Aureliano Pertile sul Vocalizzo e le 5 Vocali cantate (A-E-I-O-U)

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  • Опубликовано: 13 янв 2025
  • "Il vocalizzo, secondo me, è l'inizio necessario ed è l'esercizio costante giornaliero, che non deve essere trascurato mai (eccetto che nei giorni di riposo) dall'artista, che voglia mantenere agile e bene impostata la voce.
    Sento spontanea la domanda: in quale maniera si deve fare, secondo voi, il vocalizzo?
    (...) Spero di chiarire con la seguente immagine: dando un pugno in alto nell'aria non si ha alcun ostacolo e non si fa nessuna forza; mentre il punto d'appoggio o di potenza, che è il corpo, si squilibria senza nulla concludere; così avviene nella espirazione e nella voce.
    Se l'espirazione è appoggiata coi polmoni al diaframma nel modo già accennato, e trova l'ostacolo che vibra e risuona, costituito dai denti e dalle cavità e ossa craniche, si sviluppa una voce ben timbrata e spontanea, che dura fino a completo esaurimento del fiato; diversamente i polmoni si sgonfiano istantaneamente senza produrre che un flebile e inconcludente suono.
    Nel vocalizzo le vocali più da usarsi sono l'a e l'o, perché mantengono aperta la gola e permettono così una maggior colonna di fiato. Ma devono essere usate esclusivamente nel modo che dirò.
    Il canto è colore. Il colore decide la giusta impostazione. Procurerò di spiegarmi meglio.
    Le vocali a, e, i, o, u, non si devono usare nel canto col medesimo colore della lingua parlata. Il linguaggio dà: à, é, ì, ò, u. Il colore, che dà la giusta impostazione, viene dato da tutto quanto ho prima descritto, più il colorito seguente alle vocali.
    L'à deve essere pronunciato ao; l'ò come ò, l'i come un i francese, l'e come eu, l'u come uo. E tutto ciò con disinvoltura e abbandono completo dei muscoli del collo e della faccia.
    Ne viene di conseguenza che le tre vocali i, e, u, di già per se stesse strette e chiuse, vengono in tal modo allargate, mentre a, o, per se stesse larghe e aperte, vengono ristrette e raccolte.
    In tal modo il colore delle cinque vocali, che nella lingua parlata è così diseguale, viene nel canto assai avvicinato.
    Vocalizzando adunque col metodo suaccennato le tre vocali i, e, u, non danno quasi nessuna difficoltà alle cosiddette note di passaggio che sono il 'mi bemolle', 'mi', 'fa', 'fa diesis', mentre l'a, e l'o, col colore indicato permettono di arrivare alle note acute senza nessun cambiamento del chiuso e dell'aperto.
    Per tenere la gola ampia e spalancata io preferirei il vocalizzo con a, o, sempre al colore già illustrato. Tuttavia, a quando a quando, il vocalizzo con le altre tre vocali serve a controllare e ad evitare che la voce rimanga stretta nel collo spingendola sempre più avanti alla maschera.
    Allorché l'allievo avrà imparato bene i diversi tipi di vocalizzo, proverà a cantare qualche frase e quindi passerà allo studio degli spartiti. È meglio che la voce nel vocalizzo risulti più raccolta che nel canto con le parole, poiché la tendenza della voce è quella sempre di allargarsi e di andare all'indietro."
    (da: 'Il metodo di canto di Aureliano Pertile', riportato in: Domenico Silvestrini - 'I tenori celebri' "Aureliano Pertile e il suo metodo di canto", 1932)
    Lettura del M° Mattia Peli - giugno 2024

Комментарии • 1

  • @iortredici8347
    @iortredici8347  6 месяцев назад +1

    Non si canta con il medesimo meccanismo che si usa nel 'parlato', bensì con un altro meccanismo di produzione delle vocali, specificatamente adatto al canto lirico, con il quale - all'interno - la gola è perfettamente libera a qualsiasi altezza della nota in tutta l'estensione e, allo stesso tempo, - all'esterno - si ottiene una esecuzione pienamente comprensibile dal punto di vista della dizione (senza che il pubblico abbia alcun bisogno del libretto!).
    aureliano-pertile-tecnica-vocale.blogspot.com/2015/08/non-si-canta-come-si-parla-aureliano.html