Da lettrice, la storia deve intrigarmi e stupirmi, ovviamente scritta bene e scorrevole. Da autrice mi sono basata sul manuale "Delitti e castighi", non ho approfondito le indagini tecnici ma il filo logico di chi indaga. Ho cercato, e cerco, di non lasciare fili pendenti. Mi sbatto per soddisfare la logica della soluzione, sviare il lettore e nascondere gli indizi, ma ci sono tutti! Hai ragione quando dici che i tecnicismi sono noiosi. Via all'azione e al personaggio o personaggi che devono "vivere" ma se vanno tre volte al gabinetto, chi se ne frega? Oh, mamma! Mi fai paura❤. Da amante di Bonaparte, Napoleon mi ha deluso molto😊
Anch'io do importanza allo stile: ad esempio, ho qualche difficoltà a leggere libri in puro "tell", come molti romanzi anni 30-40 e alcuni attuali. Sono meno interessata alla trama e alla verosimiglianza delle procedure di polizia. Mi dà fastidio quando manca la caratterizzazione dei personaggi perchè non riesco "a vederlo/a".
Per la prima questione, penso che dipenda in buona parte dal tipo di lettore (se è più "head", "heart" o "guts"). Sullo stile: pienamente d'accordo. Cordialmente.
Ciao Claudio, sono abbastanza d'accordo con te, si può passare sopra quasi tutto ma non la brutta scrittura, a tal proposito sono curiosa di sapere se hai letto qualcosa di Paolo Nori e cosa ne pensi, non perché scriva male ma perché abbassa volutamente il registro dei suoi romanzi e a me personalmente dà sui nervi. Per quanto riguarda la credibilità di procedure eccetera di cui parlavi a inizio video, secondo me è importante che le imprecisioni non siano un espediente conveniente per risolvere il caso, altrimenti da lettrice mi sento presa in giro.
Ciao Ornella, no Nori non lo conoscevo, ma ora mi leggerò qualcosa. Ovviamente, creare dei buchi logici per risolvere una storia incasinata (per capirci: Harry Quebert) è una cosa non solo insopportabile, ma palesemente errata. Io pensavo, uscendo dal giallo, a quello che fa oer esempio Saramago in Cecità: perché l’unica donna che vede non prende una macchina e va a controllare cosa succede nel resto del mondo? Per dire. Oppure, certo noir in cui si seminano cadaveri (ci sono tantissimi film così), ma la polizia non compare mai. Chandler fa alcuni errori di questo tipo, che non servono a risolvere il caso, ma che servono a lui come scrittore a portare la storia dove vuole e quindi a scrivere il suo pensiero 🙂
sta cosa la penso ad esempio nei confronti di The Wire. Serie bellissima però non si può fare na puntata intera sul fatto che sti poliziotti chiedono un mandato per mettere na microspia. Quando finisci na puntata c'hai voglia di andare a ubriacarti. Massimo rispetto per la ricerca che hanno fatto (probabilmente da sto punto di vista è la migliore serie della storia) ma che fatica.
Da lettrice, la storia deve intrigarmi e stupirmi, ovviamente scritta bene e scorrevole.
Da autrice mi sono basata sul manuale "Delitti e castighi", non ho approfondito le indagini tecnici ma il filo logico di chi indaga. Ho cercato, e cerco, di non lasciare fili pendenti. Mi sbatto per soddisfare la logica della soluzione, sviare il lettore e nascondere gli indizi, ma ci sono tutti! Hai ragione quando dici che i tecnicismi sono noiosi. Via all'azione e al personaggio o personaggi che devono "vivere" ma se vanno tre volte al gabinetto, chi se ne frega? Oh, mamma! Mi fai paura❤.
Da amante di Bonaparte, Napoleon mi ha deluso molto😊
L’ho anche io delitti e castighi, ma di fatto non l’ho mai usato perché scrivo noir 😁
Ciao Claudio. Condivido il tuo punto di vista.
😃
Anch'io do importanza allo stile: ad esempio, ho qualche difficoltà a leggere libri in puro "tell", come molti romanzi anni 30-40 e alcuni attuali. Sono meno interessata alla trama e alla verosimiglianza delle procedure di polizia.
Mi dà fastidio quando manca la caratterizzazione dei personaggi perchè non riesco "a vederlo/a".
Ci sono eccezioni, ma in generale è così 😃👍🏻
Per la prima questione, penso che dipenda in buona parte dal tipo di lettore (se è più "head", "heart" o "guts").
Sullo stile: pienamente d'accordo.
Cordialmente.
Molto interessante questa divisione che fai. C’è sicuramente del vero! 👍🏻
Ciao Claudio, sono abbastanza d'accordo con te, si può passare sopra quasi tutto ma non la brutta scrittura, a tal proposito sono curiosa di sapere se hai letto qualcosa di Paolo Nori e cosa ne pensi, non perché scriva male ma perché abbassa volutamente il registro dei suoi romanzi e a me personalmente dà sui nervi.
Per quanto riguarda la credibilità di procedure eccetera di cui parlavi a inizio video, secondo me è importante che le imprecisioni non siano un espediente conveniente per risolvere il caso, altrimenti da lettrice mi sento presa in giro.
Ciao Ornella, no Nori non lo conoscevo, ma ora mi leggerò qualcosa.
Ovviamente, creare dei buchi logici per risolvere una storia incasinata (per capirci: Harry Quebert) è una cosa non solo insopportabile, ma palesemente errata. Io pensavo, uscendo dal giallo, a quello che fa oer esempio Saramago in Cecità: perché l’unica donna che vede non prende una macchina e va a controllare cosa succede nel resto del mondo? Per dire. Oppure, certo noir in cui si seminano cadaveri (ci sono tantissimi film così), ma la polizia non compare mai. Chandler fa alcuni errori di questo tipo, che non servono a risolvere il caso, ma che servono a lui come scrittore a portare la storia dove vuole e quindi a scrivere il suo pensiero 🙂
@@Librarsi sì, esatto, stavo pensando al buon Dicker ahahah.
🤣🤣🤣🤣
sta cosa la penso ad esempio nei confronti di The Wire. Serie bellissima però non si può fare na puntata intera sul fatto che sti poliziotti chiedono un mandato per mettere na microspia. Quando finisci na puntata c'hai voglia di andare a ubriacarti. Massimo rispetto per la ricerca che hanno fatto (probabilmente da sto punto di vista è la migliore serie della storia) ma che fatica.
😂😂😂