Preti Pedofili - Estate

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  • Опубликовано: 2 окт 2024
  • L’estate è il coacervo degli eventi. Pub, associazioni culturali, centri sociali, campagne elettorali, mondiali al maxischermo, festival, dance-hall, reggae style, serata di beneficenza, serata di benefit, concerti hardcore, hip-hop, free entry, free style, more fire, reading, cineforum, commemorazioni, vieni qui, siamo i mejo, il divertimento consapevole, il divertimento inconsapevole, serata col, l’apericena.
    L’Apericena. L’Apericena del centro sociale. Giuro che esiste. L’assemblea sull’omofobia nella musica reggae. Vero. Verissimo. Centinaia di partecipanti a dibattere sul reale significato di quell’esortazione nemmeno tanto velata che capeggia sulla quasi totalità delle locandine delle dancehall, more fire, più fuoco, dice così. I destinatari di quel fuoco non è dato conoscerli, i rastafariani amano la famiglia, l’Etiopia e Jah, gli altri possono pure morire ustionati.
    La serata di beneficenza per l’Africa. Quella non manca mai. La scuola di percussionisti dell’associazione Alibabbà fa un saggio a Torre Quetta e raccoglie soldi per l’Africa. Diciotto persone, naturalmente di inconfondibile etnia caucasica, conciati come gli aborigeni dei film di Herzog, si producono in insensate e semplicistiche ritmiche tribali che nel loro cervello dovrebbero evocare le tradizioni delle popolazioni subshariane. Non si capisce niente. Nemmeno a chi dovrebbero andare i soldi. La birra costa cinque euro, sono tutti sobri, nessuno, balla, una noia mortale, si divertono solo loro a sbattere come gli ossessi le mani su quei bonghetti.
    Il concerto per il compagno Hannibal, condannato a tre ergastoli per direttissima a seguito degli scontri nell’ultima manifestazione antitutto a Roma. Hannibal libero. Ha solo fracassato quattro vetrine, dato fuoco ad una camionetta con gli sbirri dentro, stuprato una statua della madonna, sgozzato un sindacalista, strappato a morsi un orecchio al giudice nel corso del processo. Hannibal libero. Le idee non si processano.
    Suonano gli Obofobic, pornocore da Massafra, i Nekromantik, trash-punk da Terlizzi, chiudono gli Evirators, evilcore da Avellino. A seguire dj-set trash-divertentismo con musiche di Raffaella Carrà e Renato Zero. Ingresso a contributo libero e consapevole. Consapevole di che, non si sa.
    Il concerto di Caparezza. Ogni fottuta estate c’è il concerto di Caparezza. Ed è sempre gratis. E non c’è ma i un cazzo da fare quella sera per cui devi andarci per forza. Il concerto di Caparezza è stato rimandato perché ha piovuto dalle diciotto alle diciotto e venti e i tecnici non sono riusciti a montare tutte le carnevalate a corredo delle sue inutili canzoni. Il concerto di Caparezza si farà sabato prossimo, prima vi sorbirete la tediosa proiezione della nazionale di calcio italiana che perde con la Costarica senza fare nemmeno un tiro in porta. Poi il concerto di Caparezza. Speri di essere abbastanza sbronzo per l’inizio dello spettacolo, è l’unico modo che hai per non cadere nel consueto stato di depressione a cui ti inducono quelle irritanti canzonette e quella voce da paperino scemo. “Devi sentire i testi, di Caparezza, non la musica”. E’ arrivato il nuovo De Andrè e non lo sapevi, che cazzo. Hai cinque litri di vodka lemon, una bottiglia di amaro. Gli altri sono tutti astemi, una birra al limone al massimo, ora si usa così, qualcuno ha smesso, il fegato sta cominciando a cedere, a trent’anni. In effetti nemmeno io sto tanto bene ma non ho scelta.
    Al calcio di inizio di Balotelli inizio a tracannare. Al gol della Costarica sono in estasi, mi alzo ad esultare, rischio il linciaggio da parte degli italioti. A fine partita sono ciucco, intrattengo un manipolo di sconosciuti illustrando i pro e i contro del 4-3-3 di matrice zemaniana. Gli amici, esausti dei miei vaniloqui, mi trascinano sotto al palco, sta per iniziare il concerto. Sono coinvolto, emotivamente coinvolto, ballo felice per ogni jingle introduttivo, ogni spot pubblicitario, ogni suoneria del telefonino che ascolto. Poi il buio.
    Entra in scena una matrioska gigante che raffigura quel maledetto capellone. I musicisti sono travestiti da statue futuriste. La matrioska sia apre, esce lui e inizia a sbraitare i suoi versi sgrammaicati. Alle sue spalle tutto si colora di rosso.
    E’ un trionfo di marce, di scritte in cirillico, di pugni alzati, di soli nascenti, di comunismo.
    Caparezza vuole dirci che è comunista.
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Комментарии • 4

  • @ilpuorco
    @ilpuorco 8 лет назад +1

    Vi ho scoperto per caso. I brani sono buoni dovreste registrarli meglio. Bravi!

  • @riosaeba3141
    @riosaeba3141 8 лет назад

    Siete degli omosessuali clerofobi?

  • @artistaglobale
    @artistaglobale 7 лет назад

    sto pezzo è enorme

  • @lucavalentini9373
    @lucavalentini9373 8 лет назад

    gli Hobophobic sono di Crispiano e suonano insieme dal 1963