Jacques Derrida. La Voce e il Fenomeno

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  • Опубликовано: 30 янв 2025

Комментарии • 7

  • @leonardolocker5467
    @leonardolocker5467 2 года назад

    Grazie a questo video mi sono assicurato un 28, chiarissimo e ben fatto, grazie!

  • @claudiodomenicali1695
    @claudiodomenicali1695 2 года назад

    Molto interessante, peccato per la qualità dell’audio.

  • @wattia9968
    @wattia9968 3 года назад

    Utilissimo e chiarissimo, grazie mille

  • @enricoeleuteri5858
    @enricoeleuteri5858 4 года назад

    Ma sostanzialmente Derrida traduce Bedeutung con voler dire perché?
    Cioè se mantenesse la traduzione letterale ovvero scrivesse "sens" in francese, che cosa comporterebbe? Cioè non riesco a trovare la logica di ciò.
    Abbiamo detto che il segno è diciamo il pilastro, dal segno si dividono l'espressione (Bedeutung) e l'indice ( Zeichen) . L'espressione è ciò che intendo, il carattere del discorso (parlato o scritto), mentre l'indice non ha carattere ma mi indica e basta.
    Se io lasciassi Bedeutung con significato e Zeichen con indicazione, cosa cambierebbe? Cioè dove suona male?

    • @gabrieleporcu1619
      @gabrieleporcu1619 3 года назад

      Derrida sceglie di tradurre Bedeutung/bedeuten con ‘voler-dire’ perché sceglie di rimarcare il carattere intenzionale dell’atto conferitore di significato (bedeuten) e del suo contenuto intenzionale (Bedeutung); quest’ultimo tra l’altro reso operativo nell’atto linguistico stesso tramite la mediazione della ‘parola parlata’ nell’esperienza dialogica, e vissuto in prima persona nell’esperienza della psiche solitaria (einsames Seelen leben).
      Il segno per Husserl è essenzialmente un concetto di relazione che comprende al suo interno i concetti di indice (Anzeichen) e di espressione (Ausdruck).
      Se l’indice è il mero segno rimandante, che si viene ad istituire nel momento in cui associamo l’oggetto A con l’oggetto B tramite un rimando per il quale A diventa segno della sussistenza di B, l’espressione è un segno peculiare che dice una vicinanza tra segno e significato.
      In cosa consiste sta vicinanza starà tutto lo sforzo teoretico di Husserl, che sussume (e deve sussumere) la distinzione tra indice ed espressione, pena sennò il cadere nello psicologismo e il dovere riconoscere il carattere empirico-psicologico dei concetti logici che dovrebbero trovano per lui il loro riempimento di significato nei fenomeni ad essi correlati (fenomenologia).
      Non si può distinguere in maniere troppo netta Bedeutung e Zeichen perché la prima dice il significato, che viene espresso da un segno peculiare che è l’espressione; mentre la seconda intende il segno come concetto, che, in quanto polivoco, comprende nella sua classe indice ed espressione.

  • @enricoeleuteri5858
    @enricoeleuteri5858 4 года назад

    Inoltre ciò che critica Derrida è sostanzialmente che: per lui nel segno l'indice e l'espressione si intrecciano per forza e che nel momento in cui il voler dire non è abbastanza, non è immediato per l'altro, entrano in gioco gli indici che daranno più adito alle mie intenzioni espressive.
    Husserl invece pensa che la natura di essi sia indipendente e che non ci sia questo intrecciamento. Sostanzialmente pensa che la mia espressione possa essere espressa senza l'uso dell'indice?

    • @gabrieleporcu1619
      @gabrieleporcu1619 3 года назад

      Husserl in realtà nel momento in cui affronta la descrizione dell’esperienza dialogico/comunicativa non può negare che il senso del mio discorso (Sprache) può essere reso intellegibile all’ascoltatore solo attraverso la ‘parola parlata’ (e sennò in quale altro modo?), che è a sua volta la veste materiale dell’espressione come segno ideale che ha una sua vicinanza con il significato logico ideale del discorso. Se a veicolare il significato ideale esprimentesi nell’espressione ideale vi è un atto conferitore, che relaziona l’espressione ideale e la ‘parola parlata’, la relazione tra questa parola parlata ed il contenuto che trasmette sarà reso possibile da un atto riempiente, espresso dall’ascoltatore, che giudicherà quel discorso pronunciato come dotato di senso. Tale giudizio può e deve inevitabilmente essere reso possibile dal parlante tramite l’ausilio di gesti e giochi mimici, che sono degli indici, in quanto rimandano e non dicono una vicinanza tra segno e significato del mio discorso.
      L’errore di Husserl secondo Derrida e che, proprio a partire dell’analisi dell’esperienza dialogica si sarebbe dovuto capire che una piena esperienza intuitiva ed evidente dei contenuti del discorso non era resa possibile dalla mediazione semiotica, nemmeno se poni la distinzione tra indice ed espressione. Invece Husserl ha dovuto elaborare l’esperimento mentale della psiche solitaria che parla con se stessa per affermare che vi è un’esperienza in cui si può vivere la connessione tra un concetto (sempre eprimentesi in un’espressione) e l’espressione ideale.