agonistica ...
Già, finito l'agonismo cosa rimane? Sempre un costante allenamento per mantenersi in forma e poi. . .cercare di produrre qualcosa per gli altri. Ho messo tutte le mie energie, in collaborazione con Andrea e Luca Valdesi, tra tanti altri, per dare un valido aiuto contro la violenza sulle donne. É vero: sono stato collaborato dalla Regione siciliana per un corso con 150 ragazze ma . . .poi, nonostante il mio impegno, tutto é finito lì. Se la politica è fredda e le associazioni femministe non collaborano, credo che questi corsi saranno solamente un bel ricordo per chi li ha seguiti. Ringrazio tutti coloro che si sono prodigati, in Italia, per eseguirli e spero che continuino nel messaggio che in trent'anni abbiamo mandato.
DEVO SCRIVERLO PERCHE' MI SENTO DI DIRE DUE PAROLE IN PIU' SUL MAESTRO MASSIMO SERRAO ........a mio avviso ci voleva un atleta come lui che potesse permettere a tutti e a tutte di farsi un' idea seria del karate ......e secondo me e' un CAMPIONE su cio' che ha fatto e lo scrivo senza sminuire altri ma alla fine della storia chi analizza i suoi video non puo' restarne non coinvolto ....me li sto' rivedendo tutti e mi piacciono ........il karate dovrebbe essere reso obbligatorio alle elementari e alle medie e alle superiori e all ' universita' ......e ci vorrebbe un governo italiano con dei politici in grado di coinvolgere il karate nelle scuole dell' obbligo e credo che il fiorire di altri stili marziali siano arrivati perche' non si e' riusciti dagli anni ' 80 in avanti a interagire con il Giappone nel richiedere che ci fosse solo un' organizzazione di KARATE con gli stili e scuole unificati .......negli anni ' 70 si riusci' a promozionarlo nelle scuole ma poi e' sparito e sono arrivati altri sport marziali che pero' non sono profondi come il karate .....e' un mio pensiero che esterno con tanta convinzione perche' dal 1972 al 1978 vivevo solo per il karate e mi compravo le riviste ufficiali ma il Valera che iniziava a parlare di full contact mi ricordo che non mi attrasse oltre .......e prima del militare nel 1983 mi ritrovai sul treno da Torino a Milano vicino a un giapponese coi baffi piuttosto piccolino che si metteva a fare il karate seduto sul treno da fermo e parlava davanti a un tizio italiano alto che probabimente era il suo manager .....e forse era Naito quello vicino a me che mimava i pugni ma non ne sono sicuro .......ne rimasi talmente colpito che non osai aprire bocca .....ora ho 58 anni .....non so' fino a quando vivro' percio' due parole sul karate le faccio pure io senza insegnare niente a nessuno e a nessuna .....percio' Maestro Masssimo Serrao continua a fare dei video fino a quando sei in vita perche' se scoppia una bomba tra la Russia ecc ecc ecc ci troviamo tutti in un istante dall' altra parte e non sappiamo come sara' anche se di sicuro voleremo per aria sia con lo scoppio della bomba che come esseri rinati con le ali .
L'agonismo non è un male... crea obiettivi da perseguire e che spingono alla crescita. Sta al tecnico dare alternative, a prescindere da federazioni o enti... se l'agonismo fosse un male, non esisterebbe sport, nella vita non ci sarebbe concorrenza, si fermerebbe il progresso. È il mio pensiero ovviamente. Nel mio piccolo faccio fare agonismo e tradizionale anche per amatori
Bisogna ragionare come si ragionava 30 anni fa e cioè interpretare il Karate come arte marziale, disciplina di vita e non per gareggiare per vincere. Dopo quando scendi dal treno delle gare e della gloria, se mai la si raggiunge, dopo vai in depressione se non ti reinventi. Secondo me eh
Penso che il titolo del video, peraltro interessantissimo ed attesissimo come sempre, possa innescare un equivoco nei praticanti: "...e se non divento un agonista? Se, pur diventandolo, non ho un futuro come maestro o in federazione? Allora il mio karate non è di qualità". L'errore sta nel considerare il karate un mestiere.
Frase attribuita al Maestro Funakoshi:il vero Karate Do è questo allenare mente e corpo allo spirito dell'umiltà,nella vita quotidiana e nelle occasioni critiche servire la causa della giustizia.Vi sembra poco?OSS
Caro maestro nella domanda e celata anche la risposta. Faccio un esempio attuale anche se fuori luogo, di tutti questi realiti visti in TV, quanti realmente rimangono nel mondo dello spettacolo?chi si ricorda di tutti quelli che hanno avuto visibilità per qualche periodo? Invece chi si ricorda di de niro, pacino, hoffman. Chi non ha mai sentito parlare di shirai kase kanazawa, uomini che hanno fatto storia è rimangono nella storia.Poi ognuno tragga le sue conclusioni.
L’agonismo è solo una fase. Dove in giovane età si possono accrescere aspetti atletici e tecnici. Chi non vede niente oltre l’agonismo inevitabilmente si ferma. Lo studio e la pratica vanno oltre
Io per mia grande fortuna non pratico il così detto Karate agonistico ne a punti ne olimpico....amo praticare il Karate Tradizionale, RyuKyu Kempo - Karate Jutsu di Okinawa. penso che esso sia il vero Karate con tutti i suoi bunkai, kata, kumite, Kion... condizionamento fisico e mentale in merito all' agonismo, per me non significa NULLA!!!..il karate non è uno sport ma è Arte.
Dopo l'agonismo, credo sia più che giusto che gli atleti che anno vinto molte "gare" si dedichino alla promozione della disciplina ed alla trasmissione, per le nuove leve, dei concetti esclusivamente agonistici della disciplina....e nulla più.
... Ed in questo modo il Karate si "sportivizzerà" in modo totale, perdendo ogni connotato di arte marziale 😔!!! Spero proprio che ciò NON accada ... anche chi si dedica all'agonismo (e che ha tutta la mia ammirazione) dovrebbe comunque rendersi conto, possibilmente sin da subito ma ALMENO AL TERMINE della propria carriera, che l'arte marziale è molto di più di uno sport e se possibile dovrebbe trasmettere quest'idea anche alle giovani leve, anche se desidera allenarle per le competizioni !
Mi permetto a causa della domanda dell’autore , con estremo rispetto per tutti i campioni e gli agonisti grandi e piccoli … ed ovviamente credo nel l’importanza pedagogica ( soprattutto per i bambini/ragazzi) dello sport … ma questo “ flop”, come lo chiama lei , è nato dall’estrema sportivizzazione del tutto … atleti perfetti ma che fanno solo kata o kumite … veloci ed abili ma solo in poche tecniche , non sono karateka , purtroppo ( o meglio lo sono solo in parte ) sono sportivi e come tale seguono la parabola ( sempre discendente ) che seguirà il loro fisico o la loro fortuna … questa è la colpa della federazione principe in Italia , che inseguendo il sogno olimpico ed altre logiche ha depresso ciò che era l’arte marziale e tutte le cose buone e virtuose che vi sono in essa ma che non possono venire acquisite se l’arte , frammentata in mille pezzi, compromesso per giungere alla medaglia . Bisogna recuperare le logiche virtuose del karate , appunto , per tornare ad avere praticanti “ completi “ che seppur magari meno performanti come atleti , sicuramente più di spessore come karateka… per far ciò deve cambiare il messaggio iniziale ( e forse anche molti maestri che si sono cullati in questa illusione ) allora l’ agonismo potrà essere interpretato per ciò che dovrebbe essere :” una bellissima , importante parentesi , ricca di esperienza ma che alla fine deve arricchire e non sostituire ciò che capita nel dojo … ove praticare khion , kata e kumite “…Osu…
Karate mi allenamento tanto sono pronta che voi la voglia di combattimento questa mia battaglia per Australia melbourne orginale di nascita luogo dove nata io sono guerriera della mia famiglia cristiana mio nonno e va caccia con tiro con arco io ho mani nude chiuse verso mia fortezza ok
La seguo da tempo, molti spunti di riflessione e per questo la ringrazio per il suo lavoro in ambito social che sicuramente porterà via molto tempo. Tornando al tema dell'agonismo posso dire che è una sensazione a cui è difficile rinunciare soprattutto x chi nn ha ruoli all'interno di palestre ,federazioni o associazioni. Fare solo l'amatore nn basta. Si continua con veterani o master come dinosauri in estinzione ( risata) sperando di essere modello x le nuove leve .
In tutti gli sport si assiste allo stesso fenomeno. Grandi campioni che finito il periodo delle competizioni o spariscono per sempre dall'ambiente, o si danno all'insegnamento non sempre con buoni risultati o entrano nella politica federale. Il karate inteso come sport non fa eccezione. Ma il karate è sport o lo hanno fatto diventare tale? Da questa domanda si aprono vie ben divergenti per i praticanti, agonisti e non. Gli uni seguono la via di cui sopra, gli altri seguono l'altra "via" perché il karatedo si pratica per tutta la vita. Sono libere scelte che, in senso sportivo, si assomigliano tutte.
La nostra ignoranza è arroganza occidentale ha portato la pratica delle arti marziali da una arte millenarie, una manifestazione " corpo, mente spirito" fondamentata sul' una cultura, filosofia e una morale specifica , a una forma di sport amatoriale oppure agonistico in perfetto antagonismo con i principi fondamentali specifici alla CULTURA dei arti marziali.
Ma il karate agonistico è solo sport...non ha nulla a che vedere con l'arte marziale...e si vede anche dagli atteggiamenti nelle gare. Prestazione sportiva di altissimo livello grazie alla metodologia scientifica dell'allenamento moderno. Forse l'unico atleta che ho visto con un atteggiamento davvero marziale è Aghayev. Questa è la mia umile opinione.
Eccomi domanda interessante! Premetto che nell'epoca attuale il Kali yuga, epoca difficilissima, ma ti fa avere una crescita spirituale potente, bisogna per quanto si può evitare di fare stupidate! L'agonismo è competizione sostanzialmente, mentre un vero karateka perseguendo questo percorso spirituale in questa arte marziale il karate. Dovrebbe cercare la cooperazione, il contrario della competizione, quindi dell'agonismo! L'agonismo inteso come viene inteso nell'epoca attuale, il Kali yuga, è competizione, assolutamente anti-karate! Addirittura sono stato in palestra, dove se non facevi agonismo, non ti permettevano neanche di fare karate, neanche di fare kata! 😱😱Un idiozia unica😅😅 Quando il leggendario maestro kanazawa era giovane, l'agonismo era accettabile, in quanto il Kali yuga era sotterraneo, mentre ai giorni nostri è uscito fuori allo scoperto! Il grande maestro leggendario kanazawa sarebbe stato comunque grande nel karate 🥋🥋Ci sono molti video di agonismo in quanto competizione, in cui non si ha controllo! Assolutamente anti-karate, personalmente non li considero neanche karate 🥋🥋! I maestri ci insegnano il controllo da tempo, persino alle cinture bianche viene insegnato il controllo! È proprio uno dei principi cardine del karate🥋🥋 OSS 🥋🥋🙏🙏😇😇
➡Se vuoi informazioni sui miei corsi di Karate on-line 24H/24, visita il mio sito www.tempiomassimo.it
Buongiorno Maestro, la mia opinione è che l'agonismo sia ottimo per la crescita di un praticante, in quanto ci porta a confrontarci con gli altri e a migliorare sempre di più.
Ciò premesso, andrebbe comunque migliorato: il kumite per esempio, si discosta molto da ciò che bisognerebbe fare in un combattimento reale, contesto in cui sarebbe controproducente, ad esempio, dare un pugno "da punto" con un affondo delle gambe esagerato come nelle nostre gare.
In quest'ottica, se da un lato il kumite è utile per migliorare riflessi e tempismo, dall'altro può essere un ostacolo all'apprendimento della tecnica pura, ovvero di ciò che potrebbe realmente salvarci la vita in caso di aggressione.
Per risolvere il problema, vedrei volentieri un kumite più vicino alla tecnica pura, ad esempio tenendo i talloni saldamente a terra invece di fare quegli assurdi gyaku-tzuki in allungo, ma il discorso è molto più lungo e complesso di così.
Per quanto riguarda il kata, stesso discorso: si studia il kata nell'ottica della massima resa estetica per la gara, trascurando lo studio dell'effettiva utilità delle tecniche. Nella migliore delle ipotesi, si eseguono i bunkai basilari, o se ne inventano di acrobatici e, dal punto di vista dell'efficacia, decisamente improbabili. Non si studiano quasi mai le prese, gli atterramenti e tutta la ricchezza nascosta nei kata.
In conclusione: agonismo sì, ma rendiamolo più vicino alla realtà! Mi scuso per la lunghezza del mio commento, un caro saluto a tutti. OSS!
Caro Maestro sto vedendo tutti i tuoi video anche se come ti ho detto altre volte pratico un'altra arte marziale. Personalmente ti posso dire che il mio Maestro non era molto a favore dell'agonismo, che ti premetto essendo un Americano di origine cinese, era una cosa un po fuori dall'ordinario. Lui credeva fermamente nei valori piu' puri ed importanti della disciplina marziale, ma comunque lasciava a chi voleva la scelta se intraprendere l'agonismo oppure no. Io personalmente sono un tradizionalista , non ho mai gareggiato, e comunque ti posso dire che la fine delle gare per molti e' una condizione un po traumatica, che non tutti affrontano bene. Infatti conosco alcuni amici del wado-ryu della palestra in cui mi allenavo anni fa, che dopo l'agonismo hanno abbandonato la pratica del karate. Adesso mi alleno nella palestra dove insegnano alcuni allievi del M°Kamoara dello Shito-Ryu e vedo che lui incita molto i propri allievi all'agonismo. Credo che comunque l'agonismo debba essere un percorso, nella carriera marziale di un praticante da affrontare pero' con la consapevolezza che finira' e quindi pensare anche al dopo, senza abbandonare tutto. Penso anche che purtroppo con l'avanzare dell'eta' (io sono arrivato a 63) la pratica di ogni arte deve necessariamente subire qualche modifica, ma senza snaturarne l'essenza. Un Caro Saluto
Dopo l'agonismo, l'agonia. Considerati gli esempi riportati nel video le possibilità per continuare ad essere visibili sono predestinate a pochi. Restare, rafforzando ciò che amiamo veramente, resta la scelta più sensata.
Il karate agonistico è fondamentalmente sport, l'arte marziale è scelta di vita e credo! Le due cose non sempre collimano!
L'agonismo in sé non è niente se non l'appagamento dell'egocentrismo federale e del singolo atleta. Finita la carriera da agonista, restano tre strade: 1 - restare a far parte dell'organico come politico/allenatore; 2 - avere la forza d'animo e l'umiltà di rimettersi in discussione e riprendere a studiare seriamente per approfondire l'arte per poi insegnare come un vero maestro e non semplice istruttore/allenatore; 3 - cambiare completamente la propria vita e ricominciare. Naturalmente si parla di un agonismo ad altissimi livelli che impegna come professione, non di agonismo amatoriale anche se talvolta con ottimi risultati.
Io ho visto campioni pluripremiati, in allenamento con Kase sembravano delle cinture bianche. Per me tanto khion,tanta respirazione per il tandem,tanto condizionamento e tantissimi Kata. Anche da soli.
Oh Maestro! Lieto di risentirti. Agonismo... che dire... Ho saputo di diversi atleti considerati campioni di diverse scuole e stili che ad un certo punto hanno appeso le medaglie al chiodo e si sono dedicati a cercare - l'elemento comune mi ha messo in sospetto - "la vera essenza del karate". Sono usciti dalla zona riflettori passando per lo piu all'insegnamento ma con l'idea di trasmettere cio' che avevano imparato pur continuando a cercare, individualmente e senza clamori, lo spirito dell'eterno studente, per dirla con Ryu del gioco Street Fighter, consapevoli che di imparare non si finisce mai.
Personalmente, continuo a vedere l'agonismo come un mezzo piu che un fine, un modo per testare le mie capacita e vedere se invecchiando riesco a sostituire la potenza e la velocita fisiche con qualcosa di piu elevato come la lettura e l'anticipazione dei movimenti dell'avversario, sempre alla ricerca della reale efficacia nel karate che di base e' qualcosa che in competizione agonistica non e' permessa.
Ciao Massimo .
Un abbraccio a te e auguri per la crescita agonistica di tuo figlio .
Nella mia zona che e' Vercellli si' e' in lutto per la morte improvvisa e incredibile nonche' inspiegabile di Marco Mazzarda
campione agonista di livello mondiale del mondo del Karate di Hiroshi Shirai ed e' figlio di genitori specializzati nel Karate e altamente qualificati insegnanti di Karate con due palestre a Vercelli .
Non lo conoscevo ma il mio karate antico del 1972 al 1978 svolto agonisticamente in modo costante ma poi concluso a causa di motivi familiari e di studio e di altri motivi di cui una buona parte e' il mondo delle ragazze che nel periodo di Grease ebbi un' ondata di fidanzate anche se non ero come Jonh Travolta che pero' a quanto pare ero gettonato percio' molti e molte del Karate sanno chi sono e l' argomento che tratti e' interessante .
Nel Karate ci vuole una famiglia benestante alle spalle che sproni il proprio figlio e figlia a non lavorare ma a fare il karate e io appunto studiavo e facevo il karate e le mie esigenze le pagavano i miei genitori percio' non sapevo il valore dei soldi e non mi interessava la fidanzata e avevo solo il karate e il Maestro e i compagni di palestra ........poi crescendo e andando in citta ' dalla campagna e a contatto con paccate di ragazze come ero io alle magistrali la mia storia e' cambiata e peggiorata e conclusasi fuori dal Magistrale e gettato nel mondo della musica visto che appunto non mi restava altro da fare essendo appunto troppo richiesto dal pubblico femminile .
La mia personale opinione e che nell' agonismo bisogna essere poco dotati e non molto intelligenti ma bisogna essere mostruosamente colpevoli di volere a tutti i costi essere piu' forti degli altri e a tutti i costi non si deve mai perdere e tutti i giorni ci si alza pensando al kumite e di notte si deve sognate di essere in gara come dal vero e bisogna amare pochissimo i kata ma essere assolutamente pazzi o pazze per il kumite .
Nel migliore dei paragoni posso dirti che l' atleta agonista deve volere scalare una montagna e piu' la montagna e' alta e deve pensare di arrivare alla cima e poi se deve scendere lo deve fare con l' intenzione di riscalare tutto e sempre arrivando alla cima per ripetere la discesa per poi risalire a costo che passino gli anni e inspiegabilmente malgrado l' eta ' e gli acciacchi questo tipo di atleti o atlete scalano e riscalano la montagna magari meno velocemente ma in tutti i casi lo fanno e rifanno come se fosse una cosa normale e in piu' non devono mai pensare alla morte ma solo a vivere col Karate e qui ' arriva purtroppo il problema dei problemi .
Il problema dei problemi e' quello che il karate non e' uno sport popolare come il calcio ......non e' uno sport che ti arrichisce a meno che ci siano o i soldi di famiglia o dei soldi presi da altre attivita' parallele allo sport come essere proprietari di una catena di negozi sportivi ma si rientra nella categoria di essere persone facoltose percio' il karate ha reso ricchi pochissimi e pochissime .
Non ci si puo' permettere di saltare un giorno di allenamento perche' nel karate le parole non bastano ma bisogna praticare e dimostrare di essere bravi e brave e se possibile cattivi e cattive ma in tutti i casi non e' uno sport che arrichisce e non si viene fermati per strada per autografi e anzi il piu' delle volte si viene o sfidati o presi magari in giro perche' come sport non tutti lo capiscono .
C' e' da dire che nell'' ambiente ci si rispetta ....ci si conosce .....ci si valuta per quello che si e' ..... esiste tra atleti e atlete l' invidia ma anche la consapevolezza di praticare uno sport molto difficile e alla fine cio' genera vicinanza .
Nel combattimento del kumite bisogna essere molto molto molto cattivi o cattive fino all' uscita del sangue e cosi' si arriva al punto di non voler piu' ritornare mai indietro perche' solo il prestigio della vittoria sazia la voglia di essere vivi e vive nel karate e se per caso si smette conviene stare anni e anni e anni senza piu' pensarci e poi se ci si ritorna come sto' facendo io da un po' non si e' piu' pericolosi tranne che ci si alleni tutti i giorni a patellare le piante a mani nude e allora dopo un po' sale il bollore nel sangue e si rischia di voler rifare i kumite pero' bisogna essere sotto controllo medico molte volte e tra l' altro io lo faccio ma la motivazione deve essere la cattiveria e io alterno la dolcezza con la cattiveria percio' vado bene fino a un certo punto ma almeno mi diverto .
Complimenti .
ho saputo del povero ragazzo e mi sono molto rattristato....non ci sono parole quando succedono queste brutte cose...
saluti Massimo
@@IlTempioMassimoKARATE c' e' molto dolore .....era un ragazzo d' oro e lascia tanti amici e amiche increduli nonche' lo sgomento di Vercelli che nel Karate ci sono tanti e tante che lo studiano e praticano .......poi la sua famiglia e' molto conosciuta e stimata ............
Rinnovando a mia volta il cordoglio per la scomparsa del ragazzo, la risposta data COMUNQUE esprime un pensiero secondo il quale il Karate è "solo" uno sport da accostare al calcio o a qualsiasi altra disciplina sportiva (tutte nobilissime) ... MA si dà il caso che per molti sia importante la pratica di un'ARTE MARZIALE ... L'aspetto sportivo/agonistico (che personalmente a me NON è mai piaciuto molto ma lo rispetto, sia chiaro) può essere una fase che contribuisce alla crescita di un praticante ... in quest'ottica io rimpiango di NON aver mai provato quell'esperienza : NON mi piace, ma ritengo giusto conoscerla. Tuttavia il Karate è e resta un'arte marziale, lo ripeto; anche chi si dedica intensamente all'agonismo dovrebbe sempre tenere a mente che si tratta di un aspetto "marginale" della pratica e comunque di una parentesi ....
@@MagDiSante il karate non e' da accostare al calcio ...........e' uno sport marziale e pure sportivo e sopratutto spirituale percio' accende la luce per entrare in un mondo non reale che potrebbe materializzarsi ......chi prega in convento tutte le ore comprese quelle notturne sa' che prima o poi a forza di pregare e chiedere a Dio delle grazie o delle risposte e' possibile che arrivi o la grazia o la risposta percio' e' questione di grande pratica e di convinzione e di non smettere mai di pensare che con la mente si possono compiere molte cose che sembrano impossibili ............il karate e' uso del corpo e della mente .............e' uso tecnico e anche fantasioso .......ci sono individui che nascono con la matematica in testa e la scienza della realta' come parametro assoluto e invece altri o altre nascono con una fantasia pazzesca ............il kumite e' realta' e il kata e' fantasia .........il kata accende nell' atleta la convinzione con la mente di poter fare di tutto e chi pratica il kumite pensa di essere fortissimo col proprio corpo se vince spesso nelle gare ............pero' il calcio e il karate sono due cose diverse .............purtroppo un campione di karate non guadagnera' mai le cifre dei calciatori e non ci saranno casi di gente che impazzisca a chiedere l' autografo a un atleta di karate perche' rispetto al calcio non e' uno sport popolare anche se di praticanti ce ne sono molti .......aggiungiamo che esistono diversi stili e scuole di karate e infine il karate e' un MIRACOLO ASSOLUTO perche' avvicina le persone malgrado la loro provenienza e la violenza e' l' ultima a esistere tra atleti che si rispettano anche se io da ragazzo ho subito molti calci e pugni dagli anziani ma li assorbivo ........faccio pero' una considerazione a titolo personale e opinabile ......quando smisi .......io smisi col punto e col basta pero' non potevo scordarmi di averlo praticato percio' mi fluiva nel sangue e nella mente anche se mi occupavo di altro ma non mi sono mai sognato di essere meglio di un ' altro o di un' altra anche se vincevo e la cosa che piu' mi dava da pensare ...era che non capivo come mai i giapponesi pur piccolini fossero cosi' forti grazie al karate degli uomini alti e grossi percio' mi sembrava un paradosso ......poi col tempo ho smesso di pensare al karate e due anni e mezzo fa' dopo aver per caso riaperto l' armadio con le cose del karate' e ' come che un qualcosa mi sia entrato dentro e mi abbia obbligato di nuovo a rivedere la mia vita fino al momento della mia giovinezza e fanciullezza e ho capito che stavo esaminando la mia vita come se fosse un libro e poi con you tube ho compreso del karate cio' che non sapevo quando lo praticavo ed ero uno molto attento e volenteroso e ubbidiente ma ci fu' l' episodio che mi costrinse ad allontanarmi e poi ci fu' lo studio in citta' e l' inizio di una vita sociale che prima non avevo e fino a quando le donne erano delle bambine che praticavano il karate io ero in pace con me stesso ma con l' inizio delle superiori e' scattato il meccanismo che non ero piu' un fanciullo e alla fine mi sono ritrovato ora come se fossi un fanciullo ma non ho rimpianti .......l' ipotesi del suicidio l' ho accarezzato in certi periodi ma non l' ho mai messo in pratica e sono guarito dalla depressione che puo' cogliere tutti e tutte pero' e' importante essere consci di cio' che si e' ......e io in casi del tutto inaspettati ......se vengo attaccato potrei essere in grado di difendermi anche contro due persone piu' alte di me ......e cio' e ' successo e ho capito che devo controllarmi molto per non dare spazio a questi eventi e il karate e' il controllo assoluto che una persona puo' ottenere se ne resta coinvolto con l' allenamento e la passione e poi se uno o una decide di compiere un' azione vuol dire che la compie da convinto e io nelle mie cose sono sempre stato un convinto .
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Vorrei aggiungere che l'agonismo purtroppo crea anche due illusioni molto pericolise: 1 - fa pensare di essere degli dei insostituibili della disciplina, però la carriera è breve poi si cade nell'oblio; 2 - fa credere di conoscere il Karate mentre di esso si è capito molto poco e trasmesso un messaggio completamente sbagliato.
Assolutamente d' accordo. Questa è la triste verità.
Una volta mi raccontarono di un commento di Suzuki del Wado Ryu. I veri karateka hanno una crescita costante durante tutta la loro vita, mentre molti grandi agonisti ad un certo punto subiscono un crollo verticale dopo una crescita fulminea. Aggiungo che ricordo che i grandi agonisti (di kumite) erano persone allenate a fare 100000 gyaku tsuki al giorno. 3 tecniche allenate alla perfezione e amen. Questo dura finché sei giovane, poi quando non serve più rischi di aver perso di vista il karate nella sua interezza.
Io allievo da giovane fine anni 70 del grande Maestro Lino LaCassia penso che la agonismo sia indispensabile per avere esperienza nel combattimento e conseguentemente nella difesa personale perché bisogna combattere contro tante persone diverse nello sport per non incorrere nell' errore di praticare un karate monotematico! Terminata la attività agonistica si deve continuare a fare i Kata e il kion e soprattutto il kumite dichiarato che è la chiave di tutto in una prospettiva escatologica per essere ancora più efficace da anziano con la differenza che bisogna combattere da fermo senza saltellare perché i polmoni non c'è la fanno più: un altro grande Maestro che ho conosciuto ma di cui non posso fare il nome disse che il massimo della efficacia ad alto livello la si ha quando si ha qualche linea di febbre perché si è più sciolti cosa che da giovane non si ha per fortuna quasi mai nel senso che la poca tecnica in gioventù fa si che il praticante seppur bravo con la stoffa del campione è sempre leggermente rigido anche perché da giovane si ha molto la tensione addosso accompagnata dalla paura di perdere mentre un anziano se ne frega dunque se ha anni di shotokan alle spalle è molto più pericoloso!
Ciao maestro!
Proprio su questi argomenti col comitato CSEN di Pisa organizziamo a ottobre una giornata di seminario col maestro Fasulo.
È un'occasione per discutere dell'antica diatriba tra tradizionale e sportivo, della storia del karate in Italia e in Europa, e sull'essenza delle arti marziali.
Se vuoi venire, sarai ospite d'onore! 😉
Osu
uau...
Secondo un mio modestissimo parere l'agonismo nelle arti marziali è fine a se stesso, specialmente nel Karate. Cerco di argomentare: mentre ci sono degli sport da combattimento o delle arti marziali che sono finalizzati all'incontro sul ring o sul tatami (boxe, kickboxing, Muay thai,) e dove quindi la parte agonistica è fondamentale, in altri tipi di stili come il Karatè, il Wing Chun, il judo il discorso agonistico si presenta in una veste marginale in quanto le sopracitate non sono nate con il fine dello scontro, ma di un miglioramento interiore innanzitutto.
Agonismo e fantastico bella Realtà Si fa gruppo però sante parolo Dopo Agonismo si finisce nel dimenticatoio restano i ricordi Le coppe Putroppo e così almeno x mè..
Anche per questo l'ARTE MARZIALE dovrebbe essere qualcosa di più rispetto ad una "semplice" (sia detto pure con enorme rispetto) disciplina sportiva agonistica ...
Già, finito l'agonismo cosa rimane? Sempre un costante allenamento per mantenersi in forma e poi. . .cercare di produrre qualcosa per gli altri. Ho messo tutte le mie energie, in collaborazione con Andrea e Luca Valdesi, tra tanti altri, per dare un valido aiuto contro la violenza sulle donne. É vero: sono stato collaborato dalla Regione siciliana per un corso con 150 ragazze ma . . .poi, nonostante il mio impegno, tutto é finito lì. Se la politica è fredda e le associazioni femministe non collaborano, credo che questi corsi saranno solamente un bel ricordo per chi li ha seguiti. Ringrazio tutti coloro che si sono prodigati, in Italia, per eseguirli e spero che continuino nel messaggio che in trent'anni abbiamo mandato.
DEVO SCRIVERLO PERCHE' MI SENTO DI DIRE DUE PAROLE IN PIU' SUL MAESTRO MASSIMO SERRAO ........a mio avviso ci voleva un atleta come lui che potesse permettere a tutti e a tutte di farsi un' idea seria del karate ......e secondo me e' un CAMPIONE su cio' che ha fatto e lo scrivo senza sminuire altri ma alla fine della storia chi analizza i suoi video non puo' restarne non coinvolto ....me li sto' rivedendo tutti e mi piacciono ........il karate dovrebbe essere reso obbligatorio alle elementari e alle medie e alle superiori e all ' universita' ......e ci vorrebbe un governo italiano con dei politici in grado di coinvolgere il karate nelle scuole dell' obbligo e credo che il fiorire di altri stili marziali siano arrivati perche' non si e' riusciti dagli anni ' 80 in avanti a interagire con il Giappone nel richiedere che ci fosse solo un' organizzazione di KARATE con gli stili e scuole unificati .......negli anni ' 70 si riusci' a promozionarlo nelle scuole ma poi e' sparito e sono arrivati altri sport marziali che pero' non sono profondi come il karate .....e' un mio pensiero che esterno con tanta convinzione perche' dal 1972 al 1978 vivevo solo per il karate e mi compravo le riviste ufficiali ma il Valera che iniziava a parlare di full contact mi ricordo che non mi attrasse oltre .......e prima del militare nel 1983 mi ritrovai sul treno da Torino a Milano vicino a un giapponese coi baffi piuttosto piccolino che si metteva a fare il karate seduto sul treno da fermo e parlava davanti a un tizio italiano alto che probabimente era il suo manager .....e forse era Naito quello vicino a me che mimava i pugni ma non ne sono sicuro .......ne rimasi talmente colpito che non osai aprire bocca .....ora ho 58 anni .....non so' fino a quando vivro' percio' due parole sul karate le faccio pure io senza insegnare niente a nessuno e a nessuna .....percio' Maestro Masssimo Serrao continua a fare dei video fino a quando sei in vita perche' se scoppia una bomba tra la Russia ecc ecc ecc ci troviamo tutti in un istante dall' altra parte e non sappiamo come sara' anche se di sicuro voleremo per aria sia con lo scoppio della bomba che come esseri rinati con le ali .
dopo tutti alla casa di riposo
L'agonismo non è un male... crea obiettivi da perseguire e che spingono alla crescita. Sta al tecnico dare alternative, a prescindere da federazioni o enti... se l'agonismo fosse un male, non esisterebbe sport, nella vita non ci sarebbe concorrenza, si fermerebbe il progresso. È il mio pensiero ovviamente.
Nel mio piccolo faccio fare agonismo e tradizionale anche per amatori
Bisogna ragionare come si ragionava 30 anni fa e cioè interpretare il Karate come arte marziale, disciplina di vita e non per gareggiare per vincere. Dopo quando scendi dal treno delle gare e della gloria, se mai la si raggiunge, dopo vai in depressione se non ti reinventi. Secondo me eh
Penso che il titolo del video, peraltro interessantissimo ed attesissimo come sempre, possa innescare un equivoco nei praticanti: "...e se non divento un agonista? Se, pur diventandolo, non ho un futuro come maestro o in federazione? Allora il mio karate non è di qualità". L'errore sta nel considerare il karate un mestiere.
Scusa la domanda, vengo dallo Shotokan,nel karate di Okinawa ci sono solo i Kata con le applicazioni o c'è anche il kiohn???
c è tutto
@@IlTempioMassimoKARATE mi sembrava che il kiohn non lo considerassero.
è anche nei programmi d 'esame...
@@IlTempioMassimoKARATE ma stanno in tzenko tzudachi o in piedi in kamae?
???
L'agonismo dipende da persona a persona,da praticante ad amatore,non saprei cos'altro aggiungere
Frase attribuita al Maestro Funakoshi:il vero Karate Do è questo allenare mente e corpo allo spirito dell'umiltà,nella vita quotidiana e nelle occasioni critiche servire la causa della giustizia.Vi sembra poco?OSS
Caro maestro nella domanda e celata anche la risposta. Faccio un esempio attuale anche se fuori luogo, di tutti questi realiti visti in TV, quanti realmente rimangono nel mondo dello spettacolo?chi si ricorda di tutti quelli che hanno avuto visibilità per qualche periodo?
Invece chi si ricorda di de niro, pacino, hoffman. Chi non ha mai sentito parlare di shirai kase kanazawa, uomini che hanno fatto storia è rimangono nella storia.Poi ognuno tragga le sue conclusioni.
L’agonismo è solo una fase. Dove in giovane età si possono accrescere aspetti atletici e tecnici. Chi non vede niente oltre l’agonismo inevitabilmente si ferma. Lo studio e la pratica vanno oltre
Veste bene il suo ghi che marca e grazie in anticipo
un semplice itaki da kata....salut
Di tutti gli esempi fatti Maurino è stato il più intelligente a livello commerciale. Si è buttato in un mercato di Nicchia con pochissima concorrenza.
Io per mia grande fortuna non pratico il così detto Karate agonistico ne a punti ne olimpico....amo praticare il Karate Tradizionale, RyuKyu Kempo - Karate Jutsu di Okinawa. penso che esso sia il vero Karate con tutti i suoi bunkai, kata, kumite, Kion... condizionamento fisico e mentale in merito all' agonismo, per me non significa NULLA!!!..il karate non è uno sport ma è Arte.
questione centrata
Dopo l'agonismo, credo sia più che giusto che gli atleti che anno vinto molte "gare" si dedichino alla promozione della disciplina ed alla trasmissione, per le nuove leve, dei concetti esclusivamente agonistici della disciplina....e nulla più.
... Ed in questo modo il Karate si "sportivizzerà" in modo totale, perdendo ogni connotato di arte marziale 😔!!! Spero proprio che ciò NON accada ... anche chi si dedica all'agonismo (e che ha tutta la mia ammirazione) dovrebbe comunque rendersi conto, possibilmente sin da subito ma ALMENO AL TERMINE della propria carriera, che l'arte marziale è molto di più di uno sport e se possibile dovrebbe trasmettere quest'idea anche alle giovani leve, anche se desidera allenarle per le competizioni !
Mi permetto a causa della domanda dell’autore , con estremo rispetto per tutti i campioni e gli agonisti grandi e piccoli … ed ovviamente credo nel l’importanza pedagogica ( soprattutto per i bambini/ragazzi) dello sport … ma questo “ flop”, come lo chiama lei , è nato dall’estrema sportivizzazione del tutto … atleti perfetti ma che fanno solo kata o kumite … veloci ed abili ma solo in poche tecniche , non sono karateka , purtroppo ( o meglio lo sono solo in parte ) sono sportivi e come tale seguono la parabola ( sempre discendente ) che seguirà il loro fisico o la loro fortuna … questa è la colpa della federazione principe in Italia , che inseguendo il sogno olimpico ed altre logiche ha depresso ciò che era l’arte marziale e tutte le cose buone e virtuose che vi sono in essa ma che non possono venire acquisite se l’arte , frammentata in mille pezzi, compromesso per giungere alla medaglia . Bisogna recuperare le logiche virtuose del karate , appunto , per tornare ad avere praticanti “ completi “ che seppur magari meno performanti come atleti , sicuramente più di spessore come karateka… per far ciò deve cambiare il messaggio iniziale ( e forse anche molti maestri che si sono cullati in questa illusione ) allora l’ agonismo potrà essere interpretato per ciò che dovrebbe essere :” una bellissima , importante parentesi , ricca di esperienza ma che alla fine deve arricchire e non sostituire ciò che capita nel dojo … ove praticare khion , kata e kumite “…Osu…
Sono un umile 5 dan vorrei mandarti dei mie filmati posso mandarteli per un parere se si dimmi dove❓grazie oss
massimokarate@hotmail.com
Karate mi allenamento tanto sono pronta che voi la voglia di combattimento questa mia battaglia per Australia melbourne orginale di nascita luogo dove nata io sono guerriera della mia famiglia cristiana mio nonno e va caccia con tiro con arco io ho mani nude chiuse verso mia fortezza ok
La seguo da tempo, molti spunti di riflessione e per questo la ringrazio per il suo lavoro in ambito social che sicuramente porterà via molto tempo.
Tornando al tema dell'agonismo posso dire che è una sensazione a cui è difficile rinunciare soprattutto x chi nn ha ruoli all'interno di palestre ,federazioni o associazioni. Fare solo l'amatore nn basta.
Si continua con veterani o master come dinosauri in estinzione ( risata) sperando di essere modello x le nuove leve .
Sono allieva di idola arti marziali karate allenamento cintura nera ma vado lastra a signa a signa prendo cintura nera altri colori Questi sono io ok
In tutti gli sport si assiste allo stesso fenomeno. Grandi campioni che finito il periodo delle competizioni o spariscono per sempre dall'ambiente, o si danno all'insegnamento non sempre con buoni risultati o entrano nella politica federale. Il karate inteso come sport non fa eccezione. Ma il karate è sport o lo hanno fatto diventare tale? Da questa domanda si aprono vie ben divergenti per i praticanti, agonisti e non. Gli uni seguono la via di cui sopra, gli altri seguono l'altra "via" perché il karatedo si pratica per tutta la vita. Sono libere scelte che, in senso sportivo, si assomigliano tutte.
La nostra ignoranza è arroganza occidentale ha portato la pratica delle arti marziali da una arte millenarie, una manifestazione " corpo, mente spirito" fondamentata sul' una cultura, filosofia e una morale specifica , a una forma di sport amatoriale oppure agonistico in perfetto antagonismo con i principi fondamentali specifici alla CULTURA dei arti marziali.
ruclips.net/video/a7cJHPWWqms/видео.html saluto con enorme stima il maestro Massimo Serrao
grazie ciao
Ma il karate agonistico è solo sport...non ha nulla a che vedere con l'arte marziale...e si vede anche dagli atteggiamenti nelle gare. Prestazione sportiva di altissimo livello grazie alla metodologia scientifica dell'allenamento moderno. Forse l'unico atleta che ho visto con un atteggiamento davvero marziale è Aghayev. Questa è la mia umile opinione.
Eccomi domanda interessante! Premetto che nell'epoca attuale il Kali yuga, epoca difficilissima, ma ti fa avere una crescita spirituale potente, bisogna per quanto si può evitare di fare stupidate! L'agonismo è competizione sostanzialmente, mentre un vero karateka perseguendo questo percorso spirituale in questa arte marziale il karate. Dovrebbe cercare la cooperazione, il contrario della competizione, quindi dell'agonismo! L'agonismo inteso come viene inteso nell'epoca attuale, il Kali yuga, è competizione, assolutamente anti-karate! Addirittura sono stato in palestra, dove se non facevi agonismo, non ti permettevano neanche di fare karate, neanche di fare kata! 😱😱Un idiozia unica😅😅 Quando il leggendario maestro kanazawa era giovane, l'agonismo era accettabile, in quanto il Kali yuga era sotterraneo, mentre ai giorni nostri è uscito fuori allo scoperto! Il grande maestro leggendario kanazawa sarebbe stato comunque grande nel karate 🥋🥋Ci sono molti video di agonismo in quanto competizione, in cui non si ha controllo! Assolutamente anti-karate, personalmente non li considero neanche karate 🥋🥋! I maestri ci insegnano il controllo da tempo, persino alle cinture bianche viene insegnato il controllo! È proprio uno dei principi cardine del karate🥋🥋 OSS 🥋🥋🙏🙏😇😇
Grande commento evoliano